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Diablorojo82

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Messaggi pubblicato da Diablorojo82

  1. Allora... Letta solo oggi perché in altri post più recenti se ne parlava bene. Veramente ottima storia. Un esordio sulla regolare di altissimo livello. Ricordo un altro esordio sfavillante di un certo Boselli che il tempo ha consacrato. Devo recuperare e rileggere le altre di Ruju ma a memoria dopo ha scritto cose valide ma mai come questo esordio. Personaggi ben caratterizzati, dolore, duelli, introspezioni psicologiche, finale amaro, siparietti, massime scolpite nella pietra da parte di Tex, evoluzione dei personaggi in due albi (Loman). Il tutto dipinto da un artista argentino misto nel tratto, da ignorante, di Marcello e Giolitti. Veramente ottimo l'esordio di Ruju.

    P.S.

    Ero reduce da valido Texone (Galveston). Datemi altri consigli Rujani 🙂

  2. On 28/6/2015 at 19:18, West10 dice:

    Gran bel Texone sia per i disegni che per la storia. Sicuramente superiore sotto entrambi gli aspetti al Texone di l'anno scorso.

    Cominciamo dalla sceneggiatura. Ruju imbastisce un'ottima storia ricca di spunti e di personaggi convincenti. L'ho trovata abbastanza scorrevole e coinvolgente aiutata in questo dagli ottimi disegni di Rotundo dal taglio cinematografico. Unica pecca della sceneggiatura il finale sin troppo telefonato: quando Eleanor insieme alla cuoca del suo locale attendono che il figlio di quest'ultimo trovi la cassa con l'oro è fin troppo scontato che subito d'oro apparirà il colonnello e a ruota Tex e Carson. 

    Passiamo ai disegni. Avevo avuto modo di vedere molte delle tavole durante la loro preparazione, rivederle tutte stampate su Texone mi confermano l'ottima impressione che mi avevano fatto in precedenza. Massimo Rotundo è un ottimo disegnatore, un grande! 

    E' un peccato che non sia stato subito coinvolto in un altro lavoro su Tex. Attualmente sta lavorando ad uno speciale su Brendon ma spero che terminato questo lavoro lo si richiami. Il suo stile è perfetto per Tex e con la sua velocità lo vedrei bene sia su storie lunghe della regolare sia su una bella storia di un Maxi tanto per risolvere l'annoso problema di avere disegnatori bravi e veloci per questa testata.

    Allora...Concordo su molti punti. Finale un po' troppo telefonato, i pards compaiono un po' troppo spesso dal nulla. Buonissimi i disegni di Rotundo, ricca la platea dei personaggi (ben caratterizzati), accattivante l'ambientazione(tra porto, palude e piantagione) e la tematica post schiavista. Bravo Ruju, un bel 7 ricco a questo Texone.

  3. Allora...Letta oggi. Veramente una bella storia. Esilarante Carson, siparietti sfiziosi, momenti drammatici, Pedroza e Juanito ben caratterizzati. Interessante la sfida tra due personalità forti in una banda( bella tematica). Poi la vecchia missione con il suo custode e la sua storia. Un Ticci perfetto per questo soggetto. Il bicchiere per Nizzi sarà sempre mezzo pieno non c'è Rupe del Diavolo che tenga...:-)

  4. <span style="color:red;">54 minuti fa</span>, valerio dice:

    Sugli zombie, lo stesso Nizzi ha più volte dichiarato che, a posteriori, non li avrebbe più messi, e che considera questa scena un passo falso. Ribadisco che a me non hanno infastidito.

    La terza parte non è a questi livelli, ma comunque ti farai tu la tua opinione.

     

    Sì... La sto per leggere così chiudo il cerchio (per ora).

  5. On 6/4/2020 at 11:59, valerio dice:

    Secondo capitolo della saga di Sumankan.

    Una bella storia. C'è tanta carne al fuoco, i negri, il voodoo, Lohana, il vecchio dei cimiteri, gli zombie, Tex e Carson appesi a un centimetro dagli alligatori, tante morti, un covo segreto meraviglioso in mezzo alla palude, la scena stupenda di Carson che russa e Tex che gli tira uno stivale. Insomma bello.

    Certo, il primo capitolo resta su una categoria un pò superiore essendo quello un capolavoro assoluto, e il finale con gli zombie è discutibile anche se a me ha divertito. In fondo su Tex si è visto di tutto riguardo a magia & co. Comunque l'impressione di un finale deboluccio dopo una storia eccellente resta.

    Disegni assolutamente spettacolari del maestro Civitelli.

