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TWF - Tex Willer Forum

Diablorojo82

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Messaggi pubblicato da Diablorojo82

  1. <span style="color:red">4 minuti fa</span>, valerio dice:

    Se il confronto è con "tra due bandiere", io credo sia migliore Anderville. Tra due bandiere è storia certamente intrigante, ma con imprecisioni storiche e una storia che, tutto sommato, mi pare meno riuscita di diverse altre di GLB. Insomma non la metterei tra le migliori del padre di Tex.

    Ma anche per me e concordo con te. Sono pareri squisitamente personali.

    A volte sembra che Diablero ci voglia indicare lui quali siano le storie migliori e spiegare perché alcune storie ci piacciano.

    Spero di aver frainteso le sue parole...

    <span style="color:red">9 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Mi pare ovvio: "per chi ama Tex".

     

    Sia nel senso del "vero" Tex di GL Bonelli, sia nel senso proprio di personaggio "amato" che non si vuole vedere ridicolizzato, deriso, sconfitto, sputtanato, fare figure da gallinaccio isterico, etc.

     

    Poi, se invece "vale tutto" e "l'importante è una bella storia" (a parte che per me FdA è una storiellina di pura propaganda  con un giallo stra-telefonato, ma anche quelle hanno i loro amatori "del genere"), sono sicuro che ci sono un sacco di sceneggiatori che hanno in mente "bellissime" storie con Tex che in realtà si scopre essere uno stregone malvagio più potente di Mefisto (se ha mentito al figlio in "Tramonto Roisso, vuoi che non abbia mentito ai lettori?), o che si scopre che in realtà ama Kit Carson (per quello non ha avuto altre relazioni dopo lilyth). Sarebbe una storia "bellissima" per un sacco di gente, che rappresenterebbe una cosa molto positiva per la comunità LGBT+. Dai, vuoi contrastare la pubblicazione di una storia "bellissima" SOLO per cose antiquate come il rispetto per il personaggio e il suo creatore?

    Ok...Allora il 92% non ama Tex, il vero Tex. Grazie per la spiegazione e per la lezione. 

    <span style="color:red">12 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Mi pare ovvio: "per chi ama Tex".

     

    Sia nel senso del "vero" Tex di GL Bonelli, sia nel senso proprio di personaggio "amato" che non si vuole vedere ridicolizzato, deriso, sconfitto, sputtanato, fare figure da gallinaccio isterico, etc.

     

    Poi, se invece "vale tutto" e "l'importante è una bella storia" (a parte che per me FdA è una storiellina di pura propaganda  con un giallo stra-telefonato, ma anche quelle hanno i loro amatori "del genere"), sono sicuro che ci sono un sacco di sceneggiatori che hanno in mente "bellissime" storie con Tex che in realtà si scopre essere uno stregone malvagio più potente di Mefisto (se ha mentito al figlio in "Tramonto Roisso, vuoi che non abbia mentito ai lettori?), o che si scopre che in realtà ama Kit Carson (per quello non ha avuto altre relazioni dopo lilyth). Sarebbe una storia "bellissima" per un sacco di gente, che rappresenterebbe una cosa molto positiva per la comunità LGBT+. Dai, vuoi contrastare la pubblicazione di una storia "bellissima" SOLO per cose antiquate come il rispetto per il personaggio e il suo creatore?

    Ora sei tu che porti agli estremi certi elementi.

    Riepilogando...Tu decidi chi ama Tex, tu ci spieghi perché ci piace una storia, tu ci spieghi quali sono le migliori.

    E tutto gratis? 😁😁

    • +1 2
  2. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    In teoria, in qualunque altro personaggio il ragionamento filerebbe.

     

    Con Tex e Sergio Bonelli no. E sappiamo tutti perchè, non prendiamoci in giro: Sergio Bonelli avrebbe approvato MOLTO più volentieri una storia in cui Tex si fa piccionare e si comporta da rimbambito, fa figuracce, è completamente stravolto e ridotto ad uno "sbirro" ligio ai regolamenti, ottuso e codardo, cioè COME LE SUE, che non una storia IDENTICA a quelle di suo padre (sono convinto che, se gliele avessero presentate senza dirgli l'autore, Sergio Bonelli avrebbe bocciato OGNI SINGOLA STORIA DI GL BONELLI del "periodo d'oro" ("no, non si può far vedere Tex che ammazza, nemmeno per Lilith. No, non possiamo far vedere Tex che si finge un certo "Gilas" con la barba lunga. No, non possiamo ammazzare Mefisto, no, non possiamo fare due storie collegate ambientate una su una nave e una nelle isole del pacifico, no, Tex non può sconfiggere un baro barando, no, Tex non può stare dalla parte di un ricercato come Apache Kid, etc etc...).

     

    E Nizzi non è stupido come il suo Tex. L'ha capito benissimo, che per farsi approvare SUBITO tutte le storie, gli bastava scriverle come l'avrebbe fatto il suo editore: con Tex che fa figuracce (addirittura, la storia in cui Tex non solo SI RIMANGIA UN GIURAMENTO e viene MOSTRATO COME UN BUGIARDO ma addirittura PERDE E VIENE RIDICOLIZZATO fu ristampata in volume cartonato preferendola a storie infinitamente migliori di GL Bonelli).

     

    Oh, ci credo che "a parole" Sergio Bonelli gli dicesse di "fare un tex tradizionale", ma poi approvava queste cose. Se l'editore ti dice di non metterci botte in testa e poi ti approva SOLO storie con botte in testa, che fai? Dai retta a quello che dice o a quello che fa?

     

    (sappiamo tutti ormai che Nizzi ha un rapporto abbastanza "elastico" con la verità, ma a me personalmente - e non in pubblico -  disse che Sergio Bonelli non gli aveva MAI contestato una botta in testa a Tex, una figuraccia, una sconfitta, una presa per il sedere, una rappresentazione da rimbambito: MAI, NEMMENO UNA VOLTA. Gli bocciava semmai le storie dove c'erano tre donne o dove Tex violava minimamente le leggi o i regolamenti.... ne "i fucili di Shannon" dove Tex si fa prendere in giro da tutti i mette in pericolo per pura boria e stupidità un bambino, non gli cambiò una vingola nelle figuracce, ma gli bocciò L'UNICA cosa "da vero Tex" presente in tutta la storia, il lasciare andare il vecchio...)

     

    La teoria e il "sicuramente sarà così" possono essere utili sono finché non vengono stracciate da MONTAGNE di evidenza chiarissima: che dice che, in realtà, Sergio Bonelli ha agito sempre come un "guardiano" per IMPEDIRE che il "vero Tex" tornasse mai in edicola con storie di altri, e per distruggere il più possibile il personaggio creato dal padre.

     

    Sul perchè sia piaciuta, l'ho spiegato e rispiegato in diversi post in questo thread, con numerosi esempi presi sia dalla storia che dai film di quel periodo... la retorica "guerresca", guerrafondaia, la propaganda "buoni contro cattivi", fa SEMPRE presa (altrimenti non sarebbe così diffusa) e in particolare in quegli anni impregnava tutto, eravamo in piena epoca "rambo" fra Reagan e il "portare la civiltà" in Iraq.

     

    E questa storia segue PEDISSEQUAMENTE la storia-tipo del sacrificio eroico che spinge gli altri alla vittoria finale, è la stessa identica di migliaia di film di grande successo, da "nascita di una nazione" fino a "300"... Nizzi l'ha scritta davvero "unendo i puntini da 1 a 47", ci sono CENTINAIA di articoli online su questa "storia-tipo", che si ripete in tutta la propaganda bellica presente in film di tutte le epoche... vatteli a leggere. (l'unica "variazione" che ha fatto Nizzi è metterci un protagonista scemo, di solito è solo non ancora abbastanza motivato ad uccidere per la causa del bene contro il male...)

