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TWF - Tex Willer Forum

ymalpas

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Messaggi pubblicato da ymalpas

  1. L'escamotage delle storie in parallelo con i protagonisti principali che però non possono incontrarsi è una forzatura. Va bene per una storia, va bene per due storie, ma alla fine stanca. Confido nel fatto che Boselli non ne abuserà in futuro. 

     

    Un'attenta lettura della pagina 137 e 138 della Mano Rossa mostra che:

     

    1) Tex conosce già de visu Kit Carson e Arkansas Joe. Li chiama infatti per nome durante la presentazione di Mr Marshall.

     

    2 ) Tex manfesta stupore. Dice infatti che non immaginava che due dei più grandi frontiermen fossero anche due rangers.

     

    In conclusione, a differenza di Mefisto, Tex può aver già incontrato Carson prima della storia con El Diablo. Anzi ci sono più possibilità che ciò sia realmente successo piuttosto che no. 

     

    Se Tex e Carson si incontreranno alla fine di questa storia, senza che salti fuori che Carson sia un ranger, unendo le loro forze contro Brad Hanningan, questa potrebbe essere la primissima storia in cui i due pards fanno fronte comune contro un nemico comune. In questo caso l'escamotage andrebbe benissimo e il finale della storia diventerebbe un momento epico, uno dei vertici di quelli veramente top per la nuova serie.

     

    Boselli l'avrà intesa così ?

     

    Poi Carson torna nel sudovest e Tex se ne va a caccia di castori con Birdy e Lily con  Boselli che  riscrive la sua versione della ballata di Zeke Colter. 

     

    Quanto ci avrò azzeccato da uno a dieci nelle mie elucubrazioni?

  2. <span style="color:red">2 ore fa</span>, gilas2 dice:

    Riprendo una domanda che nell'apposito thread non ha avuto una vera risposta

    Perchè, nell'ultimo albo (sia nel titolo che nell'albo stesso), 'vudù' e non, come da tanti anni e tanti albi a questa parte, 'voodoo'?

     

     

    Perché ?

     

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    Perché parliamo italiano e non inglese ?

     

    Per tradizione si è scelto giustamente vudu. Stai leggendo una serie che ha ottant'anni. E' giusta la scelta che hanno fatto. A me per esempio avrebbe dato molto fastidio.

  3. <span style="color:red">10 minuti fa</span>, Doudou dice:

    Caro Borden, voglio farti due domande riguardanti "Un mondo perduto", sceneggiato da Gianluigi Bonelli su soggetto di Giorgio Bonelli e, forse, anche un pò tuo? Ad ogni modo, cosa ti ha spinto a trarne un sequel?

     

    Dal Tex Willer Magazine n. 12 del forum:

     

    Nella storia"Un mondo perduto", pubblicata nei numeri 282 e 283, dall’aprile 1984, nata dal secondo (in realtà è il terzo) soggetto scritto da Giorgio Bonelli, si riscontra il medesimo problema. L’avventura da lui immaginata era all’origine
    ricca di dettagli e sfumature, con i quattro pards che partecipavano a una spedizione sulla sommità del monte Rainer per scontrarsi alla fine contro strani esseri mutanti dalla pelle squamata. Anche in questo caso Giorgio si cala nelle vesti del
    ghost writer scrivendo parti della sceneggiatura che tuttavia risulta particolarmente rimaneggiata dal padre, tanto che alla fine conta solo di 153 tavole. Annotiamo, per semplice curiosità, l’esistenza di un secondo soggetto scritto da Mauro
    Boselli e che non fu preso mai in considerazione (oggi perduto).

     

  4. Non mi offendo per così poco. Però cerchiamo davvero una maggiore serenità nei giudizi e nel modo di porci verso gli altri forumisti. E soprattutto ricordiamo che nessuno qui tra noi detiene verità assolute per il semplice motivo che non esistono. Insomma cerchiamo di non litigare per cose che restano puerili.

     

    <span style="color:red">1 minuto fa</span>, San Antonio Spurs dice:

    Mi permetto solo di sostenere che se, opinione di JohnnyColt, Villa sta ancora sperimentando è un dato di fatto molto positivo.

     

    Se Galep poteva contare su Corteggi e dei coloristi che valorizzavano le sue copertine, la colorazione photoshop rende un pessimo servizio a quelle di Villa. Hai voglia di sperimentare quando poi il tuo lavoro è penalizzato nella fase conclusiva da scelte sbagliate compiute da altre persone.

