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John Walcott

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Tutto il contenuto pubblicato da John Walcott

  1. Storia, come detto, dalla trama abbastanza semplice, anche se parte già con una debolezza. A parte questo, la storia scorre con piacere e si riscontrano numerosi elementi memorabili. Ad esempio quando Tex incontra Rose e la difende da Indigo Jones, mettendolo in fuga (Tex sempre rapidissimo anche dopo essersi fatto due giorni a piedi nel deserto). Poi ancora la rissa nel saloon dove Tex prende le difese di Nat Merrick. A proposito una nota di sfavore per l'ingenuo avvocato, anzi anche incosciente: dice di capire come vanno le cose nel West, e allora perchè diavolo non si porta almeno una pistola? (Tex : Pensi che i banditi si lascieranno mettere in cella?). E non basta qui, anche l'assalto di Indigo Jones all'ufficio dello sceriffo Merrick. Qui invece nota a favore per lo sceriffo. Anche sorprendente la soluzione finale. Riguardo il settore dei disegni, non mi entusiasmo per Letteri (anche lui come Fusco, fuori dal suo periodo migliore), ma non si tratta di certo di uno da condannare. VOTO: 8 e mezzo
  2. Carina come storia; viene sè da Stevenson, ma secondo me la fonte principale è il meno conosciuto "Il diamante del Raja" (sempre di Stevenson): anche l' infatti si susseguono inganni e altro per il possesso di una pietra dall'incredibile valore. Boselli ci aggiunge Tex e Carson e crea questa storia di contorno. E' abbastanza interessante (specie per la fine che fa il gran cattivo); ciò che non mi va è il declino dei disegni di Fusco, che comunque riesce a fare sempre bene il suo lavoro. VOTO: 7
  3. Molto belle le due copertine di Villa, come pure piuttosto interessante la prima parte. Dalla seconda, tanto per cambiare, inizia il declino per varie ragioni:1) Tex che si fa sfuggire tutti i killers; questa proprio non mi va già, non sopporto quando Tex non riesce a sistemare qualcuno2) le trappole in cui cadono Tex e Carson sono per me trappole per gonzi, specie la prima. I due ricevono il falso biglietto della signora: anche ammesso di andare alla villa, non si potrebbe essere un po' più sospettosi come suggerisce Carson (anche Tom Devlin sospetta qualcosa e per questo risolve la situazione). La seconda trappola funziona perchè Tex e Carson sono così ansiosi di seguire una traccia che ascoltano il primo sconosciuto che gli si para davanti. Intreccio molo interessante all'inizio e che poi si perde. Un gran peccato. Gli do sei e mezzo.
  4. John Walcott

