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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Messaggi pubblicato da Leo

  1. <span style="color:red">4 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Eh, purtroppo è una delle edizioni peggiori (non la peggiore, quella è quella ridicolmente chiamata "tascabile economica" degli anni 90 con la copertina bianca che alla fine rimontata per trarre più volumi possibili finiva per costare più delle edizioni cartonate)

     

    Se è quella che penso io i titoli dovrebbero essere:

    30/06/2010 - 01. Favola di Venezia
    07/07/2010 - 02. Corte Sconta detta Arcana
    14/07/2010 - 03. Tango
    21/07/2010 - 04. La giovinezza / Una ballata del mare salato - Parte prima
    28/07/2010 - 05. Una ballata del mare salato - Parte seconda
    04/08/2010 - 06. Le etipiche
    11/08/2010 - 07. La casa dorata di Samarcanda - Parte prima
    18/08/2010 - 08. La casa dorata di Samarcanda - Parte seconda
    25/08/2010 - 09. Suite Caribeana
    01/09/2010 - 10. Mu: la città perduta
    08/09/2010 - 11. Le celtiche
    15/09/2010 - 12. Le lagune dei misteri
    22/09/2010 - 13. Lontane isole del vento
    29/09/2010 - 14. Le elvetiche - "Rosa Alchemica"

     

    Non te l'avrei mai consigliata, ma hai ragione che prima di spendere altri soldi dovresti capire se può piacerti...   leggili tenendo conto, per quanto possibile, che (1) erano in b/n e (2) sono stati ritagliati e ricomposti per farli stare in quel formato, e non è stato un taglie e cuci "perfetto", molte vignette sono state "ridotte" ai lati per farcele stare

     

    Detto questo, l'ordine di lettura basandosi sui titoli è

    4 (saltando la Giovinezza. No, non rimandarla a dopo, saltala proprio)

    5

    9

    13

    12

    11

    6

    2

     

    Ma visto che non so come hanno distribuito esattamente le storie nei volumi, ti consiglio per le storie brevi di consultare l'elenco nel link che ti ho dato prima.

     

    Sì, è questa. La leggerò seguendo il tuo link allora, grazie ancora 

  2. Seconda parte avvincente, in definitiva dominata dal personaggio che dà giustamente il titolo all'albo: questo Artiglio d'orso, che colpisce non solo per la sua efferatezza e crudeltà, ma anche per la sua testa fina (si prende la responsabilità di far fuori Bailey), un certo codice d'onore (non vuole anticipi sul lavoro), una componente di mistero (la polizia non ne conosce la storia e la provenienza). 

     

    Mi è venuto un brivido quando ho letto la vignetta in cui Tex, con quel suo volto granitico che solo Mastantuono gli sa conferire, dice che presto Kircher scoprirà chi tra i due è il lupo più forte e cattivo. Un brivido, sì, perché anche Tex, al pari di Artiglio d'orso, deve fare paura: la sua è una grinta indimenticabile e pericolosa, e quel volto bonario che abbiamo in mente noi aficionados deve trasmutarsi in qualcosa di davvero terribile, in simili contingenze. 

     

    E non è un caso che il brivido lungo la schiena mi sia venuto in una storia di Mastantuono: questo disegnatore ha una potenza, una forza, che si imprime sulla pagina, innalzando il livello di drammatizzazione delle tavole e rendendo Tex quasi un fumetto vietato ai minori, perché con lui la violenza e il dramma, anche se non si vedono esplicitamente, si respirano a fondo, si avvertono intensamente (si pensi alla splendida Luna Insanguinata, anch'essa in questi giorni nuovamente e meritatamente in edicola).

     

    E un Artiglio d'Orso, con queste sue caratteristiche da avversario terribile, non poteva avere un padre grafico più degno. 

  3. Ho recuperato l'edizione in mio possesso. È stata editata dal Corriere della sera e dalla Gazzetta dello Sport nel 2010, consta di 14 uscite a colori. Il primo episodio è Favola di Venezia, ed era questa che all'epoca trovavo indigesta. 

