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corvo59

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  1. l'apoteosi della prospettiva, accidenti!!
  2. corvo59

    Interviste Agli Autori

    da ARCHIVIO EPOCA D'ORO intervista a Sergio Bonelli Se Gianluigi Bonelli è il pap? di Tex, Sergio che di Gianluigi è figlio, è anche un po' ?fratello? di Aquila della Notte. Ma Sergio Bonelli, classe 1932, di Tex è soprattutto l'editore, a capo di una casa editrice che ogni mese sforna milioni di albi a fumetti: da Tex a Zagor, da Mister No a Martin Myst?re, da Dylan Dog a Nathan Never. Oggi arriva in edicola il nuovo ?Texone?, l'albo gigante che ogni anno viene affidato a un autore, un disegnatore solitamente esterno al tradizionale staff della Bonelli. E questa volta tocca al grande Magnus, scomparso recentemente, con un albo attesissimo, anche per il lungo periodo (quasi sette anni) che il disegnatore ci ha messo a completarlo. Ne è venuta fuori un'opera di grande rigore documentario e di grandissima raffinatezza grafica, una serie di tavole minuziose, affascinanti ed emozionanti. Sergio Bonelli, quando le è nata la passione per il West? La mia è una passione per l'avventura in generale, non solo per il West. Parte dalle letture, dai giornali e dai libri che mio padre mi portava a casa. Anche dai film che mi portava a vedere, come I lancieri del Bengala, La gloriosa avventura. Lui stesso mi spingeva alle sue letture, che erano Le miniere di Re Salomone o la famosa Collezione rossa di Sonzogno, con autori come London, Curnwood, Conrad. Mio padre era molto appassionato dei personaggi di capa e spada alla Primula Rossa, mentre io mi appassionavo di più a narratori come Zane Grey. La passione per il West è maturata in seguito, negli anni Cinquanta, quando la sua esplosione surclassè k?avventura di tipo coloniale. Allora ero totalmente digiuno di cose western, ma a poco a poco mi sono documentato, sulle riviste americane che a Milano erano contese nelle due uniche librerie in cui arrivavano. Una era in Piazze della Scala e mi ricordo che ce la battevamo allo sprint io e Roy D'Ami, un grande autore di storie e fumetti western. Che effetto fa essere il ?fratello? di Tex, e quanto ha influito sulla sua passione per i fumetti? Quando entr? in gioco Tex o ero già un ragazzo maturo, avevo sedici ani e mi ero appassionato ai fumetti molto prima. Nel ?39 e ?40 mio padre era un dipendente della casa editrice Dardo e le visite nello studio dell'editore Casarotti sono per me un ricordo emozionante: mi regalavano sempre gli albi a fumetti prima che uscissero in edicola, e questo per me era un punto d'onore. Per Sergio Bonelli che cosa sono il West e la Frontiera? Per me il West rappresenta un teatro, per un certo tempo unico e poi superato, in cui far agire quelli che sono gli strumenti della mia fantasia. Dal lato dell'appassionato il West mi affascinava come studioso di storia, dal lato dell'editore come un territorio poco sfruttato, studiato e conosciuto male, che andava approfondito. Insomma era un western un po' alla carlona? S?, ma a poco a poco, con gli strumenti d'informazione le cose sono cambiate. Io, i miei autori e disegnatori ci siamo documentati e queste conoscenze hanno dato nuovi risvolti alle avventure tradizionali. Anche se poi la passione per il West si è affievolita in me e, a partire dagli anni Settanta, mi sono buttato anima e corpo sull'Amazzonia. Allora preferisce l'Amazzonia del suo Mister No? S?, è un territorio che ho vissuto più da vicino, ci sono stato una quindicina di volte. Quando vado in pellegrinaggio nel West faccio fatica a far scattare il meccanismo dell'immaginazione perchè sono circondato da distributori di benzina, da pullman. E invece le prime volte in cui sono arrivato in Amazzonia c'era una frontiera tutta da scoprire, sostanzialmente intatta. Torniamo al West. Oggi l'avventura sembra seguire altre strade che non sembrano coincidere con i desideri dei ragazzi. Che cosa ne pensa? Le generazioni più recenti non avvertono la stessa voglia di sognare e di trasferirsi in un mondo fantastico, quella che è tenuta viva da noi e da un gruppo abbastanza folto in sintonia con noi. Nei ?bonelliani? non vedo la generazione del presente, vedo piuttosto un gruppo di persone non totalmente inserite nella realtà, a cui questo mondo non piace più d tanto. Per fare un esempio, quelli che leggono la fantascienza di Nathan Never sono ben diversi dai lettori di Tex. Non ci sono giovani tra i lettori di Tex? Qualcuno c'è, ovviamente, sempre. Ma la maggioranza sono dei non più giovani che non hanno voglia di invecchiare, che si attaccano alla realtà western proprio perchè fanno fatica a vedere nella realtà odierna un'avventura emozionante. Dunque il West non è più un panorama interessante? Vent?anni di viaggi di gruppo hanno trasformato il West in un viaggio aziendale alla portata di tutti, e del mistero di quei luoghi resta poco di credibile. Veniamo a Tex. Le piace? S?, mi piace, però ogni tanto ho delle perplessit? perchè riproduce un modello lontano da me. Ho sempre fatto molta fatica a scriverne le storie (Sergio Bonelli è anche sceneggiatore, ndr), perchè il personaggio ha una sicurezza che in certi casi diventa perfino arroganza. Sono più favorevole a personaggi meno sicuri di sè, più complicati. E quando scrivo io una sua storia mi chiedo come l'avrebbe fatta mio padre, e se i 350.000 che lo comprano lo apprezzano più spaccone o con qualche dubbio in più. Sergio Bonelli editore di Tex ha mai avuto contrasti con Gianluigi Bonelli, autore di Tex? Contrasti veri e propri mai, anche perchè è tanta la stima che avevo e ho di mio padre (il vecchio Bonelli, oggi ha 88 anni e si gode un meritato riposo tra Loano e Montecarlo, ndr). Gli davo dei suggerimenti che accettava per farmi piacere, ma che spesso non condivideva. Mi ricordo che in una storia avevo suggerito un incontro-scontro tra Tex e Buffalo Bill, in cui il cacciatore di bisonti aveva la peggio. Mio padre che era un ammiratore di Buffalo Bill, quello della leggenda, eroico e coraggioso e non quello vero che è anche un figura che ha sfruttato gli indiani nei suoi circhi, si è trovato in imbarazzo perchè non voleva che Tex battesse Buffalo Bill. E così alla fine c'è stato un 1 a 1. Di Tex ci ha detto quello che non le piace. E quello che le piace? Il senso di libertà: Tex è uno che se ne va dove vuole, dall'Alaska alla Florida e mi divertiva che agli inizi non dovessimo spiegarlo più di tanto. Oggi è diverso. Non si può far agire Tex a San Francisco e il giorno dopo ritrovarlo a Washington, perchè ai suoi tempi ci volevano quattro mesi di viaggio. E se per caso lo facciamo, dobbiamo dare delle spiegazioni plausibili. E questo ?Texone? disegnato da Magnus le piace? Molto, ed è stata una grande sorpresa. Magnus è stato un genio del bianco e nero, ha inventato uno stile fatto di netti contrasti che ha fatto scuola. E invece questa volta ha tirato fuori un'opera raffinata con pagine che assomigliano alle stampe del Dor?, a certe xilografie ottocentesche. Ma quando era vivo domande non gliene facevo mai, perchè avevo paura di turbare un equilibrio difficile: Magnus aveva un rapporto conflittuale con il Tex a cui lavorava e no a caso ci ha messo sei anni. Mi dicono che sono un editore ?interventista?, e ci tengo, però con lui non lo sono stato e avevo deciso di accettare qualsiasi cosa mi proponesse. A quali autori sono affidati i futuri ?Texoni?? Bernet, Font, Joe Kubert e a Parlov, un nostro disegnatore di cui sono molto orgoglioso. E forse Colin Wilson, un australiano che vive in Francia e che è l'attuale disegnatore di Blueberry. Le sarebbe piaciuto un Tex disegnato da Pratt? Gliel'ho chiesto più di una volta, ma per fortuna non l'ha mai fatto ed io per primo ne ero poco convinto. Eravamo molto amici e lui mi faceva sempre degli scherzi, come quella volta che gli dissi che mi sarebbe piaciuto che mi disegnasse una storia sugli Zul'. Mi disse di sè, ma poi mi confessè che l'aveva già venduta alla rivista Linus. Tra me e Hugo c'era una grande complicità, andava bene per andare a spasso insieme, ma funzionava meno sul lavoro. Le sarebbe piaciuto vivere all'epoca del West? No, non mi sarebbe piaciuto, perchè sarei stato sicuramente una vittima. Col mio carattere sarei finito a vendere caramelle in un ?drugstore?, o forse sarei stato uno di quegli impiegati strapazzati da Tex e Kit Carson. No, sicuramente in quel mondo non avrei avuto un grande futuro. Beh, magari sarebbe diventato editore di qualche giornale o di qualche gazzetta? S?, però un po' vigliacco. E se qualche bandito fosse venuto a chiedermi di cancellare un titolo, gliel'avrei cancellato subito. (l'intervista è stata fatta nel 1996, le tirature in quell'anno erano 350.000)
  3. corvo59

