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Scusami, solo una piccola puntualizzazione proprio sull'uso della lingua italiana e per spiegare il mio intervento precedente. Se uno afferma che GL Bonelli intendeva presentare Sherman e Higgins come destinati a morire, sono perfettamente d'accordo (e mi pare di averlo detto). Se una persona afferma perentoriamente che GL Bonelli non li ha lasciati in vita, mi pare stia dicendo un'altra cosa e stia introducendo una forzatura, andando oltre quello che le vignette ci mostrano. Per quanto la situazione sia molto chiara e offra ridottissime, infinitesimali, possibilità di sopravvivenza, pure in quella storia GL Bonelli non ci ha fatto vedere per nulla Sherman e Higgins morti. Per questo, e proprio (e solamente) su questo punto, avevo in un post precedente fatto un accostamento con il Mefisto lasciato morente nel deserto (e poi salvato da Padma): perché ne "Il ponte tragico" Bonelli ci ha mostrato un Mefisto chiaramente destinato a morire (anche se non ancora morto), come qualsiasi lettore aveva a suo tempo inteso. Dopo di che, lui stesso ha successivamente deciso di farlo salvare dal lama tibetano, di cui ovviamente nella prima storia non c'era traccia. In entrambe le situazioni, a mio avviso, si evince un'intenzione molto chiara che poi è stata radicalmente cambiata, con interventi narrativi che sono, entrambi, esposti alla critica di avere stravolto qualcosa che era stato presentato in un primo momento in modo molto preciso e definitivo. In entrambi i casi, si potrà valutare se questa scelta sia stata opportuna e ben motivata, oppure inadeguata e spiacevole, ma quella possibilità, per quanto piccola, c'era in tutte e due le storie.
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@Letizia ha già risposto, in parte, a quanto scritto da Diablero. Io resto stupefatto non solo dalla cocciutaggine di questo utente, ma anche dalla sua spocchia nel considerare tutti dall'alto verso il basso! Che GLBonelli abbia lasciato vivi Sherman e Higgins è più che evidente: che poi le sue intenzioni fossero molto chiare nell'indicare una morte pressoché imminente e certa è pure chiaro. però non ce li ha fatti vedere esalare l'ultimo respiro. Dove si vede una vignetta in cui questo accade? Non esiste, punto e basta! Per cui affermare, anche a caratteri cubitali, che GL Bonelli non li ha lasciati in vita è una falsità bella e buona. Dire che non sai che cosa si sia fumato Boselli, oltre che essere - permettimi - la tua ennesima e insopportabile villania, è anche una stupidaggine bella e buona, se appena fossi capace di leggere le storie e di scendere dal tuo piedistallo. Mi viene come replica, ma che cosa ti sei fumato tu per trattare sistematicamente gli altri come pezze da piedi??? Io sono davvero stufo di vedere un utente che si comporta in questo modo. E non si tratta, caro Diablero, di persone che non sanno come argomentare per scalfire le tue adamantine certezze e le tue solidissime confutazioni (come di fatto arrivi a credere) - ho scritto in altri post, che non sono certo Vangelo, le mie osservazioni e opinioni fallibili su questa storia - ma solo un intervento di una persona che vorrebbe vedere in questo forum quelle strane cose che si chiamano educazione e buone maniere! Mi scuso per essermi accalorato a mia volta, ma non ne posso più!
