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San Antonio Spurs

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Messaggi pubblicato da San Antonio Spurs

  1. Il punto 1 e 3 non riguardavano me, ma comparivano in una risposta diretta a me. 
    Sul punto 2 non ho voluto mostrare niente, avevo solo espresso una curiosità; ricevendo una risposta che si commentava da sola e infatti sono già passato oltre. In nessun caso avevo espresso una vis polemica; vorrei essere giudicato per quello che scrivo, non per quello che mi viene attribuito. 

  2. 25 minuti fa, borden dice:

     

    Nel colloquio tra Ruth e Mefisto non trovo nulla di strano o di errato.  Il direttore è effettivamente rinchiuso, come ribadito negli albi seguenti. Michaels e Weyland  non sono la stessa persona.

     

    E che problemi avrebbe Tiger??? Ti pare strano che chiami Tex e Carson coi loro nomi indiani. SCHERZI? Trasecolo davvero! Sei sicuro di essere un lettore abituale di Tex??

     

    Io mi riferivo a qualcuno che, secondo taluno e non so dove, si rivolgerebbe a Carson chiamandolo KIT CARSON con nome e cognome...   Lo trovo assurdo. E torno a chiedervi: Dove questo accade?

     

     

     

     

     

     

     

    Nel mio post incriminato e sbeffeggiato: 1) Non ho accennato a nulla di strano o errato, ho sottolineato a vantaggio di un altro forumista un dialogo che confermava l'esistenza e l'identità di un personaggio introdotto, ma non mostrato, poco prima e che aveva lasciato adito a dubbi in qualcuno. Non certo, in me, quello che Weyland e Michaels fossero la stessa persona;
    2) Non ho mostrato stupore perché Tiger chiama i tre pard con i loro nomi indiani, ma se mi dimostri che lo ha fatto sempre, in tutti i 737 numeri precedenti senza mai usare Tex, Kit e Carson non posso ammettere di non essere un lettore abituale, visto che lo sono da 55 anni, semmai penserei di essere rimbecillitosi. scusa, adeguandomi: RIMBECILLITO; 3) Su Carson chiamato Kit Carson io (IO) non ho scritto niente, ti riferisci genericamente a qualcuno che... chissà dove... perché e per come... Ma citi me. 0/3 al tiro, capitava anche a Larry Bird, che anche in quanto a permalosità era inarrivabile.

  3. 2 ore fa, borden dice:

    Dove lo chiama così? A che pagina? Dev'essere un refuso.

     

    Del colloquio fra Mefisto-Weyland e Ruth ho già scritto: pagina 98 del 739. Se invece il riferimento è a Tiger, ma non credo, perché tu parli di un refuso, quindi di un caso isolato: ad esempio pagina 10 e 64 del 738, 5 del 739 e così via.

     

  4. 28 minuti fa, Letizia dice:
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    C'è un'altra cosa che non mi torna.
    La strategia di Mefisto è sempre stata quella di catturare vivi i 4 pard per poterli poi uccidere di persona e gioire nel vederli soffrire lentamente.
    Nel secondo albo ci sono due episodi che sembrano  andare però in senso  contrario.

     

    La scena della carrozza in cui Tex e pard rischiano seriamente la pelle, dove Mefisto, che osserva da lontano nel suo specchio magico, non si capisce se sia contento o dispiaciuto e, stizzito, arriva perfino a dubitare che i suoi nemici siano aiutati dagli Angeli Neri.

     

    Nella seconda scena, la vecchia stazione dei pompieri, c'è almeno il beneficio del dubbio.
    Il Macellaio tenta un paio di volte di accoppare Tex.
    Agisce di testa sua disobbedendo al suo capo?
    E, in questo caso, Mefisto è stato tanto ingenuo da fidarsi di lui?

     

    Sta di fatto che l'usuale strategia di Mefisto di catturare vivi i suoi nemici è qui poco convincente.
     