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Stesse note del post precedente (archivio Epoca d'Oro)Magnus; Parla Sergio BonelliNel mondo dei fumetti è un evento, se non altro perchè era atteso da sette anni: quanti ce ne sono voluti a Roberto Raviola, in arte Magnus, per completare il suo Tex. ?La valle del terrore? (Sergio Bonelli Editore, lire 7.500) esce oggi nelle edicole di tutta Italia, per la soddisfazione di molti, ma non per quella di Magnus, scomparso nello scorso febbraio, dopo una lunga malattia. Il Texone di Magnus, nono albo speciale dedicato all'eroe creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, è soltanto uno degli appuntamenti che il 1996 riserva a Tex e al mito del West. A cominciare dalla mostra di Castel del Rio, il paese sull'Appennino bolognese dove Magnus aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita: oltre cento tavole originali, esposte fino al 9 giugno ed una serie di incontri, con la partecipazione, tra gli altri, di Francesco Guccini. E ?Dalla via Emilia al West: Le città di Tex? sèintitola l'iniziativa che si terr? a Tabiano, Salsomaggiore Terme dal 29 giugno al 7 luglio. Oltre ad una serie di tavole originali a fumetti, collegate ai vari tipi di città del vecchio West, allestite in una tipica scenografia western, la manifestazione sarà inaugurata dall'arrivo di una vera e propria carovana che partir? da Campocecina (sulle Alpi Apuane) il 29 giugno, seguirò parte dell'Alta Via Ligure e scender? tutta la cresta orientale del bacino del Ceno per giungere a Salsomaggiore dopo cinque giorni di cavalcata e campi alla maniera western, organizzati da Rancho Comancho (per informazioni tel. 0524/573149). Dall'Emilia al Veneto e precisamente a Verona, dove dal 15 giugno al 14 settembre sarà aperta la grande mostra ?Buffalo Bill & Tex Willer, mito e realtà nelle nuvole parlanti?. La rassegna racconta l'epopea del West attraverso le collezioni della Biblioteca civica e di Giuseppe Poldiallai; libri, riviste ottocentesche, albi originali a fumetti. Un gruppo di disegnatori bolognesi (tra gli altri Bacilieri, Bonadimani, Manara, Vianello) dedicher? una serie di tavole liberamente ispirate al West. Un incontro con l'editore Sergio Bonelli e Margherita Forestan (direttore editoriale Libri per ragazzi Mondadori) è previsto per sabato 15 giugno. Dal 20 al 18 agosto, poi si terr? una rassegna cinematografica serale nel cortile di Castelvecchio che presenter?: ?Notte senza fine? di Raoul Walsh, ?Johny Guitar? di Nicholas Ray, ?Il mucchio selvaggio? di Sam Peckinpah e ?Wyatt Earp? di Lawrence Kasdan. Tutti i film saranno in lingua originale con sottotitoli in italiano e in versioni completamente restaurate.
  4. corvo59