     

    Adesso, non per non seguire i tuoi consigli, ma per dare un senso a quei 7 euro per 14 volumi spesi, fino ad ora inutilmente, 12 anni fa, leggerei Una Ballata ed eventualmente il resto da questa collana che ho già bell'e pronta sul mio comodino. Se poi amerò il personaggio, non escludo di procurarmi anche l'edizione da sogno che mi hai consigliato. 

  4. In effetti, è incomprensibile l'intero atteggiamento della Bonelli, a maggior ragione se Brindisi ha poi anche disegnato i personaggi con gli stessi volti della Ballata! Fosse solo Nizzi, ma addirittura Brindisi: non è la follia o la mancanza di rispetto di uno, bensì di entrambi gli autori della storia. Questo è sconcertante, e mi fa pensare che forse la Bonelli sapeva tutto, ma non ha voluto scrivere nulla nella prefazione? Ad ogni modo, una caduta di stile, quale che ne sia l'origine.

     

    Circa la mia lacuna, devo ammettere, ahimè, di non conoscere affatto Corto Maltese. So che è considerato un capolavoro, ma è troppo lontano dai miei gusti canonici, modellati praticamente sulla sola Bonelli, che è stata la mia unica fonte di letture fumettistiche per decenni (solo negli ultimi anni ho allargato i miei altrimenti angusti orizzonti, grazie al Blueberry de La Gazzetta dello Sport). 

     

    Di Corto Maltese ho tutta una intera collana, edita molto tempo fa non ricordo da quale casa editrice. I volumetti sono però proprio quelli che tu definisci storie rimpicciolite e sono colorati. A quanto ho capito, la numerazione non corrisponde alla cronologia del personaggio, e la prima storia è Corte sconta detta Arcana: ho provato più volte a leggerla, anni fa, ci sono tornato in diversi momenti, ma ogni volta mi è risultata, con non poco rammarico, indigesta... 

     

    Ora sono passati degli anni, magari ci riproverò. 

  5. Io non ho letto La ballata del mare salato e ricordo che il Texone ad essa ispirato mi piacque molto (in genere, anche nel suo periodo di crisi, sui Texoni Nizzi è riuscito a mantenere un buon livello per le sue storie, se non ottimo in diversi casi). Non avendo letto Pratt, non so quanto la storia "abbia preso spunto" o sia "semplicemente copiata", ma in questo secondo caso l'omaggio, se davvero si ha intenzione di renderlo a una storia o a un autore, andrebbe dichiarato esplicitamente, per correttezza verso il lettore. Che Nizzi o la Sbe non si siano sentiti in dovere di farlo, è una mancanza biasimevole.

    • +1 1
  6. A me il color complessivamente è piaciuto, sia a livello di sceneggiatura (dalla quale non mi aspetto mai niente di particolare nel caso di storie brevi) che di disegni e colori. Soprattutto i disegni, mi sono parsi tutti convincenti e solidi. 

     

    Le storie più riuscite ritengo siano state quelle di Boselli e Nizzi; circa il pensiero di Tex su sé stesso "celebre baro" è la pura verità: magari non è celebre, ma di sicuro è un baro :D

    • +1 2
  7. <span style="color:red">6 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Una mezza calzetta, che vuol fare bella impressione con i suoi superiori e che paga di tasca sua l'incredibile cifra di 10 dollari (anche se, forse, a cranio) contando di rifarsi abbondantemente per il servizio reso, è poco credibile?

    Sai quanti ne conosco di tipi così, tipi che prendono iniziative non richieste, sperando in chissà quali benefici e che invece combinano solo guai?

     

    Mi è parsa una scorciatoia, ma nulla di davvero clamoroso. Una scelta che reputo discutibile, ma non necessariamente sbagliata.

  8. CONTIENE 

    SPOILER

     

    Il 9/11/2022 at 20:01, Diablero dice:

     

    Fosse solo Carson...  le due "giovani amiche" a pagina 15-16 hanno gli occhi così spalancati e un espressione così innaturale da sembrare sotto controllo mentale...

