Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2930
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    152

Messaggi pubblicato da Leo

  1. Dimenticavo le monografie: per ora ho comprato quelle di Villa e Nizzi. La prima non l'ho ancora letta, e quindi non posso darne valutazione, la seconda è stata semplicemente entusiasmate. Infine, le storie brevi: l'unica nuova è quella di Boselli, La Preda, bellissima e kenparkeriana, ma la reale sorpresa è stata per me Il Duello, che non avevo mai letto, e che ha impreziosito non poco il mio 2012 texiano.

  2. I giorni finali dell'anno che se ne va.. un periodo di nostalgia per i miei anni che fuggono e di bilanci, individuali e professionali... e da quest'anno anche di Tex!!

    Pensando alla serie regolare, è stato, IMHO, un altalenarsi di alti e bassi.

    Alla buona I Valorosi di Fort Kearny segue l'insufficiente (per il terzo albo, che purtroppo inficia anche gli altri due) Gli Schiavisti; ci si riprende con la bella Mezzosangue (soprattutto il primo albo) ma si cade nuovamente con Braccato, fino alla divertentissima Le Catene della Colpa.

    A quest'ultima assegno la palma di miglior storia della serie regolare del 2012, cui seguono Mezzosangue e I Valorosi di Fort Kearny. La loro qualità, buona ma non trascedentale, compensa solo in parte i voti negativi che assegno alle altre due storie, così da arrivare a non più di 6,5 come voto medio.

    Va decisamente meglio con gli Speciali. Il Ciarlatano e il Color Tex non mi hanno entusiasmato affatto, ma il Texone e Starker alzano non di poco la media. La legge di Starker per me è la storia più bella tra gli Speciali, per via del suo protagonista, sfaccettato e apparentemente complicato, ma in realtà molto convincente. Complessivamente la mia personalissima valutazione degli Speciali è sul 7,5 finale, media abbassata dalle due storie brevi (l'Almanacco e il Color, pubblicazioni che non riesco ad amare, a differenza del Texone e del Maxi, la cui formula invece, a parte la qualità non sempre eccelsa di alcune storie, continua ad entusiasmarmi).

    Il voto globale è quindi 7: una discreta annata.

  3. Contiene S P O I L E RIdee originali (non il classico colpo in banca e neanche un normale assalto alla diligenza), situazioni complicate (due bambini prima, due donzelle poi, da salvare), un personaggio sfaccettato e tormentato (con un passato, l'Inferno, che torna a gravare sul presente, presunto Cielo), il tutto orchestrato magnificamente per una sensazione finale di gran divertimento e appagamento. Se ci fosse da firmare per la qualità media delle storie future, lo farei subito. Tuttavia, vi sono alcuni punti da rimarcare, che un p? mi hanno fatto storcere il naso:1) Gallardo che consegna le pistole a Guillermo Blanco: è vero che questa trovata regala due scene divertenti (nella stazione di posta, quando Guillermo fa volare i cappelli ai bandidos e quando difende con decisione le due ragazze molestate), ma dopo diventa addirittura risolutiva (Guillermo, sparando al bandito superstite, libera le fanciulle): trovo una forzatura, e anche una scorciatoia vista la scena suddetta, questo "cuor leggero" di Gallardo nel consegnare un'arma ad un uomo tanto letale come Guillermo Blanco. Non trovo molto realistico il consegnare un'arma ad un uomo così pericoloso che si sta tenendo sotto scacco (sotto la minaccia dei due bambini).2) Perchè la compagnia mineraria non ha affiancato a Tex i suoi uomini? Non ha molta giustificazione (riprova ne è che Carson è "costretto" a lamentarsene in una battuta) la loro assenza. In fondo, Tex e Carson con il loro intervento stanno facendo anche gli interessi della compagnia...3) Ma Carson viene colpito alla mano??!!?? Ma scherziamo? Uno che viene colpito alla mano solitamente dopo non potrebbe più sparare! Che bisogno c'era di fargli perdere le redini in questo modo? Non si poteva far sparare ai cavalli??4) Il Super Tex (con Carson fuori combattimento) della fine è sovrumano, fa fuori tutti senza venire mai non dico beccato, ma nemmeno sfiorato. Gliene abbiamo rimproverate tante, a Nizzi, di scene del genere... Trama quindi molto bella e divertente, ma con alcuni punti per me ben poco convincenti. Disegni di Ortiz: non è un mistero che io ami questo disegnatore, e lo ritenga uno dei più bravi in assoluto. Alcune sue storie del passato per me sono indimenticabili. In questa storia il calo si sente e nessuno può negarlo, soprattutto nella rappresentazione dei nostri. Ma questa storia messicana, sporca e cattiva, credo che debba anche al suo disegnatore la sua efficacia. L'ambientazione e gli sfondi sono perfetti, alcune scene (quale quella della diligenza che si ribalta) sono splendide nel loro dinamismo. E che dire di Guillermo Blanco? Se il prete bandito ci è piaciuto, secondo me è anche per Ortiz. La sua caratterizzazione fisica, il suo volto aspro, duro e tormentato, i suoi occhi glaciali e decisi. Blanco, questo splendido personaggio, penetrante, efficace e memorabile, è una creatura di Ruju quanto di Ortiz.

