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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Messaggi pubblicato da Leo

  1. Non è da 4, come dice Wasted, ma nemmeno da 7, come invece pensa Virgin. Sono più sul 5 di Ymalpas. Il soggetto non è un granch?, ma quante volte Nizzi ci ha riproposto un soggetto abusato confezionando comunque buone storie perchè ben sceneggiate? Questa, invece, nonostante il personaggio interessante di Tessy Malone, procede stancamente, generando alla fine noia nel lettore. Quando una storia cessa di destare interesse, è inutile. E questa, purtroppo, la ritengo una storia inutile, che ci saremmo potuti risparmiare. A questa sensazione non ci aggiungo i rimpianti per i disegni di Fusco: ammiro tantissimo Fusco, alcune sue storie sono da antologia, ma i volti di questa storia sono a mio parere molto infelici, e palesano l'affaticamento, glorioso ma pur sempre evidente, del Maestro.

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  2. Anch'io ce lo vedrei benissimo, come d'altronde avevo auspicato nel topic della bellissima Sangue sul Colorado. Ma a questo punto ne approfitto: qualche mese fa avevo proposto una storia (magari su un maxi) scritta da Berardi o proprio da Boselli dove finalmente si incontrassero Ken Parker, Tex e Carson. Boselli si era detto d'accordo, e Carlo Monni in seguito scriveva sulle Anteprime che Borden ne aveva parlato a Berardi. Se il progetto fosse fattibile, e se davvero si pensa di mettere in cantiere una simile storia (ci sono novità, Carlo?), allora penso che l'apoteosi sarebbe affidare la stessa a Ivo Milazzo. Entrambi (Milazzo e Berardi) hanno fatto grandi cose con Ken, entrambi hanno realizzato, ma in separata sede (Oklahoma per Berardi, Sangue sul Colorado per Milazzo), un grande Tex: è arrivato il momento che tornino a fare grandi cose, INSIEME, con Ken e con Tex. Sarebbe fattibile?

  3. Per quanto mi riguarda, questa è davvero un'ottima storia, che dimostra che, per quanto stanco e anzianotto,Nizzi quando vuole è sempre Nizzi!Non ?  facile per nessuno, infatti, prendere una delle più belle e amate storie di Tex e farne un seguito quantomeno decente... Nizzi ci è riuscito alla grande, regalandoci una trama solida, sceneggiata come meglio non si sarebbe potuto, e in cui non mancano scene esaltanti. E su tutto spicca il personaggio di Rhonda, determinata e spietata, molto sexi, e sopratutto imprevedibile:chi infatti si sarebbe aspettato che una tale vipera potesse amare davvero, e non solo per calcolo?La bravura di Nizzi ha fatto sè che alla fine la morte di Rhonda lascia con un p? di amaro in bocca... E  un'altro spunto di riflessione mi viene in mente pensando alla  storia:in questa nostra epoca, dominata da conflitti religiosi sempre più aspri e drammatici,Nizzi nel suo piccolo ci mostra a quali tragici effetti può portare tale pericoloso fanatismo....... questo è quel che avviene quando il fumetto, come ogni altra forma d'arte seria, si prende il compito di farci riflettere sulla nostra epoca..

