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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Messaggi pubblicato da Condor senza meta

  1. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, gilas2 dice:

    No, per la precisione sono 61 su 63 che hanno votato che han dato almeno la sufficienza.

    40 l'hanno trovata da ottima (voto 8) ad eccellente (voto 9) e persino capolavoro (voto 10).

    Solo due l'hanno 'bocciata'.

    Fatti, non pareri e nemmeno opinioni.

    Son fra quelli che ha dato un voto positivo alla storia (7 mi pare di ricordare) ma nella mia recensione non mancavano gli appunti a quegli aspetti poco funzionali (la caratterizzazione di Donovan, la poco centralità di Tex, l'assenza dei pards, il troppo tempo del nostro eroe legato al palo della tortura).

     

    Seppur reputando la storia leggibile e tutto sommato piacevole (ma poco texiana, d'altronde Nolitta di texiano ha scritto terribilmente poco!) la scena in questione è sbagliata comunque (altro che opinioni è un dato di fatto!) e farlo notare non denota l'essenza di uno scassamarroni a mio avviso. Se non si può criticare nemmeno questi aspetti, che ci facciamo su un forum tematico? :D

    • +1 4
  2. Non per volere rinfuocare l'annosa questione "Nolitta sì" o "Nolitta no": le vignette postate da Diablero mostrano una scena del tutto sbagliata. Quella specie di ubriacone lascivo, può essere chiunque ma non Tex. 

     

    Magari l'autore aveva intenzione di montare un siparietto ironico per strappare un sorriso al lettore, ma dubito che Mauro o un qualsiasi altro curatore oggi, potrebbe avallare una simile trovata.

    Tex la spazzolata dovrebbe darla al cowboy che si permette di sbeffeggiare il prestigiatore o quantomeno disarmarlo per salvaguardare l'incolumità dei presenti, non fare l'odioso con un povero diavolo che fa in fondo il suo lavoro.

     

    Il Tex di Nolitta a tratti è davvero irriconoscibile e fuori contesto. Beh mi viene da pensare che Sergio lo facesse davvero apposta. 

  3. Lo speciale in questione rappresenta presumibilmente la mia ultima lettura texiana dell'anno.

     

    Di solito, appena riposto l'albo e riordinato le idee, mi diletto a scrivere commenti che esprimano i miei giudizi e sensazioni in proposito, con tanto di voto finale (ormai divenuto una mia tradizione personale in questi anni di Forum, per quel che può servire), ma stavolta mi trovo in seria difficoltà a farlo.

     

    Se "Bandera", anche per via della curiosità dell'evento e l'attesa, era alla fin fine stato accolto benevolmente anche dal sottoscritto (alquanto scettico a questo storico incontro), questo secondo atto mi ha lasciato alquanto con l'amaro in bocca.

     

    Non che la sceneggiatura non sia valida, anzi tutt'altro, ma comunque uno strano senso di disturbo mi ha accompagnato per tutta la durata della lettura.

     

    Mauro ha avuto coraggio e se l'è cavata con molta esperienza e personalità, prendendosi anche la responsabilità di scelte importanti soprattutto in ambito zagoriano. Ha anche stavolta scelto bene il periodo storico ove collocare la sua fatica e l'ha resa di fatto un preludio agli eventi di uno dei suoi capolavori texiani sulla regolare, tuttavia, a mio avviso, qualcosa nell'operazione comincia a stridere con la mia visione ultradecennale di lettore bonelliano.

     

    Fin dalle prime battute, sia dall'inattesa rivelazione della famiglia di Cico, il suo incontro con un giovane Carson e tutto il seguito con Tex, Zagor e il gruppo di ranger all'opera, ho provato la sensazione che si stesse narrando una trama fuori dai contesti narrativi delle tue testate, una sorta di sogno che vedeva protagonisti i due eroi. L'autore ha cercato sempre d'imprimere una funzionale continuity alle sue opere, ma anche stavolta il crossover fra i due personaggi storici della casa editrice, pare suonare come un'aleatorio tentativo di far coesistere due realtà troppo diverse fra loro per accontentare le folte schiere di fans.

