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Tahzay

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  1. Boselli è un Autore creativo, che legge e segue molti generi, nonchè straordinariamente prolifico, ma è anche fondamentalmente "classico". Non credo che abbia una volont? ferrea di cambiare qualcosa in Tex: il suo obiettivo è inserire Tex in un contesto di belle storie, variegate, mai noiose, mai ripetitive. Boselli saprebbe scrivere Tex in modo "bonelliano" (basti vedere molti dei suoi lavori) ma - secondo il mio parere - rischierebbe di annoiarsi, e di annoiare. Alcune volte, ci sta che la storia che ne vien fuori non sia "calzante" per Tex, e dunque bisogna accettare il rischio di qualche "deviazione" inaspettata da certi modelli. Questo non poteva accadere con Bonelli, perchè lui era un istintivo: si metteva a scrivere pensando "e ora, cosa gli faccio fare, a Tex?", e la storia si sviluppava da sola, come un bozzolo intorno a un baco. Ecco perchè l'abito era sempre perfetto: era cucito "su misura". Quelli di Boselli sono abiti di pregiatissima qualità, ma (per forza di cose) pur sempre confezionati. E questa cosa va accettata, così com'?.
  2. Tahzay

    Tex e i lettori del 2014

    Nel 1992 non c'erano le "distrazioni" del 2014.
  3. Tahzay

    Tex e i lettori del 2014

    In realtà, la tua testimonianza coincide perfettamente con la mia teoria secondo la quale Tex, oggi, raggiunge i giovani quasi soltanto per "cooptazione", ossia in quanto "presentato" da un lettore (quasi sempre più "anziano") già entusiasta, che ne contagia un altro con il suo entusiasmo. Viceversa, mi risulta difficile immaginare che un giovane di oggi vada in edicola, veda Tex e, spontaneamente, dica: "vabb?, proviamolo". E magari riesca anche a farselo piacere. Ecco perchè penso che il modo migliore per incrementare il parco lettori sia per prima cosa continuare a soddisfare i "vecchi", inducendoli a non mollare. Ma questo certamente alla SBE lo sanno già benissimo.... ::evvai::
  4. Tahzay

    [643/644] L'indomabile

    Mi unisco agli elogi per questa prima parte: Tex e i suoi che passano su tutto e tutti come uragani, comprimari ben delineati, storia scorrevole e disegni adeguati alla bisogna. SPOILERMi è piaciuto anche che l'Autore abbia mostrato scene colloquiali di carattere preparatorio (come quelle al campo dei Navajos e, più avanti, all'agenzia indiana), perchè Tex non è solo azione e cambi di scena frenetici, ma anche quotidianeit?, dialoghi, preparazione dell'azione. L'unica, piccola pecca: forse si poteva far iniziare la storia mostrando il dialogo tra il vecchio indiano ubriacone, Nantan e Dimas, la qual cosa avrebbe evitato qualche dialogo un po' innaturale (e "spiegazionista") tra questi ultimi nella primissima parte, che ha un po' annacquato il drammatico incipit.
  5. Il dibattito a mio parere si è creato sulla situazione contingente proposta dal finale di questa storia, una situazione inedita e irripetibile: che fare di un sanguinario assassino già punito dalla sorte da menomazioni gravissime? Tex è quello di sempre, è la situazione a non essere lineare. E' la situazione ad essere ingarbugliata; di conseguenza Tex non riesce ad essere granitico come sempre: chi lo sarebbe, in simili circostanze? Il dibattito c'è perchè la situazione lo richiede. Secondo me è impossibile parlare di Tex classico o non classico di fronte ad una simile contingenza (inedita e quindi del tutto non classica). E' chiaro che qui diventa un problema di coscienza, e la coscienza di Tex è combattuta: non mi sembra eresia... Ma infatti. E' la soluzione ideata per uscire da questa impasse che lascia perplessi. Una coscienza così combattuta che, secondo la tesi di Atha, porterebbe Tex a privilegiare una soluzione (di cui già conoscerebbe l'esito) che sarebbe aderente al suo intimo sentire, e che al contempo riuscirebbe a soffocarne gli istinti di giustizia, per così dire, legalitari, che egli avallerebbe in un primo momento, d'istinto. Tradotto: Tex pensa che sia giusto "A", ma siccome intimamente propende per "B", mette in piedi un meccanismo per il quale sa che si andr? verso la soluzione "B". Quindi, egli sarebbe combattuto tra due istanze che sente entrambe giuste. Non scioglie i nodi, ma fa in modo che essi vengano sciolti. No, signori, Tex tutte queste menate non se le è mai fatte: dritti all'obiettivo, seguendo il suo istinto. Se non si riesce a cogliere questo fondamentale snodo di fondo, chiaramente tutte le critiche (Ubc compreso) diventano inintellegibili.
