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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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  1. Chi è il soggettista? Non lo avevo mai sentito
  2. Shangay Devil è la continuazione di Volto Nascosto? Di Magico Vento ho letto anni fa i primi 25 numeri, ma non mi convinceva l'antagonista ricorrente. Mi pare che non trovassi credibili le sue motivazioni. E poi c'era l'elemento fantastico che all'epoca mi frenava (ora, paradossalmente ora che sono più anziano, non più)
  3. Mi unisco al cordoglio dei vari pards che mi hanno preceduto per la scomparsa di Gianfranco Manfredi. Non ero un suo lettore. Ho cominciato e non finito Adam Wild, non ho mai cominciato Volto Nascosto e Shangay Devil, Magico Vento mi respingeva per i suoi tratti fantastici. Su Facebook ricevetti una non simpatica risposta da lui a un mio commento sulla Baraldini, alcuni suoi Tex li reputo particolarmente infelici, non solo per la cifra ideologica sempre presente ma anche per il modo eretico con cui il personaggio talvolta veniva trattato. Era tuttavia, per quello che traspariva da Facebook, un uomo appassionato e arguto, oltre ad essere un artista i cui campi di interesse svariavano dalla storia alla letteratura, dalla musica al fumetto. Soprattutto, il tanto affetto che vedo qui e altrove mi fa percepire l'importanza della sua figura e il grande peso che rappresenta la sua perdita. Era relativamente giovane, non aveva smesso di scrivere, di appassionarsi, di voler comunicare e trasmettere. Penso di avere un "debito" nei suoi confronti, in termini di letture mai fatte e di personaggi ignorati a torto, come tanti di voi mi hanno fatto capire. Quando l'ho apprezzato, l'ho fatto davvero, con intensità. Verso l'Oregon e I due fuggitivi sono tra le storie più belle che mi sia capitato di leggere, due sceneggiature preziose, poetiche e forti al contempo. Due tra i Tex più belli di sempre. Eccellente anche il suo cartonato alla francese, Sfida nel Montana, e alcune sue sceneggiature per la regolare, come La grande sete e la storia sulla vecchia strega messicana. Sono sufficienti questi pochi racconti per svelare la tempra del suo essere autore, sceneggiatore, artista. Del suo essere un appassionato e vigoroso intellettuale, di cui sentiremo la mancanza. Io colmerò alcune mie lacune, facendone rivivere la voce tramite la mia lettura. Perché se c'è una consolazione davanti a questi lutti, sta nel fatto che la voce di colui che non c'è più non finisce di parlare, di trasmettere, di donare. Non lo farà finché ci sarà qualcuno che leggerà quanto da lui scritto. E io auguro agli scritti di Manfredi, siano essi libri o fumetti o canzoni, di durare, di restare attuali, di essere apprezzati nel tempo. Gli auguro di parlare ancora, e ancora a lungo.
  4. Poiché da Nizzi ormai non mi aspetto più nulla, le mie basse aspettative mi hanno fatto apprezzare questo suo congedo dalla regolare (se così sarà), anche se indubbiamente ad incrementare la mia soglia di gradimento hanno contribuito dei disegni che mi sono piaciuti tantissimo, richiamando questi l'ariosita' e il dinamismo del primo e secondo Ticci. Buoni dialoghi, scoppiettanti battute, sceneggiatura tutto sommato incalzante, anche se un po' diluita soprattutto nel secondo albo, hanno adempiuto al minimo sindacale che si chiede ad un albo di Tex: intrattenere senza annoiare. Lo so che non è questo che si dovrebbe chiedere a un fumetto: la lettura di un albo dovrebbe appagarci, farci sentire soddisfatti, oppure esaltarci, emozionarci. Ma dopo mesi in cui Tex è stato calato in vicende poco western e con dialoghi poco brillanti, questo ritorno a atmosfere d'antan e alle punzecchiature tra i due pards in cui Nizzi è un maestro mi ha dato un po' di ossigeno, e mi ci sono pure divertito. Poi, certo, Carson che arriva al forte giusto in tempo per finalizzare la recita texiana davanti al comandante o Nahomi che attende Stanley fuori dal forte per illuminazione divina fanno sorridere, tanto è evidente il totale disimpegno con cui queste scelte narrative sono state fatte. Ma tant'è, questo ha passato il convento: ci ho passato una buona ventina di minuti (troppo pochi, lo so)? Me li faccio andar bene, anche e soprattutto grazie a Bruzzo. Ho ritrovato, qua e là, scampoli del Nizzi che ho amato negli anni ottanta, di quell'autore che mi fece avvicinare alla testata da bambino, con quelle sue battute e quei suoi momenti coloriti tra i due pards. L'avessi letta negli anni duemila, avrei chiuso l'albo infastidito, come mi succedeva quando leggevo il nome di Nizzi dopo un capolavoro boselliano. Oggi, dopo le tante prove non di mio gusto per temi e ambientazione, assaporo le vignette e i dialoghi come rigustando un sapore antico, una madeleine texiana. E scusate se è poco.
