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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Info su Condor senza meta

  • Compleanno 06/09/1979

Informazioni sul profilo

  • Sesso
    Maschile
  • Nome reale
    Antonio Barreca

Io e Tex

  • N° 1° Tex che ho letto
    311
  • Pard preferito
    Kit Carson
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    Jim Brandon

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  1. Una bella camicia di lino fresca e con fantasia hawayana, ideale contro la calura dei deserti del sud-ovest e anche il problema del "sudore" è risolto!
  2. Condor senza meta

    [44/45] Contrabbando

    Altro episodio con soggetto classicamente western, breve e senza eccessive pretese. Una sorta di riempitivo, affidato peraltro all'esordio di Muzzi, nei panni di disegnatore completo e autonomo (compreso i volti di Tex, cosa che diverrà rara nel proseguo). Bonelli riesce a colmare la debolezza dello spunto iniziale, con mestiere e maestria. Buoni i tempi di sceneggiatura, interessante la figura del tenente Corbett, così come si fanno apprezzare alcune sequenze particolari e ardite, come la "corsa della morte" per far parlare Floyd o l'eroica fine del navajo che pur di non tradire la sua presenza e mettere a rischio il piano di Tex, si lascia morire dopo il morso di crotalo evitando di accendere il fuoco per curare la ferita. Il contrabbando con i Comanches viene abilmente smantellato dall'opera di Tex e i suoi pard, in una sequela di eventi e azione che accompagna piacevolmente il lettore ma non lascia la sensazione di aver assistito a una trama memorabile. Muzzi a mio avviso se la cava meglio di Gamba in termini di resa e realismo, ma paga il confronto con l'immenso talento di Galep, davvero irrangiungibile per le sue capacità grafiche. Personalmente ho fatto spesso fatica a distinguere i personaggi, sia Tiger dagli altri navajos ma pure gli avversari barbuti, aspetto che anche in seguito caratterizzerà l'opera del disegnatore, poco incline a creare fisionomie del tutto originali. Comunque l'autore milanese, fra alti e bassi, fornirà il suo contributo per svariati anni e arriverà a far comunque parte nel ristretto staff di disegnatori attivi nel periodo d'oro della testata, fornendo i suoi pennelli a storie comunque importanti. Il mio voto finale è 6
  3. Senza entrare nell'annosa questione dell'integralismo o meno, ritengo che le modifiche apportate da Mauro nella sua versione della Mano Rossa possono pure starci nell'ottica di una serie moderna come Tex Willer. La giovane saga verosimilmente deve pure mantenere una sorta di autonomia dalla serie regolare ed è rivolta anche a un pubblico più giovane che non conosce a fondo i classici bonelliani. La mia non vuole essere una critica alla iniziativa editoriale, che finora è stata di grande spessore e qualità e anche in futuro ci proporrà spunti interessanti, ma personalmente questi inevitabili toccate nella "tappe imprescindibili" della vita di Tex (che si trasformano in parziali remake), mi appassionano poco. Gusto soggettivo ovviamente, ma preferisco di gran lunga gli episodi con soggetti inediti; ciò non toglie che continuerò ad acquistare Tex Willer, ma per quanto ben sceneggiato, all'episodio della Mano Rossa attualmente in edicola, prediligo le ariose trame ambientate in Florida o in Montana.
  4. Condor senza meta

