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Leo

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  • Compleanno 01/05/1978

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    Maschile
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    storia, letteratura, sport, cinema, politica
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    Leo

Io e Tex

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  1. Leo

    [Texone N.41] Ben il bugiardo

    Anch'io. Il Texone è la pubblicazione più prestigiosa e la preferita di molti lettori. Deve proporre storie di un certo peso, come le ultime di Borden e dello stesso Manfredi, non basta che siano disegnate superbamente. Ben il bugiardo è una storiellina carina, senza grossi cattivi e con un character debole e poco originale come per l'appunto Ben. Lo aspettiamo tutto l'anno, il Texone, è l'appuntamento di inizio estate, che si risolva così è una beffa amara...
  2. Leo

    [774/775/776] Rick Master, Detective

    Ma infatti le critica praticamente tutte ormai, e tuttavia io immagino continui ad acquistarle per amore. Nella speranza che qualcosa cambi e magari gli piaccia. Le sue invettive su Nizzi, i suoi strali sull'ultimo Boselli, nascono credo da un genuino e assoluto amore per il Tex della sua giovinezza, quel Tex che va preservato da corruzioni e derive, da elementi negativi che Diablero vede in gran parte dell'opera recente di altri autori. Quello che a volte gli contesto è l'etichetta di nizziano che è pronto a dare a chi qui dentro osa difendere una storia di quell'autore, e la lente a mio parere troppo squilibrata verso qualsiasi cosa abbia scritto Nizzi. Su Boselli questo "squilibrio" ( nel senso di parzialità, non nel senso mentale eh!) non c'è, almeno io non la vedo. Ha esagerato non tanto con le critiche, ma con il reiterare le stesse a ogni piè sospinto sulla Cavalcata del destino, coniando una formula che poi altri bei tomi suoi emuli hanno continuato a ripetere non accorgendosi (o forse si) del potenziale denigratorio verso l'autore di quella storia... Ma a parte questo credo che le critiche che muove a Boselli nascano anche dalla stima che ha verso lo stesso autore. Non voglio difenderlo perché si difende benissimo da solo, però su questa storia mi sembra che stia portando avanti un punto di vista legittimo, non campato in aria. Anch'io ho avuto delle perplessità sul modus operandi della banda, alcune delle quali ben evidenziate dal Diablo, e anch'io non sono amante dei ritorni e delle storie sospese, Marvel o non Marvel. Qui vado sul personale naturalmente, sui miei gusti insomma: non sono mai stato amante nemmeno di Mefisto e di tutto ciò che era ricorrente o che allontanasse dalla pura ambientazione western. Ma vi dico che mi manca il vecchio Tex di Boselli con nemici o amici per una storia, mi manca il suo western puro, che negli ultimi anni ha confinato sulla sola Tex Willer, proponendoci soprattutto ritorni o storie esotiche o storie magiche (Mefisto appunto). Boselli è sempre stato originale senza bisogno di strafare, ha sempre avuto una passione bruciante che lo ha portato a non accontentarsi mai del compitino. È sempre stato generoso in questo senso e quindi molto rispettoso del lettore e del personaggio che gli è stato affidato, che ha curato in modo maniacale e al meglio di ciò che poteva fare, tenendo anche conto di quello che passava il convento in termini di autori texiani e western. In questo senso ha dato e dà tutto sé stesso, inaugurando un nuovo corso fatto anche di continuity e ritorni che ha pensato potesse essere un bene per la testata. Magari questo corso piace a molti, e vedo che anche questa storia ha tanti estimatori anche qui (e pure estimatori di rango) e su Facebook, ma a me manca il Boselli d'antan, uno di quegli autori che più mi ha emozionato in gioventù con i suoi personaggi puramente e profondamente western.
  3. Leo

    Tex E Pecorella Belante

    Cosa ne pensa Bosco di Nizzi?
  4. Leo

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Il finale del bel commento di Ymalpas inquadra perfettamente il capolavoro che è questa storia.
  5. Leo

