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juanraza85

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  1. Io sono freschissimo reduce dalla lettura di questo Speciale, e per quanto mi riguarda il giudizio complessivo è più che positivo. Un'avventura di Kit Carson molto suggestiva, che si dipana lungo l'arco di dieci anni, tra una dolce e romantica amicizia e questioni più "pregne" quali indagini e guerriglie di sorta con i Comanches. Varie e variegate le sensazioni che sorgono dalla lettura dell'albo, in grado di spaziare dalla curiosità alla suspense, per concludersi con una commovente amarezza. Giusfredi valorizza più che bene un ancor giovane Carson nel ruolo di protagonista assoluto, rimarcandone il coraggio, l'altruismo, la generosità, l'umanità, tutte doti che, evidentemente, da sempre lo contraddistinguono, anche in relazione a coloro che gli sono antagonisti o complici (con tutte le sfumature del caso). Carson protagonista assoluto, dunque, ma non del tutto in solitaria, poiché fanno brevi ma significative comparsate sparring partners d'eccezione quali Arkansas Joe, che lo salva da una scomoda situazione, e soprattutto Tex, che lo affianca nella resa dei conti finale e mostra una già fortissima intesa con il pard. Quanto mai ad hoc anche i disegni di Del Vecchio, una vera e propria garanzia. Tratto pulito, accurato e completo: senza dubbio la migliore scelta per questa storia.
  2. juanraza85

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Osservando la copertina dell'albo di agosto, mi è sembrato che almeno uno dei due contadini che minacciano Tex possa essere già apparso nella serie, precisamente in un'altra memorabile avventura in terra canadese. Sono stato il solo ad aver avuto questa impressione?
  3. juanraza85

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Per quanto mi riguarda, sotto il profilo della sceneggiatura la prima parte di questa storia, mi duole dirlo, è un vero e proprio manifesto del Nizzi "ultima maniera": originalità manco a pagarla, Carson fatto passare per pollo, sequenze mal gestite quando non del tutto inverosimili. Le pagine si lasciano anche leggere, ma ciò avviene con la celerità tipica della storiella con il pilota automatico. Diverso il discorso per i disegni di Ticci: a dispetto dell'età ormai importante, è per me sempre un gran piacere rimirare le tavole del Maestro.
  4. Il terzo ed ultimo albo ci ha consegnato un finale nel complesso coerente con l'andamento che sino a quel momento si era delineato, all'insegna del mistero e d anche di una certa opacità di contorno, che contraddistingue sino all'ultimo personaggi come il professore Andreev. Sorprendente, seppur figlia di una profonda voglia di conoscenza, la sua decisione finale di seguire il destino degli enigmatici Eskindar, che Tex accetta pur faticando enormemente a comprenderla. E proprio questa atmosfera da mistero rimasto tale per Tex ed i pards, poiché troppo oltre le loro conoscenze e la loro pur non indifferente capacità di accettare l'inusuale, costituisce a mio avviso il punto di forza del finale e dell'intera storia, nonché una dimostrazione di coerenza e buonsenso di Boselli in sede di sceneggiatura. Del resto, i Nostri possono ritenersi soddisfatti di aver estinto per sempre la minaccia dei mutanti Ghundar e degli enormi lupi che infestavano il Rainier, con tanto di terremoto finale come nella storia di GLB.
  5. Non ho dubbi: Minaccia su New York.
  6. juanraza85

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Storia di impianto molto classico e nel complesso anche gradevole, ma di contro a mio avviso contraddistinta da un canovaccio un po' telefonato, e sostanzialmente privo di sussulti o di colpi di scena. La sceneggiatura imbastita da Rauch sembra procedere, infatti, con il freno a mano, senza mai dare l'impressione di poter decollare, né di colpire l'attenzione del lettore, purtroppo sotto vari punti di vista, a cominciare dalla prova di Tex e Carson, piuttosto nella norma (e per alcuni versi alla "Nizzi last version", per via dei tanti accenni a scommesse e a bistecche e patatine ): salvo il finale, con lo scontro definitivo con Jim Cruz sulle Sierrita Mountains, definirei la loro prova "senza infamia e senza lode", anche se non soprattutto per merito - o per colpa - di avversari che alla prova dei fatti si sono rivelati piuttosto inconsistenti e che Rauch, a mio avviso, non ha caratterizzato a dovere. Nulla resta, infatti, della pur piacente Selina Sanchez, piuttosto che del bandito Long John Riker, o anche dello stesso Jim Cruz, cacciatore di uomini messicano allevato da una tribù yaqui, che si erge di fatto a vero antagonista di Tex, ma resta anch'egli un personaggio non approfondito. Ho potuto apprezzare, comunque sia, i disegni di Palumbo, magari a tratti un po' statici, ma che comunque si contraddistinguono per un tratto ben delineato ed una marcata caratterizzazione dei volti dei personaggi. Con un solo piccolo neo, secondo me: un Tex dal mascellone leggermente più pronunciato del consueto.
  7. juanraza85