     

    Tornando indietro c'è qualcos'altro che mi ha prima sorpreso e poi naturalmente fatto riflettere. Il nuovo incontro con i pards appare del tutto incidentale, preso com'è Mefisto dal suo progetto alla Moriarty (ecco, ci sono arrivato, il paragone con l'altro grande genio del male finalmente l'ho usato) con base San Francisco. Non costituiscono più un progetto primario e della loro presenza nelle vicinanze ha conoscenza solo dopo la "notte istruttiva" successiva al ricovero del banchiere Morrison. Eppure si sta prendendo cura da tempo del figlio, salvo poi rassegnarsi all'impotenza della medicina e della magia nera e dunque avocando a sé il desiderio di vendetta per quella "intera esistenza ossessionata da quelle quattro ombre". Anche in questo Yama torna ad essere subalterno. Resta la curiosità per quello che gli accadrà nei prossimi quattro numeri e la certezza che non avrà un ruolo macchietta o comunque da predestinato ad un nuovo oblio. Da Borden mi aspetto un colpo d'ala e che non sia della portata di quelli di un... Aryman .

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  5. <span style="color:red">49 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Yama è rappresentato TROPPO come un idiota.

    «Io non sono cattiva. E' che mi disegnano così». Cit. Jessica Rabbit.
    Infatti io avevo scritto che la patente di idiota ormai non gliela leva nessuno, ma la battuta più cattiva su di lui l'ho letta altrove. Non corrisponde alla situazione ma rende l'idea della diffusa considerazione residua (poi, aspettiamo comunque i prossimi quattro albi): «Yama è in possesso di una laurea albanese ottenuta per corrispondenza». 

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  6. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

    Dopo la scena dello scorso albo, in cui Devlin dialogava con un vicino di cella che asseriva di essere il vero direttore del manicomio, mi ha un po' stupito che scopriamo sul finale che Mefisto lo ha ucciso prima di prendere il suo posto. Incongruenza o le frasi udite da Tom erano i vagheggiamenti di un folle qualsiasi? E se così, quanta importanza aveva quel dialogo nell'economia della trama?

    Si parla di tale  dottore Michaels, che a pagina 98 del secondo albo Ruth a colloquio con Mefisto - anzi: Weyland, perché lei così lo chiama anche se sa bene che non è la sua vera identità - conferma essere "nel reparto furiosi con la sua camicia di forza". Dove di sicuro si fa fatica a credere che il suo stato di salute possa comprendere sempre la lucidità e dove si suppone che subisca anche lui trattamenti ipnotici che inducono a visioni.

    Il 7/6/2022 at 23:41, grandeincognito dice:

    Tra i tanti spunti che si potrebbero tirare fuori da questo splendido albo voglio segnalare una curiosità che ho notato spesso negli ultimi anni ma che rimuovevo a lettura ultimata. 

    Nei momenti ironici il Tex bonelliano chiamava Kit Carson "vecchio cammello", "vecchio gufo" o "satanasso", ma nei momenti più drammatici di pericolo esclamava "KIT!", come viene normale chiamare per nome un amico fraterno. 

    Possibile che oggi, nonostante l'omonimia col figlio si preferisca la forma "Kit Carson" o "Carson"?

    Sarei curioso di capire se gli autori premino questa formula consapevolmente. 

    C'è da essere curiosi anche sulla questione Tiger, visto che ha ripreso l'abitudine di chiamare Tex, Kit e Carson Aquila della Notte, Piccolo Falco e Capelli d'Argento.

  7. E'una storia da metabolizzare per bene, sono d'accordo con Diablero. Su due cose certe non cambierò idea: 1) Ho fatto fatica, in alcuni casi a distinguere al volo i personaggi, vedi Bingo e Mike o altri comprimari - da Devlin a Tony a Duke - sempre con lo stesso tipo di baffetti. Vabbeh, andavano di moda così, la caratterizzazione dei volti non mi è sembrata però  impeccabile; 2) Con Yama, basta. Che sia di nuovo regredito, che il residuo amore paterno prevalga ancora anche a dispetto degli spiriti neri, tutto quel che si vuole, ma la patente di inutile idiota ormai non gliela leva nessuno e il fascino che poteva avere nelle prime apparizioni si è trasformato in un ormai fastidiosa presenza scontata. Vedremo se e come verrà riproposto, il mio "Ma anche no, grazie" è convinto.
     