  6. Bellissimo intervento, Segnali di Fumo. Non vedo perchè fare acrobatici esercizi di free-climbing (!), cercando tra le righe segni di "texianita'", per arrivare a negare l'evidenza, ossia che il finale relega Tex in secondo piano e, come dici tu, lo "umanizza".? esattamente così. Mai si era visto prima un finale del genere su Tex, e l'autore sapeva che, per questo, avrebbe fatto discutere. Per cui, visto che questi sono i dati di fatto, la questione e' semplice: basta dire "mi è piaciuto perchè...." o "non mi è piaciuto perchè....". Non c'è nulla di male ad ammettere che un Tex che "non è il solito Tex" possa piacere. Io stesso ne prendo atto e vado avanti. Mica ho mai detto che non lo comprer? più, o cose del genere. Mi sorprendono gli sforzi di ricondurre alla tradizione e alla classicit? determinati passaggi che lo stesso Autore si aspettava creassero dibattito. Allora mi chiedo, se è tutto come al solito, se (come sostengono in molti) Tex e' quello di sempre, se tutto e' cosi lineare... su cosa avrebbe dovuto crearsi il dibattito? Si è arrivati addirittura a sostenere che Tex mette ai voti la sorte di Rodelo già sapendo l'esito finale e quindi, di fatto, decidendone lui la sorte. Nonostante l'ultimo, chiarissimo balloon. Nonostante il "già pentito" rivolto a Carson. Non è che, sotto sotto, chi apprezza le novità e' il primo ad averne paura, a tentare di esorcizzarle?
  7. La saga di Tex è letteralmente infarcita di riferimenti ad una capacità "superiore" di Tex nel giudicare situazioni, uomini e vicende. Non si contano le volte in cui Kit si chiede "se fosse qui pap?, cosa farebbe?", in cui Carson si riferisce a Tex chiedendo cosa fare..... per non parlare di Tiger, che addirittura venera l'autorit? di Aquila della Notte. Questo non vuol dire ridurre la capacità decisionale degli altri o farne marionette prive di personalit?, ma equivale a riconoscere che, del quartetto, è Tex quello maggiormente idoneo a scegliere la soluzione migliore, a dipanare situazioni complicate. Gli altri glielo riconoscono, glielo chiedono, non dubitano minimamente che sia così. Quindi il punto è (e giuro che lo ripeto per l'ultima volta, poi non vi annoio più): Tex non è infallibile, ok; non è un iceberg (prende, a volte, decisioni anche sofferte), ok; ma quando, alla fine, prende la decisione non ha timore di sbagliare, ed è in questo senso che ha l'ultima parola, ed è sempre in questo senso che la sua decisione è sempre la decisione del quartetto, del quale egli semplicemente elabora e traduce in atti concreti la volont?. Tex non è un despota, un prevaricatore: Tex parla, raccoglie consigli, ascolta, ma alla fine decide. Anche sbagliando, ma decide. E gli altri lo lasciano decidere (anzi tendono a far sè che sia Tex a mostrare la strada da percorrere) non perchè siano smidollati o privi di carattere, ma perchè sanno che Tex sarà capace di tradurre i sentimenti, i dubbi e le umanissime perplessit? di tutti (Tex compreso) nella soluzione ideale, la più giusta. Sicch?, proprio in quanto la vicenda era particolarmente spinosa e complicata, oltre che inedita, Tex avrebbe dovuto ergersi ad assoluto protagonista. A maggior ragione. Il lettore, giunti al climax, avrebbe voluto sapete come diavolo Tex, questa volta, sarebbe riuscito a venirne fuori, che cosa il suo senso innato di giustizia gli avrebbe ispirato. "Questa volta ho seguito il vostro parere, hombres! Speriamo di non dovercene mai pentire!" Queste semplici 14 parole evidenziano, dunque, la "antitexianit?" del finale per non meno di quattro motivi: 1) denotano una diversit? di vedute netta tra i pards su una questione cruciale; 2) esprimono il fatto che, nell'occasione, Tex non ha avuto (n° gli è stata data) l'ultima parola; 3) sottintendono sottilmente che, di solito, Tex faccia di testa sua prevaricando gli altri (ma così non ?: v. sopra); 4) mostrano un Tex pervaso dai dubbi, incerto ed internamente combattuto (nonchè sottilmente "polemico") non prima di decidere (cosa normale), ma dopo aver deciso.