    [455] Vendetta Navajo

    In effetti questi centenari e avversari, non propongono un granchè di storie. Questa storia è un triste esempio: l'unica cosa bella sono i disegni di Ticci. Con l'albo per i sessant'anni si è fatto sicuramente di meglio.
  5. Alle tue forzatue, caro Leo, ne aggiungerei un'altra. Mi riferisco al momento in cui Tex e Carson eliminano i due agenti segreti e si ritrovano dietro la polizia. Tex dice di darsela a gambe per evitare rogne; peccato però che proprio in questa maniera la polizia interpreta i loro gesti in maniera sbagliata. Oltretutto con la polizia alle calcagna, mi domando come pensavano i Rangers a entrare alla Casa Bianca e arrivare dal presidente. Ancora più come mai Tex cerca di difendersi dicendo di essere Ranger in missione speciale, quando ha scorazzato con una carrozza per tutta la città e ha tentato di introdursi nella Casa Bianca (chi crederebbe a quello che dice?). Altra curiosità: davvero il presidente può ordinare agli agenti di lasciare due che erano dei pieni sospetti, così semplicemente parlando? Intendo dire, gli agenti non mettono in guardia il Presidente o parlano di ciò che pensavano (un attimo prima sono ansiosi di sbattere dentro i pards). Comunque non importa, si tratta di una grande storia, con Nizzi e Ortiz ben ispirati. Il bello di questa storia è già stato detto.
  6. Per quanto mi riguarda, si tratta sicuramente di uno dei capolavori di Guido Nolitta per Tex. La parte iniziale è gia parte del capolavoro: una tranquilla e pacifica festa per Tex e i pards, ospiti degli indiani, ma all'improvviso spari echeggiano per il campo e gli Assaniboin cadono morti, uomini donne e bambini. Sono i Wolfers, assassini spietati e micidiali con le armi. Le tavole di Giolitti sulla strage sono opere d'arte e magari le poster? in seguito. Quando Tex tramortito si risveglia, guardate che strage, che drammaticit?, che potenza delle immagini: la pioggia, la morte, la distruzione; si tratta di una strage totale che mette subito in evidenza la ferocia dei Wolfers, di come la vendetta e/o la giustizia di Tex dovr? intervenire contro questi spietati commercianti di veleni alcoolici. Non finisce qui perchè Nolitta attraverso vari episodi crea indignazione , rabbia e anche disgusto per la situazione in cui si trovano Tex e Carson. Gli indiani stanno vendendo la propria dignit? per un disgustoso intruglio alcoolico, misto di veleni vari. I cittadini e le autorit? canadesi sono completamente incapaci di fronteggiare la situazione: i primi, come dimostra l'episodio del saloon, preferiscono linciare ogni sospetto che gli capita; oltre a un insensato comportamento, ciò rivela anche una frustrazione della gente comune per il continuo dilagare della malavita e per lo scarso operato della giustizia. Lo stesso Jim Brandon, fedele amico di Tex ma giubba rossa tutta d'un pezzo (almeno così sembra), mostra rabbia e frustrazione come Tex, ma con atteggiamenti più controllati (anche qui apparentemente). I cacciatori di lupi formano un loro impero ma le autorit? inglesi sono bloccate nelle loro maledette maschere di orgoglio e ancora peggio della burocrazia. Gli alti papaveri di questo esercito pensano a fare le loro cose perbene con classe, con decenza, occhio a non farsi prendere dalla fretta; noi siamo inglesi, non ci facciamo insultare e non ci scomodiamo mica per dei miserabilii indiani. :fumo: Decisamente troppo evidente che la faccenda va risolta alla maniera di Tex e Carson senza aspettare i pigri boscaioli dell'esercito inglese. Ma non finisce qui, tutti gli episodi lungo il viaggio alimentano ulteriormente l'attesa del momento dello scontro finale per Tex. I commercianti che pensano di fare i furbi e spacciare da soli, sono massacrati con macabro senso dell'umorismo da Jason Ducaux, carogna, spietato, micidiale. E non finisce qui perchè in seguito i due trovano una mandria di bisonti completamente sterminata ma non da qualche avido bianco, bensì da un gruppo di indiani alcoolizati. Un gruppo di indiani che ha rinnegato totalmente le tradizioni di una nobile cultura: bisonti sterminati in un numero esagerato che va ben oltre i fabbisogni della tribù; bisonti sterminati che potrebbero dare un gran quantitativo di carne per l'inverno ma l'unica cosa che viene presa sono le pelli, l'unico elemento valido in uno sporco commercio. In seguito Tex e Carson ritrovano pure altri miserabili indiani che fanno i barboni davanti a Fort Whoop Up: chiedono pochi miseri dollari, arrivano a vendere le armi, armi che i veri guerrieri tengono sempre in gran conto; tutto sempre per quella specie di miscuglio che disgusta qualsiasi persona normale. :fumo: Una prima occasione di sfogo arriva per i pards quando intervengono contro i tre Wolfers che volevano derubare i vecchi. Si tratta di wolfers anch'essi alcoolizati, anche loro in cerca di qualche disperato dollaro; sono gli scarti dello sviluppo d Fort Whoop Up, quelli che non sono in grado di prendere il treno vincente, e che perciò si ritrovano quasi allo stesso livello degli indiani pezzenti e alcoolizati. Jason Ducaux e la sua macchina di alcool e pelli, guadagna dollari su dollari. E' l'uomo venuto dall'Europa che fa fortuna in America, grazie al suo ingegno, alla sua abilità e alla sua spietatezza (quasi una sorta di Tony Montana). Ma come uomo del progresso bianco, inevitabilmente schiaccer? la vecchia e tradizionale cultura ihdiana in nome dei valori che una civilt? più potente e numerosa impone: si tratta dei valori del denaro, del guadagno, della legge del più forte, dell'oppressione del più debole. Una grande condanna nolittiana alle vittime del progresso, a quelle vittime che spesso non vengono considerate o ridimensionate (per quanti anni il cinema americano ha rappresentato gli indiani come feroci predoni sempre