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TWF - Tex Willer Forum

Leo

Ranchero
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Messaggi pubblicato da Leo

  1. Piuttosto, se la ricostruzione fosse quella di Leo (un uomo che sente arrivare la fine dei suoi giorni e che, solo a quel punto, decide di vendicarsi), non ci sta proprio la scena iniziale della rapina: che senso ha procurarsi dei soldi (una MAREA di soldi) per poter assoldare 3/4 scagnozzi (tra cui uno che comunque, di base, lo avrebbe seguito in capo al mondo), quando si ha GIA' una banda di persone al proprio servizio, di cui si é il capo riconosciuto (banda dimezzata proprio dalla rapina sulla Silver Luck?). Se la spiegazione della tardiva vendetta é il vedere la linea del traguardo vicina (e ci sta), non si pensa a realizzare il "colpo della vita", rischiando anche la pelle nel frattempo, ma si punta diritti all'obiettivo. Tazhay

     

     

    Ha senso perché nessun uomo lo avrebbe seguito nella terra dei Navajos e degli Hopi senza una montagna di quattrini ad allettarlo. Di certo i suoi non lo avrebbero seguito per una vendetta personale. La banda al suo servizio è stata tale finché dovevano fare un'azione (la rapina) di cui beneficiavano tutti, ma quella stessa banda si sarebbe dissolta se le avessero detto che dovevano rischiare la vita in pieno territorio indiano per un vecchio conto da regolare. Questa è la differenza: ti seguo e rischio con te perché posso arricchirmi definitivamente, ma non ti seguo né rischio per una cosa che riguarda solo te! Avendo bisogno di una banda PREZZOLATA (che non potevano essere i suoi vecchi uomini), aveva bisogno di un sacco di quattrini. Nè questa è la sola giustificazione per la rapina: non ricordo in quale film, libro o fumetto western, un personaggio che sa di essere in fin di vita fa un colpo milionario perché vuole tentare di partire in Europa per curarsi, conscio che, se anche non ce l'avesse fatta a salvarsi, comunque avrebbe vissuto da nababbo quello che gli restava dei suoi giorni. E non si può escludere - nella storia non ce lo viene detto - che il denaro a Rogers servisse anche per questo. Ma prima di curarsi, o, chissà, di partire, vuole saldare il debito di una vita, impresso indelebile nel suo cervello. E per farlo ha bisogno dell'aiuto di MERCENARI. E quindi di un mucchio di soldi. Ora, con tutta questa ricostruzione - che potrebbe parere esagerata - volevo solo dimostrare che non necessariamente tutto deve essere detto e scritto, e che qualcosa l'autore può lasciarla all'immaginazione del lettore.

     

     

    del "nuovo" Scure Nera é solo dato immaginare qualcosa, ma non si dice né si fa intuire se la batosta subita da Tex ne abbia fiaccato il morale a tal punto da farlo diventare, da sanguinario predone, un pacifico capo famiglia Tazhay

     

     

    Anche qui non siamo d'accordo, è abbastanza chiaro che Scure Nera, fiaccato sia nel fisico che nel morale in seguito allo scontro con Tex, è diventato un cane sciolto, un mezzo balordo che vive di espedienti ai margini della riserva, come d'altronde il suo mezzo compare Camilo.

     

     

    La scena iniziale della rapina in banca è fondamentale. Solo con quei soldi si può permettere il lusso di reclutare un bel pò di gente e convincerli ad entrare in territorio navajo per compiere una vendetta. Durante la storia il fatto viene anche sottolineato quando uno degli scagnozzi dice ad un altro: "anche se si comporta da pazzo che ti frega tanto paga bene ed è questo che conta". Gli scagnozzi della banda precedente non fanno testo, lo hanno seguito solo perchè attratti dai soldi della rapina, non lo avrebbero certamente seguito per una vendetta personale che a loro non li riguardava e senza prospettiva di guadagno.

    Non mi trovo d'accordo neanche sulla caratterizzazione dei personaggi, Ruju è bravo a definire i personaggi, anche quelli di contorno con poche semplici frase

    West10

     

     

    La vediamo allo stesso identico modo!

     

     

     

    Definire Boselliana la storia non lo trovo corretto, Ruju in questo caso è andato oltre caro Leo, ha adattato una storia al personaggio di Tex lasciandogli il compito di chiudere il finale come terzo incomodo, poco veramente poco per essere una storia di Tex. 

