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TWF - Tex Willer Forum

Leo

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Tutto il contenuto pubblicato da Leo

  1. Leo

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Circa il Long Rifle, io non ho dubbi circa il fatto che tu qui lo abbia usato in modo inattaccabile; tuttavia, ammesso che nella sua storia Ruju lo abbia usato in maniera più disinvolta (la storia dei 200 metri e giù di lì), questo non mi fa buttar via il bambino con l'acqua sporca, perché di imprecisioni in Tex ce ne saranno a iosa, e ringrazio Dio di non essere così attento da scovarle tutte, sennò mi guasterei il piacere della lettura. Circa gli spoiler, ho trovato la tua presentazione un vero e proprio valore aggiunto. Racconti per l'appunto la Storia reale, cosa che mi ingolosisce sempre, ma facendo ben comprendere che essa sarà solo il contesto della storia-fiction, di cui non hai anticipato nulla. E' un po' il prologo alla tua rubrica "Wanted", che apprezzo molto tanto che mi piacerebbe ci fosse anche su Tex.
  2. Leo

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    Pur non discordando con quanto @Diablero e altri utenti vanno dicendo, in altri topic, sulla proliferazione delle uscite texiane e sul calo della qualità media delle storie di Tex, devo anche dire che un albo come questo sembra fatto proprio per smentire quel messaggio, per rivendicare con forza la vitalità del personaggio, la sua predisposizione a vivere storie appassionanti, il suo talento nell'attrarre autori che ne perpetuino il mito e nel renderli longevi (c'è già una grossa anzianità lavorativa nel caso di Boselli) e iperprolifici . Ora, con questo non voglio iniziare uno dei miei peana a Boselli, cui non ho ancora perdonato la tirataccia dei sette albi mefistiani e le altre uscite di questo personaggio che ci sono state e che ancora ci attendono; tuttavia, devo, come spesso accade, tessere le lodi di una storia fino ad ora molto bella: Boselli ci propone nuovamente un'avventura che prende le mosse da fatti realmente accaduti, riuscendo a calibrare la presenza di Tex in questo contesto in maniera molto naturale e fluida, rendendolo protagonista di ottime sequenze, quali quelle d'azione contro gli indiani dell'Est ma anche quelle che lo vedono investigatore alla missione all'inizio del secondo albo. Nel frattempo, in Arizona sta maturando l'affare Bascom, che vedrà coinvolto Cochise nella narrazione che per ora scorre parallelamente a quella di Tex in questa storia, e il cui dipanarsi è reso in maniera perfetta da Boselli, con i dubbi diel signor Ward e del sergente e con le incertezze di Cochise e di Mangas Coloradas circa l'invito delle Giacche Azzurre. Sta profilandosi l'evento che conosciamo, ma sappiamo che stavolta, nella dimensione parallela delle storie di fantasia bonelliane, Cochise avrà un alleato nell'affrontare una fase della sua vita che ne segnerà l'esistenza. Al riguardo, sono curioso di vedere cosa farà Boselli: l'affare Bascom darà la stura alle guerre indiane apaches e alla dimensione di Cochise quale grande nemico dei bianchi. La guerra che ne seguirà sarà particolarmente sanguinosa ed io spero che l'autore non edulcori nulla, e ci faccia vedere Cochise nella sua furia vendicatrice, senza sconti. C'è tempo per farlo tornare saggio, ora è il tempo della vendetta.
  3. Leo

    [745/747] Vancouver

    Sono dell'idea che le circostanze non lo richiedessero, che Kircher non avrebbe potuto uccidere Kit prima che Carson lo freddasse. È vero, come dice Diablero, che su questo si può dibattere anche perché il tutto è concentrato in poche vignette, ma la scelta narrativa dell'autore parla da sé, e a meno di non volerci vedere l'errore a tutti i costi, l'errore non c'è. Premesso quanto ho scritto sopra, e cioè che le circostanze non lo richiedono, ecco che diventa ozioso chiedersi perché Carson non ha sparato nella schiena. Poi, è vera una cosa: che negli ultimi decenni (glb non scrive più dagli anni '80) Tex da questo punto di vista si è ammorbidito. La scena di Hanubi oggi difficilmente la vedremmo. E, cavolo, bisogna prendere atto anche di questo. Richiamarsi a una purezza primigenia del personaggio non è più possibile, perché decenni di storie scritte da altri e in altri tempi hanno addolcito alcuni tratti del personaggio. Dopo 40 anni, sarebbe opportuno prendere atto, altrimenti la soluzione è una sola, e la dà proprio Diablero: Forse quella è la soluzione: rileggersi solo le vecchie storie, perché le nuove non le si accettano. Non per Nizzi né per Ruju. E ribadisco che con il metro usato da Diablero e Exit per questa storia può andare tranquillamente stroncato anche Boselli, che per quanto abbia saputo tenere a modello il solo grande vecchio, è stato anche lui, con buona pace dei puristi, influenzato da decenni di Nizzi e dai tempi nuovi, e una rilettura delle sue storie non reggerebbe alle tante critiche piovute a Ruju per questa sua, in verità bella, storia.
  4. Leo