    Nizzi 8

    Civitelli 9

    Allora...Storia riletta dopo secoli ma stavolta letta dopo aver recuperato la prima apparizione della Tigre (voto da 8 in poi). Concordo su Civitelli (lui e Villa sono i miei due disegnatori preferiti). La parte degli zombie non mi è dispiaciuta (poche vignette ma essenziali), storia ricca di spunti. Gli alligatori, il covo, l'ambientazione di New Orleans, la laguna, i siparietti tra Tex e Carson, Tiger e Kit gagliardi. 

     

    On 3/11/2012 at 12:23, juanraza85 dice:

    La prima regola dei seguiti e dei ritorni, nel fumetto come nel cinema, è che ripetersi sugli stessi standard della prima volta è sempre difficile, specialmente se si ricorre a clichè già utilizzati e che quindi non entusiasmano come in precedenza. Da questo punto di vista, Nizzi è stato molto intelligente nel sostituire il teatro dello scontro (anzichè le montagne del Colorado, una metropoli come New Orleans) e, soprattutto, nel cambiare tipologia di avversari (anzichè cinesi e malesi, neri seguaci del voodoo). Ci può stare anche la ripetizione del modus operandi della Tigre Nera, in quanto viene palesato come il suo obiettivo fosse semplicemente quello di riprendere la propria attività criminale, e non quello di vendicarsi di Tex (poi è ovvio che, essendoseli ritrovati tra i piedi, abbia pensato di prendersi la rivincita). In sostanza, ne è scaturita una storia di tutto rispetto, anche se meno entusiasmante della precedente (ribadisco quanto detto all'inizio: ripetersi comporta sempre qualche difficoltà, e quasi mai il risultato è migliore o almeno uguale al primo lavoro).8,5 alla sceneggiatura, 9 ai disegni di Civitelli, davvero in grandissimo spolvero.

    Storia di tutto rispetto. Il personaggio della Tigre mostra elementi "nuovi" di umanità, stanchezza. Poi alcuni modi di fare (la fuga, il non affrontare fisicamente i pards, il creare un business in questo caso fluviale) seppur ripetitivi sono realistici per il personaggio. Finale un po' affrettato ma emozionanti le ultime vignette.

    Sono pronto per leggere l'ultimo (per ora) capitolo.

    • +1 1
  6. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, Mondego dice:

    Personalmente ammetto che io ero fino a due mesi fa uno di quelli che leggono Tex senza preoccuparsi di guardare il nome dello sceneggiatore. Ho sempre considerato ogni storia a sé, valutando soltanto ciò che leggevo all'interno. Naturalmente l'occhio sul nome nella prima vignetta spesso cade ma lo dimenticavo nella foga della lettura. Ultimamente leggendo i commenti in queste sezioni mi sono incuriosito e su un file del computer ho suddiviso per autore una consistente parte delle storie che ho letto.

    Ammetto che soltanto facendo questo lavoro mi sono davvero reso conto delle differenze. In particolare, pur avendolo intuito, non avevo notato quanto effettivamente una grandissima maggioranza di storie stupende (e qui è ovviamente soggettivo) fosse da attribuire a Boselli :inch::inch:. Devo però dire che delle storie più vecchie ho solo alcuni esemplari soprattutto in ristampe o Best Sellers, dunque ho una conoscenza parziale.

    Per quanto riguarda Nizzi invece mi ha stupito scoprire che alcuni capolavori fossero suoi in quanto le ultime storie non mi hanno fatto impazzire. 

    In ogni caso d'ora in poi proverò a continuare a leggere la storia senza soffermarmi sull'autore perché appunto non voglio cadere in alcun pregiudizio (anche involontario).

     

     

    Su questo però non concordo. Per me la storia, l'intreccio, i caratteri sono fondamentali. Ho perfettamente in mente le storie che ho più apprezzato anche se di alcune non saprei dire con certezza assoluta chi sia l'autore. Quelle che davvero ti piacciono ti rimangono nel cuore 😍.

     

    Nel caso del disegnatore personalmente il mio discorso non regge perché è immediato rendersi conto di chi sia l'artefice. Anche quando ero alle prime armi e non sapevo ancora i nomi dei disegnatori alla prima vignetta il mio pensiero era "Ah questo è quello bravissimo che ha disegnato anche..." oppure "Peccato questo disegnatore non mi piace tanto ma va be' leggiamo".

    Ciao . È difficile però se posso darti un consiglio, leggi la storia poi magari dopo vedi l'autore. Poi magari scrivi il commento sul forum o su un'agenda. È per me bello notare gli artisti che ci sono dietro al nostro eroe. Poi cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno. Te lo dice uno che per anni ha letto quasi al buio. Negli ultimi anni ho letto con più cognizione e non ho perso  il gusto. Ho comprato e letto i vecchi albi che non avevo, ho riletto quelli che già avevo. 🙂

  7. Just now, West10 dice:

     

    Fuga da Anderville, per citarne una, ma anche Furia rossa, sono storie magnifiche, per questo continuano ad essere ricordate. Ma è chiaro che se scrivi una storia o un libro all'anno è probabile che ti esca un'ottima storia, se scrivi per un personaggio seriale è normale che ci siano alti e bassi.

