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Magic Wind

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Messaggi pubblicato da Magic Wind

  1. <span style="color:red">16 ore fa</span>, ymalpas dice:

    Invece ne "Il figlio di mefisto" tutto non ruotava intorno alla figura di Yama? 

     

    Ruotava intorno a Yama e a come i pards riescono a sconfiggerlo pur avendo egli poteri infinitamente più grandi dei loro, ma non ruotava intorno alla sua morte (infatti la storia si conclude con lui alla deriva su una nave in un mare in tempesta, più finale aperto di questo…).

    Il giuramento, invece, è una storia di vendetta (non poi così usuali in Tex) e le storie di vendetta di norma si concludono con la morte degli antagonisti, solo in questo modo si può creare l’effetto catarsi. Difatti i villain de Il giuramento non hanno la statura da super-cattivo di Yama o Mefisto, ma sono solo dei viscidi trafficanti. Non solo loro, infatti, il fulcro della storia - com’è Yama ne Il figlio di Mefisto - ma la vendetta di Tex, e di conseguenza la loro morte.

     

    Tu potresti obiettare che anche di sto Higgins non viene mostrata la morte, ma in realtà Tex lo lascia peggio che morto, massacrato di botte e senz’acqua in mezzo al deserto. E’ una scena fortissima: GLB - per ragioni narrative talmente ovvie che non sto a spiegare - non poteva fare vedere Tex che sparava a sangue freddo a chi aveva portato il vaiolo tra i navajos, come si sarebbe meritato, e quindi usa questo stratagemma. E’ un modo per sottolineare che Higgins è morto e Tex si è vendicato, non per lasciare una porta aperta a futuri sviluppi, allo stesso modo che la conclusione di Massacro! è una sottolineatura della morte di Fraser, non un finale aperto*.

     

    * GLB che seguiva le leggi dell’avventura e non quelle dell’etologia ignorava, o preferiva ignorare, che i lupi in realtà non attaccano gli esseri umani, quindi un nuovo soggettista potrebbe benissimo andare a ripescare il personaggio (speriamo Frediani non mi legga), in questo modo però non realizzerebbe un seguito di quell’avventura ma bensì una storia che ne smentisce l’assunto.

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  2. <span style="color:red">4 ore fa</span>, ymalpas dice:

     

    Forse sono solo persone che hanno una visione diversa dalla tua e che leggono il fumetto Tex senza troppe "contorsioni mentali", per riprendere il tuo stesso termine. Dire che il capolavoro di GLB sia addirittura intaccato da questa storia sono quel tipo di frasi che fanno sorridere invece me, altro che le elucubrazioni mentali dei "fans adoranti" stesi ai piedi di Mauro Boselli nel loro salah quotidiano che immagini solo tu nella tua testa.

     

     

    img-veliero.jpg

     

    Siamo nel giugno 1971. Episodio "Il veliero maledetto" conclusione della storia che è probabilmente con "In nome della legge" la più bella mai scritta da GLB.

     

    Il veliero di Yama. con le vele lacerate al vento, guidato da poteri soprannaturali, va incontro al suo destino nella tempesta che infuria.

     

    "Quel che conta ormai è che non sentiremo mai più parlare di Yama ne di questa incredibile vicenda". Dice Tex.

     

    Conclusione epica, fenomenale, che eguaglia l'incipit, per me.

     

    GLB si è liberato di Yama come del padre, tutti e due all'inferno! Per lui allora Yama è morto, se leggi quelle due pagine non c'è "contorsione mentale" che tenga.

     

    E invece no.

     

    Qualche anno dopo, numero 162, "Il ritorno di Yama", GLB dà una conclusione diversa, in perfetta antitesi al finale della sua storia capolavoro. La riscrive: Yama è vivo e anche Loa!

     

    Ma come?

     

    C'era anche il teschio (vedi immagine), insomma, che è una presa in giro? Yama è morto, non scherziamo, Gianluigi, così mi rovini la storia precedente! 