    [745/747] Vancouver

    Kircher era stato IN QUEL MOMENTO allontanato da un violento pugno di Kit. Chi ti dice che è così vicino a Kit da poterlo ammazzare prima che Carson abbia il tempo di sparargli? E' evidente che Carson ha valutato che aveva tutto il tempo di freddare Kircher prima che quest'ultimo potesse nuocere a Kit. E invece Carson è strasicuro che lo umilierà. E lo fa davvero. Senza bisogno di bucargli le mani da posizione di vantaggio. E' un bel Carson, anche meglio di quello che conosco io. Sono d'accordo con l'intero tuo post. D'accordo anche con questa tua osservazione. Eccessivo, quel guanto nel duello. Vergognati Posizione che ritengo equilibrata. Ma quale piacere, è nna faticaccia Sull'ultimo commento di @Diablero, che fa vedere tante scene di Tex e pards che sparano senza tanti complimenti: Semplicemente non mi sembra che nella storia di Ruju ci sia questa necessità. Come ho detto all'inizio del presente post, Kit lo aveva già allontanato con un potente sganassone, e Carson lo ha ritenuto sufficientemente lontano dal suo figlioccio da potergli dare voce senza sparargli immediatamente. Non c'è errore.
  5. Leo

    [745/747] Vancouver

    Non direi che stravolge la realtà storica. Direi piuttosto che ne esalta solo un aspetto, ritenendolo maggiormente importante anche ai fini del messaggio, retorico quanto si vuole, che ha inteso dare. Sono dell'idea che questa sequenza poteva essere resa meglio, poteva avere più spazio, essere più al centro della terza parte. Si consuma invece in poche pagine, ed è un peccato. Ma non direi che è una citazione fatta male; è invece un bel segmento di quest'avventura, che attinge dai fatti storici senza essere pedissequo, al fine mettere in risalto il contributo degli Squamish, che dell'evento sono i protagonisti o quanto meno dei coprotagonisti importanti. In merito a Kircher, io continuo a ritenerlo un personaggio memorabile invece. Pur non essendo relatable, resta impresso per l'efferatezza, la crudeltà, il sadismo. Per l'alone che sapientemente Ruju gli crea attorno fin dal primo albo. Il fatto di non dargli un passato è una precisa scelta dello sceneggiatore, che non a caso fa dire al capo della polizia che non si sa nulla delle origini di questo mostro. È un uomo dalla crudeltà estrema, la cui esistenza passata è avvolta nel buio. Sono più questi elementi - la crudeltà, il mistero - a renderlo memorabile, che non l'artiglio. A proposito di artiglio, a un certo punto, Kircher si trasforma in Wolverine, dici. Mi hai fatto riflettere su un punto: perché Artiglio d'orso attacca Kit col guanto, e non lo minaccia invece col suo fucile? Non aveva potuto ricaricarlo? In effetti questa scelta narrativa non me la spiego, non ci avevo fatto caso. Forse Ruju ha voluto spettacolarizzare lo scontro con Kit, ma in nome dello spettacolo ha sacrificato la verosimiglianza, e la cosa mi piace poco.
  6. Leo

