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TWF - Tex Willer Forum

Condor senza meta

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Tutto il contenuto pubblicato da Condor senza meta

  1. Una bella camicia di lino fresca e con fantasia hawayana, ideale contro la calura dei deserti del sud-ovest e anche il problema del "sudore" è risolto!
  2. Condor senza meta

    [44/45] Contrabbando

    Altro episodio con soggetto classicamente western, breve e senza eccessive pretese. Una sorta di riempitivo, affidato peraltro all'esordio di Muzzi, nei panni di disegnatore completo e autonomo (compreso i volti di Tex, cosa che diverrà rara nel proseguo). Bonelli riesce a colmare la debolezza dello spunto iniziale, con mestiere e maestria. Buoni i tempi di sceneggiatura, interessante la figura del tenente Corbett, così come si fanno apprezzare alcune sequenze particolari e ardite, come la "corsa della morte" per far parlare Floyd o l'eroica fine del navajo che pur di non tradire la sua presenza e mettere a rischio il piano di Tex, si lascia morire dopo il morso di crotalo evitando di accendere il fuoco per curare la ferita. Il contrabbando con i Comanches viene abilmente smantellato dall'opera di Tex e i suoi pard, in una sequela di eventi e azione che accompagna piacevolmente il lettore ma non lascia la sensazione di aver assistito a una trama memorabile. Muzzi a mio avviso se la cava meglio di Gamba in termini di resa e realismo, ma paga il confronto con l'immenso talento di Galep, davvero irrangiungibile per le sue capacità grafiche. Personalmente ho fatto spesso fatica a distinguere i personaggi, sia Tiger dagli altri navajos ma pure gli avversari barbuti, aspetto che anche in seguito caratterizzerà l'opera del disegnatore, poco incline a creare fisionomie del tutto originali. Comunque l'autore milanese, fra alti e bassi, fornirà il suo contributo per svariati anni e arriverà a far comunque parte nel ristretto staff di disegnatori attivi nel periodo d'oro della testata, fornendo i suoi pennelli a storie comunque importanti. Il mio voto finale è 6
  3. Senza entrare nell'annosa questione dell'integralismo o meno, ritengo che le modifiche apportate da Mauro nella sua versione della Mano Rossa possono pure starci nell'ottica di una serie moderna come Tex Willer. La giovane saga verosimilmente deve pure mantenere una sorta di autonomia dalla serie regolare ed è rivolta anche a un pubblico più giovane che non conosce a fondo i classici bonelliani. La mia non vuole essere una critica alla iniziativa editoriale, che finora è stata di grande spessore e qualità e anche in futuro ci proporrà spunti interessanti, ma personalmente questi inevitabili toccate nella "tappe imprescindibili" della vita di Tex (che si trasformano in parziali remake), mi appassionano poco. Gusto soggettivo ovviamente, ma preferisco di gran lunga gli episodi con soggetti inediti; ciò non toglie che continuerò ad acquistare Tex Willer, ma per quanto ben sceneggiato, all'episodio della Mano Rossa attualmente in edicola, prediligo le ariose trame ambientate in Florida o in Montana.
  4. Condor senza meta