  4. Che storia. Come dice la Tigre Nera, ricorda La Grande Invasione nella parte in cui i nostri tentano di mettere in salvo la popolazione della vallata del Rio Tinto. La storia di Boselli, a differenza di questa, aveva un sapore da "deserto dei tartari": la minaccia, anche se non manifesta (almeno all'inizio), gravava come una cappa, opprimente, cupa e angosciosa. Questa storia ricrea meno tale atmosfera, ma, in compenso, Nizzi mette maggiormente in risalto le reazioni della povera gente che deve abbandonare la propria casa: l'ansia di una giovane fanciulla che ha paura che le distruggano la casa, la durezza e la forza di una vecchia pioniera che risponde: "la ricostruiremo", la stizza di un vecchio che non vuole abbandonare il proprio paese e lo sconcerto generale della gente tutta che, dalla sommit? di una collina, con i volti illuminati dal tremendo riverbero del fuoco, assiste al rogo di White Rock. Nizzi si sofferma su questa umanit?, ne mostra le reazioni, ci fa vivere la paura e la rabbia della gente, la sua ansia e il suo non darsi per vinti; e in questo supera la storia di Boselli. E poi il bellissimo Carson in solitaria, e le scene al cardiopalma del secondo albo, e, ultimi ma non ultimi, i capolavori di Ortiz, per me tra i più grandi. Storia davvero eccellente.

  5. Su Tex secondo Nizzi ho appreso che questa era la prima storia di Nizzi apparsa su Tex: l'ho riletta, dopo tanti anni, e, poich? non la ricordavo affatto, sono stato subito preso dalla trama gialla e sono rimasto realmente sorpreso dal colpo di scena finale (anche se, ovviamente, era facile sospettare che le cose non stavano come le dipingevano i presunti fratello e sorella).

    Ho trovato quindi questa storia ottima, davvero un grande esordio per Nizzi, ottimo preludio di quello che sarebbe venuto dopo.

    Peraltro, vorrei sottolineare il personaggio dello sceriffo, che è un tipo che spesso ritorner? sulle pagine di Nizzi e che proprio qui, in questa sua prima storia, l'autore descrive in maniera perfetta per bocca di Tex: "il mondo è pieno di tipi come lui, che si scavano una confortevole nicchia e ci si nascondono dentro con l'unico proposito di tener lontano i guai. Tipi dalle mani pulite ma che, pur di non turbare il proprio quieto vivere, permettono ai furbacchioni di mettere radici e prosperare".

    Questo tipo, ricorrente in Nizzi, è preso pari pari dalla realtà, è talmente autentico e a noi così ben noto, che mi piace pensare che Nizzi l'abbia pescato dalla realtà del suo piccolo paese di Fiumalbo. Questi intercalari, che poco hanno a che fare con la trama ma che caratterizzano attori e comparse delle storie, li ho sempre molto amati, e Nizzi sin dall'inizio ce ne d' impareggiabile prova. Per me, anche questi particolari sono significativi.

