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San Antonio Spurs

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Messaggi pubblicato da San Antonio Spurs

  1. Già nelle prime pagine c'è un netto contrasto fra alcune vignette ben definite, perfino ricche come quella di apertura dell'albo, e altre mal rifinite. Vedi l'ultima di pagina 6, dove nel volto di Tex compare solo un puntino o poco più a rappresentare il naso o i gradini assenti sulla scala in apertura della successiva, con un insolito effetto... Aquafan. 

  2. So che la questione è già stata dibattuta a lungo, ma continuo a credere che le storie non contingentate nei due albi secchi consentano opportunità diverse e importanti, al di là delle sceneggiature e dei disegni, che fanno solo bene alle storie. Se considerate solo con il metro - il metro, quello con millimetri e centimetri, la Gioconda o la Pietà di Michelangelo sono opere di dimensioni piccole, ma... E non c'è bisogno di aggiungere altro a quel ma. Poi ci sono gli affreschi di Giotto ad Assisi o la statua del Nettuno a Bologna. Insomma: dato un soggetto e immaginato uno sviluppo, non stabilirei regole ferree per finire tutto comprimendo le pagine e mi pare che molti siano d'accordo con me con il ricordo di alcune storie magari troppo verbose all'inizio e concluse con una sparatoria da pagina 101 a 114.

  3. Storia molto buona, ben giostrata e con passaggi di grande fascino.

    Non un capolavoro perché verso la fine un po' si incarta e perde quel minimo di mordente che l'avrebbe resa memorabile.

    Infatti il finale pur efficace mi è sembrato a conti fatti un po' troppo a tarallucci e vino, normalizzando eccessivamente le dinamiche tra i personaggi e ridimensionando di conseguenza le sofferenze, le ossessioni e i dubbi e cos' ben descritti da Boselli sino ad allora nel corso della narrazione.

    Insomma sarà che a me piace il Borden che rompe gli schemi sollevando gli strali dei tradizionalisti ma la conclusione in questo caso mi è sembrata un po' troppo leggera e tradizionalista.

    Un'altra piccola critica e una notazione a margine:

    - Ancora una volta Boselli eccede un po' troppo nelle lodi che i coprotagonisti rivolgono al nostro ranger, il più delle volte secondo me basterebbe il comportamento di Tex senza bisogno di sottolineature pleonastiche che un po' inceppano la narrazione.

    - Non vi sembra che il Tex di Boselli sia più "bianco" di quello del suo creatore?

    Io ultimamente ho notato diverse sue storie che vanno in questo senso, dove, nonostante figure anche azzeccatissime come Silent Foot e lo stesso Charvez , gli indiani sono spesso relegati a comparse un po' folkloristiche o al tradizionale ruolo di cattivi mentre lo sguardo di Tex si identifica sempre più spesso con quello dei pionieri, degli allevatori e della società bianca in generale.

    Anche in questa storia il fatto che viva con i Navajos e abbia un figlio mezzosangue non viene sottolineato da nessuno dei suoi compagni, non genera nessun sospetto e nessuna suggestione aggiuntiva alla storia e del resto lo stesso Tex nel corso della caccia si dimentica completamente la sua parte indiana e si comporta e pensa in tutto e per tutto come un bianco.

    Mi sembra insomma si sia perso un po' quel misto di orgoglio/rimpianto derivato dall' essere un outsider al di fuori della società bianca dominante, quel suo stare dalla parte sbagliata della Storia che GL sapeva trasmettere così magistralmente con poche pennellate.

    E' probabilmente anche una tendenza un po' generale che dopo la stagione filoindiana degli anni 70 nel cinema e nella letteratura western ha rimarginalizzato ancora una volta la figura dei nativi americani ma a conti fatti quello recente mi sembra un Tex più inserito, istituzionalizzato e decisamente più a suo agio con i bianchi che con gli indiani.

    Voi che ne pensate?

    Solo relativamente a questa storia, non credo che fra i compagni di ventura/sventura sarebbe cambiata l'opinione di Tex nel caso questi avesse rivelato a chi non lo sapeva la sua storia personale con i Navajos, però nell'ultima vignetta c'è il riferimento, e direi orgoglioso, a Kit. Che bisogno c'era in questa occasione di far sapere a chi non ne era al corrente che anche lui aveva un figlio (scusate) mezzosangue? Mentre, sempre in tema di orgoglio, mi pare che il suo sentirsi Navajo (e non pro forma) lo sputi chiaro in faccia ai tagliagole Comanche, che in alcuni casi già sapevano con chi si erano trovati a che fare.

  4. Ci sono state tante storie di Tex, al termine delle quali alcuni altri personaggi rimanevano indelebili ed in questa in cui siamo tutti d'accordo, direi, per concedere al Nostro un... Oscar  da miglior attore non protagonista, la scelta è davvero difficile e riguarda un elemento della prima ora e due che in maniera attiva irrompono solo nel gran finale. Ho votato Ada per la suggestione che l'albo sia uscito alla vigilia dell'8 marzo e perché non ricordo un elemento femminile così dirompente e di tanto pathos nella conclusione logica a posteriori - ma non scontata in partenza - della vittima iniziale che strappa per sé la vendetta. Facendo giustizia, ottenendo una giustizia che nessun altro le avrebbe dato.