    Non mi trovo neanche d'accordo sul fatto di lasciare "ogni tanto" Tex ai margini, il prossimo passo quale sarebbe toglierlo di mezzo proprio ?  Tanto non serve a niente per cui ... , ah no lo teniamo solo perchè c'è il suo nome sull'albo. Gianbart

     

     

    La storia è boselliana per i flashbacks, per il pathos, per i personaggi. Ma che vuol dire "ha adattato una storia al personaggio di Tex"? Semplicemente, ha calato Tex in una gran bella storia, e serve anche questo, Gianbart. Il Tex omnipresente e supereroe va bene, ma non sempre: come dice Borden, la varietà è VITALE. Mi piace leggere storie texcentriche ma mi piacciono anche le belle storie con Tex. Con Tex, di Tex, tradizione, innovazione, ecc ecc ecc. Un personaggio non può ripetere sé stesso per 70 anni, sarebbe una bella noia!

     

    Gianbart so come la pensi, e so anche che c'è una buona fetta di lettori che la pensano come te. Ma resta il fatto che un'altra buona fetta di lettori, tra cui io, non la pensa come te. Sin qui nulla di nuovo, anzi è abbastanza normale avere gusti differenti. Quel che trovo, permettimi il termine, assurdo, è la volontà tua, e di molti altri che la pensano come te, di decidere anche per gli altri quale è una storia da tex e quale no secondo solo il vostro personalissimo metro di giudizio. 

    Eh no, se permetti così non va!  Per me questa storia è da Tex, punto.  West10

     

     

    Ooooohhhhhhh. Meglio di così non si sarebbe potuto scrivere. Questa è una bella storia di Tex, con Tex, per Tex. Se a te non è piaciuta, Gianbart, il problema non è dell'autore, che ha scritto una bella storia di Tex, con Tex, per Tex, ma tuo che non l'hai apprezzata. Nemmeno io ne ho apprezzate tante che magari a te sono piaciute, ma non ho mai detto che quella storia non è Tex, tradisce il personaggio, eccetera. Secondo me tradire il personaggio significa scrivere storie non all'altezza del personaggio, ma finché Ruju o Boselli continueranno a scrivere storie belle, Tex non sarà tradito. Il calo delle vendite dipende da ben altro, purtroppo. Forse se si vendono ancora 190.000 copie invece di 130.000 lo si deve proprio a Boselli, a Ruju e a chi scrive belle storie. Di e con Tex.

  2. Attento Leo, forse il tuo smartphone è POSSEduto... :-)  West10

     

     

    :D

     

    con uno Strong che attende apparentemente oltre 30 anni per coltivare i suoi propositi di vendetta, una prima parte (dedicata alla rapina sulla Silver Luck) inutilmente lunga e ridondante per una storia breve come questa, ed alcuni passaggi evidentemente forzati: oltre a quelli cronologici, già sopra rilevati, segnalo un Tex sin troppo "mago" nell'indovinare nel simbolo tracciato sulla sabbia il vecchio rivale Scure Nera ed un voltafaccia troppo rapido di Will, che era stato dipinto come un pard fedelissimo a Strong sino a poche pagine prima. Abbozzato appena (e sostanzialmente ininfluente e non sviluppato) il tema della malattia di Strong, del tutto incredibile poi il ritiro "a vita privata" del fiero predone Scure Nera: a prescindere dalle dubbie conseguenze delle ustioni, vediamo nel finale che é un uomo del tutto capace di lottare ed adoperare un'arma. Tazhay

     

     

    Strong ne attende venti, non 30 e non trovo così incredibile che si decida così tardi: ha avuto un'infanzia dura, una vita d'inferno, diventa alla fine di questo percorso doloroso un feroce bandito. Probabilmente non si lascia fuorviare da sentimentalismi del tipo "devo vendicare i miei genitori". Poi scopre di avere una brutta malattia, fa un bilancio della sua vita e, sentendo che il suo tempo sta per finire, si aggrappa ad un'idea: fare giustizia del carnefice dei suoi genitori, tornare al passato. Non è così forzato che un uomo che si senta alla fine della sua vita torni indietro nel tempo, ai suoi ricordi più ancestrali e decida di "liquidare" le proprie pendenze, o consumare le proprie vendette. L'ultimo atto da compiere prima di dire addio alla vita. Magari, nel pieno della sua carriera e al meglio dei suoi anni, quest'idea non aveva mai sfiorato quest'individuo spietato. Poi la malattia, un duro colpo, lo porta a riconsiderare la sua vita e a dargli nuove priorità. Io non lo trovo per nulla forzato. Il fatto che la malattia sia abbozzata pure non lo trovo decisivo: è una malattia che gli lascia poco tempo da vivere: cosa si vuol sapere di più che sia determinante ai fini della storia?