     

    E così fu! A GLB serviva Yama per una nuova storia, ebbe un ripensamento, e scrisse non una ma ben due storie con lo sfigatissimo figlio di Mefisto. I lettori di allora gridarono allo scandalo per quest'operazione che è dello stesso tipo che ha fatto Boselli con Higgins?

     

    Ho mai letto io "il ritorno di Yama" come un tradimento?

     

    Mai.

     

    Paragone che non sta molto in piedi: Yama è il classico 'super-cattivo', uno di quei personaggi negativi e ricorrenti - come può essere anche la Tigre nera nella storia di questo mese - che anche se muoiono alla fine di una storia si sa già che prima o poi torneranno e il bello anzi è proprio vedere come l’autore riesce a farli tornare.

    Storie come Il giuramento (o anche Massacro! o Una campana per Lucero o El Muerto) presentano invece dei cattivi molto diversi e loro non li puoi fare ritornare perché la loro morte è proprio il fulcro della storia, è intorno a quella che viene costruito tutto il pathos e la tensione drammatica, quindi sono storie che come vai a rimaneggiarle fai solo danni.

    Se su Zagor uno mi fa ritornare Hellingen mi fa solo che contento, anche se è morto alla fine della storia precedente, se invece mi fa ritornare Capitan Serpente mi incazzo come una iena...

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  3. Non capisco la 'retromania' che ultimamente pare avere contagiato gli autori di Tex: quasi ogni storia sembra dovere essere - tutta o parzialmente - retrospettiva o avere comunque qualche aggancio con personaggi o avventure del passato. Calo di ispirazione - per cui andare ad attingere a quanto già scritto è più semplice - o una precisa linea editoriale? In questo secondo caso, essendoci già la 'Tex Willer' che racconta gli episodi del passato dei nostri, preferirei di gran lunga che nella regolare venissero messe in scena vicende del 'presente'.

     

    Detto questo, la storia mi è piaciuta parecchio e l’esordio di Giusfredi sulla regolare mi è sembrato molto positivo, ben più di quello dell’altra 'matricola' di quest’anno (Burattini).

    Il canovaccio, tutto sommato, è abbastanza semplice ma la sceneggiatura è avvincente e la narrazione procede spedita in un susseguirsi di cambi di scenario e colpi di scena, con una costruzione delle scene affatto banale – la grande espressività dei personaggi del Maestro Font ovviamente è un valore aggiunto mica da poco. 

    Devo ancora leggere le 2 storie di Giusfredi per i cartonati alla francese ma sotto l’aspetto dello storytelling direi che è decisamente promosso.

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  4. Da qualunque lato la si guardi, mi pare una storia proprio sbagliata. Sotto l’aspetto 'concettuale' non può ovviamente non sollevare inquietanti interrogativi - per quale malintesa idea di 'omaggio' andare a mettere le mani su una delle avventure più mitiche di Tex per rivelare che questi aveva fallito nella sua tremenda vendetta lasciando vivo e libero di fare danni uno degli assassini della moglie? (avrei ancora potuto capire fosse stato quello a cui aveva lasciato la borraccia d’acqua, ma l’altro?) - mentre dal lato sostanziale risulta verbosa e ridondante, con uno sviluppo piatto e insapore e un pathos praticamente inesistente, tanto più se confrontato con quello de Il giuramento. Questo secondo aspetto per me è di gran lunga il peggiore perché se la storia fosse stata memorabile sarei passato sopra al primo punto, ma purtroppo non è questo il caso.

    Tra le altre cose i dialoghi tra i 2 Kit fanno venire il latte alle ginocchia (sarebbe da capire quando di preciso sia stata ufficializzata la rappresentazione di Carson come vecchia comare che pensa solo a mangiare e dormire) mentre alcuni passaggi di Tex (“Con lui non avrei commesso due volte lo stesso errore”) fanno venire i brividi.

