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Messaggi pubblicato da pecos

  1. Riletto questo graditissimo esperimento a un anno di distanza, in attesa della ormai imminente uscita del secondo numero, lascio il mio commento sul primo Color Tex Storie Brevi. Partiamo da qualche considerazione di carattere generale, prima di entrare nel merito delle singole storie: devo dire che non amo particolarmente le storie brevi su Tex (già le avventure di un singolo albo raramente mi entusiasmano), ma ammetto che in questo caso gli autori sono riusciti a scrivere qualcosa di davvero piacevole. Cosa da non sottovalutare, il formato rende possibile vedere all'opera autori che difficilmente avremmo visto su Tex, o può servire come banco di prova per nuovi acquisti dello staff: insomma, un ottimo modo di unire l'utile al dilettevole.

     

    Il punto di forza dell'albo è, come deve essere, il colore: qui, a differenza del color estivo, la colorazione è davvero "speciale" e aggiunge forza alle tavole, costituendo un vero e proprio valore aggiunto. Io amo il bianco e nero, che a mio parere è il modo migliore per gustare appieno le tavole dei disegnatori (o, per meglio dire, degli artisti), e per questo faccio davvero fatica a sopportare le verniciature uniformi che ritroviamo sui numeri centenari o sul color estivo. Capisco la questione non indifferente dei costi di produzione, ma lasciatemi ripetere che, se si vuole fare un albo "speciale" a colori, allora la colorazione deve essere davvero speciale. In questo caso lo è!

     

    Un commento ora ai singoli aspetti dell'albo.

     

    Copertina. Ottima. A parte il viso di Tex troppo imbronciato, la scena è davvero evocativa, merito soprattutto - a mio avviso - dell'aver conservato la colorazione originale dell'artista. Inutile dirlo di nuovo: se avessimo anche le copertine di Villa con la colorazione originale...  :pianti: 

     

    L'uomo sbagliato. La più leggera delle quattro storie (nemmeno un morto ammazzato), non mi aveva convinto eccessivamente alla prima lettura, ma avendola riletta l'ho trovata molto piacevole. Buon lavoro quindi di Faraci, alle prese con una storia dai toni quasi di "commedia". Belli anche i disegni di Casertano, artista che ho amato tantissimo su Dylan Dog ma che non mi sembra troppo adatto al western. La colorazione è fatta molto bene, senza essere ecessiva riesce a valorizzare le tavole. Voto 8 :ok:

     

    Un covo di belve. Gran ritmo per questa storia di Ruju che costuisce un finale con un colpo di scena dopo l'altro, avvincente pur nel brevissimo spazio a disposizione. Mi piace il tratto di Scascitelli, e ho apprezzato moltissimo la colorazione, più carica rispetto alla storia precedente - a mio parere la combinazione disegni/colorazione di questa storia è la meglio riuscita dell'albo. Voto 8,5 :ok:

     

    L'ultimo della lista. La migliore. Manfredi è davvero uno sceneggiatore straordinario, peccato vederlo su Tex col contagocce, la sua storia è un piccolo gioiellino. Il tratto di Biglia mi piace tantissimo dai tempi di Magico Vento, ma devo dire che lo apprezzo maggiormente col bianco e nero, mentre le sue tavole colorate non mi convincono del tutto. Voto 9 :inch:

     

    La valle sacra. Storia magico/mistica per Boselli, anche questa molto piacevole ma con un soggetto che non ha, a mio parere, quel guizzo di imprevedibilità che hanno le altre storie. La colorazione è la più particolare delle quattro, che rende molto suggestiva - insieme ai bei disegni di Genzianella - l'ambientazione della Valle sacra. Anche questa si prende un bell'8 :ok:

     

    Esperimento pienamente riuscito! Complimenti agli autori! :Ave:

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  2. Vengo a commentare anche questa storia "naturalistica" di Boselli e Piccinelli, molto classica nell'impianto e nello sviluppo, con i nostri sempre al centro dell'azione. Molto riuscita l'idea delle due sottotrame parallele - la lotta contro i cacciatori e il rapimento dei gentiluomini - che vanno a riunirsi soltanto nel finale. Non voglio entrare nelle polemiche a proposito dell'eccessivo buonismo lamentato da molti - dico soltanto che a me il finale non è affatto dispiaciuto.

