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Leo

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Messaggi pubblicato da Leo

  1. Borden, una domanda facile facile:quando scrivevi la sceneggiatura de "Il passato di Carson" immaginavi che quella storia avrebbe fatto breccia nei lettori di Tex?quali furono all'epoca i commenti di Sergio Bonelli e della redazione una volta letto il soggetto o la sceneggiatura ultimata?

    a distanza di molti anni ormai, c'e' qualcosa in quell'indimenticabile storia, non so, un dettaglio, una vignetta o una frase che cambieresti o modificheresti oggià

    Straquoto la domanda di Anthony e ne aggiungo un'altra.


    Ho cominciato a leggere Tex a 10 anni, nel lontano '88, incoraggiato da mio padre. Lui apprezzava Tex, ma era un vero appassionato di Ken Parker, che riteneva (e ritiene tutt'ora, anche se ora può leggere ormai solo Tex) più "maturo" di Tex, meno popolare e più impegnato. Tuttora, quando ne parla, ricorda soprattutto quelle vignette senza parole in cui gli sguardi dicevano più di mille didascalie, meravigliandosi ancora oggi di come sceneggiatore e disegnatore riuscissero a comunicare in maniera così efficace (e così poetica soprattutto) senza bisogno delle parole. L'altro aspetto gradito consisteva nel fatto che Ken spesso era testimone, più o meno riluttante, delle vicende che viveva, così che era più facile anche un processo di identificazione. Insomma, mio padre, tra l'altro grande appassionato di cinema, ritiene che leggere Ken è come guardare un grande film western, in cui il protagonista, non dovendo essere necessariamente l'eroe, è più libero di agire e la storia può così correre su sentieri mutevoli e non su strade segnate: insomma, Ken non è obbligato a vincere, e non ?, quindi, scontato (ed è questa la sua più grande qualità, in definitiva).

    Io amo Ken Parker, facendo mio tutto quanto detto sopra, ma continuo a preferirgli Tex, che (non fosse altro che per il numero di albi dedicati ad una storia) offre storie di più ampio respiro nelle quali, sempre più spesso, in questi ultimi vent'anni, sono comparsi grandi personaggi, veri e propri co-protagonisti, che hanno reso le trame più kenparkeriane, meno scontate: se è vero che Tex non muore mai e non perde mai, il lettore può chiedersi se sarà così per i personaggi appassionanti della singola storia (e penso ai tuoi Ray Clemmons e Shane 'O Donnell o a John Walcott di Nizzi) ed ecco che il lieto fine non è più così scontato e vi sono invece svariati esiti possibili.

    Scusandomi per la lunga premessa, vengo alla domanda: perchè non far incontrare Tex e Ken Parker? Penso che i lettori di Tex ne saranno entusiasti, e faremmo anche un grosso regalo ai nostalgici di Ken.

    Lo so che le loro piste si sono già incrociate in quel gioiello kenparkeriano che si chiama "Uomini, bestie ed eroi", ma io parlo di un incontro vero, in cui Tex (e Carson, sia ben chiaro) vivano una intera storia fianco a fianco con Ken (in "Uomini, bestie ed eroi" i pards fanno solo un cammeo senza peraltro nemmeno conoscere Ken).

    Potrebbe essere destinata ad un maxi, e magari potrebbe essere scritta dallo stesso Berardi che, nella sua unica apparizione texiana (peraltro proprio nel primo Maxi), ha dimostrato di saper essere un grandissimo anche con il ranger (penso che Oklahoma sia uno dei più grandi capolavori di Tex, e io mi ritengo uno davvero esigente: solo le tue Il Passato di Carson e Gli Invincibili , e la nizziana Fuga da Anderville , la superano o le sono alla pari...).

    O magari potresti scriverla tu stesso... credo che valga la pena farci una pensata, che ne diciò

    Ti ringrazio come al solito per l'attenzione che eventualmente vorrai dedicarmi.

    ciao

    Idea ardita, ma io sarei d'accordo. Ne parler? a Berardi.
    Ho faticato un po' per ritrovare questo vecchio post, datato oltre due anni fa. Ripropongo la domanda oggi (a costo di passare per quello che in effetti sono, e cioè un rompiballe) approfittando del fatto che questa settimana in edicola è uscito, per la ristampa Mondadori, Uomini, Bestie ed Eroi, una storia che mi stupisce ogni volta che la rileggo, che a mio parere sta a Ken Parker come Il Passato di Carson sta a Tex (ed ho detto veramente tutto!).