     

    Sul Tex "mago" nell'intuire la scure nera siamo sostanzialmente d'accordo, anche se la forzatura la vedo piuttosto nel fatto che il vecchio sciamano, stremato dalla tortura, riesca a disegnare, sia pure con un abbozzo, una scure nera per mettere sulla giusta pista eventuali soccorritori. E' piuttosto questo che trovo forzato, ma alla fine possiamo glissare pensando che Tex è un ottimo cercatore di piste e che comunque sarebbe arrivato, prima o poi, a beccare il suo uomo.

     

    Il voltafaccia di Will lo trovo invece credibile: si tratta pur sempre di un bandito, conscio di aver perso la partita, che si aggrappa all'unica speranza di cavarsela.

     

    Sul ritiro di Scure Nera: probabilmente non sono le ustioni ad averne determinato il ritiro a vita privata, ma la tremenda umiliazione subita per mano di Tex che gli ha fatto abbassare le penne per sempre: anche qui non trovo francamente alcuna forzatura.

     

     

    Letta attentamente ma non mi ritrovo con i vostri giudizi, la storia di per se funziona bene ed è ben orchestrata ma è Strong il protagonista nel bene e nel male ed è tutto riconducibile a lui fino alla fine, solito discorso se leviamo Tex e ci mettiamo pinco pallo non cambia la sceneggiatura .

    Aver introdotto Tex nella storia dandogli un soggetto comune con Strong ( Scure Nera ) a me sembra una forzatura bella e buona, in pratica si potrebbe pensare che la trama sia stata ideata per una storia qualunque e poi adattata a Tex inserendo il flashback di Aquila della Notte e il suo scontro con Scure Nera; altra cosa da annottare, su 110 pagine dare 16 pagine al flashback di Strong e ben 10 all'altro di Tex oltre a 19 per la rapina mi sembra esagerato, forse per allungare il brodo ? 

    In finale questa storia non mi sembra scritta dal Ruju che io ho letto nelle sue prove dell'ultimo anno, appare molto diverso, spero di ritrovarlo presto in altre prove ma su questa preferisco non dare voto anzi al massimo potrei dare un 6.

    Per i disegni ritorno a dire che Scascitelli è un buon disegnatore ma non da Tex !! 

     

    Le 19 pagine per la rapina servono a far conoscere il personaggio e a consentirgli - per entrare nella trama  - di ottenere quella provvista finanziaria indispensabile per avviare la spedizione di vendetta. Sul fatto che sia una storia con Tex e non di Tex siamo perfettamente d'accordo, in un mio precedente post l'ho definita una storia boselliana prima maniera. Non siamo d'accordo sulle conclusioni: la storia è bella, per ottenere una certa varietà e trarne buoni esiti è fatale che Tex ogni tanto debba stare ai margini. Altrimenti tutte le storie sarebbero uguali, arriva Tex e le suona a tutti. Questo rimprovero che muovi alla storia di Ruju, che è quello che si muoveva al primo Borden, non l'ho mai digerito. La storia è bella, e credo che sia questo l'importante. Avere Tex sempre al centro degli eventi significa legarsi troppo a trame troppo rigide, dopo 70 anni un autore deve avere un certo margine di libertà, è umano provare a fare qualcosa di diverso, e ben venga se questo qualcosa di diverso lo si fa bene. Siete proprio - fatevelo dire, con ironia e simpatia e senza polemiche - delle "vecchie mummie" ;)

     

    Io mi trovo d'accordo col vicino di casa di Waco: uno dei migliori almanacchi di sempre.

  3. Maledetto smartphone... ormai posto molti dei miei messaggi da lì, perché al pc a casa arrivo solo a sera inoltrata... naturalmente volevo scrivere "posse"... quanto al tasto, prima accanto a Multi Citazione c'era Modifica, ora non lo vedo più...

     

    Ah no, ora lo vedo... boh! 

