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ElyParker

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Messaggi pubblicato da ElyParker

  1. Questa è la prima storia che lessi di Tex: il primo albo di questa vicenda mi ha incuriosito tanto da acquistare (per la prima volta un Tex) il secondo. 

    E fu una scelta azzeccata devo dire a distanza di quasi 19 anni.

     

    Di questa storia serbo veramente un buon ricordo :) quantunque la trama sia piuttosto semplice.

  2. On 4/1/2020 at 18:40, borden dice:

     

    Semmai sono gli spaghetti western che hanno ripetuto alla nausea questa trama classica, derivata da Zane Grey e da decine di western pulps degli anniTrenta...

     

     

     

    Grazie per l'osservazione. Non conosco infatti i western degli anni trenta. 

     

    In ogni caso questa è una storia di cui in generale si parla (secondo me) troppo poco e meriterebbe una maggiore considerazione.

  3. Storia semplice e molto western che ha riscontrato in me un pieno gradimento.

    Quantunque per me non faccia parte dei capolavori di Boselli, è un gioiellino.

    In essa troviamo diversi personaggi dei più noti (Spaghetti) western: la vedova in difficoltà, il signorotto locale, il suo braccio destro che intimorisce gli abitanti, un misterioso assassino all'apparenza rispettabile e poi lo straniero che giunge in questa situazione. La vicenda è arricchita dall'arrivo di un piedidolce, non bravo nel maneggiare armi, tuttavia pieno di intraprendenza e nel secondo albo con una certa dose di coraggio. 

    La presenza di un giallo secondo me impreziosisce ulteriormente il tutto.

    Forse mi sarei aspettato che il pastore del primo albo scambiato per il figlio del fu sceriffo Merrick, fosse intervenuto nel secondo albo durante l'attacco di Indigo all'ufficio dello sceriffo.

    In ogni caso è una storia che rileggo sempre volentieri.

    Ho apprezzato molto la caratterizzazione grafica della dolcissima e bella Rose!

     

    Il mio voto è 8.5

  4. Grande Ymalpas! Hai esposto un argomento molto interessante e che lascia spazio a una viva discussione.

    In verità quando lessi la storia del 200, non ci feci proprio caso, è stato prima dell'autunno 2002.

    Io ti ringrazio per le esaurienti informazioni sui personaggi di Nuvola Rossa, Tahunah e Hatuan e anche per l'ipotesi esposta, che io sposo con convinzione. 

    In effetti in diversi albi ci son stati problemi di continuità e pure di caratterizzazione dei personaggi (come la Loa vista in Baron Samedi). 

    In effetti i Seminoles visti nella vicenda contro Mefisto e Lafayette sono rappresentati come nativi di ben altre regioni, a differenza degli individui incontrati nel Texone disegnato da Filippucci.

     

  5. In effetti è un cambiamento non da poco: da uomo da azione a politico in vista e influente (grazie sicuramente ma non solo al denaro).

    In Tex di solito i normali banditi o capobanda diventavano rancheri, proprietari di qualche miniera o imprenditori per esempio. Non mi sembra di aver visto altri personaggi su Tex compiere un cambiamento sociale così grande.

     

    La tua domanda, caro Dix, si potrebbe estendere infine a qualunque Stato esistente o esistito nella storia recente. Certo che una eventuale risposta affermativa, farebbe rabbrividire e molto riflettere.

  6. Tex e Carson già in passato hanno affrontato senatori degli USA, facendoli arrestare (come Maxwell, Shawcross) o provocandone la morte (Davis). 

    È la prima volta che un bandito "normale" (se così si può dire) riesce a occupare una carica così importante? 

  7. On 3/10/2014 at 20:28, pecos dice:

    Un'altra bella storia dell'ottimo 2013 di Boselli. Troviamo un nuovo personaggio femminile carismatico - dopo la bella dottoressa di Salt River - e la cosa non può che farmi molto piacere, sarei molto soddisfatto nel vedere una maggiore presenza di donne con ruoli importanti nelle prossime storie, e anche di qualche "dark lady" come ai tempi d'oro.

    Il soggetto è uno dei più classici, riproposto innumerevoli volte sulle pagine di Tex - anche la scena iniziale con il doppio marchio sovrapposto pare quasi un omaggio a una classica storia di GL Bonelli - ma qui Boselli ha la splendida idea di inserire un elemento nuovo, ovvero il giornale locale da cui il primo albo prende il titolo. La seconda splendida idea è quella di affidarlo alle mani di una donna di carattere.

