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pecos

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Messaggi pubblicato da pecos

  1. Divertendoci un po' a fantasticare su cosa potrebbe succedere in questa storia che, come ha ben riassunto Ymalpas nel suo post, mette davvero tanta carne al fuoco... chissa` che due primedonne come il Maestro e Nick Castle non finiscano addirittura per rivaleggiare tra loro! Non sarebbe la prima volta nel mondo della fantasia che due antagonisti di spessore finiscano per pestarsi i piedi a vicenda, anzi mi pare di poter dire che sia una situazione molto sfruttata... ma chissa` cosa ha in testa Borden questa volta :lol:

    Certo che l'ambientazione inedita e` un altro elemento che crea grande attesa...

  2. Infatti io la penso come te, riprendevo soltanto il commento di Red Arrow per dire che anche se fosse come dice lui, sarebbe comunque stato meglio Nick che questi. Se non ti riferivi al mio post chiedo venia e come non detto

     

    Avevo equivocato il tuo post, lieto di sapere che la pensi anche tu come me. Secondo me l'accoppiata Nick Castle - il Maestro promette davvero scintille e mi aspetto che Tex venga messo in seria difficoltà nella prossima storia! Però, per tornare in tema con il topic, non mi era nemmeno dispiaciuta la banda - in effetti un po' "strampalata" - di cui il Maestro si circonda in questa sua seconda apparizione. Sebbene siano personaggi un po' tutti "fuori dalle righe" (spesso Boselli eccede un po' nell'ingigantire alcuni tratti caricaturali di alcuni suoi personaggi), li ho trovati comunque in sintonia con l'atmosfera della storia.

  3. Un caloroso ringraziamento a West10 per il dettagliato resoconto!

     

    Tra le cose emerse, bellissimo davvero il bozzetto della copertina con le carte da gioco poi scartato; sicuramente la copertina finale è molto bella (forse una delle migliori dei texoni) ma quella scartata, anche se non la vediamo finita, avrebbe forse avuto qualcosa in più!

    Interessante poi il riferimento alla sceneggiatura di Ruju che a quanto pare sarà particolarmente complicata, cosa che per quanto mi riguarda accresce ancora di più l'aspettativa per questo albo, dato che apprezzo le trame complesse e non lineari.

    Insomma, c'è davvero l'acquolina in bocca!

  4. "La mano del morto" è una delle storie più ambiziose della fascia 500-600, in cui Boselli azzarda a raccontare un nuovo incontro di Tex con la Storia, o anzi con la Leggenda - e sono ben tre le leggende del West che qui incontrano la pista di Tex: Wild Bill, Buffalo Bill e Calamity Jane! Solo questi tre nomi dovrebbero bastare a far intuire che siamo di fronte a una di quelle storie davvero importanti, che si meritano lo spazio di tre interi albi per essere raccontate nella maniera migliore (in un periodo in cui la norma erano storie nelle canoniche 220 pagine, e rarissimamente si andava oltre).

    Una di quelle storie "da grandi occasioni", che si dipana lungo le sconfinate praterie del West attorno a un mistero che verrà svelato soltanto nelle pagine finali, da Phoenix attraverso l'Arizona, il New Mexico (Albuquerque), il Colorado (Denver), fino all'epilogo nel Dakota, in quella Deadwood dove tutto era cominciato con la rievocazione, nel prologo, dell'omicidio di Wild Bill. Un lungo viaggio tra cavalcate, treni e marce nel deserto, introdotto da uno splendido dialogo tra Tex e Carson mentre lasciano Phenix, teatro di una sorta di "primo atto" della storia: "...come mai ho la sensazione che andremo invece molto più lontano?" "Forse te lo suggerisce l'esperienza, Carson! Questo è solo l'inizio della nostra pista! Ma non sappiamo dove finirà per condurci..."

