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TWF - Tex Willer Forum

dario63

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Messaggi pubblicato da dario63

  1. Un'ottima e gradevolissima storia (anzi, più di una, perché la narrazione si snoda con un intreccio che fa posto ad altri brevi ma efficaci momenti che rendono fra l'altro più che logico e funzionale l'impiego del colore).

    Ancora una presenza di un Tex giovane ma sempre molto ardimentoso. Non dico altro, per non "spoilerare", ma ritengo che si tratti di un prodotto ben in linea con la freschezza narrativa della nuova serie "Tex Willer" (e con qualche simpatico rimando a quella), con personaggi interessanti e con un ritmo sempre molto alto e incalzante. Molto buoni anche i disegni, per cui, a mio avviso, si tratta di un prodotto senz'altro consigliabile e che vale sicuramente il prezzo di copertina...

  2. Lo speciale a colori vedo che continua a suscitare pareri, anche molto diversi tra loro (come è giusto che sia!), ma nel complesso positivi.

    Mi permetto una precisazione rispetto a quanto da me già scritto.

     

    POSSIBILE SPOILER

     

     

     

    Nella storia che ha per protagonista Kit Willer (condivido il "finalmente") non ho amato proprio l'eccessiva serie di circostanze che sembrano tutte messe in fila per favorirlo - nonostante la schiacciante supremazia numerica degli avversari - e fargli conquistare un successo completo. Capisco che, in una storia breve, non ci si possa perdere in sviluppi troppo articolati, ma qui la "fortuna" mi sembra talmente sfacciata da rendere veramente poco realistici tutta una serie di passaggi per me esageratamente forzati:

     

    a) Il primo è per me il più inverosimile. Kit è legato ad un cavallo in corsa, è trascinato per lunghi tratti ma poi, nonostante presumibili dolori lancinanti,  riesce con la forza delle sole braccia a prendere in mano la corda, issarsi e avvicinarsi progressivamente al cavaliere, salire in sella e poi disarcionarlo (facendolo morire sul colpo)... Ma insomma, quando mai tutto questo sarebbe possibile attuarlo?? Nemmeno Tex (io dico, per fortuna!) c'è mai riuscito! Tanto per citare una situazione simile, nell'avventura "Gli spietati" viene a subire un'analoga tortura e non può reagire, ma si deve tenere tutte le ferite del caso (salvo riscattarsi abbondantemente in seguito, ma senza effetti speciali tipo circo Barnum);

    b) subito dopo Kit, trovato nella sella un coltello provvidenziale (questo ci può stare) si libera delle corde, si allontana, e combatte munito solo di coltello contro un avversario dotato di colt, cui pianta con precisione chirurgica il coltello nella gola mentre quello lo manca. E vai...

    c) Lì vicino si inerpica su una provvidenziale piccola altura dove, a mani nude, peraltro senza che lo spettatore possa assistere a questo passaggio, cattura un altrettanto provvidenziale crotalo e, udite udite, lo scaglia dall'alto ancora vivo e opportunamente incazzato (velenoso lo è già di natura) centrando (pur avendo gettato il serpente senza farsi vedere dagli inseguitori, quindi alla cieca) un altro dei malfattori che viene naturalmente morso e messo fuori combattimento dal serpente. L'altro pellegrino, chiaramente scosso da tali prodigi, si fa beccare da un Kit ormai di colt munito (quest'ultimo passaggio realistico).

    d) Pressato da altri due loschi figuri, riesce ad avvicinarsi ad una pozza d'acqua (un po' di refrigerio ci vuole!) con annessa cascatella, ha tutto il tempo di sfilarsi la camicia e di confezionare una valida trappola, piazzando opportunamente il suo indumento sotto il getto dell'acqua. Nel frattempo, sopraggiungono i due che cascano debitamente nel tranello, sparacchiando inutilmente contro il bersaglio che è stato messo sotto i loro occhi. Kit sta celato a un passo da loro e quando si fa vivo li centra inesorabilmente con la colt che aveva raccolto.

    d) In una vera sequenza da "Doom" (mancano solo i "medikit" per curarsi), Kit raccatta da terra il fucile perso da uno dei due banditi, con il quale affronta spavaldamente e a viso aperto gli ultimi tre avversari, naturalmente senza lasciare loro alcuno scampo. 

    Dopo di che, accertato di averli stecchiti tutti, con tutta calma può ritornare in paese per catturare l'ultimo delinquente (pur con parvenze più rispettabili), impacchettarlo e attendere l'arrivo del padre e di "zio" Carson per poter raccogliere il "meritato" plauso per aver fatto tutto da solo...

    Un po' troppo, per i miei gusti...

  3. Acquistato e letto, devo dire con un complessivo giudizio positivo.
    Premesso che a me Tex a colori piace poco, qui però devo dire che la colorazione talvolta ha degli effetti validi e appare più curata del solito (per me, soprattutto nell'ultima storia, quella di Mayo).

    Certo, l'estrema brevità delle storie non sempre giova a chiarezza e coerenza dello sviluppo, necessariamente molto conciso.

