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Magic Wind

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  1. Adesso, Diablero dice:

    Merita come merita tutto Eastwood, ma non è fra i migliori: riprende il tema di High Plain Drifter (auto-plagio?) ma in maniera meno "feroce", e entrambi i film servono per ripresentare il suo personaggio dello "straniero senza nome" in una maniera adatta per il pubblico americano (da qui i toni biblici).

     

    Piu che altro è una sorta di remake non dichiarato de Il cavaliere della valle solitaria (e si anche un’ulteriore evoluzione del personaggio dello "straniero senza nome", che da fantasma vendicatore assume una dimensione ancora più astratta e metafisica, apparendo come uno dei 4 cavalieri dell'Apocalisse se non quasi come l’incarnazione di Dio in persona).

  2. <span style="color:red">11 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Per quanto riguarda una certa terminologia come Sakem, Manito ecc. le fonti erano sicuramente i romanzi di James Fenimore Cooper 

     

    Oppure quelli di James Oliver Curwood, scrittore a inizio '900 molto in voga e che era pubblicato nella Romantica Sonzogno (anche Hugo Pratt lo mette tra i suoi maggiori ispiratori). Adesso purtroppo è abbastanza dimenticato... 

  3. 58 minuti fa, Piombo Caldo dice:

    Scendiamo in piazza perché pubblichino il Texone con i volti di Wilson

    :old:

     

    Da quello che vedo le modifiche non sono state fatte sulle tavoli originali quindi tecnicamente la cosa sarebbe fattibile (bisognerebbe recuperare tutte le tavole originali, o perlomeno quelle modificate, però).

     

    Le tavole originali, peraltro, hanno già il lettering in italiano quindi deve essersi trattato di una modifica fatta all'ultimo momento.

     

    Comunque anche in Francia L'ultimo ribelle è stato pubblicato con i "braghettoni" di Monti, quindi una versione originale di Wilson di fatto non esiste.

     

     

     

     

    • +1 1
  4. <span style="color:red">10 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    La faccenda del viso di Tex é giusta fino a un certo punto.Se a Wilson veniva antipatica, non mi sembrava la pena di rinunciare a tutta la sua magnifica opera solo per il volto.Lo si poteva lasciare come lo aveva fatto lui,ma forse molti lettori avrebbero protestato( tra l altro Monti é stato anche abbastanza bravo ad imitarlo) 

     

    La faccenda del viso di Tex è gravissima, altrochè. Se non gli garbava come Wilson faceva Tex (gli avranno fatto fare delle prove, suppongo) il Texone allora lo fai disegnare in toto da Monti, senza fare quello scempio.

     

    Tra l'altro, come si vede da queste tavole originali, il Tex di Wilson era perfetto...

    cpHon9VI_0904200800031gpadd.jpgwilson-tex-speciale-no-14-l-ultimo-ribel

    • Grazie (+1) 1
  5. <span style="color:red">13 ore fa</span>, Poe dice:

    Infine una piccola cosa che non mi spiego: perché, quando Tex precipita dalla cascata, viene tagliata la scena eliminando il seguito ben più drammatico di GLB? Tex nell’originale, infatti, viene trascinato sul fondo, fatica a riemergere e stremato dice: “E’ finita!” 

    Niente di grave, ma mi chiedo perché sia stata tolta.

    In generale tutta la scena della caverna e del fiume sotterraneo in GLB è più cupa e coinvolgente.

    Tex-4.jpg  Tex-5.jpg

     

    Quella scena è un cliffhanger, è stata messa lì solo per chiudere la striscia con un momento di suspense per invogliare il lettore all'acquisto della successiva.

  6. Il primo albo, per quanto introduttivo :P, mi è sembrato molto buono.

     

    Finora segue abbastanza lo schema del precedente Un mondo perduto, scazzottata iniziale compresa, anche se il versante di salita del Rainier stavolta è diverso, da ovest (Tacoma) e da non più da est (Yakima). All’epoca in cui sono ambientate le avventure di Tex il Rainier era già stato scalato, anche dal celebre scrittore-naturalista John Muir, e la via normale (cioè la più facile) è la Disappointment Cleaver Route da sud.

