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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

Ranchero
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About Condor senza meta

  • Birthday 09/06/1979

Profile Information

  • Gender
    Maschile
  • Real Name
    Antonio Barreca

Me and Tex

  • Number of the first Tex I've read
    311
  • Favorite Pard
    Kit Carson
  • Favorite character
    Jim Brandon

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Mentor (12/14)

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  1. Se è così Pino, l'errore di valutazione in fase di editing è notevole, visto che una bocciatura così massiccia e quasi unanime da parte degli utenti, raramente l'ho vista sul Forum. Spero che in futuro si presti più attenzione nello sceneggiare scene simili.
  2. Ma si cara Letizia, ci sta poter avere idee diverse, ci mancherebbe. Ci troviamo qui proprio per esporle e confrontarle, non certo per imporle all'interlocutore.
  3. Che ci voglia un minimo di sospensione d'incredulità, è ovvio Franco. Ma con un po' di attenzione scene come quella della diligenza possono divenire più "accettabili". Qui purtroppo Ruju esagera e personalmente mi appare grottesco che, mentre i nostri sparano ai loro dirimpettai, coloro che li hanno accerchiati attendano con le mani mano, nell'attesa che gli avversari si voltino nella loro direzione, per poi mancarli e farsi uccellare. Mettere in difficoltà i pards ci sta, ma bisogna fare in modo che poi ne escano senza "poteri soprannaturali" e qui proprio non ci siamo. Stavolta anche l'editor è stato morbido e dire che Borden di solito sta molto attento nella costruzione delle sparatorie. In tal proposito, temo che Diablero abbia messo il dito nella piaga. Scena che mi ha ricordato le sparatorie di Faraci, che, non me ne voglia l'autore che su altre testate ho ammirato, mi facevano davvero storcere il muso.
  4. Letto da poco il primo albo di questa nuova avventura della serie regolare e come di consueto, provo a buttare giù le prime impressioni a caldo. Ovviamente, inutile specificarlo ogni volta, il giudizio finale verrà stilato a episodio concluso e mi par di capire dalle anticipazioni, occorrerà attendere altri due mesi, essendo questa una tripla. (Per lo spunto di soggetto tre albi sembrano eccessivi, ma forse mi sbaglierò e d'altronde senza leggere il proseguo non ha senso lasciarsi andare a queste sensazioni personali) Per prima cosa, mi viene la tristezza ogni volta che in un episodio si presenta un passaggio di consegne ai pennelli, dovuto alla dipartita di uno degli artisti che apprezziamo sulla saga. Il primo caso, a memoria, fu quello di Nicolò che nella nota "Il mondo perduto" fu sostituito da un impeccabile Monti, capace in maniera straordinaria a imitarne lo stile e rendere quasi nullo lo stacco per il lettore. Purtroppo per lo stesso Monti la sua ultima fatica non potè essere completata e l'opera di sostituzione toccò allora a Bruno Brindisi. Ma anche Giolitti non riuscì a completare la lunga maratona narrativa di Nolitta, che fu finita dal "vecchio allievo" Ticci; così come fu un groppo in gola il passaggio di consegne, su quel lungo Maxi, che il grande Letteri non arrivò a finire e fu portato a termine da Della Monica (tornato occasionalmente su Tex dopo tanti anni di assenza). Anche in questo caso dispiace molto per Seijas, un artista davvero notevole che ho sempre apprezzato e che mancherà molto nell'universo di Aquila della Notte. Sono curioso di vedere come Freghieri continuerà la trama, ma la scelta pare azzeccata visto il numero elevato e importante di presenze femminili. Tornando alla storia, il primo albo, sebbene non eccessivamente ritmato, non mi è dispiaciuto. Provo a entrare un po' nel dettaglio in quelle situazioni che finora hanno alimentato il dibattito sul topic: - La scena della diligenza è sbagliata, senza se e senza ma e d'altronde noto che il giudizio dei forumisti stavolta è "stranamente" unanime e non potrebbe essere altrimenti a mio avviso. Ammetto che la trovata a sorpresa di trovare Tex e Carson seduti a cassetta spiazza, ma per come è sceneggiata la scena, è assurdo che sei banditi armati fino ai denti, che circondano la diligenza, possano essere beffati in quella maniera. Per quanto validi Tex e Carson