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TWF - Tex Willer Forum

Diablorojo82

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Messaggi pubblicato da Diablorojo82

  1. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    È un po' tirata per i capelli. In fin dei conti, perché Tex dovrebbe andare fin nel Borneo? Rapirgli il figlio è il modo migliore per dire: vieni. Mai e poi mai tex avrebbe potuto pensare che l'ostacolo non sarebbe stato tecnicamente un prigioniero. La Tigre odia Tex, quale migliore occasione per colpirlo tramite il figlio? 

    Questa è una di quelle situazioni dove urge una seconda lettura (o che ci risponda Boselli😉). Detto questo la storia acchiappa...

  2. <span style="color:red">5 ore fa</span>, Leo dice:

    In effetti non ha molto senso rapire Kit per dissuadere Tex dall'inseguirlo, non puoi che ottenere l'effetto contrario. E poi, David Silva conosce Kit? È Kit a recarsi nella taverna dove lo incontra, quindi non è stata preventivamente orchestrata una trappola. Se è solo il caso a far capitare Kit dalle parti di Silva, questi aveva magari già in animo l'idea di rapirlo e ha colto l'occasione? Boh.

     

    Ad ogni modo, questo è un punto un po' fumoso secondo me. L'avventura comunque è ricchissima ed esotica, molto particolare e con una Tigre Nera non edulcorata. Ciò che di positivo poteva esserci infatti nel vilain di Nizzi è di fatto trasferito nella figura del figlio, che ha quella nobiltà d'animo che nel padre era offuscata da una malvagità folle e deleteria. Non mi è piaciuta molto la fascinazione immediata di Silva per Kit (ricambiata): insomma, i due sembravano essere amici da una vita, tanto che la Tigre grazia Kit perché è amico del figlio; e invece si sono appena conosciuti. Alcuni passaggi non sono riusciti, a mio modo di vedere. Resta comunque una storia memorabile, molto bella in alcuni suoi punti. 

    Concordo Leo...La fascinazione immediata e quello che porta non mi ha convinto.

    Sul rapimento...Non ci avevo pensato perché mi ero fatto trasportare dal racconto, però pensandoci non ha molto senso.

    Comunque storia coinvolgente che ti vien voglia di rileggere.

     

  3. <span style="color:red">9 minuti fa</span>, Poe dice:

    Prendiamo una storia a caso: “Vendetta indiana”, capolavoro riconosciuto di GLB (storia che anch’io ho sempre apprezzato, chiariamo subito) e vediamo come si comporta Tex dopo la strage subita dai pacifici Ute di Black Elk. I Navajos e gli Utes sono in fermento, vorrebbero scatenare una guerra indiana per vendicarsi, ma Tex li frena: calma, vado a parlare con il colonnello Arlington responsabile della strage e trovo una soluzione pacifica.

     

    Nel mondo reale e razionale cosa dovrebbe fare Tex? Mantenere un basso profilo, usare la diplomazia, magari andare a Washington o non so dove a denunciare l’operato criminale del colonnello ai suoi superiori, andarci piano, temporeggiare in attesa di una soluzione, gettare acqua sul fuoco, ecc. Invece cosa fa il nostro eroe? Va al forte e provoca verbalmente Arlington (qualcuno direbbe “fa lo sborone”) e si fa da lui mettere in carcere!

    Proprio così Tex si fa sbattere in cella (e tra l’altro neanche protesta o cerca di scappare). Ma come? Non doveva risolvere lui la questione? Non aveva detto agli Utes arrabbiati che dovevano essere saggi? Non c’è in ballo una guerra indiana? Il rischio di centinaia se non migliaia di morti ute e navajo, una responsabilità enorme sulle proprie spalle, e cosa fa Tex? Si fa mettere in carcere stupidamente (qualcuno potrebbe dire “da coglione”) solo per sfogarsi.

    (E tra l’altro un ufficiale glielo chiede proprio perché ha provocato il colonnello e Tex risponde che ha agito così perché Arlington se lo meritava e inoltre voleva sapere di che pasta era fatto.)

     

    Poi però la storia volge a suo favore perché GLB non è stupido, quindi fa sì che ci siano degli ufficiali amici di Tex che lo liberano (ma Tex mica lo sapeva prima che l’avrebbero liberato), per cui lui riesce a scappare dal forte e alla fine di tutto riuscirà a vincere.

    Tutti quelli che hanno letto questa storia, però, non hanno pensato al fatto che Tex avrebbe dovuto “tenere un basso profilo” mentre invece ha preferito seguire il suo istinto e sfogare la sua rabbia contro il colonnello. Anzi, tutti noi quando vediamo Tex incazzato che le canta ad Arlington applaudiamo entusiasti. Ed è giusto così, perché questo è un fumetto, non la vita reale né un libro di Storia, e nei fumetti l’eroe è sempre impulsivo, istintivo, e di fronte a un’ingiustizia e ai prepotenti non sempre si comporta in modo razionale, ma reagisce senza tanto pensare alle conseguenze, seguendo il suo innato senso di giustizia (tanto c'è lo sceneggiatore che fa andare le cose nel modo giusto per non far fare brutta figura all'eroe).

     

    Un po’ come avviene nella scena di Tex e Tom nel ristorante razzista: doveva tenere un basso profilo? Ma chi se ne frega, quando ne va della dignità di un nero che in tutta la sua vita non ha subito che vessazioni! Era un rischio calcolato, secondo la mentalità di Tex, e infatti è andata a finire bene la scena.

    È una caratteristica non solo di Tex ma di tantissimi eroi dei fumetti non seguire la logica comune e agire seguendo il proprio senso di giustizia, anche a rischio di mettersi nei guai.

    Ho fatto l’esempio di “Vendetta indiana” ma se ne potrebbero fare decine di simili.

     

    Comunque il punto non è questo: è che se si vuole a prescindere distruggere una storia, non è difficile, non c’è bisogno di essere dei geni, basta cercare vignetta per vignetta tutte le incongruenze, le imprecisioni, le esagerazioni, le lacune, gli errori del protagonista, le cose non fatte, tutti i difetti che di solito ci sono in qualunque storia a fumetti, poi ingigantirli in modo esagerato come fossero macchie di inchiostro che si allargano, e poi dire  che la storia intera è tutta sbagliata.

    Volendo si può fare partendo dal numero 1: che scemo Tex a farsi sorprendere ingenuamente due volte da Coffin, che imbranato a non capire subito che Satania è Cora Grey (il lettore lo capisce dopo due pagine), che assurda scena quella di Gros-Jean inchiodato da un coltellaccio a un albero (e oltretutto poco dopo è come se niente fosse), che fesso Tex che scappa inseguito da uno scimmione con la scimitarra, che espediente comico quello di far vedere Tex continuamente ferito di striscio alla tempia, che giallo ridicolo “L’uomo dalle quattro dita” risolto con Tex che scopre il colpevole trovando fortunosamente un suo guanto, ecc.ecc.

    (Naturalmente non lo penso, eh? Sto solo usando i criteri di giudizio dei detrattori di professione.)

     

    Il punto è che se si vuole distruggere una storia con sarcasmo è facilissimo. Peccato che stiamo parlando di fumetti d’avventura, non della Divina Commedia (ma anche la Divina Commedia a ben vedere qualche incongruenza ce l’ha).:lol:

    👏👏👏👏

  4. 23 minuti fa, Diablero dice:

    Se non era cinese, Tex era scemo uguale. STA RACCONTANDO AL CAMERIERE UNA INDAGINE RISERVATA. È così difficile da capire?