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@Exit Vogliamo mettere i puntini sulle i del Tex inesorabile (oltre che infallibile) nella sua vendetta presentato da GL Bonelli ne "La paga di Giuda"? Allora, cominciamo da p. 8. Tex e Tiger hanno teso un agguato, indubbiamente ben progettato, per far fuori Brennan e Teller (più i loro scalzacani). Tiger è stato ferito da Teller e non è più in grado di nuocere. Allora Tex esce dal tugurio pensando "Dannazione! Quei due non devono sfuggire al giusto castigo!" (ossia, vendetta senza alcuno sconto) e rincorre i due fuggitivi. Prima incongruenza: p. 8 appunto, Tex spara un colpo di pistola. Lasciamo perdere che allo sparo siano abbinati due "bang bang" (come avviene anche in seguito) e immaginiamo che sia stato espulso un solo colpo. p. 9, prima vignetta: Tex esplode un altro colpo verso i fuggiaschi Brennan e Teller, ma non fa centro p. 9, terza vignetta. Tex impiomba alle spalle Teller, uccidendolo. p. 9, quarta vignetta, Tex esplode un altro colpo verso Brennan, ma lo manca. p. 10 seconda vignetta, Tex si volta perché un nemico steso a terra si è invece rialzato per lanciargli addosso un coltello: gli spara, ma lo manca p. 10 quarta vignetta, Tex esplode un altro colpo verso lo sgherro p. 10 quinta vignetta, Tex spara ancora un colpo e uccide definitivamente colui che lo ha infilzato col coltello. p. 11 quarta vignetta. Brennan si è gettato nel fiume e Tex lo manca ancora - che mira! Si vede che la pallottola giunge vicino al corpo di Brennan, ma non gli fa un baffo. Totale dei colpi esplosi (senza che si veda che Tex abbia tempo e modo di ricaricare): otto!! Cito questo dettaglio perché nell'ultima vignetta Tex si rammarica che la sua colt (si presume, unica, dal momento che in tutto l'inseguimento l'altra non ha mai fatto capolino - il fucile che pure aveva, l'ha lasciato evidentemente nel tugurio, ma perché rinunciare ad un'arma di più lunga gittata?) sia finalmente scarica e non riesce nemmeno a fare un tentativo per ricaricarla (né può fare ricorso all'altra che pare non esista). D'accordo, è ferito e questo ci può stare. Che fa Tex, consapevole del suo fallimento e della fuga del suo nemico? Si limita a dire "L'inferno ti inghiotta, sporco furfante..." Nella stessa p. 12, dietro richiesta del figlio, precisa poi che né lui né Tiger fossero nella condizione di seguire Brennan. Tuttavia, per non fare la figura del piccione, spiega subito che non ha abbandonato la partita. Però come lo fa? Dicendo che ci vollero QUINDICI GIORNI perché lui e Tiger fossero nelle condizioni di riprendere la caccia all'uomo. Quindici giorni per una ferita da coltello apparentemente piuttosto superficiale? Quante volte abbiamo visto il Tex di GL Bonelli ferito in modo ben più grave, alzarsi dal letto del dottore e riprendere indomito la caccia di avversari di ben minore importanza con fasciature improvvisate e magari con il solo ausilio di qualche non ben precisato stimolante fornito da un medico riluttante (se non da una sorsata di whisky) e rimettersi tutto d'un pezzo subito in viaggio? Qui ha bisogno di quindici giorni per riprendersi. Se l'è presa comoda? Per i censori inesorabili di tutto quello che Tex non dovrebbe essere né fare, verrebbe da pensarlo... Più ancora, anche se pensassimo che Tex fosse così debilitato da non potersi mettere immediatamente a cavallo, perché non mandare messaggi e richieste di aiuto ad amici o, tanto per dire una situazione poi più volte presentatasi in momenti di bisogno, chiedere aiuto ai Pinkerton (che ora sappiamo da Boselli, Tex conosceva bene fin da giovane ) per scovare notizie di Brennan? Ma non lo fa. E si limita a considerare che Brennan era salito su un treno diretto a Chihuahua e poi si sono perse le sue tracce. A rendere a Tex e anche ad eventuali altri aiutanti (non menzionati) la vita più difficile si precisa che in Messico era in atto una quanto mai opportuna guerra civile. E quindi, di fronte a queste avversità (non previste né certo controllate da un Tex di certo non onnipotente) deve rassegnarsi e fermarsi. Ma tutto questo, a mio avviso, è ancora poco... Che cosa puntualizza ulteriormente proprio Tex a p. 13 dietro l'esplicita richiesta di Kit: "Te l'aspettavi di ritrovarti prima o poi di fronte a Brennan?" E la risposta, spiazzante ma onesta, è "Francamente, no. Me lo figuravo già all'inferno da un pezzo, quello sciacallo". Ma come, Tex che ha perso la moglie (oltre che un buon numero di guerrieri Navajos) a causa dell'epidemia di vaiolo progettata proprio da Brennan, si è rassegnato per anni, lasciando evidentemente non solo raffreddare la pista perché non era, a quanto pare, nelle condizioni ottimali per riprendere subito l'inseguimento, ma ha praticamente lasciato cadere ben presto e definitivamente ogni ulteriore desiderio di ulteriore indagine e di vendetta, limitandosi a vestire i panni, destinati ad essere ormai una presenza costante, del vedovo inconsolabile?? Solo adesso dice "Ora non avrò pace fino a che non lo avrò visto calare in una fossa e ricoprire di terra". Questo è il Tex inesorabile che alcuni presentano come intoccabile e che ritengono non possa essersi lasciato sfuggire un Higgins nel deserto, con scarsissime probabilità di farcela, e invece che può dormire sonni tranquilli per anni sapendo che Brennan sia ancora a piede libero, confidando solo nel destino (guarda un po'!) che gli abbia fatto in qualche modo una vendetta che lui non è stato in grado di perseguire con il suo consueto ardore e spinto dal senso di giustizia che gli abbiamo visto tantissime volte esprimere? Perché non lanciare i propri strali contro una simile incoerenza del personaggio?? E' ancora Tex questo?? Lasciamo perdere poi, come accennato poco fa, al fatto che tutta la faccenda venga ad assumere una piega favorevole da una incredibile botta di culo (spiacenti, ma ci vuole...) quando, proprio mentre Tex ha ritrovato una traccia di Brennan e sta parlando con lo sceriffo che gli comunica che il ladrone e figlio di puzzole è sparito senza lasciare tracce, in quello stesso momento è interrotto da un provvidenziale intervento di un suo sottoposto che, ad onta del segreto postale, gli porta una missiva che avrebbe dovuto essere consegnata da tempo e invece, è risultata ancora giacente nell'ufficio postale dietro ad una scrivania ma ora è stata ritrovata. Insomma, la vendetta di Tex, nella sua genesi, dipende dal caso e da una serie alquanto aleatoria di circostanze piuttosto improbabili. Ma poi ci si erge a giudici inflessibili sull'operazione fatta da Boselli per riprendere la figura di Higgins, certo con qualche forzatura narrativa rispetto a quanto narrato a suo tempo da GL Bonelli (che però mi pare non abbia scritto una storia priva di sbavature)... Mi sono dilungato parecchio (e mi scuso per questo) perché credo che se ci si ostina a trovare incongruenze nelle storie di Tex, a mio avviso, ci si riesce. Anche in quelle scritte da GL Bonelli. Ma è davvero un'operazione così sensata e appagante?