     

    Con le copertine di Tex Willer, Dotti e Boselli hanno maggiore libertà e difatti, sebbene Dotti non abbia ancora raggiunto il livello di perfezione che tutti riconosciamo a Villa, convincono più di quelle dell'inedito. Colori a tinta unita spesso irrealistici ma che bucano: la copertina tutta gialla arrivata finalista nei sondaggi degli oscar texiani assegnati a febbraio la dice lunga sui gusti dei lettori. Non il miglior disegno di Dotti, ma evocativo, dove il colore ha avuto indubbiamente una buona parte nel successo della copertina. Forse se iniziassero a colorare le copertine del mensile come colorano quelle di Dotti, senza andare a strafare come fanno i coloristi delle edzioni americane di Zagor (Rubini), sarebbe un notevole passo avanti. Una copertina come Guatemala è rovinata soprattutto da una colorazione indegna di questo nome.

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  5. 1 ora fa, JohnnyColt dice:

    Comprendi le mie recenti critiche verso alcune opinioni di questo forum? Si sta iniziando a dare per scontato che il singolo utente di turno abbia universalmente ragione...

     

    Chi scrive esprime la sua opinione, poi che sia una verità universale non sta scritto da nessuna parte.

     

    Piuttosto, un tuo intervento come questo:

     

    Ripeto che criticare Villa per le sue pose è pura idiozia! Idiozia che rispetto ma che non condivido!!!

     

    Non ti atteggi tu qui più di tutti gli altri a detentore di verità universale ?

    Non sei maleducato nei miei confronti quando esprimo una mia critica (motivandola peraltro), tacciando le mie parole o le mie idee di "idiozia" ?

    Ti segnalo ai moderatori per questo.

    • +1 2
  6. <span style="color:red">21 minuti fa</span>, waco dolan dice:

    Chiedo tre curiosità sulla mia amata trilogia del dollaro bordeniana:

    innocenti, invincibili, jack thunder.

     

    Innocenti, Invincibili, FORT APACHE o LA GRANDE INVASIONE, imo.

  7. La discussione ha un po' assunto involontariamente i contorni di partigianeria tra chi preferisce Galep e chi difende a spada tratta Villa. Quando in effetti non si discutono come copertinisti ne l'uno ne l'altro.

     

    Più che di stile  o bravura a bucare, io parlavo di contenuti e ancora non ho capito chi vorrebbe un Villa con una copertina meno ricca di dettagli, chi vorrebbe un Tex più centrale o dinamico, chi vorrebbe un copertina a tinta unita e chi con i veri colori, cioè chi se la prende con il colorista o con chi gli detta questi colori che siamo d'accordo tutti sono del tutto insoddisfacenti.

     

    Chi resta amareggiato per le patacche, chi tutto sommato della copertina poco si interessa.

     

    Chi non ha capito che rifarsi a modelli degli anni sessanta (ma anche anni trenta) reinterpretandoli con uno stile attuale potrebbe essere qualcosa di rivoluzionario come lo erano le copertine di Galep che ne copiava posizioni, visione d'insieme ecc creando i capolavori che ci ha regalato. Ah copiava Galep ma copiava anche Ferri: tutte le copertine di Zagor hanno come quellle di Tex la loro dime novel di rififerimento. E copia anche Villa, è capitato diverse volte, quando magari gli dicono di copiare qualche fonte americana. Magari è che appunto non glielo dicono abbastanza. Un Alberto Giolitti che che in una sola storia tra i personaggi ti metteva un Klaus Kinski o un Lee Van Cleef, cito così a memoria, faceva benissimo: io ho sempre apprezzato questo genere di omaggi.

     

    In generale, siete soddisfatti delle copertine dei giornaletti SBE ? Le considerate adeguate al mercato di oggi ? Siamo sicuri che una bella copertina che era quella che ci attirava come una calamita quando eravamo giovani  (parlo delle vecchie generazioni), con il personaggio bene in vista e messo in rocambolesche situazioni, non sia quello che manchi veramente al fumetto italiano di oggi ?

     

    E se Villa è costretto a farti la strega una vecchina che non si capisce se è africana oppure scappata da quale ospizio geriatrico, quando Galep aveva a disposizione un Letteri che ti disegnava la diablera, la donna più bella e affascinante mai apparsa sulle pagine di Tex, non sia un po' prendersela anche con la persona sbagliata ?

     

    Edito per aggiungere:

     

    9788869115127.jpg

     

    Peccato per la riconoscibilità del suo Tex, ma Font è uno che le copertine le sa disegnare.

    • +1 1
  8. <span style="color:red">30 minuti fa</span>, Leo dice:

    Io la ritengo una copertina straordinaria, invece. L'ambientazione, le gradazioni di colore, i personaggi sinistri sullo sfondo ne fanno un'immagine tremendamente suggestiva, rendono palpabile la minaccia incombente su un Tex che comunque c'è ed è prossimo all'azione.