     

    E cosa mi dici del fatto che mezz'ora dopo vedendo un cinese fuggire, si chiedono "ma come avranno fatto a sapere cosa volevamo fare?" :laughing:

     

    No, prima le cose DAVVERO IMPORTANTI: bistecche e patatine fritte!

     

    (ah, i tempi in cui, con GL Bonelli, era Carson stesso che quando c'era da agire mandava al diavolo le patatine fritte... )

     

    ...che non accorge PER UN GIORNO INTERO, mentre presumibilmente cancella tutte le tracce della presenza di Morel in casa sua, che C'È IL FAZZOLETTO IN BELLA VISTA!

     

    Notare che Tex è assolutamente sicuro che il notaio sia innocente! Che sia stato totalmente gabbato da un finto notaio CHE È UN MALESE CON BARBA FINTA è certificato dal suo stesso "pensiero", Nizzi ci tiene molto a farcelo sapere (e piango per lui, al pensiero che i suoi fan insistono a non voler vedere le cose che si sforza tanto di comunicare) La scoperta del fazzoletto "salva" Tex, per puro xulo, dall'essere gabbato per l'ennesima volta.

     

    Notare che anche dopo questo ritrovamento, Mac Parland è ancora sicuro che il notaio non abbia nulla a che fare con i delitti, e Tex e Carson sono sconvolti dalla notizia che sia il capo della banda, nonostante sia l'ultimo superstite fra i possibili sospetti...  :laughing:

     

    Ma hai presente il "difficilissimo caso" che Mac Parland per cui Mac Parland ha chiamato Tex e Carson?

     

    UN SACCO di persone è stata uccisa o è scomparsa. Non ci dicono il numero ma sono tanti da aver allarmato la Pinkerton, cioè l'equivalente dell'FBI dell'epoca. Che siano stati uccisi tutti dalla stessa setta è detto dalla stessa setta che "firma" ogni delitto per ribadire "siamo stati noi, chiaro? Li abbiamo uccisi tutti noi, non vi sbagliate!" L'unica cosa che hanno in comune i più ricchi di questi morti è che si sono presentati, tutti, dallo stesso notaio, a firmare un atto in cui cedevano tutti i loro beni sempre alle stesso gruppo di persone. E subito dopo venivano trovati morti o sparivano senza lasciare tracce.

     

    Mac Parland indaga ovviamente sul notaio ma conclude che sicuramente è innocente perchè "ha controllato gli atti e sono scritti bene", cioè È UN BRAVO NOTAIO...  :laughing:

     

    (Per come è caratterizzato Mac Parland in questa storia, comunque, ci sta che abbia scambiato l'indagine per scoprire gli assassini con un indagine per capire se il notaio ha una bella calligrafia: persino dopo la scoperto che il notaio ha mentito sulla sorte di Morel, è ancora sicurissimo che il notaio sia innocente di tutto...  :laughing:)

     

    E quando Tex e Carson si sentono raccontare tutto questo, invece di dire a Mac Parland "ma sei scemo? Controlli se gli atti sono scritti bene? Come è possibile che questo notaio non si sia mai accorto di nulla di strano in quelli costretti a firmare gli atti? È ovvio che è implicato fino al collo!", dicono invece che è un vero rompicapo! :laughing:

     

    E anche dopo aver parlato con il notaio, Tex è sicuro che "è un tipo a posto"  :laughing:

     

    Se non vedeva quel fazzoletto che era lì in bella vista da un giorno intero (non lo cerca, non indaga, proprio "gli cade l'occhio" per puro xulo...) Tex non avrebbe tirato fuori un ragno dal buco!

     

    Non proseguo con le altre osservazioni perchè queste sono cose che mi sono stancato persino io di ripetere più volte, figurati gli altri di leggerle, ma hai presente il mio schemino del post precedente?

     

    Stai facendo la (1), cioè stai negando cose che sono chiaramente scritte nell'albo. (Per esempio, se Nizzi non ci avesse messo il pensiero di Tex che ci informa che Tex ha abboccato come paganello alle balle del notaio, e avesse solo fatto trovare il fazzoletto, qualcuno avrebbe potuto interpretare la scena come Tex che fa solo finta di credergli. No, Nizzi CI TIENE che la stupidità di Tex non possa essere soggetta ad interpretazioni diverse. E tu gli dai un grande dolore a negare quello che con così tanta fatica si è sforzato di dirti...  :laughing: )

     

     

     

     

     

    Allora...In tantissime storie i pards hanno sviluppato strategie a pranzo, a cena, chiacchierando e serviti da camerieri. Non ci vedo niente di sacrilego.

    McParland è pessimo? Sì...Concordo

    Non è ovvio che il notaio sia implicato. Non è che ci sono 10 notai e casualmente tutti gli implicati vanno dallo stesso. Non concordo. Prima del fazzoletto Tex non può avere queste certezze che a noi lettori sono ovvie.

    Scopre tutto per il fazzoletto? Sì.

    Gli cantano che Madison è il capo della banda? Sì.

    Gli aiuti a Tex ci sono senza dubbio ma io da lettore li contestualizzo e li peso nella storia. Non nego ci siano.

    Mi danno fastidio? Non eccessivamente.

    Mi hanno rovinato la storia? Non in questo caso.

    Fai passare cose discutibili ed analizzabili per ovvie.

    Per me non è così.

     

     

     

     

    • +1 1
  5. Allora...Proviamo a fare il punto di alcune scene incriminate:

    - pagina 41, momento dove Tex parla davanti al cameriere cinese della sua teoria dell'ubriacone. Tex non potrebbe mai sospettare dei cinesi e sta tranquillamente discutendo una strategia (è appena arrivato in paese e sta facendo dei ragionamenti). Non ci vedo nulla di scandaloso.

    - Tex non è convinto di Morel (le mani in pasta in troppe cose), anzi non è convinto neppure sulla storia di Casement e si chiede chi abbia tratto vantaggio dalle compravendite. Morel e gli amici puzzano.

    - ubriacone morto, Tex si rammarica di non aver interrogato subito ubriacone.

    -pagina 62, il cinese lancia sasso nella cella. Ora e solo ora ci potrebbe essere un campanello sui cinesi (non certo 20 pagine prima).

    - La Tigre dava per scontata l'eliminazione dell'ubriacone così la  sbavatura è di Morel.

    - pagina 88, falso spione su Casement, che muore ucciso. La morte del falso spione potrebbe dare un senso di verità alle sue rivelazioni. Tex non mangia la foglia? Ci può stare per me. Cadono in un agguato.

    - pagina 159, Morel perde il fazzoletto dal notaio Madison.

    -pagina 175...Tex si pone la domanda di chi erediterà i beni degli adepti morti. Per chiarirlo si deve andare giustamente dal notaio(che fino ad allora secondo me giustamente poteva non essere sospettato).

    - il notaio Madison spiega chi sono gli eredi. Fino a pagina 180 il notaio è semplicemente il legale che ha curato gli atti. Non sospettare di lui non lo vedo un dramma.

    - pagina 184, Tex trova il fazzoletto di Morel. In pochi secondi capisce che Madison è un bugiardo. Tex si alza subito per andare da Rickers, lascia McParland a sorvegliare Madison.

    - pagina 202, Rickers rivela che Madison(già sospettato da Tex) è il capo.

