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Messaggi pubblicato da pecos

  1. Borden, vorrei farti i complimenti (da estendere al mitico Majo) per la storia di Dampyr celebrativa del ventennale, davvero degna della ricorrenza!

     

    Colgo l’occasione per una breve considerazione su questa tua collana giunta alla soglia dei vent’anni.

    Negli ultimi mesi ho iniziato la rilettura della saga dall’inizio (ebbene, anch’io sono un lettore della prima ora: non ho perso un’uscita fin dal numero 1). Sono arrivato intorno al numero 50 ma ora ho dovuto forzatamente sospendere - la collezione è rimasta a casa dei miei, che non posso raggiungere in questi tempi di reclusione.

    Alcune delle prime storie le conosco ormai a memoria (come “Nato nella palude” che è la mia preferita in assoluto), per altre che non avevo più ripreso è stata una riscoperta piacevolissima. Devo dire che oggi, passati vent’anni da quelle prime letture, posso cogliere ancora di più la grande ricchezza (di rimandi alla letteratura, al cinema, alla Storia) che si nasconde dietro ad ogni storia, e che all’epoca mi era in parte sfuggita... ero solo un ragazzino. Ad esempio, dopo essermi letto buona parte della produzione di Lovecraft ho potuto apprezzare tantissimo una storia “minore” come “Il fiume dell’orrore”; ho riletto l’albo “I cacciatori di fantasmi” quasi in contemporanea a “L’incubo di Hill House” gustandomi l’affinità di atmosfere; la doppia islandese mi ha spinto a rileggermi il “Viaggio al centro della terra”, e così via...

  2. Rivedendo i titoli delle storie della regolare di quest'anno, devo dire che è stata un'annata un po' sotto tono, con l'unica punta data dalla tripla della figlia di Satania (che ovviamente prende il mio voto).

     

    Grande qualità invece per la serie Tex Willer - qui andiamo molto meglio che sulla regolare - e dopo un po' di incertezza voto per l'episodio di apertura della serie, "Vivo o morto!".

     

    Infine tra gli speciali svetta l'ottimo texone.

     

    Boselli, Boselli, Boselli.

  3. <span style="color:red;">31 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Se leggi il mio commento, anch'io ho giudicato la storia tutto sommato sufficiente (con un primo albo e mezzo che facevano sperare qualcosa di più), soprattutto sul fattore "si legge bene, è dinamica, non annoia e non mi ha fatto arrabbiare) ma...  dire che è "buona" mi pare eccessivo, per una storia dove TUTTI i personaggi agiscono senza alcun senso...

     

    Gli indiani attaccano in maniera assolutamente suicida (conta anche tu i morti, come ho fatto io: auto-citandomi: "nella fuga di Tex e Carson nella notte ne muoiono 7, altri 6 li ammazzano Tex e Carson quando inseguono i soldati, altri 6 li hanno ammazzati i soldati in precedenza) senza scoraggiarsi un minimo. Questi hanno perso 20 uomini per... cosa? Per qualche scalpo? Per uccidere gli ultimi 3-4 soldati dopo che hanno già vinto la battaglia mettendoli in fuga? Perché non vanno ad assaltare qualche fattoria meno difesa? Sembrano folli o suicidi. - Nella battaglia finale, sempre per parlare dell'eccesso di "Tex spara e indiano fa Aaaaahhh", ho contato TRENTANOVE indiani uccisi, quasi tutti da Tex...  se all'inizio erano "una cinquantina" (come detto a pagina 65), a quel punto c'erano una dozzina di indiani (per l'esattezza Filippucci ne disegna 13 in fuga), superstiti dopo la morte di 59 loro compari, uccisi quasi tutti dallo stesso uomo, che continuavano ad assaltare senza il minimo dubbio un gruppo di superstiti che ormai era quasi più numeroso di loro... "

     

    Insomma, erano 32-33, e ne muoiono circa 20. E rimangono lì. Arrivano altri 40 indiani, attaccano di nuovo allo scoperto e in pieno giorno, da indiani suicidi da film anni 20,  e ne muoiono altri 39, siamo a circa 60 morti, e gli ultimi TREDICI continuano ad attaccare senza alcun senso, e fuggono solo quando arrivano i soldati (perchè? Fino a quel momento erano votati al suicidio per uccidere i bianchi, chissà perchè... e in quel momento e solo allora si ricordano di voler rimanere vivi?

