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Athabaska

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Messaggi pubblicato da Athabaska

  1. La parte del secondo albo dedicata al processo è stato un qualcosa che non si era mai visto su Tex, a mia memoria. Manfredi ha fatto bene ad inserire qualcosa di non ripetitivo, e probabilmente ha sceneggiato la cosa ricostruendo, come sua consuetudine, i fatti come effettivamente dovevano accadere all'epoca. L'avventura è stata buona, a mio parere, e Manfredi si conferma uno dei migliori sceneggiatori sulla piazza.

  2. Tornando ai più famosi ufficiali dell'esercito americano ai tempi di Tex, Custer ottenne il grado di temporaneo di Major general durante la guerra civile, finita la quale tornò al suo grado di capitano. Nel 1966 venne promosso tenente colonnello. Rifiutò il comando di un reggimento di buffalo soldiers per ragioni razziali, altrimenti avrebbe ottenuto il grado di colonnello. Il settimo cavalleria, ai tempi del Little Big Horn, era comandato dal colonnello John Sturges, di cui Custer era Vice. Nella campagna contro i Sioux, Sturges era distaccato ad altro incarico, e Custer agì quale comandante di fatto del reggimento.

    Nelson Miles, allo stesso modo, ebbe il grado temporaneo di generale di divisione durante la guerra civile. Finita la guerra, tornò al proprio grado di capitano nell'esercito regolare. Accettò, a differenza di Custer, il comando di un reggimento di buffalo soldiers, e fu quindi promosso colonnello. A fine carriera ottenne il comando dell'esercito con il grado di Tenente Generale.

    Stessa cosa accadde a Ranald MacKenzie, che però, promosso generale di brigata nel 1882, si ammalò e morì giovane.

    George Crook, che era più anziano degli ufficiali citati, dopo la guerra civile fu retrocesso al proprio grado di tenente colonnello dell'esercito regolare, in cui rimase sino al 1872, quando ricevette la promozione direttamente al grado di generale di brigata, sopravanzando diversi colonnelli in linea per la promozione. Divenne maggiore generale.

  3. All'inizio di questa storia, per me molto gradevole, Kit Carson viene chiamato colonnello dai soldati della guarnigione di Fort Smith.

    Nolitta riteneva quindi che il vecchio pard fosse stato promosso dal grado di Maggiore (dei Texas rangers), che ricopriva nelle prime avventure della serie.

    Ricordo tuttavia che Mauro Boselli scrisse, in merito, di ritenere Carson un Maggiore (a riposo), e non un colonnello, considerando il grado che gli ha attribuito Nolitta errato, o apocrifo.

  4. Ribadisco che, a mio avviso, Manfredi ha scritto una storia rispettando perfettamente il modo di sceneggiare, di delineare i personaggi, di gestire Tex fissato da G.L. Bonelli.

    Il Tex di Nizzi era probabilmente meno guascone, meno diretto, più riflessivo.

    Credo, tuttavia, che il grande autore di Fiumalbo, che pure è stato un grandissimo sceneggiatore di Tex ed ha scritto storie memorabili, avesse modificato la caratterizzazione di Tex, rispetto all'originale di Bonelli, cui Manfredi, in questa storia, si avvicina maggiormente. 

    Leomacs mi sembra molto adatto a disegnare il western.

    Lo stesso Manfredi, notoriamente molto esigente nei confronti dei disegnatore, mi pare si fosse dichiarato soddisfatto del suo lavoro.

    Qualche sbavatura Leomacs l'ha commessa, ma nel complesso il suo lavoro è buono.

    Oltre tutto, mi pare cerchi di ispirarsi, come molti suoi colleghi, a Ticci/Villa, per rimanere fedele alla caratterizzazione di Tex comunemente accettata.

  5. Ottima storia, che dimostra come anche avendo a disposizione solo 110 pagine, si possano scrivere avventure avvincenti.

    Giovanni Ticci non ha bisogno di ulteriori complimenti.

    E' il disegnatore decano di Tex, il più imitato, colui che ha determinato l'immagine grafica del protagonista negli ultimi decenni.