    Quoto. La storia (che ho riletto tempo fa) è molto bella, il secondo albo, con Tex e Carson separati (Carson tutto solo è uno spettacolo, anche se trovo non credibile che il vecchio Mannix lasci Carson nel luogo in cui tengono segregato il figlio per andare a Paradise: quale padre lo farebbe??), è adrenalina allo stato puro, Rhonda è un personaggio riuscitissimo (ed è vero che la sua fine lascia l'amaro in bocca). La scena finale, appunto: la fastidiosa presenza di Elias, il suo fanatismo, le sue continue prediche esaltate, erano il giusto prologo a questa scena e alla fine che Nizzi voleva dare alla storia. Elias, durante tutta la storia, non poteva che essere quello e fare ciò che ha fatto, perchè altrimenti questo originalissimo finale avrebbe avuto poco senso. Ma, anche se non ci fosse stato questo epilogo, a me Elias non ha dato fastidio, ed anzi lo ho reputato una figura credibilissima, quella del fanatico esaltato che, reso cieco dalla sua intransigenza, è dissociato dalla realtà e critica aspramente i suoi fratelli che invece hanno chiara l'emergenza del presente. La stessa scena in cui Marcus fa accompagnare a casa un Elias prostrato dopo una predica particolarmente accesa, palesa in modo molto efficace e realistico la mancanza di lucidit? e l'insanit? mentale di questo personaggio, i cui comportamenti da vecchio ed inascoltato profeta ne sono conseguenza. Elias mi è quindi piaciuto molto, sia durante la storia che nel momento finale. Uno dei migliori Nizzi della fascia 500 per una gran bella storia, resa magnificamente da un ottimo disegnatore: chiedo ai soliti bene informati, lo rivedremo ancora su Tex? A cosa lavora attualmente? Lo abbiamo visto in altre storie? Spero vivamente in un suo ritorno.
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  4. Ho riletto questa storia dopo anni e ne ho tratto un giudizio assolutamente positivo. Ci sono indubbiamente delle forzature, dietro le quali si intravede in maniera troppo pesante la longa manus dell'autore (due su tutte: Ely Parker che riferisce ai pards del ritrovamento del cadavere del capitano Grady e il triangolo London - Kennan - segretaria, che, nello spazio ristrettissimo della redazione di un giornale, concentra un agente Pinkerton, un cospiratore e la donna dell'agente Pinkerton!).

    Ma, a parte queste due discutibili soluzioni narrative (evidentemente Nizzi non ha trovato di meglio per lo svolgimento della trama), la storia mi ha preso molto, non ha mai avuto cali di tensione ed anzi mi ha divertito fino alla fine.

    Per quanto, come giustamente dice Ymalpas, non vi siano plateali colpi di scena o sorprese, la storia si mantiene avvincente grazie a tutti i suoi comprimari e ai dialoghi cui questi danno vita. Bella l'apparizione di Pinkerton roso dai dubbi, riuscite le peraltro classiche figure dei cospiratori della capitale, riuscitissime le figure dei cospiratori di Santa Fe, l'affarista Wallace e il direttore Kennan, per non parlare della spoilerata ma comunque originale figura del falso capitano cieco. A proposito di quest'ultimo, trovo molto cinematografica e adrenalinica la scena in cui egli monta il fucile le cui sequenze sono intervallate da quelle che ritraggono il festoso corteo del presidente al quale partecipano Tex e Carson rilassati e del tutto ignari di ciò che sta per accadere. E sono ignari anche per l'astuzia dei loro avversari, veri ossi duri da rodere per l'ingegno che dimostrano.

    Il finale è poi indimenticabile, quando Tex rifiuta l'invito del presidente Grant dando di fatto la colpa a Carson. :D

    Il tutto è poi esaltato dai soliti perfetti (per quanto non ancora "definitivi") disegni di Civitelli. Il suo Carson è tra quelli che preferisco, anche per l'autenticit? e l'ironia delle espressioni che spesso conferisce al volto del Vecchio Cammello.

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  5. Io ho votato no perchè in un fumetto come tex i sentimentalismi o "love affairs" devono restare fuori o cmq essere molto marginali. Però ho notato che la maggioranza assoluta dei votanti è favorevole a un ritorno di lena e donna. Mi sembra difficile perchè ci vorrebbe una storia dove non abbiano il solito ruolo della bella in pericolo che è stato utilizzato già due volte. Non sarebbe meglio una storia dove i 4 pards affrontano una spietata banda di fuorilegge tutte donne? :shock: una storia tipo "bandidas" ecco. E tra carson o kit (o magari entrambi) e una di loro potrebbe nascere una certa complicità :indianovestito: Purtroppo non possiedo tutte le storie ma dovrebbe essere una cosa molto originale per tex, o sbaglio?

    L'idea non mi dispiace affatto. Quoto in pieno.
  6. A differenza di Paco e Tigre, non mi sento davvero di poter dare la sufficienza a questa storia. Personaggi nulli e trovate risibili (i pipistrelli finali sono sconcertanti). Peccato, perchè l'ambientazione alla Indiana Jones l'ho sempre amata molto, ed in effetti quell'atmosfera ha contribuito a farmi leggere la storia fino all'ultimo. Ma ciò che proprio rester? indelebile nella mia mente è Civitelli. I paesaggi western (che io trovo invece molto belli), gli acquerelli del sogno, il bellissimo pueblo perdido (concordo che la copertina sia altrettanto suggestiva), e soprattutto la spettacolare e incredibile alba di pag.11 dell'albo Anasazi... E' talmente viva, quella luce, che mi sembra di assistere al sorgere del sole alle 23:25: sono semplicemente estasiato. Civitelli IMMENSO.

