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TWF - Tex Willer Forum

Leo

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  • Compleanno 01/05/1978

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  • Sesso
    Maschile
  • Interessi
    storia, letteratura, sport, cinema, politica
  • Nome reale
    Leo

Io e Tex

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    Kit Carson
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  1. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Aneddoto eccezionale
  2. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Cosa scrivi, Diablero? Qualche titolo? E invece è interessante interloquire con voi. Dispiace che non si possa più fare.
  3. Leo

    [Speciale Tex Willer N.8] Stella d'argento

    Refuso: è "figlia amata". Grazie a Letizia per la segnalazione.
  4. Leo

    [Speciale Tex Willer N.8] Stella d'argento

    CONTIENE SPOILER L'abbacinante bellezza del viso di Eve inizialmente mi ha fatto pensare che non può esserci un giovane Carson senza una donzella vicino: conosciamo infatti le qualità dongiovannesche del Vecchio Cammello e la sua predilezione per le grazie femminili. Da come però il padre di lei, il ranger Shepard, la tratta subito dopo che è stata ferita, la freddezza con cui quasi non la degna di uno sguardo e il limitarsi a lanciarle del whisky per una prima sommaria medicazione, tradiscono sin da subito una situazione diversa, una certa profondità della situazione (rapporto problematico padre/figlia, che in realtà dopo viene solo abbozzato ma non sviluppato, sospendendolo in un' apprezzabile indefinitezza che lascia capire al lettore più di quanto non dica espressamente) che lascia pensare che Eve non sarà solo la semplice fanciulla da salvare. E infatti, nonostante la scena "metafumettistica" del tamburo racconti in forma stilizzata la tradizionale storia della damigella in pericolo e del cavaliere senza paura, più tardi è lei che si industria per salvare Carson, nella drammatica scena in cui il nostro viene comunque catturato dai Comanche ( @Letizia, è vero che sembrano quattro gatti, ma penso fossero commisurati all'obiettivo del momento: anche Fort Belknap sembra infatti un avamposto poco fornito di uomini, probabilmente un piccolo centro fortificato come i tanti che dovevano essere disseminati nel Texas degli anni '50, durante una scorreria che non è ancora - nemmeno sotto il profilo dimensionale - quella di qualche tempo dopo, con la massiccia mobilitazione di indiani di Tonkawa e Quanah Parker). E' una storia di destini. Quello tragico, di Eve, lo apprendiamo a bruciapelo, di colpo, nella prima vignetta di pag.100: la lapide di una "moglie amata", di quella ragazza così giovane e bella a cui il lettore aveva potuto già affezionarsi. Poi quello dei figli di Cuore Splendente, in particolare per la profezia che riguarda Carson che di fatto in passato aveva consentito al Vecchio Cammello di avere salva la vita: nella scena del cimitero, il Vecchio Cuore Splendente sembra Priamo che, in incognito, prega il suo antico avversario (Achille/Carson) nel suo ruolo di vecchio padre. Una scena omerica, appunto, resa ancor più commovente dalle lapidi nella radura in cui è ambientata. Achille/Carson non si sottrarrà all'impresa, e riprende contatto con il ranger Shepard, padre di Eve. In poche vignette, Giusfredi tratteggia questo personaggio con notevole profondità: un relitto, che cerca nel whisky un antidoto al male di vivere, un cinico anaffettivo che non è nemmeno andato al capezzale della figlia, un sadico torturatore di donne. Il vuoto spaventoso dell'esistenza, si scorge in Shepard, i cui tratti esteriori sono la perversione e l'indifferenza. "Cosa c'è stato tra di voi", chiede Shepard a Carson in merito al rapporto di quest'ultimo con sua figlia Eve. Ma Giusfredi non vuole raccontare la storia dell'ennesima fiamma del Vecchio Cammello. Racconta di un amore platonico, intriso di tristezza e malinconia per la sorte che il caso ha riservato a Eve. Come l'indimenticabile Marta de La diceria dell'untore (cui Giusfredi potrebbe essersi ispirato per la scena finale), anche Eve abbandona il letto del sanatorio col suo cavaliere, cercando nella "fuga" un riscatto dalla malattia, rivendicando con quell'azione avventata - una passeggiata all'aperto - il suo diritto di vivere, il suo attaccamento, giovanile e disperato, alla vita. La sua ribellione a un destino segnato si traduce nell'ultimo spettacolo della Lanterna magica, le cui diapositive sui vetri, fondendosi con le immagini della sua mente ormai prossima alla fine, proiettano un film, struggente e bellissimo, di una principessa antica salvata dal prode moschettiere dai baffi e pizzetto neri. Complimenti a Giorgio Giusfredi.
  5. Leo