     

    In generale Mastantuono fa in questa storia un ottimo lavoro., e lo trovo persino migliorato rispetto alle prove precedenti su Tex...  TRANNE quando usa quell'espressione. La mette in faccia a Carson e alle "giovani amiche", con effetti abbastanza ridicoli.

     

    In generale, "carica" molto le espressioni, e questo è un suo PREGIO: i suoi personaggi "recitano" con la faccia, dimostrano emozioni, abbandonando magari un "realismo fotografico" oggi troppo comune, e questo è un pregio di Mastantuono: ma deve stare attento a non esagerare, e quando mette gli occhioni spalancati come fanali esagera.

     

    Quindi, anche sui disegni, difficile dare un voto univoco, in un albo dove i disegni generalmente sono ottimi, e poi ogni tanto trovi quei fanali...

     

    Credo che Mastantuono in questo albo sia stato semplicemente superlativo. Un grandissimo narratore per immagini, con i vari personaggi resi graficamente in maniera perfetta. Tuttavia, concordo che quei fanali sono molto infelici nella resa delle espressioni dei volti, e delle ragazze e dello stesso Carson. E sempre a proposito di Carson, trovo la sua rappresentazione molto discontinua: in alcune vignette pare un vecchietto in pensione, in altre l'aitante ranger che deve invece essere. 

    Da migliorare quindi Carson e le scelte caricaturali, per il resto da applausi.

     

    Passando a Ruju, lo trovo molto in forma. La scena del flashback di Carson con Angela è molto bella, così come la successiva, tragica, scena che vede coinvolto l'ingegner Flynn. Emozionante anche la vignetta in cui Angela, con la voce strozzata per l'emozione, abbraccia Carson nel silenzio rispettoso degli altri pards. 

     

    Oltre ad Angela, la storia è bella anche per gli altri personaggi, che si preannunciano particolarmente gustosi: non solo Joe Capilano e il già protagonista John Stewart, ma anche i vilain sembrano all'altezza, sia quelli già presentati, come il corpulento Warberg, che quelli solo evocati, vale a dire il "macellaio" Kircher, che spero sia all'altezza della sua terribile fama e possa così costituire un avversario davvero rognoso per i nostri. 

     

    Le scene d'azione mantengono alto il ritmo della narrazione. Sull'intervento di Ross, concordo con Diablero: è singolare e probabilmente poco credibile che l'ultima ruota del carro (come sembra apparire) prenda un'iniziativa così decisa contro due sconosciuti che fanno qualche domanda, finendo presumibilmente per fornire una pista a Tex (soluzione troppo semplice, a mio modo di vedere). Tuttavia, messa da parte questa scelta discutibile - discutibile soprattutto perché è forse una scorciatoia dell'autore per mettere i nostri sulla strada giusta - continuo a godermi la storia, inclusa quella che Diablero definisce una "tamarrata". È vero che sono due contro quattro, ma non è la prima volta che Kit o gli altri accettano lo scontro ad armi pari pur in inferiorità numerica: a maggior ragione lo può fare Kit, più giovane e scapestrata testa calda. Diverso è il discorso circa l'abuso dello stesso espediente (scontro senza armi) nel giro di poche pagine: qui sono molto più d'accordo, anche se ritengo ci possa comunque stare per giustificare la morte di Ross, che probabilmente serviva a Ruju per lo svolgersi della trama. 

     

    In estrema sintesi, albo molto bello, che mi rende ottimista per il prosieguo.

  9. <span style="color:red">2 ore fa</span>, MarrFarr dice:

     

    Ussignur! Ma ciofeche come La belva umana, Il veleno del cobra, Figlio del vento, Alaska, Il boss di Chicago me le ricordo solo io?
    Questo maxi ha un sacco di luoghi comuni texani, delle classiche scene nizziane che avete già citato più volte, però l'ho letto con gusto (a differenza dei balenotteri elencati sopra) non mi sono pentito dell'acquisto.
    La sceneggiatura scorre benissimo, non ci sono tempi morti, oltre agli origlioni e alle torte di mele ci sono anche diversi elementi originali e il finale mi ha fatto apprezzare anche di più questo maxi.