     

    Il vero protagonista della storia è però, lasciatemelo dire, lo scenario mozzafiato del parco di Yellowstone, riprodotto dalle tavole di Piccinelli in tutta la sua maestosità :inch:  Il paesaggio, qui, è davvero sempre al centro dell'attenzione, e non può essere diversamente in una storia che se non erro vede per la prima volta il nostro ranger mettere piede in uno dei paradisi naturali più affascinanti d'America.

     

    Ottimo lavoro quindi di Boselli e, soprattutto, di Piccinelli (una piccola nota stonata, già rilevata in un commento precedente, è data dalle tavole dello scontro finale, dove gli avversari non danno mai l'impressione di essere numericamente in grado di impensierire Tex e  i suoi alleati e anzi ci si chiede come mai i nostri fuggano continuamente di fronte a così pochi avversari... evidentemente, l'artista non è riuscito a mio parere a riprodurre quella disparità numerica in grado di giustificare tale comportamento). Un apprezzamento particolare, infine, per la scena perfetta dell'avvicinamento di Tex e pards alla capanna del guardiano del parco, che mi è piaciuta tantissimo per come è stata realizzata.

     

    Il mio giudizio è un 8 pieno! :ok:

  3. Ah, stiamo dimenticando anche il maxi "Il treno blindato" di Segura e Ortiz, che evidentemente deve molto allo spaghetti-western "Un esercito di cinque uomini". Si tratta comunque di un autore - Segura - in un certo senso "estraneo" a Tex, spesso criticato per non essere riuscito del tutto a calarsi nel mondo del nostro ranger, ulteriore testimonianza del fatto che il West di Tex ha davvero ben poco in comune con il mondo del western all'italiana nato sulla scia del successo dei film di Leone.

    • +1 1
  4. Rileggendo questa storia, non ho potuto fare a meno di notare la presenza - che mi pare quasi una costante nelle storie di Faraci - di "aiutanti occasionali" di Tex scelti tra la gente comune, senza particolari abilità, quasi delle "mezze calzette". Tutto l'opposto dei Laredo, Juan Raza & co che abbiamo visto con Boselli: qui abbiamo un ragazzino, un dottore, un vecchio coi due figli contadini, e ricordo personaggi simili anche in altre storie di Faraci che vedono Tex in solitaria.

    La storia mi sembra terribilmente semplice, abbastanza godibile ma anche priva di sorprese e di nemici particolarmente memorabili. Anche l'idea finale dell'assedio è un grande classico che in questo caso strizza l'occhio, a mio parere (anche nel titolo), al grande albo boselliano Gli eroi del Texas, con i carcerati sostituiti dai civili che scelgono di accompagnare Tex. Una lettura molto molto veloce, con una grande battaglia che però non riesce a emozionarmi come quella nella già citata storia di Boselli, nemmeno nei momenti più tragici.

    Ottimi invece i disegni dei Cestaro che - nonostante un Tex troppo cupo e, direi anche, fisicamente troppo massiccio - impreziosiscono la lettura.

    Tutto sommato, una storia discreta, da 7.

  5. Il 2013 è stata davvero un'annata ottima per Boselli, come ci conferma questa bella storia esaltata dallo splendido lavoro di Frisenda. Davvero il curatore di Tex non ha sbagliato un colpo, l'anno scorso (ma nemmeno quest'anno, a mio parere).

