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Dix Leroy

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  1. Si preannuncia una storia che sarà difficile lasciare in edicola nel suo proseguo. Al contrario della precedente (che ancora non ho la forza di cominciare ed ero tornato in edicola apposta!) un grande ritmo con sole sette pagine di ambientazione che spiegano tutto quel che c'è da sapere al momento, con i dialoghi (finalmente!) tipici di un bel film western e non di un mattone per letterati. A pagina 8 per Tex e Carson è ora di rimettersi in azione, dato che comunque già avevano "lavorato" prima che noi lettori fossimo invitati alla fiesta. Disegni mostruosi in senso buono, con una definizione nei particolari anche quando i personaggi sono raffigurati da lontano, quasi da osservare con lente di ingrandimento, dando anche lustro alla qualità di stampa, a volte vituperata e invece mai così netta come in questi ultimi tempi. Stona il fazzoletto nero di Carson, che non ne indossa uno da quando ai pennelli c'era Giolitti. Un grazie infine a Gianfranco, per questo ultimo regalo: mi impegno a acquistare anche questi albi, in suo onore. Non tanto convinto della copertina del 777, con tronchi e rami degli alberi sistemati "apposta" per mostrare i pards come in una vecchia cornice per fotografie, ma stavolta riconosco di essere troppo schizzinoso.
  2. Una bella copertina, una storia sensata e divertente da leggere, bei disegni e bei colori. Una volta non ci serviva altro e con un po' di impegno potrebbero riuscire anche a farlo.
  3. Continueranno a chiederci 6 euro, fino al prossimo aumento!
  4. Mettiamo nell'equazione che anche la Rotolito S.p.A. non è certo la Zecca dello Stato. Può essere che la "colpa" sia imputabile proprio a loro: per assicurare una qualità costante di tutte le copie si preferisce aumentare il contrasto delle immagini piuttosto che cercare la vana perfezione rispetto all'originale (che comunque non hanno disponibile durante la stampa).
  5. C'è un chiaro intento di contrastare l'immagine ed è voluto. E' una scelta precisa non dovuta a limitazioni del sistema di stampa. Si può mandare in edicola una immagine quasi identica all'originale, ma si preferisce scurire le zone scure e schiarire le zone chiare.Il risultato (comparando l'originale) è un bel pugno nell'occhio.
  6. Carabinieri, altrimenti se la prendono. Comunque anche in Don Matteo, da un paio di stagioni il protagonista non c'è più, e successe anche nella serie dell'Ispettore Tibbs. A volte basta che i casi siano risolti, importa meno da chi.
  7. Il primo bozzetto, senza ombra di dubbio. Spero venga recuperato in altra occasione. La seconda scelta come dice Dario fa pensare a Kit Willer con Tex e Carson. Ancora una volta la moderna caratterizzazione grafica di Arkansas Joe crea problemi. Il bozzetto poi scelto è un bel disegno, ma non è una copertina efficace.
  8. I collezionisti vivono varie fasi e non tutti pensano alla stessa maniera. A me gli spillati in prima stampa ammuffiti, di varie dimensioni e che neanche vanno toccati altrimenti si sbriciolano fanno una pena immensa. A metà anni ottanta riempivo i buchi in collezione di TuttoTex perché consideravo i Tre Stelle come "farlocchi". Poi ho sostituito tutto con ristampe anni settanta "messi bene".
  9. Ho provveduto a "seccare" i dialoghi delle prime due pagine, sulla base dei fumetti che leggo abitualmente. E ancora così è troppo verboso. "Sulle tracce dei rapitori del figlio di un senatore, Tex e Carson giungono a Los Angeles, da dove è partita la lettera che conteneva il lobo del ragazzo. Sventando una rapina, scoprono che gli aggressori appartengono alla medesima banda. Intanto a San Francisco, il detective Rick Master assiste due clienti: Miss Dutton, a cui hanno rapito il fidanzato e Ming Long, capo di una tong, organizzazione che però gli ha rapito la figlia. Sul corpo del sicario ucciso Tex scopre un indizio che lo porta in una rinomata sartoria della città… “Ecco… aveva uno sguardo come il vostro….” “Gran Putifarre, questo ci paragona a…” “Fa’ silenzio! E non li avete più visti? Pensateci bene!” “Purtroppo no, non erano di Frisco” “Al diavolo… era la nostra unica traccia” “Io… credo che uno di loro portasse le nostre giacche” “Ne sei sicuro, ragazzo?” “SIcuro? Sono solo il garzone, ma conosco quello che vendiamo!” “E dove l’hai vista?” “Ho fatto un paio di visite al “Four Aces”, l’ho vista lì!” “Che diavolo ci facevi in quel postaccio? Ecco perché dormi sul lavoro!” “V…Vede Mister Nicoll, laggiù lavora una ragazza che…” “Lascia perdere Jim, e dimmi di quell’uomo!” “E’ un gambler! Non conosco il suo nome ma lo trovate sempre là!” E i disegni sarebbero più valorizzati, comunque un paio di vignette le avrei tolte.