     

    D'accordo, Tex c'è MA NON E' CENTRALE. Il succo del mio discorso sta tutto qui. Nelle copertine di Galep c'era Tex, nelle copertine di Villa c'è ANCHE Tex. Metto il maiuscolo per mettere in evidenza il concetto. 

     

    Per spiegarmi meglio:

     

    s-l300.jpg

     

    In questa copertina Tex è centrale. Tex è in movimento. Ci sono la strega e ci sono i lupi, ma sono secondari, il senso di pericolo grava su Tex. Questa è una copertina di Tex.

     

    In quella di Villa Tex è statico e difatti il senso di pericolo non è dato dalla lotta strenua di Tex contro i lupi ma solo dall'immagine sinistra della strega. Cioè è una copertina sulla strega che si approccia e Tex che sta a guardare. 

     

    La strega, Mitla, c'è anche nella copertina di Galep e neanche lei, tra l'altro, è statica.

     

    Tra le due copertine, quella di Galep merita 10 come voto, quella di Villa 7 oppure 8.

     

    Meglio non so spiegarlo.

  9. Non ho molto da dire su questa storia, l'ho letta la settimana scorsa e già quasi dimenticata. Parlo di quella di Nizzi il cui maggior pregio è forse l'assenza di grossolani difetti, per il resto una classica storia western ma senza guizzi particolari, sceneggiatura di Nizzi meno tonica rispetto a quella per Mastantuono della serie regolare. Ruju sugli speciali ormai non lo leggo nemmeno più. Oggi stavo dando una ripassatina a un classico, "Trapper", quando mi sono detto: "Toh, mi resta ancora quella di Ruju & De Luca inedita da leggere...", ma niente, ho continuato a leggermi GLB e Nicolò. Mi era già capitato comunque anche con il maxi di Ruju e Cossu, comprato e mai letto qualche anno fa. 

  10. <span style="color:red">1 ora fa</span>, MacParland dice:

    Giusto per citarne tre.

     

    Si ma anche:

     

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    Quante di Villa con un Tex imbambolato che guarda ? 

     

    Quante volte nella stessa posizione con la pistola in mano, una volta a destra una volta a snistra, in mezzo piano ?

     

    Le copertine di Galep avevano solo un soggetto: Tex. La ricerca era quella di trovare sempre una nuova posizione, una nuova angolatura. Le copertine erano spoglie di dettagli, volutamente. Al lettore non interessava altro, dopotutto. L'unica cosa che voleva vedere nella copertina era Tex.

     

    Ora, quoto il messaggio di Diablero, nella copertina del mese prossimo, patacca, strillo pubblicitario, strega, tutte le gradazioni di colore, in ultimo ti accorgi che c'è Tex. Anonimo.

     

    La tecnica di Villa non si mette in discussione. E' il migliore. E il suo Tex è riconoscibile come nessun altro, Diablero cita Ticci, ma probabilmente anche Civitelli sarebbe stato un pessimo copertinista.

     

    Però è già a quasi 350 copertine solo per la regolare, non contiamo le centinaia realizzate per Repubblica. Non sa più cosa inventarsi, come e dove mettere Tex, si concentra ormai solo sui dettagli. Su altre cose. 

     

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    Da questa copertina, con un tema - Guatemala - dovevi tirarne fuori qualcos'altro. Invece una delle peggiori. Colori smorti. Certo Diablero ha ragione quando parla dei colori eccessivi degli americani, ma cribbio qualcosa di più vivo !!!

     

    Forse sarebbe il caso che il curatore gli dettasse anche l'impostazione, che Villa facesse come gli altri che lo hanno preceduto, "copiasse" copertine che "bucano". Per esempio:

     

    s-l500.jpg s-l500.jpg s-l500.jpg

     

     

    Sono solo esempi, i primi che mi è capitato di trovare. In queste copertine c'è Tex, nient'altro. E in delle pose che non abbiamo mai visto.

     

    Per me è questo 'aspetto da recuperare, più che cambiare il copertinista di Tex.

     

     

     

  11. L'idea di questo topic mi è stata data dalla lettura di un articolo di Arduino de Bonis del 2 marzo 2021 intitolato 

     

    LE NUOVE COPERTINE DI ZAGOR NON REGGONO QUELLE DI TEX

     

    (clicca sul link per visionare l'articolo)

     

    Estrapolo qualche passo interessante:

     

     

    Cita

    Le copertine sono sempre un elemento importante in un albo Bonelli.
    Aurelio Galleppini, che si firmava Galep, riusciva come pochi a disegnare il West. Galep era abilissimo anche a disegnare copertine con tematiche horror.