     

    Anche la trama stavolta ne ha risentito, visto che l'azione viene messa in secondo piano e a tratti (strano da dire) mi sono pure un tantino annoiato. 

     

    L'epilogo amaro dal vago sapore Nolittiano si fa apprezzare, ma finito l'albo mi chiedo: aldilà delle necessità di marketing, ha tanto senso continuare a forzare la figura zagoriana per calarla nel contesto di Tex Willer? Per quanto Mauro riesca con bravura ed esperienza a rendere meno stridente l'attrtito fra i due universi, le storie che ne vengono fuori valgono davvero la pena di essere raccontate?

     

    Bravo Piccinelli, autore molto talentuoso e ideale per una simile commistione di saghe, ma personalmente (sebbene non bocciando del tutto la doppia iniziativa) spero che i crossover fra i due "titani" della Bonelli si fermino qui.

     

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  4. Ultimo blocco di commenti relativi al Color autunnale.

     

    Lunga notte a Cayote

     

    La breve storia inizia con una preghiera; la moglie del marshal chiede al Cielo l'invio di un angelo per dare supporto al marito, impegnato in una complicatissima situazione. La donna vedrà esaudita la sua richiesta, visto che un angelo in camicia gialla e armato fino ai denti appare in paese per sbaragliare i nemici e far trionfare il bene.

    Questa preghiera mi ha ricordato quella della Mami in "Sulla pista di Fort Apache" durante l'assedio Apache a un ranch, con Tiger e un pard indiano nelle vesti di salvatori, ma il paragone è improponibile, visto che quell'episodio è un piccolo capolavoro, mentre la prova in questione è davvero poca cosa.

     

    Che le storie brevi non riescano spesso a lasciare il segno, è risaputo e l'ho sempre sostenuto, ma in altre occasioni Mauro (Boselli!) era riuscito ad accattivare l'attenzione con buoni spunti e trame passabili, stavolta proprio non ci siamo e a mio avviso la sua storia è la più debole del lotto. Non a caso è pure confinata sul finire dell'albo e non dà il titolo all'uscita editoriale.

     

    Si ha l'impressione di leggere una lunga sequenza spacciata per storia; davvero troppo leggera la trama, visto che presenta situazioni davvero abusate nella serie e alcuni snodi poco convincenti, come la scelta di mettere un ragazzino di vedetta in una situazione quasi suicida, o quella di lasciare la moglie da sola alla mercè dei nemici senza prevedere che facilmente la banda la possa usarla come ostaggio per il rilascio del prigioniero.

     

    Come dicevo, davvero poca cosa questa prova svogliata e non ispirata di Borden e purtroppo anche i disegni di Pedro Mauro si sono allineati a questo andazzo.

     

    Ho sempo reputato il disegnatore sudamericano una candidatura eccellente per un futuro texone, visto la qualità dei suoi lavori visti in rete, ma il livello espresso in questo breve color è molto lontano da quel canone e non è affatto aiutato da una colorazione piatta e troppo poco espressiva; pecca ancor più resa evidente visto che la storia è tutta in notturna. A mio avviso storia non sufficiente. Il mio voto finale è 4

     

     

    I due volti della legge

     

    Storia scontata e alquanto prevedibile. Russo vorrebbe creare un po' di suspance in merito alla reale legame che unisce il giovane bandito allo sceriffo, ma tutto si intuisce fin dalle prime battute. Sceneggiatura lineare a tratti soporifera ma ho letto di peggio e alla fin dei conti, una risicata sufficienza può essere pure strappata.

    Un po' accelerato il finale, ma è plausibile il tentativo dell'uomo di legge di difendere il figlio, con Tex che ne esce facilmente vincitore, senza dover uccidere i due avversari.