     

    Sono probabilmente l’unico lettore di Tex a cui piace molto Un mondo perduto, storia che conosco praticamente a memoria, per quanto si vede che GLB lavorava su un soggetto altrui (il lungo passaggio in cui Steiner spiega i misteri del Rainier non sembra nemmeno scritto da lui, ma assomiglia più a uno dei monologhi del professor Hellingen di Nolitta) e che ha chiuso la storia troppo repentinamente, forse a causa della sopraggiunta morte di Erio Nicolò. Il soggetto a me è sempre sembrato parecchio boselliano, per il gran numero di personaggi coinvolti, l’ambientazione alpinistica e lo sconfinamento molto spinto nella fantascienza.

     

    Rispetto alla storia precedente Boselli opera delle correzioni e delle piccole retcon: giustifica in qualche modo i baffoni di Gros-Jean (Nicolò in realtà aveva proprio disegnato un altro personaggio), sostituisce l’inopinato ponte di legno in mezzo al ghiacciaio da cui precipita l’indiano klamath con uno di ghiaccio (anche qui Monti aveva chiaramente sbagliato a interpretare la sceneggiatura e nessuno aveva corretto), spiega che il regno sotterraneo è illuminato dalle pareti fluorescenti (mentre GLB glissava abbastanza su questo particolare, tanto che non si capiva come i nostri potessero vederci al buio), però cambia anche alcuni particolari: le tute dei ghundar realizzate con i tessuti trovati nella stiva dell’astronave sono sostituite da delle semplici pellicce come nella copertina di Galep, e il professor Steiner viene sfigurato da un’esplosione e non più dalle radiazioni dell’astronave.

     

    Mi pare di aver capito che questa storia costituirà una specie di crossover con l’altra storia fantascientifica di Tex, quella della Valle della luna, e non sono sicuro che la cosa mi piacerà molto.

     

    Bocci per me promosso a pieni voti, ha uno stile molto “pieno”, minuzioso e calligrafico, che è vero un po’ ne penalizza la leggibilità, soprattutto nelle scene d’azione, però nel complesso la sua mi è sembrata una prova sontuosa.

  7. La storia Un mondo perduto (di cui Il mistero del Monte Rainier è il seguito) occupava un albo e mezzo, ma conteneva talmente tanti eventi e situazioni (l’arrivo a Yakima e l’incontro con Gros-Jean, i preparativi per la spedizione, la tappa al villaggio dei klamath, la scalata del ghiacciaio, l’attacco dei ghundar, la scoperta del mondo sotterraneo, la cattura e l’incontro con il professor Steiner, ecc.) che oggi facilmente verrebbe spalmata su 4 o 5.

    Per questo quando leggo “albo introduttivo” storco il naso: una volta non esistevano albi introduttivi, ogni albo, anche se la storia rimaneva da concludere, presentava tantissimi momenti avventurosi e colpi di scena ed era comunque perfettamente fruibile per se stesso, anche perché poteva capitare in mano a un lettore occasionale, e in questo caso magari spingerlo  all’acquisto dell’albo successivo: se a uno, ad esempio, capitava in mano Zagor contro Supermike era spinto dall’incalzare della storia a comprare La settima prova per vedere come andava a finire, se a uno capita in mano il Supermike di Burattini (dove i primi 3 albi finora sono introduttivi) mi sa che fa il ragionamento opposto…

    • +1 3
  8.  

    La storia migliore delle due è quella di Nizzi, il che è tutto dire, visto che sembra una specie di barzelletta, o una presa per i fondelli dei lettori.

     

    In pratica il nostro scrive una storia il cui soggetto potrebbe stare comodamente nel retro di un biglietto del tram, la riempie di scambi di battute spiritosi alternati a pagine mute con gente che cavalca o che sta appostata con il fucile e si inventa la figura del ranchero con 4 figli maschi per reiterare per 4 volte lo stesso identico schema narrativo (Tex che prima distrugge il ranch a uno dei figli, poi la miniera a un altro, poi la banca a un altro ancora…). Quindi scontro finale dove i nostri fanno fuori tutti e via verso nuove avventure. La storia è tutta qui.

     

    Il bello è che nonostante il canovaccio inesistente la sceneggiatura FUNZIONA e alcuni battibecchi tra Tex e Carson sono davvero DIVERTENTI (tempo addietro, mi pare nel thread de La tigre nera, si discuteva di Nizzi come grande autore comico, i tempi giusti secondo me ce li ha). Trovo perfettamente comprensibile perché Nizzi abbia ancora tanti estimatori: trame di nessuna difficoltà leggibili a cervello spento, sceneggiature dal page turning molto veloce e con un certo brio (senza esagerare perché i lettori di Tex sono tutti molto anziani), uso smodato di cliché e situazioni riconoscibili, pards sempre centrali all’azione e dialoghi brillanti. La formula del successo è tutta qui.