  7. Mercanti corrotti e ufficiali vanagloriosi in combutta per ottenere terre e gloria a scapito degli indiani. Ho perso il conto di quante volte Nizzi ha proposto questo soggetto, diversificandolo con minime varianti. Qui però le varianti sono a mio parere molto infelici:

    - la lotta, solo abbozzata, tra Cheyennes e Kiowas che addirittura fa guadagnare l'immeritatissimo titolo del primo albo a questi ultimi;- il violentatore di indiane, figura che potrebbe essere buona se incidesse un minimo nella storia (ed invece non si vede quasi mai)

    - la (noiosa) caccia ai bisonti, che mi ricorda un pò la situazione riproposta in Bisonte Bianco. In quest'ultima storia però Nizzi era ispirato, qui invece il solo ispirato è quel genio di Villa che con I Cacciatori di Bisonti realizza forse la copertina di Tex più bella in assoluto. Ma, se trovo le varianti poco ispirate, trovo stupidi tutti gli attori di questa storia:

    - stupido Blackmore, che ascolta i discorsi compromettenti del proprio comandante e non batte ciglio finchè non arriva Tex al quale immediatamente riferisce tutto;

    - stupido Carson, che con una manovra sciagurata provoca la morte del colonnello Thunder;- stupido Tex, che incredibilmente, sul finale, non si avvede che Wess Tucker ha approfittato della confusione per scappare. Storia nel complesso con una sceneggiatura accettabile nel primo albo, e che però perde troppo nel finale. Peccato:la mediocrità di questa storia stride in maniera eccessiva con la copertina che la racchiude.

  8. Mah, sarà che l'ho letta a letto (scusate il gioco di parole) con la febbre alta in un freddo giorno del gennaio 1992, sarà che mi portarono l'albo a casa inaspettatamente e fu una graditissima sorpresa, saranno gli splendidi disegni di Della Monica (che a me piace tantissimo), ma io questa storia l'ho sempre amata. La trovo ottima: grande ritmo, continui "capovolgimenti di fronte", dialoghi felici, un'ambientazione che ho sempre amato (le fazende messicane feudi di potenti signorotti del luogo), personaggi riusciti (l'idealista maggiore confederato e il potente feudatario messicano don Diego Moncada), il sempre gradito ruolo degli infiltrati e l'originale idea di fondo (le matrici rubate). Per me questa storia è paradigmatica di Nizzi. Con soggetti neanche troppo complessi e sicuramente non originalissimi, riusciva ad imbastire (in questo suo periodo dorato) sceneggiature avvincenti e personaggi convincenti, sfornando storie IMHO quasi sempre appaganti. Capitolo Della Monica: mi dispiace che non sia rimasto nello staff texiano. Ticci o non Ticci, trovo i suoi disegni bellissimi e coinvolgenti. Il suo Carson è tra i migliori in assoluto.