     

    Su Alessandrini c'è poco da aggiungere, parla il suo curriculum per lui! Ovviamente il suo stile particolare e a tratti caricaturale non è del tutto consono con la tradizione grafica del nostro eroe (difatti difficilmente lo vedremo sulla regolare credo) ma a me non dispiace, forse anche perchè seguo la sua opera in Bonelli da più di trent'anni.

    La sua prova grafica è molto valida e si sposa perfettamente con la colorazione della Bendazzoli. Il mio voto finale è 6

     

     

    Conclusioni

     

    Un albo tutto sommato sufficiente, ma niente di più. Bene Ruju, lo spunto di Letizia, Mastantuono, Alessandrini e la Bendazzoli. Rimandati Borden, Velluto, Pedro Mauro e Celestini.

    Ancora una volta ho avuto conferma che il formato non è nelle mie corde e non stupitevi se in futuro mancheranno miei commenti su queste sedi, evidentemente la scelta di lasciare l'albo sullo scaffale dell'edicola ha preso il sopravvento! 

     

     

     

  5. Personalmente reputo l'annata appena trascorsa, sostanzialmente discreta. Non ci sono stati grossi picchi, a parte il Texone, ma dovendo garantire un numero d'uscite elevate, tutto sommato la media mantenuta da Borden, Ruju e gli altri autori cimentati non è stata così catastrofica.

     

    Certo un sondaggio come questo, posto subito dopo la finale con le annate stratosferiche di Bonelli nel periodo d'oro, pare impietoso, ma quei periodi non torneranno più e noi lettori dovremo accontentarci di questo livello (alquanto accettabile dopo 75 anni di pubblicazioni).

     

    Le troppe uscite annuali è un tasto dolente che mi trova d'accordo con Diablero, poichè portano una dispersione di idee e di energie autorali che conducono a un potenziale appiattimento della qualità generale. Se tiri fuori un gioiello narrativo in mezzo a un numero contenuto di pubblicazioni, brilla molto di più e trascina la media, ma se la stessa storia si ritrova accompagnata da una cinquantina di pubblicazioni annuali di livello inferiore o anonime, finisce con l'essere sepolta e sottovalutata.

     

    Purtroppo anche di questo ormai dovremo rassegnarci, visto che tornare agli anni '70 o '80 con 12 o 13 pubblicazioni annuali è pura utopia. 

    • +1 1
  6. Riprendo il commento, passando in rassegna la seconda e terza storia del Color in questione.

     

    I fratelli Rapinatori

     

    Soggetto non del tutto originale, visto che di bande di galantuomini costretti a diventare fuorilegge per necessità se ne trovano parecchi spulciando gli anni passati di storie.

    Ovviamente non aiuta nemmeno la brevità della trama a costruire una sceneggiatura esplosiva che possa rivalutare uno spunto già visto, di fatto ne viene fuori una storiellina insipida, che procede spedita senza lasciare tanto il segno.

     

    La Contu ci prova a rendere più attraente la proposta, col cameo di Tom Rupert e la presenza di un fantomatico mister Longstorme che nell'intenzioni dovrebbe rappresentare un valido villain, ma in fin dei conti mostra poco spessore, soprattutto nella scena finale in cui si libera del complice volendo ingenuamente ingannare Tex, ma solo un'idiota poteva credere alla sua versione dei fatti, di conseguenza si becca due sganassoni e un soggiorno in omaggio in un penitenziaro statale, offerto gentilmente dal nostro ranger.

    Storia basilare e un tantino noiosa, ma tutto sommato sufficiente a mio avviso.

