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About juanraza85
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Questa storia è davvero un gioiello, tanto che stamattina l'ho riletta avidamente per la seconda volta ad appena una settimana di distanza dalla prima lettura. La bellezza della sceneggiatura di Boselli risiede primariamente, come sin troppo scontato, nella scelta di fare rivivere a Tex ed a noi lettori una delle pagine più tragiche della sua ultrasettantennale vita editoriale, forse la più tragica in assoluto, ossia la scomparsa dell'amata Lilyth. Per ottenere tale effetto, il Bos pensa bene di riesumare nientemeno che Sam Higgins, uno dei due furfanti butterati che anni prima avevano causato l'epidemia di vaiolo tra i Navajos su ordine di Brennan e Teller; il ruolo di Higgins nella presente vicenda, in verità, risulta ancora più marginale che nella precedente, tuttavia permette alla storia di raggiungere altissime vette di pathos in occasione della resa dei conti definitiva tra il furfante e Tex, nel bel mezzo della pianura dell'Oklahoma infestata da un violento tornado. Non è il Ranger ad attuare la tanto attesa vendetta, bensì è lo stesso Higgins, allo stremo delle forze psichiche e fisiche e tormentato dai propri fantasmi, a darsi da solo la morte: a Tex rimane comunque la consapevolezza di aver propiziato la definitiva uscita di scena di un personaggio spregevole. Non da meno sono gli altri antagonisti della vicenda, in primis il senatore Kurtzmann, viscido mandante della strage di Cherokee su cui Tex ed i pards indagano, anche stavolta causata da coperte infette di vaiolo. Anche la sua fine non può che lasciare un segno particolare, con un forte sapore di contrappasso dantesco dato da un cappotto infetto recapitatogli con l'inganno dall'agente Pinkerton Jack Nawuhoa, puro cherokee e collaboratore nella circostanza di Tex e dei pards. La bellezza di tali sequenze, ed ovviamente della storia nel suo insieme, non sarebbero state certamente possibili senza la superba prova grafica del Maestro Villa, autore di disegni che a mio avviso hanno raggiunto livelli di valore assoluto, ulteriormente impreziositi dall' accortissima colorazione di Matteo Vattani.
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[Tex Willer N.58/60] Raza il Comanchero
juanraza85 replied to MacParland's topic in Le storie inedite
Ho letto con particolare interesse la prima parte della storia con il mio "omonimo" e suo padre Pedro Raza, dunque profittando del mio primo giorno di libertà dal lavoro (sperando di poter tornare ad essere più presente quanto prima) ho deciso di scrivere questo post per esprimere un rapido e non troppo esplicito commento. Assai apprezzabile l'idea del Bos di fare apparire nelle vicende del giovane Tex il famigerato Pedro Razza, che anche tramite i superbi disegni di Gomez esce perfettamente caratterizzato sin da questo primo albo: spietato, senza scrupoli, crudelmente sarcastico e disposto a tutto pur di trarre guadagno, eppure a suo modo molto legato al figlio Juan (a ben osservarli, impossibile non notare la somiglianza tra Pedro ed il Juan "maturo" del presente texiano). Gli elementi per un'ennesima storia di alto livello sembrano esserci tutti, confido nel seguito. Ed ancora di più, confido che Tex possa incontrarsi faccia a faccia con Pedro Raza. -
Sono anche io fresco di lettura dell'ultimo albo di questa storia, che personalmente ritengo una delle migliori sin qui pubblicate sulla serie. Nemmeno io intendo spoilerare alcunché, per motivi più che ovvi, non riesco tuttavia ad esimermi dal sottolineare la natura del rapporto che viene a crearsi tra Tex ed uno dei personaggi. Davvero una stupenda chicca del Bos, cui rivolgo un ulteriore plauso per la gestione complessiva della sceneggiatura, così come meritevole di grandi complimenti è De Angelis per la superba prova ai disegni.