    Guarda ad esempio tutti i grandi autori di libri quando si piegano agli editori e cominciano a far uscire un libro ogni tre mesi o sei mesi, la qualità si abbassa notevolmente ed escono libri così così e solo uno buono.

    Idem per la musica...

    Just now, valerio dice:

    Ah ok. Ma insomma, Berardi non era certo un autore di Tex. Ha fatto solo una storia (purtroppo, ahimè)

    Però bellissima.

  8. Just now, valerio dice:

    Ma si, credo che tu abbia ragione, però è tanto bella l'età dell'incoscenza😀

    Ho letto il primo Tex nel 1992, avevo 10 anni (Topeka). Ho letto Tex per anni fino al numero 510 (fate voi il conto degli anni) poi mi sono fermato. Leggevo superficialmente. Ricordo solo che senza discussione Il passato di Carson era la mia storia preferita di gran lunga. Mi soffermavo poco sugli autori (Boselli, Nizzi, Berardo). Sapevo di GLB, di Sergio Bonelli ma poco. Poi stop per anni, ho ricomprato il n. 695, e attraverso il forum ho recuperato i numeri consigliati comprando dal sito e dalle bancarelle. Sono due anni che leggo gli albi con occhi diverso. Ho riletto tanti albi, ho letto i nuovi, ho letto i vecchi consigliati. Ho approfondito su Nizzi, Boselli, Nolitta, GLB, sui disegnatori. Grazie alla passione per Tex, grazie a questo forum e grazie a voi. Si cresce e si "migliora" come lettori. Come Texiani. Basta avere la passione per Tex e per il West.

     

    P.S.

    Ho recuperato anche tutto Magico Vento e mi è piaciuto molto.

  9. <span style="color:red;">59 minuti fa</span>, West10 dice:

    Quel che scrivete ha senso ma non tenete in considerazione una cosa fondamentale.

    Non esiste il lettore di Tex ma i lettori di Tex, ed ognuno ha in testa il suo Tex che ovviamente per lui è quello corretto. Peccato che le cose non stanno così e che ogni altro lettore di Tex la pensi diversamente.

    Personalmente, ad esempio, che ci sia la battuta sulle patatine fritte o meno per me nulla cambia ma per molti invece è fondamentale. Come ad esempio ci sono molti che vanno in visibilio ogni volta che trovano la scenetta dei fiammiferi sulle dita dei piedi lamentandosi se dopo n albi non viene riproposta. Io la trovo abbastanza stupida come cosa ma per molti è fondamentale, questione di gusti.

    Per tornare alla storia voi la ritenete insipida, con una trama non adeguata. Secondo me, e anche altri di cui ho letto il giudizio nel topic, la storia è discreta, magari è migliore la prima parte e meno bella la seconda ma... provateci voi a fare una storia dietro l'altra per un personaggio nato quando la maggior parte di noi non eravamo neanche nati e su cui sono state scritte centinaia di storie. Ci sono storie che riescono bene, altre che diventano memorabili, altre discrete e ci sono anche quelle mediocre o scarse ma non credo che si debba liquidare tutto come ciofeche anche quando ciofeche non sono. Se a molti la trama è piaciuta magari ci si dovrebbe domandare se non si stia guardando alla storia con occhio troppo critico, non credete?

    Concordo sulle "difficoltà" dopo 72 anni e più di 700 albi. Concordo sulle tipologie di lettori diversi, sull'essere più o meno critico. Poi i gusti certamente sono personali però certe opere se raccolgono il 90% dei consensi a dir poco plebiscitari (Fuga da Anderville, La Congiura, La Tigre nera..) un motivo ci sarà.

  10. Just now, Diablero dice:

     

    Risposta breve (e sbrigativa) che sui dettagli di questa storia ci ritornerò a bocce ferme dopo che l'avranno letta tutti.

     

    Una storia di Tex dovrebbe avere un intreccio e una trama appassionante, non un brodino fatto con risciacquatura di piatti.

     

    Il lettore di Tex dovrebbe pretendere storie che abbiano un senso dall'inizio alla fine, invece di mettersi a fare la somma di quante volte hanno detto "satanasso" e mangiato patatine, aggiungendo un voto in più per ogni forchettata.