    Non si tratta, a mio parere, di un capolavoro assoluto, forse per via di una trama eccessivamente complessa e un po' macchinosa, che richiede più attenzione del solito per essere seguita nei dettagli, a tal punto che Boselli decide di inserire addirittura una scena in cui i pards ricapitolano la situazione (evidentemente a beneficio del lettore, che a quel punto della lettura avrebbe potuto trovarsi un po' spaesato). Anch'io, che normalmente amo le trame complesse e non lineari, ho faticato un pochino a seguire l'evolversi di quello che è, in fin dei conti, un vero e proprio giallo; tutt'altro che illeggibile, comunque.

    Altro aspetto che mi ha lasciato un pochino insoddisfatto è l'anonimato in cui rimangono i nemici principali, gli organizzatori dell'attentato a Wild Bill, a parte forse il tetro Mr Black che però fa ben presto una brutta fine. Ma d'altra parte mi rendo conto che questo anonimato, la mancanza di nemici con un volto ben definito, sia proprio l'effetto cercato, perché in questo caso la storia non ruota intorno alla sfida tra Tex e gli antagonisti - come quasi sempre accade - bensì è completamente incentrata sul mistero della morte di Wild Bill e sul vendicatore sconosciuto. E' questo uno degli aspetti che la rendono decisamente insolita, ma anche molto riuscita.

    I disegni di Font questa volta, al contrario di altre prove precedenti, non mi hanno completamente entusiasmato: come al solito, alla sua maestria nella rappresentazione paesaggistica (splendide le vedute di Deadwook o della "Lonesome Prairie") fanno da contraltare le anatomie sgraziate dei personaggi e i visi di Tex, spesso davvero brutti. Ma l'artista è da anni una delle colonne portanti della serie, e nonostante ad alcuni non piaccia io gradisco sempre il suo tratto.

    In conclusione, la storia non è un capolavoro, ma non merita meno di 9!

    • +1 1
  5. Questa è una storia stupenda, una delle migliori della fascia 500-600; nonostante all'ennesima rilettura manchi l'emozione della sorpresa finale, che davvero lascia di stucco il lettore che non conosca già la storia, per me è sempre un piacere rileggere questi albi.

    Boselli si affida alla sua formula ben collaudata di costruire una banda di antagonisti tutti caratterizzati anche fisicamente con qualche tratto distintivo particolare - come già aveva fatto con gli Innocenti de "Il passato di Carson", con la banda di Jack Thunder, nella più recente "I giustizieri di Vegas" e in altre occasioni, se vogliamo anche con gli irlandesi de "Gli invincibili" e i forzati de "La grande invasione". Qui abbiamo oltre al capo Deadman Dick, che si lascia ricordare per le sue occhiaie funeree, il nero Skorpio, l'ute Blackbird - forse l'avversario più infido della compagnia, il damerino Beckford, il cinese... Tipico di Boselli appunto, soluzione che trovo sempre divertente perché permette di seguire l'evolversi dello scontro finale con una sorta di "conto alla rovescia", in cui pagina dopo pagina teniamo il conto dei morti e di chi ancora rimane in piedi tra i nemici...

     

    La storia non sarebbe in realtà nemmeno così eccezionale - in fin dei conti la trama non è originalissima, e lo scontro finale ricorda tantissimo l'"ultimo scontro a Bannock" - ma ci sono due elementi che a mio parere innalzano enormemente la qualità della storia:

     

    1) La trovata geniale di Colorado Belle, una novella "Dama di picche" che fa rientrare una storia che sembra puramente wester nel filone fantastico, e crea un'atmosfera romantica e malinconica (soprattutto a inizio storia) che è davvero emozionante.

     

    2) L'ambientazione, che è l'altro vero protagonista della storia, con le praterie sconfinate, la città fantasma, e quel cielo irrequieto sempre pronto a scaricare cascate d'acqua. Font è staordinario, eccezionale, maestoso nel regalarci tavole di una bellezza incomparabile e nel farci vivere tutta l'atmosfera puramente wester della prateria. Le prime venti tavole sono per me straordinarie, e credo che qui Font realizzi il suo lavoro migliore sulle pagine di Tex.