    [Texone N. 09] La Valle Del Terrore

    Trovata nel nostro archivio Epoca d'Oro questa nota alla voce "Magnus". Non chiedetemi da dove sia stata ripresa. Posto al "buio" Grottesco e barocco il suo genio bianco e nero ?Ho studiato in maniera ossessiva ogni oggetto, ogni ambiente, ogni paesaggio e addirittura mi sono trasferito in montagna, perchè lassè, a differenza della città, mi sembrava più facile osservando un sasso, un fiume, un albero, immergermi nell'atmosfera antica e naturale di un racconto ambientato nel West americano?. Cosè, con questo rigore, lavorava Magnus, al secolo Roberto Raviola, nato a Bologna nel 1939 e morto ad Imola il 5 febbraio 1996. Venuto prepotentemente alla ribalta tra il 1964 e il 1969 con le serie (progettate assieme a Luciano Secchi) ?Kriminal', ?Satanik?, ?Dennis Cobb?, ?Gesebel', ?Maxmagnusè e ?Alan Ford', opera una svolta nel 1975, passando da un tratto netto e da un bianco e nero contrastatissimo ad un tratto più morbido e sempre più cesellato. Tappe di passaggio di questa evoluzione sono ?Milady?, ?Lo Sconosciuto?, ?I Briganti?, ?Le Femmine incantate?. Magnus alterna il thriller al grottesco (?La Compagnia della Forca?), il sexy (?Necron°, ?Le 110 pillole?) all'avventura. Fino alla sua ultima fatica, il ?Texone?. La storia, scritta da Claudio Nizzi, un thriller ambientato sullo sfondo della febbre dell'oro, è resa da Magnus in 224 tavole di estrema raffinatezza. Barocco e corrusco, soprattutto nelle scene notturne e in quelle sotto la pioggia, è un capolavoro assoluto che, rester? nella storia del fumetto.
  5. corvo59