     

    Perchè se Tex è vivo, deve deve essere vitale, e dire ancora qualcosa di non ancora detto. Le ripetizioni eterne meglio lasciarle ai riti funebri e i siparietti ai filmini delle vacanza. Ma io non leggo Tex per celebrarne la salma o per farmi ricordare quanto era bello un tempo, per quello ho già gli arretrati, voglio storie che siano belle ORA.

    Su questo concordo con Diablero. Servono storie valide ora. Io leggo gli albi in uscita e recupero gli arretrati contemporaneamente. Nel passato trovo storie migliori e non voglio fare il nostalgico della situazione. Anzi accetto un calo perché il nostro eroe è del 1948, perché il West è stato sviscerato e perché in questo gruppo ci sono tanti lettori di Tex (e non solo) navigati. Io sto leggendo in modo più maturo e sto rileggendo le storie degli anni '90 con occhi diversi. Ero adolescente ora sono trentottenne e padre di famiglia. È dura ma ho sempre fiducia nel Boss e negli altri autori/disegnator altrimenti non spenderei i miei soldi e il mio tempo.

  11. On 21/12/2009 at 16:44, virgin dice:

    Ogni volta che rileggo questa storia (e sarà la decima, da quando le mie manine di bambino afferrarono l'albo ormai otto anni fa) mi convico che si tratti probabilmente della miglior storia di Tex mai scritta. Fa il paio con "San Francisco-Lotta sul mare", ma è molto diversa, e secondo me in molti aspetti è superiore.
    Lasciamo stare il disegno grandioso sul quale è costruita la trama (mai visto un borden di così ampio respiro... e dire che lui, al massimo, esagera invece di tirarsi indietro), i personaggi assai riusciti, l'azione palpitante, l'andamento imprevedibile e il ritmo appassionante... ciò che trovo magistrale (e sul quale, scrittore in erba, mi sono trovato a meditare giorni interi) è la presentazione del personaggio di Dawn, che viene svelato non in una, bensì in tre scene.
    Nella prima scena nella quale appare, Dawn è indagata nel proprio aspetto mascolino e aggressivo, ed infatti litiga con un uomo fin quasi ad accoltellarlo, porta vestiti molto pesanti che quasi ne nascondono il fisico ed ha il volto impiastrato di grasso, dando l'impressione di essere una donna chiusa ed ostile, refrattaria ad aprirsi anche in condizioni di distesa sicurezza.
    La seconda scena è quella, ormai celebre, del bagno. Da notare come borden e Font siano stati abilissimi nel giocare con questo topos erotico, raggiungendo esattamente il limite massimo di ciò che (io credo) debba essere concesso su Tex: un corpo nudo, esibito non integralmente, ma quanto mai presente. Viene così mostrato il lato più femminile e (azzardo) sensuale di Dawn, che non rinnega l'aggressivit? (splendida la Dawn che estrae il coltello), ma la completa, e viene anche accennata la lieve fragilit? di Dawn, tramite l'espressione con la quale lei guarda Jericho...
    Nella terza scena Dawn viene mostrata in un terzo abito (be', visto che prima era nuda, diciamo pure secondo...): ordinato, dimesso, e lei stessa, abbandonati gli atteggiamenti precedenti, appare più misurata e "femminile".
    Insomma, in tre scene diverse, dunque lungo uno svolgersi progressivo e frastagliato invece che in un unico punto lineare, il personaggio viene presentato perfettamente: in modo profondo, perchè le contraddizioni e le ambiguit? possono essere ampiamente intuite, ma anche correttamente, perchè non preannuncia nulla di ciò che si scoprir? in seguito: il personaggio di Dawn avrà sè un'evoluzione, ma sarà un cambiamento che non avrà mai nulla di unilaterale e che, soprattutto, non tradir? mai l'essenza del personaggio. Ella, infatti, non viene presentata come "maschiaccio", "femmina" e "donna/ragazza" in tre momenti distinti, ma possiede questi tre spiriti contemporaneamente. Ovvero, un'evoluzione talmente realistica ed accurata da fare invidia alla realtà stessa, grazie alla quale una storia starebbe in piedi anche senza Golden Eye, Jim Brandon e tutto il circo che ne consegue.
    Mirabile il lavoro di borden&Font: visto che in questa storia molto si basa anche sul disegnato (sguardi, sottintesi etc...), credo che avranno collaborato molto strettamente, anche se preferirei sapere da borden stesso quanto è stata stretta la loro collaborazione :generaleS: .