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  9. Dopo il tardo Nizzi che casualmente ho riletto questa settimana (La Banda dei tre, Tre lunghi giorni e Il Villaggio assediato), questa storia è stata quasi una boccata d'ossigeno. Si tratta infatti di una bella storia, alla cui ambientazione (il sempre suggestivo e fosco profondo Sud del dopoguerra) si aggiunge una bella trama "gialla" e un mistero una volta tanto non facilmente decifrabile dal lettore (come invece è accaduto in altre circostanze). Soprattutto il primo albo è molto intrigante, mentre il secondo, con la lettera rivelatrice che viene a galla, perde un po' in suspence e ridimensiona il fascino che fino a quel momento avevano avuto McCook e Helga (il fascino del mistero: io non escludevo a priori che la stessa Helga in qualche modo potesse essere coinvolta nella morte del marito, tanto era stata lesta ad infatuarsi di un altro, con il cadavere del marito ancora caldo). La parte finale, con il coinvolgimento dei razzisti nell'inaspettata veste di alleati mi è piaciuta molto, soprattutto perchè scagiona Harding e i suoi amici dall'accusa più grave di assassinio sotto le mentite spoglie del KKK. Ciò fa di Harding non più un elemento funzionale alla storia (non è lui ad erigere croci fiammeggianti, quindi fino a quel momento, contrariamente a quanto si pensava, non aveva avuto alcun peso reale nella storia), ma più semplicemente un uomo come tanti ce ne dovevano essere in quella disgraziata epoca, non un bastardo ma un più ordinario frustrato, pronto a prendersela con il diverso e il più debole per smaltire l'amarezza della sconfitta che ancora gli avvelena il cuore. E' una figura individuabile e riconoscibile in tutte le epoche e in tutte le latitudini, quella dell'uomo talmente ottenebrato dalla rabbia e dalla frustrazione che non si fa scrupoli a perpetrare soprusi e ingiustizie pur non essendo realmente un bastardo. E quella sua testa abbassata, quella sua presa di coscienza, di fronte alle lucide parole di Tex che lo accusano di aver messo lui, con il suo sentimento razzista, il cappio al collo al povero Arch, rendono ancora più autentico questo comprimario, e soprattutto il mondo che lo stesso rappresenta. Spesse volte il buon Nizzi, al termine di una storia, dispensa lezioni sui valori fondamentali e su come gli stessi siano stati violati. Penso che una determinata mia sensibilit?, su certe tematiche e su certe situazioni che ancora oggi viviamo, la devo a queste mie letture di ragazzino. In un'età in cui sapevo ancora poco del mondo (n° m'interessava) contraevo inconsapevole un debito nei confronti degli autori della mia infanzia (Nizzi è uno di questi, ma anche Sclavi) per quelle lenti che pian piano si andavano formando attorno ai miei occhi (e che anche loro contribuivano a costruire) e attraverso le quali cominciavo ad avere una determinata visione del mondo.

  10. Questa storia è una storia di mestiere. Un autore non più ispirato ci mette dentro i classici ingredienti western (scazzottate nel saloon e sparatorie a profusione), insaporisce il tutto con un elemento comunque non del tutto scontato (la storia nella storia di Liza e Ramsey: bello il commento di Ymalpas "L'amore, secondo Nizzi" di qualche post fa), conferisce alla storia tutto sommato un buon ritmo (ci fosse stato il Vecchio Cammello forse i dialoghi avrebbero potuto essere un po' più saporiti) e la pietanza può essere degnamente proposta al lettore, con la consapevolezza che non sarà una prelibatezza indimenticabile, ma che neanche disgusterà.

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  11. Per i disegni, se mi dici che Civitelli e' sprecato per la qualita' della storia potrei essere d'accordo(a lui affiderei solo le storie piu' importanti)ma che le locations o i personaggi non sono graficamente caratterizzati bene dai disegni mi trovi in disaccordo piu' totale. Trovo Civitelli adatto a qualsiasi tipo di ambientazione, che sia nel Messico o a New orleans.

    Quoto il buon Anthony (i cui post mi mancano molto: se n'? andato dal forum che io ero appena entrato, e me ne dispiace...). Anche se io in alcune circostanze potrei preferire a Civitelli disegnatori più sintetici ma dal tratto più sporco (vedi Ortiz), è indubbio che Civitelli è sempre uno spettacolo. E il Civitelli di questa storia è semplicemente splendido. Vedere questi disegni, però, mi indispettisce, perchè mi sembrano un vero spreco. I disegni valorizzano e "servono" una storia, ma quando c'è poco da valorizzare (come in questo caso) quanto più sono belli tanto più grande è la stizza nell'ammirarli.
  12. A suo tempo, stanco del Tex di Nizzi, non avevo comprato questi albi. Un p? di tempo fa me li sono procurati, e mezz'ora fa ho cominciato a leggerli. Per la prima volta nella mia vita di lettore texiano, a partire da un certo punto mi sono soffermato solo sui disegni, senza leggere i fumetti. E questo perchè i testi, fino a quel momento, erano stati così scialbi e prevedibili che era sufficiente guardare le figure per capire cosa accadeva. Quoto West10: ma come si fa a riproporre per l'ennesima volta un soggetto del genere al n.590 di Tex??? E non è solo una questione di Nizzi: lui scrive, ma la casa editrice che decide di pubblicare? Mah.