    [44] Una Audace Rapina

    Prosegue, tra mille intervalli, la mia rilettura degli albi relativi al primo centinaio. Mi sono imbattuto in questa breve storia, che a dire il vero avevo quasi del tutto rimosso dalla memoria, che però tutto sommato intrattiene e si fa apprezzare, sebbene non trascendentale. Una sorta di "disimpegno" di Bonelli, da intervallare in mezzo alle trame più corpose e altisonanti. Una banda di rapinatori alquanto decisi e spietati, una rapina alla banca, un'immediata caccia all'uomo portata avanti dai nostri, che fortuitamente si ritrovano a riposare nella cittadina teatro dell'azione criminosa. Il soggetto è basilare e prettamente western, d'altronde dopo la precedente escursione cappa e spada e profezie varie, l'idea di riprendere i binari più classici e affini alla saga, ci sta tutta. Bonelli, di par suo, brilla in cabina di sceneggiatura e imbastisce una trama ritmata, resa ancor più vivace dalla trovata di dividere i tre pards e fargli seguire a ognuno un bandito diverso. La posse messa su dallo sceriffo, si scioglie come neve al sole e solo i tre pards, mai paghi, si prodigano al proseguimento della caccia per assicurare alla giustizia gli autori della violenta rapina. Al giorno d'oggi, autori come Mauro avrebbero inserito in mezzo ai comuni cittadini che gettano la spugna per stanchezza o mancanza di adeguato coraggio, qualche comprimario abile da dividere la scena con i protagonisti, ma allora Bonelli fece di tutto per liberarsi presto dal "contorno" di carneadi per mettere in evidenza le gesta di Tex, Carson e il giovane Kit. Mentre Tex assolve al pieno al suo compito e si permette il lusso di graziare la sua preda dopo averla sconfitta e fatta parlare, sia Carson che Kit sudano le proverbiali sette camicie e rischiano grosso sotto la dinamite degli avversari. Una sorta di iniziale "sconfitta" che l'autore riesce a non rendere umiliante, anzi che dimostra il valore degli avversari, tuttavia l'epilogo, sebbene un po' accelerato, farà in modo di ristabilire la giustizia, affidando a messere belzebù i restanti componenti della banda, falcidiati dal preciso piombo di Tex. Riassumendo, una storia minore ma valida, come tante altre del periodo. Graficamente, c'è poco da aggiungere rispetto a simili giudizi riferiti a episodi di quei tempi: Galep macina striscia su striscia senza tanti fronzoli, puntando più alla quantità, ma garantendo comunque una qualità consona alla pubblicazione, forte ormai di un ben congegnato stile e acquisita esperienza. Leggo che in questi episodi minori Muzzi aiutava il collega chinando le matite del papà di Tex e permettendo una perfetta catena di montaggio per rispettare le scadenze e le uscite settimanali degli albetti. Il mio voto finale è 7
  5. E dire che Marcello l'aveva iniziata a disegnare la storia, ma essendo ormai in grosse difficoltà di salute, l'esito finale fu considerato non sufficiente in redazione e l'episodio affidato a Font. Purtroppo anche il talento si piega all'inesorabile legge della natura!
  6. Concordo con Lety, l'assenza di Mauro si fa sentire parecchio sul Forum. Il fatto che ci legga è già qualcosa, evidentemente il legame col sito c'è ancora e lo stacco non è stato totale. Confido che prima o poi possa tornare ad arricchire con la sua graditissima presenza la nostra comunità virtuale. P.s. @Carlo Monnicontinua a fare da tramite e riferiscigli che ci manca e di ripensanrci, lo aspettiamo a braccia aperte!
  7. L'unica patente che mi riconosco, è quella di guida e dire che quest'anno il giorno del mio compleanno dovrò rinnovarla. A dire il vero, mi ricordava un carabiniere che mi ha recentemente fermato in un posto di blocco, che in quei giorni mi scade pure la revisione dell'auto, quindi non c'è male come regalo l'esborso previsto. Per arrotondare sarò costretto a fare il gambler .