    • +1 1
  6. Quando ho letto questa storia per la prima volta, appena uscita, non mi piacque. Mi sembrarono più storie in un'unica storia, con il pretesto dello sterminio iniziale della famiglia amica di Tex quale collante. Leggendo Tex Secondo Nizzi, ho appreso che in realtà Nizzi aveva volutamente scritto quattro storie differenti e autoconclusive. Approfittando dello scarsissimo tempo a disposizione di questo periodo, mi sono ripromesso di rileggere, nella settimana appena trascorsa, tutte e quattro le storie di questo Texone, non considerandole come una sola storia, ma come quattro storie brevi. Cambiando la prospettiva, stranamente, quel Texone che all'inizio non mi era piaciuto, mi è diventato adesso bellissimo nella mente. Le storie sono molto intense, drammatiche; si mettono in luce per gli antagonisti di peso, talmente bastardi e malvagi da farsi odiare visceralmente, così che il lettore, come Tex, non vede l'ora di braccarli e fare giustizia. Bella e classica la prima storia, dell'affarista che fa il bello e il cattivo tempo nella vallata, carina la terza storia così come quella di Jako. Quella che mi è rimasta più impressa è però la vicenda di Thorpe: lui è veramente odioso, e non vedi l'ora di farlo fuori. Soprattutto, però, sono riuscitissime le figure della ragazza insidiata e del fidanzato coraggioso che, pur conscio della propria inferiorit? con le armi rispetto all'avversario, non esita a votarsi al sacrificio pur di non vedere macchiato il proprio onore davanti alla sua bella. Soggetto super classico, ma magistralmente sceneggiato. E poi quel Tex, così diverso da quello che conosciamo, cupo, terribile, non concede tregua alla propria mente, pervasa da un solo desiderio: la vendetta. Quasi non sembra il nostro Tex, abituati come siamo a vederlo giocare con Carson. Questo, per la carica di odio e cupezza che serba in sè, sembra più (oltre che un cavaliere solitario) un "cavaliere oscuro" (alla Batman, per intenderci: nessuno spazio per i sorrisi, solo implacabile giustizia).

  7. Concordo con James sul trattamento inflitto a Carson. Per me Oklahoma è comunque un capolavoro per la bellezza della storia (soggetto e sceneggiatura), e il suo unico neo (Carson arrancante dietro a un Tex straripante) non riesce a cancellare le emozioni provate leggendola (e sè che io amo Carson più di Tex). Ho portato pazienza per Carson perchè la storia, per il resto, è semplicemente incredibile.

  8. Di "Oklahoma" si potrebbe dire che non è un Maxi ma Il MAXI.

    Berardi esordisce alla grande con Tex e peccato che finora non c'è stato un seguito a questo suo unico sconfinamento sulle pagine dei 4 pard.
    Berardi mostra di saper padroneggiare molto bene una storia di Tex. I siparietti fra i due ranger sono gustosi, le battute ben dosate e di qualità, le scene d'azione perfette e in alcuni casi Berardi presenta un Tex molto più duro di quanto ha fatto qualunque altro sceneggiatore (GLB compreso).
    "Oklahoma" entra di diritto, secondo me, fra le più belle storie di Tex di sempre, ed anche se non può essere considerata la migliore in assoluto il 10 e lode se lo merita.
    I disegni di Letteri sono buoni, in alcuni casi i primi piani spettacolari.
    Però mi sarebbe piaciuto vedere la stessa storia disegnata da qualche altro disegnatore, ad esempio Gomez o Serpieri.

    Sono contento che ti sia piaciuta West10, te l'avevo detto no? ;)


    E' semplicemente uno spettacolo (per me la miglior storia di sempre dopo Il Passato di Carson, Gli Invincibili e Fuga da Anderville).

    Ecco perchè spero in questa benedetta storia di Berardi che faccia incontrare Tex, Carson e Ken Parker, magari proprio in un bel Maxi. . A proposito, se non hai mai letto Ken Parker, te lo consiglio...

  9. Il solo difetto che posso rimproverare a Nizzi (e che peraltro ha dimostrato in ogni sua intervista o apparizione pubblica) è la tendenza ad essere troppo autoindiulgente e scaricare le colpe sugli altri ed a non riconoscere appieno i propri torti. Nulla di male, siamo tutti un po' così, basta non esagerare. Un rimprovero ce l'ho anche per Roberto Guarino, che è troppo prodigo di lodi ed esagerato nell'uso del termine capolavoro e finisce per risultare stucchevole almeno per chi, come me, non lo conosce, e non sa che questo rientra nel suo stile. _ahsisi Per il resto, rinnovo l'invito a comprarlo a chi ancora non l'avesse fatto.