    Le "rive del Pecos" sono un'ambientazione che amo molto, come si evince dal mio nome e dal mio avatar ripresi da quella storica avventura che vide la prima comparsa del giudice Bean e a cui sono molto legato, essendo la prima storia di Tex che ho letto (ormai vent'anni fa). Boselli riprende il personaggio del giudice in maniera perfetta (non era facile), un buono con l'istinto della canaglia con cui Tex e Carson non possono essere che a loro agio - molto bella la complicità tra il giudice e Carson che traspare dalle scene che li vedono a tu per tu. Molto suggestiva anche la scena finale del sogno, che lascia un po' di malinconia nel lettore e dà una pennellata in più alla romantica figura del giudice.

    Su Frisenda non dico nulla, se non che è tra i disegnatori attuali di Tex quello che apprezzo maggiormente.

    Voto: storia 8,5 e disegni 10.

  6. Ho riletto anche questa recente - e convincente - storia dell'accoppiata Boselli - Andreucci, che senza essere un capolavoro è comunque avvincente, divertente e non scontata. Bella la trama e i personaggi confezionati da Borden - un cattivo scaltro e astuto, ma che si rivela alla fine un gran vigliacco, e un personaggio femminile di primo piano. Kit Willer è il vero protagonista e la storia è incentrata su di lui e sul suo rapporto con la bella "dottoressa", ed è davvero un'ottima cosa che vengano scritte storie che mettono al centro della scena anche gli altri pards. Menzione speciale per la scena in cui i tre pards si dividono sulle tracce dei fuorilegge e cavalcano ognuno verso una destinazione diversa, mi è piaciuta tantissimo!

     

    I disegni di Andreucci sono per me ottimi - ho letto qualcuno prima di me accostare il suo tratto a quello di Mastantuono, e in effetti anch'io ravviso qualche somiglianza tra i due stili, ma sicuramente non c'è in Andreucci quell'eccesso di stilizzazione che a volte, in Mastantuono, può risultare un po' indigesta. Che dire, cresce l'attesa per il suo Texone che si preannuncia davvero imperdibile!

     

    Voto: 8 pieno.

    • +1 1
  7. Uno dei miei texoni preferiti. La sceneggiatura è clamorosa, strutturata alla perfezione in un rincorrersi dei personaggi che attraversa mezzo west per concludersi nel finale pirotecnico. Sembra davvero il lavoro di un architetto per la meticolosità con cui tutti i fili di una trama complessa si dipanano con apparente semplicità, senza appesantire la lettura, quindi lode alla grande perizia di Boselli - se non vado errato, lui stesso ha affermato che questa è stata una delle sceneggiature texiane che lo ha messo maggiormente alla prova e ha richiesto un grande impegno. Il risultato è a mio parere straordinario.

     

    Il soggetto di base non è originalissimo, con la ricerca di vendetta personale da parte di un personaggio che subisce un grave torto e dopo anni insegue uno a uno i responsabili per fare giustizia. Mi viene subito in mente il film Kill Bill di Tarantino, che ha diversi tratti in comune con questo texone, ma ci sono somiglianze anche con altri film, come già osservato in precedenti interventi. Non sono invece d'accordo con chi parla di scarsa centralità di Tex, che per me è invece sufficientemente al centro della scena nonostante la presenza di un comprimario importante - e riuscitissimo - come Mitch Anderson.

     

    I disegni di Font sono per me l'unico elemento non perfetto di questo texone. So di andare controcorrente, ma a me piace molto di più il Font delle storie successive rispetto a questa prima apparizione (in particolare, il costante uso dei retini mi ha fatto un po' storcere il naso, dato che non apprezzo molto questa soluzione tecnica).

     

    Il mio voto è un 10 ai testi, 7 ai disegni.

