E' questa:
Zagor nn. 271-272-273 del 1988
Zagor e Ramath affrontano un monaco tibetano che si è portato appresso uno yeti dall'Himalaya. Alla fine della storia il monaco viene sconfitto, ma lo yeti rimane in Nordamerica, dove darà vita alla leggenda dello sasquatch (modifica voluta da Sclavi, che allora curava la serie).
Dubito fortemente che Moreno non sia riuscito a incastrare anche la storia di Toninelli in quella sua sullo sasquatch nolittiano (è riuscito perfino a incastrare nella sua storia di Supermike quella di Castelli)
Burattini (dal blog di Baltorr):
Ricordo anch’io con piacere la storia toninelliana dello Yeti, e la soluzione finale trovata da Sclavi (all’epoca assistente di Decio Canzio, in redazione, nella cura editoriale di Zagor). Sullo “Speciale Zagor” della fanzine “Collezionare”, Toninelli dichiara: “La versione originale della mia storia sullo Yeti prevedeva che alla fine il mostro venisse fatto tornare in Tibet insieme a Ramath. Invece Sclavi mi ha consigliato di fare una sorta di aggancio con la leggenda del Sasquatch, spiegando cioè con la mia avventura la presenza di questo misterioso uomo dei boschi nelle foreste americane. Sclavi mi ha telefonato e mi ha detto: - Ma che cavolo fai? Rimandi lo Yeti sull'Himalaya? Io mi aspettavo che rimanesse in America! - E così il finale l'ha riscritto direttamente lui”. E si vede, dato che nell’ultima vignetta si nota come Sclavi abbia fatto ricorso a una delle sue abituali “citazioni” multimediali, suggerendo al disegnatore Torricelli di riprodurre un fotogramma di un celebre filmato sul Sasquatch realizzato da un cineamatore (e noto a tutti i cultori dell’insolito e del misterioso). Quindi, se lo Yeti tornerà saremo obbligati a farlo tornare sottoforma di Sasquatch.