    [Texone N. 21] Il Profeta Hualpai

    Invece dovresti continuare a scriverle. Io ad esempio di questo Texone non ho un ricordo particolarmente esaltante, ma l'ultima volta l'ho letto nel 2012 e quindi non sarà male riscoprirlo. Me ne è venuta voglia rileggendo la tua recensione.
  6. Io sono tra quelli che hanno utilizzato la parola "capolavoro". Con questo non intendevo certo paragonare questa storia ad altre pietre miliari della serie, quali le classiche bonelliane o le storie di Boselli e Marcello o anche le più belle nizziane, che si contraddistinguono magari per i loro tratti drammatici o epici o per la loro profondità. Questa di cui stiamo parlando ha invece i tratti della commedia, è leggera, con le uniche tinte fosche che si palesano solo nel finale, con la morte della "bruja" messicana. E però nel suo genere questa storia è di sicuro tra le più belle, con un Carson frate in forma straordinaria che diverte i lettori e li appaga con una sceneggiatura eccellente. In questo senso io credo si possa definire un "capolavoro": pur senza attingere ad elementi quali il pathos e il dramma, ma restando invece nell'alveo della commedia brillante, ebbene in questo suo ambito io credo che questa storia primeggi, regalando qualcosa di più che una felice lettura.
  7. Leo

    [Texone N. 06] La Grande Rapina

    Non ricordo tutta la storia e non riesco a entrare nel merito degli appunti rivolti. Ne terrò conto per una prossima rilettura
  8. Leo

    [Texone N. 06] La Grande Rapina

    Bene, direi che siamo sostanzialmente tutti d'accordo: questo è un bel Texone. Non pretendo che sia il preferito per tutti. Lo è per me, lo è per Diablero (tra quelli di Nizzi), per gli altri è una storia tra buona e ottima. All'epoca in cui lo lessi per la prima volta ero un ragazzino e non mi ponevo certo il problema della centralità di Tex. Lessi una gran bella storia western, con personaggi e dialoghi azzeccati, illustrata poi in quel modo pazzesco, e continuai a rileggerla per un bel po', insieme a Fiamme sull'Arizona, che era uscito un anno prima e che pure mi piaceva molto. Direi comunque che questo Texone fa il miracolo di mettere tutti più o meno d'accordo sulla bontà della storia a fumetti che propone. Mi sa che e l'unica volta che accade...
  9. Leo

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Ma no, non stiamo insultando nessuno, tranquillo. Guardiamo solo forse con più indulgenza ad alcuni "attingimenti" (perdonate il neologismo) di Nizzi che hanno comunque il merito di averci fatto leggere ottime (a nostro sindacabile giudizio) storie di Tex.
  10. Leo

    [Texone N. 11] L'ultima Frontiera

    Perfettamente d'accordo con te Jeff. Anche Sangue sul Colorado fu definito una scopiazzatura, quando invece è una storia palesemente ispirata a un determinato film (in un periodo in cui Nizzi era in crisi con i soggetti e cercava di ispirarsi alle opere del genere western), in cui la sceneggiatura, molto bella e drammatica, fa la differenza. È come hai detto tu citando Omero, le opere si parlano tutte tra di loro e i temi e le situazioni non differiscono poi molto, a ben guardare e a scandagliare in profondità. La differenza la fa la sceneggiatura, il ritmo, i dialoghi, il modo di interagire dei personaggi. E tutti i texoni citati in questi giorni per me sono delle grandi storie. Capisco che fino ad ora tu abbia trovato un Nizzi deludente. È stato una delusione per tutti, una sciatteria professionale unita a un'arroganza sgradevole ha contraddistinto l'ultima fase del suo arco narrativo. Ma se stai per affrontare la prima parte della sua vita texiana, beh, ti invidio un po'...
  11. Leo

    [354/357] La Congiura

    Voi amministratori non dovreste avere limiti
  12. Leo

    [354/357] La Congiura

    Finalmente il buon senso. Il punto sta tutto qui, poi possiamo pure inondarci di parole ma questo è il punto. Il solo punto che importa.
  13. Leo

    [354/357] La Congiura

    Non fare il pesce nel barile. L'espressione resta offensiva, si capisce benissimo cosa intendo dire. E sarebbe opportuno non usarla più.
  14. Leo

    [354/357] La Congiura

    Non l'ho mai pensato, pur non concordando con te sul grosso delle storie di Nizzi
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