non hanno dieci braccia e gli occhi dietro la nuca, quindi non si spiega come possano gestire in contemporanea un nugolo di avversari, disposti a 360 gradi attorno a loro. L'unica spiegazione è che i banditi avessero i fucili caricati a salve. Mi spiace per il buon Pasquale, ma questa scena è da segnare con la matita rossa. Sarebbe stata plausibile solo se la diligenza fosse piena di alleati armati, così è una forzatura bella e buona. - Carson fin dai tempi di Nolitta e spesso con Borden si è sempre concesso una fughetta notturna per stare in compagnia di vecchie amiche (fiamme?) quindi non vedo nulla di così scabroso questa volta. Si poteva evitare di specificarlo? Può darsi, ma in fondo mica l'autore ce li mostra durante un eventuale amplesso, quindi c'è poco da scandalizzarsi, magari tra una vignetta e l’altra si sono scolati solo una bottiglia di whisky e stiamo qua a riempire pagine di aria fritta. - L’idea delle vedove vendicatrici e soprattutto di avere un punto di vista diverso della faccenda, non è male. A dire il vero avrei ridotto a solo due le aspiranti, magari Dona Isabella e Daisy Valjean. I loro mariti li abbiamo conosciuti fra i fumetti e una coppia era sufficiente e più plausibile per una simile trovata. Sul fatto che siano bellissime ed elegantissime è pure merito del maestro Seijas (un asso nel rappresentare la muliebre bellezza), ora vedremo come si svilupperà la trama. Speriamo che la presunta montagna non partorisca il consueto topolino. - Meza è un villain finora ben ritratto. La sua follia lo rende pericoloso e mi azzardo a prevedere che alla fine toccherà a Tex dover aiutare le vedovelle dalla sua mente instabile. A proposito che fine ha fatto quel topic delle scommesse? - Sui flashback trovo funzionale quello in cui vediamo l’orrendo delitto dei genitori di Meza, contribuisce a renderlo ancora più odioso e pericoloso. Gli altri, sebbene non del tutto fuori contesto come quelli che spesso Faraci ci propinava per intenderci, magari potevano essere ridotti o evitati, ma ho l’impressione che Ruju abbia avuto anche l’esigenza di gestire la foliazione per far quadrare i tre albi e l’uso dei flashback gli è stato utile allo scopo, ma il ritmo ne ha un po’ risentito. Spero che nel secondo albo la trama decolli. Il resto, come avrebbe recitato la voce fuori scena dei vecchi cartoon, lo scopriremo alla prossima puntata!
  5. Perdonami Letizia, ma mi pare che tutte queste critiche non le ho lette quando Mauro nella storia di Golden Pass, fece fare il birichino a Carson con Mamie. Anche lì la storia non lo richiedeva. Sul fatto che si poteva sorvolare su questo espediente, si può discutere, ma che Ruju non lo possa fare e gli altri si (Nolitta e Nizzi compresi) mi pare un po' stonato. 😂
  6. Che gran bella storia! Le trasferte messicane profumano sempre di epicità, complotti e azione pura e anche la storia in questione non fa eccezione. Bonelli ci delizia con una trama ben architettata e scoppiettante, che si legge di un fiato e appassiona. L'ennesimo tentativo di golpe portato avanti dal fantomatico "El Rey" sconvolge la Sonora. Incaricati di indagare, i due pards cascano nella rete delle spie, che avvisano del loro arrivo in terra messicana e fin dall'inizio agguati e polvere da sparo non mancano. Possiamo ipoteticamente dividere l'episodio in tre parti: la prima che conduce Tex e Carson in Messico è ben ritmata e appassionante. Le truppe di bandidos al soldo del Rey, tentano ripetutamente di seppellire gli avversari, tra imboscate sui ponti del fiume o nei saloon. I nostri rischiano grosso, ma se la cavano, decimando le file dei banditi e raggiungendo Hermosillo. La parte centrale è più lenta e alquanto deboluccia, visto che i nostri riescono a scoprire tutto della organizzazione del Rey facendo parlare due spie di piccolo taglio come il maggiordomo dell'alcade (che Galep rappresenta graficamente come un Montales incanutito ante litteram ) o il taverniere, e si dirigono all'isola di Tiburon (luogo già visto nella celebre storia messicana di anni prima) per provare a distruggere l'organizzazione dei congiuranti. Alcune sequenze come quella dell'indio che sfida il mare cattivo per avvisare i suoi capi e finisce in pasto ai pescecani, lasciano in segno. Ma è tutta la terza parte a essere scoppiettante