    E poi ci sono i disegni dell'immenso Giampo che sono una vera e propria gioia per gli occhi. Si è già detto della caratterizzazione dei comprimari e delle comparse, ma quello che mi piace ancora di più di questo disegnatore è la costruzione delle tavole, la sua abilità nella trasposizione della storia in disegni rendendo ogni scena interessante con cambi di inquadratura continui.

     

    Insomma, si è letto certamente di meglio ma I quattro vendicatori sono un maxi pregevolissimo.
     

     

    Concordo assolutamente 

    • +1 1
  10. <span style="color:red">9 ore fa</span>, valerio dice:

    Per quanto mi riguarda considero questa storia da 6.50/7, ed è una sorpresa parlando di uno sceneggiatore ultra ottantenne e decisamente non più "nei suoi cenci" da molto tempo.

    Fatico a capire chi definisce questo maxi una truffa

     

    Un 6,5 onesto, se glissiamo su un incipit veramente molto molto infelice (pista trovata subito e scena del capostazione). Per il resto, ci si diverte pure, anch'io reputo la parola "truffa" profondamente sbagliata, al pari di "mefistronzata".

  11. <span style="color:red">19 ore fa</span>, F80T dice:

    Non è semplice cercare di ragionare su una storia che ha ottenuto già ben 23 pagine di commenti, in cui tutte le possibili opinioni sono state già proposte.

    Ma mi ci provo ugualmente, visto che il senso principale della partecipazione al forum è, a mio giudizio, proprio quello di condividere le impressioni sulle varie pubblicazione.

     

    Mi scuso, però, per il fatto che la recensione vera e propria sarà più breve di tre, lunghe premesse.

     

    I) Più volte ho affermato che, pur riconoscendo la canonicità della magia - o meglio, del soprannaturale - su Tex, nondimeno le storie in cui essa appare sono quelle che meno si accordano con i miei gusti. Anzi, devo essere più preciso: il soprannaturale può anche piacermi, ma se si colloca in quella striscia crepuscolare che esiste tra racconto verisimile e racconto fantastico. La già citata Colorado Belle è l'esempio paradigmatico del soprannaturale che a me piace trovare su Tex. Quindi, il mio approccio ai sette volumi sullo scontro definitivo tra Tex e Mefisto è viziato da questo bias cognitivo.

     

    II) Come detto anche da Boselli, l'ultima apparizione di Mefisto, a cura di Nizzi e Villa, aveva lasciato un grave strappo nella serie. La nemesi di Tex che fugge alla cattura, senza che il nostro eroe e i suoi compagni si preoccupino minimamente di andare alla sua ricerca, adagiandosi sulla convinzione che tanto sarebbe tornato a cercarli, ma senza pensare a tutto il male che egli avrebbe potuto fare a innocenti. Un affronto al senso di giustizia di Tex. Così come un affronto alla storia della serie è la beffa finale di Mefisto.

    Ebbene, riconosco a Boselli il coraggio di tentare la sutura di questo strappo, cogliendo l'occasione per rimettere insieme le varie smagliature che le epopee di Mefisto e Yama avevano lasciato. E' un po' il lavoro che sta facendo sul passato di Tex, dove sta rimettendo insieme una biografia tutto sommato coerente, facendoci dimenticare che, in realtà, le prime avventure del nostro fuorilegge sono ambientate sul crepuscolo del XIX secolo.

    Devo inoltre riconoscere al nostro Curatore anche un impegno e una dedizione fuori dal comune. La cura con cui ha messo mano alla saga di Mefisto è evidente. Trasuda (troppo, come dirò ultra) da ogni vignetta.

     

    III) Infine, è mia opinione che il battage pubblicitario che la Casa editrice ha messo in piedi sulle due storie dedicate a Mefisto abbia penalizzato la valutazione dell'opera realizzata. Se le aspettative vengono fatte artificialmente lievitare, è poi difficile soddisfarle in pieno.

     

    Veniamo, dunque, alla valutazione.

    Gli aspetti negativi che ho riscontrato nei due capitoli dell'unica storia si possono facilmente evincere già dalle mie premesse.