cattivi e da eliminare). Le vittime in questo caso sono gli indiani, e come tali subiscono un destino amaro: i fieri capi come Ska Wom Dee cercano di mantenere intatta l'orgoglio e la forza di un popolo in estinzione; altri purtroppo abbandonano ogni valore e si dedicano ad annegare nell'alcool il loro orgoglio perduto. Fort Whoop Up innalza una bandiera americana e si fa beffe di tutte le controversie tra americani e inglesi; di conseguenza ne approfitta per diventare espugnabile e diventare un centro di potenza quasi come una città industriale, in perfetto spirito capitalista. A capo c'è Jason Ducaux che organizza tutto, è rispettato dai suoi uomni come leader; per chi non la pensi così lo spietato capo wolfer non si fa scrupoli nel massacrarlo e fondare il suo trono come in una sorta di regno di terrore (ma nascosto dall'alto guadagno). Jason si fa i suoi amici, ma ciò che conta di più per lui nella vita è di avere uomini sempre più validi al suo servizio ed evntualmente di rimpiazzarli con tipi ancora più decisi. Un biglietto di visita perfetto per Tex e Carson che si infiltrano nella grande organizzazione, spacciandosi per due comuni furfanti. Il primo incarico è distruggere una distilleria clandestina, lavoro che viene compiuto da individui mascherati. Attraverso un indizio non mostrato, i pards capiscono subito l'identit? dei misteriosi assalitori, ma per il momento dovremmo aspettare. La cosa più urgente non è affrontare piccolo spacciatori ma distruggere quel gran boss di Jason Ducaux, prima che la sua organizzazione affondi ancora le sue radici; di nuovo la necessit? di darsi da fare subito. La soluzione giunge a Tex in una notte pensierosa: Skam Wom Dee il nobile e potente capo sioux, fonte di riferimento per gli sbandati che cercano di sfuggire all'ambiente squallido e violento imposto dai wolfers. Il primo contatto con i Sioux non è piacevole: tre giovani avventati cercano di fare la pelle a Tex e Carson per i loro fucili; inutile dirlo che i tre subiscono una dura lezione e vengono pure ampiamente fustigati dalla tribù; questa scena però mette in evidenza come anche tra i giovani indiani ci sono dei valorosi guerrieri, anche se magari ancora inesperti: è il caso di Hayota, il figlio di Ska Wom Dee, gran guerriero che aiuta i suoi amici e gode dell'orgoglio che il padre prova per lui. Il capo sioux è simbolo dei residui della potenza indiana e in certi aspetti ricorda Appanoosa in "Grido di guerra". La situazione per il capo Sioux è incerta: è fuggito dagli Usa per trovare una possibile via di salvezza per il suo popolo nel Canada; la sua situazione rimane comunque incerta perchè i soldatini inglesi potrebbero scacciarli da un momento all'altro (gli stessi soldatini che esitano a intervenire contro gli spacciatori di alcool e violenza). Tex propone una soluzione che appare come un punto di svolta per i Sioux: distruggere quella fonte di vergogna e morte, liberare gli indiani da un gravissimo cancro e forse ingraziarsi definitivamente la regina Vittoria. A dispetto degli umoristici pensieri di Carson, il capo Sioux accetta: questa decisione indica la volont? del guerriero che si prepara ad affrontare la battaglia del suo destino; non se ne sta a casa ad attenderne l'esito ma l'affronta di persona. A Fort Whoop Up, i Wolfers pensano di poter continuare la loro tranquilla vita ma uno di loro gli viene mandato ucciso e con un presagio di morte da parte dei Sioux. I miseri indiani che alloggiavano al forte se la battono in fretta. La loro caduta morale è sempre più grave e giunge al fondo: come le zecche che stanno addosso al cane e quando poi il cane si ammala, se ne vanno, questi indiani se ne vanno via; ma il peggio è che probabilmente non hanno nemmeno una destinazione a cui andare. La resa dei conti a Fort Whoop Up si compie: i sioux distruggono il forte e i Wolfers incontrano il loro destino di morte che fino a poco tempo fa non credevano possibile. Per Tex è arrivato il momento della resa dei conti: Carson si direbbe ucciso da Jason, e lui ha un motivo in più per combattere. Non combatter? normalmente: indosser? la fascia di wampum e sarà un guerriero indiano tra gli indiani; la scelta di far parte di quella razza che sta scomparendo e che lui difende dalle violenze bianche. Tex sconfigge Jason a duello ma per evitare guai agli indiani decide di consegnarlo alla giustizia bianca. Se tutti i Wolfers fossero uccisi, l'atto dei Sioux sarebbe facilmente interpretabile come atto di feroci predoni (la solita immagine fissa negli americani e negli inglesi). Tuttavia le cose non vanno come voleva Tex: Jason viene ucciso da Tuke, assetato di vendetta per la morte di Hayoka, caduto da guerriero che combatte per il suo popolo. Fort Whoop Up con tutto il suo impero salta in aria. Si scopre che era Jim Brandon, il capo dei misteriosi assalitori: un'importante caratteristica per il personaggio che non è una rigida giubba rossa mna è animato da valori più profondi come il senso della giustizia. Qualche giorno dopo, i pards al completo assistono al prezzo della loro vittoria: i soldati americani che vanno a prendere in consegna i Sioux. Gli eserciti americani e inglesi, così difficili nell'intervenire contro i wolfers bianchi, dimenticano tutte le faccende di orgoglio e burocrazia per intervenire contro i " feroci indiani". :fumo: Questa storia è un atto sulla sconfitta degli indiani: chi è stato ridotto in rovina dall'alcool e dalla cultura bianca; chi come Ska Wom Dee viene sconfitto e ridotto in esilio o in chiuse riserve. La fine di un epoca e di una civilt? millenaria. Lode a Nolitta. I suoi lavori hanno svecchiato Tex e lo hanno portato in una dimensione ancora più profonda e riflessiva sul mondo che lo circonda e sulla Storia a cui appartiene. clap clap clap
  7. John Walcott