     

    In generale, mi pare che ultimamente ci sia un abuso di ritorni, recuperi, riapparizioni e resurrezioni di personaggi delle storie classiche, spesso loro malgrado protagonisti di avventure fiacche e decisamente poco riuscite (Lupe, Tesah, Manuela Montoya…). Personalmente auspico una ripresa di avventure più prettamente western (magari con solo Tex e Carson, che per me rimane la combinazione più efficace).

     

    I disegni di Villa mi sembrano siano stati penalizzati non poco dalla colorazione troppo pesante (a meno che non sia un difetto del mio albo) e mi piacerebbe recuperarli nell'edizione in b/n (cosa che, vista la levatura della storia, non ho la minima intenzione di fare).

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  5. Bruttissima notizia, Garcia Seijas era uno dei miei artisti preferiti in assoluto :(

     

    Lo scoprii su LancioStory e Skorpio negli anni ottanta e fui davvero contento quando fu "arruolato" su Tex (e mi incazzai non poco quando il suo Texone fu tenuto in stand-by per parecchi anni, ricordo che scrissi anche una lettera a Sergio Bonelli perorandone la pubblicazione), anche se purtroppo il Far West texiano non gli consentiva di esprimere una delle sue qualità grafiche migliori, il ritratto dei personaggi femminili

  6. Storia nel complesso molto buona per me. Prolissa e verbosa, sicuramente, ma mai noiosa.

    Devo dire, anzi, che gli ultimi numeri mi hanno parecchio appassionato, tanto che li ho quasi divorati, cosa che non mi capitava da tempo.

     

    A essere onesti ne avevo sentito parlare male e temevo che Boselli avesse orchestrato con Mefisto e Yama qualcosa di simile a quanto fatto su Dampyr con personaggi come Nergal e Lord Marsden, con i loro mondi infernali sovraccaricati da un’infinità di cavilli e alleanze e loro che vengono regolarmente sconfitti con stratagemmi sempre più improbabili pur di far continuare la storyline; invece l’aspetto soprannaturale viene tenuto abbastanza sullo sfondo e tutta la vicenda è strutturata come una lunga partita a scacchi tra Tex e i Dickart, con entrambe le parti che tentano di prevedere e anticipare le mosse dell’altra, in un crescendo notevole.

    E’ un mood che a me piace molto e  che può apparire noioso solo a una lettura superficiale (oppure essendo abituato al Boselli su Dampyr questa eptalogia in confronto va giù liscia come bere un bicchier d’acqua :P ) ed è un tipo di narrazione che usava anche GLB (es. Gli scorridori del Rio Grande).

    L’unica cosa che mi è sembrata in tutto e per tutto “dampyriana” è la conclusione, con quel controfinale illusorio e il conseguente esilio di Mefisto in un Aldilà che assomiglia molto al mondo dei Maestri della notte.

     

    Bene i disegni, Civitelli più espressivo nel far recitare i personaggi, i Cestaro più efficaci nelle scene d’atmosfera, anche se il virtuosismo di entrambi viene giocoforza penalizzato dalla rigida gabbia bonelliana adottata.

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  7. Riprendo la lettura di Tex dopo un paio d’anni di pausa (niente di personale contro il ranger, ho solo staccato un po’ coi fumetti) e quale migliore occasione della storia dell’Avvocato Monni? :P

     

    Facendo innanzitutto i complimenti a Carlo :Ave:, devo dire che per adesso non mi sta entusiasmando. Da un lato sono abbastanza allergico a questi ritorni dopo decenni di personaggi ormai cristallizzati nella memoria dei lettori, da un lato quando li scrive mi pare che Boselli (s)cada sempre un po’ nel feuilleton.

     

    La sceneggiatura peraltro mi pare penalizzata in più parti da dialoghi artefatti e posticci e da personaggi che si parlano addosso, con la conseguenza di risultare spesso verbosa e poco scorrevole. Comunque, come si suol dire, attendiamo fiduciosi il secondo albo.