  8. Ovviamente, non è quello il punto. Ai voti si va quando il disaccordo è insanabile. Nella mia opinione, decisioni così importanti possono aprire al confronto, ma non possono lasciare dubbi irrisolti o, addirittura, rimpianti. Ma ancora una volta, non è il singolo episodio che va focalizzato, quanto il concetto di fondo: esistono ancora delle caratteristiche essenziali di Tex (che non siano le solite, trite e ritrite, di ogni eroe...... lealt?, altruismo, generosit?, e blablabla), o è tutto possibile, in nome dello sviluppo della storia?
  9. Mi riallaccio a questo intervento perchè si è arrivati a 25 pagine, a leggere, rileggere e intrecciare commenti e recensioni, e anzich? avvicinarsi al punto cruciale, ogni volta ci si allontana un po' di più. Il punto cruciale è questo: dobbiamo VERAMENTE ancora domandarci se Tex può/non può fare certe cose? La vera, reale novità del finale di questa storia è la visione di un Tex tormentato sul da farsi sulla sorte di un uomo (che lo sia negli "intermezzi" fra una pagina e l'altra, non conta.... conta quello che viene tradotto su carta), e che alla fine sceglie - consapevolmente - di non seguire il suo istinto, in favore di una soluzione meditata e, per certi versi, sofferta. E' una novità, o no? S?, lo ?. Ed in quanto tale, fa discutere. Come Tex battuto in duello da Ruby Scott, Tex "circu?to" da Alison, Tex che infila le manette a Andy Wilson, o che si libera con una ginocchiata nelle "zone nobili" di O'Bannon. A questo punto il nodo cruciale non è domandarsi se sia giusta, sbagliata, se rovini la storia, se l'Autore possa o non possa farlo in nome dell'ortodossia. L'Autore, per definizione, può tutto. Ed in questo sono d'accordissimo con Borden. Io, come lettore e fruitore del prodotto (pagante, a scanso di equivoci), mi sento però autorizzato a dire che di queste "novità" a sensazione non avverto, francamente, il bisogno. Perchè la riconoscibilit? dei comportamenti del personaggio, in una saga seriale, per me è importantissima. Il Tex di Bonelli ha fatto tutto ed il contrario di tutto: ha assassinato a sangue freddo, ha freddato uomini in fuga oramai inermi colpendoli alle spalle, ha commesso errori di valutazione, si è mostrato impaurito, è stato eccessivamente spaccone e violento con personaggi deboli o poco pericolosi, ha dimenticato di punire dei lestofanti e dei criminali. Tuttavia, nessuno si sognerebbe di dire che tali comportamenti di Tex siano assi portanti del suo modo di essere e di comportarsi. Dove voglio arrivare? Vengo al punto: nulla di male sul fatto che comportamenti "anomali" (per scelta consapevole, disattenzione, funzionalit? alla trama, e così via) vengano inseriti in una storia di Tex; non è un peccato mortale. Quando, tuttavia, si giunge al punto di accompagnare con tale unanimit? di elogi un comportamento anomalo (palesemente, e volutamente anomalo, nelle intenzioni dell'Autore), allora mi sorge il sospetto che la nuova (anzi, la vera) dicotomia non sia tra "tradizionalisti" e "avanguardisti", ma tra coloro che leggono Tex in funzione di Tex (e giudicano la storia, per larga parte, in questa chiave), e coloro che invece leggono Tex perchè è scritto bene, ha trame coinvolgenti ed è sceneggiato e disegnato benissimo. Personalmente, sono molto soddisfatto della lettura quando riconosco il mio Tex ideale in quello che vedo evoluire nella storia. Quando così non ?, la lettura ne risulta condizionata. Allora, senza alcuno spirito polemico, la domanda che pongo ?: la riconoscibilit? del personaggio è ancora un valore aggiunto di questa testata, o il lettore di oggi adora - piuttosto - essere sorpreso da trovate sempre inedite? Finiremo per avere una casistica di situazioni dal non poter più dire: "Tex è così, si comporta così", perchè tutto sarà possibile? E questo sarà un valore aggiunto, o l'inizio di un sentiero particolarmente ripido e irto di insidie?