    - pagina 206, McParland si lamenta che deve sorvegliare il "galantuomo" di Madison. McParland è sciocco perchè non è convinto dell'affare fazzoletto di Morel da Madison.

    - pagina 208, finalmente McParland si rassegna su Madison.

    - si dirigono alla miniera, pagina 231, beccati in trappola. Scandaloso? Direi propedeutico all'evoluzione della storia.

    - Tex non si arrende e giustamente le busca in una situazione così complicata (tipo i due bestioni).

    - da pagina 263 parte la versione Indiana Jones della storia. Può piacere o non piacere. Di queste cose ne abbiamo viste tante (salvataggi miracolosi, frecce evitate, dinamite a iosa).

    Non ci vedo tutte quelle scemità, cose ridicole, boicottaggi al personaggio. Sbavature? Probabilmente sì.

    Però per me resta una storia gustosissima, disegnata bene e con siparietti sfiziosi.

     

    • +1 2
  6. <span style="color:red">47 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    Ma l'ho appena fatto e le ho anche commentate, tutte e tre! Trovi i miei commenti nei topic appositi. Addirittura ho rivalutato la terza avventura, che anni fa non mi era piaciuta per niente... e non mi ricordano nulla, a parte la prima: la seconda e la terza non le ho lette in diretta, ma molti anni dopo, perché le storie di Nizzi a un certo punto non le leggevo più (non le acquistavo più, le ho recuperate dopo). 

    Sarò irrecuperabile? E se anche fosse così? Forse mi sopravvaluti, per questo ti riesce difficile. :D ;)

    Già...Anche io rilette da poco...La prima immutato il suo piacere, meglio del previsto seconda e terza in base ai ricordi. Magari certe sbavature le ho notate, il calo, il replicare un certo modus operandi, sicuramente in calo Nizzi all'interno della trilogia. Però per me nulla di impubblicabile, o di eccessivamente tragico o tragicomico.

  7. <span style="color:red">7 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    Anch'io faccio parte della generazione che si è avvicinata a Tex sotto la gestione Nizzi. Tuttavia appena rispolverato con le ristampe il grande Bonelli, ho subito apprezzato il suo immenso talento narrativo e son rimasto folgorato dal suo periodo d'oro. 

     

    Non condanno l'operato (anche se a volte un po' estenuante! :D) di lettori come Diablero, poichè per chi come lui è cresciuto con le storie del vecchio leone, il passaggio deve essere stato davvero molto duro, rispetto a noi che abbiamo fatto un processo inverso, però, considerando le mie ragioni anagrafiche, son sicuro che difficilmente avrei continuato a leggere Tex dopo il primo albo, nei tardi anni '80, se la saga avesse presentato in edicola solo storie di Nolitta o sceneggiature rattoppate e decadenti dell'ormai stanco padre (vedi la foresta pietrificata, Tex 300, Gli ostaggi e via dicendo).

     

    Credo che lo stesso possono dire lettori più giovani di me che, senza il brio di Boselli, a stento avrebbero digerito l'ultimo e indifendibile Nizzi.

     

     

     

     

    Già...Ciascuno ha una storia diversa...Ho timore che noi Boselliani (chi ama il suo stile, ha amato le sue storie) potremmo avere tanta "cattiveria" con i vari Ruju, Rauch, Giusfredi. Come a volte (per usare un eufemismo) si vede da chi è passato da GLB ad altri autori.

    Speriamo di non essere troppo prevenuti ma speriamo soprattutto di leggere belle storie del nostro fumetto preferito.

    • +1 2
  8. <span style="color:red">10 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    No, è "Leggi in relax e divertiti, se ce la fai". Le magagne, come le chiami tu, non mi pesano al punto di guastarmi il gusto di una lettura scoppiettante e senza troppe pretese. Si chiama evasione, e La Tigre Nera assolve perfettamente al suo compito in questo senso (almeno per me, che appartengo al pubblico attuale distratto in generale, si capisce).

     

     

    Il lanternino non serve, ripeto che le superficialità di questa storia sono abbastanza evidenti. Quando dico che tu lo usi, intendo che tu ti soffermi - legittimamente - su ciascuno snodo e ti ci impunti, mentre altri leggono con più indulgenza, dando meno peso a scelte narrative che potevano essere rese meglio. 

    Il Tex che tu ritieni insopportabilmente idiota per me è solo un Tex che fa degli errori, errori giustificati nell'ambito dell'economia della storia. Uno dei Tex a mio parere che fa piu errori è quello de Il Colonnello Watson, eppure quella è una delle storie che amo di più...

     

     

    Il famoso "imprinting"... io ho iniziato con quella bellezza che è La leggenda della vecchia missione. Storia che a distanza di decenni rileggo sempre con immenso piacere. Il mio primo Tex è quello di Nizzi. Molto diverso, sicuro, da quello di Glb, e non dubito che voi lettori della vecchia scuola abbiate subito una sorta di trauma e abbiate immediatamente tanato il cambio di mano. Ma per l'appunto quelli che come me appartengono alle generazioni successive non hanno vissuto questa estraneità, si sono goduti con grande piacere il primo Nizzi, hanno riscoperto con interesse e gioia Glb, si sono fatti stuzzicare dall'eretico ma non spiacevole ranger nolittiano, hanno vissuto il grande periodo boselliano. Il tutto solitamente CON PIACERE, il piacere di una buona lettura, a volte più matura altre più superficiale, a volte a tinte fosche altre umoristica, altre volte, purtroppo, sciatta e noiosa come nel periodo dell'ultimo Nizzi. Il piacere della lettura è per l'appunto piacere, una sensazione che non è spiegabile. Non è razionale, e forse non è neanche intelligente. Ma ho letto per anni così, divertendomi con Tex, che non ho mai considerato un coglione fortunato. È stato il mio eroe, da piccolo, figuriamoci. E non mi sento più distratto, o meno intelligente, ad aver provato quel piacere senza essermi posto tutti i problemi legittimi che tu poni. Appartengo alla generazione che ha iniziato con Nizzi, è il mio peccato originale. E ancora riesco a godermelo, a dispetto di tutte le analisi approfondite volte ad annientare questa storia in particolare e i trent'anni di Nizzi in generale. 

    Concordo Leo su tutta la linea. Il mio "imprinting" è con il numero 398 ad esempio ma l'albo che mi ha fatto innamorare di Tex è Il passato di Carson (e all'epoca non davo molta importanza neppure al tamburino). Poi chissà perchè ogni storia che mi entrava nel cuore (Gli Invincibili, La Grande invasione) aveva gli stessi nomi. Pian piano sono ripartito con la Nuova Ristampa, dal numero 1.

    E ho sempre gradito molto di più il tizio che scriveva gli albi che ho citato rispetto al creatore di Tex che stavo leggendo per la prima volta.

    Poi grazie al forum ho recuperato Nizzi, Nolitta e altre storie del creatore di Tex.

    Lo sto ancora facendo il recupero, leggendo a mio modo, con il mio livello, il mio gusto e il mio bagaglio tutto il "passato" e naturalmente il presente.