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Il Tex in copertina ricorda effettivamente quello di Galep, sia nella postura che nello sguardo, con tanti di sfondo sobrio e senza fronzoli. Allo stesso modo, sembrano stilisticamente inattaccabili i disegni di Palumbo, con evidenti rimandi a Diabolik nelle espressioni dei personaggi. Dal breve sunto in presentazione, la trama sembra intricata al punto giusto da non risultare troppo prevedibile, per confido che Rauch non ci deluda.
  8. Ho una piccola curiosità personale che vorrei soddisfare. Nel momento in cui Andreev rievoca la spedizione che il padre ed Olav effettuarono nella regione più remota della Siberia, fa cenno ad un misterioso oggetto piantato nel ghiaccio: io, automaticamente, sono stato portato ad associare tale passaggio alla storia di alcune misteriose cupole interrate nella tundra siberiana, la cui esistenza è stata ed è sostenuta sia dalle popolazioni locali che da vari studiosi. Probabilmente anche altri di voi hanno sentito o letto di tale vicenda, e sarei curioso di sapere se anche altri nel leggere l'albo in quel passaggio abbiano pensato la stessa cosa.
  9. Non sarà un capolavoro, su questo non ho difficoltà a concordare, ma in questa storia c'è comunque tutto il Tex di GLB: deciso, risoluto, sfrontato e pronto a tutto perché trionfi la Giustizia, capace di essere tanto letale con la colt quanto sferzante con l'ironia che riserva agli antagonisti di turno, su tutti il boss Tom Clebber. Da applausi anche i dialoghi che GLB imbastisce tra Tex e Carson e, successivamente, coinvolgendo anche Kit e Tiger, che entrano in scena in un secondo momento: dialoghi pieni di tanta ironia e tante frecciatine, specie in riferimento all'età relativamente avanzata del Vecchio Cammello (ed a ben rifletterci, arrivare al mezzo secolo nel Vecchio West doveva essere tutt'altro che un traguardo banale), elementi che però denotano senza tema di errore il grande affiatamento che contraddistingue il quartetto, caratteristica che si palesa in maniera ancora più evidente nei momenti in cui i Nostri devono dare la parola alle armi. Poggiando su fatti che hanno attinenza storica, pur concedendosi qualche licenza, GLB inserisce Tex in un contesto assai spinoso: la boom town di Canyon Diablo, sorta presso i lavori interrotti di una ferrovia, è preda della più totale anarchia, cui nessuno dei precedenti quattro sceriffi hanno saputo porre rimedio (hanno fatto tutti e quattro una brutta fine), e la dislocazione delle baracche rende pressoché impossibile il prosieguo dei lavori. Da qui la richiesta, avanzata direttamente dal gran capo della compagnia che intende completare il tracciato, affinché Tex si rechi sotto falso nome a Canyon Diablo e si faccia appuntare sul petto la stella di sceriffo (contraddistinta da un evidente buco di proiettile), col fido Carson a fargli da vice. Alleatisi con la parte onesta della cittadina, Tex e Carson non tardano ad entrare in urto con la cricca criminale che spadroneggia, naturalmente a proprio modo, ossia senza attendere al varco gli avversari ma provocandoli deliberatamente ed in maniera abbastanza pesante, minandone i nervi e, di fatto, anche i rapporti intestini, tanto che il gran capo Tom Clebber viene financo gabbato da tre suoi sottoposti, senza che alcuna contromossa attivata si riveli efficace per contrastare i Nostri: nessuno dei killer più o meno professionisti incaricati di saldare il conto ai pards ha infatti fortuna, ed ancora peggio va al piccolo esercito assoldato nel gran finale da Clebber, letteralmente schiantato da un treno lanciato in corsa su richiesta di Tex (senza eccessivo dispendio in termini di vite umane, invero) insieme alle baracche abusivamente costruite sui binari, compreso il saloon Devil's Luck di proprietà dello stesso Clebber. Pur non valorizzandoli più di tanto sul piano individuale, GLB lavora bene sui delicati equilibri e sulle farraginose dinamiche su cui regge la cricca di Clebber, unita ed affiatata fin quando gli affari prosperano, ma fatalmente pronta a sfaldarsi, tra tradimenti e defezioni, ai primi segnali avversi. Buona, nel complesso, anche la prova ai disegni di Galep e Muzzi, che tenta dal canto suo di adeguarsi il più possibile all'illustre collega, benché magari si denoti qualche imprecisione qua e là.
  10. juanraza85

    [Tex Willer N.67/70] El Diablo

    Stamani ho finalmente potuto leggere il primo albo della riproposizione della storia di Tex contro El Diablo, che sinora mi sembra che Boselli abbia voluto impostare diversamente rispetto alla precedente riproposizione della Mano Rossa, ma al contempo nel pieno rispetto dell'originale. Gli eventi nella versione bonelliana si svolgono difatti in maniera diversa rispetto alla storia di GLB, risultando a me anche più "snella" nello scorrimento, senza tralasciare elementi di completamento che hanno fatto il resto, oltre all'ottima valorizzazione garantita dai disegni di Brindisi sul comparto grafico.
  11. juanraza85