    <span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

    Mi riservo di commentare tutta la storia più avanti, dopo averla riletta, per adesso c'è un dettaglio per me molto stonato...

     

      Scopri testo nascosto

    ...la maniera in cui Tex si libera è assurda!

     

    Ricapitoliamo: Tex è legato con cinghie di cuoio al tavolaccio, Mefisto gli pianta un coltello arroventato a filo della guancia (quindi a diversi cm di distanza dalle mani, in fondo non può essere tanto idiota da metterlo a portata delle dita).

    E... cosa vediamo a pagina 52? Tex che ALLUNGANDO IL CUOIO COME UN ELASTICO riesce a raggiungere il coltello e bruciare la cinghia.

    il problema è... guardate il disegno: Tex è un idiota: con la cinghia allungata a quel modo, cosa gli impedisce di SFILARE SEMPLICEMENTE LA MANO? L'apertura DISEGNATA è chiaramente abbastanza larga per sfilare la mano!

     

    La scena è palesemente ridicola, Tex che fa sforzi titanici per liberare una mano che È GIÀ LIBERA, basterebbe che la sfilasse. Non so se nelle intenzioni di Boselli la scena era diversa e hanno sbagliato i Cestaro (forse la cinghia era attorno alla mano di tex e c'era una corda che la collegava al tavolo), o se l'errore è di Boselli e i Cestaro non se ne sono accorti mentre la disegnavano, in ogni caso era un palese errore da vedere correggendo le tavole, è una cosa così ridicola che mi ha fatto precipitare tutta la sospensione dell'incredulità, peccato che la scena era emozionante...

    Avrebbe avuto magari un po' più senso se PRIMA liberava la mano, e poi usava il coltello arroventato per tagliare l'ALTRA cinghia, non per liberarsi di qualcosa di cui si era già liberato (mi ricorda la famosa assurdità della fuga di Bullseye di Frank Miller: Bullseye dà un CALCIO alla mano del poliziotto, gli fa volare via la pistola, poi l'afferra e spara... alle catene che gli tengono uniti i piedi impedendogli di calciare. Verificate pure, Daredevil 181 del 1982)

    Ma andiamo più in là: è plausibile che una cinghia di cuoio sia deformabile a quel modo? Perché i malati non si liberano tutti allora? Era difettosa? Ma possibile che Mefisto, dovendo tenere imprigionato il suo peggiore nemico, sia stato così sciatto?

    Sì, lo so, "la cinghia che cede" è un classico dell'avventura, l'avrò già visto centinaia di volte. Persino troppe (avrei apprezzato una fuga più fantasiosa), ma quando viene usata bene viene un minimo giustificata: celle vecchie, prigionieri poco importanti dimenticati per molto tempo, celle non costruite per tenere in gabbia forzuti eroi del fumetto, topi che rosicchiano le cinghie, etc...

    Qui siamo in un "moderno" (per l'epoca) ospedale, dove la sopravvivenza stessa degli infermieri dipende dal fatto che le cinghia tengano (come viene ampiamente dimostrato dopo) e quindi sono sicuramente dimensionate per non cedere anche di fronte a pazzi di notevoli dimensioni, Mefisto dedica al "caso Tex" la massima attenzione e cura ogni dettaglio... NON È CREDIBILE, qui, il vecchio cliché della "cinghia che cede", soprattutto se cede come un elastico di gomma.