  10. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Anche su questo ci sarebbe un bel po' da dire........visto l'aspro conciliabolo tra i fratelli della parte iniziale dell'albo. A me pare di intravedere inizialmente sia un chiaro fine di lucro, che un sostanziale menefreghismo verso i poveri (e innocenti) risparmiatori. Poi, strada facendo, viene un po' "corretto il tiro", con Durango - Durango! - nella parte del "vendicatore idealista" convinto. Resto sempre più convinto della mia idea: in questa storia, la tonalit? "grigia" c'è solo per chi la vuol vedere....... sisi
  11. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Che poi parliamo tanto di Rodelo, e ci dimentichiamo della sorella, che non ha alcuna menomazione. E partecipa con piena coscienza a rapine ed omicidi (sia pure non uccidendo in prima persona). Tanto per dire, una Sarah Wyatt (non certo più "nera" nell'animo di Molly Rainey.... anzi) davanti ad un Giudice ci finisce. Cavandosela presumibilmente con poco, ma ci finisce. E avendo salvato la vita al figlio di Tex. Vabb?....
  12. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Lo stacco di scena sulla domanda di Carson a Tex circa la sorte di Rodelo, ed una successiva comunicazione di Tex al fuorilegge sul suo "via libera" si sarebbero saldate benissimo: un Tex aperto nel ricevere consigli, riflessivo per una volta (e ok, vista la delicatezza e l'anomalia del caso), ma alla fine convinto sul da farsi (nel senso: convinto lui, non convinto dagli altri). La faccenda dei voti (con l'assurda partecipazione del gambler), i "batti e ribatti" di pag. 114 con lo stesso Carson (divenuto dubbioso anch'egli) e la frase conclusiva (che è tutto un programma su quel che Tex pensa di Rodelo), viceversa, non ci mostrano affatto questo.
  13. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Kid Rodelo è un personaggio "grigio"? doubt Filo pendente tra il bene e il male? Il "bene"? > Allora, facendo le debite proporzioni, la sorella è addirittura candidata per la beatificazione......
  14. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    C'è una gran confusione, e non capisco cosa c'entrino nel discorso giustizialismi, legalit?, errori et similia. Tex è dotato di vita interiore e dubbi nella misura in cui è un essere umano, ma il personaggio Tex non discute, non si tormenta e non rimugina. Segue il suo istinto, e di esso si fida ciecamente. E' stato creato "positivo" ed "ottimista" da G. L. Bonelli, e come tale agisce. Quando Tex lascia andare al suo destino un ladro o un assassino, è SEMPRE convinto che quest'ultimo "non si fermer? sino ad aver fatto scoppiare il cavallo", o che di l' in avanti proceder? sulla retta via, o che andr? incontro alla giusta punizione (esempio: "L'oro del Colorado"). Quando lascia libero qualcuno (palesemente colpevole) di "andare a farsi impiccare altrove", diversamente, accetta l'ipotesi di lasciare libere mezze tacche, furfantelli e gente incline a seguire la via del male, giudicandoli antagonisti dei quali non vale la pena curarsi o la cui "pericolosit? sociale" è accettabile. Non li chiama n° li definisce "pericolosi assassini", mentre li lascia andare. Questo finale è antitexiano non perchè Tex commetta un errore, ma perchè è tormentato (prima e dopo) dall'idea di non stare facendo la cosa giusta. Dove "giusta" non sta per "legalmente giusta" (così chiariamo ogni dubbio), ma per coerente con quello che gli suggerisce il suo istinto, con il suo ottimismo di fondo, con la sua "solarit?" complessiva di personaggio. Deve prevalere la pietas per un giovane oramai menomato, le istanze garantiste (fare in modo che non possa più nuocere), la speranza di una redenzione ricollegata ad un nuovo ambiente di vita, lontano? Qui ogni lettore può avere la sua opinione. Ma è Tex che deve ergersi, caratterizzare il finale con personalit? e fornire la sua interpretazione della vicenda (giusta, sbagliata o discutibile che sia), assumendosi le relative responsabilità. Tex è il centravanti, è lui che deve presentarsi sul dischetto per calciare il rigore. Senn° parliamo di "Tex Parker", e non ci pensiamo più.