  13. Quello che mi ha sempre lasciato perplesso è che proprio a Cheyenne il senatore Wallace aveva le origini e che proprio a Cheyenne si trovi chi può dargi una mano e che sa tutto quello che è successo al presidente Lincoln. E che costui spieghi con un po' troppa fiducia dei "segreti di stato" a due che non conosce e che vede per la prima volta è qualcosa che mi sembra difficile da credere. D'accordo che in qualche modo si doveva far capire a noi lettori tutti i retroscena dell'omicidio del presidente ma questa è una scorciatoia che non mi è piaciuta, avrei preferito che fosse scoperta in qualche modo dai nostri pards. Poi c'è sempre il Carson un po' tonto e che se anche si riscatta togliendo i due nostri da una situazione disperata resta sempre quello che spesso e volentieri fa delle domande evitabili e "stupide".

     

    Quella quotata è una delle tre forzature che, IMHO, presenta questa storia. Le altre due sono:

    1) la più importante, il fatto che gli agenti del Servizio uccidano Stppard senza fargli rivelare nulla: e se Stoppard avesse disposto che alla sua morte il memoriale doveva essere reso pubblico? Idiozia forte, questa dei due agenti, che di fatto innesca la storia. Un vizio d'origine che mi dispiace.

    2) Tex e Carson, ormai prigionieri della polizia, si fanno salvare dal Presidente in persona affacciato alla finestra della Casa Bianca (o Campidoglio...).

    Forzature non da poco, vizi della sceneggiatura non proprio lievi. Eppure, io considero questa storia una delle più belle di Nizzi, se non (forzature a parte) un capolavoro. Sono entusiasta del suo svolgimento, dell'originalissimo intrigo architettato da Nizzi, del ponte saltato, della baracca in cui il mio Carson fa la parte del leone, del lungo viaggio in treno ad anticipare le mosse dei servizi segreti, delle stupende sequenze cittadine (Ortiz magnifico), dell'ironia dei nostri, dell'amaro finale. Già, l'amaro finale. Quando tutto sembra essere finito, e la vicenda finalmente dipanata, ecco che Nizzi ci regala qualche pagina di riflessione su un tema da sempre a cuore dell'autore, vale a dire la sorte degli indiani. Ed è bellissima la frase finale di Tex, in cui il ranger, pur non dubitando della buona fede del Presidente, è consapevole che nel sottobosco della politica i perdenti avranno sempre la peggio. Le cose possono migliorare, se interviene il Presidente, ma prima o poi la storia riavrà il sopravvento sugli sconfitti, al di là della buona volontà degli uomini, fossero anche il primo cittadino d'America. Pagine che, pur non centrando nulla con la storia, sono a mio parere una significativa ciliegina su una torta di per sè già buonissima. I disegni di Ortiz, infine: per me sono semplicemente entusiasmanti, e contribuiscono a farmi definire questa storia un piccolo capolavoro.

  14. Storia scorrevole e classica, ma che in realtà non mi ha entusiasmato granch?. La trama è quella di una lunga fuga con inseguitori davvero non all'altezza: soggetto quindi essenziale al massimo, supportato da una buona sceneggiatura intervallata da trovate a mio parere non sempre felici. In particolare, ho trovato irrispettosa (nei confronti del lettore) la fase in cui i banditi vengono fatti fuori dall'intervento dei rurales. Intervento di una velocit? sconcertante, condensato in un numero insufficiente di vignette nonostante da esso dipenda il venir meno degli avversari che fino a quel momento avevano fatto la storia. Ricordo che a suo tempo, dopo aver letto questa storia, pensai di non comprare più un Tex nizziano: autore da me molto amato, ma che stava mostrando la corda in maniera decisamente eccessiva. Poi, non ho resistito alla tentazione di ricomprare Tex il mese dopo, nonostante l'autore fosse sempre lui. E meno male che l'ho fatto, perchè la storia successiva, Gli Uomini che uccisero Lincoln, mi riappacific? con il grande Claudio.