    [430/431] Gli Uccisori

    Preparativo alla storia successiva, "La strage di Red Hill". Storia carina, ma che non lascia decisamente il segno; comunque non è malaccio questa storia ma lo scontro finale con gli inglesi e l'indiano ha delle debolezze paurose (mi riferisco ai quei punti segnalati da Pedro Galindez). A risollevare un po' la mia opinione ci pensa il maestro Monti con la sua abilità. Tuttavia se la storia ha qualche problema, come in questo caso, allora non mi risollevo poi più di tanto. Voto un sette pieno.
  8. Non è male come storia, ma ad essere sincero non mi ha coinvolto un granch?. Quella sorta di virus si ispira sicuramente alla storia bonelliana "Il fiore della morte". Anzi le similitudini con quella vicenda sono abbastanza numerose e mi sorprende che Tex non ci ripensi mai (a parte nel finale, quando è tutto ormai risolto):1) l'organismo viene dallo spazio, con la caduta di un meteorite2) la persona, come i ricci di Bonelli, succhiano il sangue e i liquidi vitali attraverso degli aculei3) le vittime vengono ridotte a carcasse rinsecchitePer via di queste analogie, non tengo molto in considerazione questa storia, perchè mi viene sempre in mente la storia di Bonelli (che mi era piaciuta molto). Anche questa ha comunque i suo punti positivi: una certa dose di azione, il clima di panico e paranoia che si scatena in città. Letteri però, già non mi entusiasmo molto per lui; aggiungici che non è nemmeno nella sua fase migliore. Di conseguenza i disegni non mi aumentano il coinvolgimento. Concludendo do un sei e mezzo.
  9. Di questa storia mi capit? prima fra le mani l'albo finale (volevo cominciare la successiva storia di Zhenda). Rivedendo sul forum qui, e sul sito della Sergio Bonelli, rimasi sorpreso dalla lunghezza di questa storia ma anche eccitato dagli spunti che offriva. Ne ho appena letto gli albi precedenti e devo unirmi alle critiche entusiaste per il piacere che da questa storia. Tuttavia devo rileggerla per poter dire qualcos'altro ma soprattutto di più sicuro e definitivo.
  10. Questa storia me la ricordavo soprattutto per la mitica parte di Carson nei panni del vecchio e pacifico frate. Il saio unito alla sua faccia del vecchio caprone, gli davano un' aria così mansueta e gentile, che ispira una gran aria bonaria, che non vi dico; una grandissima simpatia e allegria. Rileggendola, ho ricordato anche gli aspetti positivi di questa storia. Direi che il primo che mi salta in mente adesso, è la figura dell'antagonista Manuel Pedroza. Nizzi ha ripreso la figura della storia di Nolitta e la evolve in maniera nettamente positiva. Pedroza viene rappresentato in maniera più complessa (anche perchè nella storia precedente non era l'antagonista principale) e se ne conosce vari aspetti: l'avidit? ovviamente, quella caratteristica tipica dei furfanti della sua specie; l'intelligenza (non abbastanza contro Tex) che gli permette di gestire con carisma la banda ("C'è qualcuno che possa fermare la banda di Manuel Pedroza, quando la posta in gioco è una tonnellata d'argento? Rispondetemi, hombres!) e di trovare la maniera più sicura per impadronirsene ("Mica stupido quel trippone" commenta Kit Willer); l'arroganza, che lo porta a sottovalutare gli avvertimenti di Rosita ed Eusebio sui rischi che corre; la superstizione che lo invita a tenersi lontano inizialmente dalla Escondida, ma anche a vedere un presagio di sfortuna nell'asso di picche (del resto anche questa è una caratteristica diffusa nei banditi del western e che ricorre diverse volte in Tex). Anche il settore disegni contribuisce al successo di questa storia. Ticci si trova nella sua fase ideale, in cui afferma il suo stile ma ancora non lo porta agli estremi (il che comunque non è proprio un male) Una storia di grande spessore e realizzata alla grande. Sempre per gusti personali però, non rientra tra le mie storie preferite, ma comuque è una di quelle che hanno contribuito a formare in me il mito di Tex. E' stato soprattutto alle storie di Nizzi che è successo, e quindi le tengo in gran considerazione queste storie.