     

    Ma con gli altri personaggi non è meglio. Il Gambler si innamora della ragazza. Perchè?Si sono parlati pochi minuti. Soprattutto, lei si innamora di lui e agiscono come se fossero fidanzati da tempo. Perchè? il figlio impazzisce e si suicida attaccando gli indiani, e lì magari un motivo potrebbe avercelo, ma tutta la scena comunque suona gratuita. Idem per l'azione del padre alla fine.

     

    Non c'è motivazione, costruzione, nulla, nelle azioni di questi personaggi. Fanno cose solo "per smuovere la trama", e basta.

     

    Il "mestiere" di Nizzi si vede ancora, nella costruzione delle singole scene, e nei dialoghi (che ho apprezzato, a differenza di Andrea67), e quindi anche per questo dicevo che la cosa migliore di questa storia è che "si legge bene" (e non fa arrabbiare), ma dietro questa patina... non c'è nulla.  La storia non mi ha lasciato nulla, e me la dimenticherò credo in pochi giorni (cosa che è comunque un miglioramento rispetto a certe storie di Nizzi del passato che ricordo bene e mi fanno ancora arrabbiare dopo anni... "non mi sfuggirai, o non mi chiamo più Tex Willer"... "Oh, mi è sfuggito...")

     

    Non posso non quotare questo commento che esprime anche le mie perplessità di fronte a questa storia, soprattutto nel passaggio "Non c'è motivazione, costruzione, nulla, nelle azioni di questi personaggi. Fanno cose solo "per smuovere la trama", e basta."

     

    Vero è che a Nizzi poco importa degli indiani, messi lì soltanto come carne da macello per creare la situazione che racchiude il vero interesse della storia - il gruppo di assediati ed il loro destino da "vigliacchi" o da "eroi". Tuttavia sarebbe lecito attendersi un minimo di motivazioni anche da parte loro, mentre questi indiani non sono altro che una massa di marionette messe lì dallo sceneggiatore che come un dio dall'alto decide cosa debbano o non debbano fare. La buona scrittura si vede invece quando i personaggi sembrano agire di volontà propria, sembrano essere vivi - mentre qua, come in un trucco di prestigio poco riuscito, appaiono evidenti i fili dei pupazzetti mossi dalla mano dello sceneggiatore, e se ne vede l'inconsistenza, la mancanza di verosimiglianza. Le loro azioni non hanno motivazioni alle spalle, sono dettate esclusivamente dalle esigenze di sceneggiatura. E così vediamo l'accanimento insensato degli assedianti nel loro attacco suicida; e vediamo scene come quella in cui gli indiani inseguono a piedi Tex e Carson dopo la loro incursione nel villaggio, mentre avrebbero potuto benissimo recuperare i vicini cavalli e raggiungerli senza fatica.

     

    Infine, personalmente ho trovato inverosimile - se non campato in aria - il comportamento di Parson, che dovrebbe segnare il colpo di scena, il momento imprevedibile, il culmine dell'intera storia. Indubbiamente il colpo di scena c'è; ma a me ha colpito più per la sua incoerenza che per la genialità della trovata. Già il fatto che l'uomo riesca a sfuggire, non si sa come, dalla stazione assediata mette a dura prova la credibilità della situazione (tenuto conto che non stiamo nemmeno parlando di un uomo d'azione...). Ma le motivazioni del suo gesto, soprattutto se rapportate a come il personaggio ci è stato presentato durante il racconto, appaiono del tutto incoerenti. Facile dire che un uomo sconvolto dalla perdita di moglie e figlio possa compiere qualsiasi azione - mi sembra una spiegazione un po' facilona. Anche perché - tra le altre cose - dice lui stesso di aver rubato l'oro per poter un giorno ricongiungersi con la figlia... ma che speranza può mai avere di rivederla, dopo averla abbandonata in una stazione assediata dagli indiani senza possibilità apparente di salvezza? Di nuovo, un personaggio che agisce così perché lo sceneggiatore ha bisogno di chiudere la storia con un colpo di scena, ma che analizzato a fondo risulta inconsistente.