    Speriamo che, se Dawn sarà presente nel seguito, non sia un personaggio sbiadito, ma ancora complesso. D'altronde, nel frattempo potr? aver acquisito nuove sfaccettature: potr? essere diventata madre (anche se non mi sembra proprio il tipo :soldatoS: ), e aver acquisito nuove caratteristiche, forze e fragilit?... speriamo bene! borden, nume tutelare dell'ethopoiia, non deluderci!!! :inch:

    Allora... Storia bella come ambientazione (Font artista), come resa dei personaggi (buoni e cattivi), per l'exursus su Jim Brandon e sulla tenuta dei nostri pards. Ho due dubbi. L'eccessiva differenza di come Gros Jean approccia Dawn a pagina 42 rispetto a pagina 52. Non me la spiego (aspetto aiuti da voi). Poi il finale...Perché Tex e non Jim? Comunque sono due elementi che non intaccano una bella storia.

    On 1/7/2012 at 14:57, Leo dice:

    Signori, qui ci troviamo di fronte ad una storia TIPICA di Boselli, una storia che contiene tutte le caratteristiche e tutti gli elementi delle sceneggiature boselliane.

    1) E' una storia d'atmosfera, dove la componente EVOCATIVA è fortissima e sfruttata al meglio.

    Già la prima scena provoca un brivido lungo la schiena, quando si vede una canoa solitaria che placidamente viene lungo il fiume. Una canoa a prima vista placida, ma che "ha la morte a bordo!" e, mentre il lettore legge queste inquietanti parole, vede contemporaneamente l'ombra di una mano pendere dal bordo della piccola imbarcazione. Le prime vignette iniziali sono già un capolavoro.

    Subito dopo incontriamo Jim Brandon, destinatario della lettera trovata addosso al morto della canoa. In quel suo dire e non dire, in quella sua mascella contratta, in quella sua fronte corrugata, il maggiore Dickens come il lettore leggono una verità nascosta, una consapevolezza di Brandon circa il contenuto di quella lettera che tuttavia il colonnello non vuole svelare. E la scena successiva, in cui Brandon, vestito in borghese, saluta i suoi sottoposti con le parole "Addio, amici", conferma che il Colonnello ha capito chi si cela dietro quel messaggio oscuro, e sa di dover fare i conti con il proprio passato. In questa scena rivedo il Carson de Il Passato di Carson, quando fa il misterioso davanti allo sceriffo Devlin, dicendo: "Bannock non esiste! Ma io sarà l' per partecipare alle esequie del caro, vecchio Ray": stesso sguardo pensoso, stesso modo di fare misterioso, stessa sensazione di un passato lontano e oscuro che riaffiora. Che spettacolo, Boselli: chapeau.

    2) I comprimari di spessore

    naturalmente Jim Brandon, che qui ha più "dimensioni": non è solo la giubba rossa, è anche il giustiziere in cerca di vendetta,
    l'amico di un uomo che non è riuscito a salvare e l'uomo innamorato e non corrisposto.

    E poi Dawn, per cui non posso non quotare l'ottimo Virgin per quanto dice nel post precedente: anche lei è una personalit? a più dimensioni, forte e fragile, dapprima fa il doppio gioco e poi si schiera dalla parte giusta. La sua scena sexy ? inusuale in Tex, ma nient'affatto sgradita: aggiunge anzi vigore e pepe al personaggio.

    Quindi il vecchio sciamano che chiama e salva Brandon: poche vignette, ma splendide.

    E infine i cattivi: il malvagio Jericho, l'inquietante Ghost, ed ovviamente Red Duck: viso aperto da simpatica canaglia, uomo che fa girare la testa alle donne, ma anche violento e perverso (uccide la sua donna perchè la considera cosa sua e non può permetterle di lasciarlo), e scaltro e ipnotico, dato che riesce, con i suoi modi, il suo carisma, la sua follia e con l'indubbia sconcertante orbita d'oro, a soggiogare con la paura una tribù di Seskan (questo probabilmente è l'aspetto meno credibile della storia, ma non essendo del tutto inverosimile ed essendo anzi stato sfruttato in molteplici soluzioni narrative, me lo faccio andare più che bene).

    3) Il sapiente uso del flashback

    qui scaglionato in più tranches, il flashback rivela il passato di Jim, il suo amore non corrisposto e l'omicidio della donna amata. Ed è un flashback non sempre netto, ma spesso trasognato, rivissuto da un uomo delirante, e questa sua indefinitezza, questo suo svelarsi strato dopo strato, questo suo essere più sogno che non effettivi ricordi, lo rendono straordinariamente ricco di pathos ed estremamente emozionante. Scena indimenticabile è quella della tomba sul ciglio dello strapiombo sul mare: scenario quanto mai suggestivo e commovente, degno di un grande regista.

    A Borden il tema del passato che ritorna è molto caro, e nelle sue avventure i flashback non mancano mai: espediente narrativo efficacissimo per emozionare, in cui il Nostro, anche in tal caso, si rivela Maestro.