  15. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Caro Borden, è esattamente così: il Tex Willer che ho conosciuto io NON si tormenta quando deve giudicare un uomo. Segue il suo istinto, che lo guida sempre verso la soluzione (che lui giudica, e che dunque "?") migliore. In questo finale, Tex NON segue il suo istinto. Pensa, riflette, rimugina, si tormenta, e alla fine mette ai voti la sorte di un uomo. E non è tutto: va in minoranza, e alla fine si fa all'opposto della soluzione che egli reputava, istintivamente, come "giusta". Mi sembra alquanto semplice, come questione. E riguarda il personaggio in sè, non i gusti o le pulsioni di chi lo legge.
  16. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    La ricostruzione di Leo è suggestiva, ma ruota attorno a due presupposti:1) che possano andar bene albi (o fasi di albi) "non texiani";2) che, tra i 5 pards (beh, a questo punto sono 5.... o no?) sia oggettivamente assodato che Rodelo non può più nuocere, e dunque che resti solo da decidere quale debba essere la sua sorte: punire, o giudicare sufficiente la punizione ricevuta dal destino?Sul punto 1), a me può star bene che vi possa essere qualcosa di non texiano (come l'amputazione di Rodelo) nel senso di mai visto prima, ma non che vi sia qualcosa di non coerente con il carattere e la storia del personaggio. Sul punto 2), la sofferenza interiore di Tex avrebbe potuto ancora ancora andar bene se fosse sfociata in un suo CONVINTO riallineamento alla posizione di Carson e Kit. E se fosse stata basata sul convincimento assoluto circa l'impossibilità di nuocere, in futuro, di Rodelo (e di Dallas, non dimentichiamoci di quest'ultima). Senonchè, questo - che dovrebbe essere il caposaldo dell'intero ragionamento - è fino all'ultimo materia di discussione. Di fatto, l'ultima pagina non si intitola "? stato giusto così", ma "speriamo di aver fatto bene", anzi: "speriamo di aver fatto bene a darvi ascolto". Questo, per me, è troppo.
  17. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Il problema (l'ho premesso) non è nella scelta - pur ampiamente discutibile, ma che "ci sta" - circa la sorte dei due fratellini (la bella Dallas se ne va sana, integra e pure ammogliata..... peraltro), ma risiede nel COME ci si arriva. E nei dubbi manifestati da Tex fino all'ultimo (letteralmente: fino all'ultimo balloon!).
  18. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Ymalpas, a parte il concorso materiale di Kid Rodelo nell'effettuazione di TUTTI i suddetti omicidi, a parte il surreale "costretto a sparare per difendersi" (detto a proposito di un evaso, nei confronti della guardia che tenta di impedirne la fuga)....... l'elenco delle vittime della precedente storia con Jack Thunder lo addebitiamo sempre al pur viscido Gradson e/o ai traumi infantili?Facciamo così: rileggiti quella storia, poi subito dopo apri la pag. 111 dell'ultimo albo uscito in edicola, torna qui e ne riparliamo ....
  19. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Esatto. Bastavano ed avanzavano, anche. Se non è possibile riconoscere il personaggio all'interno della storia, la storia può essere anche bellissima, ma diviene ingiudicabile quale storia di "Tex". Rispondo con le parole di Tex dell'ultimo balloon: "come il lasciare a piede libero un pericoloso assassino, per quanto apparentemente ormai innocuo". Inoltre, chi è che per primo manifesta (pag. 114) dei dubbi circa la condotta dell'oramai "innocuo" Rodelo? Carson! La vendetta dei Rainey sarebbe stata sacrosanta se fosse stata diretta contro Gradson, e basta. Tipo la frana provocata nell'ultimo numero, per intenderci, nella quale i due si premurano di verificare che nessuno si sia fatto male. Ma il numero dei morti ammazzati lungo la storia, e che non c'entravano niente con il ciccione, non conta? Ci sarebbe da considerare un piccolissimo particolare: Rodelo e Durango NON delinquono solo contro Gradson. Ammazzano (soprattutto il secondo) decine di persone nelle precedenti storie, a sangue freddo e senza scrupoli. Rodelo è un evaso da un penitenziario! E tu mi paragoni Tex e Tiger, che si vendicano di lestofanti, a Kid Rodelo, ladro e assassino a sangue freddo? > Poche idee, ma (texianamente parlando) piuttosto confuse. Andiamo con ordine: 1) Tex che va in minoranza nell'ambito di uno scambi di idee con i pards, su questioni così importanti, non esiste. 2) Tex che va in minoranza, sapendo di "doverci" andare, non esiste (al quadrato). 3) Tex combattuto nell'animo dinanzi alla sorte di un uomo, non esiste (al cubo). 4) Non è Boselli che deve aver "coraggio nel non spedire in galera un criminale", rompendo il fronte del "politically correct"; quello (casomai) avrebbe dovuto essere Tex. Che, invece, fa proprio esattamente la figura opposta.