     

    Menzione finale per le due copertine di Villa, che sono anch'esse straordinarie.

    Voto finale: 9

    • +1 1
  6. Splendida storia a sfondo misterioso-esoterico, in cui come in altre avventure di Boselli (penso al "Vecchio di mezzanotte") il soprannaturale fa da sfondo ma non assume mai una parte preponderante come ad esempio nelle storie di Mefisto - qui alla chiusura dell'ultimo albo rimaniamo con il dubbio se la magia occulta dei figli di Horus sia vera magia, se la mummia si sia davvero risvegliata.

    Boselli è abilissimo nel miscelare tanti diversi elementi in una sceneggiatura esplosiva e molto complessa: due sono i fili narrativi principali, quello legato alla figura del Morisco e al suo passato, e quello che vede Tex e Carson, questa volta accompagnati dal vecchio ranger Jesse Hawk, all'inseguimento di Juan Raza: piena di mistero e con atmosfera horror la prima sottotrama, puramente western la seconda.

    Forse è troppa la carne al fuoco e qualcuno ha storto il naso per l'eccessiva complessità - mettere due primattori come Raza ed El Morisco all'interno della stessa avventura poteva ridurre l'effettivo peso di entrambi all'interno della narrazione, ma la mia sensazione alla rilettura è che Boselli abbia saputo mantenere il giusto equilibrio, lasciando a tutti i comprimari i giusti spazi.

    Ottima e non banale anche la gestione dei due pards, che in due circostanze agiscono indipendentemente, cosa che a me è sempre graditissima. Splendida anche la scena della sparatoria alla cantina tra figli di Horus e la banda di messicani, con Tex e Jesse a fare da "terzo incomodo".

    Unico aspetto negativo della storia è per me il voltafaccia di Raza, per come è stato gestito: sebbene non del tutto improvviso, ma "preparato" da Boselli durante tutta l'avventura attraverso piccoli dettagli, vederlo alla fine ridere insieme agli ex nemici senza che tra di loro ci sia stata nessuna parola di spiegazione mi è sembrato un po' eccessivo. Mi sarebbe piaciuto vedere Tex e Raza a confronto, faccia a faccia, da nemici, prima del concitato finale, in una scena carica di tensione in cui i due arrivassero vicini a spararsi prima di stringere alleanza in vista del comune obiettivo di salvare i due bambini.

    Letteri, come già detto, non è più quello di un tempo, e sebbene la sua dedizione a Tex sia straordinaria qui la qualità non è eccelsa (alcuni cieli notturni ad esempio sono molto approssimativi). Ma per un lettore di Tex, avere la sua matita in una storia con El Morisco e queste atmosfere è qualcosa di emozionante che rende trascurabili anche le sbavature.

    Voto complessivo: 9.

  7. Forse la storia di quest'annata che crea le aspettative piu` basse, perlopiu` a causa delle ultime scadenti prove di Faraci, ma proprio per questo speriamo di essere sopresi in positivo. La mia speranza e` soprattutto che Faraci abbia imbastito una trama un po' piu` articolata del solito - chissa` che la presenza di un "assassino misterioso", come leggiamo nell'introduzione, non sia un elemento che crei un po' di pepe e renda il soggetto un po' piu` complesso di quanto appare a prima vista...

  8. Mi associo anch'io ai commenti positivi che hanno accolto la copertina e le tavole in anteprima del texone... Devo dire che lo speciale di quest'anno promette decisamente bene, mi attrae molto l'ambientazione abbastanza insolita e l'atmosfera "burrascosa" nel vero senso del termine! Ruju e` al suo secondo texone, quello precedente non mi aveva entusiasmato (anche per i disegni) ma questo mi sembra decisamente piu` promettente, almeno per i miei gusti :)