    Però devo dire che mi ha impressionato positivamente soprattutto l'esperimento della storia di Serra/Mandanici, realizzata esclusivamente con disegni e con totale assenza di "ballons" e dialoghi. Scelta che si comprende leggendo la vicenda, in cui la presenza più significativa non è necessariamente quella umana (e in cui un Tex in versione "francescana", si segnala ancora una volta per la capacità di comprendere al volo e valutare adeguatamente non solo gli uomini, ma anche gli animali e di ottenere anche da essi - non da tutti! - rispetto). Buoni i disegni e gradevoli  i colori.

    Carina anche la prima storia, che assegna un ruolo di protagonista assoluto, una volta tanto, a Carson (con qualche analogia con l'episodio che narrava le vicende del suo passato, ben raccontate ancora da Boselli, quella volta insieme a Marcello). Il "vecchio cammello" sfodera una forma (e un fascino) decisamente notevoli, quasi giovanili e comunque efficaci, pur nel breve tempo in cui si svolge la vicenda, intensa e coinvolgente, ma che sembra in qualche modo essere segnata nei suoi tempi proprio dai ritmi del disgelo. A mio avviso, non di uguale livello i disegni di Font, che pure non sono male, ma che non riescono mai a convincermi del tutto nella resa dei volti umani.

    Atmosfera cupa e segnata da una componente tragica fin dall'inizio (e accentuata dai disegni un po' spigolosi ma efficaci di Mayo) è quella dell'ultimo dei Mimbres. Qui particolarmente avrei gradito qualche pagina in più per uno sviluppo un po' meno accennato e con qualche dettaglio narrativo in più. Però la storia rimane lo stesso abbastanza godibile e interessante.

    Un tentativo di rendere protagonista l'altro Kit, il figlio di Tex, viene realizzato da Burattini/Dalla Monica. Storia che scorre, ma non mi ha particolarmente emozionato, anche se il desiderio di far vedere il "giovane aquilotto" in grado di cavarsela per una volta completamente da solo non è riprovevole, solo che qualche qualche passaggio narrativo a mio avviso non è del tutto convincente e davvero troppo forzato.

    La storia che meno mi ha coinvolto, sia per lo sviluppo narrativo per me un po' gracile (anche per una certa ingenuità/dabbenaggine dei "cattivi"), sia per i disegni, originali ma che non mi sembrano particolarmente adatti a Tex, è quella della coppia Accatino/Trevisan. Di questa, avrei anche fatto a meno.

    In ogni caso, pur essendo di certo un albo non indispensabile, che non aggiunge nulla di fondamentale alle vicende del ranger (qui talvolta solo comprimario di lusso e chiamato in causa di striscio in due sulle cinque vicende), rimane lo stesso un gradevole passatempo e un prodotto realizzato in modo adeguato. Rispetto al Tex estivo con Nizzi/Torti, questo mi sembra più vario e interessante.

  4. Mah, onestamente questa notizia non mi fa poi fare i salti di gioia...

    Anzitutto, mi pare evidente che la Bonelli, constatato il grande e rapidissimo successo di vendite del precedente numero "da collezione" con copertina marrone, ora intende replicare in quasi tutto l'operazione - con lancio alla metà di dicembre, immagino per sfruttare ulteriormente la vicinanza delle festività natalizie...

    In sé, nulla di scandaloso: la Bonelli non è una società filantropica o un ente di beneficenza... Però quanto si è verificato in occasione della vendita della prima versione (ossia un esaurimento pressoché immediato dei volumi disponibili per l'acquisto online al vero prezzo di copertina, con procedure di accesso a questo "bene" forse non proprio del tutto trasparenti), mi pare destinato a replicarsi, con successiva e ulteriore operazione speculativa e con vendita del volume a prezzo artificiosamente maggiorato. Insomma, per me questo significa di nuovo prestare il fianco (uso questo termine neutro) ad operazioni che personalmente non ritengo molto dignitose né moralmente valide (anche se di certo non illegali).

    Per quanto mi riguarda, quel tipo di volume, certamente di pregio sia per i contenuti, sia per la veste grafica, rimarrà ben lontano dai miei acquisti.

    A me interessano molto quella storia e la possibilità di ammirare i disegni del maestro Villa in un volume di grande formato. Posso tranquillamente attendere febbraio e un'edizione di minor pregio esteriore. Chi intende svenarsi, favorendo speculatori incalliti, faccia pure...

  5. Ottima conclusione di una storia iniziata già in modo molto interessante e poi sviluppata con grande maestria, con un ritmo sempre molto serrato e coinvolgente e personaggi credibili e di buon livello.

    Certo, spicca su tutti Steve Dickart, un gran gaglioffo, ma dotato, a modo suo, di classe e di grandi doti non solo illusionistiche, ma di ragionamento rapido e di valutazione attenta di situazioni e di persone. Non a caso, riesce a capire che in uno scontro diretto con Tex (che pure non conosce, ma di cui ha compreso le rilevanti potenzialità) uscirebbe sconfitto. E così esce di scena (con la sorellina a "rimorchio", lei al momento ancora un soggetto piuttosto incerto e senza grandi abilità, a parte un'indubbia bellezza) con tempismo e scaltrezza. Onestamente, qui non risulta antipatico, pur se chiaramente votato al male e all'illegalità.