  11. Storia altamente di gusto; ormai per i lettori, grazie a Nizzi, era ridiventata un'abitudine vedere sempre storie di ottimi livello, se non dei capolavori. Personaggi ben riusciti e ben gestiti. A partire dall'archeologo Manuel Doberado: una passione per l'archeologia che è pure coinvolgente; non interessato a valori venali, magari è una figura che un po' richiama altre simili. Però ha anche l'aria un po più sveglia, e anche se non è proprio un uomo d'azione, ha il suo spirito, la sua grinta. Suo amico - rivale, Velarde, antagonista principale della storia, il primo a scoprire la nave, che riesce a farsi venerare dalle tribù dei Pima; la sua dimora è un luogo dall'?nventiva che sembra richiamare i più fantasiosi racconti (frutto anche delle memorie dei mercanti che conoscevano l'Oriente; ne hanno riportato infatti alcune di quelle caratteristiche popolari che hanno ispirato l'immaginario popolare, come si vede appunto qui): una nave sperduta nel deserto (come dice Carson, finch? non te la trovi davanti, non ci crederesti molto), una tribù indiana che venera un sacro signore e un sacro luogo, una comunit? di cinesi che vive nascosta, un fiume sotterraneo dal percorso ignoto e forse mortale. Uno splendido campionario di immaginazione e di epicit?. La fine di Velarde è una delle morti più potenti e anche beffardi della storia di Tex. Che roba! Oltre agli elementi misteriosi e avventurosi, ad aumentare il valore della storia, interviene pure il maestro Claudio Villa. I suoi disegni migliorano continuamente e abbiamo g? prova del suo immenso talento. Basta vedere ad esempio, le tavole finali nel fiume sotterraneo. Pura dimostrazione di genio da parte di autore e disegnatore.
  12. Altra storia che appartiene alla fase del Nizzi in pienissima forma. Mi intriga molto l'idea che Tex e Carson, oltre ai banditi, debbano affrontare l'ignoranza della gente comune; con questa idea di fondo, mi sarebbe piaciuto vedere un po' di più i Rangers contro questi poveracci e metterli in riga, riportarli al senso comune. Tuttavia ho paura che questo avrebbe tolto tempo allo sviluppo della caccia ai banditi. A tal proposito la caccia compiuta alla banda è un altro dei elementi intriganti della storia: una banda feroce, organizzata e con un certo appoggio alle spalle, si avvia verso la sua fine; Tex e Carson sono implacabili, e i banditi, sono eliminati uno a uno (come in "La mano rossa"). Un difetto secondo me è nel finale. Quando Tex e Carson , alla fine affrontano Bill Border, gli dicono che il suo complice Harry se ne andrà via con la sorella, a rifarsi una vita. Tuttavia, a mio parere, Harry era ben ansioso di veder morire i pards, e mi sembra poco convincente che accetti di andarsene senza preoccuparsi più di Bill Border o almeno di tentare di vendicarlo (sarà una concessione di Nizzi alla sorella di Harry, Lizzie). L'ultima vignetta in cui appare, lo si disegna che maledisce i pards. Per di più, non vengono mostrate le reazioni della gente comune, nel sentire che i loro idoli erano caduti per mano di quei infallibili giustizieri che rispondono al nome di Tex Willer e Kit Carson. Forse pretendo troppo, ma a me questa gente che appoggia furfanti e assassini mi fa andare decisamente su dai gangheri. Riguardo al settore disegni, a me Blasco non piace del tutto. Però quelle tavole finali nella pioggia, sono una roba che non dico...
  13. Storia piena di siparietti mitici (ad esempio, quando Tex "interroga" il sergente traditore, oppure la rissa nel saloon ) più una giusta dose d'azione e di colpi di scena (anche se dipende dallo spirito investigativo di ognuno). Monti è ispirato come sempre; grazie a lui, la storia è davvero ottima (ma lo era già). Una curiosità: rivedendo le tavole, ho l'impressione che per disegnare il capitano Lafferty, il disegnatore si ispiri a John Walcott. Magari non è così, ma questa idea proprio non me la stacco di dosso. Comunque si tratta di una storia sottovalutata; anche se non è un capolavoro, merit? più considerazione, per il suo brillante impianto nella storia, nei personaggi e nei disegni.
  14. John Walcott