     

    I disegni di Francesco Russo non mi sono dispiaciuti, non eccelsi ma nemmeno da buttare. Magari con un processo di evoluzione di tratto e una maggiore personalizzazione stilistica, i futuri risultati possono essere pure migliori. Di certo autori come Mastantuono sono ancora lontani per il suo standard (Imho). Il mio voto finale è 6

     

    La leggenda di Porter Rockwell

     

    Ammetto che non conoscevo affatto il personaggio storico a cui è stata dedicata questa storia breve. L'idea di riprendere una simile leggenda non è malvagia e contribuisce a variare un po' la proposta delle trame, così come è davvero un evento non consueto quello di vedere una vignetta (come l'ultima) ambientata nel presente in una saga come quella di Tex. Tuttavia lo spunto fornito da Velluto a Ruju di fatto finisce qui, visto che in poche pagine lo sceneggiatore non riesce, seppur con tutta la buona volontà, a poter costruire qualcosa di funzionale e accattivante.

     

    Assistiamo all'azione di questo presunto miracolato che per grazia divina schiva le pallottole e Tex appare fra le pagine come il prezzemolo nella carbonara.

    Sempre attinendoci alle similitudini culinarie, ho digerito poco le sequenze in cui in mezzo alle mega sparatoie i nostri se la cavino semplicemente senza un graffio, contro un nugolo numeroso di avversari e a distanza alquanto ravvicinata, così come è da intossicazione la scena in cui Porter fa cadere a terra le pallottole che lo hanno colpito nemmeno fosse dotato di giubbino antiproiettili o da un amuleto magico. Non me ne voglia il buon Pasquale, ma simile escamotage narrativo mi ha rievocato l'assurdità vista nel pistoler vudù, con le pallottole che sterzavano in sua presenza e di certo in Tex simili scene non ci stanno affatto. 

     

    Non mi hanno convinto nemmeno i disegni di Sal Velluto,alquanto legnosi e con un tratto molto marcato in alcune vignette che disturba un po' il colpo d'occhio del lettore. Anche la colorazione di Celestini stavolta è alquanto piatta e anonima (sia qua che nella precedente storia di Russo), ne consegue che anche il comparto grafico non incide a far lievitare la mia valutazione. Il mio voto finale è 5 

  7. Al netto di "Diablero" e "In nome della legge" due autentici capolavori, sono molto legato alle storie del 1973 per non scegliere l'annata per la finale.

     

    "Terra promessa" è una splendida maratona avventurosa, resa in maniera superba da un Ticci in forma strepitosa. Una storia che amo ancora come la prima volta che ho letto, ormai tanti anni orsono.

     

    "L'ultimo poker" è la storia minore del lotto, la meno drammatica e più leggera ma l'ispirazione di Bonelli la rende comunque un piccolo gioiellino, e l'epilogo al tavolo da poker (con le quattro donne capitate in mano a Tex per fascino :D) è da urlo.

     

    Su "Odio senza fine" è superfluo aggiungere altro: un capolavoro che appassiona ed emoziona tuttora, con Lucero uno dei migliori villain mai apparsi sulla saga.

     

    Chiude l'annata il binomio "San Francisco" - "Un tiranno sull'isola" che costituiscono un chiaro esempio di come si componga una sceneggiatura per un fumetto d'azione come Tex. Un condensato di azione, ironia, scazzottate, avventura e inseguimento, tutto condito da ottimi personaggi, scenari esotici e affascinanti e il consueto gergo bonelliano che rappresenta il tipico marchio di fabbrica.

     

    Che dire: gli anni 70 sono un vero Eldorado per gli appassionati di Tex.

     

  8. <span style="color:red">15 ore fa</span>, Letizia dice:

    Ebbene sì, lo confesso.

    Coguaro è una mia invenzione.

    Sky Eye, Ojo de Cielo, Sean, figlio dell'irlandese Frank e della Navajo Dolce Nuvola, con i suoi occhi azzurri come il cielo e i capelli neri corvini.

    Un poncho di fattura apache, due colt, la sua ascia celtica in acciaio che lui stesso ha forgiato, l'elegante cappello nero a tesa rigida ornato di monete d'argento.

    E...

    Ma forse ho detto troppo.