    Ottima anche la figura di Kate Warne, simpatica, affascinante, molto intraprendente, capace di svolgere il lavoro investigativo in maniera molto valida e in grado di cogliere bene, pure lei, le potenzialità di Tex, sia pure, ovviamente, con motivazioni opposte a Mefisto. Donna dotata di notevole spessore, non solo per le doti investigative, ma anche per alcune sue iniziative che non stonano affatto nella storia. Insomma, un personaggio che ci si augura possa essere ripreso in qualche altra storia, magari nella serie ufficiale!

    Tex riesce sempre a fare bella figura e anche a togliersi dalle situazioni più difficili o imbarazzanti con grande abilità (anche lui, con un tempismo nel dileguarsi da far invidia a Mefisto! - anche perché manterrà questa attitudine anche in futuro, tranne in un caso, in cui rimane fermo al palo...). :D

    Insomma, una serie che sta procedendo di bene in meglio, grazie anche a disegni che illustrano in modo magistrale una trama precisa e molto sicura nella sua organizzazione... Ci si domanda se questo crescendo, entusiasmante e di notevole effetto nel coinvolgere il lettore, possa proseguire ulteriormente! 
    Ma comunque, si può essere più che soddisfatti per lo sforzo profuso per realizzare un prodotto nuovo, con un'avvertibile ventata di freschezza e di brio
    , ma con ottimi riferimenti al personaggio ormai "classico".

  6. Anche a me questa mancata offerta di accoglienza nella riserva dei Navajos pare alludere ad una probabile riproposizione di Makua in una terza avventura. La prospettiva non mi entusiasma tanto, perché il personaggio ha avuto una sua seconda possibilità e non mi pare ne sia uscito poi così bene. Al di là della vita reale, dove la questione ha ben altro spessore ed è molto complessa, in queste avventure di fumetti il tentativo di riesumare un personaggio dando ad esso uno spessore maggiore e una personalità meglio definita mi pare legittimo - senza abusare però di questo procedimento.

    Rimanendo dentro le storie di Ruju, personalmente trovo sia stato molto più convincente il personaggio di Bowen - anch'esso beneficiario di una seconda opportunità offertagli da Tex, ma che è stato delineato in modo più profondo e credibile, con un tormento personale più accentuato e validamente narrato (capace di suscitare maggiore empatia, come richiesto da F80T) rispetto a quanto fin qui visto per Makua.

  7. Anch'io confermo l'immediato collegamento avvenuto a memoria con la bella  avventura de I diavoli rossi, epica e molto coinvolgente. Le premesse per un episodio appassionante ci sono tutte. Ugualmente interessante e stimolante il rientro del "vecchio maestro" Nizzi nella serie ufficiale: la sua prova con Tortu nell'albo estivo a colori a me non era dispiaciuta, anche se non era straordinariamente originale. Spero che, avendo a disposizione almeno un paio di albi, sia riuscito a produrre una storia (e una sceneggiatura) all'altezza se non dei suoi risultati migliori (e ce ne sono stati veramente tanti per cui dobbiamo essergli grati!), almeno in linea con il livello a mio avviso buono delle avventure pubblicate di recente (pur con autori anche molto diversi fra loro).

  8. Conclusione di storia a mio avviso al di sotto delle aspettative che il primo albo aveva generato. Intendiamoci, non male lo sviluppo, ma mi dà l'impressione, ad una prima lettura, di un'occasione almeno in parte mancata. Oltre agli errori tipografici, già evidenziati, che sono indubbiamente segno di una scarsa cura nella revisione del testo, i disegni di Font, ancora una volta, a me convincono poco; il meglio a mio avviso lo dà nei paesaggi e nella realizzazione grafica degli oggetti, meno accurato invece nella resa dei volti, talvolta davvero troppo caricaturali, specie nel caso dei personaggi minori.

     

     

     

     

    POSSIBILE SPOILER

     

     

     

     

     

     

    Per quanto riguarda la storia, mi sembra che gli avversari non siano né agguerriti e né dotati di particolare acume - e quindi costituiscono un ostacolo superato senza tanta fatica. Ma questo in fondo può anche starci.

    Per me è meno gradevole e più problematica la resa del personaggio di Makua: il titolo farebbe pensare ad una sua presenza con un ruolo da protagonista quasi irrefrenabile e invece, a parte lo scontro finale con Mateo (in cui peraltro il meticcio non appare straordinario), non mi sembra poi così deciso. Soprattutto, mi sembra poco convincente l'episodio dello scontro con il sedicente sceriffo e i suoi aiutanti. Makua se la cava contro di loro, ma poi, quando Tex si avvicina a cavallo, è così timoroso da scappare senza nemmeno provare a giustificarsi. In fondo, si è battuto per salvarsi la pelle da un agguato vile (non si è messo a sparacchiare in modo ingiustificato sulle prime persone capitate a tiro) e quindi Tex avrebbe di certo capito la sua legittima difesa. Invece lui non riesce a valutare correttamente il senso di giustizia che contraddistingue Tex e pensa solo di averlo deluso. Senza nemmeno avere con lui un confronto diretto... Insomma, mi sembra proprio un personaggio abbastanza evanescente nella sua fragilità emotiva e nella sua limitata capacità di valutare gli uomini. Il resto scorre, senza particolari problemi ma anche senza momenti memorabili. 

    Quindi, una storia partita bene, ma che per me poi si arena entro uno sviluppo un po' debole e non tanto convincente dei personaggi. Avventura non memorabile.