    Certo, ho rilevato delle incongruenze: all'inizio, Gros-Jean dice che è meglio non avere a che fare con quella gatta selvatica, alludendo a Dawn, ma poi si scopre che invece lui è addirittura il suo tutore ed a un certo punto è anzi ben felice di averla con sè come guida. Inoltre, sempre Gros-Jean racconta a Tex di aver tentato di salvare il padre di Dawn insieme a Jim Brandon, ma in seguito si apprende che Gros-Jean non ha mai parlato di Dawn a Brandon in quanto questi era pur sempre una giubba rossa: ma come, prima tentano di aiutare insieme il padre e poi Gros-Jean diffida al punto di non parlargli della figlia?

    Inoltre, e soprattutto, Brandon SA che Noatak ha una figlia: dopo la sua morte e la morte della madre Mary, Brandon se ne disinteressa? Come è possibile che non riesca a scoprire che fine abbia fatto? Possibile che non faccia ricerche e non scopra che la figlia è accudita da una famiglia grazie all'intervento di Gros-Jean° Mi sembrano incongruenze belle e buone, forse Borden qui, IMHO, non è stato troppo attento...

    Ma ciò comunque non sminuisce la grandezza di questa straordinaria storia.

    Infine, anch'io avrei preferito che fosse Brandon a uccidere Red Duck, anche se mi sono molto piaciute le parole di quest'ultimo che, in punto di morte, si compiace che Brandon ancora una volta non sia riuscito a prendersi la sua vendetta: canaglia fino alla fine, e con stile.

    E' una storia TIPICA di Boselli, dicevo all'inizio: per questo, ritengo che Borden sia il più grande autore mai apparso su Tex (e non solo.)

    Ovazione.

    Concordo su tutto e anche io non ho capito le tue stesse incongruenze.

  12. <span style="color:red;">32 minuti fa</span>, Il Maestro dice:

    Grazie

    <span style="color:red;">7 minuti fa</span>, Loriano Lorenzutti dice:

    Ma certo, il mio è un giudizio "personale". 

    Ho l'impressione, per ora, che difficilmente farà storie da 5 e da 8. A seconda dei gusti ha fatto quasi sempre storie valide a memoria ma urge un recupero 🙂

  13. <span style="color:red;">18 minuti fa</span>, ggaaco dice:

    Concordo su tutto tranne i disegni, Mastantuono non mi dispiace, comunque ci ho messo 15 minuti a leggere questo secondo albo.

    Anche il primo era sulla stessa falsariga qui aveva messo le solite cene, spiegoni e origlioni.  

    A questo punto,  non aspettandomi piú di tanto da Nizzi se non il solito compitino senza guizzi, solo luoghi comuni, bistecche e patatine, Bang! Bang! AHHH!, visto che l'albo della regolare lo prendo, quando sará targato Nizzi prima di leggerlo verró prima qui sul forum a leggere i post di Diablero. Saró pure condizionato, ma rimangono per me il maggior incentivo alla lettura con tutti i suoi precisi riferimenti.

     

    Io leggerei prima sempre Nizzi (poi i commenti) o altri. A scatola chiusa è complesso valutare. 

  14. <span style="color:red;">40 minuti fa</span>, West10 dice:

     

    Concordo, infatti neanche io ho detto che è una storia paragonabile a Fuga da Anderville o Furia Rossa, intendevo dire che è sicuramente piacevole e magari fra qualche anno me la ricorderò ancora, cosa di cui non posso dire dell'altra di cui avevo già dimenticato il titolo, figurati il resto.

    Poi anche in questa ci sono dei passaggi a vuoto, tipo la frana che si risolve in un felice attraversamento… in pratica anche senza l'intervento di Tiger e Kit i tre avrebbero sbagliato i tempi… magari poteva essere gestito meglio questo episodio.

    Sicuramente... Come altre cose del resto. Comunque il tempo sarà galantuomo 🙂

  15. <span style="color:red;">7 minuti fa</span>, Piombo Caldo dice:

    Be' indubbiamente le tre che hai citato sono sono di molto superiori e si ricordano perché sono dei capolavori. Questa della Belle Star e' una storia normale, per me nella media di tante altre. Anche io mi stupisco che ad alcuni sia piaciuta di più quella di Mexali. Questa magari verrà ricordata per la trama con i Battelli a vapore, e perché  con questa storia Nizzi supera GB Bonelli per numero di tavole disegnate, o almeno così mi sembra di aver capito.🙋‍♂️

    Sì... Nella media e per questo sono sul 6 pieno. Bella l'ambientazione e non male i siparietti però non ho trovato guizzi. Idem Mezcali intendiamoci, però mi ha preso di più (curiosità e colpi di scena finali). Questa della Belle Star non mi ha coinvolto e i disegni non mi hanno aiutato.