  5. Ho ripreso questa storia per poter leggere, con qualche mese di ritardo, quella del Bos. Come già molti di voi hanno detto, è una storia debole nella trama e per nulla adatta ai disegni classicamente western di Nicolò. Un'avventura stanca, che riflette plasticamente le ormai scarse energie dei due autori. Come dice Diablero, siamo ormai alla fine di un'epoca, la casa editrice invecchia, segno di successo comunque, e gli autori storici si fanno da parte, lasciano il testimone alle nuove leve. Il fatto che il loro congedo, come anche quello di Galep con la copertina del n.400 qualche anno dopo, si esprima con storie sfibrate deve forse solo renderci un po' più cari questi signori, questi narratori per immagini che hanno arricchito le nostre vite.
  6. Scusami. Ma mandamelo lo stesso, saprò apprezzarlo
  7. Mi sono messo in pari con la Tex Willer, leggendo anche La guerra dei piutes. Per ora una storia davvero interessante, che mi ha un po' ricordato la Grande Invasione, solo che lì era Tex a gettarsi nella fornace per avvisare i coloni della guerra indiana imminente. SPOILER Mi ha particolarmente colpito la sequenza di Billy Tate: credevo che alla fine ce l'avrebbe fatta a salvarsi, e invece è rimasto sul terreno crivellato di colpi. D'impatto anche la scena in cui il figlio dello sciamano, sorridendo, spara da distanza ravvicinata nel ventre di RalphRosier. FINE SPOILER (sigh, non ricordo più come si mette lo spoiler...). L'atmosfera, gravida di tensione, rende la storia appassionante: dell'orizzonte della prateria spuntano da dietro le collinette diavoli rossi o, nella notte, bagliori rossastri di sinistri incendi. Carson in solitaria non fa tantissimo, ma è lì, nel mezzo della minaccia, per forza di cose insolitamente poco guascone ma molto concentrato. Come ha scritto Boselli, questa è la sua prima avventura con Tex: abbiamo tra le mani albi dal sapore storico, speriamo che il prosieguo non tradisca le brillanti promesse che finora la sceneggiatura ci sta facendo. PS. Il ricordo di Boselli in secondo pagina è struggente: c'è la vita che scorre, il tempo che brucia veloce, la gioventù, le risate e le serate esistenziali. C'è l'esistenza di ex ragazzi ormai anziani, le ferite inferte loro dalla vita, la memoria come unica cosa che resta. Ai tempi delle prime sue storie, Boselli utilizzava spesso la tecnica del flashback, riuscendo a raccontare in poche ma ispirate vignette un personaggio nella sua interezza, a tutto tondo. Lo ha rifatto qui con sé stesso, sulla sua pelle, mettendo a nudo le sue recenti sofferenze. Una bella persona, Mauro Boselli. Sono onorato di averlo conosciuto in passato dal vivo e di poterci parlare qui virtualmente. Buon Natale a tutti.
  8. Fiamme nelle tenebre comincia male. La conturbante Marie Gold sembra un cerbiatto quando mette la mano sul torace di Tex, quasi cercasse protezione. La donna di Galep è algida, di ghiaccio, anche se senz'altro attratta da Tex in entrambe le versioni. Poi però c'è la scena curiosa di lei furiosa e nuda che mi ha molto divertito, e da questo momento la nuova versione è una gioia per gli occhi. Tra le due sceneggiature ci sono infatti pochissime differenze (perché sono stati invertiti i nomi dei fratelli Tom e Sandy? perché Tom viene ucciso e non solo ferito?) ma la parte grafica di De Angelis è semplicemente straordinaria, e poiché la storia si gioca tutta sull'adrenalina degli accadimenti, quella della collana Tex Willer sovrasta quella, eroica ma datata, degli albori. I dialoghi sono stati completamente riscritti. Nella sostanza dicono le stesse cose, nella forma sono differenti. Quelli di Boselli sono più rotondi e smussati, quelli di Bonelli sono secchi e duri come scariche di mitragliatrice. Finita questa storia. Il terzo albo presenta qualche variante di sceneggiatura rispetto alla storia originaria, che lo rendono a mio modo di vedere più appassionante dell'originale. In soldoni, si tratta della furiosa battaglia "uno contro venti", qui più dilatata se rapportata a quella glbonelliana, ma soprattutto molto più bella graficamente, ciò che le conferisce maggiore epicità e realismo. Bello l'inserto di Marie Gold che decide di abbandonare la città comunque vadano le cose. Tex per lei è stato un uragano e non può più restare: una chicca non presente nella versione originaria che impreziosisce la bella rilettura di questa storia fattane da Boselli.