  10. Un paio di settimane fa ho COMPRATO il mensile di Tex: non è un evento perché l'ho fatto regolarmente per quarant'anni, ma effettivamente era un po' che non succedeva. Dopo qualche giorno lo scrittore della storia (comprensibilmente curioso di ricevere quello che oggi si definisce "feedback") si è un po' lamentato di non aver ricevuto abbastanza commenti positivi (anche se io non ne ho visto proprio nessuno negativo). In effetti se persino io ho preso il fumetto era auspicabile che la sezione dedicata si riempisse presto di pareri e giudizi rispetto alle storie precedenti. Ebbene ho preso in mano il fumetto e ho provato a cominciare l'avventura... e dopo una ventina di pagine già mi ero distratto! Fin da subito ho cominciato a contare le vignette di troppo, le scene che potevano essere interrotte, immaginare una didascalia che riassumesse la sequenza... Eppure tutto si era svolto in un numero di pagine oggettivamente corretto! Ammetto di non andare "al ritmo" del Tex di oggi, neanche quando mi impegno e vorrei "starci dentro".
  11. Hai detto niente, in sette righe rivolti Tex come un guanto, rispetto a come esce oggi!
  12. Il problema del classic (ovviamente per uno che non conosce la storia della pubblicazione) è la perenne scritta "continua" al piede di pagina 67. Si rende conto di assistere a una "telenovela avventurosa" ed è facile che desista, a meno che lo stile desueto, la forma del lettering incostante e la colorazione piatta e noiosa non facciano scattare una scintilla di passione. Il "lettore occasionale" (probabilmente oggi estinto) credo sarebbe più attratto dal nuovo corso del Classic Zagor.
  13. Qualche anno fa ho chiuso con i Tex inediti perché con troppe uscite semplicemente mi ero stufato di leggere fumetti. Poi mi sono accorto che mi ero semplicemente stancato di leggere fumetti nuovi e ho provato a rileggere qualche vecchio albo. Ora ogni sera mi leggo una striscia: dopo aver smesso con l'anastatica di Zagor (che comunque non avevo mai letto) ora sono gasatissimo con le strisce del Sgt. York e inizio domani la terza serie, la prima in formato striscia. Roy D'Amy con le sue strampalatissime cronologie e versioni davvero alternative dei personaggi storici...
  14. Non so dire se il campione usato fosse attendibile, ma uno youtuber (se volete e se è permesso potrò dare il link) ha di fatto intervistato i suoi figli in materia di fumetti: a parte che nessuno dei fumetti presi a campione passa davanti ai videogiochi o il cellulare, i marmocchi hanno sentenziato che un giornalino tipo Diabolik, ma a colori potrebbe essere interessante. I vecchi comics books sono colorati ma troppo difficili da leggere, i manga hanno disegni più interessanti e si leggono meglio mentre i poveri bonellidi in ogni caso all'ultimo posto. Non è neanche per le troppe pagine (un fumetto giapponese ne ha di più), ma sono i personaggi non in sintonia con loro, i dialoghi infiniti e prolissi e anche il lettering troppo piccolo. Spaventa moltissimo la serialità (le storie non finiscono mai e a quanto pare anche i personaggi non dovrebbero essere eterni), e il numero della collana ha il suo perché dall'allontanare i giovani lettori. Avessi preso in carico la collezione di mio padre (che era pure incompleta) con quasi ottocento albi avrei sicuramente letto qualcosa e poi rinunciato! Il colore è a volte importante a volte no. Una pagina a colori è più semplice da visualizzare e rende subito indivuabile la parte da leggere.
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