Dix Leroy
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Letto lo speciale come promesso.
Alzo il voto: le storie brevi sul formato 160 pagine mi ricordano tanto i primi Tex degli anni cinquanta
e quindi mi diverto un mondo perché non devo faticare a tenere in mente tante cose come nei
mallopponi o nelle storie fiume in più albi.
Concludo la mia impressione sui disegni. A parte Frisenda, che Tex lo ha già disegnato, tutti
gli autori si sono fatti trovare un poco impreparati.
- Il Tex di Soldi è poco espressivo ma mantiene comunque inalterata la fisionomia nel corso della storia
- Quello di Poli mi convince solo in un paio di vignette (ma la resa della camicia non mi soddisfa proprio)
- Non ho trovato un Tex uguale all'altro nelle 32 pagine disegnate da Bertozzi
(e qualcuno mi dice dove diavolo ho già visto la faccia di Ramse?)
- Ok Zaghi, questo è uno che se volesse disegnare tanto, mi piacerebbe rivedere sul mensile.
Le storie:
- Poco verosimile la prima (Tex è scaltro, almeno quando non fa le piccionate, ma qui non si esagera?)
- Depistante la seconda (bene ha fatto Monni ad anticiparmi il trucco grafico), di quelle però che non
si possono più rileggere proprio perché si basano su un inganno letterario
- Classica la terza ma purtroppo prevedibile (anche nel finale che si scopre che era un racconto attorno al fuoco)
- Una vera "storia breve" l'ultima con il ritorno di Nizzi. Simile a quelle fuori serie pubblicate anni fa su settimanali
non Bonelli per fare conoscere il personaggio a chi credeva non uscisse più o per chi non lo conosce affatto.
I colori: eseguiti dal pur bravo Celestini, un solo uomo ai pennelli (se pur elettronici) non può dare
la varietà di stili a cui le Storie Brevi dei numeri scorsi mi avevano abituato. E la carta è quella opaca del
Color estivo. Non venitemi a dire che il risparmio su collaboratori e sul materiale cartaceo non centra.
Voto complessivo? 7+
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<span style="color:red;">8 minuti fa</span>, ymalpas dice:
Il lettore tradizionale di Tex, alias il lettore che da 70 ANNI legge Tex, chiede di leggere storie di Tex. Non chiede agli autori di OSARE quanto di scrivere come insegna GLB. L'ha fatto molto bene , se non benissimo MAURO BOSELLI, l'ha fatto bene NIZZI, le altre storie non sono storie di TEX. Se la pensate diversamnte non siete lettori di Tex o di quel Tex che è da 70 anni in edicola. Mauro Boselli curatore di Tex, attenzione, le tue storie sono inecceppibili, le altre sai molto bene che non lo sono, con eccezione della storia di Nizzi, pienamente promossa.
Non credo sia lo stato d'animo giusto per mettersi a leggere le collane collaterali al mensile Tex.
Quanto scrivi lo condivido in pieno ma solo sul mensile. Già il Texone era un modo diverso di proporre storie,
(tradizionali nella narrazione ma rivoluzionarie nei disegni) e il maxi doveva essere l'esatto opposto.
Io dai Tex Color invece pretendo delle sorprese, nella narrazione, nell'impostazione delle tavole e
ovviamente nel modo di colorare le vignette. Poi è chiaro che non tutte le ciambelle riescono col buco.
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Oggi devo ritrattare una frase scritta ieri sulla storia "Ucciderò Tex Willer".
La doppia vignetta quasi uguale è un espediente narrativo, magari poco
usato nella nostra collana preferita, ma molto cinematografica.
Leo Ortolani è un asso in questo usando disegni ripetuti con esiti spassosi.
In questo week end mi riprometto di leggerlo per bene e completare
la mia impressione.
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A fronte di una copertina degna di nota, la prima "sfogliata" al nuovo Tex Color non promette tanto bene.
Frisenda può piacere o meno, ma almeno i suoi disegni hanno personalità. I colori non riescono
a nascondere nelle pagine dell'albo vignette legnose e incerte: notate a metà pagina 110 un
Tex identico a come lo disegnava Vincenzo Monti! Roberto Zaghi ha il segno che ho apprezzato di più.