  9. Mi viene da pensare che questa versione ora introvabile fra non molto tempo risulterà disponibile su Ebay a prezzi astronomici, ad uso e consumo dei collezionisti incalliti...

    Mi pare sia una situazione analoga a quella di molti concerti in cui, già pochissimi istanti dopo la prima messa in vendita online dei biglietti, questi risultano già esauriti, salvo riapparire a breve, ma con prezzi "sapientemente ritoccati verso l'alto" dai bagarini organizzati...

  10. Giunto ieri anche a Como. Un albo maxi di livello non straordinario, ma che a mio discutibile avviso merita lo stesso l'acquisto, se non altro come atto di doveroso omaggio al Maestro Repetto. Confermo anch'io l'impressione che il suo contributo grafico si concluda a p. 96, ma lo stesso mi ha impressionato la capacità di lavoro e la fermezza della mano di un uomo di quasi novant'anni! Se faccio un confronto con le tavole dell'ultimo (e pur sempre mitico!) Galep, rimango ulteriormente colpito favorevolmente. 

    La prima storia scorre abbastanza linearmente (un po' breve e con qualche passaggio che a mio avviso avrebbe meritato uno sviluppo maggiore) ma nell'insieme gradevole e con un'ambientazione cittadina resa in modo molto valido e interessante. La seconda per me è di livello decisamente inferiore: mi verrebbe da dire che è tutta una frana... :D Alcuni passaggi in effetti non sono molto verosimili o sono motivati in maniera un po' sbrigativa. Disegni non male, ma se faccio il confronto (lo so, impietoso!) con le scene sotto la pioggia disegnate da Magnus nel suo famosissimo Texone, si nota una qualità differente...

  11. Anche a me non disturba questa connotazione di Tex che intende occasionalmente offrire una seconda opportunità a persone che inizialmente hanno commesso degli errori nella vita. Probabilmente questa è una caratteristica narrativa di Ruju, perché anche nel recente episodio con Bowen si possono riscontrare delle analogie. E anche qui mi pare emerga sullo sfondo il riferimento problematico alla figura di un padre (sostituito in Makua da un personaggio senza scrupoli, che quindi lo avvia ad una strada di delinquenza - e che invece Bowen cercava invano di impersonare per fornire un punto di riferimento per il figlio dell'uomo che ha ucciso lui), oppure il tentativo di avere accanto a sé una donna con cui ricominciare una nuova vita in positivo. Personaggi tormentati, di cui si cerca di mostrare alcuni aspetti psicologici più sfumati anziché presentarli modo univoco come inseriti irrimediabilmente in una prospettiva negativa (come invece accade per Mateo, che in effetti ha dei tratti un po' caricaturali, anche per le scelte grafiche di Font). Che qualche "cattivo", forse diventato tale per condizioni di vita non facili, possa essere aiutato a tentare una direzione di vita diversa da Tex mi pare conferisca al ranger ulteriore spessore umano, anziché presentarlo come esecutore di una giustizia perentoria e forse "infallibile", ma che rischia di diventare un po' fredda. Peraltro, mi pare che anche Sergio Bonelli avesse scritto storie in cui si vedevano personaggi "cattivi" capaci di cambiare vita e riabilitarsi grazie all'intervento di Tex...

    Comunque, attendiamo il secondo albo per vedere come la vicenda potrà evolvere...

  12. On 20/9/2019 at 19:50, ymalpas dice:

    Avventura deliziosa finora.

     

    Giudizio sospeso finora su Kate Warne che ha fatto finora molti passi falsi. Restano due albi per vederla rimendiare alle magre figure, ma in fondo è meglio così, molto umana e femminile, ma anche incredibilmente determinata, simpatica!

    Concordo pienamente che questo secondo albo della nuova avventura sia molto godibile e decisamente ben fatto. Buon il ritmo narrativo (anche se Tex qui non spara ma si dedica con attenzione e con buon piglio - anche da sbruffone - a intrufolarsi nell'organizzazione eversiva che deve preparare l'attentato a Lincoln). Steve Dickart si conferma già dotato di notevoli abilità e di totale assenza di scrupoli (come direbbe il Tex più maturo, con due dita di pelo sullo stomaco), mentre la sorellina appare più ingenua e incerta e con un'apparente innocenza (una presenza "angelica") che viene però impiegata per ammaliare gli inesperti.

    Personalmente non trovo così fallimentare il personaggio di Kate Warne. Oltre al fatto che dimostra notevole iniziativa e inventiva anche nel travestirsi e nel giocare il ruolo della vecchietta pettegola ma capace di raccogliere molte informazioni utili alle indagini, ha solo la sfortuna di imbattersi in una "vecchia volpe" come Steve, già maestro di travestimenti - mentre la sorella sarebbe stata incline ad accettare la presenza di un'innocua vecchietta. Poi i poteri di Mefisto sono già rilevanti nell'imprimere visioni orride nelle menti altrui: che può fare la giovane detective se non lasciarsi ingannare? In fondo, a mio avviso, Boselli ci sta preparando una sorta di duello a distanza fra le due personalità più forti e sarà interessante vedere come Tex potrà mandare all'aria le macchinazioni del suo futuro grande avversario senza incontrarlo direttamente (ma sconfiggendolo "a distanza"). Qui mi aspetto un "riscatto" di Kate.