    Peccato che i buoni propositi si perdano un po', a mio parere, nel secondo albo, dove la bella giornalista passa decisamente in secondo piano - anzi, quasi ce ne dimentichiamo - e l'attenzione di concentra tutta sulla minaccia dei "Professionisti". Questo per me uno degli aspetti negativi di questa peraltro ottima e piacevole storia.

     

    Voto 7,5 (leggermente al di sotto delle altre storie boselliane della serie regolare del 2013, Salt River, Il segreto del Giudice Bean e El Supremo)

     

    In questi ultimi anni ci sono stati ruoli importanti coperti da donne sulla serie regolare come Lupe e Tesah (due personaggi positivi) e la dottoressa Fisher alias figlia di Satania, così come sulla nuova serie. E ciò è sicuramente una ottima cosa.

    Condivido la recensione citata e trovo che sia stata una buona storia, non eccelsa, ma sicuramente una vicenda ben godibile. Mi è piaciuto molto il personaggio di Billy intraprendente e caratterialmente forte. Spero proprio di rivederla in un futuro; era stata menzionata implicitamente nella storia con Doc. 

  8. Nella sua prima apparizione il colonnello Oliveira è stato un avversario magnifico (migliore a mio modo di vedere del generale Velasco). 

    Questa storia è carina, però il personaggio di Olivera non mi sembra caratterizzato così bene: la fuga dal penitenziario va bene, tuttavia nella prima apparizione era stato decisamente molto più astuto e molto tosto. 

    Pensate che un ritorno di Zamora sia possibile? Francamente è un personaggio per me molto meno interessante di Olivera.

  9. On 13/4/2017 at 15:02, Texan dice:

    “Mefisto!”, quindici anni dopo

     

     

    “Mefisto!” apparve nella collana del Tex nel luglio del 2002 accompagnato da enormi aspettative. Erano infatti trascorsi vent’anni esatti da quando il “pazzoide” arcinemico di Tex aveva fatto la sua ultima apparizione nella serie, agendo insieme al diabolico figlio in un’avventura firmata da un Gianluigi Bonelli e da un Aurelio Galleppini non più al top della forma. E poiché Yama non era riuscito a conquistarsi i favori del pubblico texiano, questo era rimasto in trepida attesa per il ritorno “in carne e ossa” del vecchio Mefisto. Il gran seguito ottenuto presso i lettori della saga “horror-western” di Tex ha fatto sì che da decenni i nuovi capitoli vengano dagli editori sapientemente dosati nel tempo, rappresentando ad ogni loro apparire un piccolo grande evento nell’ambiente del fumetto italiano. Con “Mefisto!” si aspettava poi anche il ritorno ai disegni dell’amato copertinista, l’ottimo Claudio Villa, il cui preciso e minuzioso tratto obbligava ad un’estenuante lavorazione che lasciava per anni gli ammiratori con il fiato in sospeso. Circa l’autore dei testi, invece, le aspettative non erano granché positive. A differenza di Villa, Claudio Nizzi, erede del compianto Gianluigi Bonelli, non godeva allora di un consenso unanime tra i lettori di Tex. Già gravato dal difficoltoso compito di raccogliere l’ingombrante eredità e mai pienamente accettato dai texiani d’antica data, sull’ultimo Nizzi pesava un progressivo scadere di forma che aveva portato ad un indebolimento delle trame, ma anche una sensazione in qualche modo diffusa che dinanzi ad un contemporaneo rilancio del personaggio, il vecchio sceneggiatore rappresentasse in qualche modo “il passato”. E così “Mefisto!”, malgrado la presenza di Villa, non piacque e alimentò la disaffezione per Nizzi, che di lì a qualche anno smise di occuparsi del Tex. Lasciando queste critiche al loro tempo, si cercherà qui di fornire alcuni spunti per riflessione più pacata, ma anche più profonda, di quella che è stata finora data.