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Ferma restanda la più che legittima possibilità di valutare negativamente questa storia per come è stata realizzata, francamente non riesco a capire tutto questo furore polemico per condannare la scelta di riprendere il personaggio di Higgins fatta da Boselli. Torno su questo punto, proprio perché (come avevo accennato in un post precedente) c'è un'analogia ambientale nel salvataggio del tutto inaspettato (e, se vogliamo, pure inverosimile) di Mefisto e di Higgins: Entrambi seriamente feriti, nel deserto, senza acqua e apparentemente senza nessun aiuto, evidentemente destinati a morte certa (ma non ancora morti). E' stato GL Bonelli che ha deciso che Padma vestisse i panni del "buon samaritano" e che salvasse un Mefisto altrimenti spacciato. Boselli ha solo cercato di dare una spiegazione a quello che Bonelli non aveva detto ed era nella necessità di farlo dato che ha deciso (scelta magari discutibile, ma a mio avviso più che valida) di riprendere le vicende di un Mefisto lasciato ben vivo da Nizzi e di chiarire come mai Padma fosse capitato in quella landa desolata e avesse potuto salvare Mefisto. E, fra l'altro, si potrebbe notare che, con questo intervento provvidenziale (comunque voluto da Bonelli), Mefisto sarà ancora nella condizione di tessere le sue trame malvagie da potente stregone. Quanti uomini sono morti in conseguenza delle azioni del ritrovato Mefisto? Anche quei morti vanno messi sulla coscienza di un Tex che non è andato fino in fondo, ma si è "accontentato" del racconto di Tiger Jack e dal fatto che Kit e suo figlio si fossero risvegliati dopo la quasi morte di Mefisto (quando Tex non poteva che pensare che fosse completamente defunto)? Era un Tex imbecille anche allora? Pretendere che Tex sia totalmente infallibile e onnisciente, per me è ben peggio rispetto a considerarlo capace di non prendere in considerazione eventi che NON PUO' controllare e di cui non può ragionevolmente sapere nulla. Sulla possibilità di Tex di venire a sapere dalla lettura fortuita di un giornale che Higgins è ancora vivo, mi sembra si possa fare un parallelismo con la lettera a suo tempo trovata per puro caso dietro un mobile e che permette a Tex (anche qui, a distanza di anni!), di venire a sapere dove è andato a finire Brennan e quindi di darsi da fare per ritrovarlo e porre fine alla sua meschina esistenza. Anche in questo caso, Tex ha dormito per anni ed è stato così incapace? Come mai non ha trascorso tutto il tempo dopo la morte di Lilith e l'uccisione di suo pugno di Teller per andare a cercare l'altro losco figuro senza mai darsi pace? E proprio su questo aspetto entra in gioco, a mio avviso, il concetto di destino che fa da cornice a tutta questa storia, proprio nella sua accezione di componente "sovrumana" che va ben oltre le valutazioni e le capacità di previsione degli uomini, anche di un uomo eccezionale come Tex; anche se poi, proprio quello stesso destino ha appunto deciso che Higgins non la farà franca, ma lo raggiungerà (grazie al decisivo contributo proprio di Tex!) per condurlo alla sua meritata fine. Pertanto, questa storia potrà anche non piacere nella sua genesi e nella sua articolazione, ma a me non pare affatto assurda né tanto meno una sorta di tradimento di un presunto canone di Tex, che mi sembra stia diventando per alcuni una specie di dogma indiscutibile e non modificabile (la cui difesa porta poi a delle posizioni intolleranti e con insulti a mio avviso ben poco sensati e decisamente molto meno giustificabili di qualsiasi scelta narrativa fatta a proposito di Tex). Come ha già detto @Letizia, la responsabilità di non avere premuto il grilletto e ucciso direttamente né Higgins né Sherman è del Tex di Bonelli. Che le condizioni del salvataggio di Higgins possano apparire poco verosimili e tirate per i capelli è una valutazione che ci può stare senz'altro, come la preferenza perché questo tipo di ripresa dei personaggi non fosse mai avvenuta, ma il fatto che Tex possa essersi sbagliato nel valutare che quei due uomini fossero destinati a morte praticamente sicura per me non è un fatto così assurdo e ritengo possa aver dato legittimamente lo spunto per questa storia.