  20. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    SPOILERMi spiace dissentire dal coro di elogi, ma il finale - a mio parere - è completamente antitetico alla saga di Tex, e mi rende impossibile commentare o valutare anche tutte le altre pagine che lo hanno preceduto. Posso anche passare sul fatto che i due ragazzi, per via della giovane età e della risoluzione della vicenda (Durango morto, Rodelo gravemente ferito) vengano lasciati andare via. Stiamo comunque parlando di un pluriomicida e di una donna imputabile per concorso materiale in plurimi omicidi, beninteso. Ma un passato difficile e il comportamento riprovevole di Gradson possono essere attenuanti "texianamente" valide. La cosa, personalmente (il "perdonismo") non incontra il mio favore, ma so perfettamente che vi sono precedenti nella saga."Texianamente", si diceva. A questo proposito, c'è un piccolo........"problemino tecnico": Tex NON li lascerebbe andare. La cosa ci viene fatta capire chiaramente. Riavvolgiamo il nastro del tempo: Tex è l'incarnazione (nel fumetto) della Giustizia Superiore, quella - potremmo dire - di un "Giudice delle anime", che al di l' di colpe, reati e codici, intravede attenuanti, ravvedimenti, cambiamenti di rotta, insomma motivazioni che lo ergono a interprete (quasi) infallibile dell'animo umano. Quasi, perchè vi sono storie in cui Tex compie anche degli errori di valutazione; che però sono funzionali alle storie medesime (il capolavoro "Massacro!", la contestata "Il segno di Cruzado" di Nolitta), e soprattutto sono ERRORI, non scelte consapevoli. In questa storia, per la prima volta, Tex esprime il suo giudizio, e poi agisce in senso contrario. Consapevolmente, volontariamente. Viene messo in minoranza, e persino l'opinione del figlio finisce con il prevalere sulla sua. E non è tutto: sul dissenso di opinioni, Tex ammette che l'ago della bilancia venga spostato da Mike Foster.......... chi?!?!? Mike Foster!?!No, non va bene, non ci siamo. Non voglio nemmeno pensare a un possibile sequel: se Rodelo torner? a delinquere (non si delinque mica solo con il fisico, ma anche con la mente), Tex sarebbe imperdonabile. Se non dovesse tornare a delinquere, diventando anzi candido come un agnellino, Tex avrebbe preso una solenne cantonata, e non al cospetto di un altro esperto giudice di uomini come il pard Carson, ma del figlio e (soprattutto) di tale Mike Foster, peraltro parte interessata in quanto spasimante di uno(a) dei due criminali superstiti. I goffi dialoghi dell'ultima pagina sono l'ovvio corollario di tutto questo. Riepiloghiamo:- prima vignetta: i Rainey si stabiliranno in Canada. La cosa non viene imposta/suggerita da Tex, ma ancora una volta da..... Mike Foster (!!);- seconda vignetta: proprio Carson, all'improvviso, si fa prendere dai dubbi ("non saranno troppo lontani per essere controllati?"). La risposta di Tex è raggelante: tranquilli, ce lo farà subito sapere Brandon se combinano guai (come se il Canada fosse Garbagnate, o Ostuni);- terza vignetta: i soldi rubati non saranno restituiti ai risparmiatori, legittimi proprietari, ma alle famiglie di contadini taglieggiate da Gradson. E vabb?, passiamoci sopra. Ma chi lo decide? Tex? I pardsè No! I Rainey! Cioè, i ladri stessi decidono (con quale autorit? materiale o morale, non si sa) cosa si dovr? fare dei soldi rubati, non certo Tex!