    [745/747] Vancouver

    O nessuna, considerata la sua ignoranza circa l'esistenza di Kircher prima e le sue intenzioni incendiarie poi. Il fatto che non la citi non vuol dire che lo abbia dimenticato. Come non ha dimenticato che non solo Taki, ma tutto un intero villaggio è stato trucidato da quegli assassini. Non c'è bisogno di citare nulla, basta il desiderio di vendetta, che Carson ha. E ce lo ha anche nell'intento di umiliare Kircher, non solo di ucciderlo o arrestarlo, accettando il duello. Le fasi di questa battaglia fluviale sono concitate e ci sta che il vilain riesca a fuggire. Forse le canoe andavano disegnate più lontane (ma forse il disegnatore voleva solo rendere l'idea, concentrando nella vignetta le due imbarcazioni che duellavano), forse un colpo di Tex sarebbe potuto andare a vuoto (consentendo ai fuorilegge di recuperare tempo e di portarsi fuori tiro in un intervallo di tempo più plausibile), forse la situazione poteva essere limata meglio. Ma io non credo che questi particolari possano pregiudicare il giudizio su una storia che non è, come la definisci tu, ma è una delle storie più apprezzate degli ultimi tempi. Utilizzare aggettivi così veementi, così lapidari, così stroncanti è a mio parere una grossa ingiustizia nei confronti di questa fatica rujana, considerato che le tue chiavi di lettura, dalle stragi causate dal Tex fesso alle assurdità spazio-fisiche della battaglia sul fiume sono come mimino opinabili, per non dire sbagliate, e considerato inoltre che con questo metro ben poche storie di Tex (Glb e Boselli compresi) passerebbero al vaglio della tua censura. Senza offesa, ma quei tuoi giudizi tranchant sono veramente esagerati, Diablo.
  7. Leo

    [745/747] Vancouver

    Ma consegna Angela agli indiani quando ancora non sa nulla della presenza di un Kircher che, con la sua banda, potrebbe assaltare un intero villaggio indiano. Crede di avere a che fare con dei bianchi di Vancouver, che difficilmente potrebbero rintracciare Angela, a differenza di Kircher che invece è un uomo dei boschi e bazzica gli indiani. Non c'è nulla di sbagliato nell'affidare Angela a Capilano, e se gli eventi daranno torto a Tex è solo perché quest'ultimo non sa di Kircher. La situazione delle canoe è inestricabile. Ma, anche qui, Tex è preda degli eventi. Non c'è il tempo per pianificare un'azione: Kircher ha preso Angela, va inseguito come prima cosa. Non ci sono alternative, e che l'azione sia molto rischiosa lo intuisce anche Tex. Che però non può fare diversamente. Le circostanze obbligano Tex ad inseguire, lo rendono in qualche modo impotente a fare altro. E non concordo sul fatto che questo non sia Tex e che andasse cambiata la sceneggiatura: Tex è un uomo e come tale può trovarsi con le spalle al muro, a prescindere dalla sua abilità. Circa il fatto che non spari a Kircher, a me pare che il nostro cerchi di mettere fuori gioco gli sgherri che hanno un fucile a ripetizione e che sono quindi nell'immediato più pericolosi. Se non colpisce Kircher è perché non fa in tempo, posto che la canoa imbarca acqua e lui deve pensare a salvarsi. Circa gli squamish che arrivano dopo, è vero che avrebbero potuto inseguire Kircher, ma essi valutano di non farcela più per via della vicinanza con l'arcipelago. Nessuno può immaginare la missione incendiaria di Artiglio d'orso. Con Angela salva, c'è tutto il tempo per mettere il sale sulla coda del sadico criminale. Dire che andava preso subito, nonostante le difficoltà ambientali spiegate dagli Squamish, significa ragionare col senno di poi: va preso sennò incendia la città. Peccato che Tex non potesse saperlo.
  8. Leo

    [745/747] Vancouver

    Pur non concordando con te al 100 percento, non me la sento nemmeno di darti torto in toto. Anche per me la scena dell'incendio poteva essere molto più drammatica, e raccontata in modo molto più "avvolgente", facendoci sentire il fuoco e la tragedia dei cittadini. Non parlo di occasione sprecata, perché la scena comunque mi è piaciuta, ma rimpiango l'assenza di una sequenza che poteva essere più spettacolare. Tuttavia: - sul fatto che si veda solo l'intervento degli Squamish, e non gli altri modi con cui gli abitanti si salvano, non lo ritengo un elemento così importante. Semplicemente, la storia non ci fa vedere come tanti altri si salvano, appuntando invece l'attenzione sull'azione meritoria degli indiani, che non a caso è ancora oggi celebrata. Far vedere una parte per il tutto, non la considero una grossa pecca. - sul fatto che le potenzialità dell'incendio non siano state sfruttate a fondo, rispondo con una riflessione: a me è piaciuta molto la scena dell'uomo che vuole salire a tutti i costi sull'imbarcazione, in preda a una sorta di raptus. La trovo credibile, ben calata nel contesto, ci rende partecipi delle emozioni esasperate di quella notte. Il pard @Gunny, invece, l'ha criticata trovandola un allungamento di brodo. Due metri di giudizio diametralmente opposti! Chi dei due ha ragione? Quindi, per quanto rimpianga il fatto che l'occasione poteva essere sfruttata meglio dall'autore sardo, pure mi rendo conto che egli deve porsi il problema di soddisfare tutti i palati, e di dover in qualche modo porsi nel mezzo (col rischio di scontentare entrambe le tipologie di lettori).
  9. Leo