  8. Anch'io ho appena riletto questo ottimo texone. Il soggetto è classicissimo (con qualche spunto ripreso dal film "Il cavaliere pallido", come già sottolineato), ma la sceneggiatura non annoia e alterna momenti davvero drammatici a gustosi siparietti (come l'interrogatorio al bandito ferito). Forse i nostri rimangono un po' in disparte nel finale, che viene risolto invece


    dal vecchio McLean, una sorta di personaggio - deus ex machina che con il suo intervento sblocca la situazione e ne determina l'epilogo. Mi pare di poter dire che è questo un tipo di soluzione che Nizzi ha adottato in più occasioni - il prototipo di questo tipo di personaggi è proprio il nizziano generale Davis.

     

    Il vero punto di forza del texone sono, però, i disegni - come è giusto che sia, per una collana che fa della parte grafica affidata a maestri internazionali la sua cifra distintiva. Non c'è niente da dire, adoro le pennellate evocative di Milazzo, che sono forse più adatte al wester "psicologico" di Ken Parker o Magico Vento, ma era d'obbligo vederlo almeno una volta anche alle prese con Tex.

     

    Voto: soggetto 8,5 e disegni 10.

  9. Ho appena riletto questo Texone che reputo uno dei migliori dell'intera serie. Nizzi ci propone una storia davvero eccellente, con uno dei cattivi più memorabili usciti dalla sua penna - un misto di astuzia, scaltrezza, freddezza e cinismo che riesce quasi a mettere a segno il colpo del secolo, e ha solo la sfortuna di incontrare sulla sua strada i due mastini più rognosi del West :D

    Perfetti i tempi della sceneggiatura, che mescola scene di azione, anche piuttosto cupe e violente, con altre più leggere e divertenti, come l'episodio dello sfortunato postiglione della diligenza. Magari un po' in ombra Tex e Carson, che non sono spesso nel vivo dell'azione, incentrata invece principalmente su Linch Weyss - ma a me sta bene così!

     

    Ottimi anche i disegni di Ortiz, che dopo il texone diventerà una colonna anche della serie inedita (e dei maxi). Sono convinto che il suo West sporco, polveroso, duro e violento sia una delle migliori rappresentazioni che abbiamo potuto apprezzare sulle pagine di Tex, perfetta per questa magnifica storia.

     

    Il mio voto è un 9 pieno, sia alla sceneggiatura che ai disegni.

  10. In questo primo albo trovo che Faraci offra una prova decisamente migliore rispetto alle sue ultime uscite, con un'idea originale alla base della sceneggiatura e personaggi ben caratterizzati, Slade in particolare. Purtroppo un paio di grosse ingenuità penalizzano il giudizio complessivo. Anzitutto