    E, ad ogni modo, mi pare che la giovane ragazza abbia già conseguito un successo non da poco: magari inconsapevolmente, ha già fatto in modo che il giovane Tex la sogni ad occhi aperti (davvero graziosa la scena in cui Tex - peraltro sempre vigile e in grado, nonostante queste fantasticherie sentimentali, di sventare un'irruzione - sta ripensando all'incontro con l'agente di Pinkerton con evidente compiacimento e  fors'anche con qualche lieve rimpianto).

  13. Non voglio alimentare alcuna polemica, ma vorrei solo spiegarmi meglio.

    Mi rendo anzitutto conto quanto sia impegnativo e difficile scrivere le storie di Tex e ammiro chi deve farlo a beneficio (sottolineo questa parola) di tutti i lettori e appassionati di Tex anche quando questi possono risultare incontentabili.

    Però, la mia ipotetica valutazione di "dabbenaggine" di Tex nasceva dal fatto che se un avversario estremamente pericoloso (non solo per Tex e pards) viene dato per spacciato e poi si scopre che in realtà non è morto, si può pensare che non ci siano state delle indagini del tutto accurate o complete. Nella storia della Tigre nera a me pare che le circostanze per fare un accertamento diretto sul presunto cadavere del principe malese ci fossero tutte, dato che il suo corpo era facilmente raggiungibile, non essendo stato trasportato da correnti fluviali o sprofondato in mare o in voragini difficilmente esplorabili. Oltre alla presenza di Tex, il dispiegamento di forze di polizia  era ingente e sufficiente per questo tipo di indagine ulteriore.

    Mi scuso se il termine da me adoperato suona offensivo per le abilità complessive di Tex, però è proprio la ripetizione del numero degli episodi in cui i lettori e anche gli stessi rangers vengono indotti a credere che tutto sia finito quando invece non è così che a lungo andare può provocare qualche dubbio sull'infallibilità di Tex e anche ingenerare una certa incredulità sul realismo di queste "rinascite". Certo, non conosco che cosa gli autori possano aver previsto per richiamare in vita il principe malese, esprimo però una mia discutibilissima preferenza perché questa riproposizione di personaggi accada solo in casi eccezionali e non in modo seriale.

     

  14. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, natural killer dice:

     

     Dunque non hai saputo che Andrea Venturi è già al lavoro sulla storia del ritorno della Tigre Nera, che leggeremo assai prima del n.883...

     

    Avevo sentito qualche voce, ma non sapevo nulla di preciso... Grazie per l'informazione! :D

    Me ne rammarico, non perché il principe malese fosse poco interessante, ma alla lunga il rientro in scena di personaggi che vengono presentati come morti stecchiti e che poi vengono soccorsi e rimessi in sesto "miracolosamente", risulta piuttosto stucchevole. E, fra l'altro, chi si lamenta che talvolta alcune sceneggiature mostrino un Tex con qualche dubbio/incertezza, dovrebbero essere alquanto colpiti da quella che, a mio modesto avviso, risulta essere una scelta narrativa che implica una sua dabbenaggine, se così tante volte si lascia sfuggire pericolosi criminali solo perché non va a controllare che effettivamente il corpo abbia esalato l'ultimo respiro anche quando è a breve distanza (e non trasportato dalla corrente di un fiume o altro). E' vero che Tom Devlin non ha la mira di Tex, ma il volo spettacolare che la "tigre" aveva fatto nella sua ultima storia avrebbe dovuto più che frantumare le sue ossa... Pure la richiesta di indulgenza nei confronti della sua compagna Lohana mi è parsa alquanto discutibile...

    Comunque chiudo, e mi scuso se sono già andato OT...

  15. Non solo...

    Ma ad ora ci sarebbero alcuni ostacoli non indifferenti. La bella (e cinica) Joan è stata appena catturata ed è in procinto di subire un processo con conseguente periodo di lunga carcerazione (di colpe ne ha parecchie...) e la Tigre nera, fino a prova contraria, è "leggermente defunta"... :D

    Ora, sappiamo che nell'universo di Tex riapparizioni di personaggi dati per spacciati non sono cosa poi così rara, ma mettere insieme due personaggi in un colpo solo che dovessero violare alcune "regole" di una logica abbastanza elementare, mi sembra un po' troppo...

    Peraltro, l'eventuale rientro in scena della figlia di Satania credo che dovrebbe attendere un buon numero di anni e, parere personalissimo, non mi auguro invece che il principe malese sia di nuovo chiamato in causa. Con buona pace di Max Pezzali! :P

  16.  

    <span style="color:red;">17 minuti fa</span>, juanraza85 dice:

     

    L'elemento davvero inconsueto, e che ogni qual volta ho riletto questa storia ho faticato un bel po' a digerire, sta nel fatto che Tex e Carson non abbiano preso alcun provvedimento contro gli assassini ancora in vita - tra cui il ricco Harrison - del povero ed inerme Ala-di-Corvo. In altre storie, abbiamo visto Tex prendere a pugni o peggio gente per molto meno, ed invece in questa occasione non si è minimamente preoccupato di punire i responsabili dell'omicidio di un essere umano, che ubriachi avevano dato fuoco alla sua capanna. Decisamente un comportamento non da Tex...