  4. Ed è vero che Carson è sottotono, ma secondo me questa è una storia molto boselliana prima maniera, nel senso che i protagonisti sono altri, Roger strong e Scure Nera, ed anche per lo stesso Tex in definitiva c è poco spazio.

    La tragedia nella tragedia (ringrazio anche Betta per le sempre gradite dote citazioni degli autori greci) è un altro momento di autentica bravura dell autore.


    PS ma la funzione modifica di un messaggio non funziona più? Ho dovuto scriverne un altro quando avrei potuto modificare il primo...

  5. Davvero una bella storia, già ampiamente analizzata dagli ottimi interventi che mi hanno preceduto. Dico solo che ho trovato molto originale l'inizio con la rapina, apparentemente slegata ma poi necessaria per meglio delineare la figura di Strong e del suo amico/sodale Will, molto ben gestiti i vari flashback (non torno sull'evidente anacronismo già ampiamente trattato ma ininfluente, come dice Betta 53), caratterizzati perfettamente i personaggi chiave della vicenda compreso Tex, forse solo un po troppo un passo indietro Carson, ma d'altronde non si può davvero avere tutto in una storia tutto sommato breve. Un tocco da maestro il colpo di scena finale, degno davvero di una grande tragedia classica.
    Ribadisco che Scascitelli non riesce ad entrare fra i miei disegnatori preferiti, soprattutto per quel che riguarda il volto di Tex ed in genere per una certa qual staticità delle figure, ed è vero che usa il chiaroscuro in modo discontinuo con una certa propensione ad alleggerire eccessivamente certe scene diurne in campo aperto, però nel complesso fa un buon lavoro con una particolare nota di merito per i notturni e per la rappresentazione delle armi.
    Come hanno detto altri, una delle migliori storie viste sugli almanacchi.


    In realtà la rapina non serve solo a delineare i personaggi ma soprattutto ad assicurare a Roger le risorse finanziarie per assoldare la possessione che lo deve accompagnare nelle terre dei navajos: lo dice lui stesso nella storia.

  6. Grazie West. Ho fatto confusione con i nomi: era Anagni e io ricordavo Narni... Ricordo nitidamente il tuo arrivo a casa del maestro, come l hai descritto nelle premesse dell intervista, così come ricordo le illustrazioni di quell articolo, ed in particolare quegli splendidi briganti la cui accuratezza antropologica mi è stata richiamata dal superbo aspetto grafico dei navajos di questa storia. E pensavo di ricordare anche il nome del paese: chiedo venia, ma tra Narni ed Anagni un po di assonanza c è...

  7. L'evolversi della storia con i continui flashback chiarificatori porta più volte a rovesciare il nostro atteggiamento empatico nei confronti dei vari protagonisti dal feroce Scure Nera, guerriero Navajo dalla testa calda che una volta uscito malconcio dallo scontro con Aquila della Notte si ritira a vita privata in solitudine trasformandosi in padre di famiglia. E il crudele e disperato Roger Strong trova quasi una giustificazione al suo modo di agire mano a mano che si svelano i retroscena di eventi che riaffiorano alla memoria e si mostrano alla nostra conoscenza. E il fido Will che guidato da un profondo sentimento di amicizia e riconoscenza nei confronti del suo capo lo segue in ogni impresa, anche la più nefanda per poi decidere di collaborare con Tex.

    E il colpo di scena finale che illumina da un altro punto di vista quanto abbiamo appreso nel corso della lettura.

     

    Ciò che hai scritto, natural, è il grande punto di forza di questa storia. I suoi tanti punti di vista in soggettivo consentono al lettore di immedesimarsi e di provare empatia ora per uno e ora per l'altro personaggio, arrivando addirittura alla sequenza finale in cui deliziosamente le parti si invertono e l'aguzzino diventa a sua volta vittima. Per non parlare del colpo di scena finale, un'inversione a U che ci riporta al punto di partenza, ad un giorno di venti anni prima in cui tutto era cominciato. E Tex che si chiede: "chi era quest'uomo" e subito dopo, silenziosamente, comprende, è semplicemente uno spettacolo.

     

    Non sono mai stato un amante degli almanacchi, e ultimamente non potevo nemmeno dirmi un amante di Ruju, posto che il suo Avamposto dell'infamia l'avevo trovato del tutto indigesto. Ma qui, ragazzi, l'autore sardo propone una delle migliori storie d'almanacco di tutti i tempi, degna di stare nell'olimpo al pari del vecchio Zeke e dell'Eroe per caso boselliano.