     

    Capitolo disegni: Laurenti è sempre stato uno dei miei bonelliani preferiti con le sue linee morbide e il suo tratteggio elegante. Qui mi trovo davanti quasi un altro disegnatore, dal tratto spesso e spigoloso e dalle fisionomie poco curate (quando l’espressività dei suoi personaggi, soprattutto femminili, era invece il suo punto di forza). Non so se sia un’evoluzione stilistica o se stia semplicemente “tirando via” ma lo preferivo di gran lunga prima.

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  8. Primo albo passabile ma poco più, secondo me. Vi ho trovato peraltro sinistre analogie con la prima prova di Faraci, con il medesimo approccio a Tex: trama minimale basata su banditi & inseguimenti, sceneggiatura fin troppo veloce per la cui lettura è sufficiente una bassa soglia di attenzione, sparatorie infinite e cattivi bidimensionali da "spaghetti western". Mi è sembrato anche un passo indietro rispetto alle storie che Rauch scrive(va) per Zagor, che pur mantenendo sempre uno standard non più che medio (tranne la serie con Ylenia Varga, che era ottima), mi sembravano però più strutturate e soprattutto con dei personaggi meglio caratterizzati. Per di più il piano di evasione mi è sembrato macchinoso e implausibile come pochi. Prisco onestamente mi piaceva di più su Zagor.

  9. Leggere un fumetto disegnato da Diso per me è come reincontrare un vecchio amico (è lo stesso effetto che mi faceva Ferri, e che mi fa Ticci) e quando ritrovo il suo segno peculiare e inconfondibile io sono sempre contento.

    Detto ciò, questioni affettive a parte, non si può negare che nelle sue tavole, a 86 anni suonati, vi sia oggettivamente un vistoso calo, ma per me il disegnatore romano è ancora efficace: nonostante alcune (poche) vignette venute proprio male e nonostante la sua pennellata abbia perso in precisione e fluidità il suo storytelling è sempre pulito ed efficace. Se questa storia si legge piacevolmente per me è merito anche della parte grafica che non si perde in inutili orpelli e preziosismi (come ormai fanno tanti disegnatori di Tex ) ma punta dritta al sodo, mettendosi al servizio del racconto. Peccato solo che alcuni visi di Tex siano stati rifatti (male) dalla redazione, che inoltre deve avergli detto di disegnare Tex sempre con il cappello visto non se lo toglie nemmeno al saloon.

     

    La storia mi è sembrata ispirata al film western ‘Stringi i denti e vai’,  però a differenza del film tralascia l’introspezione psicologica a favore della pura azione, il che ovviamente non è un problema. Ruju giostra la trama da diversi angolazioni ma per me alla fine si incarta: se il killer è l’ex-cacciatore di taglie chi ha ucciso marito e moglie del trading post? E’ se è stato lui chi li ha seppelliti? E l’indiano quindi era o non era suo complice? E’ solo una mia impressione o in questa storia la coerenza narrativa è andata a farsi benedire e ci sono buchi logici grandi come crateri?

  10. On 26/3/2018 at 17:03, kento dice:

    Diso per me è un grande

     

    Anche per me, e anche se sarò uno dei pochi auspico di continuarlo a vederlo su Tex ancora a lungo, anche se inevitabilmente il suo tratto non è più quello di un tempo (ma considerata l'età si mantiene ancora su livelli dignitosissimi).

  11. On 7/1/2018 at 18:59, paco ordonez dice:

    Ah, l'ultima chicca: il Tex cecchino che ammazza a sangue freddo e a distanza di sicurezza. 

     

    Se dovessi scegliere un’unica sequenza paradigmatica dell’imbarazzante excursus faraciano sul Ranger questa sarebbe sicuramente una delle più papabili.

    Nizzi metteva in ridicolo Tex svilendone le capacità eroiche.

    Faraci riesce a fare di peggio: lo mette in ridicolo esaltandole.

  12. On 13/11/2017 at 11:01, Ulzana dice:

    Per Letizia: gli albi devono essere in una, due o tre parti per motivi editoriali ed è inevitabile. Una volta si spezzettava perché si poteva 

     

    Se ‘spezzettavano’ una volta che c’erano 5 disegnatori in croce (quindi se uno tardava con le consegne magari non avevano nemmeno un'altra storia pronta) a maggior ragione potrebbero farlo adesso che ne hanno al lavoro 30 contemporaneamente, no?