     

    Ci sta aver apprezzato la storia, tutto sommato è una lettura scorrevole, ma personalmente la ritengo molto debole nella costruzione e non va oltre la sufficienza.

    • Confuso (0) 1
    • +1 2
  4. Occhio agli SPOILER... ;)

     

     

     

    Che dire, leggendo l'albo mi veniva da ricredermi rispetto a quanto scritto nel commento alla prima parte della storia,

     

    Cita

    un Carson che non solo si apposta fuori dal trading post in un punto da cui non può nemmeno tener d'occhio l'uscita, lasciando così scappare il bandito superstite, ma poi si fa uccellare come un pivello dallo stesso bandito in fuga

     

     

    perché in questa seconda parte ritroviamo il vero Carson, che si riscatta decisamente con un paio di azioni da protagonista. Fino... fino all'ultima scena, che è un'altra piccionata indigeribile. Mettendo insieme le figure barbine di Carson in questi due albi otteniamo davvero una delle peggiori prestazioni del vecchio cammello da diversi anni a questa parte.

     

    A parte questo primo, inevitabile commento, Nizzi scrive una storia intrisa di tragedia da cima a fondo; nessuno si salva davvero dall'assedio di Mezcali, nemmeno Linda, uscita indenne solo fisicamente. C'è tanta azione, tanti morti, ma anche - come ci si aspetta da una storia di questo tipo - tanta incertezza su quello che faranno i protagonisti, chi saranno i vigliacchi“ e chi gli “eroi“. È questo il vero fulcro della storia, perché non abbiamo invece dubbi sull'esito dell'assedio, sentiamo suonare la tromba della cavalleria che segna il finale dell'assedio fin da quando Carson riesce a sganciarsi. Finale "telefonato" ma non per questo finale sbagliato, è d'altra parte il più classico dei finali e a noi vecchi lettori fa sempre piacere rivedere l'arrivo della cavalleria.

     

    I personaggi invece, i vigliacchi e gli eroi, che dovrebbero costituire la parte più originale e incerta della vicenda, sono però delineati in maniera un po' grossolana. Ma soprattutto mi fa storcere un po' il naso il colpo di scena finale, e per quanto Nizzi metta in bocca a Tex una ragionevole spiegazione, ritengo eccessivo e del tutto inverosimile il comportamento di Parson.

    Sceneggiatura un po' carente anche in un paio di passaggi: mi riferisco a quando inspiegabilmente gli Yaqui decidono di inseguire Tex e Carson a piedi, mentre a cavallo li avrebbero ben più facilmente raggiunti; e a quando viene dato fuoco alla porta della locanda, ma poche pagine dopo la ritroviamo integra.

     

    Ritorno di Nizzi che, al netto di diversi difetti, strappa una piena sufficienza, ma davvero niente più.

  5. On 30/12/2019 at 22:40, Loriano Lorenzutti dice:

    Comunque vedo che molti hanno già risposto, beati voi che vi ricordate tante storie, da fare una classifica.

    On 1/1/2020 at 19:14, F80T dice:

    Per partecipare a questo gioco ci vuole una conoscenza enciclopedica di Tex, che io non ho.

     

    Ma no! Basta ricordarsi solo le storie più belle :lol:

    Io devo ammettere che non mi ricordo TUTTE le storie - soprattutto quelle del primo centinaio - ma per fare la mia classifica mi è bastato pensare alle storie che ho letto e riletto innumerevoli volte.

     

    <span style="color:red;">7 ore fa</span>, Tim Birra dice:

    Solo una domanda: sulle colonne verticali li mettete in ordine di uscita o di gradimento?

     

    Nel mio caso (e penso non solo nel mio) l'ordine in verticale è arbitrario. Per ogni centinaio ho indicato le 10 migliori, senza farne una classifica.