e effervescente, con Tex che s'introduce nel fortino dei villain e Carson che funge da esca per gli alleati indiani del Rey e se la cava con coraggio e astuzia, anche grazie all'aiuto dei federales condotti dal valido tenente Sandoval. Bonelli chiude l'episodio dosando meglio i tempi di sceneggiatura rispetto ad altre volte, (in cui l'ultimo albetto risulta alquanto accelerato) e scrive un finale particolare con la fine di El Rey e il suo braccio destro, che annegano tra gli squali, a causa del trucchetto di Tex che togliendo un tappo nello scafo della barca, fa imbarcare acqua ai fuggitivi. Giustizia così è fatta e la presunta rivoluzione si scioglie come neve al sole. Concordo con chi sopra ha trovato similitudini con la lunga storia recente di Borden del Supremo, e riconosco che entrambi gli episodi sono davvero molto avvincenti e divertenti. Galep dimostra per l'ennesima volta il suo estro e talento, macinando strisce su strisce con resa magnifica e superandosi in dinamismo e nella sezione esotica dell'isola di Tiburon. Lo stile del compianto papà di Tex si raffinò oltremodo nel periodo di pubblicazione della storia e contribuisce alla riuscita della prova. Inoltre ho sempre ammirato le scene marinare ritratte dai pennelli di Galep, un maestro quasi impareggiabile su simili location. Il mio voto finale è 8
  7. Non per passare per lo scassamarroni di turno pards, ma non credete di essere OT da almeno decine di commenti? 😅
  8. Mizzica! Nel dubbio, un gesto scaramantico (sebbene poco da gentlman, lo ammetto! ) ci sta tutto!
  9. Non sono mai stato un grande appassionato del formato Color, ma mi accorgo che, ormai da parecchi anni, finisco sistematicamente col comprarlo, sopratutto quello estivo. Beata la coerenza! Stavolta la mia scelta è stata pure influenzata dalla presenza di Filippucci ai pennelli, un artista che apprezzo e che, mi par di capire, si prenderà un momentaneo periodo sabbatico dalla Bonelli, di conseguenza non volevo perdermi la sua prova. La speranza è che comunque torni presto al servizio del nostro amato ranger. Trattandosi di un albo ancora recente, forse è il caso che mi avvalga della funzione spoiler, per non guastare il piacere di lettura agli eventuali ritardatari. Scusandomi per la mia consueta mancanza di sintesi nel commento, vi lascio "in chiaro" la mia valutazione. Il mio voto finale è 5
  10. Gian Luigi Bonelli "liquida" Lylith da una storia a un'altra, così come fece Salgari con Marianna nella saga di Sandokan. Dopo aver usato come fulcro per il romanzo "Le Tigri di Monpracem" l'amore fra l'eroe e la bella nobildonna, già nelle prime pagine dell'opera successiva scopriamo della sua morte. Stratagemma utile per non imbrigliare gli eroi con compagne "scomode" senza bisogno di sequenze strappalacrime o banali. 🙂
  11. Sebbene ne avrebbe tutto il diritto, visto che i personaggi sono sue creature, spero che Mauro non ceda mai a dare una spiegazione a questa ambiguità (per il lettore è un segreto di Pulcinella, ma Carson lo ignora). Ovviamente il tuo commento è ironico, ma spero non arrivi il Frediani di turno a leggerlo e suggerire al curatore idee così balzane per fare un albo scoop da piazzare durante una celebrazione.
  12. La figlia di Carson c'è già e l'abbiamo conosciuta nel capolavoro di esordio di Borden.
  13. Sono alquanto contrario all'idea di far sposare Kit o uno dei pards principali. D'altronde Piccolo Falco è già vedovo (sebbene la sua unione indiana avvenne quando era privo di memoria) e poi una "fidanzatina" occasionaria l'ha già, o vi siete dimenticati di Donna? Discorso diverso potrebbe essere per uno degli amici storici. Togliendo Pat e Gross Jean che sono eroi nomadi, uno tra Montales e Jim Brandon potrebbe trovarsi una fiamma ricorrente. (A dire il vero nel topic dei "soggetti del forum" ne proposi uno per la Giubba Rossa in cui si innamorava di una ribelle, ma figurarsi se poteva essere preso in considerazione! ) Chiudo l'OT, prima di essere linciato dai lettori puristi del Forum!