  15. Ho riletto questa storia ieri sera dopo tanti anni (curiosamente, non ricordavo Tex con i baffi!). L'ho riletta anche perchè in un altro topic il nostro impareggiabile Carlo (Monni) palesava la sua speranza di un ritorno di Proteus. Dopo questa lettura, io, francamente, mi sento di concordare con quanti dicono che questo personaggio avrebbe ormai pochissimo di nuovo da dire. Io poi, come carson00, non amo granch? le figure alla Proteus (a mio parere non troppo verosimili e comunque non "western") ed in effetti storco un po' il naso di fronte a storie del genere. Questa, nonostante tutto, non era poi così male (se escludiamo l'ignobile trattamento inflitto a Carson :malediz... ), ma il finale nella gabbia dei leoni è a mio parere una scena inguardabile. Nell'acme della vicenda, quando ti chiedi come farà quell'inedito Tex terrorizzato (si veda la sua faccia, ottimamente resa da Letteri) a cavarsela, ecco che tutto si sgonfia con una velocit? sconcertante. E così, un inaccettabile finale chiude una storia che, seppur divertente in alcuni punti, in definitiva non posso non definire fiacca.

  16. Riguardo la formula, a me piacerebbe un Maxi semestrale. D'altra parte, perchè Dylan dog e Zagor sè, come mi fa notare il puntualissimo monni, e Tex no? Tanto più che la serie vende bene. I lettori di Tex sono costretti ad aspettare almeno un mese (nel migliore dei casi) per leggere i seguiti delle loro avventure, l'opportunità di avere un malloppone lungo e completo fa gola e piacere a tanti di noi. Il numero delle pagine può essere variabile, non è che debbano essere per forza 330. L'Oro del Sud ne aveva 266 ed è una signora storia. Se poi uno sceneggiatore riesce a scrivere 400 pagine avvincenti senza allungare il brodo,? il benvenuto. I Due Volti della Vendetta contava 352 pagine con due storie, si tratta di un'altra soluzione che meglio si addice a Tex rispetto all'ipotesi delle tre storie da 110 pagine.

    Concordo in pieno su tutto, e quindi spero in un Maxi semestrale.
  17. Diavolo dovrebbe essere un furbone capace di fregare un intero paese e non fa altro che perdere le staffe ogniqualvolta incontra Tex facendogli nascere più di un sospetto.

    Ed invece, West, anche questo è uno dei lati che mi sono piaciuti del vecchio Starker. Starker ? un furbone, ed infatti tiene in scacco un intero paese, dove è il dominatore assoluto. Quando arriva Tex, Starker non perde la calma, pensa di potersi giocare anche il ranger, conta che, con l'eliminazione di Lewis, il rompiscatole se ne sarebbe andato. Spesso affronta Tex di petto, apostrofandolo in malo modo, senza palesare debolezza. Poi, ad un certo punto, quando Tex, nonostante la morte di Lewis, non si decide ad andarsene, quando lo guarda torvo, sospettoso, quando dice e non dice, ecco, è in questo momento che Starker comincia a perdere la sua baldanza, e le staffe ad ogni occasione. Starker, il grande Starker, il dominus della città, ha incontrato la sua nemesi: e lentamente se ne rende conto...


    In effetti, a me lo sceriffo Starker è proprio piaciuto...

  18. Questa storia è graficamente straordinaria: straordinaria nell'emozionante copertina, una delle mie preferite da sempre, straordinaria nei disegni del Maestro Fusco: più che una storia a fumetti, ci troviamo di fronte ad una favolosa esposizione di quadri, attraverso i quali possiamo fare idealmente una incredibile passeggiata tra i paesaggi del Wyoming. Già, una passeggiata, perchè questa hanno fatto Tex e Carson, non incidendo per nulla nella storia, ma semplicemente "accompagnando" (sia pure a distanza) lo sfortunato Langley, una volta tanto non il solito cattivo, ma un personaggio tragico, nella nemesi della sua vita (i bisonti che hanno fatto la sua fortuna lo tormentano nel benessere) e nell'estremo momento della morte, quando incredibilmente il suo fucile integro lo tradisce: momento molto emozionante, e ancora di più quando Tex e il lettore scoprono che non è il fucile ad essersi inceppato, ma qualcosa nella mente di Langley... Non un capolavoro, ma una bella storia da ricordare.

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  19. Leo, calma!  sisi Ym si riferiva agli interventi presenti e passati di Jack65 che (condivisibili o meno) sono comunque interessanti e sempre "lucidi" nel senso di ben scritti e diretti verso quello che vuole far uscire e trasmetterci. Non aveva certo l'intenzione di dare dei poco lucidi a tutti quelli che hanno giudicato positiva la storia (tra cui ci sono anch'io)!  sisi  ::evvai::

    Scusami Sam, mi sono in qualche modo sentito parte in causa, visto che Jack rispondeva a me in modo diretto. Peraltro, anch'io sono un fan sfegatato dei commenti di Jack, che mi divertono sempre da matti. Stavolta, però, siamo totalmente in disaccordo, e il commento (troppo breve o, come ho scritto prima, lapidario) di Ym mi ha un p? indispettito. Ma poich? credo che non vi fossero intenzioni bellicose, chiedo venia se sono stato un p? brusco... sisi
  20. Gli interventi di jack65 sono, come sempre, di una lucidit? impressionante.