  6. TUTTE LE MIGLIORI STORIE DI TEX PER CENTINAIO - secondo Pecos

    001 - 100

    101 - 200

    201 - 300

    301 - 400

    401 - 500

    501 - 600

    601 - 700

    Il tranello

     

    Il signore dell'abisso

    I ribelli del Canada 

    La locanda dei fantasmi

    L'oro di Klaatu 

     I Lupi Rossi

    I giustizieri di Vegas

    La gola della morte 

    Il giuramento

     Guerra sui pascoli

    La minaccia invisibile

    Il passato di Carson

    Colorado Belle

    Sei divise nella polvere

    Le terre dell'abisso

    Tra due bandiere

    Sasquatch

    L'inafferrabile Proteus

    La strage di Red Hill

     Intrigo nel Klondike

    I sabotatori

     Sangue Navajo

     

    La legge del più forte 

    Il clan dei cubani

     Nelle paludi della Louisiana

     Gli invincibili

    L'ultima diligenza

    Il segreto del Giudice Bean

    Il grande re

    Sulle piste del nord

     Gli eroi di Devil Pass

    La leggenda della vecchia missione

    Sulla pista di Fort Apache

     Morte nella nebbia

     El Supremo

     New Orleans

     

    Il figlio di Mefisto

    Il marchio di satana

    La congiura

    I sette assassini

    Buffalo soldiers

     Luna insanguinata

     Incubo

     

    In nome della legge

    Giungla crudele

     Sioux

    La lunga pista

    Terre maledette

    I Rangers di Lost Valley 

    Il passato di Tex

     

    Terra promessa

     L'ombra di Mefisto

     L'uomo con la frusta

     Le colline dei Sioux

      Omicidio in Bourbon Street

     L'ombra del Maestro

    La costa dei barbari

    Una stella per Tex

      Il colonnello Watson

     La Tigre Nera

    La maschera dell'orrore

     La grande sete

     Mezzosangue

    Terrore sulla savana

    El Muerto 

    Fuga da Anderville 

     Furia Rossa

     La grande invasione

     La mano del morto

     Giovani assassini

     

     

    Bella idea!

     

    Nel compilare la mia lista, il criterio che ho usato è quello delle storie che rileggo più spesso e con più piacere - che in teoria dovrebbero essere anche le più belle, ma sapete che a volta entrano in ballo altri fattori decisamente più soggettivi (ricordi personali ecc.)

    Come piccola variante, ho anche colorato le mie 10 preferite in assoluto!

     

     

    • +1 1
  7. Nell'apprestarmi a commentare questo albo, mi chiedo se sarò benevolo con il nostro Nizzi, o se sarò invece ipercritico verso ogni sua sbavatura...

    Perché posso ben immaginare come si è sentito il buon @Leo nel leggere nella scena iniziale di un Carson che non solo si apposta fuori dal trading post in un punto da cui non può nemmeno tener d'occhio l'uscita, lasciando così scappare il bandito superstite, ma poi si fa uccellare come un pivello dallo stesso bandito in fuga.

    Oppure, come altri hanno notato, lascia un po' il tempo che trova l'espediente di sceneggiatura di far raccontare dal bandito all'oste quello che ha combinato per essere in fuga, di modo che il lettore venga a conoscenza dell'antefatto...

    Ma a parte la scena iniziale - sceneggiatura piuttosto disastrosa, a mio avviso - il resto della storia scorre via piacevolmente. Senza brillare di originalità, dato che il soggetto è visto e rivisto, riesce però a non annoiare e a presentare una schiera di personaggi piuttosto interessanti. Il "damerino" si rivelerà alla fine una mela marcia, come alcuni indizi sembrano indicare? Il bandito si riscatterà con qualche gesto eroico (Boselli-style)? E qual è il ruolo del cercatore d'oro, che sembra nascondere qualcosa?

    Vedremo nel secondo albo se Nizzi ci regalerà un epilogo interessante e degno di nota o se cadrà nel banale.

     

    Ah, la rubrica di Frediani mi pare sempre più insulsa, nemmeno una parola di presentazione dell'albo che vede il ritorno di Nizzi sulla regolare o qualche nota di approfondimento, solo ed escusivamente pubblicità, pubblicità, pubblicità... Fortuna che su Tex Willer la rubrica la cura Borden.

    • +1 1
  8. 16 minuti fa, Letizia dice:

    Sei pregato, e con te tutti quanti, di rispettare i poveri cristi, come me, che aspetteranno febbraio 2020 per leggerlo.

    Quini, per favore, niente spoiler.

     

    Riprendendo l'appunto di Letizia, chiedo a tutti i forumisti di prestare particolare attenzione nel commentare questa storia "speciale" e di indicare chiaramente la presenza di possibili SPOILER, anche minori.