     

     

    Quando Galep lascia Tex nel 1994 Civitelkli rischia di essere declassato a Mister No:

     

     

    Cita

    Negli ultimi tempi l’art director Luigi Corteggi gli “sistemava” le copertine. È Fabio Civitelli, in un’intervista pubblicata su una fanzine toscana, a dirlo. Per questa rivelazione pare che Sergio Bonelli avesse voluto retrocederlo facendogli tornare a disegnare Mr. No.

     

     

    Stano poteva essere il nuovo copertinista di Tex:

     

     

    Cita

    Claudio Villa aveva già disegnato le copertine di Dylan Dog. Fu Sergio Bonelli a sceglierlo, preferendolo a Stano e al suo stile “pittorico”. Vinse il disegno “al tratto” di Villa.

     

     

    L'autore continua a disquisisre sulle copertine per arrivare alla fine alla conclusione: come tanti lettori non ritiene Piccinelli all'altezza del compito che gli è stato conferito:

     

     

    Cita

    Alcuni lettori chiedono che Zagor torni a essere il personaggio di una volta, vogliono vedere il “vero” volto di Zagor, e spesso invocano Marco Verni e Joevito Nuccio. Si tratta di due lettori diventati autori: Verni scriveva lettere alla rubrica della posta di Zagor, mentre Nuccio era un forumista internettiano.
    Marco Verni ha un ripasso di tutto rispetto, veloce e deciso, mentre quello di Joevito Nuccio pare insufficiente (sembra più una matita grossolana).

    In definitiva possiamo dire che se una volta le due colonne della Bonelli, Tex e Zagor, potevano confrontarsi alla grande, oggi Tex ha il miglior copertinista esistente e Zagor… be’, forse no.

     

     

    Il punto di partenza della nostra discussione è questo:

     

    come vedete voi la situazione in generale sulle copertine bonelliane ?

     

    Villa rappresenta ancora il top o lascia intravvedere segni di stanchezza ?

     

    Chi vorreste vedere al suo posto ?

     

    Come giudicate le copertine di un Carnevale su Tex o di un Rubini su Zagor ?

     

    Perché la Bonelli insiste nel mantenere un impianto classico sulle copertine del mensile quando potrebbe mietere, forse, più consensi con una spettacolarizzazione delle copertine come per esempio quelle dei cartonati (o per quanto riguarda Zagor e Rubini delle edizioni americane ?)

     

     

    81T2kBYBAWL.jpg

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  12. Ritornando a Nostra Signora degli Zombi, a pagina 114 nella prima vignetta dice al figliol prodigo: 

     

    "Quei due uomini... non sono come gli altri. Affrontarli potrebbe essere un errore."

     

    Ma come? Uno lo ha già affrontato (Tex) e Carrillo si è beccato un po' di piombo nel polmone. Magari era una pallottola a salve. Sta di fatto che credeva di essere davvero morto e c'è voluto l'intervento della strega: alzati e sbrigati, che quello torna!

     

    Come se la scena incriominata non si fosse mai svolta. Questo il senso delle parole di Marine. Poi perché un errore affrontare di nuovo Tex ? tanto lei poi lo tira su di nuovo.

     

    Il mistero si infittisce.

  13. L'amico Francesco Bosco ha fatto del "manierismo" di Aurelio Galleppini e di tutti gli altri disegnatori (italiani o internazionali) due bei libroni e dovrebbe essere a buon punto con il terzo. L'ha fatto per amore di quel Tex e per lo stesso Galleppini, al quale ha reso uno straordinario omaggio, peccato che non tutti l'abbiano capito e non gliel'abbiano perdonata.

     

    Bisognerebbe scindere le due cose: si parlava di schemi narrativi, non di parti copiate di sana pianta o imitate con lo stile "manierista".

     

    Ora se a un autore viene richiesto di mantenersi fedele, cioè ha quella formale richiesta da parte dell'editore, quello deve fare. Berardi, la sua storia è finita nel maxi: impubblicabile perché non adatta agli standard della serie regolare, cioé Berardi al posto di Nizzi non sarebbe durato fino al panettone. Sergio lo chiedeva fino alla nausea anche ai disegnatori: Buzzelli dice di essere partito cercando di mantenersi nella linea di Galep, poi non ha retto. Buzzelli era uno dei tanti disegnatori chiamati a dare una mano ai vari Galep e Ticci e non superò la prova. Risultato: a casa! Il suo texone fu pubblicato dopo quattro anni e i volti dei personaggi subirono un lifting redazionale. Questa è una notizia che nessuno ha voluto commentare: Sergio ha censurato Buzzelli come Wilson!