    Fuga alternativa: il tavolo su cui è legato Tex è regolabile. Se Mefisto fosse stato visto regolarlo per mettere Tex in qualche posizione, e proprio allora fosse stato interrotto, potrebbe non averlo fissato bene (sarebbe una cosa dovuta alla fretta, non una cinghia che aveva avuto tutto il tempo di controllare). Tex agitandosi mentre Yama è in trance potrebbe far cadere il tavolo, il pugnale si stacca per l'urto e finisce a portata di dita, oppure negli alambicchi che si vedono dietro potrebbe esserci acidi o altre sostanze utili, oppure si rompe proprio il tavolo...  tutti metodi che non ci avrebbero fatto vedere Tex allungare una cinghia di cuoio abbastanza da farci passare cinque polsi, con lui che non capisce che gli basta sfilare la mano...  :rolleyes:

     

    Il colmo è nella seconda e terza vignetta di pagina 54, quando usa il coltello per tagliare la cinghia, visto che non lo fa dalla parte affilata. Potrebbe essere che lo fosse da entrambi i lati, non sono un esperto. Di sicuro c'è che nell'occasione ha una forma completamente diversa, priva di smussatura, da quelli disegnati prima e dopo.

  8. 2 ore fa, borden dice:

     

     

    Troppe domande e io non ho tempo

     

    Ti dico che al copertinista vengono mandate le tavole del singolo albo e che in genere suggeriamo noi il soggetto e   lay-out, ma sia Villa che Dotti dicono la loro e talvolta suggeriscono idee alternative. Carnevale idem, ma poi e' più libero, lui ne fa poche e solo libri.

    Grazie, è più che sufficiente, so che il tempo è più tiranno che aureo, e mi interessava più certa pratica sulla metodologia dei/con i copertinisti che la proposta (del lettore, dal lettore) di alcune suggestioni .

  9. Può essere che le domande ti siano già state fatte separatamente, io riunisco le mie per un panorama d'insieme che riguarda le informazioni, i suggerimenti e le richieste ai copertinisti, Villa in primis. Nella forma, alcune appaiono banali, ma aiutano a dare il miglior quadro di insieme possibile
    Suppongo che leggano e vedano la storia in anteprima, ma a che punto della lavorazione della stessa in tutte le sue parti? A lavoro finito e in maniera completa? Leggono anche la sceneggiatura? Viene loro proposta solo una selezione di tavole? 

    Do per scontato che sappiano il titolo per prevedere lo spazio di inserimento, è mai accaduto che un titolo sia stato modificato in corso d'opera per adeguarlo all'immagine, probabilità rara, ma?
    Le copertine vengono commissionate una alla volta o l'autore ha la possibilità di lavorare in base all'estro del momento (come fai tu per le sceneggiature) tenendo conto naturalmente delle tempistiche e per questa ipotesi la comunicazione di base fra te e il copertinista riguarda appunto tutti i due/tre/quattro albi?
    Visto che la domanda vola, si abbassa, riprende quota, si insinua: sul mensile vedremo sempre Tex con la camicia gialla?
    Infine: c'è una copertina a cui sei più affezionato di altre e una che invece, potendo, non sceglieresti di nuovo? 

  10. Un terzo episodio della prima parte molto discutibile. Attenzione, nell'accezione originale del termine, perché fornisce molti spunti di discussione in una trama articolata ma non frammentata. Uno, in particolare: le situazioni incrociate all'elemento base, che è la sfida fra Tex e Mefisto. Tanti personaggi fluttuanti intorno mi hanno ricordato certi romanzi d'appendice ottocenteschi. Non ho detto "Il conte di Montecristo" di Dumas, ma nemmeno "Francesco Lennois" di Mastriani.
    Ne riparleremo, annacquato il rischio spoiler.

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  11. <span style="color:red">21 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Oggi si pensa subito a "serial killer", perchè vanno di moda, sono delle superstar (e il fenomeno mi fa abbastanza schifo, anche perchè ne genera altri). All'epoca di questa storia di Tex non esisteva nemmeno il termine o il concetto. Si conoscevano casi anche famosi ma non erano una "categoria".

