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TWF - Tex Willer Forum

juanraza85

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Messaggi pubblicato da juanraza85

  1. Personalmente condivido quasi in toto la posizione di Cheyenne, che predilige un Tex Canonico, pur apprezzandone le avventure di piglio meno spiccatamente avventuroso. Sempre a mio parere, Tex non potr? mai rapportarsi alla diatriba nativi vs colonizzatori come Magico Vento, per una quastione semplice ma fondamentale: Tex afferma piùvolte espressamente che, pur essendo il capo dei Navajos e di considerarli la sua gente, ha come obiettivo, sia pure probabilmente utopistico, quello di evitare in tutti i modi che gli ini o gli altri contendenti paghino un prezzo troppo alto nello scontro che li contappone., mentre Magico Vento è di fatto divenuto Sioux da Giacca Azzurra che era a seguito dell'incidente in cui ha perso la memoria (il suo mentore, Cavallo Zoppo, sosteneva che fosse "nato per la seconda volta"), dunque ha fatto una netta scelta di campo, dalla quale non è più tornato indietro... E poi, in tutta franchezza, non credo che sia così facile per gli autori cambiare l'impostazione di un personaggio come Aquila della Notte dopo più di sessant'anni, per ragioni anche editoriali.

  2. Ottima storia, soprattutto Ortiz migliore del solito... Trama molto ben costruita e mai scontata. Personalmente ho persino riscontrato un po' di humour macabro nel momento della morte di Harry, braccio destro di Buchanan, infilzato da due lance fuoriuscite dalle zinne di una divinità azteca...

    Voti: 8,5 alla sceneggiatura e 9 ai disegni.

  3. Acquistato e letto stamani mentre ero in treno.

    Bisogna attendere la seconda parte per dare un giudizio obiettivo, però le prime impressioni sono più che buone. Ottima la conclusione del primo albo, in quanto lascia la porta aperta a mille possibili spiegazioni per la temporanea battuta d'arresto di Kit ed il rapimento della bella dottoressa.

    Trama ben scorrevole, ottimi i disegni di Andreucci.


    Edit by TexFanatico: se non scrivo più nelle discussioni legate alle storie è perchè io ricevo gli albi con una storia di ritardo... ma avrei ancora il piacere di gustarmeli senza saper come va già a priori :indianovestito:

  4. Una delle più belle storie della fascia 400, senza alcun dubbio..! Molto curati i personaggi, l'unica cosa che mi è un po' dispiaciuta è il poco approfondimento riservato alla cattura di Jacob Stolz da parte dei Figli del Tuono, e di come fosse diveuto per loro un uomo sacro (comprendo comunque le esigenze di spazio...). Tralasciando questa minuzia, un bell'8,5 alla sceneggiatura e un 9 pieno ai disegni di Ortiz, forse alla sua miglio prova sulle pagine di Tex...

  5. Buona storia, cui assegno un 7,5. Convengo con Carson00 sulla scarsa vena di Tex nella vicenda: fosse stato al 100% avversari inconsistenti come Callagher e Ricky Harrison li avrebbe distrutti anche a mani nude, e soprattutto non si sarebbe lasciato infinocchiare da due sprovveduti come Greg e Jesse. Al contrario di Carson, più guardingo del solito, Tex stavolta commette l'errore di sentirsi troppo sicuro di sè. Poco approfondita, inoltre, l'ambigua figura di Harrison senior: si poteva fare di più.

  6. E' una storia che rileggo sempre con piacere, ben sceneggiata e ben disegnata. Concordo con l'amico Pablo sul fatto che si sarebbe però potuto fare qualcosa di più relativamente alla caratterizzazione di Larkin, il cui ruolo poteva essere messo maggiormente in risalto, e di Larouche, forse passato con eccessiva nonchalance da una barricata all'altra. E Tex ne è complice poich?, oltre a "scordarsi" immediatamente che Larouche al momento dell'incontro ha tentato di uccidere lui ed i suoi pards, non lascia mai trasparire nei suoi confronti la minima diffidenza (un tipo del genere, pronto a cambiare bandiera per denaro, avrebbe potuto benissimo tradire la fiducia del Ranger se adeguatamente tentato) n° il minimo disprezzo per la sua indole di voltagabbana, categoria umana che Tex ha in più occasioni dimostrato di detestare. Detto questo, un buon 8,5 sia alla sceneggiatura di Nizzi che ai disegni di Fusco

  7. Penso che la scelta degli autori di non inserire nell'universo della riserva il consiglio tribale sia da addebitare ad una certa linea di coerenza adottata nel momento in cui Bonelli padre decise, nel lontano 1948, di mettere un bianco alla guida di una tribù di nativi americani. In una simile ottica (provo a mettermi nei panni degli autori) la presenza di un consiglio tribale rischierebbe di mettere in ombra la figura di Tex capo e agente della tribù. Senza dimenticare che all'epoca era probabilmente di difficile concezione una tribù pellerossa senza la tipica figura del capo, n° si deve trascurare quanto era difficoltoso reperire informazioni particolarmente dettagliate...