     

    Insomma: questa era la via. Sergio era ben conscio che gli anni ottanta e i novanta (e così a lungo andare) non avrebbero repplicato i successi di vendita degli anni sessanta e settanta. Tanto più quando i lettori avrebbero scoperto che dietro le storie non c'era più GLB. Niziz fu costretto a eclissarsi, cosa che gli costo tanto. La consegna era di creare un prodotto riconoscibile e questo Nizzi è riuscito a farlo benissimo e Sergio, almeno all'inizio, glielo riconosceva (Nizzi ha scritto ininterrottamente quasi da solo tutte le storie della regolare dei texoni dei maxi fino al 2007). 

     

    Quello che Monni chiama manierismo, con una connotazione negativa e un velato disprezzo nei confronti della scrittura di Nizzi tende a non considerare che c'era da salvare un personaggio, una casa editrice, i posti di decine di collaboratori, di autori e disegnatori che lavoravano per Tex e per altri personaggi (va bene per Diso e soci che non avrebbero una "pensione" altrimenti). Carlo avrebbe dato un calcio nel sedere a Nizzi e avrebbe arruolato subito D'Antonio, quello che era bravissimo ma non riusciva a capacitarsi come il suo fumetto vendesse un decimo in confronto al Tex. Siamo realisti. Gli intervento redazionali erano numerosissimi, invasivi e soprattutto non negoziabili. Zhenda non deve morire, per esempio. Nizzi non era curatore di se stesso come lo è Boselli. Questo si può fare e questo no: il nipote di Tex, ma che scherziamo ? Con Sergio non avrenmmo mai visto "Nueces Valley", non con quel Sergio.

     

    Certo Nizzi non è riuscito al 100% nel ricreare l'opera di GLB, innanzitutto non era Tex come invece lo era GLB, il carattere era all'opposto. A Nizzi interessava scrivere i gialli, si è dovuto adattare al West (che comunque aveva già praticato con un certo successo con le storie brevi di Larry Yuma), è uno scrittore avventuroso, che conosce la letteratura avventurosa, ma non possiede il genio creativo che fu quello di GLB, che resta unico nel quadro nel novecento. Gli fu chiesto di imitare pedissequamente quelle storie e lui si è dovuto piegare: questo comportava scrivere le solite frasi che tutti conoscono, ricopiare altre porzioni di testo, rifarsi anche spudoratamemte a certe sequenze: il manierismo.  L'ha fatto quando probabilmente avrebbe voluto avere le mani meno legate sin dall'inizio, quando questo è avvenuto sono nate le sue grandi e più belle storie (quelle a cavallo degli anni novanta) fino al momento in cui ha avuto la crisi. Continuate a fargliene una colpa, avete capito tutto.

     

    Non sono l'avvocato di Nizzi, sono un estimatore della sua opera anche se ho iniziato a leggere Tex prima che lui iniziasse a scriverlo, con le ultime di GLB e le tante di Nolitta, non proprio il massimo insomma. Per il resto i contatti (pochi) che ho avuto con Nizzi sono stati quelli di un autore con "uno di quelli che scrivono (male di lui) su internet", gente che proprio detesta. Non fraintendete, sempre corretto e professionale. Alla fine ho detto basta perché io ero alla ricerca di notizie e si stava quasi per litigare. Quindi umanamente sono abbastanza deluso. Avevo un'intervista per cui mi aveva già detto di si per il Magazine, ho lasciato perdere. Questo detto perché non ho peli sulla lingua, ma ormai l'avrete capito da un pezzo.

     

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  14. 19 ore fa, Carlo Monni dice:

    Quel libro è stato il primo, almeno credo, a tentare di trovare una formula delle trame di Tex che è poi quellio che ha fatto Nizzi e che è il rimprovero ch muovo a pressoche tutte le sue storie anche le migliori. Il cosiddetto manierismo.