  9. Storia più che gradevole, questo giallo cittadino - genere che come sappiamo è decisamente nelle corde di Nizzi. Tutta la storia si basa su una lunga rincorsa di Tex e Carson alla misteriosa e sfuggente organizzazione di "giustizieri", con i nostri che sembrano rimanere sempre un passo indietro rispetto ai malavitosi: la lunga catena di omicidi dei possibili testimoni, che possano lasciare ai due pards una traccia per giungere al capo dell'organizzazione, è il vero leitmotiv dei due albi e crea anche nel lettore quel senso di frustrazione di fronte all'indagine che non riesce mai stringere tra le mani il bandolo della matassa. I due rangers riescono comunque nell'intento di sgominare l'intera organizzazione (o per meglio dire, costringono i membri dell'organizzazione ad autoeliminarsi a vicenda...), ma arrivati a un passo dal capo si trovano senza elementi per proseguire, e sarà proprio l'ambiguo Smirnoff ad andarli a cercare spinto dal desiderio di vendetta.

    Qui devo dire di non concordare con molti dei pareri di chi mi ha preceduto, sia per quanto riguarda la "piccionaggine" di Tex nel cadere in due trappole consecutive - secondo me le trappole erano entrambe ben architettate - sia con chi dice che le motivazioni dell'antagonista Smirnoff rimangano non sufficientemente chiare - per me il personaggio è invece molto riuscito, un nemico coi fiocchi.

    Peccato solo per il finale decisamente veloce, certamente dovuto alla necessità di chiudere la storia in due albi esatti: qui qualche pagina in più avrebbe sicuramente giovato alla conclusione.

    I disegni di De La Fuente in questo caso non mi sono piaciuti, nonostante non siano malvagi: lo preferisco decisamente in atmosfere più western.

    In conclusione, il mio voto alla storia è un sette pieno.

  10. Che il Nizzi del quinto centinaio non sia ormai più quello dei tempi d'oro, ma la sua produzione abbia già iniziato un declino qualitativo, è un fatto più volte ripetuto che trova conferma, a mio parere, anche in questa storia: a fronte di un'idea decisamente originale e di un ottimo primo albo, l'autore si perde un po' nel finale banalotto che lascia il lettore un tantino insoddisfatto. Sono principalmente due i difetti che individuo nel finale, già descritti nei post di chi mi ha preceduto. Il primo, la mancanza di approfondimento delle motivazioni dell'indiano che sceglie di liberare i due inglesi e schierarsi contro Tex e Carson, un gesto che sembra del tutto immotivato. Il secondo momento poco riuscito è proprio lo scontro finale, da cui era lecito attendersi ben di più: i due inglesi, capaci di colpire un uomo a cavallo da una distanza di quattrocento metri, non riescono più ad azzeccare un singolo colpo e sbagliano mira a ripetizione quando nel mirino hanno i due ranger. Da avversari temibilissimi, che avrebbero potuto mettere in serissima difficoltà Tex e Carson, si rivelano un fuoco di paglia e la soluzione di Nizzi per chiudere la storia lascia, come detto, un po' di insoddisfazione.

    Ottimo il lavoro di Monti sul piano grafico: non è uno dei disegnatori più amati di Tex - e anche per quanto mi riguarda il suo stile non mi entusiasma - tuttavia il suo contributo alla lunga storia di Tex è sicuramente fondamentale.

    Voto complessivo:7.

    • +1 1
  11. Sono altre le storie che hanno permesso a Tex di rimanere in edicola fino ai giorni nostri: avventure come questa cadono presto nel dimenticatoio. Prova piuttosto scialba di Nizzi, che si affida a un soggetto classico con un susseguirsi di situazioni altrettanto standard, senza particolari guizzi di inventiva da parte dell'autore. Anche la storia delle carabine Springfeld, che pare inizialmente promettente e dà il titolo al primo albo, si rivela un fuoco di paglia e la storia viene subito spiegata senza che abbia particolari ripercussioni sul prosieguo della vicenda. Sceneggiatura con un paio di soluzioni "facilone", come


    l'imbeccata che i nostri ricevono dallo sceriffo, che vede Sid Ketchum uscire dalla finestra della camera della maliarda Vera Lopez, o l'intervento finale e risolutivo dell'esercito.