- quarta vignetta: Carson, genialmente, osserva che così si sta agendo contro la legge (..... invece lasciare liberi i Rainey cos'era?); e Tex, quasi a volergli rinfacciare la sua scelta, gli risponde: "come il lasciare a piede libero un pericoloso assassino, per quanto apparentemente ormai innocuo". Poche parole in cui il (presunto) leader prende atto, anche polemicamente se vogliamo, di una decisione tutt'altro che lineare, sottolineando che non si sta lasciando libero, come in altre occasioni, un semplice farabutto perchè si scommette su una rinnovata integrit? morale, n° perchè lo si ritiene innocuo; si sta lasciando libero "un PERICOLOSO ASSASSINO, per quanto APPARENTEMENTE ormai innocuo". Veniamo proprio a Kid Rodelo: che sia quello tra i due fratelli Rainey che ha vissuto il maggior trauma infantile, ok. Che sia diverso da Durango (cfr. pag. 109), da cosa sarebbe dimostrato? In questa storia uccide come e quanto il fratello, il quale peraltro mi sembra il "romantico" del gruppo, in quanto ideatore del (folle, ma affascinante) piano per affossare Gradson, mentre il fratello vorrebbe tranquillamente e prosaicamente intascarsi tutti i soldi (v. pag. 28). Se andiamo alle storie precedenti, è addirittura un no contest: Durango si macchia di azioni riprovevoli, inseguendo il profitto; Rodelo compie delle vere e proprie carneficine, pressoch? gratuite, assieme alla "famiglia" di Jack Thunder, arrestandosi solo - in un moto di ritrovata umanit? - di fronte alla prospettiva dell'omicidio di Donna (della quale si era infatuato) da parte di No-Face. L'empatia creatasi, sin dal primo albo, con Kit Willer è assolutamente ingiustificata, così come ingiustificata è la sequenza di pag. 111, dove i due chiacchierano addirittura come se fossero vecchi amici o compagni di avventura (...?!?). Ma l'intera pagina 111, in generale, è roba da far piangere i vitelli......
  21. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Chiedo scusa, ma a parte le frasi (infelicemente) messe in bocca a Kit Willer nel primo albo, da dove si evincerebbe che i "giovani assassini" (già il titolo è tutto un programma) abbiano un lato buono? L'infanzia difficile ed i torti subiti, quali moventi per le azioni, potranno condurre la storia su toni edulcorati (con un Tex "perdonista", con redenzioni e così via) ma anche no..... non lo sappiamo ancora!Finora, non mi pare che aleggi una "morale giustificazionista": piuttosto, l'Autore ci suggerisce che esistono tanti tipi di malvagit?: quella di chi nasce (o cresce) in un ambiente morbigeno, quella dettata da sete di vendetta, e quella (la peggiore, forse) che affonda le proprie radici nell'ambizione e nella voglia sfrenata di arricchirsi.
  22. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Non vorrei sbagliarmi, vado a memoria, ma Rodelo rivela a Jack Thunder di avere dei fratelli nella scena in cui avviene il loro primo incontro ("I sette assassini").
  23. Tahzay

    [640/642] Giovani Assassini

    Io, che pure non vado matto per i toni "grigi" in Tex, stavolta mi sento di dissentire. S P O I L E R Sinceramente, a parte l'incipit con qualche frase di troppo di ammirazione messa in bocca a Kit Willer (questa sè, gratuita), i tre fratelli Rainey non risultano granch? edulcorati dall'Autore, se non "per difetto"......... nel senso che, strada facendo, Boselli ci presenta un progressivo microcosmo di persone (i rudi concittadini dei Rainey, i cacciatori di taglie, Gradson) che, come in un'escalation e per una sorta di contraltare, rendono sempre più accettabile all'occhio del lettore l'operato dei tre giovani, che però resta OGGETTIVAMENTE reso in tutta la sua gravit? (rapine, omicidi). Questo, a mio parere, è un tocco di classe........ e mi rimanda a certe atmosfere dylandoghiane, dove l'immenso Sclavi rendeva al lettore simpatici i vari mostri e maschere dell'orrore, non tanto giustificandone espressamente il comportamento feroce e sanguinolento, ma mostrando la pochezza, la meschinit? e la amoralit? delle persone "normali", dei benpensanti, dei "colletti bianchi", e rendendo - dunque - impietoso il confronto. E' un west disincantato, cinico e crudele, che si sposa perfettamente con i disegni di Font (non sempre brillanti, però, nelle scene statiche......... quel Tex spesso mostrato rigido ed ingobbito, non si può proprio vedere).