    [745/747] Vancouver

    Ruju spiega particolare per particolare quello che accade. Gli si può contestare che i cattivi riescano troppo velocemente a portarsi fuori tiro (duecento metri in poco tempo) o il fatto che siano disegnati ancora troppo vicini, ma con questo metro, concordo con @Poe, temo che non solo le storie di Tex (inclusi Glb e Borden), ma anche molte altre di altri personaggi o di film e libri non reggerebbero più di tanto. Senza contare che in una storia vera probabilmente Tex non potrebbe nemmeno essere infallibile così com'è, e che una scena così dinamica e convulsa, nella realtà, potrebbe avere tanti esiti diversi. In questo caso io, e non solo io, lo abbiamo usato in termini critici, perché la sensazione è che tu spacchi in quattro il capello perché vuoi assolutamente dimostrare la fallacia di questa storia (glissando su decenni di storie passate che hanno effetti simili); in linea generale, invece, trovo il tuo modo di "vivisezionare" le storie intelligente e proficuo (per destare riflessioni in altri lettori). Non sempre sei convincente, ma ci tengo a dire che per me puoi continuare a farlo , non era una critica in senso assoluto.
  10. Leo

    [745/747] Vancouver

    Anche il duello di Ruju serve, invece. Kircher si è rivelato un grande avversario, sadico, disumano. Per due albi ha tenuto la scena come pochi vilain, ha fatto breccia nel lettore. A cosa serve un duello? Serve anche a eliminare - o a umiliare, come in questo caso - un grande avversario: a non sconfiggerlo banalmente in una sparatoria, a non farlo marcire tra le mura di una cella. Il duello serve allora a regalargli quella "bella morte" che un personaggio come lui merita. E poi serve anche a mettere in luce, per una volta, Carson in quella che è una "sua" storia dall'inizio alla fine. Serve a farne risaltare la grandezza, troppe volte messa in ombra dal suo più giovane e ingombrante pard. Serve ad ingigantire Carson e lo stesso Kircher. E se molti hanno apprezzato, qui come su facebook, significa che ha funzionato. Che è piaciuto. E quindi un duello può servire anche a questo, in definitiva: piacere. come sarebbe fuggito in barca? gli avrebbero sparato prima ancora che potesse fare alcunché. Non c'è nessun errore dei pards, la barca è anche legata saldamente al molo. Nessuna via d'uscita, dunque. In realtà Tex non sbaglia un colpo, ma appena si accorge che la sua barca sta affondando quelli si portano fuori tiro e lui non può più fare nulla. Anche qui, Ruju è attento nel farci vedere tutta questa sequenza. Circa il fatto invece che i due uomini riescano a non farsi raggiungere dagli indiani, sono in realtà gli Squamish a rinunciare all'inseguimento, perché ritengono che Kircher e il suo socio siano diretti all'arcipelago, dove non riuscirebbero più a trovarli. Nessuno sa che stanno andando ad appiccare l'incendio. Tex pensava che Angela sarebbe stata al sicuro perché protetta da diversi guerrieri. Non può immaginare che i rapitori siano una posse così ben organizzata di assassini. Solo quando viene a sapere di Kircher capisce di aver sottovalutato la minaccia. Una minaccia, tuttavia, di cui fino a quel momento non conosceva la reale entità. Vedi sopra. Interviene solo DOPO aver saputo di Kircher. Non "perché sì". Su questo siamo d'accordo, ma è un peccato veniale veniale veniale. Utilizzi spesso l'aggettivo "assurdo" e l'avverbio "assurdamente". Colpisci l'autore, il curatore che avalla, i lettori che apprezzano. Per te... ...non solo Ruju, ma neanche Boselli, e neanche io, e tanti altri qua dentro, hanno mai letto GLB. Ma non c'è nulla di assurdo nel comportamento di Carson. Kircher merita la forca, ma Carson vuole punirlo lui. E non per difendere l'onore dell'amata, o tante altre romanticherie. Kircher è un bastardo, e merita di morire. Avesse chiesto un duello a Tex, questi lo avrebbe accettato senz'altro, come ha fatto innumerevoli volte. Solo che stavolta il provocato è Carson. E il Vecchio Cammello non è meno da Tex. Vuole punirlo, vuole ammazzarlo, a quel bastardo di Artiglio d'Orso. E si toglie la soddisfazione di umiliarlo. Con il duello, Carson la fa pagare a Kircher. Non lo pesta, ma gli trafigge una mano. Lo umilia. Vince. Carson vince. Certo che Kircher è sempre soltanto prigioniero, ma se nel duello questi non muore è solo perché lo scontro si sviluppa diversamente e Carson lo ferisce soltanto (ma in maniera conclusiva per il duello). D'accordo con te, soluzione gestita male. *** Io credo, Diablo, che, semplicemente, ci sono soluzioni narrative che non ti piacciono, ma da qui a definirle assurde e anti-texiane (e a considerare questi tuoi giudizi come definitivi e insindacabili) ce ne corre. Credo che tu abbia perso fiducia in Ruju, come tu stesso hai ammesso, e che questo ti porti a non perdonargliene nessuna. Vivisezioni la storia col bisturi del chirurgo, vedendoci chissà quali parti da asportare, e non ti avvedi che l'insieme, al netto di qualche sbavatura, funziona e che il paziente non è poi così moribondo. Svilisci il lavoro di un autore la cui presenza io ritengo sia invece una piccola fortuna per Tex perché, pur non avendo mai raggiunto i picchi dei suoi predecessori, pure sta traghettando bene il suo Tex in questo fiume vorticoso degli anni Venti del ventunesimo secolo.
  11. Leo