  9. <span style="color:red">39 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    Ma certo che è colpa tua! Sei un lettore scassamaroni all'ennesima potenza, non se ne può più delle tue argomentazioni iperdettagliate e spesso tendenziose! Non è modo di leggere il tuo, ogni tanto potresti pure leggere "a folle" e non sempre con la marcia innestata pronto ad investire il malcapitato forumista di turno :D 

     

    Comunque su questa storia non hai torto (su Anderville ce l'hai marcio), ripeto che io la leggo in relax e mi ci diverto, ma non nego la bontà di gran parte delle tue argomentazioni. Per me resta una grande storia. Sbagliata in molti suoi punti, ma sempre grande ;)

    Concordo...E su questa storia siamo in tanti a vederla così. Poi ci sono tanti modi di leggere, di "pesare" le vignette, di vedere gli errori e sbavature.

    • Grazie (+1) 1
  10. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Grande Tex dice:

     A me sembra che in questa storia Tex e Carson siano decisamente im forma: capiscono subito del coinvolgimento di Morel e dei suoi soci,nonostante venga loro detto il contrario, capiscono il trucco del teatro,riescono a portarsi sulla strada giusta per la Tigre( e lì sì,lui riesce quasi a fregarli,cosa che però semmai esalta il cattivo più che sminuire Tex),certo non sanno che lui sia il vero capo della setta,ma certo non POTEVANO saperlo,visto che loro non sono il lettore( che indizi avevano loro per capire la sua identità? Magari il lettore poteva averne,ma loro no.É ovvio che il lettore ne sappia più di Tex).

    Riescono poi a intuire la sua nuova identità di ingegnere minerario e poi,una volta catturati,riescono a sconfiggerlo solo contro tutti,costringendolo a ritirarsi. A me sembrano tutt' altro che scadenti o comici,ma piuttosto tostissimi e  in piena forma( vero é che c ' é dell' ironia su una certa loro ignoranza davanti a una cultura alta,ma mi sembra una cosa fatta in modo rispettoso, senza nessun intento denigratorio,anche perché non credo che ai lettori di Tex importi molto se il protagonista conosce Amleto.A mio giudizio questo tono umoristico é un di più alla storia).

     

     

     

    👌

    <span style="color:red">50 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    Funziona perché è appassionante, è adrenalinica. Perché Tex alla fine la spunta, sia pure con fatica. Perché Tex è in fin dei conti Tex, sia pure con qualche sbavatura. Tu stesso dici che è una buona storia. Le tue maglie per definirla anche una storia di Tex sono molto strette, le mie sono un po' più lasche. Per me Tex non è ridicolizzato, anche se alcune situazioni potevano essere rese meglio. 

    👌

  11. Il 6/1/2024 at 10:22, Leo dice:

     

    Io l'ho riletta recentemente e di magagne ce ne sono. Ho trovato tuttavia che la storia nel complesso funziona alla grande, e non me la sono fatta sminuire dalla maggiore attenzione con cui leggo oggi rispetto al passato. 

     

    Mi sono accorto che dopo il forum non leggo più le storie, ma le analizzo nei minimi dettagli. So già quale situazione si presterà alle critiche di chi, e guardo le singole sequenze quasi con l'occhio di un inquisitore. È un riflesso condizionato da anni di processi, pardon analisi approfondite, qui sul forum. Mi accorgo pure che tale riflesso mi guasta la lettura, ma ormai sono questo tipo di lettore, non posso smettere di esserlo come si smette un abito. 

     

    La Tigre Nera non fa eccezione ed è ampiamente criticabile, me ne sono accorto non piu tardi di qualche mese fa. Tuttavia, a me Carson con l'Amleto semplicemente fa ridere. Rido di cuore. Tex fa diversi errori e ingenuità ma la storia fila che è un piacere, appassiona, è avvincente, ha un gran bel nemico.

     

    In questo caso, non ho smesso di essere il lettore che - ahimè, maledetto forum e maledetta età adulta - sono diventato; ma la storia mi ha divertito talmente tanto che ha spuntato le mie cesoie, ha fatto cadere ogni mia censura. "E divertiti!" e' come se mi avesse detto. "Ma io non mi diverto con storie che non funzionano, non sono un lettore a buon mercato", ho risposto di rimando. Ma niente, non c'è stato verso, pur protestando verso me stesso,verso quella mia perniciosa arrendevolezza e indolenza, continuavo a divertirmi. La storia filava, mi appagava.

     

    Nizzi mi ha fatto fesso un'altra volta. 

    Ha fatto fesso il 90% del forum ad occhio...Sei in buona compagnia 😉

    • Haha (0) 1
  12. <span style="color:red">12 minuti fa</span>, Condor senza meta dice:

    E come storia avventurosa, funziona pure la Tigre Nera, al netto delle presunte od oggettive "magagne" che si possano riscontrare. Posta sotto il lanternino, anche la quotidianità reale può apparire incoerente e forzata, poiché spesso le azioni possono essere condizionate dall'emotività o altri fattori imprevedibili, se così non fosse non esisterebbero errori o scelte sbagliate nella vita; di conseguenza anche nella narrativa, frutto della fantasia umana, non tutto può seguire i binari della perfezione. A mio avviso qualsiasi opera (o autore) può essere presa in castagna se si analizza sequenza per sequenza, ma in fondo siamo lettori e non inquisitori. I difetti di Nizzi sono arcinoti, ma voler distruggere a tutti costi pure le sue opere migliori, per me non è giusto. Diablero ha il diritto sacrosanto di esprimere le sue ben motivate opinioni e tesi, ma preferisco ancora lasciarmi rapire dalle emozioni durante la lettura, poiché analizzando con minuzia tutti i dettagli, finirei per non divertirmi più. 

    Concordo. 

    <span style="color:red">3 ore fa</span>, Grande Tex dice:

    Come passacarte

    Nel senso che ha fatto il lavoro per loro,ma,al momento,non sembra abbia un margine di guadagno( e infatti Tex e i pards sospettano degli altri).

    Facciamo un paragone: mettiamo che ci sia una banda di rapinatori di banche che ha noleggiato un automobile per un colpo. Uno che investiga( quindi non tu,lettore) penseresti mai che il capo della banda sia il concessionario che l ha noleggiata? 

    Per il resto @Diablero mi sembra tu stia confondendo quello che sa il lettore con quello che sa Tex

    Anche ammesso che ci fosse una freccia disegnata sul personaggio con su scritto: il cattivo é lui,lo saprebbe il lettore non i perso

    naggi.I personaggi sono in condizione di inferiorità rispetto al lettore

    Ecco,qui secondo me fai una cosa che fai spesso: pretendere dai personaggi di una  storia,e non solo da Tex, un livello di ommiscienza davvero esagerato.Capisco che magari tu nella vita sia una specie di Sherlock Holmes che capisce tutto😁 ma pretendere davvero che in una storia i personaggi riescano ad intuire le cose basandosi su una frass " sospetta" ( che poi " sospetta"...) secondo me é esagerato

     

    Che Tex abbia spesso( non sempre) dimostrato una certa abilità e intuizione per capire chi sta da una parte e chi dall altra mi pare assodato

    Io ho apprezzato anche il mistero.E i colpi di scena.Non me li aspettavo.Diablero magari sì,ma é un" problema suo"😆 mi viene da dire. E stando alle altre critiche alla storia,mi viene da dire che é un problema quasi solo suo.Personalmente credo che un lettore atipico come lui generalmente farà attenzione a cose a cui gli altri non badano o se ne fregano,compreso lo sceneggiatore( che a mio giudizio fa più che bene).

    Guardando i commenti...Diciamo che Diablero fa parte della minoranza(non silenziosa) che non ha gradito la storia portandoci i suoi interessanti punti di vista.