     

    Per apprezzare “Mefisto!” bisogna innanzitutto restituirgli il senso e il valore di summa antologica, opera globale in cui si riannodano i fili e dove, accanto ai protagonisti di sempre, personaggi dimenticati acquistano rinnovato vigore. C’è la bella Lily Dickart, finita in una prigione degli Stati Uniti ai tempi del primo scontro di Tex col diabolico illusionista. E da giovane e acerba gatta qual era, pronta a mordere e scalciare, è riapparsa per l’occasione con lo sguardo sinistro e il fascino maturo d’una personalità dominante, pronta ad escogitare piani criminosi con sorprendente freddezza. Presenza saggia e capace, incita e sostiene un fratello il cui atavico odio per Willer ha sorprendentemente ridotto a maschera balbettante. Cosicché, quando l’avventura ha fine e Lily si consegna alla giustizia senza opporre resistenza è la consumata giocatrice di poker che, sapendo di aver perso la partita, prepara già la prossima rivincita. C’è la “mambo” Loa, sacerdotessa del voodoo e Figlia dei Serpenti, tornata nell’oscura bettola del Black Baron, dopo essere sfuggita ai flutti del mare nella tempesta che aveva squassato il veliero maledetto di Yama. E’ ancora viva e più bella che mai nell’emozionante faccia a faccia con Lily. Il bianco e il nero, per una volta alleati. Seguono altri personaggi di minor peso ma non di minor spessore, come il conte Boris Leonov, curiosa figura di aristocratico russo-francese, che accompagna la perfida coniuge con il raffinato stile del gambler; come il negromante Narbas, costretto suo malgrado a subire l’infinita crudeltà di Mefisto; come Nuvola Rossa, lo stregone navajo che preannuncia a Tex il ritorno in scena dello spirito maligno. E accanto a questi, Carson, Tiger e Kit Willer, i tre pards catturati e destinati alla più atroce delle vendette.

    Tuttavia “Mefisto!” è soprattutto e non poteva essere diversamente l’ennesimo duello tra il Bene e il Male, tra Tex e Mefisto. Nizzi e Villa raffigurano Tex per quello che è, uomo dalla tempra d’acciaio e dalla serenità a tratti glaciale. Attento ragionatore, è chiamato ad affrontare una mortale partita a scacchi che impongono passi fermi e sicuri. Quando Mefisto gli si appare, non si scompone. Quando Mefisto lo attacca, fa fronte all’inferno di immagini proiettate nella sua mente considerandole nient’altro che un diabolico inganno. Allontanate le visioni grazie al potente bracciale indiano, Tex con un colpo di genio degno di Ulisse si finge vinto e colto da pazzia. Inizia a ridere sconsideratamente, offrendo al rivale un’illusione che si rivela ben più fatale delle sue. E’ ciò che Mefisto, nella sua vanagloria, sperava. Il Grande Mefisto, senza più forze e ridotto ad un manichino di sudore, non si accerta come dovrebbe delle condizioni del nemico perché ha intimamente bisogno di crederlo vinto, annientato, scacciato via. Il Mefisto di Nizzi è un pazzo crudele e vendicativo, che ha un punto debole in quell’instabilità emotiva che allarma subito la più fredda e calcolatrice sorella. Questa ritrovata complementarietà tra i fratelli Dickart è uno dei punti a favore dell’opera nizziana. Senza sminuire Mefisto, Nizzi ha voluto sottolinearne una debolezza interiore messa a contrasto con la fermezza d’animo di Tex, in quella che si può considerare non tanto una storia di Mefisto, quanto una storia su Mefisto. Guardato nel profondo per svelarne ogni bassezza, ogni piccineria, alfine di mostrare come a lato del terribile Genio del Male alberghi ancora lo spirito d’un patetico incantatore da circo itinerante. Cosicché il primo Mefisto trionfante è soltanto l’altra faccia del secondo Mefisto, vanaglorioso e sconfitto.