    Per me quella della suddivisione delle storie in multipli di 110 pagine è stata senza meno una scelte editoriali meno azzeccate mai prese su Tex, e so che pure Sergio Bonelli era di questa idea...

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  13. Ci ha lasciati il 5 di novembre Renzo Calegari, uno dei grandi illustratori western italiani, il cui cammino professionale si è incrociato anche con quello di Tex, con la bellissima storia La ballata di Zeke Colter pubblicata nel primo Almanacco del West nel lontano 1994.

    Nella sua carriera anche diverse collaborazioni con GL Bonelli  (El Kid, I tre Bill, Big Davy), la Storia del West di Gino D’Antonio, di cui fu co-ideatore e che lasciò per abbracciare la carriera politica, Welcome to Springville con Giancarlo Berardi (con cui collaborò anche a Ken Parker), le serie Boone e Gente di frontiera per Il Giornalino, l’one-shot Bandidos ancora con D’Antonio sempre per Bonelli.

     

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  14. A me non ha entusiasmato.

    Una lettura sicuramente scorrevole, come quasi tutto quello che scrive Ruju, ma non vi ho trovato il pathos delle sue prime storie per Tex. I personaggi sono ben caratterizzati, non ci sono sbavature, ma la storia per me finora non decolla, sperando ovviamente di essere smentito dalla seconda parte.

    Altra nota dolente: Filippucci mi pare registrare una bella involuzione rispetto al suo Texone. Quanto in quello sfoggiava una bellissima ligne claire quanto qui ci dà dentro con i neri e con moltitudini di segnetti, con la conseguenza che lo storytelling è diventato molto meno dinamico e il volto di Tex sempre più incartapecorito. In certe vignette, anzi, è proprio inguardabile (specie quando è senza cappello).

  15. Nel mazzo delle carte di gioco di Tex la donna di cuori è Lupe, mentre Lilyth quella di quadri = ennesima riprova di quanto Boselli sia scientemente stravolgendo Tex e il suo mondo.

     

    Tutto ciò strillato in toni serissimi tra l’apocalittico e lo scandalizzato.

     

    Siamo ben oltre i livelli di quell’altro tizio che basava la filosofia di Tex sul gioco Clementoni, eh…

  16. <span style="color:red;">29 minuti fa</span>, Texan dice:

    Tex è nato sulla scia di Tom Mix e Ken Maynard... ma quali indiani!! Lilyth, Freccia Rossa, i Navajos sono stati tutti escamotages per piazzare Tex al centro del West, tra bianchi e indiani.... senza che ciò mettesse minimamente in discussione, come si farà più tardi in maniera sempre più spinta, l'identità di Tex quale cowboy, westerner, ranger...

     

    …e capo bianco dei navajos. Chissà perché, questa te la dimentichi.

    Come tu stesso stai chiaramente dimostrando estrapoli da Tex – che sia un passo di un’intervista a GLB o la pubblicità del gioco Clementoni – solo ciò che ti torna comodo e collima con le tue idee destrorse e reazionarie. Non so se la tua sia la classica tattica da forum stantia e che lascia il tempo che trova oppure tu creda veramente alle baggianate che scrivi. In quest’ultimo caso non vorrei darti una delusione spaziale ma guarda che il Tex fiero cowboy che combatte gli indiani è una tua invenzione ed esiste solo nella tua mente.     

  17. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, Texan dice:

     

    Che c'entrano gli indiani con i neri? Io ti dico mele e tu mi rispondi pere. A Mark Twain stavano simpatici i neri, ma odiava gli indiani, lo sai?