    <span style="color:red">4 ore fa</span>, Leo dice:

    La Tigre Nera non è, non vuole e non può essere un giallo sopraffino. È una storia d'azione che spesso sconfina nel registro della commedia brillante e con un cattivo affascinante perché esotico. 

    Anche quel suo megacastello nero con l'ingresso a forma di fauci di tigre, tutti i trabocchetti di cui è disseminato il percorso, quei due gigantoni malesi sono poco credibili a ben guardare. Letta sotto queste lenti, la storia si demolisce facilmente. È un'altra l'ottica con cui va guardata la storia: va letta a briglia sciolta, in relax, a gustarsi eventi e disegni. 

     

    Su Fuga da Anderville Diablero ha tentato la stessa opera distruttrice: analizzando le singole sequenze di quell'avventura, le ha trovato zeppe di magagne. Una storia insalvabile, a suo dire, pessima, da buttare. Lì non mi convinse nessuna sua critica, molti di noi ribatterono punto su punto, per poi restare ciascuno della propria opinione. Ricordo un tentativo di Diablero di coinvolgere Borden nella bocciatura, che però fu rispedito al mittente. Nonostante le critiche circostanziate di Diablero e le altrettanto dettagliate risposte di altri, ciascuno rimase della sua opinione non per partito preso o per non guastare i ricordi di infanzia, ma perché molte delle scene che Diablero pretendeva oggettive erano in realtà interpretabili, e si scoprì che ognuno ne poteva dare un'interpretazione diversa (Diablero ovviamente dissentira' pretendendo di essere nel giusto più assoluto sulla base di una logica ferrea, la sua ;) ).

     

    La Tigre Nera no. Questa la demolisci più facilmente. Alcuni possono anche fare delle obiezioni più o meno centrate (come le repliche puntuali di Grande Tex), ma vista col lanternino del giallista questa storia non ne esce bene. Dipende quindi dal lanternino. Dalla luce che utilizzi per leggerla.

     

    Il fatto che questa storia sia apprezzatissima, qui nel forum, su Facebook, dalla stessa casa editrice che l'ha ripubblicata sulle grandi storie bonelli, dovrebbe far capire che non c'è un pubblico di idioti che apprezza la cacca da una parte e Diablero e una minoranza illuminata come lui dall'altra. C'è un pubblico variegato, che sa apprezzare una storia per quel che è e per quel che propone, nonostante e a prescindere dai suoi punti deboli. 

    Concordo...E ci può stare.

  13. Allora...Potrebbe contenere Spoiler...

     

    Senza Boselli chi mai potrà, non dico architettare, ma solo pensare storie così ambiziose?

    Bah...Vedremo...

    Bypassando questa domanda (retorica), sono reduce da  due giorni di completa e coivolgente immersione in questi 4 albi (e ho voglia già di rileggerli).

    Boselli ha voluto far risorgere la Tigre perchè aveva tante carne a disposizione da grigliare. Aveva Omoro e i seguaci, aveva i pirati, i cacciatori di teste, le navi, l'esplorazione, una lotta tra bene e male, dove la giustizia si trova in una zona grigia perchè il punto di vista non è unico. C'erano trame, tranelli, colpi di scena da narrare.

    Non era un obbligo trasformare una caduta e uno spiaccicamento sulla roccia in un punto di partenza ma Boselli ha "giustificato" questa trovata con 4 albi coinvolgenti.

    Con un finale dove tutti i nodi vengono al pettine.

    Difetti? Sbavature? Ci sono...Li troverei e li troverà ciascuno di noi sul forum.

    Ad esempio non mi sono piaciute due cose : la veloce empatia tra Daniel/ Kit e il non dedicare troppe pagine all'assalto finale.

    Però...Detto questo...Io per due giorni sono stato ghermito da questa storia, dai pennelli di Venturi che mi ha portato in tanti posti, dai personaggi creati o sviluppati da Boselli.

    Io cerco questo in una storia a fumetti (o in un libro) e ho trovato una conclusione perfetta per la saga di un grande personaggio come la Tigre Nera.

     

  14. Il 13/10/2023 at 19:13, Leo dice:

    In attesa di poterne leggere l'ennesimo ritorno, il quarto, ho ripreso le vecchie storie di questo che è forse il più carismatico vilain nizziano, il principe Sumankan, la Tigre per eccellenza. 

     

    I dialoghi iniziali tra i due pards tra le montagne e la successiva scena del teatro sono tra le cose più divertenti scritte dall'autore sulla testata, lui che è un vero maestro nel registro della commedia che padroneggia perfettamente e che sa calare ottimamente tra le pagine di Tex.

     

    Registro che tuttavia scompare rapidamente di fronte ad un'avventura a tinte molto fosche, con un avversario inesorabile e spietato che condanna a morti orribili nemici ed ex sodali. Più tardi esso si rivelerà un terrorista tanto folle quanto geniale, anche se non avrà bisogno di lampi di acume per avere ragione dei nostri, che cadono letteralmente nella rete nella stupefacente fortezza malese.

     

    Qui, nella fortezza, la tensione drammatica si scioglie di fronte alla spavalderia di Tex che fa nuovamente tornare toni da commedia brillante, toni che perdureranno lungo tutto il terribile "percorso infernale" che i nostri dovranno affrontare, in una prolungata sequenza alla Indiana Jones adrenalinica e appassionante. 

     

    Il tutto, raccontato in maniera superba da un Villa che è ancora a metà, nella caratterizzazione di Tex (mentre è già "definitivo" su Carson), del suo personale "percorso infernale" che va dai tratti acerbi de il Ranch degli uomini perduti alla perfezione de L'Uomo senza passato.

     

    Grande, grandissima storia. 

    Riletta in occasione del quarto capitolo...

    Cosa dire...C'è di tutto...Azione alla Indiana Jones, battute, siparietti, un cattivo di alto livello (con un fondo di verità), Tex e Carson sugli scudi, il tutto condito dai disegni di Villa non ancora al top (tipo il suo Texone) ma già eccezionale. Nizzi tira fuori dal cilindro un'altra perle.

    Lo sceneggiatore ne ha scritte di storie diciamo "discutibili" però ne ha fatte secondo me una decina (come minimo) da "giù il cappello".

    • +1 1
  15. Il 14/10/2023 at 10:28, Leo dice:

     

    Mi sono autoquotato perché sono sostanzialmente d'accordo col me stesso di 11 anni fa: questa storia è il degno seguito del primo capitolo, con cui ha molti elementi in comune e tante differenze. L'ambientazione, New Orleans prima e la Laguna morta poi, con l'inquietante Omoro e la tremendamente affascinante Lohana, sono uno dei punti di forza di questo secondo capitolo, che alterna la parte investigativa a momenti drammatici, come il dolore del vecchio cajun per la morte del figlio e il ricatto dei criminali ai danni del Capitano Finnegan, sequenze che impreziosiscono questa storia, dandole una profondità maggiore di quella riscontrabile nel primo capitolo della saga. Sempre in più rispetto alla prima parte, c'è l'amore disinteressato e intenso della bella Lohana per quest'uomo, la Tigre, "preso dai suoi sogni", in una scena che pur nella sua brevità riesce a conferire nuovi tratti caratteriali al principe Sumankan, non solo la folle ambizione e la genialità ma anche una certa fragilità, ciò che dà maggiore spessore al personaggio. 