     

    Protagonista non è Tex, ma il suo avversario, Roger Strong, uno di quei personaggi "boselliani" dotati dello spessore di chi ha un passato e non si limita ad apparire nel solo presente della storia. E quest'uomo crudele (molto cinematografica la sua rapina alla Silver Luck con la terribile alternativa data ai due cassieri: chi prima apre la cassaforte, non muore) un passato ce l'ha eccome, terribile, angoscioso. In questo senso, c'è da fare un lungo applauso a Scascitelli per il volto terrorizzato del ragazzino mentre assiste all'assassinio del padre: sequenza meravigliosa per come è sceneggiata ma anche per come è disegnata, con i terribili volti di Scure Nero (che suscita terrore) e del piccolo Roger (immobile per il terrore) che restano indelebili nella memoria del lettore.

     

    Ma se il protagonista è il bandito Roger e il suo terribile fardello, i comprimari non sono da meno. In pochissime vignette, Ruju ci fa capire il legame d'amicizia che lega Roger all'altro bandito, Will, e più tardi ci propone la felicissima figura del medecine man indiano: "Old Sparrow ha fatto la sua scelta, uomo bianco. E' tutto ciò che ho da dire". Solenne ed epico! Poco più in là, la struggente scena del bandito che torna alla sua casa d'infanzia, ormai ridotta a rudere, e pronuncia sinistre parole di vendetta che si fondono (per me questo è un dettaglio bellissimo) col gracchiare dei neri corvi che lo guardano dall'alto del camino. Anche dettagli come questo dei corvi, a mio parere, danno la misura della cura e della partecipazione dello sceneggiatore alla sua storia. Dettagli come questo e come quello in cui, a pagina 123, fa dire alla moglie del navajo Camilo che "Camilo non era un uomo gentile ma provvedeva a me e mio figlio...": che bisogno c'era di far dire alla moglie che Camilo, personaggio abbastanza insignificante, non era un uomo gentile? E' un particolare, d'accordo, ma è da questi dettagli che trapela la partecipazione di Ruju, che non lascia nulla al caso, e i cui personaggi trasudano autenticità anche se poco più che comparse. Non so se esagero, ma questi dettagli mi hanno entusiasmato, ci ho visto amore da parte di Ruju per il suo lavoro e grande rispetto per il lettore. 

     

    La scena finale, l'ho detto sopra, è semplicemente da applausi. Credo che non sia casuale, peraltro, che il figlio di Scure Nera (che irrompe sulla scena con le stesse parole del Roger bambino di vent'anni prima: "guarda, padre, cavalco come un guerriero"), nel momento del pericolo per il padre reagisce e partecipa alla battaglia, mentre il piccolo Roger non riuscì, vent'anni prima, a reagire, impietrito da una più che legittima paura, che nel corso degli anni si è tramutata in ferocia inaudita. Non so se Ruju abbia pensato effettivamente a questo confronto tra i due ragazzini, alle loro diverse reazioni, ma a me è sembrata una scelta significativa, per quanto non si possa imputare nulla al piccolo Roger, comprensibilmente terrorizzato da quei mostri navajos piombati all'improvviso nella vita bucolica della sua famiglia.

     

    Ed infine il colpo di scena, a coronare una storia entusiasmante, entusiasmante nonostante sia un almanacco (ospitante storie troppo spesso mediocri)!

     

    Ma se ho potuto rinverdire la mia ammirazione per Ruju (dopo il lieve appannamento del Maxi), non si può non parlare di Scascitelli: al maestro umbro eccepisco un eccesso di bianco nelle scene diurne (come già aveva sottolineato John); in particolare le pagine 110 e 111 sono di un bianco abbacinante che non ho gradito molto. Per il resto, però, grandissima prova, segno elegante (prendo in prestito l'aggettivo da Paco), ottima resa grafica dei volti dei personaggi (gli indiani sono disegnati con una cura "antropologica" eccezionale), e grande prova di recitazione degli stessi (il piccolo Roger terrorizzato, Scure Nera, l'impassibile medecine man, il tormentato Roger adulto, il bellissimo Tex - riquoto Paco - il cui volto emerge dal nulla a pagina 100).