    Il Mercato Di Tex

    Io ho avuto una fitta corrispondenza con Sergio Bonelli negli anni '70/'80... e che certo non verteva sulle tirature delle varie testate... però ricordo che un paio di volte se ne è parlato. Quell'800.000 del 1973 è un dato certo e, quasi certo, che non comprendesse dentro anche il numero delle tirature del tre stelle. Forse riesco a trovare la corrispondenza in cui Sergio Bonelli mi parlò del continuo incremento delle vendite di Tex che culminò in "San Francisco" e mantenne uno standad elevato fino alla primavera del 1976, provo a recuperarla... mi ricordo che si parlo della storia Mingo, il ribelle: credo che la distribuzione si fosse attestata fino a quel momento attorno 600/650.000 copie. negli anni '80, benchè la corrispondenza fosse ancor più fitta, non si parlò di vendite ma era ovvio che la crisi in corso era conscia anche ai meno informati. Vedo un bel 330mila nel 1992 e questo dovrebbe far pensare che nel 1980/90 si era da 500mila a scendere!! Uhm, credo che Tex ebbe un gran calo delle vendite già agli inizi degli anni '80: ero a Milano in quel periodo e ricordo che andando a comprare i primi numeri Martin Mystere i pacchetti di Zagor e Tex erano sensibilmente ridotti rispetto ai fasti degli anni precedenti. Ultimo indizio che posso fornire è l'utilizzo della carta sottile a partire dal n. 228 La piramide misteriosa (sett 79?). Di ciò ne parlai con Sergio anche di persona a Roma il quale giustificò, in parte, l'operazione buona a non far aumentare prezzo di copertina... ma il prezzo era da poco aumentato e riaumento poco dopo... e in parte alla crisi delle vendite vera e propria. Ultimissima cosa: un conto è la distribuzione presso le rivendite ed un conto è l'effettivo venduto... non deve, a mio avviso, ingannare un 320mila dell'anno X con il 320mila dell'anno Y. Magari il reso è sostanzialmente diverso!!Esistono dei contratti con le tipografie e con il distributore, credo.
  6. corvo59

    [569/571] Buffalo Soldiers

    All'inizio mi aveva abbastanza preso ma poi mi ha come lasciato, questa storia! da ragazzo, quando vedevo le retrocopertine delle vecchie storie di GL Bonelli, facevo dei sogni a non finire su quello che avrei trovato in edicola il mese successivo: beh, troppo spesso finiva che la storia era molto meglio di quello che mi "costruivo" nella testa . Oggi, purtroppo, non può essere così e, a volte... I disegni di Giovanni Ticci sono al massimo dell' espressione grafica; straordinari
  7. corvo59

    [534/535] La Valle Dell' Odio

    sarà TELEGRAFICO!!DISEGNI , io adoro i Cestaro: ottima tecnica, massima umilt?, perfetto bilanciamento tra bianchi e neri anche se la ricerca della luce mi sembra essere la cosa cui puntano di più, fluidi. Perfetti per Tex Willer! in fondo un disegno ha un solo ruolo da assolvere: portarti dentro!LA STORIA dai, non è proprio da buttare, a mio avviso. Non d' mai i voti ma credo che un 5,5 possa andar bene
  8. corvo59

    [96/98] La Caccia

    La caccia?La caccia? inaugura quello che può essere definito il periodo d'oro di Tex anche se, a mio avviso, l'inizio della striscia del periodo d'oro, o la facciamo risalire al n 90 ?Vendetta indiana? (? quasi d'obbligo partire da questa bellissima storia di Bonelli e Ticci), o la paracadutiamo direttamente nel centinaio 100/200 saltando questa bella avventura di Muzzi e Bonelli. Tecnicamente questa storia nasce dopo la chiusura delle serie a striscia ed infatti nel Giugno del ?67 col 19?albetto della serie ?RODEO? le storiche e amatissime strisce conclusero la loro formidabile cavalcata durata quasi un ventennio: avevano virtualmente ancora più di un anno di vantaggio sugli albi giganti (?La caccia? è dell'ottobre 1968) ma quell' anno serv? alla redazione per organizzare la pubblicazione mensile di un unico albo formato gigante che avrebbe ospitato le avventure inedite di TEX. In sostanza il numero 96 può essere, di diritto, considerato il primo albo originale della II^ Serie Gigante. Mi piace fare questa premessa anche perchè la pubblicazione dell'albo gigante inedito ?ufficializza? e definisce il ruolo di ognuno dei 5 disegnatori e la fine degli impiastri grafici fatti fino a quel momento: non più matite di quello e chine di quell'altro?almeno, in maniera così sistematica. Ad onor del vero nei miei cassetti sono rimasti degli appunti che vedono Muzzi, in qualche tavola, aiutato proprio da Ticci. Ne ho parlato con i due autori qualche anno fa: ??non ricordiamo bene?, ??forse?, questi gli ammiccamenti, tanto per essere sintetici :generaleN: . La storia. Io la considero da ?Marchio Bonelli?. I dialoghi della prima parte sono davvero spassosi ed il clich? Tex che sistema l' avversario mentre Carson intrattiene il compare funziona che è una bellezza. Ci sono subito dopo l'arrivo in città di Gilas e Silver 3-4 scontri tra pistolettate, duelli e risse varie, una cosa che al lettore di Tex di oggi manca più che le famose patate fritte, poi la scena si sposta via via in altri lidi ma sempre con buonissima dinamica narrativa. Faccio notare che nella sceneggiatura Bonelli dedica più di 3 pagine allo ?scontro? tra i poveri Tex e Carson e la terribile signora Rita. L'impressione che mi è rimasta è che il vecchio Bonelli in questa storia faccia ben capire di come Tex DEVE AVERE CAMPO LIBERO! Il temibile Ruby Scott che lo ?strapazza? usando un trucco vigliacco nell'episodio successivo è semplicemente una libera concessione fatta al figlio e? chiusa parentesi!note: la cover del 98 "lo straniero" (che è un bellissimo titolo) è ripresa dagli Albo d'Oro
  9. corvo59