    So che ne hai parlato a Berardi, come promesso, e che lui non ha chiuso la porta all'idea "ardita". A distanza di due anni, però, non se ne sa nulla, tanto che lo stesso Carlo Monni (pure lui sostenitore di quello che sarebbe uno storico team up) non ne parla più.

    Hai notizie più fresche sull'argomento? Se Berardi non se la sentisse, non volesse o potesse, scrivere questa storia, per te sarebbe proprio improponibile pensarciò Una storia con Tex (e Carson!) e Ken Parker sarebbe in fin dei conti un evento storico, l'incontro tra due personaggi tra i più amati della letteratura a fumetti italiana. Un evento clamoroso, da celebrare nel migliore dei modi, in un numero fuori serie che per forza di cose diverrebbe imperdibile per tutti gli appassionati dei due personaggi in particolare e del fumetto italiano in generale. Sarebbe a mio parere una grande occasione per rilanciare il Maxi, che si presta meglio del Texone, a mio parere, per ospitare una storia del genere, sia perchè la lunghezza in termini di pagine potrebbe essere maggiore sia perchè il Maxi è stato già un'occasione di incontro tra Tex e l'autore di Ken Parker.

    Sarebbe un EVENTO STORICO, Mauro!

    Ti prego, pensaci...

  2. Riletta nell'Edizione a colori di Repubblica, questa storia conferma ancora una volta il suo essere un (piccolo) capolavoro. Non solo per il personaggio (felicissimo) di Fast Dan, che è uno degli ottimi comprimari boselliani pur non essendo un "ruba-scena"; bellissima è anche la figura dello sceriffo (quoto Paco: "quest?uomo qualunque che non ha la pasta dell'eroe e che in nome del dovere perde la vita") e bella è anche la figura di Quint, il maniscalco che capisce che Dan non è chi dice di essere ma che non lo "sputtana" davanti a tutti.

    Storia perfetta, la migliore, a mio parere, della collana (che spesso lascia a desiderare) degli Almanacchi, a pari merito con La Ballata di Zeke Colter.

  3. Non solo la parola insulto ma anche la parola robaccia è molto forte. Nessuno pretende linguaggio da educande ma qui si mette in discussione il lavoro non solo del disegnatore, ma di tutta una redazione che propone quell albo e il gusto di innumerevoli persone alle quali anche l ultimo Ortiz piace. Mettere in discussione è legittimo, Ymalpas, nessuno mette in dubbio questo, ma usare termini così violenti (nel contenuto) lo ritengo poco opportuno.

  4. Dai ragazzi non litighiamo. Paco ha colto lo spunto della velocit? dalle parole di Manfredi e le ha usate per ribadire un suo concetto (suo di Paco, non di Manfredi). Le parole - bellissime - di Manfredi per ortiz non sono in discussione - neanche da parte di Paco. Peraltro, credo che siamo tutti d accordo nel definire Ortiz un grande. Questa è la discussione sull ULTIMO ortiz, ognuno la pensa come vuole, ognuno resta della sua idea, io e West siamo contenti di poter avere a disposizione altre pagine dell artista spagnolo, paco e Ym masticheranno amaro con la consolazione che è ancora per poco. La cosa triste sono le cause dell arresto dell attività di Ortiz, non una meritata pensione ma la sua fine terrena.

  5. Permettimi però di sottolineare caro Mario, che questa è una affermazione personale dettata dai tuoi gusti, che io non condivido ma rispetto.

    Riconoscete tutti che l'ultimo Ortiz ha mostrato un evidente calo qualitativo? Sono un po' i gusti di tutti. 7 lettori su 29 del forum lo reputano nel sondaggio autore non pubblicabile, cioè il 25 % di chi compra l'albo. Modesta percentuale, vero Leo è
    Non è affatto modesta, Ym (anzi...) però quando tu lo definisci impubblicabile usi un'espressione "totalitaria", mentre il 75% dei partecipanti a questo topic non la pensa così...