    E allora complimenti anche a te cara Lety ;):)

  9. Premessa

     

    Ammetto di essere in netto ritardo nella lettura degli albi inediti invernali.

    Solo da poco ho concluso il volume della regolare con il proseguo del ritorno della Tigre Nera, per poi passare al Color Storie Brevi in questione.

     

    Ho più volte ribadito che questa formula mi piace poco e spesso e volentieri la lascio in edicola (per poi recuperarla in seguito pentito, ma questa è un'altra storia :D), ma stavolta per varie ragioni, non mi andava di perderla e difatti eccomi qui a cercare di commentare i brevi episodi che la compongono.

     

    La mia recensione sarà spalmata in vari commenti e stavolta mi limiterò solo a quella della prima storia.

     

    A proposito: l'editoriale scritto da Mauro è stato davvero molto divertente e ironico. Lontano anni luce dai tediosi scritti di Frediani sulla regolare. Ma non ditelo a Frediani se no potrebbe offendersi. :P:D

     

                              

     

    Mesa Blanca

     

    Per quanto è possibile farlo nell'arco di poche pagine, Ruju è riuscito a dare una buona caratterizzazione a Nash.

     

    Il classico soggetto di vendetta, si avvale così di un discreto coprotagonista e una buona dose di azione, con i nostri sempre pronti a sputare piombo a iosa contro il nugolo di avversari.

     

    Il flashback centrale è funzionale alla trama (Pasquale si mostra molto più abile nella gestione degli stessi rispetto ad autrori come a Faraci, che davano impressione d'inserire salti temporali solo per allungare il brodo).

     

    Come già accennato in precedenza, un buon ritmo narrativo e un'originale trovata finale, con Tex che accompagna la mano di Nash ferito nello sparo decisivo per completare la vendetta della morte dei genitori, rendono apprezzabile la prova e di conseguenza la valutazione è ampliamente positiva. 

     

    Ovviamente è davvero arduo trasformare una storia breve in capolavoro, ma finchè la qualità è così accettabile, la missione è compiuta. Complimenti agli autori.

     

    Mastantuono è ormai un'assoluta garanzia. Tratto deciso, dinamico, leggibile e sporco il giusto.

    Interessante la resa grafica di Nash, un po' troppo anziano per i miei gusti Carson, ma sono sottigliezze.

     

    Anche la colorazione della Bendazzoli mi ha convinto; la sua opera multicromatica è stata la migliore del lotto ed è riuscita bene a far sposare i suoi colori con lo stile del disegnatore, che tuttavia preferisco sempre nel classico bianco e nero. Il mio voto finale è 7

  10. Prosegue con piglio l'inconsueta trasferta in Borneo dei nostri.

     

    Vuoi il fascino dell'abientazione esotica o dei protagonisti, la lettura continua a mantenersi interessante.

     

    Il ritorno della Tigre Nera completa, a mio avviso, una ipotetica trilogia di storie altisonanti, assieme alla "Ricerca delle navi perdute" e l'Odissea con Mefisto e co.

    Nella prima storia era l'ostilità della natura a rappresentare il maggiore ostacolo, ovviamente con Mefisto la magia faceva da padrona, mentre qui sono proprio gli ingredienti avventurosi, cari a Salgari, ad arricchire la pietanza: oceani, velieri su rotte esotiche, pirati, spionaggio, ribelli e tiranni e in mezzo i nostri eroi, catapultati dagli eventi in latitudini non a loro consone.

     

    Oltretutto è proprio l'imprevedibilità degli sviluppi del quarto albo a stuzzicare la curiosità: la Tigre Nera e Tex saranno alleati contro la tirannia del Rajah Bianco? Il famigerato principe malese spodestato pagherà con la vita le sue passate malefatte? Il figlio Daniel e Kit si schiereranno insieme a capo dei pirati? Il Rajah verrà sconfitto dai ribelli e quale ruolo avranno i nostri nella sanguinosa contesa?