    [44] Una Audace Rapina

    Prosegue, tra mille intervalli, la mia rilettura degli albi relativi al primo centinaio. Mi sono imbattuto in questa breve storia, che a dire il vero avevo quasi del tutto rimosso dalla memoria, che però tutto sommato intrattiene e si fa apprezzare, sebbene non trascendentale. Una sorta di "disimpegno" di Bonelli, da intervallare in mezzo alle trame più corpose e altisonanti. Una banda di rapinatori alquanto decisi e spietati, una rapina alla banca, un'immediata caccia all'uomo portata avanti dai nostri, che fortuitamente si ritrovano a riposare nella cittadina teatro dell'azione criminosa. Il soggetto è basilare e prettamente western, d'altronde dopo la precedente escursione cappa e spada e profezie varie, l'idea di riprendere i binari più classici e affini alla saga, ci sta tutta. Bonelli, di par suo, brilla in cabina di sceneggiatura e imbastisce una trama ritmata, resa ancor più vivace dalla trovata di dividere i tre pards e fargli seguire a ognuno un bandito diverso. La posse messa su dallo sceriffo, si scioglie come neve al sole e solo i tre pards, mai paghi, si prodigano al proseguimento della caccia per assicurare alla giustizia gli autori della violenta rapina. Al giorno d'oggi, autori come Mauro avrebbero inserito in mezzo ai comuni cittadini che gettano la spugna per stanchezza o mancanza di adeguato coraggio, qualche comprimario abile da dividere la scena con i protagonisti, ma allora Bonelli fece di tutto per liberarsi presto dal "contorno" di carneadi per mettere in evidenza le gesta di Tex, Carson e il giovane Kit. Mentre Tex assolve al pieno al suo compito e si permette il lusso di graziare la sua preda dopo averla sconfitta e fatta parlare, sia Carson che Kit sudano le proverbiali sette camicie e rischiano grosso sotto la dinamite degli avversari. Una sorta di iniziale "sconfitta" che l'autore riesce a non rendere umiliante, anzi che dimostra il valore degli avversari, tuttavia l'epilogo, sebbene un po' accelerato, farà in modo di ristabilire la giustizia, affidando a messere belzebù i restanti componenti della banda, falcidiati dal preciso piombo di Tex. Riassumendo, una storia minore ma valida, come tante altre del periodo. Graficamente, c'è poco da aggiungere rispetto a simili giudizi riferiti a episodi di quei tempi: Galep macina striscia su striscia senza tanti fronzoli, puntando più alla quantità, ma garantendo comunque una qualità consona alla pubblicazione, forte ormai di un ben congegnato stile e acquisita esperienza. Leggo che in questi episodi minori Muzzi aiutava il collega chinando le matite del papà di Tex e permettendo una perfetta catena di montaggio per rispettare le scadenze e le uscite settimanali degli albetti. Il mio voto finale è 7
  5. E dire che Marcello l'aveva iniziata a disegnare la storia, ma essendo ormai in grosse difficoltà di salute, l'esito finale fu considerato non sufficiente in redazione e l'episodio affidato a Font. Purtroppo anche il talento si piega all'inesorabile legge della natura!
  6. Concordo con Lety, l'assenza di Mauro si fa sentire parecchio sul Forum. Il fatto che ci legga è già qualcosa, evidentemente il legame col sito c'è ancora e lo stacco non è stato totale. Confido che prima o poi possa tornare ad arricchire con la sua graditissima presenza la nostra comunità virtuale. P.s. @Carlo Monnicontinua a fare da tramite e riferiscigli che ci manca e di ripensanrci, lo aspettiamo a braccia aperte!
  7. L'unica patente che mi riconosco, è quella di guida e dire che quest'anno il giorno del mio compleanno dovrò rinnovarla. A dire il vero, mi ricordava un carabiniere che mi ha recentemente fermato in un posto di blocco, che in quei giorni mi scade pure la revisione dell'auto, quindi non c'è male come regalo l'esborso previsto. Per arrotondare sarò costretto a fare il gambler .
