Jump to content
TWF - Tex Willer Forum

Dix Leroy

Ranchero
  • Posts

    1,718
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    54

Dix Leroy last won the day on October 20

Dix Leroy had the most liked content!

1 Follower

About Dix Leroy

  • Birthday October 25

Me and Tex

  • Number of the first Tex I've read
    724
  • Favorite Pard
    Tex
  • Favorite character
    Dinamite

Recent Profile Visitors

21,251 profile views

Dix Leroy's Achievements

Veteran

Veteran (13/14)

  • Dedicated
  • Week One Done
  • One Month Later
  • One Year In
  • Very Popular Rare

Recent Badges

395

Reputation

5

Community Answers

  1. Anche io leggo Cossu con piacere, ma a molti fa storcere il naso. Il suo Carson in effetti sembra molto anziano rispetto ad altri autori. La "legnosità" e la difficoltà nelle scene d'azione sono risapute, però è certosino, soprattutto negli ambienti, pulito e preciso.
  2. Il fatto è che come successe per il già citato Diso, ma mi viene in mente anche Repetto, ci sono dei disegnatori che hanno lavorato molto per Tex ma praticamente mai sono apparsi sul mensile (o molto di rado), perché ritenuti poco adatti. Le loro doti erano altre: continuità e velocità che garantiscono l'uscita regolare degli albi fuori collana. Cossu, che piaccia o meno ha fatto moltissimi maxi, quindi lo considero il disegnatore tipo. Poi che a te piaccia comprare un volumone (ogni volta più costoso) con dentro più storie non lo discuto, ma se guardi il motivo per cui questa collana venne varata si tratta quasi di una contraddizione. E' come comprare un Texone e trovare all'interno delle storie brevi (da color autunnale). Per principio io mal sopporto le storie lunghe (a un certo punto mi vanno a nausea, mi stanco a star seduto per ore e molte volte nemmeno mi ricordo più com'era iniziata, specie se devo interrompere la lettura), ma una vicenda fiume raggruppata in un solo "balenottero" mi aggrada di più che spalmata per mesi sul mensile.
  3. Dopo il pensionamento di Diso é tempo di pensare al Maxi come a un appuntamento annuale, come era all'inizio. Una storia lunga tre albi normali come bonus autunnale, quando si preferisce stare a casa al calduccio e non si è ancora pensato alle strenne natalizie. Come Scascitelli col bis estivo, mettiamo Cossu fisso su questa collana e tutti sono contenti. Le storielle non indimenticabili vanno inserite nel Magazine o ravvivate da tinte vivaci nel Color.
  4. Secondo me chi colora le copertine di Zagor non è quello assegnato a Tex. Sono poche le cose che me lo fanno dire, spero di non essere smentito. In caso contrario vuol dire che è capace di dare una "personalità" diversa a seconda della collana. Per chiudere la questione colore copertine (da parte mia, ovviamente) credo che rispetto al passato le copertine di Tex si siano molto evolute nel tempo. Esperimenti e modi diversi di affrontare il colore lo vediamo nel Tex Willer o nei tanti collaterali. Per vedere un Villa come piacerebbe a tutti abbiamo i ColorTex estivi e le occasioni speciali, non ci possiamo lamentare troppo.
  5. Le copertine di Tex mensile hanno un dono oggi come ieri: non ho mai perso più di due secondi a individuarle nella rivendita, in qualsiasi rivendita. In passato certo potevo sbagliare e trovare prima un Tre Stelle invece che l'inedito. I rifacimenti per la Tutto e la NR sono molto peggio e anche quelle le vedo subito ma per evitarle. Praticamente mai ho confuso uno Zagor con un Tex (al massimo si poteva confondere un Mister No con un Zagor, ma quando erano entrambi copertinati da Ferri).