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Come credo sia stato già sottolineato da altri pards, anche io devo dire di aver trovato un po' forzata la casualità degli eventi, nello specifico Tex e Carson che passano da Redrock proprio allorquando Sam Spring decide di intraprendere un'offensiva atta a fare fuori il vecchio nemico Rick Sanders, ora sceriffo della cittadina. A proposito di quest'ultimo, poi, non ho apprezzato la contraddizione tra due affermazioni rilasciate a pochissima distanza di tempo l'una dall'altra: prima sostiene che negli ultimi tempi la vita a Redrock non abbia riservato sorprese, mentre a seguito del tentativo di accoltellamento ai suoi d'anni si sforza di riconoscere che vi erano già stati episodi strani, e giunge alla conclusione che dietro essi possa esserci la mano del vecchio nemico Spring.
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Acquistato e letto ieri il penultimo albo di questa storia che a mio avviso, se contraddistinta come confido da una conclusione ad hoc, potrebbe assurgere all'epocalità. Nulla da dire, stavolta il nostro Bos ha reso decisamente la vita complicata al giovane Tex, inducendolo a cacciarsi nella tana del lupo, nello specifico al cospetto del redivivo don Santiago Querquer, che immediatamente coglie l'occasione di metterlo alla prova. Vedremo come il Nostro riuscirà a sgusciare fuori da questo scomodo frangente, ed al contempo sono altrettanto curioso di assistere all'epilogo della resa dei conti tra Cochise e l'ottuso Bascom.
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Acquistata e letta in mattinata la prima parte del ritorno di Rick Sanders e Sam Spring. Nel complesso, le mie impressioni sono abbastanza positive, per quanto mi trovi costretto a rilevare come Ruju sembri non riuscire proprio ad evitare di lasciar sempre intendere passaggi di sceneggiatura prima del tempo: parliamo di inezie, per carità, tuttavia un po' di suspense in più ogni tanto non guasterebbe (l'indizio rivelatore ci può stare, ma deve essere funzionale all'economia della narrazione). Avrei anche altre piccole osservazioni da condividere, ma per il momento mi silenzio, limitandomi a rinnovare i miei complimenti a @Barbanera per la sua seconda fatica in veste di soggettista.
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Ho appena finito di leggerlo, prima di andare a tuffarmi nel tour de force lavorativo che mi terrà impegnato fino alla sera di Pasquetta. Devo dire che, complici le ultime scialbe prove di Nizzi, mi sarei aspettato di peggio, ed invece devo ammettere che, nel complesso, la storia è assai meno peggiore delle sue precedenti sceneggiature. Chiariamo subito, non stiamo certo parlando di una storia destinata a passare agli annali, tanto che Nizzi non manca di cascare in alcune delle sue più ricorrenti "nizzate" (Carson e Kit che, al netto di un ruolo meno di contorno del solito, fanno un po' la figura dei piccioni, tanto - troppi origlioni in giro, per tacere di alcune sequenze prive di peso specifico nell'economia della narrazione), tuttavia personalmente ho trovato la sceneggiatura abbastanza scorrevole e, seppur priva di guizzi di sorta, non particolarmente prevedibile né soporifera. Mi fermo qui per non rischiare di spifferare troppo, ripromettendomi di dilungarmi di più dopo le feste pasquali, aggiungo solo una personale considerazione su Ely Parker: pur bazzicandolo da anni, non è un così fine conoscitore del mefitico mondo politico di Washington.
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Da quel che si legge dalle anticipazioni, si tratta del ritorno di Ely Parker che mi pare fosse inizialmente destinato alla regolare, ed è stato invece dirottato sul Maxi. Dalle premesse gli ingredienti per una storia interessante sembrano pure esserci, tuttavia anche io mi aspetto di leggere la classica storia senza guizzi del Nizzi ultima maniera (sarei ovviamente felicissimo di dovermi ricredere). Non mi convincono granché neanche i disegni di Filippucci, contraddistinti a mio avviso da una espressività troppo plateale. Del resto, nemmeno la sua performance nel Texone Canyon Dorado mi aveva convinto più di tanto.
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Lo sceriffo Rupert (con i suoi panciotti arabescati) è una 'creazione' di GLB, comparso proprio in... "Tucson!", n. 211-213 (sebbene sia stato poi ripreso da Boselli) Giusta precisazione, pard . Comunque la considerazione resta.