     

    “Mefisto!” condivide con i numeri celebrativi dei centenari la sua valenza di avventura-simbolo, offrendosi come un lungo excursus lungo quel filone soprannaturale che tanta fortuna ha dato a Tex. Nizzi ha voluto offrire ai lettori un’avventura che non è l’ennesimo anello di una catena, ma insieme anello e catena, racchiudendo in essa passato, presente e sviluppi futuri. E’ una storia di atmosfere esotiche e familiari, una storia di ricordi e di rievocazione a più voci: quella di Mefisto, quella di Lily, quella di Loa, quella di Tex. C’è dentro tutto il Tex che abbiamo letto e amato nel corso di decenni. E tutto il Mefisto che abbiamo odiato e temuto, da Steve Dickart al Dottor Fiesmot/Parker. Ed è alla fine il modo migliore per congedarsi e ripartire. Ultima grande storia “classica” del Tex, rappresenta a suo modo la fine di un ciclo e l’inizio di un altro. Riletta oggi, a quindici anni di distanza, conserva inalterati i diversi pregi che la caratterizzarono all’esordio e presenta vari spunti da analizzare con un’attenzione scevra da pregiudizi.  Coadiuvato dalla prova-capolavoro di Villa ai disegni, “Mefisto!” è punto d’arrivo e punto d’inizio, chiave di volta d’una avventura che dai 500 numeri di allora veleggia oggi per i 700 e che per nostra fortuna sembra non dover finire mai e durare in eterno.

     

    Antonio F.

    Magnifica recensione: condivido!

     

    Da quanto ho sentito, nel prossimo ritorno di Mefisto Tex sarà messo in difficoltà dai poteri del negromante. Mi chiedo se ci sarà una specie di alleanza fra Padma e lo spirito di Narbas nella lotta contro i Dickart.

    Chissà quante tavole saranno ambientate in Tibet? Mi sembra di aver capito che la parte assegnata a Civitella comincerà proprio in Asia.

  10. Questa storia mi ha molto appassionato.

     

    S

    P

    O

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    L

    E

    R

    Partiamo dalla trama, ho visto intrecciarsi diverse vicende: Tex che vuole rifugiarsi in un posto sperduto, il rapimento di una giovane donna benestante e il relativo inseguimento da parte del padre della ragazza e degli agenti Pinkerton, un giovane indiano che deve dimostrare il suo coraggio e non da ultimo la misteriosa figura del vecchio cercatore/montanaro.

    Mi è piaciuto vedere qualche vignetta ambientata a Robber's Nest e il vecchio Dusty. 

    Tex anche se ricercato, segue l'ideale della giustizia, salvando l'agente Pinkerton, il quale non insegue Tex e poi salvando dal grizzly l'indiano che in precedenza aveva cercato di ucciderlo. 

    Ho apprezzato moltissimo i racconti dell'anziano cercatore e vi dirò che all'inizio l'avevo scambiato un po' per Santa Klaus. Mi hanno ricordato sia la tradizione anglosassone, sia pure alcune tradizioni presenti a San Gallo (Svizzera) durante le festività natalizie. 

    Mi ha emozionato questo mix di atmosfere con streghe, licantropi, fantasmi e Natale. Già i fantasmi li abbiamo già visti in passato come la Dama di Picche, il frate messicano nel sogno di Tex e Colorado Belle.

    Ma qui l'atmosfera è diversa e richiama il Natale di Dickens. 

    Il racconto centrale presenta al suo interno un racconto piuttosto horror e paranormale: come a Barbanera mi piacciono storie in cui compaiono i conquistadores.

    Per me la figura di questo anziano montanaro ha qualcosa di inquietante, quasi fosse un angelo della morte.

     

    Riuscitissima per me la scelta bicromatica e promossi pienamente i disegni di Ghion: molto sensuali le ragazze da lui rappresentate.

     

    In effetti sembravano strane le finestre in una baita in montagna in mezzo ai boschi.

    In ogni caso nella casa di mia mamma in un villaggio Walser sulle Alpi, costruita nel 1790, ci sono finestrelle piccole a doppi vetri.

     

    Storia molto gradita e la rileggerò una delle prossime sere.

  11. <span style="color:red;">14 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

    Come ho già scritto altrove, anche io di primo impatto sono portato a pensare - o, per meglio dire, ad ipotizzare - che l'alleanza tra Tex e la Tigre Nera non sarà disinteressata né spontanea. Più verosimilmente, a me piace credere che Tex si troverà suo malgrado costretto ad allearsi col suo temibile nemico perché ricattato. Ad esempio, la Tigre potrebbe costringerlo minacciando di uccidere uno dei pards suo prigioniero, o roba simile.

     

    Del resto, a mio avviso Sumankan ha combinato troppe gravi marachelle in passato, anche sotto gli occhi dello stesso Tex, perché il Ranger possa chiudere un occhio sui trascorsi e decidere di allearsi con lui in maniera sincera. Sappiamo tutti troppo bene che Tex non è certo uno che dimentica determinate cose...