     

    In primo luogo, l'uso del soprannaturale è sfacciato. Non si colloca nella zona d'ombra di cui ho parlato. E nemmeno, aggiungo, si tratta di forze magiche, orrende e oscure, che anche l'inconscio di una persona razionale può comprendere  istintivamente e temere.

    No, qui si vedono poteri magici da Dragon Ball Z e scontri tra Super Sayan (nella specie Padma e Yama), che mai avrei voluto vedere sulla saga del mio ranger preferito.

     

    Il secondo difetto si àncora al primo e già tanti lo hanno sottolineato: tutto il soprannaturale viene spiegato per filo e per segno; siamo di fronte a una specie di Manuale delle Giovani Marmotte della Magia Nera. Ecco, se ancora posso accettare che nel mondo di Tex operino presenze oscure, mi sembra poi eccessivo giungere a un soprannaturale perfettamente codificato.

     

    Allo stesso modo, la grande cura nel dare coerenza a tutte le storie su Mefisto e Yama che si sono succedute nel tempo ha finito per rendere troppo, come dire, meccanico lo sviluppo della storia. Mi spiego meglio: poiché occorreva rimettere insieme i vari pezzi, la fantasia di Boselli mi è sembrata imbrigliata in una gabbia che ha finito per penalizzarla.

     

    Infine, mi pare che una caratteristica tipica di Boselli, la presenza di molti personaggi nelle sue storie e l'intreccio di vicende autonome, sia stata in questi sette volumi accentuata sino a divenire un difetto. Ci sono quasi tutti: Mefisto e Yama, Padma e Narbas, Lily e Morisco, Tom Devlin e gli amici energumeni di Frisco. Troppi per la credibilità della storia.

     

    E' tutto da buttare, dunque? Penso di no. La sceneggiatura non ha non sense narrativi (i proiettili deviati dal Pistolero Vudu, il cannone di Old South) e, comunque, leggere i sette albi - che pur non penso di riprendere presto in mano - non mi è costata fatica.

    Tutto sommato, concluderei per un 5,5, pur provando rammarico per non poter premiare di più il sincero sforzo dello sceneggiatore.

     

    Poche parole per il comparto disegni.

    Molto, molto bene i Cestaro.

    Sbagliata, per la seconda parte, la scelta di Civitelli, che ha reso molto bene nelle scene ariose, ma che non mi pare a suo agio con il mostruoso, tanto che assegnargli questa storia è stato forse un torto nei suoi confronti.

     

     

    Quoto tutto quello che hai scritto. I tuoi messaggi mi piacciono sempre molto e qui hai centrato in pieno le motivazioni per le quali non ho apprezzato questa storia, incluso il comparto disegni. Civitelli è un gigante ed è fuori discussione, ma anch'io credo che il suo tratto non lo aiuti a rendere nelle storie magiche (anche se qui il magico sconfina in superpoteri ben poco inquietanti). 

  12. 2 ore fa, Gunny dice:

    Non mi pare che Borden abbia preso il termine come un insulto personale, cosa che state cercando voi di far passare e cosa che invece non è assolutamente. Capisco che vogliate farvi belli agli occhi di Mauro ma così vi rendete solo ridicoli. Addirittura scomodare la netiquette! :lol: Non vi dimenticate di alzare il mignolo quando bevete il tè, mi raccomando :P

     

    Non vuoi capire, evidentemente. Ti dico di moderare i termini. Mefistronzata è un'offesa.   Così come ridicolo rivolta a me. Se anche Borden non se la prende, resta un'offesa. Il lavoro di mesi e mesi, suo e dei disegnatori,è liquidato come una stronzata. Non mi voglio fare bello agli occhi di Mauro, se lo volessi gli liscerei sempre il pelo, invece gli ho dato del sadico per averci "sequestrati" 7 mesi e ho bocciato la storia. Solo che eviterei certi epiteti. 

    <span style="color:red">15 minuti fa</span>, Mister P dice:

    L'utente Gunny è pregato di smettere di fare sarcasmo fuori luogo.