     

     Rilievi più che legittimi. Credo peraltro - oltre al dato sottolineato da tanti, ossia la "necessità" di chiudere la storia in un albo solo - l'attenzione di Nizzi fosse focalizzata altrove (come ho già detto nel mio lungo post precedente) :zzzzzzz: . Oltretutto, nel momento in cui Larsen e la figlia di Harrison concludono il loro idillio d'amore dopo la messa fuori gioco del dottore criminale, una punizione del padre di lei sarebbe stata un elemento narrativo molto difficile da gestire, per di più con poche pagine. Tex lo ha già bollato come un uomo con due dita di pelo sul cuore, ma di fatto si ferma lì...

  17. Stimolato dai commenti aggiunti da poco, sono andato a rileggermi la storia. Senza essere un capolavoro, a me è piaciuta, anche ad un'ulteriore lettura.

    Uno degli aspetti che ho maggiormente gradito è stato lo sforzo fatto da Nizzi per descrivere la comunità di un villaggio relativamente sperduto, molto piccola e chiusa, in cui avvengono morti misteriose. Fin dall'inizio si nota quanto in un ambiente così angusto anche la mentalità delle persone sia in gran parte suggestionabile, e in questo contesto emerge la figura del dottore (che per tutto l'Ottocento e anche in Italia) rappresentava nei paesi una vera autorità, riverita e soggetta a grande rispetto (in quanto costituiva una sorta di barriera fra la vita e la morte). Per di più, il dottore in questione (di cui poi emergerà il volto più malvagio) conosce bene i suoi "polli", ossia concittadini e ne sfrutta biecamente ignoranza e credulità. L'ingresso di Tex e Carson fin dall'inizio porta una ventata di novità e di apertura in quell'ambiente chiuso e asfittico. Chiaro che per una storia di questo tipo (di certo, anomala, ma non brutta, per me), il fattore essenziale è proprio la capacità di indagare e di leggere la realtà senza pregiudizi o timori, magari indotti da chi vuole mantenere un alone di mistero nel rapporto dell'uomo con la realtà (tipo il pastore Madigan, con la sua fede un po' superstiziosa - anche questo, elemento molto diffuso, non solo fra gli "indiani creduloni"). Per questo, le vere armi di Tex e Carson non saranno le colt, e non c'è da stupire che non le usino, quanto (soprattutto per il primo) la capacità di conoscere gli uomini e di cogliere la loro vera natura, nel trovare fra loro dei possibili appigli (Tom Larsen e Rosita) e per giungere infine a smascherare chi si dedica al crimine. Ci sono poi degli spunti gradevoli (come Carson che, di fronte al sacerdote che invoca ad altissima voce il perdono divino, si tappa un orecchio e pronuncia una battuta gustosa). Certo, Tex più che ranger o uomo d'azione qui è un investigatore particolarmente attento -  in fondo, agevolato dall'aver già incontrato morti che avvengono per punture quasi invisibili - vedi la storia del "fiore della morte" (nn. 160-162), oppure quella della "Nave perduta" nel deserto (nn. 328-330) - e riesce a cogliere quello che sta sotto gli occhi di tutti gli altri, che però sono incapaci di vedere, oscurati da pregiudizi e dalla paura. Ecco, questo dato della lotta contro la paura mi sembra il dato saliente di questo albo, contro la quale le armi tradizionali poco possono operare e il pregio umano di Tex emerge proprio nel saperla affrontare e vincere. A questo proposito, i disegni di Civitelli sono a mio avviso capaci di inserirsi bene in questo tipo di trama e di enfatizzare i contrasti fra le persone: le sue scene notturne sono magistrali, con la sua tecnica sopraffina (mentre a me convince di meno quando si tratta di disegnare situazioni diurne). Qui però è la notte a farla da padrona e quindi la forza evocativa dei disegni di Civitelli emerge in tutto il suo valore. Poi ci sarebbero tanti dettagli così curati (come le bottiglie diverse fra di loro nel saloon, a p. 97, di cui pare si possa quasi riconoscere i diversi tipi di Bourbon che contengono...) ;)

    Il fatto che Tex prenda inizialmente a pugni lo sceriffo e poi gli tenda una mano (non chiede scusa!), conferma semmai la sua capacità di "leggere" al meglio gli uomini, in quanto capisce che lo sceriffo non è un cattivo elemento, va solo fatto rinsavire per superare le sue paure con una moderata cura di sganassoni (che peraltro puniscono anche la sua maleducazione nei confronti della giovane Rosita). Quest'ultima è forse il personaggio (di contorno ai due rangers) meglio riuscito della storia: ragazzina giovane, chiaramente invaghita del più maturo Larsen, ma intraprendente e generosa. E carina, tanto che stavolta si merita l'ammirazione non solo del "vecchio gufo"...

    Ben congegnati i tempi, con Tex che approfitta della riunione di tutti i membri della comunità per un funerale per completare senza intralci la sua indagine e per avere in mano gli elementi che faranno scattare la trappola finale.

    Insomma, una storia breve e atipica in un solo album, ma ci sono altri esempi per me più forzati o condizionati da questo limite di spazio. Uno su tutti, proprio "A sud di Nogales", che sta per essere riproposto ora a colori, che a mio discutibile avviso è una storia ben più stiracchiata di questa.