    Tante domande a cui non si riesce a dare risposta e che verranno svelate nel quarto e conclusivo albo di questa notevole avventura. (Sono pur curioso di sapere quante fiches perderò nel topic creato appositamente! :D)

     

    Mauro sta riuscendo a condurre una storia non semplice con buona ispirazione, e dire che riprendere i personaggi altrui non è una bazzeccola, a maggior ragione se il villain in questione aveva man mano perso smalto nelle recente apparizioni.

     

    Attendiamo queste poche settimane e poi tireremo definitivamente le somme sul giudizio finale.

    Finora la reputo una buona prova e sotto sotto spero che, anche per poco, Tex e la Tigre Nera si trovino dalla stessa parte della barricata: ovviamente non può finire a tarallucci e vino "e vissero tutti felici e contenti", ma due grandi personaggi dalla forte personalità è sempre interessante vederli cooperare contro un nemico superiore e comune.

     

    Prevedo che Sumalkan sconterà i suoi peccati con la vita e si sacrificherà per dare il regno al figlio, ma conoscendo le mie scarse doti di scommettitore, temo che perderò pure la camicia nel giochino creato da Ymalpas :D

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  11. Le annate giunte in semifinale, fanno ben comprendere che Gian Luigi Bonelli era un autentico fuoriclasse e negli anni di grazia creativa, ha toccato vette di qualità e continuità superlative. Meriterebbero tutte l'ex aequo, ma dovendo fare una scelta, voto 1972 e 1973.

    Certo lasciare fuori annate straordinarie come il 1969 e il 1971 è dura, ma il gioco è gioco.

     

    P.s. Le giovani leve di lettori spesso disdegnano lo stile di Bonelli sr, ma dinanzi a un filotto così ampio di capolavori, come non riconoscere che è uno dei più grandi sceneggiatori della storia del fumetto Italiano?

    • +1 1
  12. Sono sempre stato un pollo nelle scommesse, ma partecipo comunque al giochino.

     

    Punto due fiches sul punto B, poichè penso che Kit finirà per aiutare l'amico Daniel contro il tiranno olandese.

    Altre due me li gioco sul punto C, poichè non credo che Mauro faccia morire Daniel (sarebbe troppo ripetitivo che tutti gli amici di Piccolo Falco facciano una brutta fine, dovrebbero toccarsi gli zebedei in segno di scongiuro, altro che stringergli la mano in segno di amicizia :D).

     

    Desumo invece che per La Tigre Nera sia vicino l'epilogo, d'altronde un salvataggio in extremis è già tanto, due sarebbero troppi. Ormai è un personaggio che non offre tanti spunti e forse è bene scandagliare i fondali della fantasia, per creare un nuovo acerrimo nemico.

     

    Le altre sei, me li risparmio. Se vado in All-in adesso, rimango in mutande al primo quesito. :lol2:

    • Haha (0) 1
  13. Queste votazioni/sfide mostrano (se ce ne fosse bisogno) che contro Gian Luigi Bonelli non c'è partita.

    D'altronde non potrebbe essere altrimenti, visto che TEX E' LUI! 

    La continuità della qualità delle annate e i suoi classici non temono confronti, per quanto i suoi successori abbiano fatto abbastanza bene e mantenuto a galla per i decenni seguenti la sua creatura fumettistica in edicola.

     

    Le mie preferenze vertono tutte appannagio del vecchio leone, fatta esclusione per quella del 1988, che aldilà del merito di Nizzi, la voto per motivazioni personali visto che coincide col periodo in cui, "picciriddu" mi accingevo alla lettura del mio amato ranger (Che poi desumo che capolavori come "Diablero" e "In nome della legge" l'avrebbero comunque spuntata, se il mio giudizio fosse stato razionale e non sentimentale!)