    la scena allunga-brodo della Posada, dieci tavole assolutamente inutili ai fini della trama - mi verrete a dire che la scena serve a rallentare Tex e Carson nel loro inseguimento, ma questo non mi sembra così necessario- messe l' solo per arrivare alla fatidica quota 220. Ho il sospetto che, a fronte di un albo in cui fino a quel momento i due rangers erano piuttosto assenti, lo sceneggiatore si sia sentito in colpa davanti a quelle voci che chiedono sempre insistentemente maggior centralit? di Tex e abbia anche per questo aggiunto quella scena: se è così, molto male - non sopporto vedere una scena inutile aggiunta solo per far tirare a Tex qualche cazzotto.
    Seconda ingenuità:
    Tex che non riesce a ritrovare le tracce di un gruppone di cavalieri - manco fossero indiani - e che per pura fortuna, allarmato dal proprio cavallo, va a incappare proprio nel fuggiasco Slade. Mah, mi sembra che questa soluzione proprio non stia in piedi :old:
    Infine, il tema dell'inseguimento e del bandito da rincorrere sa, come dire, un po' di già visto _ahsisi Nel complesso comunque un primo albo piacevole, sperando in un degno finale. Ottimi per me i disegni di Bruzzo, che forse non spiccano per originalità - come altri hanno già sottolineato si riconoscono i modelli di Ticci e Villa - ma a me hanno convinto pienamente.
    • +1 1
  11. Tutto su questa storia è già stato detto negli interventi precedenti, quindi mi limito ad aggiungere alcune impressioni personali. Anzitutto, vale la pena di osservare alcuni elementi caratteristici dello stile di Nolitta presenti in questa storia:- la lunghezza spropositata, ben 6 albi, che a molti ha fatto storcere il naso: io invece ho sempre apprezzato le avventure-fiume, soprattutto quando, come in questo caso, non annoiano e sono ricche di episodi e situazioni diverse. Onestamente spero sempre che, presto o tardi, ci venga di nuovo riproposta una storia di così ampio respiro;- l'azione di Tex in solitaria (anche se affiancato da due amici storici, escludendo il ruolo marginale di Kit Willer che rimane prigioniero per tutta la storia): una scelta che, in un'avventura di questa lunghezza, non trovo molto azzeccata. In particolare, il ruolo ricoperto dallo scout Matewa poteva essere benissimo affidato a Tiger, ed è un rimpianto non averlo visto al fianco di Tex;- il nervosismo, l'irascibilit? di Tex, che sembra sempre avercela con il mondo intero, a partire dal suo ingresso iniziale a Pilares. In questa avventura il ranger si lascia più volte andare a veri e propri scatti d'ira e deve essere ricondotto alla ragionevolezza dagli amici che lo accompagnano. Questa è una caratterizzazione del personaggio che non combacia perfettamente con quella degli altri autori (ma in questo caso è parzialmente giustificata dall'angoscia per il figlio nelle mani degli uomini giaguaro);- Tex è sempre al centro della narrazione, e non ci vengono mai mostrati i nemici nell'atto di formulare i loro piani. Se da un lato questo mantiene l'incertezza sull'identit? e sugli scopi degli antagonisti fino all'ultimo, dall'altro impone allo sceneggiatore uno "spiegone" finale per chiarire al lettore i tanti punti rimasti in sospeso. Detto questo, trovo sempre piacevole rileggere questa appassionante storia. Menzione d'onore per El Morisco e Montales, che hanno un ruolo di primo piano in più di una occasione (Montales, in particolare, si ricorda qui di essere anche un uomo d'azione e di saper impugnare una pistola!). I disegni sono quelli del grande Letteri, sempre a suo agio nella rappresentazione del Morisco e di avventure che hanno come sfondo la mitologia e le tradizioni atzeche. Se alcuni sottolineano come il suo segno non sia più quello dei tempi d'oro, mi viene da pensare: avercene, oggi, di disegnatori in grado di portare a termine una tale quantit? di tavole, e di questo livello!Concludo con il voto alla storia: 8, per me.

  12. Eh gia', anch'io sono curioso di sapere cosa si e' inventato Ruju stavolta! Mi permetto di dubitare del trucco dell'armatura, sia perche' e' appunto gia' stato usato di recente (anche se da parte di un altro autore, ma storcerei un po' il naso a vederlo riproposto), sia perche' comunque la testa rimane scoperta, per non parlare del cavallo, mentre l'indiano sembra passare indenne attraverso una vera e propria gragnola di colpi... Staremo a vedere _ahsisi

  13. Non ricordavo quasi per nulla questa bella quanto atipica storia, breve ma con un finale decisamente amaro, cosa non rara nelle storie di Nolitta. Si toccano anche temi importanti, l'onore, il sanguinoso conflitto tra bianchi e indiani, la necessit? di tenere nascosta la verità quando le circostanze lo richiedono. Quasi toccante il discorso di Tex che conclude l'avventura. Disegni di Nicol' superlativi... quanto ho amato questo disegnatore :inch: Guardatevi le prime pagine, il dialogo al forte con Carson e il maggiore: quanto è umano il Tex di Nicol'! Davvero viene un po' da storcere il naso davanti alle caratterizzazioni di alcuni disegnatori di oggi, confrontandole con queste...