    Carlo non mi sembra che Claudio sia stato indugente con se stesso. Ha anche ammesso che certe storie non sono particolarmente riuscite (ad esempio, Yucatan, I fratelli Donegan, il ritorno di Cane Giallo, solo per citarne alcune). Quanto a me, non credo che sia un difetto il fatto che mi piaccia il Tex di Nizzi. Non è un segreto per nessuno che mi diverta leggere le sue storie, molto più di quanto non accada con altri autori. Trovo i suoi siparietti tra Tex e Carson uno dei momenti più belli della serie. Quanto ai capolavori (stiamo ovviamente parlando di una serie a fumetti) sono a mio parere quelle storie che si staccano dalla routine della serie, che hanno ambizioni superiori e raggiungono risultati particolare. Non mi sembra di averne abusato. Per me, ad esempio, la storia di Custer è un capolavoro, anche, se credo, a te non piace, ma qui siamo nel soggettivo. Mi sembra di avere dedicato fin troppo spazio alle critiche degli antinizziani, tanto che nel libro, si parla di più delle Foreste dell'Oregon che del Ragazzo selvaggio.
    Ma anche l'Inafferrabile Proteus (che definisce "una storia non riuscita") e La miniera del terrore. Ed è vero anche quanto dice Roberto sul fatto che si parli a volte più delle storie meno riuscite che di quelle riuscite: non entro nel merito, perchè non voglio fare anticipazioni (a proposito, ma secondo voi quando potremo parlare compiutamente e liberamente di questo libro? Quando decideremo che più o meno tutti lo avranno letto? Aspettiamo Natale?), ma, in effetti, mi è dispiaciuto che Nizzi in alcune circostanze non abbia approfondito granch? storie che io reputo memorabili...
  10. Un Tex che comunque anche in questa storia affronta gli avvenimenti come avrebbe affrontato una banda di predoni Apaches, o di fuorilegge messicani, o le mummie dei Figli della Notte.
    Tex è quindi immerso nella guerra, ma questa è sempre vista comunque quasi di contorno!
    Nizzi invece oltre alla psicologia dei personaggi, scavata e intagliata in modo profondo, ha costruito un Tex forte, determinato e implacabile, ma comunque impotente di fronte alle atrocit? della guerra, debole davanti ai campi di sterminio.

    Sono proprio questi aspetti, che tu qui descrivi benissimo, a farmi prediligere una storia sulla guerra civile (Fuga da Anderville) da un'altra storia sulla guerra civile (Tra due bandiere): in entrambe i due autori hanno voluto affrontare il tema della guerra, ma uno ha centrato l'obiettivo, e ha posto la guerra al centro della storia, l'altro ha scritto semplicemente una storia di Tex, con la guerra civile come sfondo. Due modi diversi di affrontare la guerra, due scelte, con la prima che IMHO è più felice della seconda.



    Entrambe le storie imho sono capolavori e proprio per questo mi riesce impossibile confrontarle, perchè si può giungere forse pericolosamente a mettere a confronto non più le storie ma gli autori, con il loro stile e la loro visione!
    Ma questa è una mia opinione ovviamente, e non so neanche se mi sono riuscito a spiegare... anche perchè ultimamente sono un p? "cervellotico"!  :deserto  _thia-  :trapper:

    Non sei cervellotico :indianovestito: e ti sei spiegato benissimo. Il rischio di sconfinare e di confrontare i due autori dietro le due storie c'è, eccome, ma stavolta stiamo solo confrontando le due storie...
    • +1 1
  11. Credo che Ulzana si riferisca alla rivelazione di cui avete parlato tu e Carlo Monni qualche post fa (dicendo per l'appunto di non poterne parlare per non spoilerare). Ho risposto a Ulzana privatamente, come aveva chiesto. Io l'ho divorato e ora me lo sto rileggendo soffermandomi meglio per assaporare più a lungo tutti i passaggi. La prima lettura è stata troppo esplosiva, ma non riuscivo a fermarmi. Ora, alla seconda lettura, lo sto apprezzando ancor di più...