  8. Sono d'accordo col tuo commento Franco: i disegni di Bocci sono nettamente superiori alle ultime opere di Diso e dell'attuale Laurenti, così come sul fatto che Borden ultimamente pecchi sulla verbosità dei dialoghi in alcune sessioni narrative. L'equilibrio tra testo e disegno è indiscutibile nella scorrevolezza di un fumetto, ma la leggibilità che intendevo è quella grafica. Cerco di spiegarmi: anche una vignetta senza balloon rischia di essere poco leggibile se il soggetto principale (nell'esempio dello stampede, il manzo impazzito) viene rappresentato senza adeguato stacco con lo sfondo. L'occhio a primo impatto viene colpito dai tanti oggetti presenti nella vignetta e non focalizza subito il manzo che dovrebbe essere al centro dell'azione. Sono frazioni di secondo, ma la lettura si rallenta. In una vignetta statica e "noiosa" come un dialogo, la ricchezza di dettagli può pure essere un piacevole diversivo, ma nella dinamicità della scena, una sintesi maggiore ti aiuta a rendere più snella la sequenza. Per il resto Bocci ha finora fatto un ottimo lavoro e lo reputo uno dei disegnatori più in gamba della "giovane leva".
  9. Fermo restando la soggettività dei gusti (personalmente a differenza tua ho apprezzato nel complesso la prova di Bocci ai pennelli), concordo sull'aspetto della poca leggibilità di alcune sequenze. La ricchezza di dettagli rende molto accattivante sfondi e vignette "statiche", ma andrebbe dosata con più parsimonia nelle scene dinamiche e di azione pura. Come te, ho faticato non poco durante alcune sequenze tipo quella dello stampede: gli sfondi ricchi in queste vignette distraggono l'occhio o lo distolgono dal soggetto principale della vignetta. Bocci è un disegnatore di talento ma questo aspetto dovrebbe curarlo di più e non farsi prendere la mano dalla mania del dettaglio a tutti i costi. Questa osticità di lettura la riscontravo nel primo Mastantuono, ma il disegnatore romano pian piano ha messo a fuoco il suo stile ed è migliorato tantissimo sotto questo aspetto, son certo che può farlo benissimo pure Bocci.
  10. Dopo la prima parte più consona al genere western, Bonelli decide di virare verso un proseguo con una tematica a lui cara, ovvero la narrativa "cappa e spada". Per apprezzare l'episodio, occorre assumere abbondanti dosi di sospensione d'incredulità, visto che la presenza di un borgo medioevale nel far west è davvero una "licenza poetica" possente. Un lettore classico storce il muso, ma se ci si cala con la mente sgombra da simili pregiudizi, si finisce per rimare rapiti dalla trama, contraddistinta da traditori, ribellioni, intrighi di corte, nani subdoli, profeti dall'aria sinistra, tiranni despoti e uno sfondo particolare con castelli, ponte levatoi, armature e sciabole, degne di un romanzo di Dumas. Per una volta, Tex e Tiger sono catapultati tra le pieghe della trama e forniranno il loro contributo per appoggiare i ribelli. L'epilogo porterà all'avverarsi della profezia, con la distruzione della mitologica citta dell'oro e i due pards, sventati miracolosamente al disastro, verranno soccorsi da Kit e Carson estranei fino ad allora alla vicenda. Bonelli costruisce il suo epilogo dando l'opportunità al lettore di una seconda chiave di lettura: e se Tex e Tiger avessero solo sognato? Un'ambiguità narrativa che si fa apprezzare e fa da degno suggello a questa avventura un po' sui generis, ma comunque piacevole, resa stupendamente dai pennelli di un Galep ispirato, che dona agli scenari e ai costumi d'epoca un tocco di magia. Il mio voto finale è 7