    Che poi se alla fine del salmo quello che dici è che ogni storia si può suddividere in tre momenti:c introduzione conflitto, risoluzione, io dico: Grazie tante, non ci sarei mai arrivato da solo.:laugh:

     

    Il libro fu scritto da due universitari tirati su per dirla in sardo... a pani et casu ( con pane e formaggio), cioè con in braccio le opere di Propp, Greimas, Genette, Todorov ecc, che non risolvono facilmente la questione in tre momenti come fai tu da profano. il manierismo è una tua fissazione, ma sta alla base di tutte le opere letterarie (non è solo una prerogativa di Nizzi). Il libro di cui ho postato sopra la copertina ovviamente non si riduce solo a contare quante pallottole ha sparato Tex e altre amenità simili (come fa negli anni novanta il libro di Paglieri, attenti a non confondere) ma è un di tentativo di analisi strutturale "semiserio" ( i due autori erano consapevoli di applicare a un "fumetto" dei modelli che in realtà si applicano, come ho già detto, a qualsiasi tipo di produzione letteraria). Crediamo di essere originali ma in realtà non facciamo che rifare quanto hanno già fatto e rifatto prima di noi centinaia di altri scrittori.

    • +1 1
  15. <span style="color:red">2 ore fa</span>, andreadelussu74@gmail.com dice:

    Permettimi una nota:I morti viventi di Nizzi a me personalmente non sono piaciuti moltissimo per un motivo:A parere mio lui li ha inseriti su suggerimento di Bonelli Editore

     

    Non sono piaciuti nemmeno a me. Finale che rovina una - fino ad allora - ottima storia. Così come i lucertoloni nella storia del ritorno di Zhenda. Finali che anche Nizzi onestamente riconosce non riusciti. E' vero che in entrambi i casi la redazione lo obbligò a cambiare le carte in tavola. Nella storia di Zhenda, lei doveva morire e Tex fare una strage dei Sinaguas. Finale tagliato e sostituito con la sequenza nella caverna. Nella seconda storia - riporto quanto dice lui stesso dal libro di Guarino - le colpe le ha anche lui:

     

    La scrissi quando ero ancora in condizioni di scarsa forma. Fui consapevole fin da subito che il finale era debole, tanto che dissi a Civitelli che volevo riprenderlo in mano per modificarlo. Poi, per stanchezza, non ne feci niente. Non ho simpatia per gli zombi né per le cose orrorifiche in genere. E' un materiale che non mi piace e non so maneggiare. Li impiegai un po’ pretestuosamente e si vede. Il finale, già deludente, fu ulteriormente peggiorato per un paio di decisioni redazionali. Nella versione originale Tex ammazzava il vecchio stregone nero (Omoro) che aveva evocato i morti viventi. Ma poiché Civitelli non aveva reso questo vecchio abbastanza cattivo, fu deciso di risparmiarlo nel timore che i nostri eroi potessero essere accusati di avere accoppato un innocuo pensionato. Il mio finale prevedeva che anche Lohana, la bella nera complice della Tigre, venisse uccisa. Ma in casa editrice non si erano ancora spenti i commenti circa il fatto che le donne che si avvicinano ai Willer fanno una brutta fine, così Sergio decise che Lohana doveva essere risparmiata. Civitelli eseguì in fretta (si era nell'imminenza della pubblicazione) le modifiche necessarie.

    Non voglio sostenere che senza queste il finale della storia sarebbe stato migliore, ma la fuga della Tigre sarebbe parsa meno ingenua di come poi è risultata.

  16. <span style="color:red">1 ora fa</span>, juanraza85 dice:

    Dopotutto, benché le movenze di Carrillo lasciassero a prima vista dedurre che lo fosse, potrebbe non essere stata ancora detta l'ultima parola circa l'eventualità che questi possa essere davvero uno zombie...

     

    Ma uno zombie non si muove come Carrillo, non ha una volontà propria, una coscienza, non si fa pagare con moneta sonante. Uno zombi, almeno uno zombi classico alla Sergio Bonelli o alla GLB, è un corpo riportato in vita ma senz'anima, senza pensiero, senza parola, nel senso che cammina meccanicamente, cioè si fa guidare a distanza, fa quello che gli si ordina e poi ritorna nella tomba. Non colleziona pistole, non brama di diventare il più forte. Mi chiedo che razza di letteratura fantastica abbiate mai letto? Il fantastico in Bonelli e in Tex non guarda alle boiate della recente cinematografia americana.

     

    Per ora abbiamo solo un killer negro. Uccide per soldi e non è mosso da altre idee. Firma le sue esecuzioni con macabre bambole di pezza e legno, è di religione vudu, crede nei loa, si fa guidare da una megera che dovrebbe essere una strega del vudu, ovvero una mambo, mossa anche lei chissà da quali intenti. Vediamo cosa tira fuori dal cilindro Ruju il mese prossimo, altrimenti potrò dire che questa storia è una vaccata colossale. In ogni caso a pagina 88 non abbiamo nessun rituale per cui possiamo dire di aver assistito a una resurrezione in stile "vudu". Persino Nizzi con Omoro l'aveva resa più credibile, anche se per sua stessa confessione quel finale era una vaccata. Madame Laveau, la vera (ma mettete anche quella zagoriana) in confronto a questa strega sarebbe una dilettante. C'è il trucco, dev'esserci, ma mi chiedo quale. il mese prossimo lo saprò. Intanto resto sbalordito dal fatto di essere pressochè il solo a chiedermi i perchè di certe scelte di Ruju.