A pagina 64 e a pagina 66 (che quindi si possono sovrapporre e confrontare, la prima vignetta
con il primo piano del protagonista sono praticamente una la fotocopia dell'altra (salvo
la diversa espressione). Ora resta la lettura, che spero porti a un miglior voto complessivo
del volume. Ah, bene all'introduzione vergata personalmente dal curatore.
Per l'odore degli albi: imbustateli prima possibile e si conserverà più a lungo: il mio n. 11
"puzza" ancora di stamperia!
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Arghh… "Il Medaglione Spagnolo" non si tocca: è l'ultimissima storia scritta da G.L. Bonelli!
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Verso la fine del secolo scorso compravo il Tex e lo mettevo direttamente nello scaffale.
Compravo troppe serie a fumetti e le storie del ranger non avevano più lo smalto di un tempo.
Quando mi stufai dei supereroi americani ebbi una montagna di storie arretrate per rifarmi
e non fu neanche necessario correre ai ripari con arretrati, aste, fiere e mercatini per ricomporre la
collezione!
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Eppure c'è stato un periodo in cui pensavo davvero che fosse una palla al piede.
Per fortuna non è più successo e ora in un paio di volte il vecchio cammello è stato
presentato come "il maestro di Tex". Non sai quanto mi ha fatto piacere.
Ma i pards sono quattro: mentre Tex non può starsene alla riserva a poltrire per
ovvi motivi, quando parte per una missione vorrei avere sempre il dubbio su chi lo
accompagnerà.
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Ma a un certo punto i "divertenti siparietti" erano diventati brutti dialoghi in cui la pessima
memoria di Carson serviva a Tex (o a Nizzi) a ripeterci fatti visti nell'albo precedente
o nei casi peggiori poche pagine prima. Inoltre le capacità dell'anziano ranger avevano
subito un calo preoccupante, tanto da chiedersi perché Tex se lo tirasse dietro.
Kit deve solo far finta di essere acciaccato, affamato o stanco (o pessimista).
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Dobbiamo rallegrarci che Claudio abbia voluto e potuto avvicinarsi ancora a Tex.
Non ci saranno tante storie e probabilmente nemmeno capolavori, ma serviranno
all'autore a riconciliarsi con un personaggio che lo aveva ingabbiato e a noi
per riconciliarci con un autore che aveva mostrato troppo le corde.
E' quasi come quando incontriamo un ex-amico e dopo qualche convenevole
non ci ricordiamo neanche più perché avevamo litigato tagliando i ponti!
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Il "cosmo Bonelli", pur non essendo intrecciato come è quello Marvel (DC o Disney)
che piaccia o no, verte completamente su Tex, e non solo a livello economico.
Senza Tex non esisterebbe più la Bonelli, e quando questo accadrà sul serio non
vorrei esserci per assistere!
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Se lo fa volentieri e le storie sono buone io non ho nessuna preclusione.
A me dispiaceva quando era chiaro che non gli piaceva più scrivere.
Ha tenuto duro finché qualcuno di valido ha potuto sostituirlo.
Anche noi abbiamo letto malvolentieri e sopportato, ma alla
fine il mensile è sempre uscito ed era quello l'importante.
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Da sempre io schifo TuttoTex, Tex Nuova Ristampa e recentemente il Tex Classic.
Il buon Sergio ci aveva chiesto di sostenere la Collezione Storica, dicendoci che era solo per 52 settimane.
Io da buon devoto li pres,i anche perché i primi sono i miei preferiti e sognavo da sempre fossero a colori.
Ma ovviamente il mio ultimo acquisto è stato "Union City".
La collezione di Tex è solo il mensile (Texoni, Maxi, Color, Almanacchi, Magazine sono a discrezione).
Quindi statuine, giochi da tavolo, fucili, pantaloni, 45 giri, album di figurine, copertine metalliche, Monopoly...
Ma che ve ne fate?
La scatola di dinamite è carina, c'è la paglia, l'albetto di Uggeri, la prima striscia...
Ho messo dentro "Rio Quemado" e un numero uno che mi avanzava, tanto c'era posto.
E all'opposto: non concepisco sprecare una busta paga per un "La Mano Rossa" spillato.
Ok non ci sono le censure, ma puzzano di capra e non li si può nemmeno sfogliare che vanno in pezzi!