     

    Insomma, che dire: felice di essere stato totalmente spiazzato da questi due autori che hanno reso un albo per me dimenticabile come l'almanacco in un piccolo gioiello della saga da custodire gelosamente. Chapeau.  

  8. Però Virgin col color Tex storie brevi di quest'anno hai perso qualcosa. A me è piaciuto molto di più del primo. Per il resto, io, a differenza di GianBart, non sono disturbato da maggiori uscite, ed anzi ne sono felice: a me secca tantissimo attendere il mese dell'inedito... Il problema sta piuttosto nella qualità: quest'anno (come l'anno scorso), possiamo annoverare tra le nostre letture le trecento e passa pagine del Maxi, ma se la fattura è quella, allora forse sarebbe meglio rinunciare a qualche uscita. E non parlo solo dei disegni... <_<  Sull'iniziativa di Serpieri: anch'io non l'aspetto con la trepidazione con cui potrei vivere l'attesa di una tripla o quadrupla di Boselli, ma di sicuro ne sono incuriosito e lo acquisterò senz'altro.

  9. Ma no, ci avrà pensato su per un attimo, e poi avrà tirato dritto. In fin dei conti non era un particolare fondamentale per la trama. Qui noi discettiamo di particolari, cerchiamo il pelo nell'uovo, se lui dovesse porsi tutti 'sti problemi tutta la sua produttività (che è alta) andrebbe a farsi friggere. Secondo me abbiamo speso fin troppe parole per questa scena... ;)

  10. In realtà non pensano di aver raggiunto l'obiettivo tanto che se ne stanno lì nei giorni successivi a spiare, quando potrebbero tornarsene nel Durango - che non è proprio dietro l'angolo... Ma, ripeto, non è che squadra, né dico che sia un errore rimarchevole: è una sensazione che ho avuto, che peraltro non è stata solo mia ed anche lo stesso Borden ha ammesso di averci pensato su. Ci ha pensato su, ha tirato dritto e ha fatto bene, però ci ha pensato un attimo: ecco, anch'io ci ho pensato un attimo, e, come altri, ne ho parlato. Tutto qui. 

  11. Ma sì, l'ho capito, Pallino. Ma puoi almeno metterli un po' di più in difficoltà per giustificarne la subitanea fuga: Eusebio imbrocca due tiri ferendoli soltanto, così la storia non rivela nulla; magari Tex era già là per un'altra ragione e reagisce da par suo, insomma puoi gestirla in un altro modo. Ma, ripeto, è un dettaglio, del tutto irrilevante per la storia.

  12. Non sta scritto da nessuna parte che Guzman sia un uomo d'azione. Se lo fosse farebbe una magra figura a scappare.  (Ymalpas)

     

     

    Non farebbe una magra figura, sono sempre uno contro quattro. Quello che dice Borden invece mi convince di più, Guzman è il segretario di un medico, non un uomo d'azione. Chiedo venia, gli albi sono a casa di mio padre, a cui li consegno immancabilmente dopo la mia lettura, quindi non ho potuto ri-controllare la scena.

     

    Così come non è detto da nessuna parte che gli inseguitori siano "mastini", ne tanto meno diventano "agnellini". Sono conclusioni tue. Io vedo quattro individui che si imbattono in un ostacolo concreto e decidono di tergiversare. Che non mollino mai la presa, poi, lo testimonia l'inquietante presenza che aleggia intorno alla casa del Morisco anche quando arrivano Tex e i pards. Borden mi ha preceduto nella risposta e chiarito in maniera netta con che tipo di personaggi abbiamo a che fare.

     

     

    Scusami Ymalpas, ma in che senso sono conclusioni mie? Sono indubbiamente dei mastini, vista la loro pervicacia, così come diventano più mansueti alla vista della prima bocca di fucile pronta a sparargli addosso. La scena è quella.

     

    Non è un errore il fatto che essi si ritirano,ma è funzionale alla stessa narrazione. Pallino

     

     

    Per forza deve essere funzionale, altrimenti perché scriverla in quel modo?

     

    Onestamente, anch'io mi ero fatto una domandina sulla pronta ritirata dei quattro cavalieri a inizio storia, ma ci ero passato su. Se ci si pensa e si analizzano tutte le varie contingenze ci sta pienamente, ma non credo che sia così importante. Se anche fosse stato un buco di sceneggiatura, poco me ne sarebbe interessato. La storia è bellissima e rimarrebbe bellissima anche così: riguardo a un'altra storia di Boselli, "Delta Queen", avevo letto la scheda su uBc che in effetti mi aveva fatto notare qualche passaggio un po' debole, ma il mio apprezzamento non ne ha risentito affatto.