    Interviste Agli Autori

    ... l'ultima frase è di questa intervista è quella che mi induce a fare una scommessa con il vecchio Sergio: Tex terr? ben oltre i 5 anni!!
  10. corvo59

    [Texone N. 07] Il Pueblo Perduto

    A me la storia è sembrata decente, un buon Nizzi. la sceneggiatura della prima parte non è affatto male: è abbastanza vigorosa. La parte finale riesce a tenere anche se un pueblo che implode ... ci vuole una bella fantasia. Tra l'altro, ho potuto vedere la sceneggiatura originale di Nizzi da Giovanni Ticci: quel giorno ero a casa sua era il dicembre del 1993. Sui disegni, concordo anch'io che sono assolutamente straordinari e ficcarsi dentro le vignette di questo grande artista è come essere direttamente dentro la storia... però a Ticci non convinse per niente essere pubblicato "fuori" dalla serie regolare percui non dovette amare troppo questo texone per via del formato che penalizz? i disegni. Mi ricordo benissimo che mentre si discuteva delle cactacee afflosciate che appaiono sull'albo (io appassionato)e che lui ama rappresentare nel loro vero ambiente (Carnegieia gigantea "il Saguaro", le opuntie ecc..), mostr? un certo distacco dalle tavole con disegni che, ingranditi, avrebbero potuto dare problemi di "tenuta" e tra queste una pagina con le cactacee. comunque, molto carina la scena di Tex che copre col cappello la lucertola per attirare il bandito.
  11. Diso premio alla carriera?Mah, a parte che i premi alla carriera mi puzzano sempre di "congedo"... in questo caso direi che Diso, classe '32, non è affatto un disegnatore da premiare "alla carriera": viaggia ancora con solidit? e quello che ha fatto per Mister No poteva essere preso in considerazione ben prima!!!
  12. corvo59

    [Maxi Tex N. 12] Lo Squadrone Infernale

    no, vedo un bel Nicol' a colori. Gamba comunque ha lavorato spesso in coppia con Nicol'. Piuttosto il tuo nuovo avatar è una collaborazione tra Galep e Uggerisempre off topic, Ym: se ti servono foto per le censure non hai che da chiedere.
  13. a chiosa, ma anche argomentando riguardo a Thred proposto.... Ticci è stato definito il pittore fumettista della tridimensionalit?, le "linee giostranti" del maestro senese, così definite da Bono, non sono un' escurzione estemporanea ma una peculiarit? del suo tratto: definirlo anche "positivamente" spigoloso, duro o spezzettato immette un trattato con tanto di documentazione da allegare. Io lo vedo come la persona che è e che ho conosciuto: elegante e di classe sopraffina!!Lo stesso Villa si rif?, per certi aspetti, a Ticci (aho, quegli alberi morti a terra lungo le piste o sopra i costoni Villa li ricava dal concetto Ticciano). Monti, non comment. Non ho mai saputo giudicarlo ma non mi spertico a sua difesa: mi pare un buon artigiano. Fusco, per me bello agli inizi e bello ieri, oggi regge ancora alla grande. Questo autore ha il merito, come Letteri, di farti entrare nelle vignette, che è il massimo cui un disegnatore di fumetti dovrebbe puntare. Nicol' da sempre definito elegante, pulito e chiaro ha, semmai qualcuno non se ne fosse accorto, una tecnica invidiabile :capoInguerra: , ed una proporzione nel rappresentare la scena come pochi altri. Letteri, scuola Raymond, è il nostro Prentice. Se qualcuno ha voglia di criticare Letteri lo faccia con motivazioni serie. Io credo che la fase crepuscolar/notturna delle scene di Tex neanche Galep è riuscito a farla così bene. Disegnatore "netto" e con un passo deciso nel suo lavoro. Galep, unico disegnatore che mai e poi mai avrà un "imitatore". Quindi inimitato ed inimitabile. Stesso discorso di Nicol': disegnatore dalla tecnica formidabile associata ad un talento naturale che forse solo il grande Walter Molino supera.Zamperoni, 80 pagine sono un p? poche per un giudizio... Uggeri, un altro riferimento per i fumettisti italiani in generale(... e per gli illustratori). Il suo Tex è fatto con poco amore. Muzzi, ha caratterizzato Tex alla sua maniera e, piaccia o non piaccia, al suo modo di lavorare i chiaroscuri si sono interessati molti grandi del settore (vedi Ticci).
  14. corvo59