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Allora io ho ricordato come negli anni settanta ottanta mi sentivo oltraggiato dalle pubblicità in quarta di copertina
(che reclamizzavano all'inizio altre testate, poi gadget ispirati a Tex e poi la lusinga del portachiavi per rispondere
al sondaggio!). Lo stato d'animo era esattamente quello di Wasted Years, quindi capisco bene, anche se a guardarle
ora quelle pagine appaiono "classiche".
E poi l'odiosissima pagina interna di fine anni sessanta: per avere la bellissima cartolina di Tex bisognava comprare un
qualsiasi albo Araldo! Allora si che vennero giù parole grosse, e un vero astio verso i vari Mark, Storia del West...
Alla fine però la cartolina l'ho avuta lo stesso ma secoli dopo: venne allegata all'Album di figurine Panini…)
Ce li avete gli albi in cui a tre quarti del volume appaiono 4 pagine a colori che presentano Mister NO?
Ora quei volumi in condizioni integre costicchiano, perché molti le strappavano allegramente:
"Pubblicità a colori che osano interrompere la storia!!!" -
Me ne ero completamente dimenticato che iniziava così!
Le frasi celebri nei vecchi Tex per me significa esclusivamente la rubrica che appariva in seconda di copertina.
Era una raccolta di aforismi (raccattati qua e la probabilmente da Sergio Bonelli stesso) e per me a volte era
un momento di riflessione, a volte di indifferenza, e quando ne trovavo di già visti anche di insofferenza.
Molto meglio (come già scrissi) la rubrica che ne prese il posto ovvero "Nel West dicevano così" dove le
traduzioni dei modi di dire dei rudi cowboys erano scritte con humor e stile.
Seguì poi la un po' noiosa e mai completata "Foto di Famiglia" che ebbe una raccolta neppure troppo
fatta bene a corredo del n. 400.
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Non sono d'accordo. Se sai come prenderlo, "Barbanera" può tornare anche utile. Ma fidarsi di lui, assolutamente MAI!
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Adesso cambio discorso e la finiamo, visto che non avrò i miei Tex in formato ebook.
Signor Borden, l'hanno mai interpellato per curare o supervisionare la versione motioncomic di Tex?
Qualche anno fa al sabato su Rai4 avevano fatto le prime puntate di "Orfani" (Yawnnn… anche se mi sono
rotto presto perché il soggetto si prestava poco e il fumetto originale non mi ha appassionato per nulla).
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Ehi! Ehi! Avevo detto che non ne parlavamo più!
Scherzo ovviamente, sono contento che ci siano stati altri interventi.
Non sono certo un esperto di carta e cartone, la mia era solo una idea che mi frulla ogni tanto.
Però non potete dire che la carta usata per la Collezione storica a colori di Repubblica era scarsa e
l'inchiostro non vi aderiva! E' vero che è troppo bianca e i colori appaiono smorzati rispetto ad
altri libri a colori, ma è indubbio che è molto sottile e per nulla trasparente.
E se fossi uno importante (Borden è un curatore/sceneggiatore quindi come scrive non è affar suo),
domanderei ai fornitori se esiste una carta con elementi "prismatici" in modo che risulti
impossibile da scansionare: magari esiste e non costa neanche così tanto se acquistata in stock...
Ostinarsi a non voler affiancare al fumetto stampato la sua copia digitale per me è anacronistico.
Se compro un disco in vinile all'interno quasi sempre trovo un bigliettino per scaricare dal sito ufficiale
gli mp3 a buon livello e rimanendo sulla musica l'unico rimedio ai bootleg è sempre stato l'album dal vivo.
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Finisco qui il discorso.
Grazie per l'attenzione.
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Ho riletto il mio post e (io) non ho trovato nulla di poco chiaro, quindi dovrò ripetermi!
IO ho poco posto in casa e IO ho dovuto rinunciare ad altri fumetti per Tex. Fra non molto IO dovrò rinunciare ai nuovi
Tex per non buttare quelli vecchi. E' un MIO problema! Magari non sono il solo però...
Allora mi domandavo se, dopo secoli che la Bonelli (in genere, ma ci sono state eccezioni) stampa su carta molto spessa,
non fosse arrivato il momento di cambiare supporto (cartaceo) in modo da mantenere intatto il numero
delle pagine. Sergio non lo voleva perché c'era una tradizione da mantenere: lo aveva scritto
quando, con il cambio di tipografia, si scusò se per un albo o due il Tex sembrava stretto e "diverso".