    In definitiva, una prova di Nizzi tutt'altro che disprezzabile, con i disegni di Civitelli che sono sempre un gran bel vedere e che fanno salire decisamente le quote di questo episodio.

  18. Anche per me, niente acquisto.
    Già fin dal primissimo apparire nella serie normale era sembrata una storia senza particolare intensità; ho sempre avuto l'impressione che fosse una sorta di "riempitivo" tra la storia precedente, con El Morisco e il n. 200. Di fatto, un episodio di transizione, da accettare per consentire la consuetudine editoriale del numero centesimo a colori, ma che non mi ha lasciato un ricordo intenso (oserei dire che, nei primi duecento numeri, è proprio una delle pochissime storie che non ho particolare desiderio di rileggere).

    Ad ogni modo, senz'altro molto validi i disegni di Ticci. Comprendo le esigenze della casa editrice, ma una ristampa di questo tipo non suscita gran interesse. Discorso diverso per quegli episodi importanti (tipo "Il grande intrigo"), la cui riproposizione rappresenta di certo un'occasione imperdibile anche per coloro che si fossero accostati a Tex da poco tempo...

  19. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, salconte88 dice:

    Boselli più misogino di Sergio Bonelli e del padre.  

     

    Onestamente, non riesco a capire il senso di questo intervento...

    A me sembra che Boselli sia stato chiaramente impegnato in questi ultimi anni a presentarci un mondo del West in cui le donne non sono solo semplici comparse o belle statuine da liquidare con una vignetta o poco più, ma anche persone con capacità di provare emozioni e di elaborare ragionamenti articolati e complessi, con una condotta originale non riconducibile a stereotipi stantii, in qualche caso capaci di azioni riprovevoli e illegali. 

    E oltretutto, in questa storia l'antecedente di Bonelli padre fissava già un personaggio femminile molto scaltro e cinico a capo di una banda criminale, creando una situazione sorprendente per il lettore ma più ancora per i protagonisti della vicenda, rendendola più accattivante e coinvolgente. La riproposizione di uno schema di questo genere (e di personaggi femminili in parte riconducibili ad una sfera di ambiguità o di negatività) mi pare molto logica e pienamente giustificata dalla struttura della narrazione, per di più gestita in modo molto abile da Boselli, che confeziona una storia originale, ricca di sfumature, molto bella e intensa (non solo per i personaggi femminili). 

  20. Appena finito di leggere l'ultimo episodio di questa storia intensa, intricata e - a mio avviso - appassionante.

    Boselli fino all'ultimo ci lascia in sospeso con tanti dubbi e interrogativi in mente (anche se ci fa spesso cogliere che Tex non si fa mai ingannare da false piste e mantiene lucidità e sangue freddo fino alla fine, coadiuvato da un buon Carson, che svolge a propria volta una parte tutt'altro che irrilevante). 

    Se la tensione nella struttura della storia è stata gestita bene e con ritmi narrativi sempre molto alti, i disegni di Benevento stavolta mi sembrano decisamente sotto tono, con qualche buona tavola, ma altre decisamente meno ispirate. Comunque il mio (discutibile) giudizio complessivo per la storia è molto positivo, anche per la conclusione della stessa.

  21. <span style="color:red;">56 minuti fa</span>, Betta 53 dice:

    Se giochiamo agli indovinelli per me è la domestica malese.

    Altrimenti che senso avrebbe aver precisato la nazionalità della domestica?

    Oppure Boselli l' ha  introdotta solo per confondere le acque.

     

    E se fosse nessuna delle donne finora viste?  In fondo Boselli vuole stupirci.

    Ancora un paio di giorni e vedremo.

    Sono in gran parte d'accordo con la tua intuizione (del resto mi ero espresso in modo simile in un mio post precedente).

    Vorrei solo puntualizzare però che:

    a) la domestica malese fino ad ora non è comparsa (sappiamo della sua esistenza solo da vignette presentate sul sito Bonelli che anticipano il contenuto del terzo e conclusivo albo della storia). Quindi il fatto che Boselli introdurrà quel personaggio nel terzo atto del suo testo potrebbe rappresentare davvero un rimescolamento delle carte rispetto agli indizi che nei primi due fascicoli sono stati sparsi ampiamente;

    b) la sua origine geografica finirebbe per sottolineare la responsabilità indubbia del dott. Fischer (che non solo l'ha evidentemente "assunta", ma che ha una notevole dimestichezza con quel contesto orientale, come già emerso nel primo albo); fra l'altro, il dottore è presente a Los Angeles da diversi anni (tempi pienamente compatibili con la formazione dell'organizzazione criminale presieduta dalla misteriosa donna, grazie anche alla sua complicità);

    c) la presenza di una domestica malese presso i Fischer è a mio avviso l'elemento che mette definitivamente fuori gioco la candidatura dell'altra indiziata fin qui emersa (la cantante Lavinia, che fino ad ora non ha invece mostrato alcun elemento di contatto con il contesto orientale);

    d) se la domestica davvero fosse la "maschera di cera", la sua mansione in casa Fischer sarebbe solo una copertura, dal momento che il ruolo dell'umile fantesca mal si combina con il cinico capo di una ramificata e spietata organizzazione a delinquere;

    e) l'introduzione di questo nuovo personaggio lascia però aperto il ruolo di un altra persona, quella che fin qui anch'io ho ritenuto l'indiziata più "papabile" per il ruolo di "maschera di cera", ossia Joan Fischer. Potenzialmente, la ragazza, apparentemente giunta a Los Angeles da pochi giorni, potrebbe essere del tutto estranea ai maneggi del padre e della sua "domestica", e consona all'immagine dolce e innocente che viene tratteggiata all'inizio del secondo albo. Però concordo con il rilievo di Mino Del Turco: il suo ritorno in albergo proprio poco prima del rapimento da parte dello scimmione mi sembra decisamente sospetto.