    Concordo, ci son stati troppi morti a causa del principe malese. E alcune morti son state piuttosto truci. 

    Magari ci fosse stato "solo" arricchimento da attività illecite senza assassini, potrebbe essere diversa la faccenda.

     

  12. Riprendo questa vecchia discussione: in questi ultimi 5-6 anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti:

    Il ritorno di comprimari e personaggi storici come Pat, Lupe e Tesah, nuovi avversari come Nick Castle e la figlia di Satania, il ritorno di vecchi avversarî come Il Maestro, Proteus e Jack Thunder, nuovi disegnatori come la Zuccheri, diverse storie di Tex giovane e non da ultimo la nuova serie mensile Tex Willer. Secondo me tutto ciò è funzionale a rendere attiva e accattivante Tex come lettura. Si vede che c'è stato impegno e sforzi non indifferenti per realizzare tutto ciò.

  13. Ho trovato che alla fine della vicenda Lily si sia un po'indurita: vuole scaraventare dal treno una Kate esamine e non si oppone al tentato omicidio di Lincoln da parte del fratello, il quale solo alla fine decide di non macchiarsene.

    Insomma nel secondo albo lei era più in bilico fra bene e male, dicendo al fratello che non sono assassini. 

    Voi come vedete il ruolo e il personaggio di Lily in questa storia?

  14. Grazie Ymalpas per questa anticipazione.

    Per quanto riguarda l'alleanza fra Tex e Sumankan si possono ipotizzare diversi pensieri, per esempio: un ricatto da parte del principe malese; una minaccia talmente grande da costringere Tex ad allearsi con il rivale. In questi due casi non si tratterebbe però di una solida e duratura alleanza. La curiosità è molto grande in ogni caso.

    Chissà se in futuro vedremo Tex anche in altri continenti?

     

    Concordo sull'alleanza fra Tex e il capitano Drake e spero di rivederla nel loro prossimo incontro. 

  15. Due grosse incongruenze grafiche sono le seguenti:

    -nessun lettore avrebbe riconosciuto Mac Parland disegnato da Ortiz all'inizio dell'albo 540. È molto diverso dal solito: non indossa una giacca a quadri, porta i baffi e soprattutto non è rappresentato come un ometto gracile.

    - Pure Gros Jean incontrato nella vicenda dei Gundar sul monte Rainier appare abbastanza diverso: mustacchi a parte (li aveva portato pure Pat in una storia) non indossa il solito abito da trapper e pure il volto sembra essere diverso.

     

    È possibile che in questi casi i disegnatori non abbiano ricevuto delle indicazioni (dallo sceneggiatore o dal curatore della serie) riguardo la caratterizzazione grafica di Mac Parland e di Gros Jean? Avete in mente altri casi simili durante la saga texiana?

  16. L'anno scorso abbiamo visto una alleanza fra due nemici: il made doctor Liddle meglio noto come Il Maestro e il biondo e astuto Nick Castle. 

    È stata, secondo me, una storia ben gestita e molto godibile. Chissà se sapremo perché Castle ha deciso di allearsi col Maestro?

    Vedremo in futuro alleanze fra vecchi avversarî? 

  17. Anche nella recente vicenda con Kate Warner abbiamo avuto modo di vedere che Tex sta dalla parte della giustizia, cosa diversa a volte dalla legge, con la quale ha avuto dei problemi.

    Poi la mentalità del XIX secolo era diversa da quella odierna: in moltissimi  Stati era presente la pena di morte per crimini gravi ed era tutto sommato accettata malgrado il lavoro di Beccaria... Poi chissà quanti appartenenti a corpi di polizia civile o all'esercito erano responsabili di crudeltà anche gratuite, dalle quali Tex si è sempre dissociato (cfr. l'operato di Byrnes nell'ultima apparizione de Il Maestro)

    Poi come scritto giustamente la morte degli avversari è una esigenza narrativa.

  18. Boselli in questa vicenda ha caratterizzato un Mefisto veramente tosto e intraprendente. 

    Chissà se questo primo scontro a distanza fra Tex e i Dickart sarà citato in una qualche storia futura?

    Trovo che Kate sia più bella con i capelli sciolti, non trovate?

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