     

    Riassunto preferenze: 1971 - 1988 - 1973 - 1969 

    • +1 1
  14. 6 ore fa, Augustus McCrae dice:

    Mi manca Frisenda, dov’è Frisenda? (avevo letto da qualche parte che stava disegnando per la Bonelli una riduzione del “Deserto dei tartari” di Buzzati, spero sia vero).

    Vero, anzi proprio in questi giorni sui social, lo stesso Frisenda ha dichiarato di aver concluso e consegnato le tavole dell'opera. :)

  15.  

    <span style="color:red">2 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Fu la penultima ad uscire in quel formato, ma dopo quella Bonelli ne scrisse sicuramente altre otto. In pratica tutta la sequenza che parte da pag. 69 del n. 96 e termina con il n. 115, escluso il n. 100, era stata pensata per il formato a striscia e ci sono stati aggiustamenti in corso ma la divisione in blocchi di 80 strisce è ancora percepibile.

     

     

    Grazie per l'interessante precisazione Carlo; sempre molto preciso e prezioso il tuo contributo. :) 

  16. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

    Se pensate che nel prossimo numero apparirà James Brooke, il Rajah Bianco di Sarawak, devo darvi una delusione: 1) James Brooke è morto nel 1868 mentre le storie di Tex si svolgono intorno al 1885 e Boselli non è solito prendersi libertà non indispensabili con i personaggi storici.. 2)  Brooke governava lo Stato di Sarawak dapprima come Governatore in nome del Sultano del Brunei e successivamente come Rajah di uno Stato indipendente e di sicuro non aveva nulla a che fare con il fittizio Stato di Tuamantung. governato dalla Tigre Nera e nemmeno, ahimè, ad Adolfo Celi. Nel vedere un suo ritratto giovanile direi , però, che Letteri lo ha preso a modello per il giovane Brooke della storia di Nolitta.

    In effetti avevo scritto il messaggio "di pancia" dopo la lettura dell'albo e la visione dell'anteprima del prossimo mese.

    Come da te detto, le date non collimano e credo che io abbia preso un granchio "tropicale" :D

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

    Ti lancio una provocazione: sei sicuro che la popolazione di Tuamantung starebbe meglio sotto il governo della Tigre Nera?

    Un trono che gli spetterebbe maggiormente rispetto agli usurpatori europei e vedendo con quale devozione viene seguito dai suoi sgherri cinesi e malesi, mi azzarderei rispondere di sì. La ferocia fuori patria della Tigre Nera è anche dovuta all'ingiustizia subita ed è soprattutto rivolta alla razza bianca, che ha causato il suo umiliante esilio. Vedremo dove Mauro andrà a parare con questo interessante sequel.

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

    Io ne sono convinto perché  sono anche convinto che i pards abbiano preso una cantonata ritenendo che la nave che porterà la Tigre Nera sia quella olandese poiché il suo equipaggio è quasi completamente orientale, troppo facile, troppo scontato.

    Tu hai letto Salgari immagino e comunque hai visto lo sceneggiatura con Kabir Bedi e Philippe Leroy nei panni rispettivamente di Sandokan  e Yanez De Gomera. Di che nazionalità era Yanez? Io me lo sono ricordato e questo mi ha fatto nascere un sospetto. Vedremo se ho ragione e se ce l'ho Kit  sta per trovarsi in mezzo ai guai.:laugh:

    Anch'io son convinto che la nave portoghese nasconda più "scheletri nella stiva" di quello che vorrebbe far credere la simpatia del suo giovane capitano. Kit rischia grosso, a mio avviso, ma come accennavo nel mio precedente commento, mi son fatto una certa idea, magari del tutto errata: nulla sarà quello che sembra nel proseguo, magari all'inizio la ciurma dei compatrioti di Yanez sarà nemica, ma non so perchè, una vocina mi dice che ben presto, i nostri finiranno con l'allearsi, per fronteggiare il Rajah Bianco, che sia James Brooke o un suo emulo. 