    Quindi, Ymalpas, chi non è d'accordo con Jack65 (o con te, perchè i vostri pareri sono concordi) non sarebbe lucido? Questo si desume dalla tua lapidaria sentenza. Una storia piace o non piace: a te non è dispiaciuta Braccato (che io ho invece francamente odiato), mentre proprio non ti va già questa (che a me è fortemente piaciuta). Ma non per questo dico che uno è lucido, implicitamente affermando che colui che ha un'opinione diversa non lo ?, o lo è di meno. Per me Starker mantiene sempre una sua intima coerenza, anche quando (e proprio quando) perde di lucidit?. Ma è solo Starker che la perde, non anche tutti coloro ai quali questa storia è piaciuta...
  21. fammi capire: all'inizio Starker non vuole ammazzare Tex perchè ha paura dell'intervento dei rangers, ma dopo imbastisce l'impiccagione di, guarda caso, un ranger, per costringere, guarda caso, un altro ranger a venire allo scoperto e farlo fuori, e in questo caso non ha paura dell'intervento dei rangers. Va bene, è schizzato, e di parecchio, ha perso la testa, è vero, ma è troppo sopra le righe per poter essere considerato un grande personaggio, e non è nemmeno sufficientemente pazzoide.

    Beh, l'ho già detto prima: ha sempre paura dei rangers, solo che quando arresta Carson ha già deciso di sbaraccare col denaro nascosto nel mulino. Lo dice lui stesso, che magari riprover? a farsi una vita in qualche altra città. Poi, io non ho detto che è schizzato, ho detto che è un uomo sicuro di sè che di fronte a Tex perde la sua sicurezza e di conseguenza perde di lucidit?.

    Tex finissimo conoscitore di uomini? Anche in questo caso? Ho i miei dubbi. pag 234, dopo che i due vice se ne sono andati senza aver combinato nulla: "se avessi tentato di torchiarli, quei due idioti probabilmente si sarebbero fatti ammazzare e non avrei ottenuto nulla."Ma dove? I due fessi si sarebbero fatti ammazzare senza parlare? Ma via, due così il vero Tex se li sarebbe cucinati in due secondi e gli avrebbe fatto cantare l'opera.

    Su questo ti d' ragione, ha fatto storcere il naso anche a me. Ma non è un elemento sufficiente, IMHO, per minare il mio giudizio su una storia che mi ha divertito e appassionato molto. Io poi non ho percepito il vivacchiare di cui tu parli: mi sono anzi divertito sempre, segno che il ritmo della storia non mi è parso mai calato. E l'entrata in scena di Carson, che, come dici tu, ha sbloccato la situazione, è stata anch'essa una bella trovata, ed anzi ha consentito quello che io ritengo un bellissimo finale.
  22. CONTIENE SPOILER

    Ymalpas Il secondo impatto negativo è con il personaggio di Starker. Mi ricorda certi fratelli Donegan. Ma senza capo e senza coda. Cioè è un personaggio di difficile definizione:

    a ) è un bandito è si e no.
    b ) gli interessano i soldi è si e no.
    c ) è un fine ragionatore è si e no.
    d ) è una persona eloquente è si e no.
    e ) è capace di dominare le sue sensazioni è si e no.
    f ) ha tutto il villaggio dalla sua parte è si e no.

    Jack65 E? un furfante fino in fondo? Mica tanto. A cosa mira? Sembra all'approvazione popolare, più che al potere e ai soldi. Per questo diverse azioni sono contraddittorie. Perchè si rifiuta di ammazzare subito Tex? Chi se ne accorge se viene fatto sparire? E perchè eliminare i complici, invece di coalizzarli tutti contro Tex?