    • +1 2
  17. 1 ora fa, Poe dice:

    Be', nell'intervista Nizzi dice questa frase: "Oltre al dialogo studiai le trame, che avevano tutte lo stesso  schema, differenziandosi solo per l’ambientazione. "

     

     

    Documentata tra l'altro nel libro del 1979:

     

    TEX-WILLER-ANALISI-SEMIS.jpg

     

     

    A me le parti più interessanti sono risultate quelle quando parla del texone di Buzzelli e di quello di Magnus. Poi le spiegazioni che dà sul texone di Seijas. Per il resto e su Boselli in particolare, più diplomatico del solito.

     

     

  18. <span style="color:red">9 ore fa</span>, Diablero dice:

    Sull'albo: sono più d'accordo con natural killer che con ymalpas. trovo esagerate le accuse di essere una storia "zagoriana", come se fosse la prima volta che in Tex si vede qualcuno tornare dalla morte.

     

    Certo, ma è IL come si ritorna dalla morte. Tra l'altro Ruju è recidivo. Il Texone di Roi con Vladar. Basta, abbiamo capito., la ripetitività stanca e non basta aggiungere una spruzzata di spezie per fare un buon brodo. Senza spiegazione logica, la presente storia fa ridere (o piangere). Quando gli autori riciclano i propri soggetti incomincio a sentire puzza di bruciato. Bocciato anche Borden come curatore, ma questo lasciatemelo dire il mese prossimo dopo la lettura del secondo albo.

  19. Non ci siamo. La patacca è bella però dopo cinque minuti mi chiedo che me ne faccio ora.

     

    Disegni. Ramella in calo lampante rispetto alla prima prova egregia. Ben al di sotto di quelli di Candita. Voto: 4,5.

     

    La sceneggiatura, ora. Inizia con i due pards in Louisiana. Ricordo che la storia avrebbe dovuto essere preceduta da quella disegnata da Zuccheri e ambientata a New Orleans. Occasione persa.

    Zagoriana, più che texiana. Quello che non va e non sta in piedi è l'antagonista.

    a) Troppa faciloneria nel come liquidi cinque avversari nella palude e poi semini la morte nel villaggio. E poi basta con questi avversari un pelo appena sotto Tex nel sapere estrarre e sparare. Ci sarebbe stato Carson al posto, cosa? tanto è bravo lo avrebbe spedito all'altro mondo ?

    b) Da dove diavolo sbuca fuori ? Caratterizzazione pari a zero, a poco servono i due cani, personaggio tagliato con l'accetta, monodimensionale, spessore umano non pervenuto. Sul cartonato di Milano, dove abbiamo la stessa identica coppia di nemici, ci vengono dati i dettagli e sono cose che contano.

    c) Non è un pistolero vudù, Non è uno zombi alla fine dell'albo. E' Gesù Cristo risorto. Non sta in cielo ne in terra quello che leggiamo a pagina 88. Hai voglia di dire il fantastico, la magia, sono ingredienti affascinanti ma devi saperli trattare, altrimenti rischi di scrivere una ciofeca. Ora sappiamo che Tex ha ucciso un tizio e che questo, cinque minuti dopo, si è rialzato come se niente fosse continua ad andarsene in giro ammazzando la gente e smaniando un nuovo confronto con Tex. E allora con Mefisto come la mettiamo ? Tex ha voglia di trovarselo di fronte e sparargli in faccia. Ormai si può risorgere, senza nenache dare troppe spiegazioni. Alla faccia di Sergio che si inventava "La notte dei maghi". Marine invece basta che dica: alzati e cammina. Ma anche altri dettagli non sono proprio il massimo della fantasia. Tipo il collezionare le pistole perché così LUI acquisirà capacità sempre più imponenti. Ma per favore.

     

    Non è una storia di Tex, questa, non glbonellianamente parlando.  Voto: 4,5

     

    Il mio albo non ha nessuna vignetta nera. Ho controllato e ricontrollato. Non la trovo. Ditemi a che pagina dovrei poterla vedere. Nel caso invece mi trovassi una copia rara non rovinata tra le mani, rivendo l'albo a 300 euro. Pensateci, potrebbe essere un buon investimento.