  6. Bello, grazie. Ho fatto ricerche anche io e certo occorreva qualcosa che smuovesse la tecnologia, altrimenti a tutti fa comodo vivere e lavorare in comodità (anche adesso!) Quando per un po' ho dovuto adoperare retini meccanici (non per realizzare fumetti ma ahimè cataloghi per imprese funebri), cercare di assemblare fondini in vari colori e percentuali o semplicemente aggiungere un'ombra a un titolo era una esperienza da una parte elettrizzante e dall'altra dispendiosa in termini di tempo, materiale e strategia. Quello che oggi si fa in pochi click una volta era frutto di ore, con passaggi (anche 12 esposizioni) in camera oscura con un bel po' di ragionamenti prima per evitare di trovarsi con un risultato completamente sbagliato. Ero giovane allora ma anche chi aveva più esperienza di me spesso si trovava in difficoltà. La carta dei fumetti americani era terribile (i nostri Topolino e i fumetti Corno erano nettamente stampati meglio e su carta migliore) e anche quando i fumetti erano diventati una industria e non solo un modo per non tener ferme le rotative dei quotidiani durante il giorno non si faceva quasi nulla per fare in modo che i lettori non perdessero le diottrie tra scritte e tratti sbiaditi e colori fuori posto di millimetri! Un giorno qualcuno ebbe la brillante idea di realizzare una storia di Topolino ispirata al film "Casablanca", colorando la storia in variazioni di grigio ma usando tutti i colori per aumentare la resa estetica: non c'era una pagina uguale all'altra, qualcuna tendeva al viola, molte erano sul verdastro, altre quasi paonazze. Non ricordo se era ancora il periodo Mondadori o c'era già la Walt Disney Italia, fatto sta che il risultato era imbarazzante. Qualcosa di molto simile successe nei primi albi di Hulk in Usa qualche decennio prima: non si riusciva mai a bilanciare il tono di grigio ipotizzato, tanto che si ripiegò nel tingerlo di un bel verde. E quello lo rese leggenda. I nostri fogli di retini meccanici (religiosamente conservati in quelle cartelline bianche ondulate usate anche dagli scolari per i loro album da disegno) partivano dal 10% fino al 90% quindi con scarto del 10%. Si trattava di valori negativi: se volevo un 20% finale dovevo prendere il foglio con l'80%. Quelli bravi, giocando sul tempo di esposizione dello "scatto" riuscivano a realizzare un 15% o un 23/24%, ma in genere in questa fase di lavorazione si tendeva a essere quanto più precisi possibile. Ci pensavano poi i colleghi in fase di lastra o di stampa a combinarne letteralmente di tutti i colori.
  7. Ecco, queste illustrazioni che posti sono qualcosa di completamente diverso. Qui di base non c'è un disegno a china, siamo in presenza di quadro!
  8. Allora ritiro quanto ho detto rispetto alle scansioni di Villa (che a differenza di quanto sapevo consegna in redazione la tavola in bianco e nero e la fotocopia colorata): il grafico scansionerà il bianco e nero e poi pazientemente si metteranno a rifare la colorazione in digitale. Che poi si stravolga tutto per ordini superiori non è dato sapere, magari c'è già una serie di istruzioni a cui attenersi, di sicuro la camicia tutta gialla. Per la stampa a colori, tranne rari casi (tipo le copertine della collezione storica Repubblica in cui il blu e il titolo in argento erano a parte) viviamo ancora nella fase a quattro inchiostri. Soltanto la precisione di registro e tenuta delle sfumature è migliorata rispetto allo scorso secolo, oltre che alla definizione e qualità costante delle incisioni su lastra di alluminio anodizzato rispetto ai cliché in magnesio o le care vecchie pellicole. Che la copertina di Tex non attiri più il lettore occasionale posso essere d'accordo, ma per i vecchietti (come anch'io mi reputo) è molto comodo andare in edicola e puntare su quella specifica selezione di tinte, loghi e mi permetto anche stile nei titoli. Io vado (andavo) sempre a colpo sicuro e quasi mai ho adocchiato per sbaglio un TuttoTex o una Nuova Ristampa confondendoli con l'inedito. Quando compravo anche Dragonero dovevo invece perderci un po' più di tempo: dovevo cercare un logo sempre in color pastello o comunque chiaro con attorno