  16. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Piombo Caldo dice:

    Quoto il commento di West10.Buona storia, molto superiore all'Assedio di Mexcali. Mi e' piaciuta molto l'introduzione della storia nel primo albo e non mi ha dato fastidio l'episodio del Tex in mutande. Nella trama, l'unica sbavatura importante che ho trovato e' stata quella in cui i Pards sono andati a letto senza pensare  a dei turni di guardia. Penso che sia una storia che si ricorderà, perché  non si era mai visto un battello  che supera delle rapide e che si incaglia nelle paludi. Battelli e ambientazioni disegnati magnificamente da Mastantuono, solo i volti di Tex e Carson a volte non mi piacciono, perché troppo caricaturali.

    È interessante avere opinioni così diverse. Ho trovato la storia precedente di Nizzi(Mezcali), sullo stesso livello (6 pieno). Storie accettabili, con aspetti positivi ma senza guizzi. Non credo le ricorderò tra un anno/due.

    La Congiura, la Tigre Nera, Fuga da Anderville non le dimenticherò mai.

  17. <span style="color:red;">27 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

    Letto la storia finalmente completa. E ricominciata dall'inizio viste le osservazioni che pensavo mi fossero scappate.

    E invece ho chiuso il secondo albo soddisfatto perché non è un capolavoro ma neppure una schifezza.

    Le scene di sparatorie non proseguono per decine e decine di pagine: si tratta di uno scontro a fuoco come

    ne abbiamo visto a tonnellate durante gli scorsi settant'anni, quindi tutto nella norma.

    Da una ripetizione di una scena simile tra i due albi mi sono accorto che Nizzi (se ne accorge Carson)

    mette in bocca a Tex battute proprie del più anziano e saggio pard, quasi una rivoluzione!

    E c'è pure una scena finale "lampo" che dura appena sedici pagine siparietto finale compreso,

    quindi anche accenni di ammodernamento da parte di Nizzi.

    Voto 7+

     

    Concordo su tutto tranne che sul voto :-). Per me è un 6 pieno. Poi tra un anno/due la ricorderemo?

     

     

  18. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, ymalpas dice:

    Letto, piaciuto, Nizzi in grande forma, i commenti nella pagina di facebook mi rassicurano sul fatto che i lettori, in generale, hanno trovato questa storia di buon livello. Qui si leggono anche pareri del tutto opposti, che vorrebbero farcela passare per l'ennesima ciofeca di Nizzi. Ah ah ah :lol: certe critiche avete dovuto scavare parecchio per trovarle, questa volta. E invece questa è una signora storia di Tex, ma chi ha le idee confuse non può fare altro che arrampicarsi sugli specchi .

     

     

    Grazie. Il tuo commento capita a proposito :D

    Nessuna ciofeca per me ma storia con qualche pro ma nessun guizzo. Tra un anno (forse meno) sarà accantonata. Negli ultimi mesi ho letto per la prima volta "La Congiura" e "La Tigre nera". Siamo in altri emisferi. Poi ho preferito dell'ultimo Nizzi la precedente (Assedio di Mezcali).

  19. On 8/5/2020 at 15:17, juanraza85 dice:

    Stranissimamente, in considerazione di quanto avviene in genere nelle mie contrade, Tex è giunto in edicola già mercoledì, ossia con UN GIORNO DI ANTICIPO rispetto al programma 😱..!! Dopo essermi ripreso dalla sorpresa, sono passato alla lettura del secondo albo e devo ammettere che... l'effetto sorpresa si è decisamente affievolito..!

    Purtroppo, a mio parere Nizzi non solo ha mantenuto la storia sui medesimi ritmi blandi e prevedibili del primo albo, ma nemmeno ha secondo me saputo sfruttare a dovere quello che, al termine del primo albo, sembrava essere un imprevisto che avrebbe potuto rendere il prosieguo della vicenda un po' più movimentato. Invece, Tex e soci hanno dovuto confrontarsi contro avversari rivelatisi  non particolarmente agguerriti ed essi stessi assai prevedibili, quindi tutt'altro che impossibili da sbaragliare con relativa facilità: col senno di poi, quasi si fa fatica a capire che bisogno avesse Gros-Jean (a tal proposito, impossibile non notare i suoi progressi col fucile rispetto alle precedenti apparizioni 😲) di scomodare il quartetto dei Nostri a raggiungerlo in Canada sin dalla lontana Arizona.

     

    In sostanza, la seconda parte della storia mi è paradossalmente risultata se possibile ancora più piatta della prima, e la cosa che mi spiace ancora di più è dover constatare che, da quando ha ripreso a scrivere a pieno regime, il Maestro di Fiumalbo (mi sembra doveroso chiamarlo così in virtù dei tanti capolavori con cui ci ha deliziati in passato) continua a mantenersi in una sorta di limbo creativo tendente al compitino, senza particolari sbavature ma al contempo privo di qualsiasi guizzo...