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    C'è da dire che Brazer non sa di essere stato visto, pensa non ci siano testimoni, e da qui la leggerezza che gli costerà la vita. Ancora? Caspita, non me l'aspettavo proprio...
  6. Leo

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Tex è sempre stato un buon giudice di uomini e la topica in cui incappa in questa storia è plateale e poco rispettosa del personaggio. Una riflessione. Nizzi e Ticci hanno firmato Fuga da Anderville, Sioux, Furia Rossa, La leggenda della vecchia missione, Il ragazzo selvaggio... risultati alla mano, sono stati una coppia formidabile, come il duo Boselli/Marcello degli anni novanta. Mi fa piacere, al netto delle pecche di questa storia (che non trovo scandalosa, solo troppo nolittiana), che Nizzi chiuda la sua storia sulla regolare con l'autore con cui ha realizzato i suoi più grandi capolavori. È un commiato forse amaro per i contenuti della storia, non in linea con i canoni del ranger, ma dall'alto contenuto simbolico. È l'addio di un Grande, con il suo co-autore preferito ai disegni. Onore ai loro meriti, e grazie. A entrambi.
  7. Leo

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Il Texone di Palumbo non mi ha entusiasmato, forse anche per i disegni, troppo diversi dal consueto. Rivedere Ticci, invece, sulla regolare mi ha talmente ben disposto, mi ha talmente allietato l'animo, da rendermi ben gradevole anche la lettura della storia e l'abbandonarmi alle virtù della trama. Le virtù, certo, perché credo che la storia possa dirsi bella: drammatica nell'eccidio iniziale, divertente con la scazzottata e con la performance di Carson contro il cercatore d'oro che lo aveva appeso a testa in giù, nuovamente cupa sul finire, col tradimento del Colonnello. Ora c'è una tribù in fuga, braccata dai soldati e con Tex nuovamente in mezzo. Staremo a vedere, ma il secondo albo promette bene. Come storia di Nolitta, penso sia bella, Nizzi è ispirato. Come storia di Tex (perché quello di Nolitta era un altro fumetto, non era Tex - e lo dico da amante di Nolitta anche su Tex, perché a volte mi piacciono i reboot), naturalmente non va, non può andar bene. Me la godo comunque, perché mi ha divertito. E' tornato Nolitta nel XXI secolo inoltrato...
  8. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Non dico questo, dico che trovo esagerati i tuoi toni e che mi dispiacerebbe se ti sanzionassero per una tempesta che siete riusciti gratuitamente a scatenare davvero in un bicchier d'acqua. Ribadisco che non ho dimestichezza con l'utente joe7, del quale semplicemente non ho apprezzato l'intervento su Ombra Silenziosa. Ma, pur discordando con lui in maniera netta, in questo topic non mi è parso così offensivo da generare una tale reazione, sia da parte tua che di Magic Wind. Poi voi potreste essere sanzionati, d'accordo, ma nemmeno questa è una bella cosa per il forum. Non sarei certo felice di un allontanamento, sia pure temporaneo, di Letizia! E' possibile che ci siano vecchie ruggini con il forumista in questione (non ho letto molti topic recenti perché sono in arretrato con le storie, sia di Tex che di Tex Willer), ma se devo giudicare solo da questo, le vostre risposte erano sprezzanti, irrispettose e per me sorprendenti. Da qui il mio invito alla calma.
  9. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    D'accordo, ma sono esagerate anche le reazioni successive. Si passa dalla ragione al torto.
  10. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Ma era un esempio (infelice quanto vuoi, ma non e' che stesse parlando proprio e letteralmente della madre di Letizia) e tu, in risposta, sei stata molto più offensiva di lui, cosa non da te. Passare dalla ragione al torto è un attimo.
  11. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Non sto frequentando assiduamente nell'ultimo periodo, ma nella presente discussione non mi pare che Joe sia stato offensivo. Nemmeno a me è piaciuto il suo intervento sugli autori nei forum, ma ha espresso un parere personale senza offendere nessuno (non so se altrove abbia fatto di peggio). Ma tu passi automaticamente dalla parte del torto con il tuo ultimo sprezzante post. C'è un confine da non valicare anche se gli altri lo fanno (e ripeto che qui non ho visto Joe esagerare). Anche l'intervento di Letizia mi è parso spropositato, e conoscendone lo stile mi ha sorpreso e deluso. Sarebbe bene che si tornasse nei ranghi della buona educazione. Questo topic non è degno del forum che conosco io, e i vostri ultimi messaggi non sono in linea con il tipo di utenti che siete sempre stati.
  12. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Ragazzi, credo che il caldo stia facendo brutti scherzi. O mi sono perso qualcosa nel frattempo, ma tutte queste offese gratuite nei confronti di un utente per me sono inspiegabili. Questi toni sprezzanti, questi aggettivi offensivi in libertà... ma che succede?
  13. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    L'approfondimento crea empatia tra i personaggi e il lettore, arricchendo e valorizzando la storia. Non è questione di spazio, Boselli in poche vignette di flashback disegnava personaggi memorabili. È questione, credo, di ispirazione, che magari nello specifico caso non c'è stata, e ci sta. Non mi ha mai convinto la distinzione tra storie di Tex e storie con Tex, tante volte ascritta ad esempio al primo Borden: se la storia è bella e funziona, non ci perde dalla caratterizzazione dei personaggi, può solo prendere punti. Può solo far bene a Tex Qui credo che Selina avesse le potenzialità per bucare lo schermo. All'apparenza dark lady, inizialmente infida, poteva ritagliarsi un posto da antagonista ma finisce per diventare una preda da salvare.
  14. Leo