  6. A me questa prima parte della storia è piaciuta. Tex è duro e risoluto come nelle avventure scritte da G.L. Bonelli, di cui Manfredi mi pare appia ben compreso il modo di sceneggiare le avventure e di caratterizzare i protagonisti. Non ci sono tempi morti. Tex è sempre al centro dell'azione, sagace e duro. I duetti con Carson azzeccati. Mi è sembrata intrigante la presenza della bella prostituta, al cui fascino i due pard non sno sembrati indifferenti. Forse è insolito l'inizio della storia, con il conferimento dell'onoreficenza a Tex e Carson, che pure non mancano di sottolineare il loro disagio.

  7.  

     

    La scelta di far uscire Tex in copertina, anche se la storia e' ambientata nel passato, vestito in modo classico la condivido. Se e' stato gia' fatto non ne vedo il motivo di farne un dramma. Per modo classico intendo il Tex villiano di oggi.

    Secondo me, in ogni caso, gli stivali disegnati da Villa sono diversi da come l'attuale copertinista li disegna di solito.

    Riprende lo stivale di Galep, che Villa aveva modificato-

     

    ?

    Scusa ma guarda che l'attuale copertinista che li disegna di solito è Claudio Villa.

    :blink:

     

    Esatto.

    Villa disegna normalmente gli stivali di Tex senza il bordo in nella loro parte superiore.

    Questa volta disegna gli stivali con il predetto bordo, come faceva Galep.

  8. La scelta di far uscire Tex in copertina, anche se la storia e' ambientata nel passato, vestito in modo classico la condivido. Se e' stato gia' fatto non ne vedo il motivo di farne un dramma. Per modo classico intendo il Tex villiano di oggi.

    Secondo me, in ogni caso, gli stivali disegnati da Villa sono diversi da come l'attuale copertinista li disegna di solito.

    Riprende lo stivale di Galep, che Villa aveva modificato-

  9. Questa storia ha un particolare sapore per me, perché è la prima che ho letto.

    All'epoca mi disorientò il tratto di Fusco, così diverso da quello di Galep, anche se con il tempo ho imparato ad apprezzarlo.

    La storia è buona.

    Il NIzzi dell'epoca scriveva ottime sceneggiature, che tra l'altro uscivano ancora a firma di G.L. Bonelli, e ciò avverrà se non erro, sino al N. 340.

  10. Finito di leggere anche la seconda parte della storia di Faraci e Bruzzo. L'avventura non è un capolavoro, ma ha ritmo, non ha tempi morti, e lo sceneggiatore ha rispettato il concetto della centralità dei pards, costantemente protagonisti di una serie incalzante di scene d'azione.

    Faraci sta prendendo dimestichezza con il personaggio, e credo che fornirà prove ancora migliori in seguito.

    Bruzzo mi piace. 

    E' evidente che i suoi disegni, e soprattutto la caratterizzazione dei pards, mutuano parecchio da altri autori, in particolare Giovanni Ticci, in parte Vincenzo Monti, tra gli altri.

    I volti di Tex e Carson ricordano parecchio, a mio parere, quelli del Ticci di "Sulle piste del nord", con i visi un po' allungati.

    Bruzzo ha uno stile che sembra si adatti bene al genere western.

    Di questi tempi, poi, un'avventura che si conclude con Tex e Carson che fanno sbattere a 30 anni di lavori forzati un politico corrotto, è quello che ci vuole per recuperare un po' di ottimismo............

  11. Anni fa, dopo un viaggio nel famoso parco, avevo suggerito con una lettera, alla redazione della Bonelli, di ambientare una storia di tex nel famoso parco dello Yellowstone. Non so se l'idea fosse già stata presa in considerazione da Boselli. Certamente mi ha fatto molto piacere poter leggere quest'avventura, ambientata in uno dei luoghi più belli che esistano sulla terra.

  12. La storia è bella, con scene eccellenti come la rissa nel saloon, certamente GLBonelliana. Anch'io ritengo, tuttavia, che in alcune parti della storia, venga dato troppo spazio a Nantan, e troppo poco a Tex ed ai pards. Con questo non voglio tuttavia sminuire la sceneggiatura di Boselli. I disegni di Ortiz evidenziano l'evidente calo qualitativo dell'autore, in atto da diversi anni.