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Sono in gran parte d'accordo con le osservazioni di @Letizia. La storia a mio avviso è stata scritta e realizzata con cura. Per quanto fosse evitabile scrivere una continuazione della storia suo tempo realizzata da GL Bonelli, le modalità della sopravvivenza di Higgins sono presentate in modo plausibile e non trovo affatto che sia un'operazione illogica e neppure un' "eresia" aver compiuto questo passo, dal momento che Higgins non è mai stato presentato in modo esplicito come morto stecchito. Pensare che la storia precedente fosse "intoccabile" e che sia diventata "nostra", mi pare veramente un'esagerazione priva di motivazioni. Cosa "nostra"? Ma di chi? Chi pretende di ergersi a interprete dell'intero blocco dei lettori di Tex, passati e presenti? Con quali credenziali? E come fa a conoscere il parere e i gusti di tutti i lettori? Credo proprio che sarebbe meglio e più corretto riportare le proprie opinioni (perché in questo forum, questo, ciascuno di noi, credo sia in grado di esprimere), senza presentarsi come detentori di verità universali e apodittiche. Si potrà discutere se valga la pena riesumare dei personaggi che erano stati considerati (dai lettori, ma prima ancora da Tex) come morti da tempo (e anch'io non amo la frequenza con cui questo accade recentemente). Però questo tipo di critica in fondo potrebbe essere rivolta anche al papà di Tex, ad esempio quando ci presenta Mefisto sopravvissuto non solo ad una caduta da notevole altezza, ma anche salvato provvidenzialmente da un lama tibetano che, per caso, passava da quelle parti. Poi c'è stato Boselli che ha cercato di giustificare come un personaggio che di certo ha ben poca attinenza con un'ambientazione western fosse davvero stato "attirato" in quei paraggi, ma la scelta narrativa di GL Bonelli a suo tempo credo che non potesse apparire se non alquanto bizzarra. Eppure, credo che il ritorno di Mefisto (nei nn. 77- 80) sia stato apprezzato dalla stragrande maggioranza dei lettori, al di là del dubbio espediente adoperato per dare l'avvio al recupero di quel personaggio, perché quella storia si è poi rivelata molto bella. Chiaramente, Higgins non ha la grandezza né l'importanza di Mefisto, ma a mio avviso, quanto Boselli ci ha presentato con questa storia autoconclusiva mi pare possa essere valutato come una bella storia, con dei disegni di Villa stupendi (e con una colorazione molto spesso alquanto suggestiva). E anche il modo con cui Higgins esce di scena (questa volta, senza alcun possibile dubbio), mi pare sia stato realizzato in modo conforme a un'idea di giustizia che, anche se non vede immediatamente protagonista Tex, ha comunque una sua coerenza con i valori che Tex incarna e a un'idea di destino (evocata fin nel titolo) che proietta queste vicende in una prospettiva più grande rispetto a quello che gli uomini intendono e riescono a compiere con le loro azioni.
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Non vivo affatto in un mondo di zucchero filato. Ma anche la tua replica, mi spiace dirlo, cerca solo di confondere le acque per motivi di difesa polemica della tua tesi. Se parliamo di Tex, non stiamo facendo riferimento ad un fumetto qualsiasi, quanto a quello di punta della casa editrice. Quello che un saggio editore dovrebbe tenersi ben stretto e apprezzarlo, probabilmente non solo per motivi venali, ma anche affettivi, oltre che di storia della casa editrice, in quanto elemento più rappresentativo. Che Sergio Bonelli potesse pubblicare talvolta fumetti di personaggi che non trovava di suo gradimento, anche per diversificare le vendite, si può ben capire. Ma che avesse in odio Tex è una tesi tutta da provare: lo so, secondo te, lo scriveva spinto da questo sentimento così distruttivo, ma credo che ci sia una bella differenza, non solo per la lingua italiana, nel sostenere che uno non riesce a scrivere un personaggio al suo meglio, e nell'odiarlo, quindi detestarlo con tutte le sue forze, tanto da non poterlo vedere! Francamente, io non riesco a vedere tracce di questo odio (come mi pare abbia anche sottolineato Carlo Monni, che ha conosciuto Sergio Bonelli di persona...). Per questo, direi di lasciar anche perdere le interpretazioni riguardanti le motivazioni inconsce di questo presunto odio, che in sé sono ben poco verificabili. Di questo passo, uno potrebbe sostenere che, nell'affossare Tex (così si è espresso un altro utente), Sergio Bonelli avrebbe potuto dar sfogo ad un irrisolto conflitto edipico, uccidendo metaforicamente il padre (e la sua creatura fumettistica più importante)!