  8. Sono d'accordo col tuo commento Franco: i disegni di Bocci sono nettamente superiori alle ultime opere di Diso e dell'attuale Laurenti, così come sul fatto che Borden ultimamente pecchi sulla verbosità dei dialoghi in alcune sessioni narrative. L'equilibrio tra testo e disegno è indiscutibile nella scorrevolezza di un fumetto, ma la leggibilità che intendevo è quella grafica. Cerco di spiegarmi: anche una vignetta senza balloon rischia di essere poco leggibile se il soggetto principale (nell'esempio dello stampede, il manzo impazzito) viene rappresentato senza adeguato stacco con lo sfondo. L'occhio a primo impatto viene colpito dai tanti oggetti presenti nella vignetta e non focalizza subito il manzo che dovrebbe essere al centro dell'azione. Sono frazioni di secondo, ma la lettura si rallenta. In una vignetta statica e "noiosa" come un dialogo, la ricchezza di dettagli può pure essere un piacevole diversivo, ma nella dinamicità della scena, una sintesi maggiore ti aiuta a rendere più snella la sequenza. Per il resto Bocci ha finora fatto un ottimo lavoro e lo reputo uno dei disegnatori più in gamba della "giovane leva".
  9. Fermo restando la soggettività dei gusti (personalmente a differenza tua ho apprezzato nel complesso la prova di Bocci ai pennelli), concordo sull'aspetto della poca leggibilità di alcune sequenze. La ricchezza di dettagli rende molto accattivante sfondi e vignette "statiche", ma andrebbe dosata con più parsimonia nelle scene dinamiche e di azione pura. Come te, ho faticato non poco durante alcune sequenze tipo quella dello stampede: gli sfondi ricchi in queste vignette distraggono l'occhio o lo distolgono dal soggetto principale della vignetta. Bocci è un disegnatore di talento ma questo aspetto dovrebbe curarlo di più e non farsi prendere la mano dalla mania del dettaglio a tutti i costi. Questa osticità di lettura la riscontravo nel primo Mastantuono, ma il disegnatore romano pian piano ha messo a fuoco il suo stile ed è migliorato tantissimo sotto questo aspetto, son certo che può farlo benissimo pure Bocci.
  10. Dopo la prima parte più consona al genere western, Bonelli decide di virare verso un proseguo con una tematica a lui cara, ovvero la narrativa "cappa e spada". Per apprezzare l'episodio, occorre assumere abbondanti dosi di sospensione d'incredulità, visto che la presenza di un borgo medioevale nel far west è davvero una "licenza poetica" possente. Un lettore classico storce il muso, ma se ci si cala con la mente sgombra da simili pregiudizi, si finisce per rimare rapiti dalla trama, contraddistinta da traditori, ribellioni, intrighi di corte, nani subdoli, profeti dall'aria sinistra, tiranni despoti e uno sfondo particolare con castelli, ponte levatoi, armature e sciabole, degne di un romanzo di Dumas. Per una volta, Tex e Tiger sono catapultati tra le pieghe della trama e forniranno il loro contributo per appoggiare i ribelli. L'epilogo porterà all'avverarsi della profezia, con la distruzione della mitologica citta dell'oro e i due pards, sventati miracolosamente al disastro, verranno soccorsi da Kit e Carson estranei fino ad allora alla vicenda. Bonelli costruisce il suo epilogo dando l'opportunità al lettore di una seconda chiave di lettura: e se Tex e Tiger avessero solo sognato? Un'ambiguità narrativa che si fa apprezzare e fa da degno suggello a questa avventura un po' sui generis, ma comunque piacevole, resa stupendamente dai pennelli di un Galep ispirato, che dona agli scenari e ai costumi d'epoca un tocco di magia. Il mio voto finale è 7
