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Dix Leroy

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  1. Comprate questa sera sia la collana Vindex (1 e 2) sia la collana Aquila (solo n.1). Due prodotti molto diversi pur se con dimensioni simili (ma non uguali!) Liquido subito quella di Zagor che è in linea con le due precedenti collane, seppur i disegni stavolta un gradino sotto. La nuova collana a striscia di Tex è realizzata molto bene, sulla falsariga di quella edita nelle prime uscite dell'anastatica, ma con carta e copertina di tutt'altra qualità. Un piacere da tenere in mano e sfogliare, ma l'aspetto "vintage", almeno nel progetto grafico è del tutto assente (se non nei disegni di Torricelli, che però stavolta appaiono con più personalità e meno "ricopiati" da Galep. Per la storia preferisco aspettare qualche altro albo, ma l'atmosfera che si respira è molto, molto vicina ai fumetti che a me piace leggere. Ovviamente, come da molti ricordato tutto si riduce a uno sfizio per chi se lo può permettere e sinceramente non me la sento di invitare gli amici del forum di preferire queste strisce agli albi da edicola. In fumetteria mi hanno detto che ci sono altri acquirenti e che a loro la cosa piace anche.
  2. Dix Leroy

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    Storia del West di Gino D'Antonio. Non occorre fare il giro del mondo per trovare autori che in 100 pagine sapevano raccontare una storia completa con i suoi tempi e il suo ritmo e anche le esigenze editoriali (tranne le scadenze, visto che per 75 uscite ci mise quasi quindici anni). Oppure prendete Watchmen (la serie originale): racconta un universo alternativo mai visto prima e presenta una marea di personaggi. Il libro che raccoglie i 12 episodi è più corto di un MaxiTex qualunque.
  3. Dix Leroy

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    E' che nel corso degli anni i lettori (e gli sceneggiatori) si sono abitati a "star larghi". Forse gli unici a pensarla diversamente sono i disegnatori, ma anche qui, se non sei proprio fisso in una testata ben venga una sola storia che dà un guadagno a lungo termine (e meno ricerche da svolgere). Ma io da vecchio cultore degli anni cinquanta alle vicende fiume non mi sono mai abituato, se non per grandi occasioni come "Tra due bandiere" o "Il ritorno di Montales", che non sono certo tra le più lunghe della saga.
  4. Dix Leroy

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    Nel 2024 questo è ciò che cerco da Tex. Storie di un albo: se dimenticabili andrà meglio la prossima, se era un capolavoro se ne potrà fare un seguito o raccontarne il prologo se necessario.
  5. E se questo fosse il futuro prospettato negli alti piani? Pur avendo smesso la collezione di Tex, in pochi mesi mi scuciranno quasi metà della somma che spendevo annualmente per il mensile. Il fatto è che avendo pochi albi di piccolo formato e con una storia (spero) semplice e avvincente li avrò spesi volentieri! E neanche mi sento "truffato", tanto da prendere pure quella di Zagor...
  6. L'estate è il periodo perfetto per inondare di speciali le edicole (specie quelle delle località di villeggiatura), non certo per andare a complicare la vita delle fumetterie (che almeno qui in agosto chiudono per ferie...) e dei suoi occasionali clienti che sono i lettori di Tex e Zagor. Ma se non ricordo male poi in autunno escono i "pack" con le strisce raccolte in cellophane, quindi la cosa si risanerà. Se siamo alla terza collana di Zagor tanto male 'sta roba non va.
  7. Dix Leroy

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Ticci non è un lavoratore qualsiasi e neanche un disegnatore qualsiasi. Ebbe la possibilità di lavorare per l'America, ma a un certo punto firmò per Bonelli e finì presto a disegnare in esclusiva per Tex, diventando uno dei maggiori artefici del successo del personaggio. Bravura, carattere, un pizzico di sperimentazione, sicuramente consegne puntuali (con aiuto di amici e parenti). Logico che a un certo punto abbia strappato condizioni economiche a lui vantaggiose. Ma tutti i lavoratori suoi coetanei (lasciate perdere politici e industriali che sulla poltrona di casa casa morirebbero per la mancanza del potere), o almeno quelli che il Signore ha tenuto in buona salute, neanche ricordano più l'ultimo giorno che timbrarono un cartellino. Piacere nel disegnare? Forse. Una pensione da fame se la richiedesse? Molto probabilmente. Un libero professionista o guadagna moltissimo, per cui l'inps servirebbe a poco, o è costretto a lavorare finché la salute glielo concede.
  8. Dix Leroy