    Guarda che con Ortiz non abbiamo ancora finito, ci sono almeno 180 tavole del maxi ancora da pubblicare, cioè praticamente un'altra storia intera. Che spero non venga mai pubblicata.

    Io spero di sè ;)
  6. Ciao Mauro, magari te lo avranno chiesto centinaia di volte, quindi scusami per questa mia ennesima domanda: quali romanzi western consiglieresti a chi, come me, voglia apprestarsi a questo genere di narrativa?Grazie per la risposta. CiaoLeo

  7. Ok, per te è così e per me no, mica voglio convincerti  :D

    Ma neanch'io voglio convincere te.. La differenza tra me e te è che le tue affermazioni sono troppo "categoriche", parli di disegnatore impubblicabile o di risvolti negativi e della SBE che lo ha mantenuto solo per la sua velocit?, ma così è per te, non per tutti...

    ps. però non citarmi le "recensioni" di Ubc, che per me valgono quanto un rotolo di carta igienica (sporca)  :lol2:  :D

    Lo sapevo che mi avresti risposto così :D

    Cosa c'è di fondamentalista in questo pensiero? spiegamelo, perchè, detto molto amichevolmente anche da parte mia, nei miei confronti hai scritto un'idiozia... biggrin.gif

    C'è che forse la SBE lo ha mantenuto perchè gli piaceva ancora, e non solo per utilitarismo? ;)
  8. Ma quella della velocit? era una sua prerogativa, che ai tempi migliori non ne pregiudicava la qualità. In vecchiaia la caratteristica gli è rimasta, e se la qualità è peggiorata è stato solo per l'incedere degli anni.

    Ma al di l' di questo, io ti contesto questa frase:

    Il Galep "decadente" è durato pochi albi, mentre Ortiz, come ben ha detto Ymalpas, ha monopolizzato la testata, in una ripercussione sulla qualità grafica della serie (in senso negativo!) che Galep non ha dato.

    Le ripercussioni in senso negativo io non ce le vedo. In questo sondaggio, solo 7 voti su 29 lo ritengono insufficiente. Questa la recensione di Ubc de Le Catene della colpa:


    "Alla riuscita dell'albo contribuisce anche Josè Ortiz, con il suo consolidato segno sporco, dinamico e polveroso, adatto soprattutto ad ambientazioni come questa, in esterni, tra deserti e mesas popolate da bandoleros messicani e ribelli Apache. Certo, l'età ormai si fa sentire e il tratto non è più preciso e curato come una volta, ma le facce da galera di Ortiz rimangono tra le migliori del nutrito parco disegnatori texiano, e non v'? dubbio che una buona parte di merito della riuscita della storia sia attribuibile all'interpretazione intensa e coinvolgente del disegnatore spagnolo, che ormai è una vecchia conoscenza per i lettori della testata."

    Se ci sono anche questi pareri, vuol dire che non per tutti c'è stata questa ripercussione negativa. C'è stata per te, per Ymalpas, per Cheyenne e per quelli che, come voi, non digeriscono più il suo tratto. Non dico che ciò non sia legittimo, voglio dire che la vostra percezione non necessariamente coincide con quella del resto della popolazione texiana, tra cui ve ne sono tanti che avrebbero volentieri continuato a leggere Ortiz. La decadenza di Ortiz, per molti, era ancora a livelli accettabili, quella del grande Galep non lo era proprio più, tanto che la stessa SBE, a malincuore, ha dovuto non pubblicare le sue ultime tavole...

  9. Sottoscrivo parola per parola West! clap clap clap clap clap

    Il punto sta proprio in quell' "impubblicabile" che è un aggettivo inammissibile in situazioni del tutte soggettive come queste. Tu dici di aver passato la tua piacevole ora di lettura con i disegni di Ortiz, io ti dico che l'ho apprezzata tanto anche per quei disegni (come già era accaduto per la storia di Ruju) perchè se le singole vignette non sono più quelle dei tempi migliori, l'atmosfera complessiva che Ortiz riesce a creare è sempre suggestiva e adattissima a storie del SudOvest come questa. Se ci avesse "regalato con la sua straordinaria dedizione altre venti o venticinque storie" io non me ne sarei certo lagnato, e con me probabilmente tu e tanti altri che avrebbero ritenuto il disegnatore iberico più che pubblicabile, pur con tutte le lacune della sua fase finale.