una confusione totale di disegni piccoli e colori sbiaditi. Che l'epicità delle prime copertine sia dovuto alla nostra passione giovanile questo non posso affermarlo. A me rimangono tutte nel cuore almeno fino ai primi 199 albi (il 200 non è mai piaciuto). Chiediamo aiuto ai lettori più, giovani che sapranno dare un giudizio obiettivo. Sapendo che tante sono state ricalcate da manifesti cinematografici e copertine di romanz,i oltre che da vecchi albi d'oro un po' di magia si è persa... L'originale in bianco e nero (ma per me anche la fotocopia colorata a mano dal maestro) è arte commissionata. La copertina che avvolge l'albo... è una copertina!
  9. La frase riguardava il fatto che le scansioni che fa Claudio risultano molto più rosse di quanto appaia il disegno originale. Quello che a noi piace (la scansione) potrebbe essere ancora migliore rispetto al lavoro fatto con pastelli (o pennarelli). Se invece di colorare una fotocopia Claudio colorasse un supporto trasparente (un lucido o altro materiale che gli permetta di vedere sotto il disegno a china, questo potrebbe essere scansionato (con un apparecchio migliore) ed essere usato per la riproduzione. Ma il fatto resta che quella fotocopia colorata serve solo da indicazione (di massima) per l'addetto alla colorazione digitale. Per me le copertine colorate dei ColorTex estivi sono bellissime (anche se si discostano nettamente dallo stile della gigante), quindi volendo si potrebbe far tutto... Secondo me Villa propone ma non dispone. La storia è piena di capolavori che il mittente ha fatto modificare a dispetto delle volontà dell'autore. Molte volte se l'autore si impunta (anche Lucio Dalla) magari non riceverà il successo che avrebbe avuto la versione modificata...
  10. Invito a chi compra anche altre testate Bonelli o simili a fare un paio di esperimenti (poi direte se cambierete idea o meno) A) disponete una dozzina di albi e collocateli su un ripiano verticale, meglio se leggermente sovrapposti a simulare come sono in edicola, ponete una persona di vostra fiducia ma estranea al collezionismo e a Tex di indicarvi entro un paio di secondi l'albo che più ha colpito la sua attenzione. Se è una persona paziente chiedetegli di mischiare l'ordine degli albi e poi con la stessa tecnica verificate voi stessi quanto ci mettete a trovare le copertine di Tex. Ho fatto anche quest'altra prova: rimpicciolendo il più possibile il layout di questa pagina e senza pregiudizio, mi sono dato un solo secondo per decidere quale delle due versioni (originale di Villa e versione edicola) colpiva la mia attenzione. Solo in un paio di casi i colori di Villa "bucano", almeno per quanto mi riguarda, ma la discriminante è che solo in una versione appare il logo e il titolo, che hanno la loro importanza nella costruzione della copertina finale. Le copertine non sono "arte", o meglio lo sono finché vengono impiegate per lo scopo per cui sono commissionate. Lo sbaglio di Villa (probabilmente la colorazione digitale non gli è congeniale) è scansionare il disegno già colorato. Poi non capisco come faccia per decenni a tenere lo stesso scanner, visto che a ogni cambio di computer (e non resistono più così a lungo) i driver per le vecchie periferiche o non funzionano più o non si trovano aggiornamenti...
  11. Claudio dovrebbe mettersi d'impegno, prendere il suo disegno e scansionarlo. Poi fare un nuovo livello e mettersi di buzzo buono e colorarlo (ovviamente alla sua maniera) ma in ambiente digitale. Non so se ne valga la pena, visto che poi il benestare finale a quanto pare non spetta a lui. Di sicuro è molto più semplice per i coloristi partire da zero (magari seguendo alla lettera le sue indicazioni) per poi sorbirsi le modifiche del responsabile dell'ufficio grafico che ovviamente sembra avere l'ultima parola. Come ho letto la redazione non si permette di far modifiche allo stile o al disegno (e a volte manda in edicola vignette o disegni semplicemente non riusciti) a quanto pare ha libero arbitrio su come devono essere i colori. Alle volte fanno bene, altre volte no.