     

    Il mio pensiero in merito è questo: se le incongruenze sono tali che la storia non sta in piedi, te ne accorgi mentre leggi e non gradisci. Ma se per renderti conto dell'assurdità devi leggere e rileggere, onore all'autore. Ci vuole più abilità a costruire una trama senza buchi logici oppure a non farli vedere?  :D Virgin

     

     

    Quoto in pieno. Se la domanda se l'è fatta Virgin, Jack o Oliva di Ubc, e se anche Borden il problema se l'era posto, significa che la mia osservazione non era così scontata come mi pare la si voglia fare passare. Ma l'ho detta per commentare una storia. Per dirla con Virgin, "il mio apprezzamento non ne ha risentito affatto."  Ma l'osservazione ci può stare.

     

     

     

    Naturalmente E' funzionale. Aggiungo che non si aspettavano una resistenza. Il problema me lo sono posto anch'io, scrivendo ma ho tirato dritto.
    Insomma è ovvio per me che va bene così. E non lo dico in tono seccato, ma un po' sorpreso, questo sì. IO personalmente leggo moltissimo . di tutto, e raramente mi pongo questi problemi, altrimenti non riuscirei a leggere niente! Se stiamo a vedere, NULLA sta in piedi, nè i Promessi sposi (perchè non hanno chiesto di farsi sposare da un ALTRO PRETE?) nè I tre Moschettieri, irto di incredibili coincidenze,nè Salgari nè tantomeno il nostro amato Tex classico. Per tacere di Zagor!!
    Ci vuole la "suspension of disbelief". Chi non ce l'ha fa il critico, non il lettore.
     

     

     Ma hai fatto bene a tirare dritto. Però Mauro io non sarei "sorpreso": in un forum credo che ci stia parlare anche di questi aspetti, significa che la storia la si è letta con attenzione, tanto che anche tu ti eri posto il problema! NULLA sta in piedi? Sono d'accordo, ma sempre entro certi limiti. Io con la sospensione di incredulità ci vado sempre molto cauto, sarà un mio difetto ma è così. Ma sempre entro certi limiti, e la scena iniziale de La stirpe dell'abisso è assolutamente accettabile, ci mancherebbe. Virgin ha citato Delta Queen, io, per rimanere alle tue storie, ricordo:

     

    - una scena de La Grande Invasione in cui Tex è andato via già da un po' ma poi risbuca da non si sa dove e ascolta la conversazione dei forzati (scena essa stessa "forzata" :D ma funzionale alla storia)

    - Carson che scopre il manoscritto del detective sotto il pavimento ne I Giustizieri di Vegas con un'intuizione che ricordo esagerata;

    - Parkman che nel mezzo della lotta non si rende conto di avere a che fare con degli inermi!

     

    Vado a memoria e mi fermo qui. Quelle sopra sono a mio parere forzature funzionali alla storia (magari tu o altri non la penserete così, ma io, da LETTORE, non da critico - che non sono - le ho percepite come tali) ma in definitiva stanno in piedi e non inficiano quelli che sono a mio parere una buona storia (quella di Parkman) e due capolavori (sì, anche I Giustizieri di Vegas la considero un capolavoro, potrebbe apparire una storia minore ma per me è eccellente). Quindi, io con la sospensione di incredulità ci vado sempre cauto, per me la storia deve stare in piedi,o quanto meno non deve barcollare troppo. E ripeto, non è questo il caso de La Stirpe dell'abisso, che resta una bellissima storia. Spesso invece è il caso di Zagor, che per questo non leggo. Tex non pretende troppa sospensione di incredulità (fatta eccezione per le storie dichiaratamente fantastiche come questa) ed è per questo che lo leggo ancora. Da lettore, non da critico ;)

  13. Tutt al più che idea MI sono fatta, io solo...

    L idea è che guzman è un uomo d azione, che di mestiere fa la guardia del corpo, Eusebio, per quanto molto abile come pure in passato ha dimostrato, è pur sempre un domestico, sicuramente non un pistolero...

     

    E guzman fugge contro quattro mastini che d improvviso diventano agnellini... 