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Perdonami, ma questa tesi la considero veramente molto traballante e infondata. Fintanto che uno mi dice che, a suo avviso, Sergio Bonelli non sapeva scrivere storie di Tex all'altezza di quanto fatto da suo padre, anche se lo trovo un giudizio eccessivo, lo posso comunque capire. Ma sostenere che, sia pure inconsciamente, Sergio Bonelli volesse "affossare definitivamente Tex", mi pare proprio una specie di atto ben poco logico. Far sbandare Tex con storie di pessima qualità facendo calare drasticamente le vendite fino ad avere la scusa di smetterne la pubblicazione (mi pare sia questa la tesi, alla fine), avrebbe significato far finire la "gallina dalle uova d'oro" e a che pro? Fra l'altro, in precedenza Tex vendeva ancora più copie rispetto alla situazione odierna (e all'inizio c'erano meno personaggi della Bonelli a fargli da contorno). Perché mai far colare a picco la redditizia ammiraglia, rischiando di far deragliare completamente l'intera casa editrice?
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Certo, e siccome Sergio Bonelli odiava a tal punto Tex, dal momento che non aveva tempo per scrivere lui tutte le sue storie, ha trovato modo di reclutare Nizzi, in modo da stravolgere ulteriormente il personaggio e presentarlo nelle forme più inverosimili e totalmente lontane dagli intenti del suo creatore. Bada bene che non voglio certo dire che tutte le storie di Nolitta o di Nizzi siano dei capolavori, ma nemmeno credo si possa sostenere che siano state votate a questa sorta di più o meno consapevole suicidio del personaggio cui tu sembri alludere in molti tuoi post... Francamente, al di là della tua evidente disistima verso Sergio Bonelli come sceneggiatore delle storie di Tex, sembra che tu abbia una considerazione ancora minore delle sue capacità di editore...
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[Romanzi a fumetti 17] La fonte della giovinezza
dario63 replied to MacParland's topic in Le storie inedite
Devo dire che questa discussione mi sembra che abbia fatto travalicare anche persone che pure stimo per i numerosi e molto validi interventi che hanno presentato qui nel corso degli anni. Sulla specifica questione riguardante Zagor, devo dire che mi sento più vicino alle valutazioni di Letizia, perché anche a me Zagor è un personaggio che piace proprio poco (principalmente per il suo sodalizio con Cico, che è un personaggio che fatico a digerire - e non solo perché ama mangiare a dismisura). Però non ho alcuna difficoltà nel comprendere che quelle caratteristiche, che io giudico farsesche, forse sbagliandomi nella mia interpretazione, possano comunque piacere ad altri. E questa diversità di gusti e di pareri non mi fa perdere il sonno né pretendo di far cambiare idea gli altri. Solo una osservazione per Carlo, di cui colgo la sincera passione per Zagor, personaggio che innegabilmente ha saputo conquistarsi la stima e l'apprezzamento di tanti lettori: non mi pare proprio che Letizia sostenga che Zagor è puerile e quindi deve essere vero. O meglio, integrerei questa frase dicendo che questo è vero per Letizia, ma mi pare molto chiaro dalle sue parole, che lei non pretende che tutte le altre persone abbiano il suo stesso giudizio. E questa diversità la accetta, pur dicendo la sua in modo molto perentorio. Dopo di che, mi auguro sinceramente che gli animi si calmino un po', perché accapigliarsi per personaggi di fantasia (che poi possano essere anche del multiverso o altro, poco importa) non credo sia una questione per cui valga così tanto la pena di scaldarsi... -
Anche per me un inizio di storia molto bello e intrigante, con un Tex che ancora una volta dimostra grande intraprendenza e amore per il rischio e ho anche molto gradito il fatto di riprendere il filo del discorso di una narrazione lasciata interrotta in una storia precedente. Poi il personaggio di Pedro Raza appare fin da subito dotato di una sua "grandezza", non solo per il timore che suscita (e che sa ben coltivare nei suoi sottoposti), ma anche perché, pur essendo spregiudicato e attento anzitutto agli affari, si coglie che ha un affetto sincero per il figlio (certo, anche nella prospettiva di farne l'erede del suo "impero"). Quindi, si profila un incontro/scontro degno di nota tra lui e Tex. L'unica nota che mi pare un pochino esagerata in questo albo è la considerazione di cui Tex pare godere da parte dei vari capi delle tribù indiane. Non solo riescono a riconoscerlo, nonostante non stia ancora indossando la sua fatidica camicia gialla, ma non si lasciano neppure ingannare dal nomignolo di Teobaldo (notoriamente, santo protettore dei Carbonari). E il suo vero nome è talmente degno di riverenza che - pur conoscendolo - neppure lo pronunciano, quasi presi da sacro timore... Scherzi a parte, mi sembra che l'autorevolezza che viene riconosciuta a un giovane uomo bianco come Tex anche da chi può averne sentito parlare poco e lo incontra per la prima volta e il prestigio di cui sembra godere presso queste tribù (che gli permette fra l'altro di uscire indenne, anzi con un aiuto, da situazioni difficili), pare quasi già prerogativa di Aquila della Notte...