    Tazhay Perchè, poi, sistemare e liquidare in tutta fretta i suoi complici (con una rischiosa sparatoria a viso aperto, ed in inferiorit? numerica, poi!)? Solo per il gusto di vedersi acclamato e beatificato al ritorno in città? Precludendosi, così, la futura possibilità di lucrose rapine, e a pro di che?  A me pare un comportamento piuttosto schizofrenico, o comunque poco coerente, tanto che non si capisce se il personaggio sia carne o pesce

    I dubbi suscitati da questo personaggio sono anche i miei. Ed è per questo, però, che Gregory Starker mi è piaciuto tantissimo. E' un personaggio schizofrenico, senz'altro, ma questo, lungi dallo sminuirne la statura, la accentua invece facendolo divenire, IMHO, uno dei più bei comprimari texiani.


    E'un bandito? Certo che lo ?, e della peggior specie. Solo che, per puro caso, si trova a rivestire i panni dello sceriffo, e non tarda a capire che delinquere con una stella sul petto è molto più facile e redditizio. In fin dei conti, è quel che fanno tanti nostri politici, no? Man mano, si innamora del potere, e del consenso, e poich? ha raggranellato un bel p? di quattrini (che presumibilmente non vuole dividere con i suoi complici), ecco che li uccide tutti, per non dividere, perchè magari non vuole più rischiare di avere amicizie compromettenti, perchè vuole sentire (e questo io lo trovo credibilissimo) l'ebbrezza delle acclamazioni della gente per aver distrutto la banda. Semplicemente, Starker ha voluto mettere fine al gioco redditizio delle rapine, perchè si è ormai innamorato del proprio personaggio e di ciò che rappresenta, e preferisce le acclamazioni ad ulteriori denari. E questo Faraci lo tratteggia benissimo: questo Starker è un istrione, "un grandissimo commediante" (per dirla con Tex), è stato "catturato" dalla sua stessa trappola, ora vuole essere popolare, acclamato, e ricco al contempo, senza dividere con nessuno soldi e gloria. Ecco perchè uccide i suoi complici: con il suo passato può essere sempre ricattabile, e poich? non vuole stare sotto scacco, deve eliminare (lo dice lui stesso ad un certo punto) chi sa troppo. Lineare.

    Come lineare è che all'inizio non voglia far fuori Tex. Lo dice lui stesso che eliminare Willer significa far venire tutto il corpo dei rangers a Blackfalls a vendicare il loro uomo migliore. Ma a un certo punto Tex, fine conoscitore di uomini ed abilissimo snidatore di serpenti, lo mette in subbuglio, gli fa vacillare le certezze. Starker, ormai abituatosi ad essere considerato un padreterno, intuisce in Tex l'effettiva minaccia e perde di lucidit?, e cosa c'è di sbagliato in questo? Anche questo è credibilissimo, invece.

    E quando si trova Carson per le mani, compie un gesto arrischiato e non coerente con i suoi timori iniziali circa l'eliminazione di un ranger, ma lo fa perchè ormai deve catturare Tex, che è una sua ossessione, perchè questo Starker, all'apparenza forte, è invece fragilissimo nella difficolt? (ma a me questo tratto piace, rende umano e compiuto il personaggio). E quando fa questo gesto arrischiato, ha comunque deciso di cambiare aria, di andarsene via col suo bel gruzzolo, e chissà, potrebbe tentare la stessa cosa altrove, lontano dai rangers che inevitabilmente sarebbero giunti a Blackfalls dopo la morte di Tex e Carson.

    Personaggio schizofrenico, n° carne n° pesce? Credo che fosse proprio questo l'intento dell'autore, che ci è riuscito in pieno sfornando quello che io considero un SIGNOR personaggio.

    Proprio per la complessa e per nulla rettilinea psicologia del personaggio, io non ci vedo alcun allungamento di brodo. Non "scopano" mai? Certo, Starker non lo vuole, Starker pensa, studia cosa deve fare per eliminare il ranger nel modo più indolore possibile. E il Ranger? Ma neanhce lui lo vuole, lui non sa ancora nulla, intuisce soltanto che qualcosa non va, e allora cucina a fuoco lento, con la consapevolezza che prima o poi Starker sarà cotto a puntino.

    E si arriva al finale, a mio parere splendido, in una sorta di triello (includendovi un grande Carson) che vede Starker soccombere in modo straordinariamente teatrale, con la platea (i cittadini di Blackfalls) attonita ad assistere ad uno spettacolo sorprendente e sconcertante.

    Per me, questa storia è da applausi.

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