     

    Quello che non funziona assolutamente sono gli sgorb… i disegni di Torti. Ora, non capisco davvero come si possano paragonare a Ticci o Fusco, ma per me non sono minimamente presentabili in una testata con il marchio Tex. Graficamente trovo che quest’albo sia uno dei punti più bassi di sempre della serie (Fernandez e Laurenti erano meglio). Se gli scenari sono ancora ancora accettabili, le figure umane, tralasciando gli illustri paragoni di cui sopra, a me hanno ricordato quelle di Bruno Bozzetto in West and Soda. Torti probabilmente non è mai stato arruolabile su Tex, nemmeno al suo livello migliore, e questa storia per me è sicuramente il suo lavoro peggiore.

     

    Velo pietoso anche sulla storiella di Serra, che spreca in un mare di noia e deja vu quello che potenzialmente poteva essere un buon soggetto, realizzando, come sempre, una storia piatta, amorfa, con i protagonisti che potrebbero benissimo essere quelli di qualsiasi altra serie e non cambierebbe nulla. Disegni di Mandanici troppo rigidi e ingessati, non adatti a Tex.

    • +1 1
  9. <span style="color:red">16 ore fa</span>, San Antonio Spurs dice:

    Mi sa che in Bonelli esista un clima da esaurimento scorte di Nizzi, che come sceneggiatore paragonerei all'ultimo Galep, con una sostanziale differenza. Nel caso del maestro creatore c'era riconoscenza per cosa aveva creato; nell'altro insofferenza, ma utilizzo perché è stato pagato, nonostante l'evidente declino. 

     

    Non è che molto più semplicemente pubblicano le storie di Nizzi perchè state consegnate (sceneggiate e disegnate)? :P Sull'evidente declino (che va avanti ormai da una trentina d'anni) siamo d'accordo, ma se al suo posto arrivano Mignacco o Zamberletti mi verrebbe da dire meglio Nizzi (che vedo ha ancora i suoi estimatori, probabilmente perchè nonostante tutto il suo stile rimane comunque molto riconoscibile)

  10. <span style="color:red">4 minuti fa</span>, Angelo1961 dice:

     Serpieri mi piace tantissimo e vorrei vedere un Tex vero disegnato da lui. Ma, appunto, un Tex vero, non quella presa per i fondelli del cartonato che, secondo me, è solamente un adattamento a Tex di qualcosa che Serpieri aveva già quasi pronto.

     

    Se togli Tex quella storia non funziona. L'eroe e la leggenda è una storia su Tex o, meglio, sul suo mito. Poi ognuno è libero di gradire o meno. Io ho gradito moltissimo. 

  11. <span style="color:red">13 minuti fa</span>, cuervojones dice:

    Ho recuperato recentemente il dvd di "Sfida a White Buffalo", che dovrebbe in parte aver ispirato Nizzi... non vedo l'ora di vederlo... l'altra fonte di ispirazione è certamente il romanzo Moby Dick come molti hanno sottolineato prima di me...

     

    Moby Dick ha ispirato Sfida a White Buffalo, e Nizzi ha copiat... si è "ispirato" a quest'ultimo.

    • Haha (0) 2
  12. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Diablorojo82 dice:

    Avrei gradito un maggior approfondimento sul "profeta" 

     

    Quella del "profeta" sobillatore di rivolte è una figura che Nolitta ha usato sia su Zagor (Mohican Jack) che su Mister No (Il profeta). Evidentemente era un argomento che gli stava a cuore.

    • +1 1
  13. <span style="color:red">59 minuti fa</span>, gilas2 dice:

    Nella versione statunitense de "Il buono il brutto il cattivo" (e quindi non si venga a dire che non è prodotto italiano, trattandosi del più noto film western italiano DEL MONDO ed uno dei più famosi film in assoluto di tutti i tempi insieme al Padrino, Shawshank Redemption e Guerre Stellari) tutto quello che nella versione italiana è stato definito 'cacciatori di taglie', nella versione americana è stato sempre 'bounty hunters' (a partire dalla scena in cui Tuco ne fa fuori tre dalla vasca da bagno).