  14. Proviamo a mettere in fila qualche spunto che trovo significativo:1) Gli albi 695 e 700, a colori e autoconclusivi (ma legati da una stretta continuity ai 4 albi intermedi) sarebbero chiaramente da affidare ai due grandi maestri che da più tempo si alternano sulle pagine di Tex, ovvero rispettivamente Civitelli e Ticci.2) I quattro albi centrali, probabilmente un impegno troppo gravoso per un solo disegnatore (a meno che Boselli non abbia già le idee chiare e li stia già affidando a qualcuno), potrebbero vedere due storie distinte ma consecutive: non solo nel senso che una potrebbe iniziare laddove la prima finisce, temporalmente e spazialmente, ma si potrebbe pensare anche a una continuit? del soggetto.3) Come proponevo in un precedente intervento, sarebbe stupendo che le storie in questione scavassero nel passato di Tex: perchè no, con la prima delle due storie completamente ambientata nel passato (magari con la partecipazione di un certo giovane desperado...?), e la seconda che ci riporta al presente riallaciandosi a quelle lontane vicende...4) La presenza, almeno in un cameo, di tutti gli amici storici di Tex sarebbe da tanti auspicata... questo potrebbe significare un lungo viaggio di Tex, attraverso Messico, San Francisco e Canada, con qualche tappa intermedia (chissà dove si trova Pat in questo momento?)Poi, per quanto riguarda il soggetto vero e proprio, non mi pronuncio e mi affido alla fantasia di Boselli... il quale ha già realizzato un'idea del genere su Dampyr, con la lunga saga (6 numeri, se non ricordo male) attorno al numero 100... e questo mi rende fiducioso... ::evvai::

  15. L'idea di programmare qualcosa di eccezionale, per i sei albi tra il 695 e il 700, è davvero ottima e spero che Boselli la tenga in considerazione! Anche a me piacerebbe vedere una lunga avventura, o più avventure collegate tra loro, naturalmente da affidare a due o più disegnatori (e forse la proposta di Monni è la più realizzabile). Ma a differenza di chi vorrebbe una location insolita ed esotica, io sono più per rimanere "a casa"... cioè nei deserti e nelle polverose strade dell'Arizona, magari entro i confini della riserva in mezzo ai Navajos!E l'idea vincente potrebbe essere quella di due (o più) storie separate, una ambientata nel lontano passato di Tex, con un finale aperto (e speriamo che quelli di UBC non stiano leggendo... laughing ), e una seconda storia, collegata, ma stavolta nel presente!Per ora è un sogno, ma chissà che Borden, leggendoci, non si lasci stuzzicare... clap

    • +1 1
  16. Il secondo ritorno di Mefisto è una storia spettacolare, preparata dalla visione di Mefisto da parte di Tex sotto l'effetto allucinogeno del peyote solo pochi numeri prima! E' un crescendo, quello della saga di Mefisto, con storie via via sempre più belle che culminano con la bellissima "Il figlio di Mefisto", a mio parere la migliore. Trovo questo episodio superiore a quello precedente, soprattutto per la complessit? della trama, ma inferiore a quello che lo seguirò di pochi numeri. Qui le incongruenze ci sono, indubbiamente, come sottolineato in alcuni interventi precedenti. In particolare, credo che avrebbe potuto essere sfruttata meglio la setta del Drago Rosso, che rimane quasi sullo sfondo degli eventi... Qualche scontro tra Tex e i cinesi della setta avrebbe potuto rendere ancora più bella questa storia, e soprattutto avrebbe potuto dare più centralit? a Tex, che in fin dei conti qui non combina molto... Mefisto si conferma ancora il nemico numero uno, stavolta arriva davvero a un passo dalla sua vendetta, portata avanti con estrema lucidit? fino allo scontro con Padma!Insomma, una storia memorabile -ave_ Non ho mai capito invece la colorazione molto particolare della copertina di "Spettri", con quelle sagome di Tex e Kit completamente bianche... qualcuno degli espertissimi del forum ha informazioni o qualche aneddoto a riguardo? doubt