     

    Ho letto il tuo intervento dopo aver scritto il mio post. Altrimenti non lo avrei scritto. Grazie

  13. <span style="color:red">43 minuti fa</span>, Gunny dice:

    Buono a sapersi. La prossima volta, prima di utilizzare il termine "mefistronzata", manderò una richiesta in carta bollata al Ministero (scegliete voi quale) per evitare che i principini del forum si scandalizzino e comincino a piangere perchè secondo loro ho insultato il loro eroe. Paradossalmente è stato proprio Borden ad aver capito l'utilizzo del termine, anche se l'espressione leone da tastiera poteva risparmiarsela.

     

    Gunny, non c'è bisogno che ti faccia saltare la mosca al naso. Qua non è questione di principini, ma di rispetto per il lavoro dell'autore. Non hai insultato nessun nostro eroe, hai usato un'espressione irriguardosa per una storia e di conseguenza per il suo autore. 

     

    Io ho detto di essere deluso da questa storia e da questa performance di Borden. Un'altra cosa è definire la storia una stronzata (perche l'espressione mefistronzata questo dice) o una puttanata. 

     

    Esiste o no una netiquette qua dentro? Io credo che qui siamo liberi di criticare, anche ferocemente, la testata e la casa editrice, ma non possiamo far finta che l'autore non ci sia e non ci legga, così da regolare i toni di conseguenza.

     

    Poi, Borden è uno sportivo e si sa difendere da solo, ma io con questo pippone non voglio difendere solo lui; mi piacerebbe solo si adoperasse un altro linguaggio, senza per questo essere chiamato principino

  14. 10 minuti fa, Poe dice:

    Ok, Leo, però adesso non drammatizziamo troppo. :lol:

    Per chi non ama Mefisto ci sono state tante altre "consolazioni" in questi 7 mesi: "Tex Willer", Maxi, Color, Cartonati, Texoni... e chi più ne ha più ne metta. Un bel po' di roba con cui sfuggire a Mefisto.

     

    In passato, quando c'era solo la serie regolare, sì che sarebbe stato un tormento, se non ti piace il genere...

    Pensa come dev'essere stata dura per i lettori sopportare per mesi e mesi quella maratona che è "Il segreto del Morisco" di Nolitta, senza alcuna alternativa. Un incubo.:lol:

     

     

    <span style="color:red">2 minuti fa</span>, valerio dice:

    Ma infatti quella storia di Nolitta è l'incubo maximo della storia di Tex.:P

    Intendiamoci: w le storie lunghe. Ma devono essere di un certo tipo...

     

    Eppure a me non dispiacque, sempre a proposito delle aspettative... 

  15. 47 minuti fa, Jeff_Weber dice:

     

    Intervengo tuttavia e per l'ultima volta su questo topic per manifestare il mio disagio e profondo dolore per certe offese gratuite al lavoro di @borden definito una "mefistost******a" che a mio avviso avrebbero d

     

    Anch'io ho biasimato questa uscita, perché la trovo irrispettosa nei confronti dell'autore della storia. Così come la parola "puttanata" usata dopo in un altro post. Ma al di là del mio modo di essere, che mi porta a rifuggire certe espressioni troppo forti e offensive nei confronti del lavoro di una persona, vedo in quegli interventi il trasporto e l'accaloramento di alcuni lettori per un personaggio, e magari anche per un autore, che amano e che stavolta li ha profondamente delusi. Perché non sempre i lavori riescono e gli esiti sono all'altezza delle aspettative, ma c'è modo e modo di vivere la delusione, e questa è tanto più forte quanto più alte erano appunto le aspettative, quanto più forte era stato il can can sul ritorno di Mefisto, quanto più ampia è stata la durata della storia. 

     

    Ecco, questo è un punto dolente: la durata. Per chi non ama Mefisto, questi sette mesi sono stati una prigionia texiana. Ogni 7 del mese l'attesa di passare in edicola era per me depotenziata dalla consapevolezza su quello che avrei trovato sullo scaffale. Una sensazione vissuta già venti anni fa, quando iniziava una storia dell'ultimo Nizzi. Il primo mese, non sapendo se vi avrei trovato Nizzi o Boselli, entravo in edicola ansioso di leggere il nome sul tamburino; il secondo mese di una storia di Nizzi sapevo già quello che vi avrei trovato, e ci andavo senza piacere né voglia: le stesse sensazioni di questi mesi.