  14. Rileggendo storie come questa, si capisce quanto sia possibile scrivere qualcosa di divertente e ritmato, sebbene il soggetto sia poco originale e abusato. Dopo aver svariato molto sugli spunti nei numeri precedenti, Gianluigi Bonelli si concesse una trama più nei canoni e classica. Non credo sia una coincidenza, ma ciò avveniva spesso quando le sceneggiature erano affidate ai pennelli di Muzzi, mentre con Galep si osavano storie più ambiziose o particolari. Ciò non è per forza sinonimo di storia minore o meno riuscita, d'altronde il papà di Tex in quel periodo era un autentico vulcano di creatività in eruzione, e anche soggetti triti e ritriti, assumevano un gusto nuovo dalla sua macchina da scrivere. Una disputa tra ranch confinanti, un soprastante spietato e senza scrupoli, uno sceriffo corrotto con lui alleato, un galantuomo proprietario del ranch opposto spinto quasi sul lastrico e poi soppresso, il figlio con valori ma destinato al fallimento senza l'intervento di Tex, trovatasi casualmente nell'occhio del ciclone della disputa. Come su elencato, tutte queste circostanze sono ricorrenti nella saga, tuttavia Bonelli se la cava alla grande e leggendo la storia, non ci si annoia o pensa che lo spunto sia poco originale. Tex e Carson si trovano per caso nella disputa, ma capiscono immediatamente da quale parte occorre stare, rifiutando l'offerta di lavoro portatagli da Maxwell il soprastante. Non mancheranno le spazzolate allo sceriffo corrotto e gli agguati, in uno di questi Carson si becca una pallottola nella spalla e si ritrova costretto a "rimanere in panchina". Tex riesce brillantemente a capovolgere la situazione e sconfiggere Maxwell, sebbene l'interessante figura del mezzosangue Yubal gli tiene dapprima testa, decifrando le tracce. Proprio quest'ultimo però si mostrerà un avversario leale e fiero e sul finale contribuirà all'isolamento di Maxwell, che si ritrova messo alle porte dalla proprietaria del ranch Esmeralda. Storia divertente ma non trascendentale, che vede agire stranamente sotto falso nome i nostri eroi (curioso l'errore di Carson che smaschera l'identità del pard nominandolo inopportunamente dinanzi i cowboy al servizio di Bilder). Trovo un po' troppo velocizzato il finale: in primis Maxwell si rassegna fin troppo facilmente allo smacco subito da Esmeralda, oltretutto qualche striscia in più da dedicare al duello risolutivo sarebbe stata d'obbligo, ma Bonelli lo si sa, preferiva scrivere a braccio e di questi calcoli difficilmente li faceva, soprattutto nell'era della pubblicazione settimanale nel formato smilzo delle strisce. Per ciò che riguarda la parte grafica, ho trovato molto efficaci e puliti i disegni di Muzzi, curati maggiormente rispetto la sua media e anche gli interventi di Galep sui volti di Tex (che cominciano in questi periodi), molto più amalgamati e meno stridenti e vistosi, rispetto a quello che vedremo negli anni a seguire. Storie simili con queste ambientazioni andavano a genio al disegnatore Milanese, difatti gli venivano affidate spesso. Il mio voto finale è 6
  15. E' un buon consiglio Loriano; l'ho pensato spesso anch'io che una rilettura senza interruzione temporale può giovare, soprattutto in quelle storie cariche di comprimari e cose da ricordare. Penso che la breve foliazione (sebbene fondamentale per poter permettere agli autori di mandare in edicola l'albo senza patemi, visto i molteplici impegni) penalizzi e non poco Borden, visto che il suo stile di scrittura è più corposo, arioso e verbale. A esclusione del primo episodio, che aveva un ritmo molto forsennato, fin da subito Mauro ha portato sulla nuova serie il suo stile più ragionato e aulico; le trame si sono rese più complesse e interessanti, i tempi dilatati e i dialoghi via via son diventati più corposi, la continuity e i rimandi più presenti, ma ciò, se da un lato ha reso gli episodi più strutturati, dall'altro ha mostrato che una foliazione mensile più ridotta si attaglia poco alla scrittura di Mauro, e le sue storie diluite in sei mesi, perdono parecchio in termini di comprensione e pathos. Questo è il mio giudizio, ma magari mi sbaglio. Rileggendo il mio commento, mi son reso conto del lapsus : ovviamente intendevo mensionare la guerra di secessione, ma chissà, visto la compatibilità di date storiche con la serie, se in futuro, scopriremo che Tex ha fatto una capatina in Italia per combattere contro gli austriaci per la liberazione del Lombardo-Veneto. Scusatemi, sarà il caldo o la genetica, ma ultimamente mi sto rintronando
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