    [745/747] Vancouver

    Ritengo questa di Ruju e Mastantuono un'ottima storia, con personaggi importanti e calati in un contesto affascinante, sia dal punto di vista ambientale che storico. Credo che anche a Villa sia piaciuta molto, perché ha disegnato due copertine - la prima e la terza - davvero ispirate, con la prima soprattutto che, tra i colori del cielo e la lapidarieta' del titolo, ha un sapore al contempo malinconico ed epico, e che mostrandoci la quiete richiama sinistramente la tempesta, o meglio le tempeste, che davvero nei tre albi non mancano. Innanzitutto l'omicidio dell'ingegner Flinn e della domestica, in una scena drammatica e appassionante, con Angela che si salva per il rotto della cuffia. Più tardi, il rapimento della stessa Angela e l'uccisione di Taki e di tanti altri Squamish, eventi preceduti dall'assassinio del vecchio cercatore d'oro, che muore col rimpianto di non aver potuto avvertire Joe e Tex; e poi ancora, il gigantesco incendio di Vancouver, con l'intervento salvifico degli indiani. A collegare questi punti nodali della storia, c'è una trama ricca di azione e dal gran ritmo, con Carson sugli scudi, protagonista di un bel doppio confronto, all'inizio e alla fine di questa avventura. Il primo, non lo definirei nemmeno un duello: è solo una ripassata ad uno zoticone e prepotente di paese, a cui Angela ha fatto girare la testa. Non lo conto dunque nel novero dei duelli, essendo questa una scena funzionale essenzialmente ad avviare il rapporto tra il ranger e la ballerina, con il primo nelle vesti di cavalier servente e l'altra in quelle di fanciulla da salvare. Da qui, l'ennesima relazione del vecchio reprobo, che non perde occasione di conquistare le donne da saloon, evidentemente per lui una vera e propria passione. Quello finale, invece, è un duello con tutte le carte in regola, e l'originalità sta nel rendere protagonista della tenzone stavolta proprio il vecchio Cammello. Diciamo la verità, quante volte abbiamo visto Carson prendersi prepotentemente la scena? oltretutto non contro un avversario qualsiasi, ma contro un pazzo sadico che durante la storia, anche grazie a un monumentale Mastantuono, è parso terribile e massimamente feroce? Questo, a mio parere, è stato l'unico duello degno di nota e che meriti di essere definito tale, ed è a suo modo avvincente, per quanto può esserlo uno scontro che coinvolga direttamente i pards. E' stato bello, per una volta, vedere Carson nei panni di Tex; certo, stride un pò qui il comportamento del Carson di Ruju rispetto a quello di Boselli ne I Sette Assassini: in quest'ultima storia, come in quella di questo mese, il vecchio ranger è chiamato a battersi da un avversario ormai disperato che ripone le sue ultime speranze in una provocazione: in Vancouver è Kircher, nella storia boselliana era Kid Rodelo. Con il Kid, però, Carson non volle prendersi rischi inutili, e si limito' a schiaffeggiare il ragazzo, in tal modo umiliandolo; qui, invece, si assume l'onere di un combattimento dall'esito per nulla scontato. Laddove la soluzione di Boselli era stata improntata al buon senso e in un certo qual modo poteva dirsi elegante, questa è invece, per usare un termine "diableriano", più tamarra e anche meno credibile. Ciononostante, personalmente ho apprezzato anche questa scelta narrativa, anche perché il Kid era solo un ragazzo cui impartire una lezione, mentre Kircher è a tal punto odioso che è comprensibile e giustificabile la rabbia di Carson nei suoi confronti, e quindi il suo desiderio di distruggerlo definitivamente, e di farlo di propria mano. Concordo invece con chi dice che l'incendio poteva essere sfruttato meglio. In definitiva, una storia avvincente e ben orchestrata, assistita in maniera superlativa da una parte grafica semplicemente spettacolare, sontuosa, magnifica. Chiudo con la patacca: è bella. Mi piace il giallo-nero, che fa molto Tex, richiamando la sua immancabile camicia e il suo svolazzante fazzoletto. E mi piacciono anche le celebrazioni, mi piace che si renda evidente, manifesta, la ricorrenza di quest'ennesimo traguardo, di questo nuovo lustro da aggiungersi quale nuova tacca al calcio della pistola dei nostri, perché è un mezzo miracolo (per non dire intero) che dopo 75 anni Tex stia ancora cavalcando a spron battuto, pur tra insidie forse ben più letali degli avversari di carta affrontati centinaia di volte tra le vignette. E questo miracolo va ricordato, mese dopo mese, va ripetuto ai quattro venti, va per l'appunto celebrato. Con il legittimo orgoglio di chi, nonostante il contesto avverso e i tempi grami, combatte ancora.
  12. Leo