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Sinceramente, credo che il ritorno di personaggi precedentemente dati per morti sia un espediente narrativo già fin troppo sfruttato e che sarebbe meglio evitare il più possibile per il futuro (anche se non intendo sostenere che sia stato sempre sbagliato o che abbia dato adito sempre a storie poco interessanti o mal costruite). Ma fare in modo che una futura intera storia ruoti attorno ad una fittizia riesumazione di un personaggio che Tex aveva fatto fuori per sfruttarne artificialmente l'immagine minacciosa mi sembra davvero espressione di una contorsione mentale e di un approccio narrativo che avrebbe molto minori giustificazioni (anche logiche) rispetto alla ricomparsa del villain di turno. Come dire, il rimedio è peggiore del male... Ovviamente, secondo la mia discutibile opinione.
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Leggere le ultime uscite e collezionare
dario63 replied to Satanasso96's question in Domande dei lettori
Hai perfettamente ragione! Sono stato frettoloso e poco perspicace. D'altra parte, se hai visto il mio nickname, e hai intuito la mia età, tutto questo non dovrebbe stupirti più di tanto! -
Leggere le ultime uscite e collezionare
dario63 replied to Satanasso96's question in Domande dei lettori
Non conosco la tua età e, soprattutto, le tue abitudini di lettura. Però forse potresti prendere in considerazione (essendo praticamente privo di tutti gli albi di Tex) l'eventualità di sottoscrivere l'abbonamento a Bonelli digital classic, ossia avere la possibilità di leggere (fin da subito) tutti gli albi di Tex (di tutte le serie), con l'esclusione delle uscite degli ultimi sei mesi. Da questo punto di vista, avresti la possibilità di valutare anche se e quali albi andare ad acquistare in forma cartacea, selezionando le storie più gradite e poco per volta. Certo, non tutti amano la lettura di Tex in formato elettronico, sullo schermo di un PC o di un tablet (io non oso pensare all'eventualità, pure fattibile, di una visone sul cellulare), perché alcuni ritengono che tenere in mano un albo di carta procuri delle emozioni insostituibili. Ma forse per te questo potrebbe non essere un elemento di particolare importanza. Mi sono reso conto di non aver letto l'intervento di @PapeSatan e la sua replica. Mi scuso per il mio post, a questo punto inutile... -
Ti sei scelto tu il nickname, vero? Allora, se sei già così convinto che la storia sia una inenarrabile ciofeca (giudizio di cui io non mi credo capace, osservando solo queste primissime vignette), non hai che da passare la mano e lasciare l'albo in edicola. Senza passare dal via! La perplessità che invece io mi permetto di avanzare (ma che non mi farà di certo recedere dall'acquisto, pur se con qualche remora), sta nell'insistito uso del colore per enfatizzare queste celebrazioni per questo 75° anniversario. Come @Condor senza meta, ritengo infatti che l'uso del colore, al di là della copertina, non riesca a valorizzare le peraltro splendide capacità di Villa, di cui preferisco grandemente le storie in B/N...