  9. Grazie. Questo fa un po' di chiarezza, ero confuso dall'accavallarsi di voci, illazioni e anteprime non confermate.

     

    A margine, come molti di voi hanno sottolineato, trovo che sia un'operazione editoriale irrispettosa verso i lettori affezionati, che hanno atteso il texone di Villa per vent'anni.

    Era nato come texone, per vent'anni si è parlato del texone di Villa, i lettori aspettavano il texone. Le diverse vesti editoriali con cui è uscito od uscirà non potevano che essere percepite come un tradimento da parte della casa editrice.

    Purtroppo le scelte di marketing della nuova direzione si scontrano con il romanticismo dei sognatori; Boselli aveva annusato l'atmosfera e si aspettava senza dubbio l'alzata di scudi da parte dei forumisti, ma d'altra parte non è lui a prendere questo tipo di decisioni.

    Io aspetterò, lontano dagli spoiler, l'uscita di febbraio nella collana dei texoni, sempre che questa sia confermata.

  10. <span style="color:red;">16 ore fa</span>, ymalpas dice:

    ABoselli non ce la fa a fargli dire "negro" e il "colorato" fa certamente sorridere, ma i tempi sono questi.

     

    Io invece ho interpretato l'uso della parola "colorato" come una sorta di traduzione letterale dall'inglese "colored", termine utilizzato nell'800 per riferirsi al colore della pelle (oggi considerato offensivo, così come negro). Le ragioni dell'utilizzo di questa parola mi sembrano più legate all'accuratezza storica che al politicamente corretto. Ma non so se queste fossero le intenzioni di Boselli.

    • +1 1
  11. <span style="color:red;">21 ore fa</span>, borden dice:

    Essendo una storia classicissima, dove ogni cosa è volutamente prevedibile, lo stesso Nizzi sa che la trama conta poco. 

     

    Questo mi preoccupa... E' proprio questo il fulcro della mia critica all'ultima storia di Nizzi: tutto è TROPPO prevedibile, così prevedibile che diventa noioso e soporifero.

    Se anche le prossime sono così... non basta l'atmosfera classicissima a fare di una storia una buona storia.

    • +1 1
  12. Borden, stimolato dal tuo ultimo ciclo su Dampyr (bellissimo!) ho finalmente iniziato a leggere H.P. Lovecraft. Non so come ho potuto arrivare a 34 anni senza leggere niente di suo! Sto divorando i suoi racconti uno a uno. Ne hai uno preferito?

  13. 5 ore fa, Leo dice:

    Io sono in ferie da ieri. Sono in una meravigliosa spiaggia del Salento. La gente canta in acqua, c'è un vociare di bimbi tra mille salvagenti dalle forme più disparate e dai colori sgargianti. Il sole fa brillare la superficie dell'acqua in mille guizzi di luce e le ragazze sono tante e sono belle (ma non ditelo a mia moglie). 

     

    Beato te, io sto boccheggiando nell’afa emiliana... :pianti:

     

    Cita

    Intendiamoci, io non sono un amante di Nizzi viscerale. Ho già detto che, nella seconda metà degli anni novanta, cominciai a non acquistare più gli albi di Tex scritti da lui, perché ormai mi indisponeva. Leggevo solo Boselli. Non sono quindi di quelli che difendono Nizzi per partito preso. Gli sono però,  e sempre gli sarò, grato per tutte le grandi storie che ci ha regalato, e sul piatto della bilancia per me una grande storia pesa più di tre storie brutte, ragion per cui il saldo nizziano per me è ampiamente positivo.

     

    Stesso background, su Nizzi la penso esattamente come te (con l’unica differenza che gli albi li ho sempre acquistati, anche se negli ultimi tempi leggere Nizzi sul tamburino indisponeva anche me).

     

    Cita

    Non lo so davvero. È piatta, come dice l'amico pecos? Forse sì, ma si legge proprio bene. Una storia "balneare"? Credo qualcosa in più. 