    [319/321] Gringos

    Storia da leggere se non si ha particolari pretese. Puro riempitivo anche se non manca di un certo ritmo, anche se non del tutto sostenuto. Concordo con gli altri nel pensare che i personaggi di questa storia siano decisamente trasparenti (a parte forse un po' John Safford). Peccato che la storia soffra di altri difetti: un po' di lentezza e un finale che sembra fatto così tanto per chiudere (non mi piace tanto quando Tex e Carson lasciano che siano gli altri ad occuparsi della spazzolata finale). E' sempre meglio di altre storie disastrose di Bonelli, perchè non presenta comunque orrori nei personaggi o nella gestione dei pards (penso a "Dinamite"). Gli do sei e mezzo.
  15. COMMENTO CHE PUO CONTENERE SPOILERAlla faccia di quelli che criticano questo antagonista, a me Proteus piace molto perchè la sua grandissima ablit? nel travestimento (al contrario di Tex, che non capisco chi possa ingannare semplicemente con baffi e poncho) lo rende un avversario davvero imprevedibile, davvero uno che mette in grave difficolt? Tex. Anche se la storia riprende alcuni elementi delle precedenti, è comunque bella da leggere, grazie soprattutto al carisma di Proteus (almeno per me). Ciò che non va, secondo me, è l'impressione che a volte la storia vada un po' di fretta (specie nellel faccende di nascondere Carson e del trovare Proteus). Lo schema che riprende quello delle storie precedenti e lo fa in fretta seppure con momenti buoni, mi ricorda l'ultima storia di Tex contro un altro dei suoi più pericolosi avversari di Tex: la Tigre Nera (anche li stessi difetti). Purtroppo questa è l'ultima avventura con l'antagonista Proteus; nel senso che la sua uscita di scena è davvero sottotono senza qualche ultima scena con il personaggio e sulla sua conclusione, che invece viene fin troppo semplicemente mandato a Yuma(sarebbe stato con più pathos se Proteus fosse finito divorato dalla tigre); forse Nizzi voleva ancora usarlo ma così non è stato (forse neanche lui credeva molto nel personagio). Non è neanche il solo difetto perchè ad esempio quando Proteus chiude Tex nella gabbia, ha un atteggiamento troppo sicuro per una trappola neanche così senza scampo (viene subito da pensare "adesso Tex spara, si arrampica e scappa" ); anche se comuque è molto bello il successivo duello a distanza. Per chiudere, vorrei segnalare, nel finale, quando Tex dice che solo Mefisto e Yama gli hanno dato più filo da torcere di Proteus. Io toglierei più che volentieri Yama, mi sembra più pericoloso e furbo Proteus.
  16. Già il primo albo di questa storia è tutto una goduria: la sparatoria iniziale, Tex e Carson nel saloon ai cowboys assassini. ("Attento a quello che ti esce di bocca compare. Tu di che non è vero e, parola mia, ti faccio finire la dentiera nel tacco degli stivali, anche se ora ti senti protetto dal tuo padrone"). Poi la delineazione del gran ranchero Langley e della sua ossessione per il leggendario bisonte bianco; suo complice, un gran furfante di nome Laskiss. Un lungo inseguimento dalla città fino al territorio indiano, con i Rangers dietro a questa coppia. Nel finale, si vede come Nizzi voglia insistere su come il destino o qualunque altra forza che controlli le azioni degli uomini, ci metta il suo zampino. Un finale che suona come il danno più la beffa per il povero Langley ( e forse anche aspettabile). Nizzi per l'altro chiude con una nota che ha sapore di leggenda per un sacro animale che affronta la sua ultima lotta e poi scompare nel nulla. Una storia che cresce in epicit? mano a mano che ci si avvicina al suo territorio, e si identifica sempre più con Langley che sente l'avvicinarsi della sua ultima battaglia e si prepara ad essa, con lo spirito del guerriero di tanti anni di lotte (anche se da la caccia a qualcosa di sacro). Un confronto epico, che Nizzi non manca di mettere in risalto nelle scene finali (anche se non mi piaceva come viene disegnato il bisonte bianco da Fusco, meglio nella copertina di Galep). Nemmeno in questa storia mi sento di darle del capolavoro (quel poco di esitazione che mi frega), ma è sicuramente una storia di ottimo, anche eccelente, livello. Facciamo nove e mezzo.
  17. C'era una discussione apposita, mi ricordo, sull'osare degli autori con storie e tematiche diverse dal normale western per Tex. Questo non è magari il caso più appropriato ma mi viene in mente lo sconfinamento delle tradizioni induiste in Tex. Non ?un certo caso unico (basta vedere le storie in cui Tex affronta Mefisto, i seguaci del Voodoo in più occasioni, oppure più semplicemente le sette di cinesi). Eppure questo è il caso che mi suggerisce più questo sconfinamento; probabilmente perchè quelli che ho accennato prima, appaiono più volte e quindi diventano come "normali" nelle storie di Tex. Il culto dei seguaci di kal' è più raro e per questo mi suscita una sorta di maggiore interesse. I thugs, come altre popolazioni indigene della giungla, hanno la loro pericolosit? nel loro saper nascondersi nella foresta (e anche sottoterra); il loro uccidere per strangolamento è una delle maniere più silenziose e micidiali che siano, e da davvero l'aria di persone pericolosissime. Tex e i suoi, non è che faticano proprio così tanto, anche se tre su quattro vengono catturati. Tex Willer è sempre micidiale, e la sua capacità di affrontare sempre e comunque queste sette di fanatici, è una delle cose che adoro di più. :soldaton: La storia ha il suo fascino proprio grazie a questo; in fondo non una storia del tutto originaria ma sempre gustosissima, sempre grazie a un Nizzi in perfetta forma(in questo moneto. Galep invece ha sicuramente più difficolt? con i disegni, e riesce a fare quello che poteva qui.
  18. Forse la meno nota delle storie sulle guerre indiane in Tex. In compenso presenta un intreccio e uno sviluppo ben articolato e ben sviluppato. L'ufficiale cattivo della storia, il colonnello Middleton, è uno dei personaggi meglio gestiti in questo genere di storie: ottuso ma neanche tanto stupido; semplicemente Tex è troppo furbo per lui e gli manda tutte le mosse in fumo (ad esempio quando Middleton fa verificare se Tex e Carson sono tornati alla riserva navajo, e il nostro Ranger gli para la mossa). Mi piaceva anche molto il finale, con l'ex colonnello che cerca di vendicarsi di Tex; un personaggio che non si limita a sbavare odio ma cerca persino di fargli la pelle, insomma un personaggio che sa anche agire e che si rende pericoloso. Con la sua morte diventa tra gli ufficiali arrroganti affrontati da Tex, quello che subisce la sorte peggiore (a parte Arlington in "Vendetta indiana")Se non sbaglio potrebbe essere la prima apparizione del generale Davis (almeno fra le storie che ho letto), uno dei pochissimi militari gallonati rispettati da Tex. Una volta tanto, Tex può contare di importanti e influenti appoggi militari (dopotutto ne ha di numerosi contatti). Storia classica ma con elementi tutti ottimi e ben riusciti. VOTO: 9
  19. John Walcott