    Peraltro, pur essendo conscio che il topic si riferisce solo all'ultimo Ortiz, mentre non è in discussione l'artista dei tempi migliori, mi sembra comunque questa la sede giusta per riportare la frase di Manfredi dedicata ad Ortiz nell'albo di Magico Vento Deluxe di questo mese (disegnato, da Dio, proprio dal grande Josè):

    "Magico Vento è cominciato con lui. Il suo segno forte mi era sembrato perfetto per il numero 1. Disegnava a una velocit? pazzesca. Finiva un albo in tre mesi. Senza di lui non saremmo mai riusciti ad uscire puntuali in edicola. Gli devo molto. Un grande. ".

    Sottoscrivo in pieno anche questo. Anche se non è paragonabile a Galep, il contributo di Ortiz a Tex e a Magico Vento è stato di indubbio valore.
    Se oggi le sue tavole fossero realmente improponibili, allora probabilmente avrebbero fatto la fine di quelle di GoldenPass di Galep. Poich? così non ?, forse un po' più di rispetto per questo autore e per la fine della sua parabola sarebbe opportuno.

  10. infatti ho detto che "A MIO AVVISO" le ultime storie di Galep erano migliori! :DDopodich?, per me è invece un fatto oggettivo che la decadenza di Galep l'abbiamo vista meno, proprio a livello di numeri di albi. Voglio dire: mettiamoci il n.400, i due di "Soldati a Cavallo", il Texone, e l'albo "Senza via di scampo". Quanti albi sono? E invece quanti sono gli albi della decadenza di Ortiz? Oggettivamente mooolti di più. ps. i gusti sono oggettivi, ma i dati di fatto no: ma vabb?, su questo è meglio non dilungarsi che senn° ci uccidiamo :D

    I gusti sono Soggettivi :D e sono soggettivi anche quelli che tu definisci "dati di fatto", nel senso che i tuoi dati di fatto per me tali non sono: la decadenza di Ortiz, innegabile, per me non è mai stata tale da renderlo impubblicabile: anzi, pur nella sua decadenza, l ho sempre apprezzato. Ci uccidiamo? Per così poco? ;)
  11. Paco, questa è la TUA opinione. Legittima, ma pur sempre tua. Espressioni come "non ha senso" o "impubblicabile" sono a mio parere profndamente inappropriate (per usare un eufemismo): sono espressioni assolute, elargite secondo me con eccessiva disinvoltura in un campo che di assoluto non ha proprio NULLA: le opinioni e i gusti sono relativi! Anch'io ricordo alcune tavole inguardabili de Le catene della colpa, ma quanto mi è piaciuta quella storia! E mi è piaciuta anche per Ortiz e per il suo impareggiabile Ovest! Che non ho visto così lontano da capolavori assoluti graficamente parlando come quelli che PER ME sono Sulla pista di Fort Apache, Montagne maledette o La Grande Rapina. PER ME appunto: non scambiamo i gusti con verità assoluta, per favore...

  12. Per quanto riguarda la bellezza della storia, sono il primo a sostenere che avventure del genere vadano proposte con buona frequenza, perchè molti lettori texiani hanno bisogno di tematiche classiche e guardano soprattutto alla riconoscibilit? del personaggio Tex, non tanto alla vicenda in sè.
    D'altra parte io sono un lettore per il quale è più importante la bellezza della storia piuttosto che il modo in cui Tex si comporta, quindi personalmente preferisco di gran lunga una vicenda atipica ma con un importante ruolo dei coprotagonisti, come in "Giovani assassini", che reputo, almeno fino ad adesso, nettamente superiore ( anche se spero di essere smentito dal secondo albo de "L'indomabile").
    Ma lo ripeto, è necessario per il benessere del personaggio e della saga che ci siano anche storie come questa.