    De La Fuente confeziona un buon lavoro, ma il suo stile non è tra i miei preferiti. Voto finale 6, sufficienza con noia.

  12. Ci sono storie che periodicamente viene voglia di rileggere, e ogni volta regalano grandi emozioni e il piacere è assicurato. Mi sono riletto oggi "Gli invincibili", tutta d'un fiato: che spettacolo! Tanto si è detto nei commenti precedenti di questa magnifica storia: sull'atmosfera romantica, sui tanti forti sentimenti e valori su cui la storia è costruita: l'amore di patria, l'amicizia (qui esemplificata nei rapporti tra Tex e Hutch, e tra Shane e Danny Moran), il cameratismo (nella banda degli irlandesi, tra Tex e pards), il tradimento.

    Ma c'è un aspetto su cui non si sarà mai detto abbastanza: la straordinaria sceneggiatura di Boselli, studiatissima e perfetta in ogni dettaglio, un capolavoro di tecnica e genio creativo. Almeno tre le scene stupende, da manuale: quella della grande scazzottata tra italiani e irlandesi, con la rivalità tra i due popoli che si trovano a condividere la lontananza dalla patria e il senso di fratellanza nel destino che li accomuna; l'incontro, tesissimo, tra il gruppo di Tex e la banda degli irlandesi nel paesino messicano, tra la processione popolare e la minaccia incombente dei rurales; e infine la grande sparatoria che occupa l'intero terzo albo - forse il più cruento dell'intera saga di Tex. Lo scontro tra gli irlandesi e i messicani del generale Carrasco non è una delle tante sparatorie, ma è il momento culminante della storia, in cui ogni dettaglio, dalla disposizione degli edifici all'interno del fortino alla posizione degli uomini, è studiato nei minimi particolari e rivela la grande intesa tra Boselli e Marcello, due mostri di bravura.

    Il voto, per uno dei maggiori capolavori della saga di Tex, non può essere che il massimo: 10 ai testi e 10 ai disegni.

    • +1 1
  13. Ricordo bene quando da ragazzino io e mio padre riuscimmo dopo mesi e mesi di ricerche per mercatini e fumetterie a completare l'intera collezione (di cui mio padre possedeva inizialmente un centinaio di albi)... finalmente potevo iniziare a leggere l'intera serie dal numero 1! Un viaggio bellissimo, che mi impegno' per diverso tempo (e ricordo con un po' di emozione che anche mio padre si rilesse l'intera collezione nello stesso periodo). Ti consiglio di gustare la lettura prendendoti il giusto tempo ma senza saltare nulla. E' vero, soprattutto nei primi 50-100 numeri ci sono alcune storie non entusiasmanti - anzi, anche un po' noiosette - ma intervallati troverai veri e propri capolavori.

     

    Nella mia prima lettura, avanzavo di pari passo leggendo anche gli albi inediti del mensile (all'epoca la serie aveva appena superato la boa del numero 400), cosa che puoi fare anche tu vista la scarsa continuity interna della serie. Ovviamente capita ci siano richiami a storie precedenti, ma spesso si tratta soltanto di alcuni personaggi ricorrenti (perlopiu' amici di Tex). Sono rari i casi di storie davvero collegate. Ad esempio, dal numero 600 ad oggi direi che le sole "Il segreto del giudice Bean" e "Giovani assassini" hanno legami abbastanza forti con storie del passato.

     

    Ah, non dimenticare di passare qui sul forum nei topic dedicati alle storie che hai appena letto, spesso sono fonti di aneddoti, curiosita' e ricche di commenti per l'approfondimento delle storie!

     

    Buona lettura :)

  14. Eh gia'... scelta infelice, come d'altra parte accade quasi sempre quando si parla di censura :old:

    Se non sbaglio il texone di Milazzo uscì proprio qualche mese dopo il famoso "caso Codacons" relativo all'albo "Sulla pista di Fort Apache"... che ora scopriamo aver avuto ripercussioni anche su questa copertina :(

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