    Volevate un esempio, più famoso di così...


    https://en.wikipedia.org/wiki/The_Good,_the_Bad_and_the_Ugly

     

     

    Io veramente chiedevo l'esempio opposto: un film western, in italiano,  dove anzichè 'bounty killer' o 'cacciatore di taglie' si utilizza il termine 'bounty hunter'.

    Nei film di Leone nell'originale doppiaggio italiano si usa proprio la definizione 'bounty killer' (non escludo sia stato proprio Leone a 'sdoganare' l'espressione in italiano)

  14. Come sarebbe che nel gergo americano Bounty Killer non esisterebbe? 

     

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    E in ogni caso io parlavo di "lessico cinematografico / fumettistico" italiano. In Italiano si è sempre usato Bounty Killer, non Bounty Hunter. Ne Il mucchio selvaggio nel doppiaggio italiano Bounty Hunter viene tradotto con Bounty Killer. Trovami un film o un fumetto in italiano, a parte Tex, dove si usa Bounty Hunter...

  15. <span style="color:red">1 ora fa</span>, gilas2 dice:

     

    Nel gergo americano la dicitura corrente è "bounty hunter" (non "bounty killer"), e che si traduce proprio, letteralmente, in "Cacciatori di taglie". 
    L'oggetto della 'caccia' (hunt) è il premio/taglia (bounty, o negli avvisi anche 'reward'), per chi riporti o consegni all'autorità il fuggitivo (wanted), preferibilmente vivo ma in casi estremi anche morto (dead or alive).

     

    In quale film o fumetto western si è mai sentito chiamare BOUNTY HUNTER un cacciatore di taglie? Nel gergo italiano, ma anche in quello americano, il termine che è "entrato" è BOUNTY KILLER 

     

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  16. Volume molto bello, soprattutto per i disegni di Rotundo - al netto della copertina, che per me gli è riuscita male, con quel Tex che sembra rachitico - che adotta realmente una riuscita impostazione della tavola "alla francese" (lui per quel mercato ci ha lavorato parecchio) e poi si fa da solo anche tutta la colorazione.

    Graficamente, un albo ineccepibile.

     

    La storia di Ruju sarebbe più che buona, con una bella aria da spaghetti-western e la teatralità della scommessa dei 4 bounty killers*;  dico “sarebbe” perché il finale con Tex che dopo settimane di marcia nel deserto arriva a scagionare l’innocente mentre questo ha già il cappio al collo è il classico “salvataggio finale all’ultimo secondo” di Ruju che fa accrescere il climax della storia quanto in maniera inversamente proporzionale ne inficia la plausibilità.

     

    * vorrei davvero capire perché su Tex viene utilizzata la brutta definizione BOUNTY HUNTER anziché la più efficace BOUNTY KILLER, che è quella usata da sempre nel lessico cinematografico / fumettistico italiano, oltreché in questo caso quella filologicamente più corretta,visto che i 4 cacciatori di taglie vogliono uccidere il ricercato e non consegnarlo all’autorità giudiziaria.

     

    Piccola curiosità: nelle bio finali viene riportato che Rotundo ha lavorato agli storyboard del film Crusades di Verhoeven, ma quel film non è mai stato realizzato (ciò non toglie che magari Rotundo possa averci lavorato lo stesso in fase di pre-produzione).

  17. Questa storia non è affatto male. Ruju stavolta mi è sembrato decisamente sul pezzo.

     

    E’ un racconto che recupera lo schema narrativo dei suoi lavori più riusciti, quel “Tex-noir” con cui aveva esordito sulla serie, inquadrando il personaggio da una propria personale e originale angolazione. Il Tenente Lagarde, il co-protagonista di questa storia, ricorda infatti altri personaggi tormentati e perseguitati dal passato come il ranger Jack Loman, il bandito redento Guillermo Blanco o il meticcio Makua.

     

    Altro aspetto positivo, che avevo già sottolineato riguardo al primo albo: il modo corretto con cui Ruju fa muovere la coppia Tex - Carson. Per due albi vivaddio non ho letto il vecchio cammello lamentarsi che ha freddo, che ha fame o che gli fanno male i piedi.

     

    Buona la struttura della storia che scorre su diversi binari paralleli che si incrociano sul finale. E’ un metodo narrativo che non fa calare la suspense.