  11. Mi unisco al coro di chi sostiene che la suddivisione delle due storie, applicata nel topic, è alquanto teorica, visto che i due episodi, sebbene distinti, fanno parte di un unico filone e mostrano quanto a Gian Luigi Bonelli piacesse sceneggiare a braccio, senza vincoli o restrizioni si sorta. Stendeva le sue vele alle correnti della fantasia e ogni olta si salpava facendo rotta verso l'orizzonte dell'avventura sconfinata. Questa prima trama, è alquanto esile ma si avvale della figura molto particolare di Raskar, la regina dei coyotes, che sebbene appaia in poche pagine, lascia il segno con il suo potere soprannaturale di comandare i coyotes. La congiura ai danni del Sakem dei Sabinas, ordita dallo stregone per portare al potere il suo protetto, ovvero il violento Mai-Koo a discapito del legittimo erede Too-Nai, verrà sventata dall'intervento di Tex e Tiger, che riusciranno ad appoggiare quest'ultimo nel recupero dell'idolo d'argento dalle mani dei Cani Rossi, sancendo così il passaggio di consegne delle insigne di capo. Proprio dopo aver sbaragliato i feroci Cani Rossi con decisione e spietatezza (indiani che ci vengono rappresentati totalmente in negativo dall'autore quasi al pari degli Hualpai), la profezia appresa in merito all'esistenza di una fantomatica città dell'oro, porta i due pards a incuriosirsi della cosa e indagare, dando di fatto avvio alla seconda sottotrama dell'episodio, che occupa il seguente topic del forum e che momentaneamente lascio in sospeso nel giudizio. La valutazione complessiva della prima parte è sufficiente, visto che la trama è interessante e si fa leggere, ma non fa gridare al "capolavoro". Bonelli si sa districare nei passaggi di sceneggiatura e riesce a non annoiare il lettore, ma la storia pare non eccessivamente ambiziosa: ci può stare in una programmazione di una saga seriale. Disegni nella norma del periodo, con la staffetta Galep-Gamba a tutto spiano nello sfornare strisce su strisce per garantire la pubblicazione settimanale degli albetti. Il mio voto finale è 6
  12. Non scusarti, nulla di grave. Tuttavia ci tenevo a farti capire che prima di attribuire eventuali giudizi o "patenti", non guasterebbe informarsi un minimo. Oltretutto il "takle" su un commento che non era nemmeno rivolto a te, non è il modo migliore per distendere i toni. Qua la mano e chiudiamola qui!
  13. Scusami, ma sarò franco: non mi piace tanto il tono che stai usando nei miei confronti. Il "fatevene una ragione" è una frase fuori luogo (soprattutto nel mio caso), poichè se mi conoscessi meglio in questi anni di Forum, sapresti che sono stato sempre molto legato a Nizzi, che ha caratterizzato il periodo in cui da ragazzo mi sono interfacciato alla lettura di Tex. Ma ciò non toglie che ho sempre mantenuto una sorta di onestà intellettuale, che mi ha portato a difenderlo quando l'ho ritenuto opportuno e criticarlo a par modo, e la sua "svaccata" polemica del recente passato la reputo una scelta biasimabile a tutto pari. Posso esprimere questa mia opinione, o devo chiedere prima permesso? Non ho mai avuto alcun preconcetto contro nessun autore, ma la libertà di critica è sacrosanta, sennò che ci facciamo qui? Senza voglia di polemiche pard, ma ci tenevo a chiarire questo punto.
  14. Beh se anche fosse non ci sarebbe da scandalizzarsi troppo. L'uscita pubblica di Nizzi contro la saga e il curatore fu davvero squallida e inopportuna. "I panni sporchi bisognerebbe lavarli in famiglia", anche per una forma di rispetto nei confronti dei lettori che in fondo, poco importa delle beghe e le eventuali faide fra autori. Umanamente è comprensibile che in redazione si sia decisa una sottile forma di rivalsa (tipo declassare dalla regolare le storie) di un collega che, non dico dovesse portare riconoscenza per essere stato nuovamente invitato nello staff, ma quantomeno si poteva risparmiare quel veleno gratuito e dannoso per la serie che lo paga. Anzi è già tanto che le sue storie vengano ancora pubblicate (visto quanto sono costate suppongo!) poichè l'arroganza di Nizzi meritava che venissero chiuse nel cassetto e buonanotte. Il fatto che l'autore di Fiumalbo sia stato un baluardo della serie in un periodo delicato (tipo i tardi anni 80), non lo autorizza a simili scempi comportamentali, a mio avviso.
  15. 2020-Tex-Mouse.jpg