    "Preferendola a storie infinitamente migliori di GLB"...Migliori per chi? - Mi chiedo...

    :huh:

    • Triste (0) 1
  3. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, valerio dice:

    Guarda, da ragazzino non mi davano fastidio, ora ammetto di si. Ma in fin dei conti trovo che sia anche giusto avere tante interpretazioni diverse del personaggio. Trovo bello che a seconda di quale autore leggi, trovi cose diverse e anche riconoscibili di quello specifico autore. Forse e dico forse, un Tex che si composta sempre allo stesso modo per 70 anni potrebbe annoiare. Fortunatamente abbiamo avuto e abbiamo molti sceneggiatori (anche se quelli storici si contano meno che sulle dita di una mano, diciamo che sono 4 ecco), e ognuno da una sua lettura.

    Per questo motivo, ultimamente cerco di concentrarmi più sulla qualità del soggetto e della storia, piuttosto che stare li a decidere se vengono rispettati i Sacri Canoni. Diciamo che rilevo tutte le incongruenze (e ci insisto molto in sede di giudizio qui dentro), ma poi tento di avvicinarmi al me stesso ragazzo e cercare di capire se la storia mi è piaciuta o no.

    Fuga da Anderville non è la mia storia preferita in generale, ma nemmeno la mia preferita di Nizzi. La lessi la prima volta al mare e la trovai strepitosa, fantastica. Letta oggi mi è piaciuta ancora, ma preferisco di gran lunga, restando a Nizzi, Furia Rossa o la leggenda della vecchia missione chessò...

    Non rispetta certi canoni. Anzi, ti dirò che molti critici di Nizzi lo hanno invece elogiato proprio perchè qui ha osato ed è uscito da un certo manierismo che gli viene talvolta  rimproverato. Certo, è un Tex che non ti aspetti in certe scene, e questo fa storcere il naso ai puristi, ma evita anche la noia dei soliti comportamenti e delle solite soluzioni.

    Tuttavia Nizzi corresse il tiro nel centinaio successivo. Il Nizzi del centinaio 200 è in rodaggio, è più giallista, più sbirro e detective, anche i delitti del lago ghiacciato, anche le primissime storie sono belle storie (meglio di quelle che ormai sfornava un Bonelli senior ormai privo di inventiva e freschezza), ma decisamente fuori canone se così vogliamo dire. Nel centinaio successivo, invece, sono molte le storie perfettamente Bonelliane di Nizzi, ed è li che vediamo il Nizzi migliore a mio avviso, pur sempre con qualche piccola libertà interpretativa (logica e, direi, benvenuta) come l'accentuazione del lato ironico e del divertissement (delizioso nel centinaio 300, poi purtroppo scivolato verso la parodia successivamente) e un certo abuso di qualche clichè già presente nel creatore del personaggio ma in maniera meno insistita.

    FDA fa parte in pieno del periodo di rodaggio, da ammirare c'è la qualità della sceneggiatura, già magistrale, e in generale la bellezza della storia. Discutibile è, naturalmente, il comportamento di Tex di cui si parlava prima, forse anche influenzato da certi racconti Nolittiani. Va detto anche che Nolitta era, in quegli anni, il nuovo corso Texiano, ed è forse inevitabile che Nizzi, almeno in quel primo periodo, avesse preso qualche spunto o ne fosse un minimo influenzato.

    Vedendo i freddi dati...Il 90% dei votanti ha dato tra 8 e 10. Qualcosa vorrà dire...Poi si possono fare tante analisi apprezzabili. Concordo molto con la tua. :-)

  4. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    È una delle storie più particolari di Nizzi, all'epoca la trovai molto bella

    Concordo...Ci sono tanti elementi buoni. I personaggi, la tematica della strage per lo sviluppo della civiltà, i nostri che vogliono fare giustizia, un bel finale, dialoghi, pestaggi, pranzi e cene. Forse pecca nelle scene delle sparatorie dove Carson è poco attivo. Però storia validissima.

  5. Allora...Parto dalla fine perché il colpo di scena finale è stato sfizioso, plausibile ma non preventivabile (almeno per me). Nizzi costruisce una trama discreta (seppur non originale), Tex e Carson randellano ed indagano. Forse Carson è un po' in sordina, forse i piani di Tex sono anticipati dalle mosse dei "cattivi" ma ci può stare. Stavolta gli origlioni sono contro i nostri. Disegni di Monti efficaci (ultima vignetta intensa). Lo stalliere tonto ma sveglio a modo suo è un bel personaggio. Storia godibile comunque e che ti tiene.

    • +1 1
  6. <span style="color:red">55 minuti fa</span>, valerio dice:

    I primi Tex? Fondamentali, ma personalmente li trovavo indigesti da bambino e indigesti oggi. Sono albi di rodaggio e figli del loro tempo. Tex è cresciuto col tempo, pian piano, per l'epoca erano già albi eccellenti quelli, ma letti ora li trovo pesanti e complessivamente elementari.

    Il Grande Tex nasce verso la fine del primo centinaio secondo me. Il centinaio di GLB è quello che va dal 100 al 200, prima è sperimentale, formativo e "antico" e dopo è pesantemente declinante pur con ottimi episodi ancora.

    Devo ammettere che pur essendo un grande (Galep), il primo Tex mi è stato indigesto anche per lui. Letteri, Ticci, Fusco, Monti mi piacevano molto di più.

  7. <span style="color:red">8 ore fa</span>, Mister P dice:

    Confesso che ai cliché di Nizzi sono affezionato. Cioè, spesso sono smaccatamente sfacciati da risultare irritanti, però quando ancora scriveva bene o benino (sino al #450 circa, poi fatti salvi gli ultimi colpi di coda come Custer è decaduto definitivamente) 'sti cliché li sapeva dosare bene e rendeva la lettura rassicurante. Praticamente accompagnava per mano il lettore che pian pianino si disabituò a episodi che uscivano fuori da quel seminato e magari infastidivano un lettore ormai parzialmente o del tutto in numbing. Certo, a 11 anni rimasi stupefatto dalla bellezza di una storia "eretica" (secondo l'opinabile giudizio del Sergione) come Oklahoma e a 14 rimasi a bocca aperta leggendo Il passato di Carson. Ma, almeno all'inizio, i cliché di Nizzi erano quello che inconsciamente volevo. Boselli, anche se aveva scritto una storia meravigliosa, non mi convinse del tutto nelle successive, sino agli Invincibili. Medda mi piaceva ma mi chiedevo come mai ci tenesse tanto a inserire "battone" nelle sue storie. Canzio era particolare e ripeteva involontariamente degli stilemi più adatti alle storie di Kit Teller che di Tex (questo l'ho scoperto dopo). Solo verso i 17 anni cominciai a preferire Boselli a Nizzi... però, ancora, i cliché! Sino a Vendetta Navajo, numero celebrativo, settembre 1998. Disegni da urlo del Maestro, trama scialba. Compii i 18 anni lo stesso giorno che uscì in edicola, regalo più bello non poteva esserci... e tu per i 50 anni di Tex scrivi una cagatella così moscia e derivativa? Bah. Il successivo episodio ha il cliché dell'organizzazione Al di sopra della legge... carina, dai. Poi arriva Boselli con l'ennesimo capolavoro puramente western e... qualcosa si ruppe. Non me ne resi conto subito. Tant'è che compresi che qualcosa non andava solo col #493, La morte nera. Eppure i segnali c'erano da prima. Nel frattempo cominciai anche io a usare internet. E, finalmente, trovai qualcuno che spiegava in dettaglio i motivi inconsci per cui il buon vecchio Nizzi non mi convinceva più. Ed entrai sin troppo repentinamente nel vortice degli anti nizziani. Ero un giovine di 22 anni, spero di essere scusato, lol. Poi ho messo testa e ho imparato a moderarmi. Però Nizzi non l'ho più scusato e ho rivisto pure il mio giudizio ad alcuni suoi classici, che pure rileggo ogni tanto con piacere (ad esempio, L'uomo serpente è ultra derivativa, ma non mi potrò mai scordare la strizza che provai a 8 anni).