    Allora...Mi mancava Gros Jean, mi è piaciuta l'ambientazione, ho gradito i siparietti comici ma non ho trovato guizzi. Compitino e storia scritta con il pilota automatico. Nizzi ha fatto ben altro. Ho apprezzato di più la precedente (Assedio di Mezcali) anche se delle ultime tre quella di Rauch mi ha convinto di più. Questa di Nizzi finirà nel dimenticatoio probabilmente. Non ricorderò i "cattivi", non ricorderò colpi di scena o la trama particolarmente coinvolgente. I disegni non mi sono piaciuti. Lo stile di Mastantuono non mi piace, poi ho trovato i volti alterati, le armi con dimensioni diverse. Gusti personali.

     

    P.S.

    Molto interessanti alcuni punti di vista degli altri appassionati. Ti fanno analizzare meglio la storia. Il confronto è sempre importante.

  20. <span style="color:red;">4 ore fa</span>, Leo dice:

     

    Concordo con l'Avvocato. Il Topic si chiama integralismo e avanguardismo in Tex? Ebbene, Boselli lo è stato, "avanguardista". Non a caso Nizzi glielo rimproverava sempre. E' stato ambizioso fin dall'inizio. Ha voluto, fortemente voluto, lasciare la sua impronta. Ma è riuscito a innovare nel rispetto del personaggio, come HA GIA' FATTO, sia pure una volta sola, Berardi. Oklahoma è una storia atipica, innovatrice, eppure del tutto rispettosa dell'universo texiano. Boselli una volta ha dichiarato che, dopo aver letto Oklahoma, pensò che "allora Tex si può scrivere anche così". E quello ha fatto, qualche anno dopo e per tanti anni.

     

     

    E' un autore moderno ma anche rispettoso della tradizione :D   Le sue storie sono corali, non incentrate solo su Tex, i suoi personaggi sono "maturi", compiuti, veri (uno su tutti, il reverendo fratello di Colorado Belle, con la sua straordinaria carica di umanità) anche e soprattutto perché sono grigi. Sono tendenzialmente più complesse (vedi ad esempio La Mano del Morto), più epiche (qui gli esempi si sprecano), più ambiziose.   

     

     

    Io un Berardi lo vorrei sempre, sempre, sempre, anche per i suoi STILEMI, eccome! In Oklahoma la cifra berardiana era del tutto evidente, eppure che signora storia di Tex! Tex è proprio lui, è il contorno ad essere più "arioso", con i suoi ottimi comprimari. Se invece, come pare sia accaduto, non vuole mettersi al servizio del personaggio, questo è un altro paio di maniche. 

     

    Assolutamente d'accordo. Ma calare dentro Tex esperienze importanti che vengono da altri fortunati personaggi non la vedo una cosa negativa. Se ciò avviene nel rispetto di Tex, si può fare. Magico Vento e Ken Parker sono personaggi fortunati. Se non nelle vendite, nella qualità che gli si riconosce. Da anni anche Tex è un fumetto di qualità, autoriale per certi punti di vista, pur mantenendo i connotati tipici che ne hanno decretato la popolarità per tanti decenni. 

    Concordo su tante cose...:-)

  21. <span style="color:red;">2 minuti fa</span>, ymalpas dice:

     

    Tex ha bisogno  imperativamente di autori che si mettano al suo servizio, non di autori primedonne, ne di stilemmi che hanno fatto la fortuna (relativa) di altre serie. Sembra riduttivo, ma l'ultimo Tex in edicola, con le sue bistecche e patate, assolve ai suoi obblighi molto di più di quanto possa fare qualsiasi altra, magari arzigogolata, storia scritta da pur bravissimi autori che come Manfredi non resistono all'idea di lasciare la loro impronta in una serie che dovrebbe incutere loro tutto il rispetto e il tatto di questo mondo. Sarò un lettore "rigido", metti "tradizionalista", ma seguo Tex da quarant'anni. I lettori di Magico Vento e Ken Parker non hanno resistito dieci, quindici.

    Io non la vedo come te e non è una gara di " anzianità " . Tex per me vince con tutti e a mani basse. Però io non mi sento un lettore "rigido" e "tradizionalista". E " accetto" tranquillamente gli autori che provano a mettere la loro impronta. Se le loro storie superano il bollino della "texianità" certificata dal Boss che problema c'è? Prima lo faceva GLB, poi Sergio Bonelli ed ora Mauro Boselli. Non credo sia un problema ma una risorsa.

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