     

    Anche stavolta i nostri cadono in trappola, proprio come nella prima circostanza: la scena dei due pards sospesi nel vuoto, alla prossima mercé degli alligatori sottostanti, l'ho trovata oggi come allora bellissima: Carson, da gran pessimista - e realista - qual è, si fa prendere dallo sconforto, provocando la dura reazione di Tex nei suoi confronti, che lo esorta a non mollare. Vuoi comandare fino all'ultimo, eh? dice Carson, che già in altre vignette precedenti si è lamentato scherzosamente dei modi dittatoriali del pard, definendo se stesso e gli altri mera truppa agli ordini del capo, in uno dei tanti siparietti che anche qui non mancano e che costituiscono a mio parere la cifra del periodo più ispirato e felice di Nizzi. 

     

    Insomma, una gran bella storia, che pur prendendo le mosse dalla prima se ne discosta per ambientazione, per nuovi personaggi, quali Omoro e Lohana, per un finale anche più drammatico (il registro da commedia qui è meno forte, credo anche per il contesto lugubre in cui tutta la vicenda si dipana).

     

    Contesto lugubre che si deve anche alle matite di Civitelli, che non fa rimpiangere Villa regalandoci anzi con il suo tratto adatto al noir una storia simil horror inquietante e suggestiva. 

     

    Insomma, due letture ravvicinate di due grandi storie! Della terza non ne ho un buon ricordo, purtroppo, ma mi ci cimentero' prima di affrontare l'albo in edicola.

    Allora...Riletta e concordo con te.

    Atmosfera di New Orleans, la laguna, i canali, il covo della Tigre, un Civitelli che valorizza il tutto. Poi la storia scorre bene tra siparietti spassosi, inseguimenti, morti viventi, seguaci del vodoo, scontri armati ed un personaggio come la Tigre un po' più introspettivo. Quando la lessi da ragazzo mi entusiasmò ora da "adulto" non mi ha deluso (anzi).

     

    • +1 1
  16. Il 14/10/2023 at 15:15, Leo dice:

    Finita la maratona sulla Tigre Nera nizziana con un'ultima storia che francamente ricordavo peggio di come invece mi è parsa oggi. Non che sia una storia esente da difetti, primo tra tutti la ripetitività dello schema. Nella seconda storia l'identico modus operandi della Tigre non mi è parso una debolezza, riproporlo in una terza tuttavia è forse un abuso. Qualcosa di nuovo tuttavia c'è: il principe non ha mutato il suo obiettivo, la sconfitta dell'uomo bianco, ma venendo a più miti consigli pensa di poterlo perseguire non già col terrorismo e con lo strapotere economico ma con l'oppio. Idea degna di un pazzoide anche questa, ma almeno è una variante, peraltro suggestiva, posto che richiama un problema, quello della tossicodipendenza, abbastanza attuale anche ai tempi della stesura della presente sceneggiatura. 

     

    Sceneggiatura che si ravviva un po' a metà del primo albo, con le divertenti trovate del cocchiere perplesso e soprattutto della "festa" organizzata da Carson a base di fuochi d'artificio a Chinatown, una scena veramente memorabile nella sua spettacolarità. In mezzo, la comparsata del vecchio cieco, col bel gesto di beneficenza di Tex.

     

    Più tardi, la trappola di Craig è ben architettata e sorprendente, anche se i nostri nello scontro con i nemici sembrano irriconoscibili: Carson che si fa catturare e Tex che si fa battere da uno sgherro qualsiasi cadendo nel vuoto. Nulla di scandaloso, ma fastidio sì, quello l'ho provato. Una volta ci può anche stare, ma il guaio è che non sarà l'unica trappola in cui i nostri cadono bellamente, in questa storia.

     

    Bello il confronto tra la Tigre Nera e Carson prigioniero, con il primo che mente dicendo al ranger che Tex è morto; poi però ecco l'altra trappola in cui il nostro cade: attenzione, anche questa può essere ben architettata, ma due volte in poche pagine significa non rispettare appieno le caratteristiche del personaggio glbonelliano. Evidentemente Nizzi se ne infischia, e la sceneggiatura va avanti con il bel duello con la Tigre e con la fuga ignominiosa di quest'ultima. La lotta tra i due, sul ciglio del burrone, in un contesto naturale reso stupendamente da quel gran disegnatore che è Venturi (la cui Lohana non è però conturbante e ammaliante quanto quella di Civitelli) è spettacolare e avvincente ma, anche qui, proprio quando Tex sta per avere la meglio, c'è un ribaltamento di fronte che lo vede alla mercé della Tigre, tanto che solo l'improbabile intervento di Devlin consente di avere un lieto fine.

     

    Insomma, una storia in cui Tex non fa certo una bella figura, e neanche Carson. Sono questi elementi che rischiano di demolire il personaggio Tex, non già i personaggi ruba-scena che Nizzi qualche anno prima imputava a Boselli. Eppure con solo pochi accorgimenti si poteva salvaguardare Tex e, tramite ciò, far incrementare il giudizio di questa che è una storia in sé niente affatto male, se non fosse per l'appunto per le situazioni sopra illustrate.  

    Riletti i primi tre episodi della Tigre Nera per prepararmi al nuovo capitolo Boselliano.

    Cosa dire del terzo (andrò a ritroso)...Comparto grafico di Venturi ben fatto (stile che somiglia ai Cestaro?) e non sfigura "contro" Villa e Civitelli. Sulla storia invece Nizzi ci mette delle ripetizioni (modus operandi della Tigre e i gemelli cinesi giganti), delle novità (oppio come mezzo di vendetta), qualche bel dialogo e ben due imboscate con successo più il salvataggio di Tex da parte di Tom Devlin.

    A me piace molto vedere i pards in difficoltà perchè sapendo del lieto fine DEVI metterli in difficoltà.

    Però secondo me queste difficoltà le devi costruire bene e dosare. Secondo me stavolta non è stato così.

    Anatema? Scandalo? Non per me, però con un dosaggio migliore avremmo avuto una storia migliore.

    Globalmente la ricordavo anche io peggiore però ci sono sbavature non da poco.

  17. <span style="color:red">22 minuti fa</span>, Hellingen dice:

    Mi trovi d'accordo, anche perché è il modo più naturale per interessare nuovi lettori. Un nuovo lettore (di un fumetto datato) se vuole conoscere bene il personaggio e il suo ambiente ha sempre da recuperare molte letture. Ma questo è un processo di solito lento, e la maggior parte dei lettori di Tex entrati nell' ultimo decennio non credo abbiano letto tutta la serie, perciò più una storia è semplice, leggibile, auto-portante, più è (per il lettore non esperto) gradevole. Quando si legge un albo che rimanda ad un altro albo che rimanda ad un altro albo ecc. spesso gli autori affermano: "la storia si legge lo stesso da sola" ma non è detto che sia vero.

    Esempio: molti albi fuori serie tipo i maxi, per quanto ai lettori più colti possano per vari motivi non piacere, sono molto più leggeri e gradevoli per un nuovo lettore rispetto all'ormai intricata serie regolare.

    Certo...Prendi un lettore nuovo...Gli diamo Pearl di Boselli e il maxi di Ruju. Un po' lo ingolosiamo. O il Texone di Borden sul carnival...😉

  18. <span style="color:red">23 minuti fa</span>, Poe dice:

    D'accordo sull'eccesso di uscite, però adesso non esageriamo in senso opposto. Se uno leggesse tutto - e io alcune cose le lascio in edicola - secondo la statistica di Dime Web sarebbero in media 76 pagine di Tex a settimana: tantissime, siamo d'accordo, però 76 pagine si leggono in meno di un'ora, diciamo 45 minuti, o anche meno.