    • +1 1
  20. <span style="color:red">1 ora fa</span>, borden dice:

    . Io quella, così, non l'avrei pubblicata, l'avrei fatta ridisegnare da un altro

     

    Ma scusa... non la stai già facendo ridisegnare (e con una sceneggiatura adeguata al nuovo decennio?) :P Se n'era parlato tempo fa, era chiaro che scherzavi, ma qualcuno (tra cui me) un pensierino l'ha fatto eccome. 

  21. Eventuali ritorni plurimi di Mefisto nella serie Tex Willer sono da escludere per il semplice motivo che diventa la nemesi solo con il numero 39 della serie gigante. Prima di allora è un nemico qualunque, anzi nemmeno il migliore. Tex di fronte al medaglione con la M non è in grado di associare Dickart/Mefisto al nemico che ce l'ha con lui. Non si ricorda più di lui. Questo è l'impedimento principale.

     

    Inoltre il semplice illusionista della prima storia (n.003) diventa a partire dal n. 39 un negromante. Tex è messo di fronte al cambiamento solo a partire da questa seconda storia. Questo è l'impedimento numero due.

     

    Come può districarsi Boselli ?

     

    Gli resta da raccontare la storia "Fuorilegge" ma per noi è un déjà vu: tirerà fuori qualche nuova trovata, ma non potrà stravolgere la storia di GLB. Al termine della quale Mefisto e Lily saranno consegnati alle patrie galere come spie, traditori e assassini.

     

    Dopo questa storia cala il sipario a causa dei due predetti impedimenti.

     

    Come può Boselli cercare di aggirarli senza rovinare il giocattolo ?

     

    a) Può giocare sul fattore temporale. Dalla storia "fuorilegge" a "La gola della morte" intercorrono almeno vent'anni. Che è un lassso temporale sufficiente per dimenticarti di un tuo vecchio nemico. Per cui se introducessimo una storia intermedia dovremmo gioco forza ambientarla temporalmente prossima alla prima avventura (n. 3).

     

    b) Com'è stato suggerito il raccontare come Dickart è diventato il vero Mefisto (sempre che non ci venga raccontato sulla prossima storia della serie regolare) si scontra proprio  con questo paletto temporale. Una volta che Mefisto padroneggia la magia è chiaro che il suo pensiero vola a Tex e a come fargliela pagare: ha avuto vent'anni per pensarci. L'acquisizione della arti magiche dev'essere stato un processo lungo.

     

    c) Concludendo Mefisto potrà essere ripreso solo come criminale comune, in una storia di poco successiva o comunque adatta alle tempistiche della serie Tex Willer, e in questa storia Tex dovra credere di aver chiuso i conti con lui in maniera definitiva (falsa morte). Così sarebbero spiegati tutti i dubbi che ha nel n. 39.

     

    d) Io scriverei per esempio una storia con queste caratteristiche: Dickart incontra per esempio in prigione qualcuno che lo mette sulla buona strada. Magari evadono e fanno le loro esperienze. Tex mette il sale sulla coda di Dickart una seconda volta e lui scompare di scena. Restano però ancora in gioco l'iniziatore di Mefisto, magari legato a qualche setta. Tex magari ne ignora l'esistenza fino a che non è costretto a sbatterci contro i denti. Si succedono più storie con Tex alle prese con questo nemico X (con storie che affondano le loro radici sempre più nelle arti magiche) fino a che non chiude i conti con lui una volta per tutte. Ma quest'ultimo, prima di morire, fa in tempo a trasmettere i suoi saperi/poteri a Mefisto (con cui Tex non ha avuto più nulla a che fare e di cui si è completamente dimenticato) e lui è pronto al grande ritorno (n.39) per vendicarsi, vendicare il maestro e la sorella. 

     

    Boselli avrebbe un qualche interesse a scrivere queste storie ?

     

    In ogni caso questa farebbe di Mefisto un nemico ricorrente della nuova serie ma non l'arcinemico di Tex.

     

    Che è da ricercare altrove, per esempio in colui che l'ha iniziato alle arti magiche.  Che riappare tra cento storie. Viene ripreso tra duecento. Ritrona di nuovo nel numero 400. Nel 500 muore, ma cede i suoi poteri a Mefisto. Ecco quello che può succedere per crere una specie di continuity. Do per scontato che questa serie continuerà a vendere. Il numero di paletti e storie da raccontare collegate alla quindicina di storie già raccontate da GLB nei numeri 1 - 12, diluiti su centinaia di storie ancora da raccontare, non dovrebbero rappresentare assolutamente un problema.

     

    Ma Mefisto no. E' l'arcinemico della serie gigante. Non può esserlo della nuova serie. 

     

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