  13. Caro Borden, in merito ai gradi militari dei personaggi di Tex, nell'avventura con El Supremo Kit Carson viene presentato ad alcuni soldati come maggiore dei rangers. Cosè venne del resto introdotto da G. L. Bonelli nei primi numeri della serie. Nell'avventura "Grido di guerra" di Nizzi e Galep (numeri 287/289), Carson venne invece individuato come colonnello, o per lo meno così venne chiamato da alcuni soldati della guarnigione di Fort Smith. Ciò dipende dal fatto che le avventure di Tex non hanno una continuit? temporale precisa, e alcune avventure possono essere ambientate in un periodo successivo a quello di storie successive?

  14. Storia bellissima, a mio avviso tra le migliori degli ultimi mesi. Una curiosità, se qualcuno, magari l'espertissimo Carlo Monni, può rispondere. Nei? numeri 287/289 di Tex, precisamente nel numero 287, avventura "Grido di guerra" di Nizzi e Galep, Kit Carson viene chiamato "colonnello" dai soldati della guarniigone di Fort Smith. Nelle precedenti, così come avvenuto nell'avventura "El supremo", viene invece presentato come "maggiore" dei Texas Rangers. Che è il grado che G. L. Bonelli gli attribu? quando cre? il personaggio. E' un'incongruenza o c'è una spiegazione?

    Io credo che, essendo la collana Tex, non una serie che viaggia "in continuity", ma una serie che ha dei "salti" temporali tra il 1865 e il 1895, ci possa stare che in alcune storie Carson sia prima Colonnello e dopo Maggiore. Tutto sta a collocare Carson in un dato periodo. Certo che se lo chiamassero "Capitano" ed avesse i capelli bianchi, forse, un errore ci potrebbe anche essere, ma sappiamo (almeno per chi ha fatto il militare) che il passaggio da Maggiore a Colonnello (nell'Esercito Italiano esiste il grado intermedio di Tenente Colonnello, ma vengono chiamati per comodit? lo stesso Colonnello anche se hanno una stella in meno...) non occupa uno spazio temporale vasto, se non ricordo male circa 10 anni.
    Potrebbe essere ulteriore valida ipotesi quella per cui, essendo Carson un Maggiore dei Texas Rangers a riposo, al congedo sia stato promosso tenente colonnello. E sia stato chiamato colonnello nell'avventura pubblicata sul numero 287 della serie, per mera abbreviazione della denominazione del grado, come aviene nella realtà.
  15. Storia bellissima, a mio avviso tra le migliori degli ultimi mesi. Una curiosità, se qualcuno, magari l'espertissimo Carlo Monni, può rispondere. Nei? numeri 287/289 di Tex, precisamente nel numero 287, avventura "Grido di guerra" di Nizzi e Galep, Kit Carson viene chiamato "colonnello" dai soldati della guarniigone di Fort Smith. Nelle precedenti, così come avvenuto nell'avventura "El supremo", viene invece presentato come "maggiore" dei Texas Rangers. Che è il grado che G. L. Bonelli gli attribu? quando cre? il personaggio. E' un'incongruenza o c'è una spiegazione?

    Io credo che, essendo la collana Tex, non una serie che viaggia "in continuity", ma una serie che ha dei "salti" temporali tra il 1865 e il 1895, ci possa stare che in alcune storie Carson sia prima Colonnello e dopo Maggiore. Tutto sta a collocare Carson in un dato periodo. Certo che se lo chiamassero "Capitano" ed avesse i capelli bianchi, forse, un errore ci potrebbe anche essere, ma sappiamo (almeno per chi ha fatto il militare) che il passaggio da Maggiore a Colonnello (nell'Esercito Italiano esiste il grado intermedio di Tenente Colonnello, ma vengono chiamati per comodit? lo stesso Colonnello anche se hanno una stella in meno...) non occupa uno spazio temporale vasto, se non ricordo male circa 10 anni.
    Carson è maggiore dei Texas Rangers e colonnello all'interno della Us Cavalry, nella fattispecie del reparto Guide.
    Non sapevo che Carson fosse colonnello delle guide dell'esercito degli Stati Uniti. In quale avventura si deduce il grado?
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