     

    Le criticità della storia sono in certe scorciatoie un po’ facili (tipo Carson che si fa scappare Big Frank, cosa che può starci ma che magari bisognava costruire in maniera più credibile) e nel tempismo con cui tutti gli eventi alla fine si incastrano perfettamente tra di loro. Intendiamoci, l’arrivano i nostri è un classico della narrativa avventurosa ma Ruju tende un po’ ad abusare dei salvataggi dell’ultimo secondo, che fanno sicuramente spettacolo, ma anche alzare pericolosamente la soglia della sospensione dell’incredulità.

     

    Il bianco e nero potente ed espressivo del Maestro Font è perfetto per una storia del genere, sia nella rappresentazione degli ambienti, che nel caratterizzare i personaggi, anche se nel finale ho notato qualche tavola un po’ “tirata via” (forse anche lui, come Venturi, ha dovuto consegnare in fretta?).

    • +1 4
  18. <span style="color:red">17 ore fa</span>, Jeff_Weber dice:

    Ai tempi di Lazarus Ledd, in effetti Bocci è molto più "arioso", 

     

    Probabilmente su Lazarus Ledd lo pagavano di meno che su Tex, e quindi doveva consegnare di più. :P Battute a parte e premesso che a me Bocci piace molto, concordo sul fatto che certi disegnatori stanno esagerando col "virtuosismo". Oltre ad "appensantire" delle tavole che comunque sono disposte in rigida gabbia bonelliana, quindi già di per sè poco ariose (sarebbe diverso il discorso per gli album alla francese), per me è anche fatica sprecata: la gran parte dei dettagli va persa con la riduzione della tavola per la stampa (basta confrontare una tavola originale con una pubblicata). Se poi ci aggiungiamo che certi albi ultimamente sono pure stampati male (mi ricordo il Deadwood Dick di Frisenda, ad esempio)... 

  19. Il 13/3/2024 at 06:48, Diablero dice:

    Articolo che mi ha fatto un po'... girare le scatole.

     

    Non per l'articolo in sé, che anzi mi segnala una cosa che non avevo notato, ma appunto per quello che segnala: la sistematica SOSTITUZIONE di copertine di Villa alle copertina "classiche" di Galep... 

     

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    E lo fanno persino quando si ristampano le storie classiche dello stesso Galep!

     

    04%20Montales.jpg

     

    Che senso ha?

     

    Villa è un bravissimo copertinista e siamo stati fortunati a trovare un simile sostituto per Galep, ma la sostituzione ha una DATA PRECISA: il momento in cui le storie iniziano ad uscire in prima edizione con le sue copertine! Quindi va benissimo la copertina di Villa per "il Passato di Carson", ma che senso ha usare la sua copertina per "Montales" che raccoglie tutte storie disegnate da Galep?

     

    la nuova direzione della Bonelli è convinta che i bambini che stanno comprando Tex a frotte si trovino spiazzati a vedere una "strana" copertina di un certo Galep al posto di una di Villa?

     

    O si sono tanto fissati sull'idea dell'avere "una immagine unica" di Tex che vogliono cancellare le vecchie copertine di Galep, non abbastanza "moderne"?

     

    O forse, più semplicemente... sperano che i lettori che hanno già quelle storie si ingannino e ricomprino lo stesso volume con una copertina diversa?  :lol:

     

    Bah, comunque, contentissimo di avere quelle storie in originale, con le storie originali. per le ristampe mi compro l'anastatica settimanale, pur con i suoi errori mi dà molta più fiducia di questa direzione Bonelli...

     

     

     

    Senza contare che le copertine di Galep per quanto più "vintage" sono molto più evocative di quelle di Villa scelte per rimpiazzarle.

    Proprio la settimana scorso ho comprato uno di questi tomi da regalare a mio nipote di 11 anni per "iniziarlo" a Tex (ci sono già riuscito con Zagor): ero indeciso tra quello che raccoglie L'idolo di smeraldo e La maschera di ferro e quello con Diablero e Il fiore della morte. Il primo non aveva la cover originale ma quella di Villa, qundi ho scelto il secondo.

    • +1 1
  20. 28 minuti fa, Hellingen dice:

    Hai fatto una scelta rispettabilissima sia chiaro ma forse un po' particolare.

    Si dice che quella copertina sia un montaggio dato che Magnus non fece in tempo a realizzarla come avrebbe voluto. Non so se è vero, forse qualcuno può confermare. 

     

    La copertina originariamente pensata da Magnus doveva essere questa... 

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