    Io e te siamo molto simili in fatto di gusti, Shane... quello che hai scritto tu avrei potuto tranquillamente scriverlo io. Entrambi amiamo Boselli per questo, perchè il nostro spesso privilegia la storia ed è pronto ad inserire in essa personaggi forti, pesanti, con un loro spessore, che inevitabilmente finiscono un po' per togliere spazio a Tex. Secondo me quello spazio sottratto è controbilanciato da una maggiore qualità dello stesso Tex, che se la deve vedere o è affiancato da personaggi che sono alla sua altezza e con uno spessore di poco inferiore al suo e non da avversari o compagni sostanzialmente anonimi. Ho appena finito di (ri)leggere quel capolavoro che è Nei territori del Nordovest, dove abbiamo l'ennesima conferma di questa sua impostazione: per la prima volta nella storia di Tex, Jim Brandon non è il solito pretesto per un'avventura canadese, ma è un coprotagonista, un personaggio con un proprio passato, con una propria personalit?. A mio parere anche Tex è esaltato da questo, nonostante nella storia gli siano dedicate meno vignette, necessariamente utilizzate per far risaltare Jim.


    Anche ne L'Indomabile io ritrovo questo Boselli. E' una storia molto classica, ma è anche molto boselliana. Tex non è l'unico protagonista; anzi, Nantan è protagonista di una vera e propria storia parallela (tanto che fino ad ora lui e Tex non si sono mai incontrati) ed è anche alla sua vicenda e al suo destino che il lettore si appassiona. E se non bastasse Boselli ha anche introdotto la figura di Nitika, che di sicuro avrà una parte non da poco nel secondo albo, dato che nella sua pur breve apparizione Borden la caratterizza in maniera molto significativa.

    Per questa ragione, per questa sua "bosellianit?" (pur nel solco della tradizione), fino ad ora la storia mi è parsa di eccelsa qualità, per nulla inferiore alla più atipica vicenda dei Giovani Assassini.

  13. Letto nella versione a colori di Repubblica. Credo che proporre un soggetto del genere nell'anno 2002 sia un po' irriguardoso nei confronti del lettore e palesi una sconfortante mancanza di idee. La storia riesce comunque a farsi ricordare per la delicata e poetica sequenza che ritrae i pensieri e le sensazioni dei soldati prima della battaglia e per la drammatica scena dello squadrone disposto a quadrato pronto a morire in una situazione disperata. Queste indubbie maiuscole dimostrazioni di bravura da parte di Nizzi e i sempre efficaci disegni di Repetto, complice anche l'esiguità delle pagine, probabilmente bastano per riscattare un soggetto altrimenti improponibile tanto è datato e scontato.

  14. E magari a scatenare, con nuovi soprusi dell agente indiana, il desiderio di vendetta degli apache che avrebbe a sua volta legittimato l intervento dell esercito a danno dei nativi e a tutto vantaggio dei soliti speculatori. la tua ipotesi è condivisibile, solo che non mi dispiacerebbe se nel secondo albo venisse meglio esplicitata. La storia comunque è davvero bella, non vedo l ora di leggerne il seguito

  15. Una storia che sembra scritta da GLBonelli, quindi ottima.

    Concordo sul fatto che sia una storia molto glbonelliana, e quindi che sia ottima. Nel mio post di ieri ho dimenticato di sottolineare una cosa: a un certo punto della storia l'oste disarma Carson e, per un secondo, ho avuto la sensazione di star rileggendo Topeka, una buona storia di Nizzi in cui però Carson viene battuto dal vilain di turno, che non era affatto un uomo d'azione come anche le fattezze conferitegli da Blasco stavano a dimostrare. Tuttavia Carson viene battuto (sia pure con il trucco della polvere negli occhi) ed io quella scena l'ho a tal punto disprezzata che per me Topeka non esiste più: non ho mai più riletto n° mai più vorr? rileggerla. Nizzi aveva questo vizio di far fare delle figure barbine al Vecchio Cammello (ne ricordo un'altra nella storia della ribelle corsa, I Contrabbandieri mi pare si chiamasse, in cui Carson veniva messo già con una facilit? disarmante dal boxeur nero). Quando ne L'Indomabile Carson viene disarmato da un oste, per un secondo ho rivissuto quelle brutte sensazioni; poi, però, nel volgere di una vignetta, Carson sferra un uppercut talmente violento da fare addirittura volare il pur grasso oste (qui Ortiz ha un po' esagerato...) ed io l' ho respirato: Borden ci ha sempre regalato un grande Carson, e non si è smentito nemmeno stavolta...
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