    [Maxi Tex N. 12] Lo Squadrone Infernale

    ho l'abitudine di rivedermi gli albi a distanza di qualche tempo per la mia paranoica abitudine di analizzare i disegni nei minimi particolalari. Beh, stavolta, a furia di guardare i particolari, mi stava scappando quella che secondo me è una svolta grafica in quest'albo: la seconda parte della storia, a mio parere, non è tutta farina del sacco di Cossu: le scene diventano più "grandi" a partire da pagina 166 e sono impostate in maniera diversa rispetto alle precedenti. Anche i contorni dei paesaggi sembrano meno ordinati e puliti. Penserei che Cossu si sia affidato ad un matitista. Diso, ad esempio?
  15. corvo59

    Il Massacro Di Goldena

    Pedro, certo è buffo vedere che la famosa parola ?SCAGNOZZI? fu eliminata dal testo della prima tavola di Tex e utilizzata invece per censurare è EHI,SCERIFFO (SCAGNOZZO) DEL DIAVOLO!? che troviamo a pag. 33 del n. 6 versione ?leggete?. ... MM, seguo anch'io la Feltrin su ubc, ma anche qualche altro che di professione fa il "recensore" (in teoria) il trascrittore di cose altrui già pubblicate (in pratica)
  16. corvo59

    Il "giallo" E Tex

    anch'io mi associo ai complimenti che Sam ha fatto a Ym: Notevole lavoro!!devo rileggermi il tutto almeno un altro paio di volte per "approfondire" ma temo che da lettore di gialli letterari possa aggiungere ben poco a quanto già esposto da YM sul' elemento giallo in Tex. una cosa posso dirla, però: ci sono un paio di autori come l'irlandese Connolly e la statunitense Cornwell che ogni tanto portano i loro personaggi Charlie Parker e Kay Scarpetta nelle Everglades e/o a New orleans... beh, non so perchè ma quel tipo di ambienti danno alle storie una marcia in più, non tanto sul ritmo quanto sulla naturale magia di cui evidentemente sono pervasi. Bene, l'ultima storia di Boselli (in linea coi gialli "bibliotecar/religiosi" di ultima generazione) o quella "palustre" di D'Antonio hanno una marcia in più anche per la scelta dell'ambientazione in cui esse si svolgeranno: mi pare che il lettore ne è enormemente attratto. Un p? come "Il grande Nord" ben predispone l'appassionato (... e quasi a prescindere dalla riuscita della storia).
  17. corvo59