     

    Mark Twain può darsi, GL Bonelli no di certo. Per lui non ci sono mai state mele e pere. Uno dei suoi grandi meriti, anzi, è stato proprio quello di insegnare tramite un fumetto western che bianchi, rossi, gialli o neri gli uomini sono tutti uguali; ma che per difendere i deboli e raddrizzare i torti Tex non guardi al colore della pelle (anzi GL aveva pure capito benissimo, e come detto in largo anticipo su Hollywood, che nel Far West i deboli erano soprattutto gli indiani) è una cosa che qualsiasi lettore di Tex dà per assodata e anche tu se sei un lettore di vecchia data lo dovresti sapere benissimo (leggendo i tuoi interventi infatti il dubbio è che tu abbia letto Tex molto a spot e ci abbia recepito solo quello che ti ha fatto comodo e che collima con le tue idee)

    Andiamo a ripetizione, su…

    tex%2Btra%2Bdue%2Bbandiere.jpg

    • +1 3
  18. 12 ore fa, Texan dice:

     

    Quelli erano gli anni "caldi" dell'antirazzismo e dov'era Tex? Dov'era Tex nel '69?? Che cosa scriveva GL Bonelli mentre si parlava di diritti ai neri?

     

    Nel maggio '68 Tex si limitava semplicemente a uscire con questa cosetta qui:

    tex0091.jpg

    Hai presente l'inizio con i soldati che attaccano all'alba il campo indiano prottetto dalla bandiera americana (roba che anticipa celebri western antirazzisti come Piccolo Grande Uomo e Soldato blu)?

    Ecco, adesso fai un giochino mentale: sostituisci gli Utes con gli ex-schiavi. Tex è DA SEMPRE schierato in difesa della minoranze oppresse. 

    • +1 3
  19. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Ulzana dice:

    Interessantissima tabella postata dall'amico Sandro che dimostra in maniera inequivocabile come gli aumenti ci siano sempre stati. E' inevitabile che ciò accada e basta confrontare anche prodotti diversi tra loro per rendercene conto. Quanto costava una Coca Cola nel 1977? E oggi?

     

    Occhio però che il potere d’acquisto degli acquirenti non aumenta (più) di pari passo con gli aumenti dei giornaletti, o della coca cola. Gli aumenti dei prezzi di Tex evidenziati nella tabella postata da ymalpas fino a qualche anno fa coincidevano più o meno anche con l'aumento delle possibilità economiche di chi lo comprava. Da anni non è più così: Tex è aumentato del 60 % (da 2,30 a 3,50 €) in 15 anni, mentre gli stipendi sono rimasti pressoché invariati.  Anche questo può spiegare in parte il calo delle vendite.

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  20. Anche se il Tex di GLB non è mai stato un giustizialista come certi lettori pretenderebbero e anzi ha più volte lasciato dopo una bella spazzolata i pesci piccoli liberi di andare di farsi impiccare altrove non so se

     

    fare fuggire un sicario a pagamento pluriomicida insieme a un bambino orfano dei genitori che lui ha ucciso

     

    sia un comportamento che quel Tex avrebbe mai tenuto. Io nutro forti dubbi.

     

    Se la storia fosse bella magari ci si potrebbe anche passare sopra, invece a fronte di un primo albo fluido e scorrevole, al netto della totale passività e quasi estraneità dei personaggi principali - da notare, infatti, che le parti che funzionano meglio in questa storia sono proprio quelle senza i pards, quando entrano in scena Tex e Carson la storia cala di tono - questa seconda parte tutta di gente che insegue e tende agguati ad altra gente è involuta e scritta con un manierismo stile Nizzi ultimo periodo.

     

    Nel complesso storia per me bocciata.

  21. <span style="color:red;">4 ore fa</span>, San Antonio Spurs dice:

    Se non ho avuto le traveggole, il numero 676 è atipico perché nessuno dei "nostri" spara un solo colpo e Tex si limita ad uno sganassone. Se non è una prima volta, che i "nostri" sono così poco fisici è una rarità.

     

    Nel n. 664 (Partita pericolosa) mi pare succedesse pure di peggio: gli unici colpi sparati da nostri erano contro i “buoni” della storia (cioè gli utes)...

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