  12. Sono anche io sensibile a questo argomento (visto che una volta mi piaceva disegnare, seppur non colorare), a primo avviso posso dire che a volte la versione di Villa è più piacevole, mentre altre volte condivido le modifiche fatte in redazione. Già detto più volte che la camicia gialla uniforme di Tex è quel segnale luminoso che permette al lettore di individuare immediatamente l'albo in edicola, mentre i pantaloni di Carson o la camicia di Piccolo Falco sono chiodi fissi di entrambi i realizzatori (Claudio ha deciso di cambiare "uniforme" ai vari pards, mentre l'editore è irremovibile nel mantenere i colori "istituzionali"). I cieli di Villa fanno sembrare la copertina del mensile come un TexColor e quindi potrebbe far nascere confusione. Divertente il fatto che spesso il disegno viene ambientato di giorno e la copertina finale invece di notte, oppure il tramonto si tramuta in alba...
  13. In realtà è una 128 berlina verde del '74! Mi piacerebbe potermi vantare, ma la dura realtà è che sei anni fa l'ho venduta, prima che cominciasse a perdere i pezzi per strada, ma da quel che so è stata restaurata e gira ancora! Ora ho un'altra simpatica vettura, andata fuori di produzione proprio dal 2025 e da quel che sento comincia a essere un pezzo da collezione tra gli appassionati di utilitarie giapponesi.
  14. Intanto un grazie a ymalpas per il titanico sforzo. La fascia 700- è stata quella che mi ha fatto smettere di comprare Tex. Di per sé è un risultato importante, ma non è tutta colpa di questa testata e dei suoi autori. Tutto intorno si è formato qualcosa di ingestibile, che ogni settimana mi portava a entrare in edicola e comprare un inedito che poi non mi interessava più leggere, lasciando perdere le iniziative di marketing, i "fuori serie", i cartonati "imperdibili", le patacche e il cofanetto per metterle via e non pensarci più. Narrativamente ammetto che ci sono stati periodi molto peggiori, che avvenivano in un periodo in cui comunque compravo e non leggevo, ma la pila di "giornaletti ancora da leggere" era molto meno ingombrante e metteva meno soggezione. Il titolo che per me simboleggia questo periodo texiano è senza dubbio "Sulla cattiva strada". Forse la copertina che mi piace meno è proprio la 701, mentre scorrendo questa pagina sono visivamente attratto sempre da quelle monocromatiche con i personaggi in primo piano eppure l'ultima è comunque molto suggestiva. L'ultima che ho letto davvero è quella del ritorno della Montoya (letta in attesa della revisione dell'auto), ma delle altre proprio non ho che un flebile e annoiato ricordo.
  15. Devi tener presente una cosa: La TuttoTex, la nuova ristampa, il TreStelle sono edizioni che partono da disegni originali oppure fotocopie di redazione per apporre migliorie o correzioni. Soltanto da qualche decennio le ristampe provengono dallo stesso file digitale servito a realizzare il mensile inedito (con perdita di qualità prossima allo zero). La ristampa anastatica ha come originale di partenza una copia da edicola, proveniente da una o più collezioni conservate probabilmente bene, ma che presentano tutte le imperfezioni dovute ai vecchi processi di stampa, all'usura dell'albo, all'invecchiamento di carta e inchiostro. Per fare un esempio pratico è come comparare un cd a una copia in cassetta (ma registrata da un trentatregiri in vinile): ha le stesse canzoni, ma dietro c'è una storia completamente diversa.
×
×
  • Create New...

Important Information

Terms of Use - Privacy Policy - We have placed cookies on your device to help make this website better. You can adjust your cookie settings, otherwise we'll assume you're okay to continue.