     

    Vuoi fare una storia di Mefisto? Fa pure. Ma tenere imprigionata una fetta di lettori per sette mesi è sadismo.

     

    Poi la storia l'ho letta, a cervello spento e col pilota automatico. Mi sono disposto a leggere con maggiore attenzione solo l'albo finale, che credevo sarebbe stato incentrato sul trionfo annunciato in pompa magna. Credevo in un VERO trionfo, che in qualche modo sarebbe stato ribaltato strada facendo. Vista la copertina, il titolo, le pagine in più, ho pregustato qualcosa di veramente drammatico, una situazione veramente al limite e senza via d'uscita, con un colpo di reni disperato finale che riportava i nostri a vincere. Invece del trionfo non c'è nemmeno l'ombra. Dura talmente poco che all'inizio, giuro, non l'avevo nemmeno colto. Ho dovuto rileggere la sequenza due volte per registrare ciò a cui non volevo credere: il trionfo si consumava in due vignette, durava il tempo di un battito di ciglia. Dov'era la vittoria tanto attesa? Dove era il dramma, lo sconforto, la rivalsa finale? Tutto condensato in un paio di pagine, tutto sprecato in modo anonimo. Quanto stridore tra lo strombazzare della copertina e la soluzione della storia, quanta delusione. 

     

    Speriamo di non vedere mai più Mefisto e Yama. Non hanno portato fortuna ai successori di Bonelli. 

    • +1 2
  16. <span style="color:red">5 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

     

    Non credo di dovermi vergognare dicendo che non ho sprecato 8.90 euro con questo acquisto di ordinario intrattenimento. 

     

    L'operazione Mefisto di Borden è stata a mio parere azzardata. Azzardata non tanto per il ritorno del vilain principe, quanto perché ha praticamente privato di Tex per più di mezzo anno quei lettori che Mefisto proprio non lo digeriscono, come me. Ho letto la storia, ma non con piacere, e non entro nemmeno nei meriti e nei demeriti di Borden, perché sono io che ho e ho sempre avuto un problema con i personaggi di Mefisto e Yama, sin dai tempi di Glb.

     

    Ecco perché leggere questo maxi non mi è dispiaciuto. È una storia western, con un buon ritmo, dialoghi simpatici e un bel finale. L'inizio è orrido (dalla pista trovata in tre minuti alla scena del capostazione) ma poi la storia si incanala bene e riesce anche a divertire, facendoci finalmente tornare a respirare quell'aria western che per sette mesi ci è stata sottratta dalla cattiva magia mefistiana. 

     

    L'operazione è stata peraltro apprezzata anche dai lettori, a giudicare dai commenti di Facebook. 

     

    • +1 1
  17. Ti ringrazio per il bel post, Condor. Credo di avere senso dell'umorismo e in teoria dovrei avere sufficiente conoscenza degli uomini per passar sopra a certi piccoli ma fastidiosi gesti, ma la derisione di un mio post, scritto con sincera emozione e con trasporto, mi infastidisce non poco. Né trovo corretto l'anonimato, perché mi piacerebbe sapere con chi ho a che fare e chiedere conto della presa per i fondelli delle mie parole, che non erano offensive né ironiche nei confronti di nessuno. 

     

    La verità è che quelle risate le vedo come una mancanza di rispetto. Verso di me lettore e il mio modo di percepire una storia. Se uno, qui dentro, non è più libero di scrivere con una certa passione per paura di essere canzonato, mi chiedo cosa stia diventando questo luogo virtuale. Chiedo agli amici che si sono fatta una risata, di uscire allo scoperto e di spiegarmi cosa ci sia di comico nel mio intervento. Magari le loro intenzioni non erano poi negative o sarcastiche e siamo noi che stiamo equivocando, ma se almeno lo spiegassero... 