    [393/395] Intrigo A Santa Fe

    Buona storia, ma ben lungi dal poter essere definita eccezionale. Nizzi imbastisce una trama fatta di intrighi e cospirazioni mescolati ad elementi più puramente western, come la location e le sparatorie di rito, che nel complesso funziona abbastanza bene, ma a mio avviso risente di un paio di forzature di sceneggiatura che non fanno fare una gran figura a Tex e Carson, che si ritrovano per puro caso costretti a lottare per impedire un attentato alla vita del presidente degli Stati Uniti, in viaggio elettorale a Santa Fe. La mia prima perplessità si solleva già nelle prime pagine, allorquando i due pards ingaggiano battaglia con tale Kelly Wales e la sua banda, freschi di assassinio di due agenti Pinkerton. I banditi, persi due uomini, decidono di telare, e se la decisione di Tex e Carson di non gettarsi subito sulle loro tracce ci può stare (meglio, oggettivamente, verificare la possibilità di raccogliere indizi sul posto), assai meno logica la decisione dei due di attraversare un ponte pur prevedendo la possibilità che i banditi possano essersi appostati nei pressi per farli secchi; la qual cosa puntualmente si verifica, e i Nostri se la cavano solo grazie alla loro esperienza e ad un pizzico di buona sorte, col solo Wales che riesce a sfuggire alle loro colt. Pericolo scampato, i due giungono a Santa Fe dove, poco per volta, iniziano ad apprendere i contorni dell'attentato, o almeno così credono, poiché gli organizzatori materiali - Barry Wallace ed Ernie Kennan, che invero non sono valorizzati più di tanto - non li perdono mai d'occhio e pensano bene di spedirli su una falsa pista, facendo loro ritrovare Kelly Wales fresco cadavere e con in tasca una mappa della zona con falsi indizi dentro una capanna da poco darà alle fiamme. E da qui sorge la mia seconda perplessità: Carson fa subito notare a Tex l'anomalia del fuoco evidentemente acceso da poco e, di conseguenza, dell'alta probabilità che l'assassino sia ancora nelle vicinanze, ma Tex di fatto glissa e trascura di provare ad acciuffare il killer (Wallace, che in effetti resta nei pressi a spiare le loro mosse). Altro elemento della scena secondo me un po' forzato risiede nella mappa collocata nella tasca del defunto Wales: difficile che un tizio andasse a spasso dentro una baracca con una mappa in tasca, per cui strano per non dire assurdo che, già in quel frangente, Tex e Carson non sospettino che possa essere un depistaggio (come in effetti è). Difatti, il vero attentato è destinato ad avvenire nella main street di Santa Fe, ad opera di un insospettabile killer (per quanto, la copertina di Una pallottola per il presidente è di per sé piuttosto rivelatrice), e solo grazie ad una confidenza di Ely Parker Tex e Carson - nel complesso abbastanza simbiotici e paritetici, nel bene e nel male - scoprono che a sparare al presidente debba essere un ex ufficiale dell'esercito "non vedente" (in realtà, ovviamente, un impostore che aveva prima provveduto ad eliminare il vero capitano Grady, effettivamente non vedente). Il resto della storia è pura accademia, con i due pards che dapprima neutralizzano il killer appena in tempo e poi, con l'aiuto del servizio di sicurezza e del cronista Martin London, smascherano Wallace e Kennan, tramite i quali risalgono ai mandanti comodamente in attesa in quel di Washington (uno dei quali preferisce il suicidio all'arresto), e sulla vicenda cala il sipario. Tale storia, come già detto buona ma non eccezionale, risulta comunque valorizzata anche dagli ottimi disegni di Civitelli, come di consueto un perfetto mix di essenzialità ed accuratezza.
  12. @Letizia, so perfettamente che l'icona dell'occhio serve a nascondere i contenuti che è meglio non spoilerare. Il punto è che, per ora, voglio tenermi a freno di mia volontà per non rischiare di rovinare la lettura a nessuno 😉
  13. Acquistato e finito di leggere da poco il secondo albo di questa avventura, che conferma le buonissime impressioni che avevo già tratto dalla lettura del numero precedente. Non dirò troppo per non spoilerare nulla, dico solo che nonostante qualche ulteriore indizio inizi ad affiorare il mistero si sta infittendo ancora di più, con tanto di rimandi anche ad un'altra vecchissima storia di Tex. Magari, tra qualche giorno, potrò azzardare qualche considerazione un po' più esplicita.
  14. Neanche qui a Chieti, dove mi sono potuto consolare con l'uscita di Dampyr quattro giorni dopo la data prevista 😅. Con ciò sia chiaro che non intendo spaventare nessuno di voi pards, intendiamoci bene. E' solo per sottolineare una volta di più come la distribuzione nelle edicole degli albi SBE è curata da chi ne ha l'appalto in una determinata zona d'Italia, e chi si occupa della distribuzione è di fatto libero di gestirla come vuole. Credo che il pard @San Antonio Spurs, che tra le tante cose è anche edicolante, possa confermare ed eventualmente circostanziare meglio 😉.
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