    E con questo è tutto.

    -----------------------

    EDIT: no, non è tutto. Dimenticavo che a un certo punto i primi Tex ingenui pubblicati sulla Nuova Ristampa mi entusiasmavano più, che so, del grande ritorno della Tigre Nera. Ma questa è un'altra storia...

    Invece quando leggevo i Tex della Nuova Ristampa mi accorgevo che preferivo Boselli...😁

  8. 23 minuti fa, valerio dice:

    Io sono stato per anni un lettore esclusivamente emotivo, leggevo solo per passare qualche oretta in relax, da qualche anno sono diventato un lettore critico, saranno le asperità dell'età...e vedo tutti i difetti di tutti e spesso mi guasto la lettura.

    Francamente stavo meglio prima. Se mi chiedessero come deve essere un lettore di fumetti risponderei senza dubbio che deve essere un lettore che si approccia alla lettura di evasione per quello che è. E credo che quasi tutti i lettori di Tex e di fumetti in generale siano così. Era così mio padre, sono così tutti i miei amici.

    Io lavoro nella musica "colta", e nonostante il mio lavoro nell'arte diciamo "elevata" e molto tecnica, il pubblico a teatro è composto certamente per il 90 per cento di persone che vengono solo per divertirsi. Di persone che ascoltano con spirito critico ce ne sono ben poche e le ritrovo poi sul forum specializzato. E si che nel mio campo un approccio un minimo tecnico ci vorrebbe. Nella lettura di evasione, personalmente (è una mia opinione, non pretendo che qui venga condivisa), ritengo che sia abbastanza giusto, invece, un approccio più rilassato.

    Anche io per anni ho letto solo per evasione. Quando ero adolescente non facevo molto caso a chi scriveva o disegnava. Però ero di "pancia" e all'epoca restai incantato da Il Passato di Carson e da Gli Invincibili. Storie eccezionali e disegni evocativi. Chissà chi sono sto Boselli e sto Marcello. Poi mi piacevano il tratto di Letteri e di Civitelli. Leggevo anche la Nuova Ristampa ma quel Tex e quelle storie non mi acchiappavano come quelle contemporanee di Boselli o di quel tale Nizzi.

    Poi ad un certo punto ho smesso per anni. Smisi sia con gli inediti che con la Nuova Ristampa. All'improvviso ho ricominciato con Wolfman di Ruju (mi piacevano titolo e copertina), mi sono iscritto al Forum, ho recuperato un bel gruppo di albi, ho riletto GLB, e ho seguito i consigli di molti di voi.

    Sono sicuramente meno un lettore di "pancia", ci ragiono di più, però cerco di godermi un po' di evasione dalla realtà, di godermi una bella storia, dei disegni accattivanti.

     

     

    • +1 1
  9. <span style="color:red">2 ore fa</span>, PapeSatan dice:

    Assolutamente no, ma da tifoso e presunto esperto di calcio ho inteso paragonare Bonelli padre alla grande Olanda (cioè la creatività, la fantasia, il "fuoriclassismo") e Boselli al Milan di Sacchi (cioè il solido, studiato e armonioso costrutto delle sue "trame di gioco"). Non a caso: mi pare di ricordare che Boselli sia proprio milanista.

    La grande Olanda era anche molto altro. Dimentichi che agli ordini di Rinus Michels, santone del calcio moderno e padre della zona come la conosciamo oggi. Veniva capovolta la filosofia del catenaccio: abbandonando le specializzazioni di ruolo, l'Olanda giocava senza più marcature contrapposte e con una copertura degli spazi completamente a zona; l'avversario non andava più aspettato per poi ripartire in contropiede, ma aggredito in pressing e sorpreso nelle sue ripartenze da un fuorigioco sistematico. Tattica(la prima costruzione dal basso), preparazione atletica, naturalmente al servizio della tecnica.

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Condor senza meta dice:

    Premessa: non ero affatto sicuro che questo maxi valesse la spesa, difatti fino all’ultimo sono stato indeciso se comprarlo o meno.

     

    Sapendo che ogni volta che si parla di Nizzi sul Forum bisogna usare i piedi di piombo, prima che io possa essere nuovamente etichettato o classificato “guelfo o ghibellino” (non sarebbe la prima volta e temo che non sarà nemmeno l’ultima) torno a specificare che, pur essendo cresciuto con le sue storie e averlo ammirato molto nel passato, sono il primo a riconoscere la sua inarrestabile involuzione creativa degli ultimi  decenni e non ho mai lesinato le mie critiche in proposito quando il livello delle trame ha toccato punti molto bassi, d’altronde se si vuole giudicare un’opera d’arte, l’imparzialità deve essere l’unica rocca salda che non deve venire meno per essere credibili.

     

    Come già avuto modo di dire in precedenza, purtroppo noto che difficilmente i giudizi e i toni si mantengono tali da garantire un confronto pacato e costruttivo quando si discute del “famigerato” autore in questione: onestamente reputo decisamente fuori luogo alcune posizioni estremiste (sia “pro” che “contro”) come è piuttosto fastidioso essere delegati in una presunta fazione, se si esprime il proprio punto di vista; come se in fondo fosse un’offesa avere dei gusti che possano portarti ad apprezzare storie di tizio o patenti che denotino meriti ed elogi se si approvino storie di caio.

    Continuo a sostenere che la soggettività è il fulcro su cui ruota ogni punto di vista e che se non si torna ad avere rispetto e comprensione del parere altrui (soprattutto quando diverge dal proprio) non ha più tanto senso provare a intavolare conversazioni sul Forum: si finisce solo col litigare o insultare velatamente gli interlocutori che possiedono punti di vista non condivisi.

     

    Chiusa la parentesi (spinosa lo ammetto, ma bisogna sempre avere il coraggio di dire ciò che si pensa) torno a dedicarmi all’albo in questione, che in fondo rappresenta il nocciolo del topic.

     

    Ho fatto bene a spendere il deca per questo maxi? Si!

    La storia non è un capolavoro ma è onesta e scorrevole.

    Anch’io credo che rappresenti la migliore partorita nel periodo del “Nizzi bis”.

     

    L’autore mi ha dato l’impressione di chi, sapendo di avere ospiti a cena, decide di cucinare le pietanze che sa far meglio per non sfigurare. Magari in alcune portate manca un po’ di sale e in altre la cottura non è perfetta, ma nel complesso i manicaretti si presentano bene e soddisfano i palati dei presenti. Qualche critico potrà legittimamente muovere l’appunto che la cucina sia poco innovativa e non all’altezza degli Chef Gourmet, ma le ambizioni ai fornelli non erano rivolte alla valutazioni stellate e l’esito è comunque accettabile.