    [297/299] Fuga Da Anderville

    Come si capisce dal mio nome utente, sono uno degli altri che impazzisce per questa storia (nome scelto in omaggio a uno dei miei personaggi preferiti). Non ho bisogno di trovare le parole per questa storia e i suoi elementi perchè vedo con piacere che sono già stati ampiamenti discussi (c'è pure la discussione apposita per la famiglia Walcott e il nero Tom). Qui leggiamo uno dei capolavori scritti dal maestro Claudio Nizzi, che mostra pienamente il suo talento (aveva già fatto delle storie ottime): uno scrittore che purtroppo, continuo a dirlo, non gode spesso della stessa stima del patriarca Bonelli, dello zagoriano Nolitta o dello sfacettato Boselli; oggi ci sono fan che lo associano a storie disastrose. Non difendo affatto le ultime storie nizziane, e concordo con chi pensa che debba chiudere. Merita però la sua fama e il suo elogio, proprio in nome di capolavori come questi ( e altri ne verranno da qui). Lode, lode piena senza timori o paure. CAPOLAVORO eterno e forse la miglior storia di Tex in assoluto. C-A-P-O-L-A-V-O-R-O clap clap clap -ave_ -ave_ -ave_
  20. John Walcott

    [296/297] Gli Avvoltoi

    Si tratta sicuramente di un riempitivo ma di un riempitivo che si gusta sempre con gran gusto (specialmente quando ti vuoi leggere il capolavoro successivo "Fuga da Anderville", ti ritrovi prima questa storia e la rileggi molto volentieri). La tipica lotta di Tex contro i potenti del paese, ma che qui emergono chiaramente come tali: il loro potere, la paura che esercitano e tutto annunciato dal loro soprannome di avvoltoi. Tex non ha problemi eccessivi con loro, e pensa pure di avere bisogno dei pards (invece ci riesce benissimo da solo, senza i pards intendo). Monti è un altro di quei geni che hanno fatto la storia di Tex, e le sue tavole sono da antologia. Molto bella la scena finale, con l'ultimo congedo di Tex dal defunto amico sceriffo, sotto la triste pioggia. Infine i compaesani che hanno aiutato Tex, e lo rimpiangono per non aver avuto molto tempo per conoscerlo meglio. Un finale degno dei migliori eroi tipico dei fumetti americani ma sopratutto degno della miglior tradizione, anche bonelliana, di Tex (tipo il finale di "Uno contro venti", ricordate?). VOTO: 9
  21. COMMENTO CHE CONTIENE SPOILERUna delle massimi storie di Nolitta con scene assolutamente mitiche (i cadaveri mostrati alle ricche donne sconvolte, che goduria questa scena ) ma anche con alcune incongruenze e forzature:1) l'attenzione eccessiva al telegrafista Skinny, perchè avverte Tex dello sceriffo che voleva colpirlo alle spalle. Se avessimo dedicato tanta attenzione a ogni personaggio che avverte Tex come in queste circostanze, saremmo già al numero 1000 (ovviamente sto esagerando)2) non mi convince molto l'atteggiamento del colonello Watson, che invita Tex nel suo ranch semplicemente per offrirgli mostruose somme di denaro per averlo dalla sua parte. Si può spiegare come la delineazione di un personaggio che vede tutto nell'ottica del denaro; nell'albo precedente però, il colonnello dice chiaramente di voler sbarazzarsi di lui (a meno che la somma di denaro sia solo un temporeggiamento)3) dopo aver imprigionato Tex, Watson dice di farlo scomparire. Sempre nell'albo precedente dice al contrario che Tex è troppo importante per farlo scomparire4) Nolitta, nonostante gli errori di Tex, cerca di farlo apparire come duro. Ma a mio parere il risultato è un po' forzato (ad esempio quando Ella libera Tex e questo fa anche l'incazzato) anche se non lo trovo affatto arrogante come è stato detto, ma semplicemente un "simpatico sbruffone" Eppure, alla faccia di questi difetti, la storia è di una goduria e di grande spessore. La lotta di Tex contro gli spietati baroni del Cheyenne Club è così mitica. Con l'aggiunta anche del personaggio di Ella Watson, la storia aggiunge anche un po' di tristezza per la giovane ragazza e il suo rapporto con il padre. Evviva Guido Nolitta, che qui dimostra le sue grandi potenzialità di autore anche in un fumetto non concepito da lui. -ave_ -ave_
  22. John Walcott