     

    Quindi quando dicono di una locandiera che avvelenava i clienti, è oggi che spinti dalla moda e dalla TV pensiamo allo stereotipo del serial killer.  Quando la motivazione più ovvia è la rapina, specie in tempi in cui un viaggiatore portava con sé i soldi per il viaggio e non una carta di credito. Idem per uno "strangolatore", perchè dovrebbe essere un serial killer e non un sicario, un rapinatore, un venditore di cadaveri, o altro?

    Chiederemo a Borden di impiegare Narbas in una seduta spiritica con Jack lo Squartatore, più o meno contemporaneo.

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  12. Il 6/6/2022 at 16:22, borden dice:

    E il serial killer - qui è già stato detto e ripetuto -non solo da me-è UNO, il Macellaio. Quali sarebbero gli altri?

    London Crabbe viene definito "Lo strangolatore di Frisco", a pagina 97 del primo albo.
    O sulle rive del Golden Gate ha ucciso una volta sola, a mani nude e in due secondi il bisnonno di Adriano Pappalardo, e dunque per la tempistica dell'impresa si è guadagnato l'appellativo, oppure - se si intendeva serial killer locale - dovremmo forse intendere un'altra Frisco. Ce n'è una nel Texas, ma il nome alla città venne dato solo nel 1904.
     

  13. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Diablero dice:

    1) Né La Tigre Nera né Nick Castle hanno le spalle abbastanza larghe da poter diventare il prossimo "arcinemico", anzi, entrambi sono nemici che hanno ormai bisogno di una conclusione, di un "capitolo finale", alla loro storia.

    Soprattutto Nick Castle, la cui ordinarietà per me ha sempre confinato con la mediocrità. La Tigre Nera aveva quel tratto esotico e nobile che almeno la distingueva e che comunque non sarebbe stata da riproporre. L'altro uno che si pensava di passaggio e che Tex avrebbe battuto a passeggio, comunque sia destinato ad essere un subordinato.
    In ogni caso, la proposta di un nuovo arcinemico la giudico doppiamente opportuna: per noi lettori e per il suo creatore. Magari anche come modo di ribattere alle accuse di chi lo vede troppo dispersivo nelle sue storie corali con troppi personaggi. Bene, cavi da cilindro un Mefisto 3.0. Ed è ovvio che non è un'esortazione a Nizzi o Manfredi. Magari Borden ci ha già pensato, sicuramente lo ha fatto qualche forumista già avvezzo a creare storie. 

  14. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Angelo1961 dice:

    Bella cover a luglio però....

    Ricorda troppo (compreso il titolo verticale) questa cover di una storia di Manfredi... Sembra fatto apposta... :lol::D

     

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    Nella copertina che hai postato tu la posizione del tronco di Tex e la testa piegata verso sinistra sono le stesse di quelle di Sierra Encantada, cover di Galep e titolo di GLB: dunque ispirazione doppia, quindi sospetta:laughing:

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  15. Io leggo un albo alla volta e il giorno prima dell'uscita del nuovo numero rileggo quello precedente (o più d'uno).
    Piuttosto, noto (eventuali distrazioni mie a parte) che non è ancora uscita nessuna anticipazione - testo e foto - della terza di copertina del numero 740. B&B (Bonelli e Boselli) devono essere stati particolarmente guardinghi. Troppo spoilerante, forse, sulla conclusione della prima delle due storie. Oppure non volevano che con largo anticipo qualcuno trovasse somiglianze  evidenti fra la nuova copertina ed una de "Il giornale di Cino e Franco" del 1938 oppure con il titolo uguale a quella di un albo di "Franco di Portovenere - Il principe corsaro" di Nino Della Vega.

  16. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

    In questi 11 anni la mia posizione è rimasta sostanzialmente la stessa.

    Alla fine ci starebbe bene una virgola al posto del punto e un "Vostro Onore".:D

     

  17. Maggio 2011: il presidente della Repubblica era Giorgio Napolitano, il papa Benedetto XVI, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il Festival di Sanremo lo aveva vinto Roberto Vecchioni.