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Se vogliamo razionalizzare tutto (o cogliere difetti nelle sceneggiature/disegni), nella serie di vignette appena sopra citate, ci sarebbe da domandarsi come mai ben quattro uomini a cavallo non solo guardino opportunamente in direzioni diverse da quella di Tex, ma non si siano neppure accorti che lui fosse nelle vicinanze (quasi che il ranger avesse fino a quel punto indossato un mantello di invisibilità stile Harry Potter, salvo poi toglierselo di dosso per materializzarsi con il fucile spianato). Oltretutto, dai disegni sembra proprio che nelle immediate vicinanze di Tex non ci fossero ripari naturali, a parte quella svolta nel sentiero (con tanto di masso tra i piedi, che occulta chi ci sta dietro, ma rende ulteriormente difficili rapidi e silenziosi movimenti). Che poi Tex intimi ai malviventi di gettare le armi (non spara subito) e poi, quando vede che non gli danno retta e qualcuno mette mano alle armi con l'evidente intento di sparargli, faccia fuoco, mi sembra solo logico (ma all'interno di una scena che qualche difettuccio mi sembra lo stesso presentarlo). Questo toglie valore o godibilità alla scena? A mio avviso no, perché queste pur lievi incongruenze non sono espressione di un trattato di logica, ma di un'opera narrativa e di fantasia. Vorrei sapere chi, nella propria vita, compie scelte e azioni sempre e solo seguendo una logica cristallina al 100%. Io, di persone del genere, non ne conosco, e mi auguro di non incontrarne...
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Letto questo albo, mi associo con i giudizi altamente positivi nettamente dominanti. Mi è piaciuto tutto di questa storia, sia la bravura di Boselli nel riprendere alcune situazioni e personaggi già noti, ma facendoli comparire in modo molto pertinente e non forzato, sia la narrazione retrospettiva, attuata per lo più con un'alternanza di Tex e di Carson. Questo racconto "a due voci" non solo rende più vario e meno monotono questo lungo flashback, ma fa parte di una voluta (e molto apprezzabile) volontà di dare a Kit un ruolo almeno di pari valore a quello di Tex nelle vicende che si dipanano in modo da avvincere il lettore, con una sequenza di eventi piuttosto complessa ma mai caotica né tanto meno noiosa. Unico dettaglio che, a mio avviso, risulta un pochino più discutibile è il personaggio di Kate Warne. Ovviamente, la scelta narrativa è più che legittima, si può chiaramente comprendere che, rispetto a "Pinkerton Lady", qui abbia un ruolo molto più marginale, anche perché qui giganteggiano Carson e Tex (e forse, nel suo cuore, questi due sono pure diventati inconsapevoli rivali). Adesso mi è parsa una donna molto più fredda e calcolatrice, decisamente arrivista nel suo desiderio di svolgere al meglio il suo non facile ruolo, ma si direbbe a qualsiasi costo e senza scrupoli morali. Insomma, mi viene da pensare che, nella sua evoluzione, questo personaggio abbia preso alcuni tratti di personalità dalla Lily Dickart contro cui aveva lottato nella storia antecedente. Niente di grave, chiaramente. Ottimi senza dubbio i disegni di Dotti.
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A mia volta, esprimo un parere personale. Secondo me, Tiger rivela nei confronti di Astrid qualcosa di più che sola curiosità per i suoi insoliti capelli biondi (che accennano già all'origine scandinava del gruppo di coloni da cui lei proviene), ma la bravura di Giusfredi a questo riguardo è quella di lasciare le conseguenze questo incontro in sospeso, senza eccedere in tentativi di sviluppo di un rapporto sentimentale che, oltre ad essere stonato con le caratteristiche del personaggio Tiger, non potrebbero certo essere gestite adeguatamente in un albo solo e che ha altre priorità narrative. A mio avviso, anche Astrid apprezza Tiger (e non solo in quanto suo salvatore - del resto le sue abilità di guerriero e di uomo erano state ammirate, tanto per dirne una, anche da Hanaba nel n. 168), ma è soprattutto lui a mostrare una tenerezza insolita nel modo con cui si prende cura della ragazza, di cui apprezza di fronte a Tex la tenacia e la forte tempra "come quella di una donna Navajo" (un bel complimento, non c'è che dire...). Poi tutto finisce lì, anche perché in quel preciso istante si fa vivo un presumibile spasimante della ragazza, ma lo stesso questo siparietto a me è parso interessante e gestito con mano leggera ma sicura da Giusfredi, che lascia eventualmente al lettore la responsabilità di fantasticare (se lo desidera) su eventuali rimpianti/nostalgie legati a questa vicenda, che fa lo stesso emergere in qualche modo la sensibilità umana di Tiger.