     

    Non è certo la prima volta che si tocca l’argomento della congiura e del tentativo di impadronirsi dei giacimenti della riserva Navajo: Nizzi in passato si è spesso cimentato con merito su questi soggetti e ci riprova per questa lunga storia affidata agli inconfondibili pennelli di Alessandrini.

     

    La sceneggiatura non è male e l’episodio scorre fluido non annoiando il lettore.

    Non mancano le scorciatoie narrative e i “casi fortuiti” che incanalano i nostri lungo gli snodi della vicenda, ma rispetto ad altre recenti prove poco riuscite dell’autore, stavolta la coralità del complesso attenua il senso di disturbo di queste sbavature. Potrei aggiungere che uno spunto così importante meritava più epicità e pathos in alcune scene, ma credo che Nizzi abbia di proposito appianato il tutto e con molto mestiere abbia reso accettabile l’esito finale. Buona la soluzione della divisione dei compiti tra i pards, discreti i dialoghi e un’azione dei nostri alquanto consona e scevra di eccessive piccionaggini.

     

    Una lettura d’evasione soddisfacente che ti tiene incollato alle pagine e si fa apprezzare. A mio avviso la miglior prova di Nizzi da Athabaska Lake a questa parte.

     

    Considerato il livello onesto della prova e la garanzia di tradizionalità dello stile (che parecchi lettori sul web ammettono di apprezzare) è un peccato che lo sceneggiatore abbia chiuso malamente con la redazione.

    Utile sarebbe stato nel turn over, dove il suo classico manierismo avrebbe potuto alternare le storie più ambiziose di Borden e quelle regolari di Ruju, appagando diverse tipologie di palati (non a caso Mauro aveva avallato il suo ritorno dopo dieci anni di silenzio), purtroppo il carattere non proprio tenero e la presunzione di ritenersi il solo detentore del verbo texiano lo ha portato alla sua biasimabile uscita di scena e a noi lettori non rimane che prenderne atto.

     

    Scusandomi per la mia consueta mancanza di sintesi, riassumo il mio giudizio: storia che mi è alquanto piaciuta e che ben lungi da poter essere annoverata tra i capisaldi della serie, fa la sua onesta figura e poteva pure apparire sulla regolare (si è visto ben di peggio in passato).

     

    Alessandrini è un grandissimo professionista dallo stile inconfondibile e parecchio imitato da alcuni colleghi (Torti, Filippucci, De Vescovi etc.). Tuttavia, al netto di una prova decorosa e positiva, continuo a trovarlo non indicatissimo per una saga come Tex, anche a causa del tratto grottesco e quasi caricaturale delle sue figure (che ha fatto la ricchezza di MM ma non è eccessivamente azzeccato per una saga più classica come quella del ranger). Non mi hanno convinto troppo le fattezze dei pards, con Kit troppo simile al padre e un Tiger alquanto sgraziato. Anche Parker sembra più un Java dimagrito che un indiano e Lola è la copia sputata della svampita Angy. Comunque è un autore che merita la mia stima, poiché ho sempre ripetuto che preferisco uno stile personale e riconoscibile, seppur sintetico, a uno dettagliato e ricercato ma al contempo freddo e anonimo. Il mio voto finale è 7

    Recensione interessante. Concordo su Alessandrini e anche globalmente sulla storia. Deve ammettere che stavolta le sbavature che ho notato hanno un po' rovinato , per me, le buone premesse. Sicuramente però è una storia non da buttare considerando il Nizzi attuale.

    • Grazie (+1) 1
  10. <span style="color:red">6 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Come dico spesso, l'originalità è sopravvalutata. È una cosa che interessa quelli che trattano i fumetti (o i film o qualsiasi altra cosa) come la settimana enigmistica per trovare le "fonti" e le "citazioni". Una maniera di "leggere" senza passione, senza gusto e credo senza nemmeno tanto divertimento che si è diffusa con gli autori "citazionisti" e fanzinari dagli anni 80 (quello è il loro pubblico, chi si assomiglia si piglia...)

     

    Il problema tipico di Nizzi non è la scarsa "originalità". Certo, ci sono autori che riescono a fare cose originali anche su Tex (GL Bonelli spesso, alla faccia delle boiate sulle sue storie tutte uguali, e anche Borden ci prova e a volte ci riesce), ma nessuno lo chiede o lo pretende, in un fumetto seriale.

     

    Il problema tipico di Nizzi è la scarsa VARIETÀ.

     

    GL Bonelli non era "originale" perchè in tutte le sue storie Tex usava lo stesso linguaggio colorito, con continue nuove invenzioni linguistiche.

     

    Il problema di Nizzi quando prova ad emularlo, non è che non dovrebbe usare lo stesso linguaggio colorito. È che usa SEMPRE E SOLO DUE COSE: "Satanasso" e "vecchio cammello". Si è persa la varietà del linguaggio.

     

    I mezzi con cui Tex trova informazioni nelle storie di GL Bonelli sono sempre gli stessi: Tex segue tracce, o inganna i cattivi fingendosi uno di loro, o parla con le vittime, o provoca i cattivi per farli scoprire, o lascia andare un pesce piccolo se fa i nomi, o minaccia qualcuno di lasciarlo agli indiani o alle sue vittime desiderose di vendette, oppure sbatacchia il cattivo come un tappeto facendolo volare per la stanza, o contatta un rivale, o usa un veggente o uno srregone, o viene contattato da uno spirito, o qualcuno sente cose per caso e gliele racconta.  NESSUNO di questi metodi è "originale", e GL Bonelli li ha usati tutti più volte. Ma c'è una VARIETÀ tale che non sai prima di leggere le pagine successive quale userà adesso.

     

    Nizzi usa sempre e solo origlioni. Puoi prevedere che qualunque mistero ci sia, un origlione svelerà tutto a Tex per mandare avanti la storia a calci. Si è persa la varietà.

     

    Questa valutazioni la puoi fare su TUTTO, anche sul tipo di storie: con GL Bonelli avevi western classici, gialli, magia, storie militari contro indiani, vendette, etc..   Nizzi fa sempre e solo "gialli" abbastanza semplici.

     

    In questo senso "non ha idee":: gli serve l'idea di base iniziale, una cosa che non dovrebbe mancare mai a nessun autore professionista (come si dice, le idee valgono un soldo la dozzina, bisogna poi svilupparle), e se gli manca deve essere un vero e proprio blocco psicologico causato dal suo rigetto per Tex. Ma una volta partito con lo spunto, gli basta collegare i puntini da 1 a 47, visto che sa già cosa succederà (Tex troverà un origlione, mangerà bistecche e patatine - anche il menù dei ristoranti era più vario con GL Bonelli - poi un altro origlione, altre bistecche e patatine, qualche battuta in cui spiegherà a Carson le cose più evidenti, qualche agguato dove Tex se la caverà sempre perchè i "cattivi" non lo prendono da tre metri senza altra spiegazione, insomma, diventa una partita a domino con sempre le stesse tessere...

    Secondo me sei troppo "basico" su Nizzi. Poi se anche fosse, dipende quelle due/tre cose come le gestisci. Detto questo certi stratagemmi per uno sceneggiatore o una certa ridondanza di personaggi o caratteristiche possono infastidire o farti sentire a casa. Il profumo della solita spezia nella pietanza. Pietanza da valutare però in generale secondo me.

     

    <span style="color:red">3 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    Ma ci sta che la trovi una storia da sei. Per me vale di più, ma capisco la tua posizione su alcune superficialità evitabili. 

    Ho letto dei 3...Bah...