    [Tex Willer N.50/55] Il passato di Cochise

    CONTIENE SPOILER CONTIENE SPOILER Sui Monti Chiricahuas cade la neve, placida, lenta, imbiancando il mondo. Fortunatamente, i fuochi sono accesi nelle capanne e col loro crepitare e il loro calore creano la giusta "bolla" per isolarsi dal proprio tempo e tornare indietro, a un'altra era. Un'epoca di guerre feroci, di lotte tra ragazzi che poi diventeranno amici, di inconcepibili e inaccettabili tradimenti. Di sconfitte brucianti che servono da lezione per il futuro e di compagni portati a spalla quando non serve più. In poche pagine, Boselli condensa l'affascinante vita del grande capo Cochise, scandita da eroismi, amicizie, battaglie dagli esiti alterni e falsi amici: tutta un'esistenza, dipanata davanti ai nostri occhi con penna felice e scorrevole, il cui portato sta nelle parole che il fratello di sangue di Tex rivolge a quest'ultimo, nella "bolla" attorno al fuoco: in guerra nessuno può evitare di assistere al peggio... o di commetterlo. E se fin qui questa grande verità ci sta nella bocca di un grande guerriero che sappia guardare il suo mondo con sguardo disincantato (le ragioni dei giovani sono diverse da quelle degli anziani. La pace è una cosa buona), sorprende invece la volontà di Cochise di non far scorrere altro sangue, neppure quello dell'uomo che ha ucciso suo padre, di quell'uomo che già noi lettori, assetati di sangue più del capo apache, vorremmo morto tanto odioso e vile è stato il suo delitto. Il taglio epico di questa storia non le impedisce di proporre al lettore qualche momento di alleggerimento, come quello, invero brevissimo, del litigio sfiorato tra Cochise e sua moglie Dosteseh: non credo peraltro che sia un'uscita fine a sé stessa, ed anzi è probabile - ma su questo chiedo lumi a @borden - che la sequenza voglia rivelare la forte personalità della donna del capo, e il loro rapporto magari poco ortodosso per i canoni di quel contesto. Sui disegni: leggendo queste pagine, vedendo quella neve cadere, quel fumo salire nella notte, mi sono disposto anch'io a trovare un angolino nella "bolla" e ad ascoltare questa sorta di ballata. Se non ero più a casa mia, ma al calduccio nei pur gelidi monti Chiricahuas, lo devo a De Angelis, che devo ringraziare per questo viaggio quasi gratis.
  13. Leo