     

    Un mio omaggio a Tex alquanto "particolare" :D

    1. Il sassaroli

      Il sassaroli

      Simpatica contaminazione :D

  16. Più che altro sarà la lettura a fugare eventuali dubbi, così come auspico. Non farseli venire prima, sarebbe ideale, ma purtroppo alcuni sentimenti che fanno parte della natura umana, non sempre possono essere domati.
  17. Concordo pienamente sullo splendore della copertina del maestro Villa, davvero molto evocativa e di gran classe. Ma non scherza affatto nemmeno l'ottimo lavoro di Bocci sull'episodio in questione. L'anteprima di questa tavola (tralasciando la bassa risoluzione che non le rende giustizia) è un incanto.
  18. Spero anch'io di sbagliarmi Loriano. Forse il pizzico di delusione provato durante la lettura dei due albi della Mano Rossa, mi ha reso più pessimista del dovuto.
  19. Ritornando in topic, mi va di esprimere un pensiero che si è insinuato nella mia mente durante la lettura del secondo albo. A parte l'esordio della saga, che lambiva e s'intersecava con "Il totem misterioso", il resto delle storie, sebbene legato da una continuity fedele alle vicende originali, manteneva una certa libertà narrativa, che ha permesso a Borden di sfornare trame interessanti come quella in Florida, o nel Montana, nonchè quella dei due disertori e l'episodio con Mefisto. Il buco presente tra i primi due episodi bonelliani, ha fornito la possibilità di ottimi spunti da inserire nella continuity con Tex giovane fuorilegge, storie che si son fatte apprezzare per freschezza e stile narrativo più moderno e accurato in fase di documentazione, ma "La Mano Rossa" segna un passaggio cruciale a mio modo di vedere. Mauro avrà ancora modo di dare sfoggio alla sua creatività, ma gli spazi da colmare diventano un tantino più stretti, vuoi per quei passaggi della saga imprescindibili, nonchè i personaggi bonelliani che giocoforza dovranno essere presenti e con caratteristiche ben definite. L'episodio in questione è ben scritto, ma per quanto l'autore sia abile a dimenarsi nella sceneggiatura, non riesce ad aggiungere molto alla trama originale (e i lettori datati l'originale la conoscono a menadito). Definirlo un remake non è esatto, ma mi dà comunque l'impressione di una ottima cover musicale, ma niente più. Mi auguro che questa sensazione che sto provando sia solo temporanea e riducibile al singolo episodio (confido difatti molto nella trasferta messicana o nel periodo della guerra di secessione), ma non nego che questo aspetto mi mostra "la prima crepa" di un progetto editoriale rischioso (reso interessante dal colpo di genio di Mauro che ha in parte rivoluzionato l'idea discutibile della redazione) ma che col proseguo può porre maggiori difficoltà per mantenere l'autonomia creativa della giovane saga, fattore che ha contribuito finora al successo della pubblicazione. Capisco che il mio pensiero può apparire alquanto controcorrente e criticabile, ma mi andava comunque di esporlo. Spero tuttavia di sbagliarmi in toto con la mia sensazione.
  20. Nota bene Diablero, ti stimo da tempo e sono sempre il primo a sostenere che l'allontanamento di Borden non sia dovuto alle tue motivate critiche, (figuriamoci Mauro ti teneva giustamente in considerazione per la tua indiscutibile competenza e acume) ma permettimi di dire che, ogni volta che alludi alla mancata capacità di capire un testo scritto degli altri utenti mi fai cascare le braccia. Il post di Jeff, oltre a esprimere un suo opinabile pensiero sulla faccenda, elogia pure il lavoro di Borden e Ruju sulla saga e magari qualcuno ha messo il suo like pure per questo, o sbaglio? Uno dei like è il mio, sebbene ti abbia sempre difeso da quella accusa, pensa te! Continuare a dare del lettore superficiale o poco sveglio con questa leggerezza è quel tipo di critica arbitraria e a senso unico che non accetto. Denota una forma di attezzosità che rischia di surriscaldare gli animi. Senza rancore...
  21. Il diritto di critica è e deve rimanere sacrosanto, sia su un Forum tematico come il nostro, che nella vita sociale (e visto i tempi cupi all'orizzonte non è cosi scontato, temo occorra difenderlo coi denti questo diritto). Suppongo che sul Forum serpeggi ancora la grande amarezza per l'abbandono di Borden, ma non bisogna commettere l'errore di dare la caccia alle streghe o scaricarsi responsabilità a vicenda.
  22. Che dire: pur rispettando qualsiasi opinione, ritengo che le tavole di Bocci siano di livello notevole. La prima poi, a mio modesto parere, è davvero splendida. (e la vediamo in bassa risoluzione, figurarsi cosa sarà l'originale!) Ogni artista ha il suo stile: c'è chi sintetizza al massimo per trovare il giusto equilibrio fra dinamismo e tratto e chi predilige vignette più dettagliate e cariche di effetti.