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I Soggetti di Tex da parte dei lettori del forum di Tex
dario63 replied to ymalpas's topic in La Serie e i Personaggi
Perdonami, ma non mi sembra uno spunto poi tanto originale. Cito a memoria il primo caso che mi viene in mente, ossia quello di Eugenia Moore invaghita di Bob Dalton (vedi l'epilogo epico nel n. 9, che costituisce un antecedente con cui sarebbe pure difficile confrontarsi con una scena analoga). E mi pare che ce ne siano anche altri... -
A differenza degli altri sondaggi, in cui era una vera sofferenza avere tre sole preferenze a disposizione, questa volta è difficile individuare un'annata di livello memorabile per l'insieme delle storie che presenta. A mio discutibilissimo avviso, ci sono magari un paio di storie di buon livello, ma nella stessa annata poi ci sono delle rilevanti cadute di tono che fanno un po' precipitare il giudizio... Sarà che proprio al termine del 1981 io ho interrotto l'acquisto regolare di Tex (per riprenderlo solo dal numero 700), ma faccio davvero fatica a rivalutare questo periodo (di cui poi ho letto tutti gli albi).
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Sondaggio ingiusto (pochi i tre voti! ) ma interessante e che fa rivivere emozioni intensissime. Con grande fatica per restringere la scelta, ho indicato 1949, 1950 e 1956 (ma mi sanguina il cuore a tralasciare il 1951...).
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Vista la posa del cavallo e del cavallerizzo, mi sa che questa sedicente "intelligenza" artificiale ha scambiato Tex per Tony Manero...
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Direi che la colpa è tutta di Omar Sharif! E del regista che ha affidato quella parte ad un giocatore di bridge, come noto destinato al più completo oblio...
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Siete favorevoli all'aumento costante delle uscite "fuori serie" di Tex?
dario63 replied to Poe's topic in Sondaggi Texiani
Premesso che quanto stiamo discutendo qui difficilmente potrà avere una qualche forma di attenzione e di applicazione da parte dei vertici delle edizioni Bonelli... Scusami però @Dix Leroy, ma non riesco proprio a comprendere i vantaggi della tua (a mio discutibile avviso) stravagante proposta di fondere, di fatto, la pubblicazione di Tex con quella della nuova serie "Tex Willer". Anzitutto, non spieghi quale dovrebbe essere il prezzo di copertina di questo albo (ma comunque l'aumento della foliazione del singolo albo credo sarebbe un motivo sufficiente per ritoccare i prezzi al rialzo rispetto alle due testate sommate)... Inoltre, questo implicherebbe lo stravolgimento dei ritmi di pubblicazione già programmati per le storie in fase di completamento, dal momento che, di solito, le storie di recente pubblicazione durano due albi interi (quindi 224 pagine e non solo 200). Dubito peraltro che questo tipo di cambiamento dell'impostazione della lunghezza delle storie (presumibilmente, un loro accorciamento) possa apportare vantaggi sul loro livello qualitativo. Infine, pur constatando che i partecipanti a questo forum sono in gran parte (ma non tutti) lettori di entrambe le serie, non capisco per quale motivo si debba costringere il lettore di Tex ad acquistare insieme due serie di cui magari una non è particolarmente gradita. Tutto sommato, mi pare proprio una prospettiva che irrigidisce l'attuale impostazione e può creare più scontenti che approvazioni... Che problema c'è a recarsi in edicola due volte al mese anziché una? -
Siete davvero poco romantici!! Avendo incontrato la donna della sua vita (sì, quella che lo ha indotto ad accantonare tutte le sue forme di attenzione per il "gentil sesso" che in gioventù lo hanno visto alquanto in movimento), ha deciso di mettere su famiglia in base all'aureo detto "due cuori, una capanna"... Altro che abusivismo edilizio: qualsiasi costruzione in muratura avrebbe inevitabilmente stonato rispetto a questo quadretto idilliaco...
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In generale, trovo piuttosto curioso che, non essendo ancora uscito l'albo in questione (e manca quasi un mese intero alla sua comparsa in edicola), già ci siano due pagine di interventi, focalizzati sia sul bollino del 75° (che anche a me non piace, ma penso si riesca agevolmente a fare astrazione dalla sua presenza per concentrare il nostro sguardo sul contenuto del disegno e per apprezzare lo stesso la copertina), sia sulla questione del "plagio" o ispirazione dei copertinisti di Tex... Per me le due copertine di Galep sopra riportate - che chiaramente rivelano un'imitazione di altri prodotti americani - rimangono bellissime e originali. Non solo perché i volti che compaiono sono quelli dei nostri (spero beneamati) personaggi, ma anche per tante scelte compositive che sono proprie del disegnatore italiano (diverse le armi, differente l'orientamento della ruota, la canna fumante della pistola nella seconda, i cappelli bianchi ecc.). Come si fa a non apprezzare l'originalità di impianto di queste copertine quando non ci troviamo di fronte l'uomo dalla camicia gialla, ma in entrambi i casi un Tex che indossa una sgargiante camicia rossa? Da ultimo, a mio avviso molto bello il titolo del primo albo, con i caratteri che riportano le parole collocate in verticale (scelta nettamente minoritaria nelle copertine, ma qui particolarmente azzeccata)...