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Tahzay

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Messaggi pubblicato da Tahzay

  1. E' capitato, alle volte, che Tex (inclusi i suoi pards) non abbia praticamente inciso sull'andamento e sull'esito di una vicenda, quasi che fosse una sorta di "cronista" che - dall'interno della storia - ci aiuta a seguirne l'evoluzione: mi viene in mente la storia "Nana, lo stregone" e, in un certo qual senso, anche il suo intervento ne "Il fiore della morte" è marginalmente importante (infatti, contemporaneamente al ranger, anche i militari scoprono il trucco del "fuoco" per debellare i misteriosi esseri venuti dallo spazio). Il succo di questo topic risiede nel ricordare assieme se vi sono altre vicende della saga in cui Tex (& friends) funge/ono quasi solo da "io narrante", e nel valutare se queste storie possono considerarsi ugualmente ben riuscite e soddisfacenti, a prescindere dall'incidenza marginale del ranger (a mio parere, lo sono :) ).

  2. Paco, francamente ogni opinione è rispettabile, ma se parliamo anche solo lontanamente di suggestione e pathos nella copertina del numero precedente (con due anziani semimbalsamati che scrutano non si sa cosa, e Tex che si avvicina alle loro spalle con aria pressocch? tranquilla), allora c'è pathos a prescindere, in tutte le copertine :) Che poi sia tecnicamente ben curata e rifinita, come (quasi) tutte quelle del maestro Villa, nessuno lo nega.

  3. S?, me ne ero accorto, ma vedo che il buon Raffaelli insiste e.... rilancia! ;)D'altra parte è un fenomeno tipico dell'era in cui viviamo: se qualcuno, munito di un certo qual ruolo, declama una cosa che appare appena appena verosimile (verosimile... non vera), ecco che immediatamente quella "fantasia" si diffonde, si moltiplica ed acquista un rilievo tangibile, sino a diventare "realtà". Consiglio a tutti, sul tema, la lettura del libro "Sarà vero" di Errico Buonanno, davvero strepitoso! :)

  4. In effetti la penso anche io così, difatti la mia domanda nel post iniziale si incentrava appunto sul ruolo-chiave di "SuperTex" nella scelta definitiva. Anche se andando a rileggere con attenzione i dialoghi di tutte le avventure della fascia 1-99, può darsi che il ranger fosse stato già descritto da personaggi secondari ed avversari come "quel tipo.... dalla camicia gialla" (a memoria non ricordo), il che dimostrerebbe che una scelta di fondo era già stata compiuta.

  5. Giusto per toccare un argomento da poco dibattuto, nel numero della Collezione Storica a colori in edicola da oggi, il critico Raffaelli fa cenno espressamente, nella prima pagina della sua consueta rubrica, ai (così definiti) "tipici '... mmm' boselliani" :lol::lol::lol:

  6. Qualche dato per riflettere, riferito solo alla serie "gigante" (sarebbe troppo complicato, per quanto interessante, includere anche gli albi a "striscia" e le altre serie storiche):- nelle prime 25 copertine, è netta la prevalenza della camicia rossa: 15-10;- alla boa dei 50 numeri, la situazione è ancora di prevalenza della rossa, sia pur di misura: 25-24 (nell'albo "Assedio al posto n. 6" Tex, come noto agli appassionati, non compare);- il primo sorpasso è sul 26-25, ma ancora al n. 65 la situazione è di perfetta parit? (32-32);- la prevalenza della camicia gialla comincia a stagliarsi nettamente solo dopo il n. 92: 47-43 per la gialla, fino all'albo "Giustizia!" (n. b.: nell'albo "Spettri" la particolarissima tonalit? bianca non suggerisce alcunch? circa il colore della camicia di Tex); - da quel punto in avanti, ben 18 copertine consecutive con Tex dalla camicia gialla (serie interrotta dal particolarissimo verde di "Tramonto rosso"), che sanciscono (salvo eccezioni via via sempre più rare) l'aspetto, oggi divenuto definitivo ed incontestabile, del ranger.

  7. Claudio, mi spiace dirlo, ma la copertina del Tex "collezione storica" in edicola il 22 luglio è stata una delle più anonime e meno riuscite della collana, non per colpa Tua sia chiaro. Mi chiedevo come mai fosse stata scelta, nell'ambito di un albo con un'avventura così mozzafiato ("Sulla pista per Fort Apache") una scena così "piatta" come quella che è stata ritratta, con Tex che si avvicina, quatto quatto, ad un paio di anziani mezzo addormentati sulla cima di un picco. A mio parere, è una copertina n° drammatica, n° evocativa, n° suggestiva, n° in linea con l'avventura: una mezza delusione, insomma (considera che acquisto gli albi quasi esclusivamente per le stupende copertine!).