     

    Da quanto tempo una storia non cominciava con Tex e carson a zonzo per il deserto, con Carson che a un certo punto esclama: "che il diavolo mi porti se...". Correggetemi se sbaglio: è solo una mia sensazione, avvinto dalla fascinazione nizziana, o è vero che questo tipo di incipit non lo vedevamo da tempo? Lo trovo peraltro datato, ma è stato come sentire un vecchio sapore, o un odore, che non sentivo più da tanto tempo, tale da suscitare sensazioni antiche. 

     

    Incipit che è un vero e proprio tuffo nel passato. Credo che tutti noi lettori di vecchia data abbiamo provato le stesse sensazioni nel vedere quelle prime vignette.

    A questo aggiungerei la scena in cui si nominano le mitiche bistecche con patatine. Credo che qui Nizzi abbia proprio voluto consapevolmente fare l’occhiolino ai suoi vecchi lettori.

     

    Cita

    Qualche vignetta dopo, dei cazzottoni alla Fusco mi facevano apprezzare anche il disegnatore, il cui taglio è sì caricaturale, ma esprime un dinamismo che mi trasmette qualcosa, un bel West, belle movenze, simpatia dei personaggi. Torti mi è piaciuto, pure lui. Sempre il mare?

     

    Io sono combattuto, nel dare un giudizio su Torti. Dicevo sopra che mi sembrava “una caricatura di Ticci fatta da Font”. Forse sembra ingeneroso, ma tenete conto che Ticci e Font sono tra i disegnatori texiani che più mi piacciono. Al netto di tante sproporzioni, visi non sempre centrati, poca cura dei dettagli e mancanza di sfondi, alla fine non posso dire che non mi sia piaciuto per niente, alla fine l’atmosfera che si respira è quella classicamente texiana. Ma c’è comunque un abisso, ad esempio, coi disegni dell’inedito in edicola.

     

    Cita

    Poco dopo, conosciamo il proprietario della distilleria. Un personaggio inutile, nell'economia della storia. Eppure di lui sappiamo che mangia tanto, tanto da avere problemi di indigestione :D E per scappare dall'incendio deve addirittura farsi prendere per mano da uno dei suoi aiutanti!!! A che pro caratterizzare così un personaggio del tutto estraneo al prosieguo della storia? Non lo so, ma la cosa mi ha divertito, mi è piaciuta,  quasi fosse uno strizzare l'occhio, da parte dell'autore, a qualche suo lettore magari in sovrappeso, una sorta di ironia tanto più mirata proprio perché inutile. L'ho apprezzata.

     

    Uno degli aspetti che ho notato anch’io e che non mi sono spiegato. Forse perché abituato alla scrittura di Boselli (ma che è anche quella della maggior parte degli sceneggiatori attuali, anche nelle serie tv) in cui ogni dettaglio non è lasciato al caso ma ha il suo ruolo nell’economia della narrazione, questo continuo sottolineare la pinguedine del proprietario della distilleria mi ha lasciato perplesso.

     

    Cita

    Più tardi, le parole di Kit mi hanno fatto pensare che, forse, non era poi cosi ozioso il topic di questi giorni di Giosafatte si è rasato: il ragazzo ammette di non essere riuscito a dormire, perché continuava a rivedere il momento in cui aveva sparato a Billy, chiedendosi se non fosse stato l'odio ad accecarlo e a portarlo ad uccidere. Beh, ragazzi, questo è un bel passaggio, denota un'umanità che non sempre appare su Tex, una sorta di sensibilità  di Kit e dell'autore, per la morte di quello che in fin dei conti era solo un ragazzo, per quanto violento e iracondo.

     

    Mmm... non so, mi sembra invece un passaggio solo abbozzato.

     

    Cita

     

    Bella anche la scena del capestro, quando Kit è convinto di essere arrivato alla fine della pista: mi ha ricordato gli stessi pensieri di suo padre in Appuntamento con la morte, guarda caso nizziano...

     

    Anche questa scena, l’ho trovata con poco pathos, e scontata nella sua soluzione.

     

    Cita

    Personaggi efficaci quelli dello sceriffo di Holbrook e di Korrigan padre, nonostante a quest'ultimo sia legata la lunga sparatoria che probabilmente ha portato Pecos a definire la storia piatta, e in questo senso non ha tutti i torti, perché i bang bang sono in effetti un po' tantini in una storia di questa lunghezza.