    Chi affiancher? Boselli

    I lettori di oggi ?sono sicuramente più smaliziati ?? ? L'editore Sergio Bonelli all'Adnkronos Cultura spiega: ?I lettori diminuiscono sempre di più, le nuove generazioni sono più difficili da ?catturare? perchè troppo legate alla televisione e a un modello grafico giapponese come i manga. E certi editori ?hanno scelto di abbandonare l'edicola abbracciando le librerie? ? Roma, 2 ott. - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Il fumetto italiano festeggia il suo centesimo compleanno. Fu nel dicembre del 1908, infatti, che sui banchi delle edicole italiane apparve il primo numero del Corriere dei Piccoli, la prima testata in Italia che puntasse primariamente sui personaggi a fumetti, con una produzione ?industriale? e continua. ? ? Il primo numero del Corriere dei Piccoli? A quasi cento anni da quella storica data, il ?mondo delle nuvolette? può dire di aver attraversato momenti di successo ed esaltazione, diventando con personaggi del calibro di Topolino e Tex Willer, un vero e proprio fenomeno popolare, ma anche di feroce critica e denigrazione, quando era visto come un mezzo di comunicazione scadente, a volte infantile. ? La situazione al giorno d'oggi è notevolmente cambiata, perchè si tende a considerare il fumetto come una letteratura di livello, ma bisogna comunque affrontare delle nuove problematiche legate soprattutto al calo ?vertiginoso? delle vendite in edicola. Dal punto di vista quantitativo, infatti, ?i lettori diminuiscono sempre di più - ha spiegato l'editore Sergio Bonelli (nella foto) all'Adnkronos Cultura - e le nuove generazioni sono sempre più difficili da ?catturare?, perchè spesso troppo legate alla televisione e a un modello grafico giapponese, come per esempio i manga?. ? I lettori di oggi ?sono sicuramente più smaliziati - ha sottolineato Bonelli - hanno letto e visto molte cose, pretendono di più e molto spesso trovano noiose certe ?ingenuità tipiche dei personaggi di una volta, come Tex Willer (creato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini nel 1948 e tuttora pubblicato da Sergio Bonelli ndr) o Zagor?. ? Certi editori ?hanno scelto di abbandonare l'edicola - ha spiegato Bonelli - abbracciando le librerie, perchè in questo modo possono trovare un pubblico più consapevole, magari di una certa età?. Il genere del fumetto ?popolare?, quindi, per Bonelli ?diventer? sempre più una rarit? e un fenomeno di nicchia. Già in molti stati dell'Europa, tra cui Francia, Inghilterra e Spagna, questo tipo di pubblicazioni in bianco e nero non esistono più. Da questo punto di vista, almeno, l'Italia è rimasta l'ultima ?trincea??. ? ? Sembra come se in questi cento anni il mondo del fumetto avesse già tirato fuori tutto sè stesso, sia dal punto di vista dei successi che dell'espressione artistica, ma anche per quanto riguarda le polemiche e le censure. ? ?In questo momento nel mondo del fumetto italiano è il caso di riazzerare tutto - ha sottolineato Luca Raffaelli, giornalista, sceneggiatore e direttore artistico di ?Romicsè, la rassegna di fumetti e animazione che comincia oggi nella Capitale - ripartendo dalla qualità, sia delle opere più strettamente ?popolari?, che di quelle più innovative. Bisogna smettere di considerare il fumetto come un fatto folkloristico, perchè spesso alcuni autori che operano in questo settore scrivono in maniera più profonda dei romanzieri stessi?. ? Il fumetto come forma di linguaggio ?dovrebbe essere studiato nelle nostre universit? - ha sottolineato Luca Raffaelli - in Italia, invece, non esiste una cattedra specifica. A livello qualitativo è un genere che si trova sopra, per esempio a quello cinematografico. Probabilmente è un problema economico. In un mondo in cui il fumetto spesso è considerato come un fatto culturale importante cosa manca perchè si cominci a studiarlo in maniera ufficiale? Con ?Romicsè noi cerchiamo di ovviare a questa carenza organizzando l'Universit? del Fumetto?, con lezioni sulla storia, la tecnica e il linguaggio tenute da teorici, accademici e maestri del disegno e dell'animazione?. ? L'Universit? del Fumetto? Il dato certo, comunque, è quello che proviene dalle numerose scuole presenti in Italia, che continuano ad avere successo e a essere frequentate da moltissimi giovani italiani. ?E? strano pensare che - ha concluso Bonelli - nonostante le difficolt? legate al calo delle vendite, continui a ricevere numerose proposte provenienti da giovani autori italiani. Ce ne sono alcune, poi, che sono veramente di alta qualità?. (FINE)credo che dopo dichiarazioni del genere Sergione abbia le idee chiare di come andr? a finire tutta la storia e, a meno di stavolgimenti clamorosi, lui si occuperò nel prossimo futuro di cose burocratiche riguardanti l'azienda. Anche a me manca il Nolitta del Mister No e soprattutto dello Zagor (... ma anche del Tex) ma temo che che sarà dura rivederlo: Sergio Bonelli classe 1932, Ottobre.
  18. ... te lo dico con certezza ASSOLUTA:usc? a Roma il giorno 15, quindi a Milano il giorno 13 e nel sud italia il 17. Ho scritto un'articolo assieme ad un mio amico una volta su questa curiosa cosa e, tra l'altro, ne parlai anche con Sergio Bonelli. ecco l'articolo:Da ?AUDACE? a ?SERGIO BONELLI EDITORE? C?? una sorta di filo comune che lega l' attuale SERGIO BONELLI EDITORE alla storica e tanto amata casa editrice AUDACE di cinque decenni prima. Voglio fare un esempio che credo spieghi bene la PUNTUALITA? con cui le pubblicazioni di TEX, dagli anni ?70 ad oggi, si presentano nelle edicole. Il fumetto, dal suo n. 116 è La Dama di Picche ?, cominciò ad uscire nelle edicole nel nord d' Italia il giorno 13 di ogni mese, Il 15 nell' Italia centrale, Il 15, ma più spesso il 17, nel sud d' Italia. Mai nei giorni pari. Qualcuno, scommetto, lo ricorder?? era una regola pressoch? fissa. E se si verificava un ritardo questo era sempre nell' ordine dei due giorni, quindi il 15 al nord e il 17 al centro e il 17/19 al sud. Questo fino ad agosto del ?78° mese in cui usc? n. 214 è I due rivali è che apparve nelle edicole il giorno 6 (le grandi città si sarebbero svuotate per le ferie) poi, di nuovo, il ritmo di sempre. Segnalo un unico ritardo: il n. 228 è La piramide misteriosa ?, che usc? il 21 Ott. ?79 che fu, tra l'altro, il primo di una serie di numeri di TEX che vide l' impiego di una carta più sottile: guardate i dorsi sino al 227 e poi quelli dal 228 in poi. Un p? di crisi? Si risparmia sulla carta?Siamo agli inizi degli anni ottanta e sta per profilarsi una crisi piuttosto pesante per tutto il fumetto italiano, specie per quello di serie. Anche TEX avrà i suoi momenti difficili da superare con tirature che, pur elevate, raggiungeranno i minimi storici dell' intera storia editoriale del personaggio.
  19. corvo59

