Ma infatti le critica praticamente tutte ormai, e tuttavia io immagino continui ad acquistarle per amore. Nella speranza che qualcosa cambi e magari gli piaccia.
Le sue invettive su Nizzi, i suoi strali sull'ultimo Boselli, nascono credo da un genuino e assoluto amore per il Tex della sua giovinezza, quel Tex che va preservato da corruzioni e derive, da elementi negativi che Diablero vede in gran parte dell'opera recente di altri autori.
Quello che a volte gli contesto è l'etichetta di nizziano che è pronto a dare a chi qui dentro osa difendere una storia di quell'autore, e la lente a mio parere troppo squilibrata verso qualsiasi cosa abbia scritto Nizzi.
Su Boselli questo "squilibrio" ( nel senso di parzialità, non nel senso mentale eh!) non c'è, almeno io non la vedo. Ha esagerato non tanto con le critiche, ma con il reiterare le stesse a ogni piè sospinto sulla Cavalcata del destino, coniando una formula che poi altri bei tomi suoi emuli hanno continuato a ripetere non accorgendosi (o forse si) del potenziale denigratorio verso l'autore di quella storia... Ma a parte questo credo che le critiche che muove a Boselli nascano anche dalla stima che ha verso lo stesso autore. Non voglio difenderlo perché si difende benissimo da solo, però su questa storia mi sembra che stia portando avanti un punto di vista legittimo, non campato in aria. Anch'io ho avuto delle perplessità sul modus operandi della banda, alcune delle quali ben evidenziate dal Diablo, e anch'io non sono amante dei ritorni e delle storie sospese, Marvel o non Marvel. Qui vado sul personale naturalmente, sui miei gusti insomma: non sono mai stato amante nemmeno di Mefisto e di tutto ciò che era ricorrente o che allontanasse dalla pura ambientazione western.
Ma vi dico che mi manca il vecchio Tex di Boselli con nemici o amici per una storia, mi manca il suo western puro, che negli ultimi anni ha confinato sulla sola Tex Willer, proponendoci soprattutto ritorni o storie esotiche o storie magiche (Mefisto appunto). Boselli è sempre stato originale senza bisogno di strafare, ha sempre avuto una passione bruciante che lo ha portato a non accontentarsi mai del compitino. È sempre stato generoso in questo senso e quindi molto rispettoso del lettore e del personaggio che gli è stato affidato, che ha curato in modo maniacale e al meglio di ciò che poteva fare, tenendo anche conto di quello che passava il convento in termini di autori texiani e western. In questo senso ha dato e dà tutto sé stesso, inaugurando un nuovo corso fatto anche di continuity e ritorni che ha pensato potesse essere un bene per la testata. Magari questo corso piace a molti, e vedo che anche questa storia ha tanti estimatori anche qui (e pure estimatori di rango) e su Facebook, ma a me manca il Boselli d'antan, uno di quegli autori che più mi ha emozionato in gioventù con i suoi personaggi puramente e profondamente western.