     

    Più riuscito lo sceriffo di Korrigan padre. Da questo punto in poi la storia non ha più niente da dire, è solo un avvicinarsi alla fine riempiendo le pagine di sparatorie. E, attenzione, sono sparatorie “banali”, nel senso che non accade nulla di davvero originale; è solo un tiro al piccione dei nostri.

     

    Cita

    Qualcuno ha parlato di un Carson rincitrullito. Beh, a me è parso proprio il contrario: è lui che, sul finale, si accorge che qualcosa non va perché la main street è deserta. Di fatto è lui con la sua intuizione, che salva il quartetto da un nugolo di pistoleri professionisti che alla fine si rivelano deludenti.

     

    Non credo che si possa accusare Nizzi di aver messo in scena un Carson “macchietta” in questa storia.

     

    Cita

    Insomma, per me è un ritorno di Nizzi abbastanza discreto, è una storia puramente western, è quasi una sorta di messaggio dell'autore: sto tornando, nel solco della tradizione e coerente con la mia "poetica" (che dovrebbe fare da contraltare a quella boselliana, in una staffetta che, spero, potrà regalarci ancora belle soddisfazioni) :)

     

    Come scrive Sam, “è praticamente come mangiarsi una pizza, il gusto ormai lo conosciamo già”. E per me è proprio questo il difetto: è una storia che conosciamo già prima di averla letta, e personalmente non ci ho trovato nulla che mi abbia sorpreso. Sappiamo già come si svilupperà e come andrà a finire. Se guardiamo alle storie in edicola contemporaneamente, abbiamo “La figlia di Satània” (o Satanìa) dove voltiamo pagina e ci troviamo inaspettatamente uno scimmione, e stiamo da giorni a discutere sull’identità del misterioso Mr Doom; abbiamo “I due disertori”, che è un susseguirsi di episodi originali, in cui ci divertiamo ad ogni pagina e non sappiamo cosa succederà nella successiva. Da lettore, probabilmente eccessivamente esigente, ormai è questo che desidero da una storia, e non l’ho trovato in questa di Nizzi.

  14. On 9/8/2019 at 16:58, Leo dice:

    Premetto di non aver letto la storia di questo color, e mi preoccupano non poco i commenti al vetriolo di pecos, un pard con cui spesso siamo d'accordo. 

     

    Non volevano essere commenti al vetriolo... però non nascondo di essere rimasto deluso dalla lettura, l'ho trovata davvero piatta. Comunque prendo atto che la maggior parte di chi ha commentato ha apprezzato la storia.

    Avendo letto praticamente in contemporanea il lavoro di Boselli e Stano per lo speciale Le Storie, non ho potuto fare a meno di rimarcare la differenza. Soprattutto dal punto di vista grafico non c'è paragone.

  15. Seconda parte di quest'avventura ancora più spumeggiante della prima, tanta azione, tante situazioni e scenari differenti... Boselli qui si è davvero divertito, e continua a far divertire noi lettori, coadiuvato dagli splendidi disegni di Benevento (forse non del tutto convincente solo per quanto riguarda il volto di Tex).

     

    Niente spoiler per il momento e buona lettura ai forumisti, un commento più articolato nei prossimi giorni!

     

    @Leo: pard, mi dispiace che tu non abbia apprezzato la presenza dello scimmione nelle ultime pagine del primo albo... Per me, voltare pagina e trovarmi un novello Gombo è stata un'assoluta e graditissima sorpresa! Non avevo osservato con attenzione la copertina dell'albo, e avevo del tutto rimosso le anticipazioni che avevano annunciato la sua presenza, quindi è stato davvero inaspettato. E proprio questo effetto-sorpresa, combinato con l'effetto-nostalgia (che bella idea quella di riproporre una rivisitazione della tavola con lo scontro con Gombo!), fa per me di questa scena la migliore del primo albo.

    Capisco che ci siano lettori che vogliono leggere storie ancorate alla realtà, e che nelle storie del filone "realistico" storcono il naso di fronte a situazioni estreme come questa. Per me invece l'importante è che le storie mantengano una loro coerenza interna; l'inserimento di elementi inverosimili, irreali, soprannaturali per me non sono assolutamente il problema (ovviamente non devono esserci in tutte le storie). Siamo nel territorio dell'Avventura, e questi elementi inverosimili sono di casa.