    [190/191] El Muerto

    si, una volta Sergio Bonelli ha dichiarato che gli spaghetti western hanno ucciso il western e che il film di Tex di Tessari non è il peggiore tra gli spaghetti western. A me pare che gli spaghetti western abbiano creato il western che piace a tutti. QUanto alla storia su Tex... si non è il peggiore.. nemmeno DIabolik è il più bel thriller degli anni '60, n° il più bel film di Bava... però è un SIGNOR film con un SIGNOR cast (picccoli nel ruolo di Ginko e Celi nel ruolo di Valmont) e una SIGNORA colonna sonora (di Morricone). In sostanza, del film di Tex mi vergogno quello di diabolik lo rivedo... e non solo perchè c'è Marisa Mell.sono ben d'accordo su quanto affermi. (Tra l'altro devo procurarmi il film su Diabolik se mi dici che non è affatto male- poi le musiche di Morricone... uno dei miei artisti preferiti). Il film su Tex non l'ho neanche visto quindi non mi sento di dare un giudizio ma certamente la storia di El Muerto sarebbe stata Buona per farci una pellicola.
  20. corvo59

    [Maxi Tex N. 12] Lo Squadrone Infernale

    mi trovo sostanzialmente d'accordo con i giudizi finora espressi riguardo a questo maxi! non c'è dubbio: un buonissimo Tex di Nizzi e, a mio avviso, una buonissima interpretazione di Ugolino Cossu. Tutto questo una cosa la dimostra, e cioè che Nizzi può continuare a scrivere Tex con discreti risultati. A parer mio certe "impennate" dovrebbero esser fatte sulla serie regolare, e non sui maxi o sui texoni! la serie regolare ha bisogno di una "certa" riconoscibilit?, senza con questo togliere nulla a Boselli. Cossu me lo aspettavo così come dalle anteprime. Mi piace vedere che l'impegno è stato massimo da parte sua ed il risultato è più che apprezzabile.(stilisticamente noto alcuni particolari presi dal primo Ticci e un certo modo di "paesaggiare" alla Magnus. Poi anche qualche comprimario caratterizzato sulla falsariga dello stile di Diso)Sono contento che in questo mese si sia potuto leggere un'ottimo Boselli sul mensile ed un ottimo Nizzi sul Maxi. Non so, che gli autori seguano i forum è noto ma che lo facciano prendendo anche qualche appunto è plausibile, secondo il vostro parere?
  21. La storia si suppone Horror e Fantasy, anche se non lo è ancora, e ho il sospetto che ci venga fatta intuire Mi aspetto cori di lodi, ma se devo essere onesto , mi pare una storia di Boselli annacquata, anche se non la definirei malvagia, visto che ha stranamente un'aria Nizziana, anche se volutamente sofisticata e ricca di citazioni letterarie. Un storia poco texiana, con Mi aspetto che migliori, ma ora voglio leggere i commenti di chi trovava lento il maxi. ;)Belli i disegni, qualche volta un po' imprecisi ma ricchi di fascino....avevo letto questo! quindi non scaldarti, io e capelli d'argento di certo boselliani non siamo! senza rancore, eh
  22. ... oh, fatto salvo che mantenga queste caratteristiche!magari precipita paurosamente
  23. Wast, ho letto bene i tuoi appunti e se è per questo ce ne sarebbero altri da prendere. Però del fumetto in generale, quindi non solo in Tex, io credo che si debbano cogliere innanzitutto le sensazioni che provoca: gli stimoli che la storia crea e dove portano, con l'immaginazione, i disegni. il mio giudizio è che queste sensazioni siano ai massimi livelli dopo lunghi tempi di magra. oggettivamente è una bella storia, Wast. Per me molto più che bella
  24. la mia lista è più o meno la vostra. IL TRANELLO LA GOLA DELLA MORTELA VOCE MISTERIOSASANGUE NAVAJOIL GRANDE REDRAMMA AL CIRCO sono meraviglioseanche a me non fa impazzire LA SCONFITTA e trovo eccessivamente valutate IL PASSATO DI TEX e SINISTRI PRESAGI. sottovalutate, invece, L'ENIGMA DELL'IPPOCAMPO e LA CITTA D'ORO che per me sono capolavori assoluti
  25. corvo59

    [Maxi Tex N. 06] Rio Hondo

    i disegni, i disegni.... Repetto, bravo artigiano, ma davvero inadeguato per Tex. Lui e Diso, l'eccellente Diso, sono davvero fuori rotta con Tex. dovr? leggere bene questo maxi perchè lo ricordo un p? fiacco
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