     

    Cos'è che vi ha divertito? La parola "olimpo"? La parola "amicizia", che magari ritenete detta a sproposito? Solo per saperlo, così la prossima volta evito di rendermi ridicolo ai vostri occhi.

  18. <span style="color:red">2 ore fa</span>, juanraza85 dice:

    Memorabili ed incredibilmente toccanti le parole con cui Tex illustra l'epilogo finale della vicenda: "E' una verità che ti lascia un sapore di veleno in bocca, anche se è servita a restituirmi intatto il ricordo della mia amicizia con John Walcott". Parole che dicono tutto sulle sensazioni che questa storia lascia ad un lettore.

     

    Mi emoziona sempre, anche se la conosco a memoria. Piu' che un personaggio, John è stato un amico, personaggio alla pari con un Ray o con uno Shane. Olimpo texiano.

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  19. <span style="color:red">13 ore fa</span>, virgin dice:

    Ecco, il problema di Lamantuono sono proprio le scene d'azione: nelle colluttazioni spesso le anatomie sono incomprensibili e non capisci le posizioni dei personaggi, né dove finisce il corpo di uno o dell'altro; nelle sparatorie (vedere qui, nella terza tavola, tanto Tex quanto il tizio col fucile a canne mozze), le mani che tengono le armi sono regolarmente in posizioni impossibili per tenere le quali bisognerebbe fratturare ogni singolo osso dal polso alle falangette. Tutte le volte che le vedo mi viene male alla mano.

     

    Probabilmente hai ragione su tutto, caro pard, ma i disegni di Mastantuono per me esprimono potenza. Sono potenti, duri, ariosi, dinamici. Io lo adoro...

    <span style="color:red">4 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Per cortesia, lo chiamiamo tutti quanti Corrado, con la speranza che nessuno lo scriva con una R sola o magari con tre?

     

    :D :D :D

  20. CONTIENE 

    SPOILER

    CONTIENE 

    SPOILER 

     

    Tex e Carson sono chiamati dall'esercito perché non ci sono cercatori di piste abili come loro. L'assurdità è che i nostri ritrovano ciò che devono ritrovare praticamente dopo dieci minuti! 

     

    Poi si recano da un capostazione, a chiedergli dove fosse finito un certo carro. E quello gli dice: qua non è passato nessun carro. 

    Ma sì che è passato, insistono i nostri. 

    Ma vi dico di no, guardate il registro. 

     

    E i nostri guardano il registro, non c'è traccia di passaggi di carro, e concludono: beh, è vero, non c'è traccia, scusate tanto. 

     

    Non volevo credere ai miei occhi! Possibile che Nizzi ormai veda Tex e Carson come due rincitrulliti? E sì che ci ho speso dei soldini per questo Maxi, ed è così lungo... ma chi me lo fa fare? 

     

    E invece, da quel momento in poi comincia una storia dinamica, agile, scoppiettante, piena d'azione e con i soliti inserti umoristici nizziani brillanti. 

     

    Alla fine di una lunga e movimentata avventura, c'è anche lo spazio per un finale inaspettato, tragico e in una certa misura nobile, sul quale tuttavia nutro alcune riserve: perché mai, infatti, il Colonnello continua ancora a perseguitare Ethan quando ormai conosce il suo destino e sembra essere, al cospetto dei due pards, sinceramente pentito? C'è in questo comportamento una qualche contraddizione, anche se non si può escludere che il vecchio confederato abbia continuato con i suoi atteggiamenti finché ha potuto, per poi rinsavire al momento della sconfitta, quando ha preso atto, definitivamente e una volta per tutte, di essere arrivato al capolinea. 

     

    Una storia come questa, non lo nego, mi lascia qualche rimpianto, perché l'ottuagenario Nizzi, incredibilmente, poteva ancora essere utile alla causa. Si è fatto fuori da sé, con la sua protervia e il suo "non saper stare al mondo" (se mi passate l'espressione), ma dal punto di vista dei contributi a Tex, stupefacente a dirsi nel 2022, è un piccolo peccato. 

     

     

     

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