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Già nelle varie precedenti letture, avvenute diversi anni addietro, avevo tratto l'impressione che a questa storia, pur nel complesso ottima, mancasse quel qualcosina che potesse elevarla a tutti gli effetti al rango di pietra miliare. A seguito dell'ultima rilettura, tra ieri ed oggi, credo alfine di aver definitivamente individuato cosa possa essere quel qualcosina, almeno secondo il mio modesto punto di vista: a fronte dei tanti aspetti più che positivi, come l'idea di suddividere di fatto la storia in due storie distinte ma al contempo contigue, piuttosto che la superba caratterizzazione dei comprimari - Montales, Conchita e padre Elias su tutti - e soprattutto degli antagonisti Olivera e "Cobra" Galindez (decisamente meno Zamora, mero beneficiario dei loro intrighi), vi sono altri elementi, seppur forse rilevanti fino ad un certo punto, che mi hanno convinto poco, a partire da alcune sequenze - soprattutto nella prima parte, a cura di Nizzi e Fusco - forse un po' troppo improntate ad una certa verbosità, dall'assenza dello sceriffo Tom Rupert - in genere, un valido alleato ed una preziosa fonte di informazioni - in quel di Tucson (viene malignamente da pensare che, essendo un personaggio di invenzione boselliana, Nizzi lo soffrisse poco), per finire con la presenza del redivivo generale Velasco, roso da un odio indicibile verso Montales (che per lui evidentemente è, fatte le debite proporzioni, quel che Tex è per Mefisto), ma la cui partecipazione piuttosto ectoplasmatica alla vicenda pone qualche interrogativo sull'opportunità della medesima. Sia come sia, a prescindere da tali dettagli, va dato atto a Nizzi della buona riuscita di quello che, all'epoca, dovette essere anche una sorta di esperimento, ottenendo di sceneggiare due storie tra loro contigue ma al tempo stesso dotate ciascuna di una precisa identità. Nella prima, disegnata da Fusco, Tex viene attirato con l'inganno a Chihuahua ed incastrato con una falsa accusa di omicidio su iniziativa degli affaristi Brooke e Cantrell e, soprattutto, dell'astutissimo colonnello Olivera, anima nera del losco governatore Zamora. I puristi magari obietteranno sul fatto che, per quasi tutti i due albi e mezzo, Tex subisce passivamente gli eventi dietro le sbarre (tranne un paio di ripassate che riserva al capo dei secondini Zoro), venendo infine salvato dal plotone di esecuzione solo grazie ai buoni uffici politici di Montales, per poi essere rocambolescamente fatto evadere da Pedro "Cobra" Galindez (e partecipare alla sparatoria che ne segue); tuttavia, a mio avviso, tali considerazioni pur nella loro sostanziale oggettività vanno rivalutare in virtù del ruolo da coprotagonista a tutti gli effetti che Nizzi intende assegnare a Montales, vero obiettivo dei loschi maneggi di Olivera, cui riesce a far fronte brillantemente grazie alla sua risolutezza ed alla sua intelligenza "tattica", ed in secondo luogo per via del fatto che, con l'ingresso in gioco di Galindez, questa storia (o prima parte, che dir si voglia) intende preparare il terreno agli eventi della successiva. La seconda storia (o parte), affidata ai disegni di Civitelli, vede Tex tornare a vestire con il consueto piglio determinato e risoluto il ruolo di leader e trascinatore, prendendo in mano l'iniziativa e guidando il golpe ai danni di Zamora. Ottima la trovata di Nizzi di rivelare il doppiogiochismo di "Cobra" Galindez, facendo però sì che Tex venga a sapere del suo tradimento e lo sfrutti a proprio vantaggio, prevenendo le iniziative di Olivera ed anzi inducendolo a cadere in errore, a lasciare sguarnita Chihuahua e favorire in tal modo la rivolta ideata e condotta da Tex, più con l'astuzia che col ricorso alle armi (di fatto, la sola sparatoria i Nostri devono affrontarla in principio di seconda parte, presso la miniera di Corvada). A tenere unite le due storie, fondamentalmente, la presenza del bieco ed astutissimo colonnello Olivera, abilissimo nell'orchestrare da dietro le quinte un contorto piano che dovrebbe concludersi con l'eliminazione fisica di Tex (inviso agli affaristi Brooke e Cantrell, fornitori di armi per l'aspirante dittatore Zamora) e di Montales (irriducibile avversario dello stesso Zamora), di cui Nizzi tratteggia mirabilmente la grande intelligenza e la totale machiavellica mancanza