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Pistolero da baraccone

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Messaggi pubblicato da Pistolero da baraccone

  1. <span style="color:red;">4 ore fa</span>, borden dice:

     

     

    E questo è il  difetto principale. Fare agire i personaggi come marionette al servizio dell'idea dell'autore. 

     

    Perfetto! Non ci avevo mai pensato, ma è esattamente così. Il che in parte spiega perchè le storie di Nolitta siano così controverse. Chi si focalizza sul personaggio Tex (che viene di certo bistrattato) le trova odiose. Chi si focalizza sulla storia nel suo complesso le trova originali e degne di nota.  

  2. Il ranger “lingua doppia”

     

    Un giovane pistolero vorrebbe entrare nel corpo dei rangers, ma viene sempre scartato perché gli altri non si fidano di lui e non pensano sia del tutto onesto. Per attestare le sue credenziali il giovane organizza una rapina in banca mettendosi in mostra nello sventarla. Sarà Tex a smascherarlo. 

     

     

    Il tempo perduto 

     

    MacParland ha per le mani un vecchio ufficiale confederato che è l’unico a conoscere la posizione di un tesoro ma ha perso la memoria a causa dell’età. L’ultima carta da giocare è quella di chiedere a Tex di accompagnarlo nei luoghi topici della guerra nella speranza che i ricordi riemergano.

     

     

    Ai confini dello Utah

     

    Tex e i suoi pards capitano per caso in un villaggio dominato da un gruppo di Mormoni che ha imposto con la forza a tutti gli abitanti la propria religione nella sua accezione più integralista. La normalità verrà ripristinata attraverso un ampio uso di fuoco, piombo e dinamite. 

     

  3. Che dire poi degli insulti bonelliani di cui il mio avatar è un perfetto esempio? :D:D

    Mi vengono in mente anche scene inequivocabilmente drammatiche ma che a me hanno fatto sempre ridere, tipo quella di Lotta sul mare in cui Tex va nella taverna a cercare Drake e il barista fa lo gnorri. Non ci sarebbe niente da ridere,  ma espressioni come "scarto di umanoide" o "ti apro un buco nella pancia da farci passare la luce del sole" le ho sempre trovate irresistibili. 

  4. Sono d'accordo con Borden. Tex non è mai  stato comico, perlomeno in senso farsesco o umoristico. E' pur vero che ci sono molti momenti nelle storie di Bonelli in cui la tensione viene alleggerita con battute ironiche o situazioni divertenti. Oppure ci sono elementi non esplicitamente comici che nella loro esasperazione producono riso ad esempio le risse nei saloon o i cazzotti che fanno volare la gente da un lato all'altro della stanza. Non tutte le storie poi sono uguali in questo senso. Diablero o La cella della morte, ad esempio sono estremamente serie, mentre I raziatori o Il clan dei cubani sono spassose quanto una commedia brillante. 

    Che dire poi degli insulti bonelliani di cui il mio avatar è un perfetto esempio? :D:D

  5. <span style="color:red;">17 ore fa</span>, Kershaw dice:

    L’8 marzo, nel corso del suo incontro con il pubblico, Boselli ha ricordato l’articolo «Il Bonelli», di Ferruccio Alessandri (in «Linus West», Supplemento al n. 56 di «Linus», Milano, Milano Libri Edizioni, Novembre 1969, pp. 90-91), in cui si può leggere, a p. 90, un passo che spiega perfettamente l’importanza e la funzione dei dettagli nelle narrazioni a fumetti.
    A proposito delle sceneggiature di Gianluigi Bonelli, scrsse Alessandri:
    « […] E i testi sono un capolavoro di chiarezza, dove nulla è gratuito, tutto è spiegato, ogni cosa ha una concatenazione logica con le altre. I ragazzi a queste cose ci badano.
    «I professionisti si notano da certi particolari non necessari, da certi puntigli sul loro lavoro, come quell’attore che aveva dichiarato soddisfatto di aver finalmente trovato l’intonazione soddisfacente per una battuta in una commedia in cui recitava da un anno e che, a chi gli faceva notare che era ormai l’ultimo giorno di repliche, rispondeva orgoglioso: “Ma c’è ancora questa sera!”. Be’, una volta ho trovato il Bonelli appiccicato a una grande carta degli Stati Uniti, a far calcolo delle distanze e a rilevare la geografia tra due punti, tanti chilometri, tanti fiumi, un altopiano, qui si possono fermare per la notte, il tutto per determinare se Tex e Kit Carson ci mettevano tre o quattro giorni per andare da lì a lì a cavallo, e finalmente tornare trionfante alla scrivania a scrivere: “Tre giorni dopo giungono…”. Pignoleria? No, professionismo in questo paese di dottori e dilettanti, regno del pressapoco.
    «Il professionismo ha fatto diventare il Bonelli un esperto del West. […]»
    Seguono due esempi dell’interesse che Gianluigi Bonelli aveva per la storia del West e degli Indiani, e della conoscenza che ne aveva.