  17. Appena finita la lettura del secondo albo. La storia prende decisamente il volo, e il ritmo serrato dell'inseguimento è avvincente. Mauro si sta divertendo a mischiare bene le carte, mantenendo un velo di mistero sulla reale identità dell'equipaggio che prenderà in consegna la famigerata Tigre Nera.

     

    Un'idea me la sono fatta e vedrò nel proseguo se è esatta, così come si ipotizza nel prossimo mese l'apparizione di un "personaggio storico" che arricchirà l'epopea avventurosa di questa interessante quadrupla. (Il nipote scalcinato ce lo mostrò Nolitta in una storia sbilenca, ma lo zio altisonante promette ben altro)

     

    Peccato che Mauro non interverrà nella discussione per stroncare o caldeggiare le eventuali ipotesi, comunque prevedo ulteriori doppi giochi e scintille: i nostri che finiranno con lo schierarsi a fianco dell'acerrimo nemico, contro l'usurpatore bianco che anche Salgari usò in alcune delle sue opere, mettendo da parte la vecchia ruggine (anche solo temporaneamente) per una causa etica maggiore quale la libertà e l'indipendenza dalla sopraffazione straniera.

     

    Comunque, esatte o sbiellate che siano le mie teorie, è certo che l'episodio mi sta prendendo tantissimo e finora ci si può complimentare con Borden per l'esito funzionale ottenuto. Spero che i due successivi albi mantengano le scoppiettanti attese. 

  18. 2 ore fa, borden dice:

    In questo forum ci sono dei testoni talmente testoni che in confronto i NoCovid hanno una mentalità dialettica. 

    Seguo il consiglio di molti colleghi e amici e mi prendo una vacanza da questo ambiente tossico, perché non ritengo che certe rigidità  siano rappresentative dei lettori texiani e tempo da perdere non ne ho.

    Ovviamente se questa è la tua decisione Mauro, non la contesto e la rispetto (anche sa a malincuore), ma ti prego di ripensarci appena sbollita la rabbia. 

    La tua presenza sul forum è sempre stata preziosa, poichè per ogni lettore è davvero un onore poter interagire e confrontarsi (che siano complimenti o critiche costruttive) con l'autore principe della saga che ama; oltretutto ha sempre denotato la tua immensa passione per questa testata e il rispetto da te portato ai tuoi fans.

     

    Di certo non possiamo costringerti a tornare suoi tuoi passi, ma la tua defezione renderebbe molto più povero e di scarso interesse il forum. 

     

    Come giustamente asserisci, se alcuni utenti hanno una visione rigida (leggittima per il principio della libertà di pensiero ma non sempre condivisibile) non significa che tutto il forum la pensi alla stessa maniera e un tuo eventuale abbandono andrebbe a colpire proprio coloro che non c'entrano nulla con la causa della tua reazione. Sarebbe davvero un grande peccato e un brutto colpo per questa bella comunity. 

     

    Perdona la mia intrusione, ma ci tenevo a esprimere questo mio pensiero. 

  19. <span style="color:red">3 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

    Uno di voi ci ha azzeccato, ma non dico chi.:P

    Un altro ha detto l'altro nome a cui avevo pensato .:D

    Però addesso ci ha incuriositi Carlo! Dai sbottonati un po' e dacci le risposte... :D

     

    P.s.  Potrebbe venirci la tentazione di torturarti con un fiammifero tra l'alluce e il melluce per costringerti a parlare! :P:lol2:

  20. Il grande Bonelli qui la fa da padrone. Di certo il 1973 riceve la mia prima preferenza (periodo d'oro fu quel lustro per il papà di Tex!).

    Ho titubato, poichè anche 1949 fu un anno di spessore, ma il 1967 alla fine mi ha convinto di più, grazie al capolavoro "Vendetta indiana", l'ottima "Terrore sulla savana" e le buone storie "Giustizia" e la "Carovana dell'oro"

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