  11. <span style="color:red">50 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    E chi dice che nel frattempo non l'abbia fatto, ma in maniera infruttuosa? Sa che Griffith aveva un ranch nascosto tra i canyons, ma non sa dove rintracciarlo né dove trovare i complici del suo defunto socio. Si starà spremendo le meningi, ma nel frattempo la storia ci fa vedere le azioni dei pards. Se i complici ci sono, prima o poi verranno in paese a cercare il loro capo; se non ci sono, prima o poi Parker morirà di fame.

     

    Resta insomma una (presunta) incongruenza che non trovo grave, che non mi guasta la lettura della storia. Trovo che molte storie di Tex, a guardarle col lanternino, prestino il fianco a critiche per snodi narrativi non sempre fluidi o credibili. 

     

    In questo topic mi sono sentito rivolgere critiche assolutamente gratuite sul fatto che io accuserei alcuni di vivisezionare le storie. Mi sono girate le scatole perché io invece non prendevo posizione, parlavo solo di modi di lettura alternativi: c'è chi ama vivisezionare le storie, dove in "vivisezionare" non ci mettevo alcun accento polemico, intendevo solo dire che alcuni sono portati per analisi approfondite, spesso argute, dotte e azzeccate; e chi invece legge in relax gustandosi il risultato complessivo. Chiedevo RISPETTO per entrambi i modi di leggere quello che resta un cavolo di fumetto, non un trattato da cui dipende il futuro dell'umanità. Io questo rispetto qui non ce lo vedo, si scrive invece che chi legge in un determinato modo non sa leggere! Ce l'ho ovviamente con Diablero, il cui atteggiamento è davvero stancante. So che sto rialimentando il flame, ma non me ne importa nulla. Nello stesso giorno sono rimasto ammirato dalla sua recensione sul film La grande bellezza e mi sono incavolato per le sue consuete talebane uscite su chi apprezza Nizzi. 

     

    Addirittura Andrea67 parla di curatore da censurare, e PapeSatan, un utente con cui vado solitamente d'accordo, accusa Nizzi di scrivere deliberatamente male per andare contro Boselli.

     

    Ma quanti contro-Guarino ci sono qua dentro, ragazzi? Scusate la vis polemica di un ex pompiere, ma davvero quando c'è Nizzi di mezzo leggo delle cose davvero antipatiche, ecco perché dico che sto rivalutando Facebook, che nella sua superficialità pare comunque più equilibrato di certe posizioni qui.

    Quella di Griffith non l'ho vista come incongruenza ma come un qualcosa che non mi quadrava. Come ad esempio nella scena finale dove al ristorante di Flagstaff a festeggiare non c'è il vecchio sceriffo ma quello di Gallup (o altre sbavature). Stavolta ho notato certe cose che hanno annacquato un po' le cose buone.

    Globalmente è da 6 però la prima parte era gustosissima invece.

    Cioè di Nizzi bis ne ho lette di peggiori (il color Un capestro per Kit Willer ad esempio) questa mi ha lasciato un po' così.

    Poi certi toni, certe affermazioni sopra le righe sono per me da stigmatizzare.

     

  12. <span style="color:red">23 minuti fa</span>, Leo dice:

     

    Me l'ero posta anch'io, questa domanda, pur avendo letto il Maxi in modalità "spensierata". E poiché nonostante tutta la spensieratezza ancora mi faccio rovinare, talvolta, la lettura da passaggi troppo alla cartona, mi sono immediatamente dato la spiegazione che Boyd non sappia dove sia il ranch di Griffith, che è nascosto tra i budelli dei monti. Lo stesso Tiger, più tardi, dice a Carson che il ranch è nascosto tra i canyon, e non è infatti un caso che sia stato scelto quel posto "clandestino" per nascondere un prigioniero scottante come Parker.

     

     

    Concordavi forse col mio vecchio me :D

     

    Ormai, l'ho già detto, mi chiedo che razza di lettore io stia diventando. Prima certe sbavature mi rovinavano la lettura, mi facevano venire voglia di buttare via l'albo. Prendi la storia di Ruju sulla strega che devia le pallottole e si impossessa del corpo di Carson. Io quella la trovai davvero impubblicabile, me ne dissi sconcertato, ma lo sconcerto più grosso era che me la fosse letta pure con gusto! Ma cavolo, prima sarebbe stato disgusto. Sto invecchiando male, forse, ma a che pro pormi domande pure su temi così leggeri? A scanso di equivoci, le ultime storie di Nizzi non mi hanno mai provocato sconcerto, ma solo sano divertimento ;)

    Ho capito che è nascosto il ranch...Però io una cosa devo fare (uccidere Parker), mi devo porre il problema e risolverlo o provarci.🤔

    Comunque ti capisco con la storia della strega😁😁

  13. Il 11/4/2023 at 09:42, Barbanera dice:

    un detto Cinese dice

    "Quando bevi l'acqua da un pozzo, non dimenticare mai chi ha scavato quel pozzo"

    motto applicabile anche a Tex. Quando leggi Tex, non dimenticare mai chi ha creato Tex (Glb) ma anche chi ha sopportato il peso di Tex per tanti anni, prendendosi pure un esaurimento (Nizzi). Nizzi è stato strapagato dalla Bonelli, non meritandosi il suo cachet? Se anche fosse, chissenefrega, in fondo...sulla tv pubblica e generalista hanno strapagato (e continuano) a strapagare,con i nostri soldi per giunta, incapaci. la  Cosa pubblica è amministrata (spesso) da incapaci. Nel caso di Nizzi il problema è molto diverso: si odia e si ama col paraocchi, a prescindere...la critica legittima, che va applicata (o andrebbe applicata) a tutti gli autori (che devono essere criticati in modo costruttivo, non distruttivo, come invece avviene in modo scientifico e puntuale per Nizzi). Questo è uno dei motivi per cui mi sono stufato di scrivere e prendere parte alle discussioni su questo forum. Premessa doverosa: io a Nizzi non devo assolutamente nulla, non sono suo amico, non l'ho mai frequentato nè tantomeno sono un suo scherano col paraocchi: ma francamente mi dà molto fastidio vederlo sempre additato come un vecchio S.....o che da venti anni sputa nel piatto dove mangia. Si arriva addirittura a insinuare che non siA mai stato capace di scrivere Tex (CRITICA LEGITTIMA MA INSENSATA).Anzi, addirittura qualcuno dice che ad un certo punto abbia fatto apposta  ad affossare Tex per divertimento e gaudio e/o per rabbia nei confronti della Casa Editrice...la cosa si commenta da sola

     

    dopo la solita premessa, analizziamo la trama

      Nascondi il contenuto

    274 pagine di sceneggiatura fitta, con una trama non certamente inedita ma che mostra come in questo genere di storie Nizzi metta più impegno del solito. tante sottotrame, tanti personaggi "di passaggio" o di "contorno" utili alla prosecuzione della storia, che si dipana e si delinea pagina dopo pagina: l'azione è continua, i passaggi tra una scena e l'altra sono veloci ma ben delineati, non vi è un eccesso di spiegazionismo, anzi, la trama è molto glbonelliana: pochi fronzoli molta azione e Tex granitico sole, cui però Nizzi con maestria affianca i pard, dando ad ognuno compiti ben precisi. l'innesto di Mac Parland e di Pinkerton sono azzecati.

    la trama scorre via placida e in modo soddisfacente, a tratti brillante, dopo una lettura di un paio d'ore...un finale interessante, in cui Nizzi esprime il suo odio o quantomeno avversione nei confronti dei politicanti (mi è molto piaciuto).

    per concludere, la trama è da 8-, i disegni da 5/6 (in alcune vignette i personaggi paiono pupazzi imbalsamati).