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Il soggetto aveva del potenziale, in parte non valorizzato dalla sceneggiatura. Dopo il suo esordio sulla regolare, Rauch dimostra di prediligere le storie con molti personaggi, con più fronti, con cattivi veramente cattivi e con altri cattivi dal tratto boselliano. Con queste premesse, imbastisce una buona storia, ai miei occhi priva dei difetti che in questo topic gli si imputano (ma ammetto di aver letto i post precedenti "a volo d'uccello", senza soffermarmici granché anche perche arrivo molto in ritardo), eccetto uno: una certa freddezza. I personaggi non "fioriscono", restano un bocciolo chiuso. Eppure tutti i personaggi avrebbero le caratteristiche per restare impressi, e bene ha fatto mi pare Poe a richiamare il Jesus Zane de L'ultima Frontiera quale esempio di sceneggiatura in cui questo accade. Invece lo sviluppo della trama, condita da tanta azione anche ben messa ma forse troppa, ha compresso le possibilità di uno sviluppo arioso dei personaggi, virando più verso l'occasione sprecata del Capitan Jack faraciano che verso il modello ideale nizziano prima citato. Ed è un peccato, perché i Texoni sono appuntamenti da non sbagliare. Non escludo che le caratteristiche del disegnatore abbiano potuto contribuire a questa mia sensazione di freddezza, né escludo che ad una seconda rilettura io possa apprezzare di più un'avventura in cui ci ho visto comunque del buono, tanto da confermarmi nella testa che Rauch possa essere davvero un buon acquisto per la testata in ottica futura.
  15. Leo

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Non è escluso che i due, sceneggiatore e disegnatore, non fossero d'accordo. Nizzi adora Ticci, lo ha detto chiaramente in Tex secondo Nizzi, e magari è ricambiato dall'artista senese, che forse per una delle sue ultime fatiche avrà voluto lavorare con l'autore per cui ha disegnato le sue storie più significative (escluso Glb, ovviamente).
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