  23. Arrivo a commentare la storia in netto ritardo, come da un bel po' mi accade. Di solito in passato mi astenevo dal leggere i commenti degli altri utenti, prima di scrivere il mio, per non esserne influenzato, ma ultimamente ho perso pure questa abitudine. Di carne al fuoco ne è stata messa tanta in queste quattro pagine di discussione e come ovvio, le opinioni non sono tutte uniformi. Certo che passare dal 2 al 9 di valutazione, ti fa capire di quanto sia bella la varietà di giudizio nella vita e guai se così non fosse. Soprattutto mi capita spesso che, leggendo le critiche di coloro a cui gli episodi non piacciono, le trovo pure plausibili e motivate e mi chiedo se realmente è il mio modo di leggere e approcciarmi a Tex a essere inadeguato e superficiale, se a primo impatto il mio giudizio è differente. Ma per quanto motivate possono essere alcune critiche, ciò non toglie che ognuno, a seconda della propria sensibilità, assimila un'opera d'arte in maniera differente e non vi è nulla di scandaloso se alla fredda razionalità di alcuni, si contrapponga la visione più "romantica" e più fallace di chi si tuffa in una trama per sognare ad occhi aperti, trascurando snodi anche un po' forzati, ma funzionali alla narrazione di fantasia. Se non si è già capito, la lunga premessa serve solo a dire che al sottoscritto, la storia è piaciuta e mi ha davvero incollato alle pagine, anche se non è perfetta come giustamente fatto notare da utenti più freddi e razionali di me. Ho da tempo coniato la cosiddetta "Zona Ruju", ovvero un limbo di qualità costante senza eccessivi picchi o capolavori" in cui si attestano quasi il 90% delle prove dell'autore, al netto di un lieve calo di qualche anno fa e alcune composizioni più corpose. Questa che sto commentando, a mio avviso, supera quel confine e la reputo davvero una delle migliori prove di Pasquale sulla testata. Oltretutto è l'ulteriore conferma che lo sceneggiatore sta risalendo la china dopo un periodo di appannamento e ciò è un buon segno per i lettori e per Mauro nei suoi panni di curatore. Magari la storia è stata sceneggiata al rovescio e si avvale di qualche clichè; il tradimento di Big Frank sarà scontato e Boucher incide poco come villain, gli indiani non sembrano essere caratterizzati in maniera encomiabile e il mio amato Carson fa una figuraccia, ma nel complesso non si può non notare che ha un buon ritmo, discreta l'azione e molto funzionali gli snodi e i passaggi di scena. Ma soprattutto è affascinante l'intreccio che si viene a creare fra realtà e visioni oniriche, trovata che permette a Pasquale di far spiccare la figura di Lagarde e la tenera empatia che si crea con la dolce Nadie (ennesima figura femminile interessante nata dalla penna di Ruju) sono il quid in più in una storia, non esente di imperfezioni, ma splendida anche per questo. Se una lettura mi coinvolge e stimola la mia fantasia, accarezzando le giuste corde dell'anima, non mi soffermo troppo sulle presunte illogicità razionali di alcuni passaggi. Sono un lettore che legge "ad occhi chiusi"? Forse sì, ma poco mi importa se questo serve a farmi sognare e questa storia ci è riuscita. Anche l'epilogo è poetico e romantico, con Lagarde che viene riportato alla vita da Tex col bene placido dello spirito della defunta fidanzata, un passo verso un futuro presumibilmente destinato fra le braccia della bella e coraggiosa Nadie. Font è sempre un disegnatore adattissimo per queste tematiche e latitudini, tuttavia si riscontra una certa fretta realizzativa soprattutto nel secondo albo, con alcune vignette tirate un po' via, ma l'effetto ottenuto non è male e la sua prova è soddisfacente. Unico neo, la poca grazia con cui il maestro iberico ha caratterizzato le due donne dell'episodio, soprattutto in alcune vignette la visione della fidanzata defunta è troppo caricaturale e poco accattivante. Una maggiore cura su questo aspetto non sarebbe guastata, ma sugli sfondi e i paesaggi, il lavoro è stato notevole. Il mio voto finale è 9
  24. Storia davvero divertente e frizzante. Gian Luigi Bonelli non avendo eccessive pretese di comporre una trama aulica, si diverte con un breve episodio molto serrato e dal tono scanzonato. Tex interviene in aiuto di un povero allevatore di pecore, vessato dal prepotente ranchero Rickett che mal vedo l'uso dei pascoli per gli ovini. Inizia così un piano alquanto originale, che ci mostra un ranger molto abile pure negli affari, visto che, per punire l'arroganza di Rickett aquista cinquemila acri di pascolo conteso a un dolaro, recintandolo col ferro spinato per poi rivenderlo, a fine avventura, al doppio, punendo così il villain economicamente, colpendolo nel portafoglio. Esilarante lo scherzo della "dinamite passamano" nel saloon, o lo stratagemma per far esplodere lo Star - O creandosi un alibi con lo sceriffo. Il tex bonelliano è sempre un eroe deciso e molto ironico, che sa essere deciso e letale, ma al contempo molto spiritoso e un tantino sborone. La storia diverte e l'epilogo originale, con la lieve punizione di Rickett che in fondo non uccide nessuno, ci può stare nel contesto di un episodio più leggero. La parte grafica è caratterizzata dal tandem Galep - Gamba, utile per accelerare i tempi di realizzazione, ma un po' disturbante nell'ottica di uniformità di tratto. Il mio voto finale è 7
  25. Complimenti Bob, i due disegni denotano una buona attenzione per il dettaglio e resa per ciò che concerne gli sfondi.
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