    [287/289] Grido Di Guerra

    Ottima storia di Nolitta, che gestisce abilmente tutti gli elementi della storia (anche se non mi ricordo da dove salta fuori Tiger, visto che nel primo albo non si vede). L'unica pecca a mio parere è stata una forzatura nel far entrare Timothy O'Sullivan, elemento che permette di smascherare l'attentatore; un colpo fin troppo di fortuna, anche se la simpatia del personaggio non ha alcun motivo di essere intaccata. Elogio pieno alla figura di Appanoosa, il capo Cheyenne che ha creato grandi grattacapi all'esercito e che è lui, in un certo senso, a far chiedere la pace ai soldati (anche se sappiamo bene, che prima o poi la sua tribù sarebbe stata sterminata). Triste e anche fiero nel discorso che fa a Tex alla Lunga Ferita (a proposito altra grande interesse di Nolitta per la storia dei paesaggi e dei luoghi degli Indiani d'America e delle loro tradizioni, prima dell'arrivo della civiltà bianca): un uomo che affronta dolori personali (la morte del figlio ma anche la convinzione di essere stato tradito da Tex) e anche per la sua tribù, costantemente in guerra. Uno dei più nobili capi indiani che Tex abbia incontrayo, e che rende la storia memorabile. Un prezzo di lacrime e sangue piuttosto alto nella firma di un trattato che dovrebbe mettere fine a tutte le ostilità (anche qui Nolitta mette molta attenzione, facendo disegnare la tragicità della guerra e del carico di morti, dolori e stragi che porta sempre). Peccato che, come ricorda Tex, si tratta pur sempre di un pezzo di carta e che già diverse volte nella Storia non è mai servito a un granchè. Una storia in cui Nolitta diventa anche malinconico nell'eterno desiderio di pace per l'uomo contro la continua guerra. Guerra che Tex cerca con tutti i costi di evitare, ma che a volte risente di essere un uomo come gli altri e che non è comunque capace di cambiare il corso degli eventi, nonostante le sue continue lotte.
  23. Nizzi con questa storia firma (forse) uno dei suoi primi capolavori. Non mi dilungo tanto sugli elementi vincenti ma per me sono soprattutto due: la figura del grande complottista (anche se alcuni è ben nota, preferisco tenerla segreta a quelli che non l'hanno ancora letta) micidiale, astuto come una volpe, e scoperto veramente per un colpo di fortuna (difatti quandso viene smascherato si consola dicendo di essere il vincitore morale) e che usa anche con la pistola contro personaggi decisivi nella storia (anche se pur sempre a tradimento); un altra nota positiva è per i disegni di Letteri, che di solito non mi piace un granch?, ma qui è davvero un maestro!A conti fatti, mi limito a dare un 9; meriterebbe anche dieci, ma non mi sento del tutto sicuro in confronto ad altri capolavori, quindi nove.
  24. Dimostrazione che GLB, nonostante la stanchezza, avesse ancora qualcosa nel repertorio. La storia non è un capolavoro ma è comunque di buon livello, se non ottimo. L'incontro e l'allenza tra Aquila della Notte e Geronimo, li considero come uno dei momenti più rappresentativi per Tex, nella sua lunga storia di difensore di quelli che subiscono ingiustizie (magari in seguito posto la vignetta). Una nota: la copertina del numero "Il carro di fuoco" riprende il particolare dell'indiano morto dal n° 212 "Trafficanti d'armi; guardateli, sono identici! Sui particolari di questa storia, si è già detto molto; vorrei aggiungere anche quella triste constatazione di Tex sulla triste futura sorte di Geronimo, destinato prima o poi alla sconfitta ("Gente che meritava una sorte migliore, accidenti!)
  25. John Walcott

    [282/283] Un Mondo Perduto

    Storia che parte abbastanza bene, ma si direbbe che risenta in limiti di creativit? per GLB (intendo in questo periodo). Il patriarca rispetto alle sue disastrose storie che precedono questa, è sicuramente più in forma, ma purtroppo penso che cominci ad accusare i segni della stanchezza. La storia non è malaccio, ma dubito che Tex e suoi avrebbero mai scoperto qualcosa visto il loro atteggiamento di chiusura verso faccende extraterrestri. Difatti non mi è piaciuto molto Tex quando liquida le idee del professor Steiner semplicemente come pazzie. Non che io creda agli extraterrestri, ma visto che si tratta di un fumetto mi aspetto comunque una maggiore apertura verso queste cose (anche se si tratta di un fumetto western come Tex). Dopotutto visto gli indizi (gli indiani mutati, il razzo sconosciuto) si potrebbe approfondire un po' di più la faccenda, ma probabilmente pretendo troppo. Direi che il limite della storia sta proprio nell'inserire l'elemento fantascientifico nel personaggio di tex, che sembra quasi difendersi da queste "intrusioni". Parlando brevemente dei disegni, ovviamente ottimo lavoro sia per Nicol' (lode a uno dei migliori -ave_ ) che per Monti, abilissimo nell'imitare il suo tratto (a differenza di Ticci che, in "La strage di Red Hill", si discosta totalmente dallo stile grafico di Giolitti, creando confusione). Insomma, una storia dalle potenzialità mancate ma comunque di buon livello. Merita un sette e mezzo.
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