    • +1 1
  17. Per commentare questo primo albo speciale parto dai disegni - la cifra distintiva di questa collana - che, devo dire, non mi hanno entusiasmato. Di sicuro valore senza alcun dubbio, ma il tratto del disegnatore ospite non mi è piaciuto, le vignette mi sono sembrate troppo "scure", direi quasi "espressioniste" (anche se da profano sto usando questo termine probabilmente a sproposito). Ci vedo una qualche lontana somiglianza con un altro interprete del nostro ranger, Blasco (nemmeno lui amo particolarmente). Mi è piaciuta molto invece la caratterizzazione del viso di Tex, abbastanza giovanile e che mi sembra rifarsi ai primi numeri come modello. Splendida, infine, la copertina!Anche la storia non mi è sembrata delle migliori, soggetto classico e sceneggiatura senza grossi colpi di originalità. Molto bella però l'ambientazione nelle foreste dell'Oregon e notevole la maestria di Nizzi nel saper sfruttare le possibilità che il contesto particolare gli mette a disposizione: la scena di Tex che si lancia lungo lo scivolo per i tronchi è a mio parere la più riuscita dell'albo. Una nota stonata nella parte finale, quando il grande dispiegamento di forze disposto a protezionedella casa dei Patterson si disperde nei boschi e lascia i due capoccioni nella casa sguarnita... insomma, in questa circostanza i due boss non hanno brillato di acume tattico!Infine, ho apprezzato tantissimo la rassegna iniziale dei disegnatori di Tex, scritta con grande competenza e molto interessante!In definitiva, voto 7: storia buona ma senza picchi.

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  18. Il primo, indimenticabile ritorno di Mefisto! L'avventura è divisa, anche temporalmente, in due parti, con un salto di un paio di mesi tra le due. La disperazione di Tex che conclude la prima parte, con il ranger che sprona a sangue il cavallo davanti ai suoi Navajos, in preda all'angoscia dell'idea di aver perso per sempre il figlio e il pard, è davvero uno dei momenti più tragici dell'intera saga. Se vogliamo trovare un difetto, io direi che la prima parte è forse un po' noiosa, con la lunga marcia di avvicinamento di Tex al covo di Mefisto costellata di tanti scontri con gli Hualpai armati di cerbottane che oggi trovo un po' ripetitivi. La seconda parte è secondo me la più bella, ricca di invenzioni e di pathos... ricordo, da bambino, l'angoscia nel vedere Carson e Kit trasformati in rapinatori, e Tex che non arrivava mai a salvarli... Qui vediamo Mefisto assumere la fittizia e geniale identità del dottor Anatas, il lungo inseguimento di Tex e la conclusione tragica nel deserto, con quella vignetta che mi è sempre rimasta impressa nella memoria di bambino, Tiger che colpisce Mefisto il quale precipita da una rupe!Insomma, una storia appassionante, emozionante e che evoca tanti ricordi!

  19. La questione e' interessante... io mi sono trasferito in Germania da pochi mesi, e non ho certo potuto portarmi dietro la collezione completa, che e' rimasta a casa dei miei. Quindi gradirei tantissimo gli albi in formato digitale - non e' la stessa cosa che il formato cartaceo, questo e' certo, ma non avendo altre possibilita' di leggere Tex per mesi... Anche se non l'ho mai fatto, in un certo senso mi sentirei "autorizzato" a scaricare qualche pdf pirata, possedendo comunque gli albi originali. Forse la SBE dovrebbe davvero pensare alla messa in commercio degli albi in formato elettronico, potrebbe anche avere l'effetto di attirare nuovi lettori (ammesso che chi acquista il Tex cartaceo continuera' a farlo, digitale o no...)

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