    Che in casa Fischer siano tutti quanti al corrente di questi loschi traffici? Con ruoli e responsabilità differenti, peraltro. Questo mi sembrerebbe una sorta di eco dell'episodio della "Voce misteriosa", con il vecchio (ma non invalido) Barrera che andava in giro a tagliare teste nelle vesti di uno scimmione, totalmente sostenuto dalla domestica dayaka Mayumba e con la silente complicità (in quanto incapacità di opposizione/denuncia) della figlia Miranda. Continuo a pensare che Joan proprio tanto innocente non sia,  e posso anche avanzare la fantasiosa ipotesi che domestica e Joan siano anche sorelle/sorellastre. Ma tutti gli enigmi verranno sciolti solo fra qualche giorno. Quindi rimaniamo in trepida attesa... :D E magari disponibili a farci qualche serena risata nel momento in cui questi castelli in aria verranno smentiti da una sceneggiatura diversa...

  22. Davvero bello e molto piacevole questo inizio di avventura: un piccolo gioiello fatto di richiami storici, nuovi e interessanti personaggi e molta azione a ritmi intensi ma mai confusi.

    Francamente, gradisco parecchio un giovane Tex forse più impulsivo e meno "tutto d'un pezzo" rispetto a quello maturo, ma anche consono ad una personalità per alcuni tratti ancora in formazione, pur se con alcuni aspetti caratteriali già ben delineati e tipici del futuro Ranger.

    Perciò non mi disturba affatto che Tex giochi d'azzardo e voglia tenersi i guadagni così ottenuti anche grazie all'azione di "distrazione" della bella Lucy e che questa venga ripagata, prima con poche monete e poi con una cifra più consistente in base ad un accordo evidentemente stabilito fra i due in precedenza. Gradevole e garbata anche l'allusione che ci fa comprendere come la bella ragazza desidererebbe essere ripagata da Tex in altro modo, ma questi - pur con un gesto affettuoso nei confronti della giovane - si mostra decisamente incline a mantenere un fermo rispetto nei suoi confronti (sarà perché anche lei - come Tesah - l'ha chiamato "fratello"? :P).

    Molto interessanti - e destinate a sviluppi ben più rilevanti - le altre due figure femminili: avida e con pochi scrupoli (ben presto spazzati via dal cinico fratello Steve), Lily Dickart è un personaggio intrigante, disegnata in modo da renderla molto seducente (ben più rispetto all'originale di Galleppini, a mio avviso!) e anche un po' maliziosa, quando sembra rimpiangere che quanto potrà ricordare il malcapitato Hugh sia solo frutto della suggestione indotta dal fratello e non qualcosa di realmente avvenuto...

    Decisamente più positiva la giovane Kate, anch'essa resa graficamente in modo da esaltarne un fascino meno esibito ma non meno intenso rispetto a quella della bionda Lily; in più, è  una donna decisamente intraprendente, che intende ottenere un proprio spazio sociale non con l'inganno e il crimine, ma con la sua notevole intelligenza e competenza. Ci sono già molti spunti che la avvicinano al giovane Tex (ad esempio, un evidente e forte senso di giustizia pur nel distacco dalle più stantie convenzioni sociali). Un altro personaggio femminile molto ben delineato da Boselli (cui sembrano piacere le donne di nome Kate...) e che fa sperare in ottimi sviluppi.

    Comunque, un albo che si legge in un soffio e con grande diletto (forse il migliore di questa bella nuova serie).

  23. <span style="color:red;">3 ore fa</span>, Letizia dice:

     

    Era un po' che volevo chiedertelo ma solo ora, dopo aver constatato la tua enciclopedica conoscenza sulla materia, ho trovato il coraggio di rompere.

    Tex-Mercury.jpg

    Le tre strisce qui sopra sono prese da un'edizione Mercury del 1996 che, al modico prezzo di 10.000 lire, proponeva tre albi a striscia di 36 pagine (32 + 4 di copertina) nel formato attuale di Tex, colorati in maniera un po' più decente di quanto abbiano fatto per i Color di Repubblica/Espresso.

    La domanda è questa: quale livello di modifiche censorie hanno subito i Tex Mercury?

    I tre erroracci presenti mi fanno pensare che sia un'edizione priva di qualsiasi censura e quindi l'originale di GLB e Galep, ma non si sa mai.

    Grazie in anticipo per la tua disponibilità.

    P.S.: Cerca di evitare la kriptonite, lo sai che ti fa male.:wub:

    P.P.S.: I tre erroracci sono: TESAK, TESACH e TEX (Natural) KILLER.

     

    Anche il Sackem dei Pinte non è male come refuso...:D

    Forse questo si spiega con l'attività alternativa cui si stava dedicando il correttore di bozze..

    O, meglio, chi si è occupato del lettering di questa nuova edizione...

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