  9. Sto recuperando anche questa storia, di cui per ora ho letto il primo albo. Le prime 30 pagine sono dedicate a Jeff Weber, ed è un aspetto che ho apprezzato molto. Si vede Jeff agire in solitaria, farsi rispettare da duro nel saloon, in qualche misura anche affascinante con la bella Marie Gold: insomma, un personaggio vero e non il pretesto narrativo della versione di GLB. Inoltre, in queste prime pagine il lettore può acclimatarsi nella cittadina di Gila City (a proposito, perché non Silver City? Magari avrete già dato una risposta, ma non ho ancora letto il topic perché ho letto solo il primo albo della storia. Lo stesso dicasi per il Jolly/Gold Saloon), presentata credibilmente con le caratteristiche delle boom town, può assistere allo spettacolare arrivo della River's Queen e può conoscere la bella e dura Marie Gold. Bella, anzi bellissima, più affascinante di quella di Galep a mio parere. Le cose si ribaltano con Joan: la ragazza bruna disegnata da De Angelis è davvero bella, ma non è all'altezza del fascino della Joan galleppiniana: non è questione di bellezza, ma di carisma, di maturità, e la ragazzina - deliziosa quanto si vuole - non riesce a competere con la donna leggermente più matura, e molto più intrigante, resa 76 anni fa da Galep. Joan inorridisce davanti alla violenza di Tex: il Tex di GLB uccide senza avvisare, entra nella stanza e spara, bang bang! Secco. Uccide e basta. Il Tex di Boselli prima tira un pugno, poi comincia a sparare per legittima difesa. Nonostante questo, il giornalista Baker pragmatico di GLB quasi non batte ciglio, limitandosi a pensare: "che cimitero"; quello di Boselli è quasi inorridito quanto la figlia, è sconcertato da quanto accaduto. In questa scena c'è una differente caratterizzazione sia di Tex che di Baker: il Tex di GLB uccide. Punto. Il Tex di Boselli lo fa, ma non prima di aver tentato di fare qualcos'altro. Addirittura si giustifica dicendo che a uno degli avversari aveva lasciato il tempo di estrarre. Sono due Tex. Qual è quello giusto? La domanda può sembrare retorica, ma non lo è poi tanto. Di sicuro il Tex originale è quello di GLB, entra in stanza e spara, fine dei giochi. Ma Tex è stato molto "edulcorato", nel corso dei decenni, forse già a partire dallo stesso Bonelli, per poi divenire a volte esageratamente legalitario con Nizzi. Si è cercato di renderlo meno feroce, meno sanguinario. Forse perché il lettore di oggi potrebbe avere più la reazione del Sam Baker boselliano che di quello glbonelliano. La differenza nei modi, nella durezza delle parole, sta anche nella concione tenuta dal nostro nel tribunale: "Ma sia ben chiaro e noto a tutti che se sarò attaccato io sparerò... e sparerò per uccidere... questo è tutto". Lapidario, schietto, brutale. Quanto poco nerbo invece in "se verrò attaccato, risponderò... con queste. E darò altro lavoro al becchino". I dialoghi glbonelliani di questa storia andrebbero solo minimamente revisionati, ma non riscritti. Perché sono splendidi, duri, spietati, crudi. Quello è il Tex degli albori. Bellissimo è anche il dialogo glbonelliano con il giudice, che si conclude con queste parole: "cosa vi spinge a vagare come un lupo rabbioso... temuto dagli onesti e odiato anche dai fuorilegge?". Quanta efficacia in poche parole, quale meravigliosa sintesi. In generale in questo primo albo le due storie sono sostanzialmente identiche, ma i dialoghi secchi di GLB si fanno preferire, come anche nel caso della reazione piccata di Joan alla similitudine del vitello Le aggiunte di questa storia stanno in un certo realismo (il giudice padrone di un emporio, la giuria popolare, lo sceriffo che in realtà è una sorta di vigilante, insomma tutte le autorità del villaggio rese più sfumate e meno ufficiali, come nella realtà storica) e in tutta la prima parte che coinvolge Jeff, che ho trovato opportuna perché come detto mette al centro lo sfortunato Jeff, vittima di uno spietato raggiro.