  8. La prima parte di questa storia mi è sembrata più che positiva, e lascia ben sperare in attesa della seconda. Molto ben costruita la figura di Padre Clemente/Guillermo Blanco: il suo

    mi è parso un pentimento sincero, ma ho il sentore che nel prosieguo potremmo avere sorprese da parte sua...


    Ricordiamoci di aggiungere gli spoiler.
    Paco :trapper:

  9. Annoverare questa tra le migliori storie di Tex sarebbe sicuramente una bestemmia, ma tutto sommato non mi è sembrata male. Buona sceneggiatura, che però paga il dover essere contenuta in un singolo albo. Il risultato è che si arriva alla risoluzione della vicenda in maniera affrettata (dal punto di vista del lettore) e troppo semplice (rispetto agli abituali enigmi cui Tex si trova di fronte in genere)6,5 alla storia er 8 ai disegni di Torricelli, che a me ricordano alla lontana (si tranquillizzino dunque i puristi :indianovestito: ) quelli di un certo Galep, in particolare nella fisionomia dei personaggi.

  10. D'accordo con Leo, storia sicuramente non memorabile ma di buona qualità. Ho tutto sommato apprezzato abbastanza, in particolare, le figure degli antagonisti principali, non i classici personaggi senza scrupoli spinti dall'avidit?, ma un branco di sbandati che hanno ucciso il povero Nantay esclusivamente perchè hanno il cervello bacato. Unica pecca: non hanno mai messo in seria difficolt? Tex e Carson.7,5 sia alla sceneggiatura che ai disegni

  11. (I. K. E. @ Lunedì 5 novembre 2012, ore 23)? so che dirlo qui può apparire una vera bestemmia, ma quanto mi stuzzica anche l'idea che a morire possano essere non solo i cattivi.... ma anche i buoni (e infatti non avete idea di quanto ho rosicato nel vedere che in "E venne il giorno" alla fine dell'episodio erano ancora tutti e 4)....

    Devo ammettere che la cosa mi stuzzica ed anche io, prima di concludere la lettura di "E venne il giorno", facendomi anche condizionare da un titolo così solenne, avevo creduto/temuto che Carson fosse deceduto... Magari, però, salvaguarderei a prescindere i pards, prendendo in considerazione, per aggiungere un tocco di realismo e sorpresa alla serie, di far morire qualche comprimario storico (per quanto la cosa mi sembri comunque antipatica).
  12. Non è certo la prima volta che Tex e i pards hanno a che fare con tutori della legge che, dietro una facciata di riconosciuta integrit? morale, nascondono invece un animo infido e disonesto. Però è sicuramente la prima volta che Tex e i pards, pur riconoscendo di non avere particolare stima di loro, hanno bisogno (Tex e Carson) di incontrarli una seconda volta per scoprire definitivamene che razza di carogne essi siano, e ciò la dice lunga sullo spessore criminale di quelle canaglie di "Mysterious" Dave Mather e Hoodoo Brown. Il risultato è una storia che, pur partendo da un tema già visto più volte nella serie, non annoia mai, con antagonisti molto ben definiti, nonostante risulti abbastanza prevedibile (già nel primo albo, alla prima lettura, si intuisce abbastanza facilmente la natura di doppiogiochisti di Mather e Brown, e si capisce come siano implicati nel caso di cui i pards si stanno occupando). Tutto sommato, una storia più che buona: 8 alla sceneggiatura di Boselli e 7 a Mastantuono per i disegni.

  13. Senza dubbio uno dei più grandi capolavori dell'intera saga di Tex. Tutto un susseguirsi di colpi di scena e ribaltamenti di fronte, con degna sorpresa finale. Superlativi i tre co-protagonisti Howard, John e Leslie, figure tutt'altro che scontate e dispensatrici di continui colpi di scena: quello che sembra il più simpatico a Tex, John, si trova coinvolto in tanti di quelli intrighi che la sua immagine ne esce pulita solo all'ultimo, quello che sembrava più carogna, il sudista Leslie, dimostra invece di avere a modo proprio a cuore la sorte del cugino, mentre il "caro zio" Howard, pur di raggiungere i propri scopi, non esita a lasciar marcire in carcere John ed addirittura uccidere personalmente Leslie. Con il risultato di vivere quanto gli rimane con un pesantissimo fardello di rimorso. Una delle più malinconiche avventure di Aquila della Notte, che merita un bel 9,5 alla sceneggiatura ed altrettanto ai disegni di Ticci.