    [745/747] Vancouver

    Queste a mio parere sono scelte narrative, a volte felici e a volte no, sicuramente abusate. Però non parlerei di sciatteria, che è un termine a mio parere troppo ingeneroso per un autore come Ruju. Dello sceneggiatore sardo-piemontese io ho sempre apprezzato la cura che ha nel tratteggiare personaggi anche secondari e nel proporre dialoghi credibili e corposi, e se a volte ha compiuto passi falsi, beh questi li imputo a scelte sbagliate, magari anche a fretta (certo, origine quest'ultima spesso di sciatteria), ma non a sciatteria tout court, che è la peggiore accusa che si possa fare a un lavoro o a un lavoratore (sciatto è anche peggio di incapace).
  14. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Da vecchio lettore, so che gli speciali non sono davvero tali e che sono una trovata pubblicitaria. Però è un fatto che tutte le pubblicazioni precedenti a Rancheras hanno avuto tutte un contenuto particolare, impreziosito poi dalla costina rossa che faceva tanto regalo di Natale. La speranza che si continuasse su questa china, dopo tre anni di sorprese vere (l'antologia deliziosa di racconti gotici con quei suggestivi effetti grafici, il fratello di Tex, Zagor) non era quindi del tutto infondata: uno spera sempre di avere a che fare, almeno per Natale, non con una casa editrice che deve fare di necessità virtù vista la proliferazione delle uscite; ma con un Babbo Natale vero, con tanto di barba e cappello posticci che, applicati sul volto di Borden, non sfigurerebbero affatto.
  15. Leo

    [745/747] Vancouver

    Concordo. Era più sensato farlo sparare direttamente ai pards. Senza contare la fortuita coincidenza di trovarlo lì tra le fronde in maniera del tutto provvidenziale (per il prosieguo della storia). Però non mi guasta la lettura, confido sempre in una bella conclusione dopo due albi tutto sommato ben fatti.
  16. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Perfida minaccia, lanciata per rovinare ciò che resta del Ponte dell'Immacolata...
  17. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Alla luce di queste spiegazioni, la scelta non è sbagliata e credo, senza piaggeria, che le tue scelte raramente lo siano, anche quando non trovano il favore della minoranza rumorosa che c'è qui dentro. Le tue logiche sono spesso ferree, sia come narratore che come editor. La mia delusione da lettore nasce dal fatto che da questo speciale, per la storia editoriale che lo ha contraddistinto fino ad oggi, mi aspetto sempre una storia diversa da quelle che potrebbero apparire anche sulla collana principale. E quando ho parlato di "diretto responsabile" è perché ho pensato che stavolta non avevi potuto o voluto commissionare un certo tipo di storia che rispecchiasse le precedenti operazioni natalizie. Detto ciò, Ruju e Giardo hanno fatto il loro e tu pure, solo che io, quando penserò allo Speciale di Natale 2022, ricorderò la prima storia "ordinaria" di una collana che fino a quel momento aveva regalato storie d'eccezione. Tutto qui
  18. Leo

    [745/747] Vancouver

    SPOILER SPOILER SPOILER Questo è vero, ma la scena resta drammatica. L'eccidio degli squamish e, qualche vignetta più in la, la morte di Taki con Carson che abbassa la guardia. Joe ovviamente non poteva morire, per cui ti dirò che l'intervento dei pards proprio nel momento in cui deve accadere e me l'aspetto, ha per me un che di rassicurante. Quasi a pensare che i nostri non tradiscono mai le attese... Quello che trovo un pelino improbabile è invece l'assassinio provvidenziale di Bailey. Guarda caso Artiglio d'Orso era proprio lì, intuisce (perché non può ascoltare) quel che sta per accadere, non può contare sul resto dei suoi uomini per dare la caccia in grande stile a Tex e Carson. Nulla di grave, comunque.
  19. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Non mi ci provo nemmeno, non so proprio come tu faccia e hai tutta la mia personale comprensione e solidarietà per il lavoro titanico che tu e tutti gli altri svolgete. Come faccia poi tu a produrre tutto quello che produci, a leggere tutto quello che leggi, a intervenire qui sul forum o ad altri eventi, quello non me lo sono mai spiegato: la tua velocità nel fare le cose rende il tuo tempo più lento, mentre la mia incapacità mi fa percepire le ore come velocissime: questa è la vera relativita del tempo, e tu saresti un soggetto che i fisici dovrebbero studiare... Tuttavia, a parte l'umana solidarietà e l'eterna ammirazione, il mio era un commento da lettore. Che non dice che "la storia in questione grida vendetta", tutt'altro; dice che è una buona storia, ma non in linea con lo spirito di questo Speciale a cui Babbo Natale Borden ci aveva abituati in passato. E questo è un dato di fatto, senza nulla togliere a storie e autori e curatore
  20. Leo