    Usciva "La valle degli Dei" di Mauro Boselli e Yannis Ginosatis.
    E qui su TWF Carlo Monni interveniva una prima volta così: «Dio solo sa se non voglio entrare nel discorso fondamentalisti contro innovatori, ma a volte mi ci sento tirato per i capelli. Premetto che leggo Tex da quasi 47 anni, non mi si può affatto definire un neofita che non conosce il personaggio, quindi. Detto questo, mi sento di dissentire sia dalla posizione di Aphrodite'Child che da quella di Capelli d'Argento. Io sono favorevolissimo ad una più ampia presenza femminile. L'apparente misoginia di G. L. Bonelli e di suo figlio Sergio era giustificata dalla cultura del tempo, che vedeva la presenza femminile nel racconto d'azione come una sorta di peso, con le donne relegate a ruoli ben precisi. La società si è parecchio evoluta al riguardo dagli anni 70 come minimo ed è giusto che la narrazione tenga conto di questa evoluzione. Questo per dire che non solo non sarei scandalizzato se fosse introdotto, ma addirittura auspico l'introduzione di comprimari femminili (vedi le donne di Carson). Sono ben contento se Kit Willer, il vecchio cammello e perfino Tiger dimostrano il loro interesse per il gentil sesso. Per Tex il discorso è diverso. Qui siamo di fronte ad una scelta precisa del creatore di Tex. Se GLB stesso ha introdotto il tema dell'interesse di Kit Carson per il gentil sesso (mirabile la scena con la "povera orfanella" nel n° 96 laughing), se lui per primo ha fatto innamorare Kit Willer, con Tex si è sempre comportato diversamente ed è una scelta che ha mantenuto integra per oltre 40 anni. Inoltre, un'altra caratteristica della narrazione texiana è l'assoluta mancanza di scene di sesso esplicito. Secondo lo stile dei vecchi film, può essere consentita qualche allusione o qualche centimetro più o meno abbondante di pelle scoperta, am al momento fatale deve scattare la dissolvenza (che peraltro io ho sempre trovato più intrigante). Niente Tex che va a... donnine allegre, quindi (il che, si badi bene, non vuol dire che le "donnine allegre" non debbano esserci in Tex, il discorso è diverso). Quanto a quello che dice Capelli d'Argento, devo dire che sono assolutamente in disaccordo con tutto quello che dice. Io non trovo affatto che Tex non sia centrale nei racconti di Boselli, n° che i comprimari gli rubino troppo la scena. nell'ultimo albo quasi non mi sono accorto che compariva solo in 21 pagine ed ho comunqeu tro vato la sua pfresenza incisiva quanto basta. Apprezzo anzi lo stile di Boselli, che coniuga il western vecchio stile con un notevole grado di approfondimento psicologico di tutti i personaggi coinvolti. E lo stesso posso dire dei racconti di Faraci, se è per questo. Vedo, purtroppo, un discreto grado di pregiudizio in certi sferzanti giudizi e troppe volte o ribadito perchè non la penso come certi utenti e non mi ripeter? oggi. Dico solo che sono ben contento della direzione in cui Tex sta andando sotto la direzione del suo sceneggiatore principale e mi auguro con tutto il cuore di fafr parte della maggioranza. Quanto agli altri, mi dispiace per loro, ma se questo Tex non gli piace più, un rimedio c'è. :colt:».
    Per tutto il resto, Milan incluso...
    https://sport.sky.it/calcio/serie-a/scudetto-milan-2011-calcio-mondo#00

  18. Il 15/5/2022 at 21:53, PapeSatan dice:

    Il titolo equivalente, se vogliamo rimanere sul soggetto, potrebbe peró essere: "Il trionfo del male".

    Dopo "Il covo del male", con gli stessi protagonisti lo darei per improbabile.
    Magari, coinvolgendo per la prima volta assoluta uno sponsor", potrebbe essere "Il trionfo del Maalox" perché il bruciore di stomaco qualcuno ce lo avrà di sicuro...:azz:

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