Meno spazio occupa un albo, più ce ne stanno negli scaffali.
La versione (anche) digitale: non significa eliminare le tradizionali copie cartacee, ma sarebbe un nuovo servizio
che altri periodici, quotidiani e libri forniscono già da qualche mese, fuori dal vecchio West...
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E allora mi spiego meglio:
a quando una versione (anche) digitale del Tex Mensile?
Se non c'è la volontà di stampare i fumetti su carta più sottile (e io ho visto che è possibile)
dovrò buttare quelli vecchi per far posto alle nuove uscite.
Capite anche voi che per un vecchio nostalgico è molto difficile separarsi da albi gialli, logori, letti e riletti.
Ummh… forse dal 401 in poi non è che li ho riletti così tante volte...
p.s.
Appena controllato, se volete fatelo anche voi: prendete le prime 114 pagine di un qualsiasi
Tex Collezione storica a colori di Repubblica e confrontatelo con lo spessore di Tex 685
quello in bianco e nero è spesso il doppio (decimo di millimetro più, decimo in meno).
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A questo punto me ne devo uscire con una richiesta assurda per i più, ma pensateci un secondo anche voi
e ditemi il vostro parere.
Mese dopo mese il limite massimo di capienza per la mia collezione di Tex si avvicina.
Penso che ogni appassionato sia arrivato a pensare "arrivato al 700 smetto" perchè
non so più dove metterli!".
Durante i tanti anni di uscita dei fumetti Bonelli è accaduto che per carenza di carta, gli
albi venissero stampati con carta più sottile e durante un viaggio ho comprato un albo
di Tex in turco stampato su una patinata leggerissima che rendeva l'albo di spessore almeno
la metà di quello a cui siamo abituati.
E poi c'è la questione della versione digitale, che ancora non si vede all'orizzonte.
Insomma, avete capito dove sto andando a parare... -
Basterebbe leggere Tex e cercare di essere come lui.
Volete mettere come sarebbe meglio il mondo?
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Ci sarà sempre qualcuno invidioso di quello che facciamo.
Non avrebbero avuto l'occasione e se fosse successo chissà cosa sarebbe successo.
Borden ha avuto la fortuna di essere al posto giusto al momento giusto, ma ha sgobbato
parecchio per arrivare in cima e in più aveva la stoffa.
Solo a pensare cosa sarebbe il fumetto in Italia senza o se non ci fosse
stata la Bonelli mi viene da piangere (e vedere uno come me piangere
è raro e anche brutto da vedere).
Guarda avanti Borden e lascia perdere anche gli ex amici.
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Io invece mi devo astenere.
Troppo forte è la tentazione di "curiosare" nel prossimo albo, mentre capisco le esigenze di
"bottega", nel far spazio nell'albo alle altre proposte editoriali (che però rendono l'albo un
prodotto del suo tempo invece che un piccolo "libro a fumetti").
La pagina che cura Frediani mi piacerebbe fosse un "making of" con curiosità sulla genesi
della storia particolari sulla realizzazione dei disegni, ma so di chiedere troppo e mi accontento
della vetrina sulle iniziative texiane, d'altra parte è così che segnalo all'edicolante cosa mi serve
mi tenga da parte!
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About Kit Willer
in I personaggi
Pubblicato · Modificato da Dix Leroy
Ci vorrebbe una idea geniale, non per far sparire il giovane Willer, ma per dargli
una marcia in più. La ricerca di essere tale e quale al padre è persa in partenza,
quindi deve trovare un modo per differenziarsi ed eccellere in cose in cui il padre
per indole, anagrafe e carattere non può competere.
Quella che compie è la stessa strada di colui che prosegue l'attività del padre
(sia un negoziante, un imprenditore, uno sportivo), il paragone con il genitore può
essere l'aiuto per iniziare e poi l'ostacolo per il proseguo.
La storia dove perde la memoria doveva essere l'inizio per intraprendere una
nuova strada (poteva anche diventare un nuovo avversario!), ma si è preferito
farlo rientrare presto nei ranghi, confinandolo nel ruolo di un eterno "quarto".
Rimprovero a Tex di non aver insistito per farlo studiare: un avvocato nella
riserva navajo avrebbe potuto sistemare le beghe, poi risolte da Aquila della
Notte con le sue "bravate" contro l'esercito?