    Ennesima buona prova di Nizzi, dopo il suo secondo ritorno texiano...mi sono divertito, e non ho troppo maledetto i dieci euro spesi per acquistare il maxi :lol:. e, per l'ennesima volta, mi dispiace davvero il modo in cui Nizzi ha preso commiato da Tex...84 anni suonati e non sentirli, per Diana.

    il colonnello si era beccato già una bella battuta da Tex nelle pagine precedenti (scena comica?no texiana)...era  verde dalla rabbia, cercava ovviamente il pretesto per "fregare" Tex, che in questo caso avrebbe mancato alla sua promessa e non poteva certo nuovamente "riempire" di botte il tacchino gallonato, senza il rischio di farsi fucilare dai soldati. Il generale che "toglie la castagne dal fuoco" a Tex io l'ho semplicemente inteso come la punizione gerarchica e l'umiliazione di un militare inetto che non solo è stato già ridicolizzato da Tex in precedenza (aveva senso ripetere una nuova battuta a pugni??io credo di no) ma che perde le sue spalline e il rispetto definitivo dei suoi sottoposti, cosa che per un militare di carriera è peggio di uno battuta a pugni...per me è stato perfettamente riuscita la scena, anzi, mi ha profondamente divertito.

     

     

    prossimo mese darò una mia valutazione sulla storia di Pasquale con soggetto a  mio nome. grazie  a tutti.

    Ciao Barbanera. Gli aspetti positivi che tu hai visto della storia li ho riconosciuti. Però certe cose che stonano? Non ne hai trovate nella sceneggiatura?

    Il 11/4/2023 at 18:26, Thor983 dice:

    Completamente d'accordo. Il calo delle copie vendute rientra in una crisi generale del fumetto, di cui si è già ampiamente parlato altrove.

     

    Non concordo assolutamente sul discorso dello sbafarsi le torte e della logica, di cui i lettori non si accorgerebbero. Per me la faccenda è molto più semplice: non gli interessa. La maggior parte dei lettori compra un fumetto per rilassarsi, passare un'oretta di svago e pure per farsi qualche risata o provare delle emozioni. Non si mette a sezionare le storie vignetta per vignetta per valutare la coerenza di quanto è scritto con le idee di GLB oppure per vedere se sono stati rispettati alla lettera i canoni (veri o presunti) del personaggio. Questo lo possiamo fare noi su un forum (che come hai giustamente notato è diversissimo da facebook), ma la maggior parte dei lettori se ne sta stravaccata in poltrona con il fumetto in mano, e se alla fine della lettura è soddisfatto, disegnatore e sceneggiatore avranno fatto il loro lavoro, indipendentemente da chi siano e per la gioia della casa editrice. Ed il lettore, spesso, non conoscerà nemmeno i nomi di sceneggiatore e disegnatore, e non per ignoranza ma perchè non gli interessa saperlo: non è rilevante per quello che lui (il lettore) cerca in una storia.

    Il lettore medio non è stupido, ed è in grado di distinguere una buona storia da una ciofeca: ma non sta scrivendo una tesi su come si fa una sceneggiatura, vuole solo svagarsi. Quindi, certe "cadute" (vere o presunte) non gli interessano, o comunque non le considera rilevanti nell'ambito complessivo della storia.

    Non è che la gente abbia abbandonato Tex per le nizzate (qualcuno sicuramente lo avrà fatto, ma in numeri limitati), ma perchè c'è stato un calo fisiologico che ha coinvolto (e continua a coinvolgere) l'intero mondo del fumetto. Sennò il calo ci sarebbe stato solo su Tex, e non sulle altre testate. Uscendo dall'ambito Bonelli, Topolino arrivò a vendere anche più di un milione di copie per certi numeri. Oggi credo viaggi intorno alle 20-30.000 copie, probabilmente pure meno. E qui le politiche di marketing della Bonelli o Nizzi non c'entrano nulla.

    Poi, dire che Nizzi abbia scacciato tutti quelli che ragionano sulle storie (la "selezione particolare"), IMHO è abbastanza offensivo per la stragrande maggioranza degli attuali lettori della testata, che così appaiono come una banda di ingenui incapaci di riconoscere una buona storia e che in sostanza continuano per inerzia a comprare un fumetto, incuranti dei contenuti. Può essere una tua opinione, che hai tutto il diritto di avere e che rispetto, ma che ma non condivido. E comunque eviterei una simile generalizzazione.

    Da "Poi" fino a "generalizzazione" è da applausi e concordo al 100% 😁

  14. Allora...Finito di leggere ora questo bel malloppo e ne darò la mia analisi (poi leggerò gli altri commenti).

    Peccato veramente perché fino a pagina 120/130 la storia intrigava. C'è una congiura politica, ci sono i 4 pards che si dividono i compiti, c'è qualche siparietto. Poi dopo ho notato una serie di sbavature (e io sono un lettore molto distratto).

    Spoiler spoiler spoiler 

     Partiamo dalla tipica cena finale per festeggiare la riuscita della missione. Ad un certo punto lo sceriffo vecchiarello di Flagstaff sparisce e resta solo quello di Gallup. Boh.

    Poi ad un certo punto(pagina 175) Griffith, che ormai deve solo far uccidere Parker, dice di non sapere dove si trovi. Però a pagina 75 Boyd gli dice che Parker è nel suo ranch. Possibile che in 100 pagine Griffith non faccia una benemerita mazza per chiudere il piano?

    Queste cose mi hanno dato fastidio. Mi sto Diablerizzando? 🤔

    Al netto degli errori di Carson (lui e MacParland si fanno "sfuggire" Boyd, o nella stalla quando devono liberare Parker si fa scoprire e addirittura spara) la storia ad un certo punto si riempie di militari (Jules che avvisa Tex e poi sparisce), il pallone gonfiato Grossman e il generale Braystone (senza dimenticare di citare il generale Davis).

    Nizzi mi sembra che sia partito da un'idea poi ha volute mettere dentro un po' tutto (anche i vecchi segnali di fumo) ma ad un certo punto ha perso i fili della trama e dei comportamenti.

    Passando dal lato dei disegni quelli di Alessandrini non mi hanno entusiasmato però neppure mi hanno infastidito. Ha un suo stile.

    Comunque peccato per questa storia che stava nascendo bene ma poi secondo me si è persa.

    Il 7/4/2023 at 11:53, valerio dice:

    Letto un pò in fretta, ad ogni modo mi pare che ci siano sia i pregi che i difetti soliti di Nizzi.

    Partiamo dai difetti e direi che sono difetti di sceneggiatura, nel senso che, come spesso accade, i nostri si ritrovano a risolvere quasi ogni situazione per botte di fortuna, suggerimenti e cose del genere, tra cui la più ridicola di tutte è il tipo che in pratica confessa tutto mentre dorme, perchè parla nel sonno, e la prostituta che sta con lui va a spifferare tutto a Tex. Davvero eccessivo. Ma quasi tutto è dominato dalla fortuna e dal caso, compreso il ritrovamento di Parker, il salvataggio di Kit da parte di quel vecchietto simpatico eccetera.

    Quindi sceneggiatura che, pur essendo anche lodevolmente articolata, fa uso delle solite scappatoie.

     

    I pregi sono nei dialoghi e nella caratterizzazione dei pards (parzialmente squalificata, però, appunto dalle scorciatoie che Nizzi sceglie).