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Nizzi ha scritto una storia col pilota automatico perché da anni non ama scrivere Tex. Ticci ha mosso critiche alla storia ma l'ha portata a termine pur con problemi di salute. Boselli ha dovuto far uscire la storia perché l'unico valore sono i disegni di Ticci. Il lavoro era pronto, è stato pagato e occorre rientrare delle spese, a carico dei lettori, ampiamente avvertiti per tempo. Un bel problema per il criticone che vuole indicare a tutti i costi un colpevole, diciamo che è un concorso di colpa.
  9. Pur sostenendo l'iniziativa (perché A ME piacciono le strisce e alcune volte per averne originali mi è toccato spendere), come per altre edizioni più o meno lussuose e più o meno introvabili, mi associo a Diablero per chiedere anche per questa storia una riproposizione (nei tempi adatti e nella collana più consona) da edicola. Stiamo aspettando ancora "Il ponte minato", mentre le nuove strisce di Zagor hanno già avuto la loro "edizione economica".
  10. Dix Leroy

    [765/766] La collera di Falco Giallo

    Non penso sia mai successo, almeno nelle anteprime texiane. Speriamo non siano andate perse...
  11. Non sono del tutto d'accordo. Ho avuto insegnanti che avevano una grande cultura, ma non sapevano trasmettermela, mentre ho avuto alcuni amici che sono andati a scuola meno di me che è un piacere sentir parlare, magari anche di sciocchezze. Non disprezzo la cultura, ma se fosse così ogni scienziato sarebbe un grande scrittore. Ci vuole mestiere ma soprattutto doti innate, che mille libri letti non sapranno insegnare. Penso che tra gli scrittori moderni e Bonelli ci sia un abisso di sapere, eppure Gianluigi, forte del suo viaggiare, dei suoi libri letti e delle ore passate a tirar pugni o tirare al piattello li batte ugualmente.
  12. E per me non basta neppure possedere una vasta cultura. Tante belle storie bonelliane non si basano su fatti fondati o documentati, ma vengono raccontati così bene che ai lettori non importa nulla e si fanno coinvolgere dal racconto. Talvolta ci sono svarioni, sviste, o veri e propri errori, che vengono fuori solo a un attento esame. Come per chi sa davvero raccontare le barzellette, che spesso sono soltanto sciocchezze, ma sei stato cinque minuti in sua balìa e ti sganasci ugualmente o forse proprio per questo.
  13. Dix Leroy

    [Tex Willer N.67/70] El Diablo

    Questa cosa era già risaputa. Il Tex delle serie ora in edicola sono in continuità, sono le storie vecchie ad appartenere a un altro "universo". Resta solo da capire da quando comincia l'attuale Tex e quale periodo è sostanzialmente "scritto male" o "non del tutto canonico". Per partito preso ho sempre pensato che la serie "classica" terminasse col 300, ma visto che Galep ha copertinato fino al 400 resto col dubbio.
  14. Vi faccio questa semplice osservazione. Quando imparai a leggere mi resi conto che il mondo era pieno di cose scritte: cartelli, manifesti, campanelli, etichette, scatole... Un giorno ero in autobus e rimasi sconvolto da una targhetta di alluminio dove c'era scritto "VIETATO SPUTARE" e lo ritenni un avviso inutile e assurdo: ma a chi cavolo viene in mente di sputare dentro l'autobus? Ma mi si fece notare che qualche vecchiaccio che a me sembrava masticasse la gomma del ponte in realtà teneva in bocca del tabacco, e ogni tanto, magari senza farsi vedere se ne liberava. Oggi vedo i calciatori (e anche qualche calciatrici) che stanno sempre a sgaracchiare per terra e ovviamente i giovani li imitano. Se venissimo portati nell'antica Roma o nell'antica Grecia dopo mezz'ora cercheremmo l'uscita perché chissà che abitudini avevano (e non erano certo barbari). Stesso dicasi per il selvaggio West. Il senso del pudore e della vergogna va e viene e sicuramente cambia (in meglio ma molto spesso in peggio) con rapidità stupefacente.
  15. E' più facile ricordare la fase editoriale che abbiamo vissuto, rispetto ai fatti storici in cui non c'eravamo. Mio padre cominciò la raccolta nei primi anni sessanta, consigliato dall'edicolante a collezionare la "Tre Stelle", all'epoca chiamata l'edizione definitiva. Si veniva ad accontentare la richiesta pressante dei primi volumi, già difficili da trovare anche in ristampa, specie fuori Lombardia. Il successo pieno di Tex è da trovarsi qui. La reputazione certo se l'era creata con le strisce, che però avevano stancato per i problemi già elencati dagli altri pard nei giorni scorsi. Tanti compravano e leggevano il Tex, ma gran pochi lo collezionavano.
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