    45 minuti di lettura di Tex a settimana non mi sembra un impegno così impossibile né ossessivo... C'è tempo per leggere tanto altro. :)

     

    Qualche storia di Boselli potrà anche essere un po' complicata, ma non mi sembra in fondo così impegnativa. E i riferimenti storici o i rimandi ad altre storie non pregiudicano secondo me la lettura. Se uno li coglie, tanto meglio, se no la storia si gusta lo stesso. I ritorni della Tigre o di Mefisto, per dire, si possono benissimo leggere senza conoscere le precedenti.

    Io da bambino mi divertivo lo stesso anche con storie di cui mi mancava addirittura il primo albo (in fondo c'è il riassuntino iniziale apposta). E ho letto le storie di Yama molto prima di quelle di Mefisto, apprezzandole lo stesso.

     

    Alcune storie di Boselli più che altro richiedono maggiore concentrazione nella lettura, questo sì, ma non più di un qualsiasi film. Con la differenza che al cinema o in tv il film devi vedertelo tutto in una volta, la storia a fumetti te la puoi leggere con calma a puntate.

    E puoi anche tornare indietro per rileggere...😉

  19. <span style="color:red">4 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

    Non è solo la spesa a rendere sempre più pesante collezionare Tex. La lettura stessa si fa pesante perché non si tratta più di avventure fini a sé stesse da leggere senza impegno. Tex Willer è un intero affresco, rimandi a storie del passato, a personaggi e situazioni realmente accadute, da seguire in contemporanea con la collana classica, ambientata in un'altra epoca e che sempre più spesso si autocita e comincia pure a collegarsi con fili narrativi dell'altra collana. I volumi fuori serie sono ancora poco legati tra loro, ma le avvisaglie ci sono eccome. Il tutto fatto da storie sempre lunghe (unica eccezione il color autunnale) in cui ogni avventura aspira a diventare un "nuovo classico". Insomma è come avere ogni sera in TV un film da cineteca da tre ore. Da giovane probabilmente avrei apprezzato (ma non avrei avuto il budget, soprattutto perché non volevo leggere solo Tex), mentre da semi anziano mi siedo e come per i dischi da ascoltare mi pongo il dubbio: "Meglio una storia che conosco a memoria o rischio di sprecare la serata per un inedito troppo complicato da seguire?"

    La Disney italiana propone una marea di pagine disegnate, ma sono comunque semplici e veloci da seguire, perché il target è diverso (anche se probabilmente anche in quel lido i lettori adulti sono la maggioranza). Tex un tempo era soltanto un po' più complicato di Topolino, quel tanto che bastava al ragazzo per sentirsi più "grande", oggi il diploma di scuola media rischia di non bastare...

    Forse è per questo che a volte ci vogliono storie classiche e semplici (senza rimandi) in alternativa a quelle ambiziose e con legami.

     

  20. <span style="color:red">31 minuti fa</span>, Poe dice:

     

    Invece, secondo me, il paragone che hai fatto tra questa annata e il 2003 è, dal mio punto di vista, esattamente quello che volevo dire:

    - nel 2003 il Texone di Sommer è unanimemente considerato uno dei peggiori di sempre; nel 2023 invece quello di Dotti è eccellente

    - nel 2003 il Maxi di Nizzi/Diso "Figlio del vento" è da dimenticare; nel 2023 il Maxi di Ruju/Diso è senz'altro migliore (anche se a me non ha fatto impazzire)

    - nel 2003 - lo dici anche tu - la qualità della serie regolare è bassa; nel 2023, anche se la serie regolare certamente non ha brillato, è comunque meglio

    - nel 2003 l'unica storia veramente memorabile è l'Almanacco "Eroe per caso" di Boselli/Andreucci; nel 2023 abbiamo "Pearl" che la può uguagliare, in più una buona storia di Giusfredi "Fratello di sangue" e anche "La valle dell'Ombra" del Magazine, che non sarà originale come idea, ma è ben sceneggiata e piacevole da leggere. (Inoltre il ritorno della Tigre non è così terribile come dici tu, imho).

     

    Nel complesso, per me, un'annata discreta, se si considera anche "Tex Willer". Però posso capire che chi non legge "Tex Willer", o non la mette nel conto,  sia poco soddisfatto. Io la metto nel conto, perché anche se non è il Tex classico, per me - e sottolineo per me - è comunque sempre Tex (Tex giovane), ed è un gran piacere leggerlo!

     

    Su questo hai ragione: le troppe uscite sono snervanti, portano via tempo e soldi e sono spesso deludenti. E alla lunga rischiano di smagare anche i lettori più accaniti: il troppo stroppia. Ma è un discorso fatto innumerevoli volte e che purtroppo non farà cambiare idea alla casa editrice.

    Di fatto Boselli deve sceneggiare e curare: Dampyr, Tex serie regolare, Tex "fuori serie", Tex Willer. Praticamente 4 serie a fumetti! (E con pochi collaboratori...)

    Non mi sembra una scelta saggia da parte della Bonelli.

    Temo anch'io che il Tex "classico" peggiorerà in futuro. Mentre forse "Tex Willer" invece riuscirà a migliorare la già ottima qualità delle storie.

     

     

    Concordo con i problemi della super produzione. Idem sono da considerare, in positivo, Tex Willer, Texone, Maxi (se sono piaciute) del 2023. Poi se uno legge solo la regolare il bicchiere lo può trovare mezzo vuoto.

     

  21. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

     

    Un commento molto ingeneroso. Il guizzo di un'idea, come se fosse isolato, qualche ottima storia (almeno un decennio, di ottime storie), per poi definire la maggior parte delle sue storie scritte col pilota automatico... è una narrazione parziale che personalmente trovo ingiusta. Ma non è il momento né il luogo per polemizzare su questo, è natale ed è un topic che con Nizzi non c'entra. Io lo avevo tirato in ballo solo per dire che non si può sempre pensare all'humus glbonelliano che altri autori non sanno rendere. Perché non è vero. Bonelli non scrive da 40 anni e per ora gli sceneggiatori che si sono cimentati dopo di lui hanno fatto bene. Nizzi per un decennio ha fatto benissimo, e se non è un fuoriclasse alla Alan Moore e Frank Miller ha comunque sfoderato prestazioni da campione, e lo ha fatto con grande continuità per un periodo importante. Nessuno poi nega il disastro successivo. Ma Nizzi ha saputo scrivere Tex, come lo hanno saputo fare i suoi successori, tra i quali includo anche Berardi, che nella sua unica storia fuse Berardi e Glb dando vita a un capolavoro. 

     

    In conclusione, non credo si tratti di humus glbonelliano (guarda Ruju, da professionista qual è è riuscito a calarsi perfettamente nel personaggio), ma di penuria di sceneggiatori bravi tout court che abbiano voglia di studiarsi Tex e di entrare nelle sue logiche. Ciò costringe Boselli a una iperproduzione che lo sta penalizzando in termini di resa, ma l'eccezione del TexWiller e del Texone dovrebbero far riflettere: lì non c'è alcun calo, perché Boselli vuole, fortemente vuole, scrivere quelle storie. Ci sguazza, e lo fa alla grande. Il suo appannamento sulla regolare forse nasce da una certa stanchezza per il Tex classico, forse semplicemente ha già dato (tanto, tantissimo) e sarebbe giusto farlo rifiatare. 