    Dialoghi divertenti e anche abbastanza frizzanti e un Tex che, un pò come accadeva ai vecchi tempi, spazzola i cattivi e anche i gallonati senza troppi complimenti.

    Divertentissima l'incursione dal padrone della banca pestato come un tappeto e Tex che bussa alla sua porta usando...la testa del suo segretario:D. Ecco, queste sono cose da vecchio Nizzi.

    Ma, ripeto, la sceneggiatura si avvale troppo di scorciatoie e posso solo dare una sufficienza, strappata proprio per queste scene divertenti e vecchio stile, che comunque fanno un gran piacere, lo ammetto.

    Disegni buoni, anche se visi un pò squadrati e certamente Alessandrini ha un tratto molto peculiare che può anche non piacere.

     

    Bravo Valerio. Ci sono cose gustose del vecchio Nizzi poi le scorciatoie ma anche dei fili e dei comportamenti di alcuni personaggi che lasciano perplessi.

    Il 9/4/2023 at 19:12, Leo dice:

    Le congiure, Nizzi le sa proprio fare, si muove bene tra politicanti, intrallazzatori e militari corrotti. Da Le rapide del Red River a La Congiura, da Fiamme sull'Arizona a Attentato a Santa Fe, dalla splendida saga messicana a Gli Uomini che uccisero Lincoln, lo sceneggiatore modenese dimostra sempre di avere la penna felice, quando coinvolge Tex in simili trame.

     

    Certo, La grande congiura non è esente da pecche. I colpi di fortuna si sprecano, alcune situazioni sono tiratissime, come quella del bandito che parla nel sonno. Tecnicamente non sarà la sua migliore sceneggiatura, ma è una storia divertente, briosa, con alcuni momenti semplicemente spassosi. Con i quattro pards che si dividono (Kit e Tiger da un lato, Tex e Carson dall'altro, poi anche questi ultimi due sono costretti dalle circostanze a dividersi), c'è praticamente spazio - e in qualche misura gloria - per tutti. A leggere queste pagine, sembra di respirare la fragranza, la freschezza, di certi Nizzi d'antan, quando l'autore di Fiumalbo era al vertice della sua vena artistica. E fatemi dire che quando una storia fila liscia così, quando dimostra una frizzantezza e così tante "bollicine" - sorprendenti se si pensa all'età anagrafica di chi ha scritto l'avventura in questione - beh, un po' me ne infischio di alcune situazioni border line, di alcuni snodi sui quali Nizzi avrebbe potuto impegnarsi di più. Mi ha divertito, e tanto mi basta, e lo ha fatto con una storia piena zeppa di suoi "déjà vu", con una sceneggiatura talmente trita e ritrita da essere quasi oltraggiosa, tanto che non mi capacito come una variante di una trama così abusata possa ancora farmi passare un'ora e mezza di appagamento.

     

    Sono forse diventato io più di bocca buona? Stanco dai mille impegni quotidiani, spengo il cervello e leggo col pilota automatico?  Sono domande che mi pongo un po', da quando mi accorgo di essere un po' più pigro, come lettore, e meno pignolo. Ma è solo la mia pigrizia, solo la mia stanchezza, a farmi appassionare a una trama vecchia e stravecchia? O è l'abilità dell'ottuagenario sceneggiatore, a consentirmi di procurarmi del sano divertimento con una trama old style così ben condita di siparietti divertenti, di bei dialoghi, di tanta azione resa in maniera appassionante?

     

    La verità è che gli ultimi due maxi di Nizzi mi sono davvero piaciuti. Non capisco i tre alla sceneggiatura, opinioni naturalmente ma per me incomprensibili, limite mio. Condivido chi ne vede i difetti, tanti, ma non tali da guastarmi il piacere di una lettura fresca, dissetante. Ed è da qui che vedo che Borden ci aveva visto giusto, a richiamare questo veterano che in passato ce ne ha fatte vedere di tutti i colori. Ha quasi ammazzato Tex, nella fascia post 500, e il suo arruolamento mi aveva fatto pensare a un Boselli alla canna del gas. E invece Mauro ci aveva visto giusto: non aveva, purtroppo, previsto le bizze di una persona incontenibile, incontenibile anche nel fatto di parlare a sproposito. Questo è stato il vero peccato di Borden, questo il vero limite di Nizzi. Ma come autore, a quest'età è ancora un vecchio leone. Peccato, davvero.

    Di solito concordo con te e fino ad un certo punto me la stavo godendo poi certe "domande" me le ponevo? Ho iniziato a tornare indietro nella lettura, a controllare alcune cose, a notare le troppe sbavatura o i fili che non riuscivo a capire. Peccato perché per quasi metà Maxi ero stato catturato. 

    Il 9/4/2023 at 20:02, Juan Ortega dice:

    Che bravo @Leo !:clapping:

    Non è solo un commento alla storia in questione ma un bel ritratto dell'autore di Fiumalbo o almeno di un aspetto del suo rapporto con Tex e, mi permetto di dire, anche con te stesso.

    Le sue bizze mi hanno sempre infastidito, sia nel passato più remoto (tipo l'intervista di anni fa da me postata) che in quello più recente (il pubblico attacco frontale a Boselli).

    Episodi inutili e francamente patetici.

    Ma come autore io continuerò a vedere il bicchiere mezzo pieno, per le tante belle storie che ci ha regalato, mettendo da parte invece quelle deludenti, che non sono poche.

    Non credo che stanchezza e pigrizia possano "ammorbidire" un giudizio; passare un'ora e mezza di appagamento come dici tu, oggi è tutt'altro che scontato per un fumetto, così come un libro o un film.

    A volte c'è voglia di capolavori, a volte di "semplici" letture rilassanti.

    Mi hai fatto venire voglia di acquistarlo: magari lo stroncherò con un bel 3 ma non me ne pentirò;)

    Anche io vedrò il bicchiere mezzo pieno con Nizzi. Però questa storia è dal lato mezzo vuoto (almeno per metà).

    Il 9/4/2023 at 21:30, Leo dice:

     

    Grazie Juan per l'apprezzamento :) . Non credo che lo stroncheresti con un 3, a mio parere non lo merita. Resta il fatto che la storia potresti anche disprezzarla, come accaduto a Poe, che non capisce come ci si possa accanire a far scrivere Tex a Nizzi.

     

    Circa il mio modo di essere lettore, mi rendo conto di essere effettivamente meno attento, leggo con maggiore velocità. Prima non ero così, davo molta importanza alla coerenza dei singoli snodi narrativi. Non voglio dire di essere radicalmente cambiato, ma leggo con più... accondiscendenza, e non so questa mia nuova predisposizione da dove derivi.

     

    Certo, mi sembra ora di essere più vicino agli utenti di facebook, che prima criticavo per la superficialità di certi giudizi, che ai pards del forum. Da quello che leggo su FB, anche questa storia è piaciuta molto (e in questo senso continuo a credere che Borden non si accanisca a far scrivere Nizzi, ma abbia invece le sue ragioni), mentre qui leggo dissensi anche molto aspri. Continuo a ritenere che il forum sia frequentato da utenti mediamente più competenti e più attenti, e in questo senso più meritevoli di attenzione da parte mia. Però, certe stroncature, se pure mi paiono convincenti sul piano razionale e per la qualità con cui sono scritte, nel fondo del mio "inconscio" non mi convincono, perché io mi sono divertito, e tutti questi difetti - che ci sono - non mi sono parsi così gravi, non tali almeno da comminare a questa fatica nizziana una stroncatura netta. Non è un capolavoro, continuo a ritenere, ma assolve perfettamente al suo compito di divertire, proponendo un buon Tex. E' una storia senza "nemmeno una scintilla di fantasia", come dice Poe, ma proprio questo la rende ai miei occhi più attraente, perché nonostante proponga situazioni straviste, pure riesce ancora a divertirmi. E non diverte solo me, a giudicare ai commenti sui social. E credo si sia divertito anche Nizzi. 