  11. Mi unisco al coro di chi sostiene che la suddivisione delle due storie, applicata nel topic, è alquanto teorica, visto che i due episodi, sebbene distinti, fanno parte di un unico filone e mostrano quanto a Gian Luigi Bonelli piacesse sceneggiare a braccio, senza vincoli o restrizioni si sorta. Stendeva le sue vele alle correnti della fantasia e ogni olta si salpava facendo rotta verso l'orizzonte dell'avventura sconfinata. Questa prima trama, è alquanto esile ma si avvale della figura molto particolare di Raskar, la regina dei coyotes, che sebbene appaia in poche pagine, lascia il segno con il suo potere soprannaturale di comandare i coyotes. La congiura ai danni del Sakem dei Sabinas, ordita dallo stregone per portare al potere il suo protetto, ovvero il violento Mai-Koo a discapito del legittimo erede Too-Nai, verrà sventata dall'intervento di Tex e Tiger, che riusciranno ad appoggiare quest'ultimo nel recupero dell'idolo d'argento dalle mani dei Cani Rossi, sancendo così il passaggio di consegne delle insigne di capo. Proprio dopo aver sbaragliato i feroci Cani Rossi con decisione e spietatezza (indiani che ci vengono rappresentati totalmente in negativo dall'autore quasi al pari degli Hualpai), la profezia appresa in merito all'esistenza di una fantomatica città dell'oro, porta i due pards a incuriosirsi della cosa e indagare, dando di fatto avvio alla seconda sottotrama dell'episodio, che occupa il seguente topic del forum e che momentaneamente lascio in sospeso nel giudizio. La valutazione complessiva della prima parte è sufficiente, visto che la trama è interessante e si fa leggere, ma non fa gridare al "capolavoro". Bonelli si sa districare nei passaggi di sceneggiatura e riesce a non annoiare il lettore, ma la storia pare non eccessivamente ambiziosa: ci può stare in una programmazione di una saga seriale. Disegni nella norma del periodo, con la staffetta Galep-Gamba a tutto spiano nello sfornare strisce su strisce per garantire la pubblicazione settimanale degli albetti. Il mio voto finale è 6
  12. Non scusarti, nulla di grave. Tuttavia ci tenevo a farti capire che prima di attribuire eventuali giudizi o "patenti", non guasterebbe informarsi un minimo. Oltretutto il "takle" su un commento che non era nemmeno rivolto a te, non è il modo migliore per distendere i toni. Qua la mano e chiudiamola qui!
  13. Scusami, ma sarò franco: non mi piace tanto il tono che stai usando nei miei confronti. Il "fatevene una ragione" è una frase fuori luogo (soprattutto nel mio caso), poichè se mi conoscessi meglio in questi anni di Forum, sapresti che sono stato sempre molto legato a Nizzi, che ha caratterizzato il periodo in cui da ragazzo mi sono interfacciato alla lettura di Tex. Ma ciò non toglie che ho sempre mantenuto una sorta di onestà intellettuale, che mi ha portato a difenderlo quando l'ho ritenuto opportuno e criticarlo a par modo, e la sua "svaccata" polemica del recente passato la reputo una scelta biasimabile a tutto pari. Posso esprimere questa mia opinione, o devo chiedere prima permesso? Non ho mai avuto alcun preconcetto contro nessun autore, ma la libertà di critica è sacrosanta, sennò che ci facciamo qui? Senza voglia di polemiche pard, ma ci tenevo a chiarire questo punto.
  14. Beh se anche fosse non ci sarebbe da scandalizzarsi troppo. L'uscita pubblica di Nizzi contro la saga e il curatore fu davvero squallida e inopportuna. "I panni sporchi bisognerebbe lavarli in famiglia", anche per una forma di rispetto nei confronti dei lettori che in fondo, poco importa delle beghe e le eventuali faide fra autori. Umanamente è comprensibile che in redazione si sia decisa una sottile forma di rivalsa (tipo declassare dalla regolare le storie) di un collega che, non dico dovesse portare riconoscenza per essere stato nuovamente invitato nello staff, ma quantomeno si poteva risparmiare quel veleno gratuito e dannoso per la serie che lo paga. Anzi è già tanto che le sue storie vengano ancora pubblicate (visto quanto sono costate suppongo!) poichè l'arroganza di Nizzi meritava che venissero chiuse nel cassetto e buonanotte. Il fatto che l'autore di Fiumalbo sia stato un baluardo della serie in un periodo delicato (tipo i tardi anni 80), non lo autorizza a simili scempi comportamentali, a mio avviso.
  15. 2020-Tex-Mouse.jpg

     

    Un mio omaggio a Tex alquanto "particolare" :D

    1. Il sassaroli

      Il sassaroli

      Simpatica contaminazione :D

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