  14. Guzman era molto più pericoloso di un eusebio qualsiasi eppure non si sono fatti problemi ad affrontarlo. Ad avversari sufficientemente tosti eusebio non sarebbe parso una reale minaccia ma al più una seccatura di cui disfarsi per accertarsi di aver portato a termine la missione. Non credo sia pretestuoso. E capisco anche che si trattava di un'iperbole Atha.

    Ma ribadisco che, per quanto a me la gestione della scena Non sia piaciuta, non ne faccio certo un dramma, né ritengo che infici la bontà della trama. Una trama, e su questo sono d accordo con te, Ym, che trovo molto glbonelliana, e per questo è ancora più stupefacente leggere le recensioni di certa critica, che addirittura non riconosce nemmeno Tex. Ho letto La discussione di ubc, e vorrei consigliare a Mauro, se me lo consente, di non andare a impelagarsi in confronti che danno solo visibilità a quelle critiche: il lettore di Tex credo sappia farsi una sua opinione, senza bisogno di un sito che gongola quando vede che le sue critiche fanno breccia. Capisco che tu voglia difendere il tuo operato, e che è troppo piu forte di te non rispondere, ma io questa soddisfazione non gliela darei.

  15.  

     

     

    Ho letto nei commenti che alcuni di voi, in particolare Leo e Jack, trovano poco credibile la parte in cui
     

    i quattro cavalieri fuggono, dopo aver colpito il dottor Palacio.
    Non capisco lo stupore che solleva questa scena: gli inseguitori del dottore avevano ottenuto il loro scopo, mettere a tacere Palacio e il suo servitore prima che potessero dire ad altri ciò che avevano scoperto. Che avessero davanti il solo Eusebio o un centinaio di pistoleri stipati nella casa del Morisco, questo non potevano saperlo. A me sembra logico che, portato a termine il loro compito, si siano allontanati. Anche perché qualcuno fra loro (forse lo stesso Sandoral) poteva avvicinarsi di soppiatto alla casa del Morisco sotto forma di serpentone e monitorare la situazione. Non credo che sapessero del diario, ho dato per scontato che l'abbiano scoperto così, origliando, altrimenti è lampante che avrebbero cercato di recuperarlo prima. Perché volessero Morisco vivo è una cosa che non viene ben chiarita, ma tutto sommato ininfluente visto che dopo il primo tentativo a Rio Bermejo non si fanno più scrupoli a cercare di assassinare tutti.


     
    Io continuo a non trovare pecche o buchi di logica nella storia, mi sembra tutto coerente. Forse leggo male  ;)

    Bravo! E' così, infatti.
     

     

    Grazie Borden, ma non sono un maschio...  ;)
     

    Una lettrice! Ancora più brava!

     

     

    Io lo trovo forzato invece: gli inseguitori del dottore avevano ottenuto il loro scopo, mettere a tacere Palacio e il suo servitore prima che potessero dire ad altri ciò che avevano scoperto

     

    Come facevano ad essere certi di averlo messo a tacere? Non potevano esserne certi, e infatti Palacio era ancora vivo, sia pure per poco!

     

    Che avessero davanti il solo Eusebio o un centinaio di pistoleri stipati nella casa del Morisco, questo non potevano saperlo

     

     Quattro cavalieri tenacissimi, talmente pervicaci nell'inseguire il professore dal Durango! a Pilares, immediatamente fanno dietrofront di fronte ad un umile domestico armato: per quale ragione dovevano immaginare che un centinaio di pistoleri fosse stipato nella casa del Morisco???

     

    Quindi i quattro:

     

    1) immaginano che sia morto (primo errore)

    2) immaginano che nella casa del brujo vi siano, chissà perché, un bel po' di pistoleri pronti a fargli mordere la polvere (secondo errore)

     

    Un po' troppi errori, 'sti avversari, no?

     

    Dopo tanta strada e tanta ostinazione, dovevano accertarsi della morte del loro avversario, non fermarsi davanti alla bocca di un solo fucile contro quattro. E' un'arrendevolezza che non digerisco.

     

    Sul diario sono invece d'accordo con te, nel senso che potevano non saperlo e solo origliando ne sono venuti a conoscenza. Da lì in poi comincia una bella avventura, con avversari alla fin fine abbastanza inspiegati, ma in una storia horror va bene così. 

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