  14. Davvero sinceri complimenti all'analisi di Jim Brandon, completa e dettagliata come meglio non si sarebbe potuto fare..!E' anche per i continui voltafaccia dei tre Walcott e per la loro complessa caratterizzazione psicologica che ho letto più volte e rilegger? sicuramente ancora questa storia, uno dei capolavori assoluti dell'intera saga texiana. Ho già detto in altre discussioni di non aver mai apprezzato particolarmente le storie del Ranger in cui i personaggi sono facilmente distinguibili nelle canoniche figure dei "buoni"e/o dei "cattivi", ma di aver sempre avuto un debole per le figure dalla personalit? complessae non scontata. Dunque come non apprezzare i tre Walcott?Dei tre quello che comunque mi? più simpatico è John: forse con le idee meno chiare e più immaturo rispetto al cugino, ma a modo suo un uomo leale. Leslie, invece, fondamentealmente non paga altro che la sua assoluta integrit? morale e la sua dedizione totale alla causa sudista (? per questo che lo zio Howardritiene opportuno ucciderlo, temendo che il nipote potesse denunciarlo per il furto dell'oro). Lo zio Howard, invece, all'inizio mi sembrava solo il classico politicante "banderuola" (e già per questo mi stava sull'anima), poi a fine storia mi ha fatto una certa pena, rivelandosi un uomo corroso dal rimorso di aver sacrificato i suoi nipoti per il più basso ed effimero dei motivi: fare carriera in politica.

  15. Jack Swilling è stato davvero il fondatore di Phoenix, ed era altrettanto vero che assumeva regolarmente massicce dosi di alcool e morfina per lenire il dolore provocato da vecchie ferite. Passando alla storia in esame, devo ammettere di non averla apprezzata molto alla prima lettura, ma di averla parecchio rivalutata dopo averla letta di nuovo. La trama è molto ben costruita, e soprattutto chiara nello spiegare i giochi politici ed economici che facevano da ago della bilancia della questione. Lansdale non mi è sembrato, in definitiva, un avversario particolarmente pericoloso, anzi l'ho trovato abbastanza cagasotto di fronte a Tex e Carson, mentre non so se provare pietà o disprezzo nei confronti di quel mollusco del suo viscido e imbranato galoppino. Simpatica invece la traposizione di Swilling, un uomo dal carattere fragile ma moralmente integerrimo. L'unica cosa che un po' mi ha fatto storcere il naso è stata l'interruzione di quella sorta di continuity riguardante Phoenix, del resto già verificatasi nell'ultimo scontro con Mefisto, ossia l'assenza dello sceriffo Will Patterson, abituale comprimario dei pards nelle loro avventure in quella città. Visto che lo sceriffo (corrotto) presente stavolta ha fatto un'unica fuggevole comparsata nel primo numero, valeva davvero la pena cambiarlo?Comunque, 8 sia alla sceneggiatura che ai disegni di Civitelli, una piacevole conferma.

  16. Prima regola della serialit?: nessuno è morto finch? non si vede un cadavere riconoscibile e talvolta nemmeno allora.

    Presupposto assolutamente condivisibile. Devo ammettere che, a pensarci bene, nemmeno io sarei poi così sorpreso qualora il Maestro tornasse a rompere le scatole a Tex. Dopotutto, una sua eventuale fuga dal carcere (che ha già dimostrato dipoter attuare senza troppe difficolt?) non sarebbe certo meno credibile di un ritorno dall'Aldil' di Mefisto (il quale, a sua volta, era stato condannato alla forca dopo il primo "diverbio" con Tex, riuscendo però a farsi uccel di bosco prima che la condanna fosse messa in pratica).

    Vengo ora alla mia domanda: sulla base di quanto affermato da Carlo Monni, ossia che nel mondo dei fumetti a volte nemmeno una (apparente?) morte è sufficiente a decretare l'uscita di scena definitiva di un personaggio, possiamo affermare senza timore di smentita che non rivedremo mai più la Tigre Nera?
    Io dico di no, ed anzi la cosa non mi dispiacerebbe, dal momento che non sono rimasto molto entusiasta dallo scontro decisivo (?) tra lui e Tex, a mio avviso degno di ben altro spessore. Insomma, le mie aspettative hanno ragion d'essere oppure devo rassegnarmi? Gradirei risposte dai miei onorevoli colleghi forumisti :indianovestito: ...

  17. La prima regola dei seguiti e dei ritorni, nel fumetto come nel cinema, è che ripetersi sugli stessi standard della prima volta è sempre difficile, specialmente se si ricorre a clichè già utilizzati e che quindi non entusiasmano come in precedenza. Da questo punto di vista, Nizzi è stato molto intelligente nel sostituire il teatro dello scontro (anzichè le montagne del Colorado, una metropoli come New Orleans) e, soprattutto, nel cambiare tipologia di avversari (anzichè cinesi e malesi, neri seguaci del voodoo). Ci può stare anche la ripetizione del modus operandi della Tigre Nera, in quanto viene palesato come il suo obiettivo fosse semplicemente quello di riprendere la propria attività criminale, e non quello di vendicarsi di Tex (poi è ovvio che, essendoseli ritrovati tra i piedi, abbia pensato di prendersi la rivincita). In sostanza, ne è scaturita una storia di tutto rispetto, anche se meno entusiasmante della precedente (ribadisco quanto detto all'inizio: ripetersi comporta sempre qualche difficoltà, e quasi mai il risultato è migliore o almeno uguale al primo lavoro).8,5 alla sceneggiatura, 9 ai disegni di Civitelli, davvero in grandissimo spolvero.

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