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Red Arrow

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Messaggi pubblicato da Red Arrow

  1. l’adesione del suo Tex - ma è una cosa che un po’ si vede anche in Boselli - al reale corpo dei Texas Rangers, che per G.L. Bonelli era invece un entità molto più astratta la cui stella aveva giurisdizione negli interi Stati Uniti.
     

    Per la verità nella storia dei numeri 219 e 220 GLB fa nominare attraverso Eli Parker i due pards agenti speciali, quindi era consapevole che la loro autorità non aveva giurisdizioni su tutti gli States

  2.  

    Se Occhio Cupo non ebbe successo e Tex sì, nonostante il primo fosse più curato ed il secondo un pò "buttato via" è difficile dirlo. Io penso che, tra le altre cose, il lettore dell'epoca sentisse che in Tex c'era anima mentre Occhio Cupo era più studiato a tavolino.

     

    Condivido questa analisi. Non conosco Occhio Cupo, ma a leggere le prime storie di Tex, al di là della qualità grafica, penso tutti possano ancora quel brio che animava G.L.Bonelli, anche a tanti anni di distanza e con una sensibilità così diversa come la nostra.

  3. Dire che questa storia è una storiella e poi equipararla a Lungo fucile mi sembra - scusa la franchezza - una bella incoerenza. Questa storia è kenparkeriana per le atmosfere, i momenti intimi al fuoco, i personaggi poetici che restano scolpiti nella mente... Lungi dall essere una storiella, è un vero gioiello a mio avviso

    Forse mi sono spiegato male. Non mi piace Tex che fa il Ken Parker. Se voglio l'aura crepuscolare mi leggo quest'ultimo. Questa storia non ha il tipico ritmo texiano, quindi per me si può definire "fuori serie". In questo senso dicevo "divertissement", non volevo dire che è una schifezza, beninteso.

  4. Pur trovando godibile la storia, non concordo con i giudizi ampiamente positivi che sono stati espressi sopra. Mi sembra una storiella... da Speciale -o appunto Almanacco- che non potrebbe reggere con quelle della serie regolare -quelle buone, voglio dire  :rolleyes: La definirei un divertissement. A meno di non volere trasformare Tex in un certo Lungo Fucile :trapper:

  5.  

    Dispiace davvero vederla morire accanto alla fossa che era stata scavata per lei per ben altri motivi, ed è un finale perfetto che però rompe con il tono da commedia sentimentale lasciandoci insoddisfatti per la conclusione.

     

    Dispiace un po' ma non è che il finale tradisca le attese. Quindi non sono restato insoddisfatto, è stato un bel colpo di scena. Sono rimasto male piuttosto per alcuni finali nolittiani un po' da western anni '70 perché mi hanno lasciato l'amaro in bocca, ma questa volta no.

  6. bella questa tela, che conoscevo, ma fa sempre piacere rivederla. Mi piacerebbe averne una appesa sulla parete della mia stanza...
     
    Nel link postato da Natural Killer, in cui si può consultare il volume in questione, le giovani generazioni, qualora lo leggessero, potrebbero rendersi conto di chi era Galep e del perché ho sempre cercato di non paragonarlo a nessuno dei disegnatori di Tex. L'opera di Galleppini non solo pittorica ma anche fumettistica andrebbe riscoperta. Le storie che ha realizzato a cavallo tra gli anni trenta e quaranta sono oggi sconosciute, le illustrazioni per romanzi, le magnifiche copertine ma anche quelle maioliche che, dopo la guerra, realizzava disegnandovi ritratti e quant'altro per guadagnare un pezzo di pane sono cose che mi hanno sempre commosso. Insomma Galep è Galep! Sfruttato da editori poco raccomandabili (prima della Bonelli sia chiaro) con i sogni infranti di dedicarsi, prima alla pittura e poi all'animazione sperando di realizzare il primo cartone animato in Italia, per poi disegnare - anzi uniformarsi - solo con Tex e con questo fumetto. Peccato che molti lettori, proprio di Tex, si concentrino solo nell'ultimo periodo della sua attività quando Aurelio, a causa di una malattia agli occhi e all'età che non gli permetteva di avere la stessa scioltezza di un tempo, continuava a disegnare il nostro fumetto preferito. Molti lettori, spesso delle nuove generazioni, "liquidano" Galep (se paragonato a un Ticci o a un Villa) come un disegnatore buono o sufficiente, ignorando quanto sia stato invece straordinariamente uno dei più influenti artisti del novecento.

    Il problema è la sensibilità diversa rispetto a un tempo. Mi sono imbattuto in un albo del grande Blek recentemente: l'ho trovato storicamente interessante ma francamente illeggibile, proprio perché ormai abituato ai Ticci, Villa &co.

    Non penso sia togliere nulla a Galep il ritenerlo un disegnatore legato al suo tempo -e quindi superato oggi dai nostri contemporanei.

  7. All'inizio di questa storia, per me molto gradevole, Kit Carson viene chiamato colonnello dai soldati della guarnigione di Fort Smith.
    Nolitta riteneva quindi che il vecchio pard fosse stato promosso dal grado di Maggiore (dei Texas rangers), che ricopriva nelle prime avventure della serie.
    Ricordo tuttavia che Mauro Boselli scrisse, in merito, di ritenere Carson un Maggiore (a riposo), e non un colonnello, considerando il grado che gli ha attribuito Nolitta errato, o apocrifo.

    Quindi, a seguito di queste precisazioni, possiamo dirlo: Boselli si è sbagliato nel giudizio su Nolitta!!!
  8. Potrebbe essere una soluzione. In fondo negli USA dell'epoca accadeva, ed era stato molto frequente durante la Guerra civile.

    Ho letto su Custer di Albertarelli che era una procedura standard la promozione sul campo, e a fine campagna si ritornava al grado corrispondente -salvo eventuali promozioni secondo le normali procedure. Quindi i soldati potevano ad esempio conoscere un superiore come colonnello anche se questi era soltanto maggiore

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