  5. Rileggendo i tre albi ho percepito un filo conduttore fatto di fatica - sangue, sudore e polvere, ma anche tanta acqua e fango - molto bene preparati da Boselli e disegnati da Mastantuono. Muscoli doloranti, piaghe, ferite, affanno, cuori pulsanti, ansie, speranze e paure. Piccoli fuochi, poche luci, visioni oniriche, tutto sotto una cappa pesante fatta di eventi naturali e di sentimenti umani. Un'oppressione che dura due albi e mezzo e che giustamente si dissolve nell'ultima vignetta, nell'ultima battuta di Ada, la protagonista assoluta di questo racconto, lei "causa" e vittima e lei, alla fine, che fa giustizia e si permette anche, e a ragione, di invitare a guardare verso un futuro migliore.

  6. Una storia che esce il 7 marzo vigilia della Festa della Donna e che in maniera molto più decisa, convinta ed efficace rende omaggio - credo che sia stata una temporalità del tutto involontaria - all'altra metà del cielo, presa per i fondelli, scusate, dalle menate commerciali della mimosa e di un solo giorno all'anno "dedicato". Valore aggiunto, chapeau a Boselli: anche fosse una cosa casuale e probabilmente lo è, la fortuna aiuta gli audaci ma anche i bravi. Una delle storie più riuscite degli ultimi anni e con una protagonista da applausi; se ci fate caso con toni diversi in ognuno dei tre albi, ma sempre in un bellissimo crescendo.

  7.  

    San Antonio Spurs

    Se volete un esempio calzante, pensate allo Sherlock Holmes del Canone e a quello proposto di recente in due film al cinema e reso personaggio contemporaneo nelle tre serie BBC. Poco o nulla a che vedere con il Detective originario, se non in alcune linee guida che ritrovo nel cartonato di Tex, ma tanta classe, tanta bravura e tanta riproposizione del soggetto che sicuramente spinge alla (ri)scoperta dell'originale.

    Basil Rathbone si sta rivoltando nella tomba .... Quindi tu reputi l'Holmes "effetti speciali" di R. Downey J. o quella pantomima di Sherlock seriale della BBC migliori delle atmosfere interpretate dal grande Basil ?  Ho i miei serissimi dubbi al riguardo, quello originale ha stravenduto e dilagato fino ai giorni nostri, quegli altri lasciano il tempo che trovano, sono solo pallide imitazioni colorate con nastrini ....

     

    Per Canone si intende l'opera ufficiale di Arthur Conan Doyle, che continua a godere di numerosi apocrifi, al punto che i Gialli Mondadori da pochi mesi hanno aperto una collana specifica, dedicata proprio a Sherlock Holmes. In uno dei volumi, "The Great Detective" si mette in affari, negli Stati Uniti, con Lucky Luciano, poi conosce Churchill e progetta di vendicarsi personalmente dell'ex primo ministro inglese Lloyd George. Il problema non è la verosimilità e nemmeno, alla fine, i tempi storici, ma la qualità del narrato (e del disegnato, per quello che riguarda Tex) e il fenomeno di interessarsi sempre e in maniera dinamica ad un personaggio, fermo restando che i gusti sono gusti.

  8. Quindi, secondo le ultime vostre opinioni, dovrei ritenere ad esempio che Bob Dylan che nel suo ultimo album ha fatto delle cover di Frank Sinatra si è sputtanato per ragioni commerciali ed ha cancellato quasi cinquant'anni di storia personale, stuprando perfino la memoria del grande FS? Il paragone è pertinente: se si affida una rielaborazione ad un artista - e non sto parlando né in campo musicale né nel nostro caso di dopolavoristi - si può anche correre il rischio (sic!) di una rielaborazione complessa e non necessariamente fedele all'originale senza per questo rischiare la blasfemia. Negate a chi ha interpretato Tex la possibilità di far credere che il giovane ex vaccaro di 20 anni fosse molto diverso da quello di 40 ed oltre, ma se un personaggio di fantasia rimane immutato e non è soggetto a rifacimenti apocrifi, la sua grandezza è limitata in partenza. Se volete un esempio calzante, pensate allo Sherlock Holmes del Canone e a quello proposto di recente in due film al cinema e reso personaggio contemporaneo nelle tre serie BBC. Poco o nulla a che vedere con il Detective originario, se non in alcune linee guida che ritrovo nel cartonato di Tex, ma tanta classe, tanta bravura e tanta riproposizione del soggetto che sicuramente spinge alla (ri)scoperta dell'originale. In un mondo fatto ormai di tanti copia-incolla e di sbiaditi prequel e sequel, io approvo innanzi tutto il coraggio di un'operazione diversa e coraggiosa, nonché di grande forma e sostanza. E non vado a piangere sulle prime vignette de "La Mano Rossa".

  9. Se facessimo cantare l'inno di Mameli a Vasco Rossi, non sarebbe uguale a quello cantato da Mina o da Edoardo Bennato e nemmeno quello del coro degli Alpini o dei giocatori azzurri a metà campo prima di una partita. Ma sarebbe sempre lo stesso. Questo Tex è un Tex lontano dai canoni tradizionali? Libertà d'artista e nessuna privazione di diritti a lettori che possono sentirsi spaesati o contriti, ma che vista la qualità dell'opera non dovrebbero essere delusi.

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