  24. Allora, se vogliamo elencare le storie che hanno CREATO il mito di Tex, dobbiamo PER FORZA ragionevolmente arrestarci a quelle pubblicate fino agli anni '70, perchè di l' in poi il suddetto mito era già consolidato alla massima potenza. In un elenco del genere, non possono non esserci "Il tranello", "La mesa degli scheletri", "Sangue Navajo", "Vendetta indiana" e le note storie del periodo d'oro post-100 ("Il giuramento", "Sulle piste del nord", "Il figlio di Mefisto" e così via, i titoli li conoscete tutti). Tuttavia, se invece si vogliono isolare 10 storie "paradigmatiche" di Tex, che possano farlo conoscere immediatamente ad un neofita, è possibile cambiare la Top-ten includendo altri capolavori ugualmente fondamentali, che per varie e differenti ragioni hanno aggiunto qualcosa alla storia del personaggio (mi vengono in mente "El Muerto", "Il passato di Carson", "Patagonia").
  25. Tahzay

    [637/640] El Supremo

    La storia è molto bella, ma questo terzo albo non mi ha convinto appieno come gli altri, più che altro per una serie di dettagli, che non viziano certo il grande lavoro di Borden ma tolgono, a mio parere, mezzo punto alla storia in extremis:SPOILER1) Il piano di Kit per far evadere la ragazza: veramente avventato e, soprattutto, basato sul necessario concatenarsi di TROPPE circostanze fortunose. Per poter sperare nella duplice "evasione" e nel ritorno nella cella, con nessuno che si accorgesse di nulla sino al mattino, l'unica era contare su sentinelle addormentate, o moooolto poco sveglie. Inoltre, immaginando di dover salvare una ragazza di città, della quale nulla sapeva, era assolutamente azzardato pensare che costei a) non si mettesse ad urlare, vedendo comparire un viso conosciuto comunque come nemico alla finestra, in piena notte; b ) riuscisse a svellere da sola, sia pure parzialmente, le grate; c) fosse capace di avanzare in orizzontale aggrappata ad una fune (attività faticosa, anzich?no) per raggiungere la nave. Inoltre, come si poteva pensare e sperare che nessuno andasse più nella stanza a controllare le sorti della prigioniera prima della partenza della nave (come, in effetti, verosimilmente è avvenuto, vista la scoperta del trucco da parte di Castle)? Però concedo a Borden una duplice......... attenuante non da poco: la situazione disperata, ed il carattere da scavezzacollo di Kit, che al contrario del padre, infallibile per definizione, "può" - in teoria - costruire piani di azione piuttosto arzigogolati ed avventati.2) Il breve dialogo di Kit e Donen circa una possibilità rivalit? amorosa (???) dei due nei riguardi della pulzella; passi anche per qualche eventuale battutina di quest'ultimo, ma Kit che gli d' anche corda, con Donen che ribatte "vinca il migliore" (in QUEL contesto, in cui la tensione si taglia a fette ed è già tanto portare la pelle a casa) è un po' troppo, e francamente stona. Tra l'altro, non è che per forza, per qualsiasi essere di sesso femminile, occorre fare velatamente riferimento (con gesti o dialoghi) a possibili implicazioni sentimentali con il più giovane dei Willer...... non ricordo più l'ultima volta in cui NON si è fatto un più o meno chiaro riferimento all'aspetto sentimentale/seduttivo del giovane Willer, a fronte della presenza di un qualsiasi personaggio femminile fascinoso all'interno della storia. 3) Il finale: troppo breve e sbrigativo. Ma non perchè i finali brevi non vadano bene, anzi: ma il vero "finale accorciato" suggestivo ed efficace della storia era quello di Tex & compagni che salpavano con la nave, scrutati dallo sguardo di Castle. Avendo l'Autore inteso inserire una "coda" (stile "Seminoles", per intenderci), essa andava meglio sviluppata, anche al fine di valorizzarla un minimo. Cosè, invece, è stato sviluppato non tanto un finale affrettato, che ci sta, ma una coda (affrettata) al finale (affrettato). Troppo. A quel punto, meglio non metterla proprio (penso io), e lasciare intendere già sulla nave che Tex non ha dimenticato di dover "saldare i conti" anche con il Senatore. Ho molto gradito invece il passaggio in cui Carson passa da lamentoso ad iperattivo: è questa la vera natura del vecchio pard, brontolone ma generoso e sempre pronto ad essere in prima linea (qualcun altro, in passato, non è sempre stato altrettanto bravo nel cogliere questa sfumatura, arrestandosi sciaguratamente al primo step, e rendendolo - a tratti - un vecchietto lamentoso).
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