     

    Sospetto che tu sia un troll, ma nel dubbio te lo spiego: calcolare il tempo che ci vuole per andare da un punto all'altro rende la storia coerente nel suo sviluppo. Un errore di grafia tipo Deal/Deaf o Rainbown/Rainbow è irrilevante a livello squisitamente narrativo. 

  6. <span style="color:red;">3 ore fa</span>, Kershaw dice:

    Per WY: non ho dato seguito alla faccenda dell'errore in "Morte nella neve" perchè non vorrei che dopo avermi dato del fenomeno anche tu mi tacciassi di essere un saputello, senza peraltro sapere chi ci sta da questa parte. Comunque non ho alcun problema a segnalartelo: a pag. 146 dell'edizione di Repubblica in due vignette si parla di "Deal Charley" personaggio realmente affiliato alla Wild Bunch. Trattasi di O.C. Hanks (Orlando Camilla Hanks aka Charley Jones) il cui nickname era "Deaf Charley" visto che era sordo da un'orecchia. 

     

    Dopotutto, ma chissenefrega?! La mia idea è che questa attenzione maniacale ai dettagli storici da parte dei lettori sia una iattura del Tex contemporaneo. Dovendo far quadrare le storie di Tex con la STORIA gli autori sono incredibilmente limitati nella loro ispirazione. Fosse per me tornerei volentieri ai tempi del "Rainbown Canyon" e del "confine tra Arizona e Texas" ma con la fantasia a briglia sciolta. 

  7. <span style="color:red;">8 ore fa</span>, paco ordonez dice:

    E ancora: tutto ciò è dovuto alla marea di speciali che, tra storie e storielle brevi, alla lunga stanno incidendo sulla qualità della serie regolare?

     

    Beh, io ho sempre pensato che più storie si pubblicano più l'ispirazione si diluisce. Mi è sempre sembrata una cosa ovvia, anche se c'è chi si ostina a dire il contrario. 

  8. Sinceramente non so quali dinamiche si sviluppino in una casa editrice come la Bonelli però, a parte qualche lodevole eccezione come Fusco, la quasi totalità dei disegnatori di Tex continua a disegnare fino all'ultimo giorno di vita, a volte anche lasciando a metà una storia (vedi Nicolò o Letteri). Evidentemente Diso intende fare lo stesso. 

  9. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

     

    Cpn questo in comune ha solo il titolo, il film nemmeno lo ricordo.  

     

    Mentre è evidente che in parte la trama del Texone è un omaggio a Hammett. Kurosawa e Leone.  Solo il dettaglio delle due bande, niente di più. Ma c'è.

     

     

     

     

     

    Ehm---Insinui che sarei io?

     

    Mi limito a constatare un fatto, traendone forse conclusioni  non necessariamente esatte, però assai probabili. 

     

    E dimentichi l'altra metà del mio post. Aspetto le recensioni , negative o posiitive che siano, di Michela, Capelli d'Argento, Lucero, Galvez..  Alcuni hanno già detto che neppure lo comprano! Più in malafede di così!!!  

     

     

    Ah... e TU l'hai letto? Puoi anche parlarne male, se credi. ma fallo, invece di punzecchiare a vanvera.

     

    Non voglio punzecchiare nessuno. Mi pare che l'idea che qualcuno scriva qualcosa di negativo per "ingraziarsi" i "caporioni" di un forum sia un po' esagerata. Dato che quelli di TWO vengono spesso additati come fanatici non vorrei che si cadesse nello stesso errore. A me il texone è piaciuto. Saluti. 

     

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