    La strada dei soggettisti non professionisti può essere un tentativo (Nizzi con Traversa non fece poi male) ma per ora è deludente: anch'essa ha comportato ritorni (troppi) di personaggi poi che non avevano nemmeno bucato lo schermo nelle prime apparizioni: scelte opinabili che a Boselli, bontà sua, sono sembrate buone. Ma anche quando ci si è messo lui ha avuto esiti infelici, come il ritorno di Mefisto o quello, tremendo, di Lupe (primo albo meraviglioso, secondo pessimo).

     

    In conclusione, e per tornare in topic: l'annata è stata ottima, se togliamo la regolare (non solo TexWiller e Texone, ma anche il Maxi LaramieCounty e la bellissima e poetica storia di Boselli sul magazine). Deludente, invece, dal punto di vista di quest'ultima. Forse il Bos dovrebbe concentrarsi su ciò che oggi gli riesce meglio (il giovane Tex) e lasciare maggiore spazio sulla regolare agli altri, a patto però di coltivare qualche altro sceneggiatore che rimpolpi l'anemico parco autori.

     

    Buon Natale a tutti! :)

     

    Il tuo problema, serio, è la tua ipertrofica cultura fumettistica. Hai letto tutto, di tutto, con un'attenzione e una passione profonde. A me la storia del Magazine è piaciuta e ha emozionato. Nonostante la mia incultura fumettistica anch'io non l'ho trovata originale, ma mi ha commosso lo stesso. L'ho trovata poetica, preziosa. Tu l'hai già letta in tutte le salse, non ti si sorprende più. È un po' quello che dicevo sopra: gli attuali autori di Tex hanno 75 anni di temi western alle spalle, il loro compito è incomparabilmente più improbo di quello di Glb. Devono evitare il dejavu (magari è incredibile che stiano cercando di farlo facendo tornare tutti, quasi per mettere le mani avanti...).

    Ora si vede che non hanno sulle spalle solo i 75 anni di glb, nolitta, nizzi e boselli. Su di essi gravano anche i 90 anni di fumetto tout court, l'Uomo ragno, Daredevil, Nathan Never. Se trovi un lettore come me, poco colto e quindi "vergine" per molti aspetti, lo soddisfi. Ma è difficile parlare all'extra colto quale sei tu. 

     

    Questo non significa che anche tu non possa poi essere soddisfatto, Boselli di solito lo fa (Ruju no). Non ricordo chi disse che tutta la narrativa mondiale è solo una rivisitazione di ciò che già Omero aveva scritto nelle sue opere seminali: questo probabilmente vale anche per il fumetto. Quindi gli autori devono essere superlativi per oltrepassare la barriera del "già visto, già letto", ma quanto è difficile farlo nei confronti di un Diablero e in un' opera seriale qual è quella di Tex? ;)

    Concordo. Anche su Diablero 😁

    Sarebbe interessante capire Boselli su certi argomenti (sceneggiatori) che idee abbia.

    Detto questo forse è più facile accontentare i pards non del forum (noi in media siamo più esigenti). Il problema è che serve ricambio generazionale anche di lettori. Ardua prova.

  22. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Leo dice:

     

    Dissento. Chi scrive Tex è professionale, ha studiato, prova a scrivere un Tex riconoscibile ma inevitabilmente personale. Ruju lo sa fare, anche Rauch nelle poche storie sue che per ora sono uscite. Ma probabilmente sono pochi. E hanno 75 anni di storie sul groppone. Di deja vu da evitare, di topoi western già spremuti all'inverosimile. Con TexWiller è paradossalmente più facile, perché ci si "aggrappa" alla Storia con la S maiuscola, e là si innesta la componente di avventura. Certo, hai bisogno del fuoriclasse, e ce l'hai in Boselli. 

    Ma la regolare è un'altra cosa. Il barile probabilmente è stato già sfondato. Hai bisogno di un altro fuoriclasse, come fu Nizzi, come è Boselli, che dia sangue nuovo alla serie regolare e si alterni con chi già c'è. Con Glb come stella polare, ovvio. Ma con un proprio modo di scrivere, come accade ormai da più di 40 anni a questa parte...

     

    Ma devono avere più spazio.

    Eh sì...75 anni, barile sfondato, genere spolpato. Quindi Rauch e Giusfredi avranno un compito gravoso. 

  23. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Leo dice:

    Scrivere Tex oggi, scusate l'ovvieta', è tremendamente difficile. Lo è per chiunque, 75 anni di storie western sono troppe. Incredibile anzi che il nostro riesca ancora a mantenere certi standard. 

     

    Boselli ci prova ad arrestare il declino, chiede l'aiuto di sceneggiatori non texiani e cerca di coltivare nuove leve. 

     

    E così, ecco Burattini per la prima volta su Tex. Un ottimo sceneggiatore, rodato, importante. Ma è un flop che produce un esordio a dir poco deludente. 

     

    Poi c'è Redrock, un ritorno, non me ne voglia Barbanera, incomprensibile. Incomprensibile perché riprende una storia molto debole di Glb replicandola in peggio. 

     

    Poi un altro ritorno, quello di Wolfman, che almeno si salva, preceduto dalla bella storia sul patto di sangue tra i pards. Infine la Cavalcata, su cui non reitero i giudizi già fin troppo severi già espressi in altri lidi, e l'ennesimo ritorno, quello della Tigre, per me ingiudicabile perché non ho ancora letto la storia. 

     

    Regolare quindi che vivacchia sotto la sufficienza. Si dice che la scarsa riuscita delle storie dipenda dalle troppe uscite collaterali. Ne dubito e spiego perché. 

     

    La serie TexWiller non toglie energie a Boselli, anzi le rigenera. Con il giovane Tex, Boselli sta vivendo una seconda giovinezza. È evidente il brio, l'inventiva, il divertimento dell'autore quando affronta le vicende del giovane Tex. La cornice storica, invece di essere una pastoia limitante, paradossalmente sta esaltando la fantasia di Boselli, che attingendo dalla Storia trae ispirazioni nuove, riuscendo a mescolare la fiction con il realmente accaduto in modo davvero straordinario. Lo stesso accade col Texone, un capolavoro. Se non ci fossero state le serie collaterali siamo sicuri che Boselli avrebbe prodotto delle belle storie per la regolare, evitandoci Burattini e Redrock? E se invece il nostro avesse ormai dato quello che aveva sulla regolare? Se invece, come è una certa mia sensazione, non si divertisse più come un tempo? Perché è un fatto che ormai il Bos scriva grandi storie praticamente solo sulla Texwiller, al cui filone può ascriversi anche il Texone di quest'anno, essendo ambientato nel passato. Se così dovesse essere, allora sono le serie collaterali che stanno salvando il personaggio Tex, non il contrario. 

     

    In realtà, la crociata sulle troppe uscite la condivido anch'io. I bis, i magazine, i doppi maxi, i doppi color esauriscono le energie. Ma il problema, quello vero, è la penuria di sceneggiatori che sappiano e vogliano scrivere Tex. È l'arroccarsi sempre su Boselli e Ruju quando ormai anche altri dovrebbero scrivere di più. 

     

    Concordo Leo...Giusfredi e Rauch sono le nostre speranze ad oggi.

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