    Comunque, se non ti è piaciuto lo scimmione del primo albo... chissà cosa penserai dopo aver letto il secondo :laughing:e non ti spoilero niente!

  16. <span style="color:red;">4 ore fa</span>, Giosafatte s'è rasato dice:

    Io penso solo che l'insistenza i vedere Tex come un eroe puro e giusto, quando in realtà uno come lui non lo sarebbe per niente al giorno d'oggi, è un qualcosa che molti lettori odierni digerirebbero a fatica. Sarebbe meglio ammettere una volta per tutte che Tex è un anti-eroe, non un modello da seguire (o almeno, non del tutto).

     

    <span style="color:red;">3 ore fa</span>, Giosafatte s'è rasato dice:

    ...e perchè Tex no? Cioè c'è forse scritto da aulche parte che Tex non può avere storie così. Io penso invece che avendo più storie del genere, Tex diventerebbe un fumetto più maturo, d'autore, invece che puro divertimento buono per spegnere il cervello. Non che ci sia male in quello, ma ho l'impressione che Tex sia rimasto fermo in quella fase per fin troppo tempo.

     

    :o:huh:

     

    Ma... tu stai praticamente dicendo che il fumetto Tex dovrebbe trasformarsi nell'opposto di quello che è... :blink:

     

    Tex è il fumetto d'Avventura per eccellenza! In quanto tale è l'erede di una grande tradizione, e tu vorresti che diventasse tutt'altro :wacko:

     

    La distinzione tra fumetto "maturo", "d'autore", e fumetto per gente ignorante, è buona per farci la birra. Si tratta semplicemente di generi diversi, ciascuno con la sua dignità e rilevanza artistica. Quello che tu chiami "spegnere il cervello", per tanti lettori non è altro che viaggiare con la fantasia...

     

    Appunto questo è il fumetto d'Avventura. Anche Tex è un personaggio di pura fantasia, che agisce e opera in un mondo di fantasia - è inutile la tua constatazione che Tex non è un modello da seguire nel mondo di oggi!

  17. Il rientro di Nizzi si rivela, a mio avviso, quantomeno anonimo. Se ci aspettavamo un ritorno in sella spumeggiante dello storico sceneggiatore texiano, temo che - a giudicare da questa prima prova - rimarremo decisamente delusi, o almeno lo sarà il sottoscritto. Non ci sono, è vero, i difetti che avevano caratterizzato tante delle sceneggiature nizziane precedenti il suo abbandono (ma questo non va ascritto tra i meriti della storia...). Tuttavia di nuove idee, neanche l'ombra. Anzi, la storia si dipana su un soggetto scarno ed essenziale, ben poco originale, con pagine e pagine di BANG-BANG in cui i nostri fanno il tiro al piccione senza essere messi minimamente in difficoltà. Nessun guizzo di sceneggiatura ad incuriosire il lettore, tutto viaggia su binari già tracciati che portano all'epilogo in maniera scontata e prevedibile.

     

    Gli amici del forum che hanno commentato prima di me parlano di piacere nel ritrovare una storia fatta di ingredienti che conosciamo benissimo, di storia che si lascia leggere velocemente. Ecco, questi per me sono grossi difetti: ci sentiamo talmente a casa, su territori che conosciamo come le nostre tasche, che la lettura scorre piatta e non cattura l'attenzione; la storia si fa leggere talmente velocemente che in mezz'ora l'albo è già chiuso e riposto (a confronto, l'ultimo Dampyr, ben più snello come foliazione, mi ha tenuto impegnato per ben più di un'ora).

     

    Una storia "estiva", nell'accezione negativa che ormai associo a questo termine dopo diversi anni di Color Tex estivi: una storia senza pretese, che sembra scritta al solo scopo di riempire l'ennesima uscita "speciale" e mandare in edicola un volume in più.

     

    I disegni, infine, non sono così male come l'anteprima lasciava immaginare, ma per tutto il tempo ho avuto l'impressione di vedere una caricatura di Ticci fatta da Font. (Senza con questa frase voler minimamente offendere la professionalità del disegnatore).

     

    A mio avviso, volume che non merita la spesa di 6,90€.

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