di scrupoli, caratteristiche che non fanno evidentemente difetto neanche a "Cobra" Galindez, indomito rivoluzionario ma in realtà subdolo doppiogiochista smascherato solo per fortuito circostanze dall'amata Conchita, ottima alleata di Tex e Montales al pari di padre Elias e del capo dei ribelli José. Un po' in ombra, piuttosto, i tre pards di Tex, limitati da Nizzi quasi ad un ruolo di contorno; giusto Carson emerge un po', tra scazzottate in quel di Tucson, ansia per la sorte di Tex, dialoghi scherzosi con il pard e, infine, il merito di salvare la vita a Montales sparando a Velasco. Detto già della sostanziale inutilità della riproposizione di quest'ultimo, va rimarcato l'ancora minore spazio riservato a Brooke e Cantrell, con la netta differenza che, fungendo i due da esche per Tex, nel loro caso ci può stare un trattamento del genere. Per quanto riguarda infine i disegni, premettendo che sia Fusco sia Civitelli - i cui merito e la cui indiscutibile abilità non sono certo un mistero - sono autori di un'ottima prova, sono del parere che, forse, Fusco ha saputo meglio valorizzare sotto il profilo grafico gli antagonisti di turno.
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Minicopertine con soggetto "Tex": quali albi comprerete?
juanraza85 replied to PapeSatan's topic in Sondaggi Texiani
Proprio stamani ho comprato Dampyr, e quindi con esso la minicopertina de Il figlio del Diavolo e gli annessi magnetini. Ho pertanto deciso di attaccarla al frigorifero, dove presumo andrò a porre anche le altre tre che mi ritroverò tra le mani da qui al 19 aprile, ma a maggior ragione sono ora convinto ancora più di prima circa l'inutilità delle placchette al fine di farci accogliere con minor dispiacere l'aumento di prezzo di 50 centesimi. Tanto valeva spiegare i motivi dell'aumento e basta, per quanto fossero già noti e comunque di facile comprensione, senza volerci ad ogni costo propinare certi gadget adatti a teenagers.- 70 replies
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Minicopertine con soggetto "Tex": quali albi comprerete?
juanraza85 replied to PapeSatan's topic in Sondaggi Texiani
A differenza della maggior parte dei passati sondaggi, ho rimandato la partecipazione a questo, per il semplice motivo che di queste minicopertine a me poco importa. Le risposte che ho dato, in effetti, vanno prese come sostanzialmente casuali, ovvero quando andrò in edicola per acquistare gli albi mensili (tranne il Magazine Avventura e SuperTex) credo che, di fatto, pescherò a casaccio: a me interessa la storia che andrò a leggere, non una minicopertina che sa di orpello per edulcorare la brutta sorpresa dell'aumento di prezzo !! Va da sé, dunque, che mi guarderò bene dall'acquistare doppioni degli albi che comprerò (Tex gigante, Tex Willer, il Maxi e Dampyr), e tantomeno mi prodigherò per procurarmi tutte le minicopertine che la Bonelli metterà a disposizione in edicola o sul suo sito.- 70 replies
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Man mano che si avvicina alla bocca del leone, aumentano i pericoli per Tex, costretto ora a guardarsi dalla marmaglia americana e messicana al servizio del redivivo Santiago Querquer, mentre in compenso sembra essersi guadagnato il rispetto di Skybuck e degli altri due indiani. Ciò detto, impossibile non constatare e non rimanere ammirati di come il giovane Willer, in qualsiasi circostanza, riesca sempre a cavarsela: se, il mese scorso, era riuscito nel tempo di un amen a convincere i tre rurales a fingere di cadere a terra morti, stavolta riesce a convincere l'arruolatore di Querquer a prenderlo tra i suoi uomini gabbando con la malizia di un esperto avventuriero uno dei suoi sgherri, e riuscendo così a compiere un ulteriore passo verso la conoscenza faccia a faccia del gran capo (il passo decisivo, facile intuirlo, avverrà ad inizio del prossimo numero). Parallelamente, tra l'esercito americano e gli Apaches di Cochise i venti di guerra soffiano sempre più impetuosi, per quanto il capo degli Tsokanende stia facendo quanto nelle sue possibilità pur di evitare lo scontro, dovendosi però scontrare con l'ottuso ed ostinato orgoglio del tenente Bascom. Sono estremamente curiosi di vedere, nei prossimi due albi, come la vicenda di Tex andrà ad intersecarsi con quella di Cochise: sono più che sicuro che ne vedremo delle belle.