    [Speciale Tex Willer N.5] Rancheras

    Storia riempitivo, in sé anche carina, seppur viziata da una certa ingenuità di Tex (che si fa catturare due volte) e dal modo a dir poco inverosimile in cui si salva dalle conseguenze della predetta ingenuità. Tuttavia il tasto dolente sta proprio in quello che è stato rimarcato dagli altri pards: perché "sprecare" uno speciale con una storia così ordinaria? Fino ad oggi, gli speciali Tex Willer sono stati contenitori di storie particolari, come il primo, indimenticabile antologia di storie gotiche, e gli altri, dedicati ad incontri con personaggi significativi. D'altronde, a parte quello della scorsa estate, lo spirito di questa pubblicazione speciale è stato sempre quello di un "regalo di Natale" particolare per gli affezionati lettori, la classica strenna che si attende con una certa trepidazione e buone aspettative. La banalizzazione dell'albo 2022 è un piccolo tradimento delle attese di noi bambinoni che ancora attendiamo la sorpresa sotto l'albero, e Borden, da curatore che ha scelto la storia, ne è il diretto responsabile: un Babbo Natale stavolta meno generoso del solito. Avremo fatto i cattivi durante l'anno?
  21. Leo

    [745/747] Vancouver

    Ruju è un ottimo interprete di Tex.
  22. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Sì, è questa. La leggerò seguendo il tuo link allora, grazie ancora
  23. Leo

    [745/747] Vancouver

    Seconda parte avvincente, in definitiva dominata dal personaggio che dà giustamente il titolo all'albo: questo Artiglio d'orso, che colpisce non solo per la sua efferatezza e crudeltà, ma anche per la sua testa fina (si prende la responsabilità di far fuori Bailey), un certo codice d'onore (non vuole anticipi sul lavoro), una componente di mistero (la polizia non ne conosce la storia e la provenienza). Mi è venuto un brivido quando ho letto la vignetta in cui Tex, con quel suo volto granitico che solo Mastantuono gli sa conferire, dice che presto Kircher scoprirà chi tra i due è il lupo più forte e cattivo. Un brivido, sì, perché anche Tex, al pari di Artiglio d'orso, deve fare paura: la sua è una grinta indimenticabile e pericolosa, e quel volto bonario che abbiamo in mente noi aficionados deve trasmutarsi in qualcosa di davvero terribile, in simili contingenze. E non è un caso che il brivido lungo la schiena mi sia venuto in una storia di Mastantuono: questo disegnatore ha una potenza, una forza, che si imprime sulla pagina, innalzando il livello di drammatizzazione delle tavole e rendendo Tex quasi un fumetto vietato ai minori, perché con lui la violenza e il dramma, anche se non si vedono esplicitamente, si respirano a fondo, si avvertono intensamente (si pensi alla splendida Luna Insanguinata, anch'essa in questi giorni nuovamente e meritatamente in edicola). E un Artiglio d'Orso, con queste sue caratteristiche da avversario terribile, non poteva avere un padre grafico più degno.
  24. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Ho recuperato l'edizione in mio possesso. È stata editata dal Corriere della sera e dalla Gazzetta dello Sport nel 2010, consta di 14 uscite a colori. Il primo episodio è Favola di Venezia, ed era questa che all'epoca trovavo indigesta. Adesso, non per non seguire i tuoi consigli, ma per dare un senso a quei 7 euro per 14 volumi spesi, fino ad ora inutilmente, 12 anni fa, leggerei Una Ballata ed eventualmente il resto da questa collana che ho già bell'e pronta sul mio comodino. Se poi amerò il personaggio, non escludo di procurarmi anche l'edizione da sogno che mi hai consigliato.
  25. Leo

    [741/744] Sierra Nevada

    Seguirò i consigli, anche per il sottofondo musicale
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