  12. In che senso pericoloso, Sam?

    In effetti, forse non è del tutto corretto fare paragoni.

    Diciamo che le due storie si prestano ad un confronto perchè sono le due riletture della guerra civile più note. Le due trame sono profondamente differenti, come giustamente dici tu, così come l'approfondimento psicologico dei personaggi. Ma hanno in comune l'atmosfera che si respira, il periodo storico, il giovane Tex impegnato a suo modo nel conflitto.

    Siamo quindi d'accordo sul fatto che le due storie non siano confrontabili per le trame (come detto totalmente diverse l'una dall'altra), ma è possibile IMHO fare un paragone o esprimere una preferenza tra le storie aventi come sfondo la guerra civile (e, in questo senso, se ne possono aggiungere altre, quale ad esempio Missouri di Boselli).

    In questo senso, quando penso alla guerra civile in Tex (al di l' delle trame), pur piacendomi Tra due bandiere, il mio pensiero va subito a Fuga da Anderville.

  13. Quando lessi Fuga da Anderville, rimasi folgorato. Più tardi, recuperai Tra due bandiere, con altissime aspettative per l'aura di epicit? che c'era attorno a questa storia. Pensai (e lo penso tuttora) che non ci fossero paragoni. Ma nella maniera più assoluta. E lo penso tuttora: Tra due bandiere è IMHO una buona storia, con un ottimo momento tragico alla fine; Fuga da Anderville è un impareggiabile capolavoro.

  14. PS per tornare in topic, più ci penso e più ricordo che questa storia, La Pista degli agguati, mi è proprio piaciuta. E lo stesso dicasi per Verso l'Oregon, che mi è capitata casualmente sotto gli occhi questa sera. Se a queste ci aggiungi la Grande Sete e (in parte) Sei Divise nella polvere, posso dirmi ben soddisfatto di Manfredi. So che sta scrivendo una storia breve, ma mi dispiace davvero che non entri in pianta stabile tra gli sceneggiatori texiani.

    Dispiace anche a me, il Texone "Verso l'Oregon" è veramente memorabile. Speriamo che nel futuro cambi idea riguardo la sua presenza su Tex.
    A Lucca Manfredi ha detto a me e ad un gruppetto di fans riuniti davanti allo stand Bonelli che gli è stato chiesto un soggetto per un Maxi e che ci stava ragionando sopra. Da quello che ho capito, scriver? altre storie di Tex se gliele chiederanno ed ha anche detto che si trova bene a lavorare con Boselli come curatore. Credo che non sia stata una risposta diplomatica perchè in quella chiacchierata Manfredi non ha risparmiato giudizi impietosi su altre questioni, che non riporto per ovvi motivi. D'altro canto, trovo difficile fare troppe osservazioni sui una sceneggiatura di Manfredi una volta approvato il soggetto. Boselli non può nemmeno rimproverargli i finali affrettati, perchè sono anche un suo marchio di fabbrica. :lol2: Quanto a Boselli, lui definisce Manfredi una risorsa per Tex e l'unico limite ad affidargli nuove storie, se ho capito bene, starebbe esclusivamente nella necessit? oltre che nella disponibilit? di Manfredi stesso. Ora che sta aumentando il numero di storie da scrivere, con Maxi a storie multiple, Color con storie brevio e ben quattro Texoni nuovi da programmare, questa necessit? esiste sempre di più e secondo me ricorrere a Manfredi sarà inevitabile. Personalmente non sarei affatto sorpreso s e uno dei prossimi Texoni fosse affidato a lui.
    Bene, le aspettative possono essere positive, allora. Non posso che ringraziare il nostro solito Carlo, inesauribile miniera d'informazioni.
  15. No, non è l'età, io ero lento anche prima :DBeato te, che ti sentivi un leone. Io alla mia età sono già un po' troppo sfiatato. Stanco e fuori forma. Soffro lo stress (la canzone dei Velvet è stata scritta per me...). Ci sono momenti che neanche il buon Tex mi rilassa. Ma adesso siamo troppo OT. Chiedo venia >:azz: PS per tornare in topic, più ci penso e più ricordo che questa storia, La Pista degli agguati, mi è proprio piaciuta. E lo stesso dicasi per Verso l'Oregon, che mi è capitata casualmente sotto gli occhi questa sera. Se a queste ci aggiungi la Grande Sete e (in parte) Sei Divise nella polvere, posso dirmi ben soddisfatto di Manfredi. So che sta scrivendo una storia breve, ma mi dispiace davvero che non entri in pianta stabile tra gli sceneggiatori texiani.