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Sono tornato a rileggere questo Texone a distanza di diversi anni dall'ultima volta, e come in altre circostanze mi è accaduto, ora che ritengo di aver raggiunto una maggiore maturità come lettore ho potuto rivalutare l'opera con un occhio un po' più critico. Resta il giudizio più che positivo sulla sceneggiatura di Nizzi, sia perché prende spunto da fatti storici realmente accaduti e dalle peripezie di un personaggio storico di peso come John Sutter, ma soprattutto in virtù dell'ottima caratterizzazione che Nizzi riserva agli occasionali comprimari ed agli antagonisti con cui Tex e Carson hanno a che fare. Se rimediano un'ottima figura gli alleati, il dottor Ulrich Winckelried e la moglie Mina Sutter, apparentemente fragile ma a suo modo determinata, meglio ancora se la cava l'autore di Fiumalbo con gli antagonisti: in primis l'astuto e spietato Lucas Bonner, identità fittizia di Victor Sutter, lasciatosi passare per morto in un naufragio anni prima al fine di perpetrare una vendetta senza quartiere contro coloro che, dal suo punto di vista, accecati dal miraggio dell'oro avevano a suo tempo causato la fine della propria famiglia, ponendosi a capo della sanguinaria e fanatica setta dei Vendicatori, tramite la quale colpisce i proprietari delle miniere della Yuba Valley; sua principale alleata in tali deliranti piani di vendetta è la maliarda cinese May-Ling, donna fredda ed astutissima, ed estremamente fanatica, in grado inoltre di esercitare un notevole ascendente sull'ormai anziano John Sutter. Proprio il vecchio Sutter risulta, secondo me, il personaggio in assoluto meglio caratterizzato da Nizzi: stanco e prostrato dalle traversie della sua movimentata esistenza, segnata da varie tragedie familiari e dalla fine della sua ricchezza, all'apparenza sembra il classico personaggio disamorato della vita e colmo di nostalgia per il suo glorioso passato, in realtà è ben consapevole che dietro l'identità fittizia di Lucas Bonner si cela in realtà il figlio Victor, per il quale fa segretamente il tifo. Ben orchestrato, alla luce di tanti altarini, l'epilogo della vicenda: scoperto che May-Ling ha ucciso senza esitazione Victor, John Sutter la fredda a sua volta, privando in tal modo i Vendicatori di una guida carismatica che Wong evidentemente non è, e dunque facilitando Non poco il lavoro di Tex e Carson che, affiancati dal dottor Winckelried e dal domestico Tawan, seppur soverchiati nel numero e pressoché accerchiati, non faticano più di tanto nello strigliare gli avversari, liberando quindi la Yuba Valley da un incubo durato troppo a lungo. Doveroso soffermarsi, infine, sui disegni di Magnus, molto variegati, curati ed espressivi, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione di ogni singolo personaggio (forse, in un paio di caso, persino eccessiva). In ogni caso, la sua firma ed il suo lavoro impreziosiscono non poco l'albo.
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A margine della lettura della seconda parte devo ammettere che, pur mantenendosi su buonissimi standard, che almeno per quanto mi riguarda il prosieguo della storia è stato meno frizzante di quanto mi sarei aspettato, di certo meno rispetto al precedente albo. Ed anche un tantino prevedibile, sin da quando Tex e company si fanno sorprendere dai bandoleros e dai loro alleati apaches, salvo venire paradossalmente "salvati" dai chupacabras, per finire allorquando viene svelato l'arcano circa la sorte della spedizione perduta (arcano forse dal sapore un po' zagoriano, ma che ho comunque trovato coerente nel contesto di tale sceneggiatura) e della conseguente eliminazione di tutte le creature. Nel complesso, dunque, per quanto mi riguarda la storia può dirsi promossa, pur essendosi un po' spenta nella sua seconda parte.