  8. Argomento leggero, prettamente estivo :indianovestito:

    Riguardando le vecchie copertine originali della serie "gigante", è agevole notare che Tex viene spesso ritratto con una camicia rossa, il che accade anche nei famosi albetti "a striscia".
    Considerando che Tex, prima del famoso n. 100, era sempre stato un fumetto edito in bianco e nero, le copertine erano il vero e proprio biglietto da visita (oltre che l'unico "documento") del ranger in versione colorata: per cui, non si può - a rigor di logica - affermare che l'abito scenico di Tex sia sempre stato costituito dalla famosa camicia gialla!
    Probabilmente, l'immaginario dei lettori veniva fatto propendere maggiormente verso il look "color canarino" in quanto la descrizione tipica di Tex operata da comprimari e nemici, sin dalle avventure più risalenti, contemplava sempre il richiamo della camicia gialla: difatti, MAI all'interno di un'avventura si è affermato, o anche solo lasciato intuire, che Willer indossasse una camicia di diverso colore (se sbaglio, correggetemi).
    Ma come la mettiamo, allora, con le copertine?
    Ecco, quindi, la mia domanda: quando, secondo voi, si è deciso (ufficialmente, o ufficiosamente) che Tex "dovesse" essere quello con la camicia gialla (dando, quindi, il "l'" anche al "revisionismo storico" delle copertine)? Con Supertex (n. 100) o, virtualmente, già prima?

  9. Sotto un certo punto di vista sè, è normale che un lettore si "lamenti" quando non vede rappresentato il "suo" Tex ideale. Ognuno fa il tifo per sè stesso, mi pare evidente! Poi è chiaro che un Autore non deve lasciarsi influenzare da ogni singola lamentela, anzi è persino ovvio. Cosè come un selezionatore della nazionale non può convocare tutti i beniamini di tutti i singoli tifosi, che però sono nel giusto nel fare il tifo e nel chiedere che ciò avvenga. Anche a me piaceva il Tex fumatore, non perchè io fumi, ma in quanto gli dava un aria di sicurezza e insieme di strafottenza, da vero "duro". Quello di Fusco era insuperabile, concordo: fisico massiccio, ghigno ironico e sigaretta tra le labbra: bastavano i disegni! E la perdita progressiva di questa caratteristica mi è dispiaciuta, specie perchè fatta in nome del politically correct.

  10. Vedi, Borden, non è possibile pensare di accontentare tutti i lettori ;)Meglio farsene una ragione e continuare a scrivere storie belle e coinvolgenti, magari con la sola attenzione di "rilassare" un po' le atmosfere dense e intricate che tanto bene riesci a rendere, con qualche "momento texiano" (ne abbiamo discusso in altri tempi e in altre sedi, se ricordi :) ). Se si entra nella pericolosa spirale di voler accontentare tutti, si creano poi dei "mostri" in cui dovrebbe essere prevista la scena del cazzotto, quella della bistecca, quella del "vecchio cammello"..... non sarebbero più storie di Tex, ma mutazioni genetiche delle opere bonelliane, e diverrebbero - come tali - del tutto artificiali!

  11. Fondamentale la presenza di Carson, nella serie. Carson che incontra una più immediata simpatia nel lettore, in quanto è la lente con cui l'uomo "normale" misura le difficolt? e le asprezze della vita, che invece l'eroe tutto d'un pezzo tende a minimizzare o a superare a più pari. Molto spesso l'epicit? di un'impresa di Tex risalta proprio da questo schema consolidato e collaudato: Carson che cerca di esaminare tutti gli aspetti difficili e le controindicazioni, o che d' del matto al pard, è uno di noi tutti (lettori, persone normali) che guarda sorpreso, ed assieme ammirato, la capacità del protagonista della serie di risolvere situazioni che appaiono disperate, o comunque tali da far tremare le vene ai polsi. Analogamente, è Carson a segnalare per primo l'esigenza di fermarsi a bivaccare, di mettere qualcosa sotto i denti, di scolarsi una birra per togliersi la polvere dal gargarozzo, di dar riposo ai cavalli, interpretando i pensieri del lettore e dell'uomo comune, che non riesce a tenere i ritmi di un eroe dei fumetti. L'essere più "umano" di Carson (lamentarsi, brontolare, avere timore di un'impresa, provare fame, sete, stanchezza) rispetto a Tex consente - in sintesi - di far provare un'istintiva simpatia per il personaggio (eroico, ma percepito come più "alla portata") senza svilirne la statura (guai a considerarlo come macchietta!), e - al contempo - enfatizza e sublima il ruolo di Tex.

  12. Riletta nella versione a colori di Repubblica, con la VERA Casa Bianca che ha preso il posto del Campidoglio (e conseguenti ritocchi a parte dei testi in alcune vignette). Non so se avessero già provveduto in altre ristampe precedenti a correggere il "celebre" errore (..... a proposito dell'attualissimo tema sulla "rilettura" delle storie prima di mandarle in edicola :D).

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