  10. Credevo di esserlo io, questo è un colpo a bruciapelo alla mia autostima. Grazie per il bel Natale che mi farai passare. Preferire un insopportabile come Diablero a me è una cosa che fa male. Sulla scena: io non condanno in toto la scelta narrativa perché Sanchez dice chiaramente che non gli è venuto in mente altro e che doveva rischiarsela in qualche modo. E ci sta. Ma prendersi un rischio così grande mi sembra comunque una grossa forzatura, e avrei preferito un metodo diverso per cavarsi d'impaccio. Continuo a ritenerla una scelta narrativa infelice, per quanto legittima. Io prenderò la menta, in onore dell'ultimamente vituperato Skinny
  11. Ho finalmente recuperato questa storia, mentre avevo saltato quella de La mano rossa: ritengo La mano rossa originaria molto debole e non avevo molta voglia di leggere un remake con gli stessi ingredienti. El Diablo invece è una storia che ho sempre apprezzato molto, per via degli antagonisti e della stessa Florecita, e mi sono approcciato alla riscrittura boselliana con fiducia. È una storia sostanzialmente diversa da quella di Glb, per l'assenza di Joan e Don Felipe, per la presenza di Sanchez (bel personaggio) e per altri aspetti che a mio modo di vedere la allontanano dall'originale, portando così a una sovrascrittura della vicenda per come l'aveva pensata Glb. Questa è più ricca ma non per questo più efficace, ed anzi ho trovato infelice ad esempio la soluzione narrativa che vede Tex sparato alla tempia dal suo falso nemico Sanchez. Una forzatura che mi ha fatto storcere il naso. La Tex Willer ci ha regalato fino ad ora storie preziose, vere e proprie minisaghe dense di eventi e di personaggi e ambientate nelle località più disparate. Ora, però, con l'intersezione tra questa serie e quella bonelliana, ho come la sensazione di un irrigidimento che non fa bene alle trame, che mi paiono più legnose e "obbligate". Intendiamoci, questa di El Diablo è una buona storia, ma non ha la freschezza narrativa delle precedenti, ingabbiata come è nei copioni del passato che da un lato vuole rispettare ma dall'altro sostanzialmente se ne discosta, con una fusione che mi dà la sensazione di non essere perfettamente riuscita. Bello rivedere l'incontro tra Tex e Carson, una sequenza rispettosa di quella originale ma senza la lapidarieta' di quest'ultima, il che è un bene. D'altronde, noi lo sappiamo oggi che quella stretta di mano sarà in qualche modo fatale, certo non poteva saperlo a suo tempo Glb.
  12. Innanzitutto complimenti a Ymalpas per il bello e ricco sondaggio, che consente di tastare il polso a questa nostra gabbia di matti e fa nascere qualche spunto di riflessione. Per ora il forum non boccia Nizzi, dando ragione un po' inaspettatamente alla scelta di Boselli. Scelta che però è stata spesso fonte di flame e che si ricollega all'ultima domanda inerente al giudizio sul forum : vorremmo tutti un forum meno polemico ma addirittura Diablo pensa che le polemiche nascano contro di lui, mentre altri pensano esattamente il contrario. Le premesse non sono buone insomma Sugli albi eleganti: io spererei in Ken Parker. Già la Mondandori tempo fa fece qualcosa del genere, dopo la ristampa integrale. Oggi ne prenderei alcuni. Certe storie di Ken sono come quei classici che non ti stanchi mai di rivedere, e meritano una "fisicità" pregevole quanto il contenuto straordinario che veicolano.
  13. Posizione più che legittima. Come legittima è quella del curatore che sceglie di pubblicare uno speciale (perché sempre di questo stiamo parlando) per il periodo natalizio. Non ti piace, non lo compri, non ne parli. Non è necessario dare un'opinione, spesso malevola, su tutto ciò che non leggi, come fa qualcun altro.
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