  16. Ciao Roberto (consentimi di darti del tu), eccome se è apprezzata. Per mancanza di tempo sto leggendo col contagocce, ma oggi mi è capitato, al lavoro, di pensare a quello che mi aspettava, una volta a casa, e questo pensiero mi ha aiutato a passare meglio la giornata. E' stata un'idea eccezionale, la tua, di parlare con Nizzi di tutte le sue storie. Non voglio spingermi troppo in avanti, perchè sono solo agli inizi, ma credo di non sbagliarmi se dico che con quest'opera tu ti sei guadagnato l'immortalit?. Sarà una di quelle opere fondamentali che i texiani di tutti i tempi non potranno non leggere. Chapeau.

  17. Insomma un insieme di tante piccole cose che rendono questo texone una buffonata.

    Addirittura una buffonata? Parole forti... io, invece, come ho scritto in qualche post fa, ricordo questa storia sempre con piacere. E non mi pare proprio che non ci fosse azione. Per me questa è stata davvero una bella storia, con personaggi riusciti. Ovviamente, de gustibus...
  18. Condivido in toto l'entusiasmo di Ymalpas. Mi è arrivato l'altro ieri, per ora ho letto molto poco ma ogni volta che ci do una sbirciata mi viene l'acquolina in bocca: troppo bella la carta, quel bianco luminoso, quel sorriso ticciano, e tutte quelle foto ma soprattutto tutte quelle parole: è deliziosamente denso... Post Scriptum per Carlo: anch'io non ho nella mia Top Ten storie di GlB. Credo, come già hanno detto in tanti, che la cosa possa associarsi in qualche modo a un fattore anagrafico. Io ho conosciuto il Tex di Nizzi e, per quanto questi si sforzasse di rimanere fedele al padre di Tex, aveva comunque una sua originalità, un suo tocco, un suo marchio di fabbrica che consente di distinguere il suo Tex da quello di GlB. Il Tex di cui mi sono innamorato è quello di Nizzi: nel cuore sono marchiate a fuoco, indelebilmente, La leggenda della vecchia missione, I delitti del lago ghiacciato (quanto ho amato Macready), Fiamme sull'Arizona (per me un capolavoro assoluto), L'Ultimo Ribelle e soprattutto Fuga da Anderville, vera ossessione per quel "fanciullo" che sono stato... Poi ho recuperato e letto tanto GlB, che mi è piaciuto molto, soprattutto per quei dialoghi esplosivi che nessuno è mai più riuscito a ripetere. Ma nessuna sua storia, anche quelle pubblicate in Oscar, ha mai rappresentato per me ciò che è stata Fuga da Anderville (certo, del primo centinaio mi mancano diverse storie, tra cui La Sconfitta, che, da come l'ha descritta Paco Ordonez nell'ultimo TWM, dovrebbe essere molto interessante). Quindi Nizzi rimaneva il faro. Poi è arrivato Boselli, con le sue storie con Marcello, e con Colorado Belle, e l' per me è stato un giramento di testa continuo: storie di una bellezza così violenta che mi sentivo stordito ogni volta che mi cimentavo nella loro lettura. Per non parlare di quell'opera pazzesca che è Oklahoma... Tex è figlio di GlB, Tex è GlB, ma per alcuni, come me lettori un po' più tardi, gli allievi hanno superato il maestro. Non è poi così incomprensibile... :indianovestito:

  19. Beh, insomma, l'assassino che porta il testimone dallo sceriffo, non regge. Il testimone che non parla perchè vuole vendicarsi, ma è ormai praticamente condannato, non regge. L'unica cosa che regge in questa storia sono i soliti, grandi disegni ticciani. Devo dire una cosa: con la scusa delle celebrazioni, ogni volte 'ste storie di un albo sono una mezza delusione. Invece di premiare il lettore, che ti ha consentito di reggere per 50 anni, lo mortifichi così: mah!

    • +1 1
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.