    Eh sì Leo...Poi metti sul piatto della bilancia il "divertimento " e le sbavature per vedere il risultato della bilancia. Sul Forum concordo con te perché ci sono molti pards attenti, preparati ed esigenti. Io non credo di essere così però stavolta la mia bilancia è più esposta alle sbavature. 

    • +1 1
  15. Contiene SPOILER SPOILER...

     

     

    Allora...Ho fatto uno strappo alla regola leggendo il primo albo e non avendo la storia completa.

    Ero curioso...Perché andare a riprendere una vecchia storia di GLB (che ho letto da poco)? Storia carina che si basava molto sui dialoghi e dove qualche personaggio era riuscito altri mi erano sembrati ridicoli(El Tuerto).

    In questa Ruju si concentra su Sander, minatore galantuomo incastrato da un banchiere e dal suo tirapiedi con GLB, diventato nel frattempo sceriffo.

    Ad oggi Ruju non aggiunge niente. Riporta in vita il banchiere, fa assolvere il banchiere e al posto del Tuerto ci mette il fratello (Mandero) a dir poco dimenticabile.

    Mancano i dialoghi di GLB (quindi il sale di quella storia) e non ho capito il senso di questa. Vedremo nel secondo albo...

    Il 8/4/2023 at 21:31, Diablero dice:

    Non penso che sarò in grado di dare un giudizio obbiettivo su questa storia. Anche se ci sono parti che mi sono piaciute, e Ruju almeno per ora riesce a non ricadere nei soliti difetti. Ma la storia mi ha preso male da subito, proprio per il suo soggetto (sorry, Barbanera), quindi non è una questione di sceneggiatura e disegni: per me questa è una storia "sbagliata" già dall'idea di base.

     

    Però qui devo usare il tag "spoiler"

     

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    La storia è un po' troppo un "remake" (lo stesso boss, lo stesso tirapiedi, la stessa vittima a cui fanno la stessa cosa - accusato di un crimine anche se innocente - persino gli Apaches tornano, e guidati dal fratello dell'unico "cattivo" che era stato mostrato come sicuramente deceduto in scena. Già che c'erano potevano dire che era suo fratello gemello e dargli una benda sull'occhio... ). Un buon seguito dovrebbe prendere come premesse il finale della storia precedente e sviluppare su quelle, NON annullarle (il morto non è morto, il condannano non è condannato, gli apaches sono andati via ma comunque ne arrivano degli altri) per ripartire dal punto di partenza....

    Ma non è questo il problema principale. Se fosse solo quello mi avrebbe solo fatto sorridere, ci avrei fatto qualche battuta, e poi avrei giudicato la storia. Il problema è la CONSEGUENZA della scelta di "annullare" la storia precedente e ritornare al punto di partenza.

    Se accettiamo questa storia come "in canone", significa che la storia "taglia di 2000 dollari" di GL Bonelli in realtà ha questo finale:

    1) Il boss, responsabile di un sacco di morti e di prepotenze, se la cava senza un graffio. Perde gran parte del suo denaro ma ne rimane abbastanza da renderlo comunque ricco e in pochissimi anni tornare a fare il banchiere. Continua a vivere nel lusso mentre le sue vittime sono sottoterra.

    2) Il capo dei tirapiedi, ladro e assassino, si fa beffe della sicurezza di Tex, con qualche testimone prezzolato la fa franca facendo marameo alla sua vittima sconfitta, mentre Tex se ne va in giro per i fatti suoi ignaro di tutto.

    Significa dire, retroattivamente, che non solo TEX HA PERSO, ma che i principali colpevoli l'hanno fregato (uno riuscendo a scappargli da sotto il naso, l'altro rendendo inutili tutte le "prove" di Tex) e se la sono spassata per (come minimo) 6 anni.

    E questo, scusate ma non lo accetto. Questo è andare a pasticciare le storie di GL Bonelli con le dita sporche di marmellata

    Molto raramente i nemici di Tex delle storie di GL Bonelli tornavano. Ricordo solo Mefisto, Yama, Proteus e Brennan e Teller. I primi 3 sono nemici "super" molto particolari, gli ultimi due tornano in una storia particolarissima che racconta il colpo peggiore che Tex abbia mai subito, dove "perde" ben altro che un caso giudiziario. Ma nelle altre storie, SE TEX FA GIUSTIZIA, TEX FA GIUSTIZIA.

    E il minare questa certezza è uno dei motivi per cui la mania dei ritorni, che ha già fatto danni notevoli in Zagor (aveva ragione Sergio Bonelli a proibire i ritorni dei suoi personaggi...), è pericolosa anche per Tex.

    Ma anche se i "ritorni" comportano spesso questo rischio, si può comunque mitigare, far tornare il nemico dopo un evasione, o comunque in maniera che non "annulli" la prima storia. Qui in questa storia invece ci si sono buttati a pesce. La "vittoria" di Tex viene totalmente azzerata, è una vittoria illusoria con Tex se ne va via alla fine senza capire niente e alle sue spalle tutto torna come prima. Con i "cattivi" che ridono.

    E non capisco. Barbanera aveva detto nel thread sulla storia originale che era una storia che amava, che aveva anche un significato personale. E non ti sei accorto che la stavi distruggendo? Io le storie che amo le vorrei PROTEGGERE. Quando hanno annunciato il seguito e i prequel di Watchmen li avrei strangolati e per me quelle storie non esistono. Se mi fanno un seguito di "massacro" dove Fraser si è salvato, giuro che prendo il treno e faccio una scena in via Buonarroti che Neo che entra alla centrale di polizia in Matrix insieme a Trinity al confronto è una scena pacifica e tranquilla. Non capisco, davvero la mentalità di qualcuno che dice "come amo questa storia. Sovvertiamone il finale rovesciandolo, dai!"

     

     

    Per questo non posso giudicare serenamente questa storia. Perché per me, questa storia non esiste. Non è mai esistita. Preferisco conservare intatta la storia originale.

     

     

    Concordo sulla parte del remake. A me quello ha dato più fastidio. Stessa situazione. Annullare la storia precedente? Visione "estrema" che non mi ha disturbato però non ho capito il motivo di questa storia. Cosa sta dando di gustoso? Vedremo il secondo albo...

  16. Allora...Storia abbastanza semplice e classica. Il ricco banchiere, il suo scagnozzo principale, più un gruppetto di tirapiedi. Tex e Carson che inquadrano subito il poveraccio di turno (Sander) e lo aiutano. Alcuni personaggi riusciti (lo sceriffo pavido ma soprattutto corrotto), alcuni usciti maluccio(El tuerto è ridicolo), altri stereotipati. Kit Willer inutile, Tiger un po' sprovveduto, Tex e Carson sul pezzo. Dialoghi asciutti ed godibili (anche se GLB ha scritto di meglio), disegni di Nicolò essenziali e ben calibrati.

    Ho letto molto di meglio di GLB (ma anche di Nizzi ad esempio senza parlare del Bos) però la storia è da 6,5 per me e ti tiene (poi ogni tanto GLB ci metteva la mano Divina, a memoria almeno in 4/5 storie e mi mantengo basso).

    Certo che se penso a el tuerto però un po' mi cadono le braccia...Se lo avessero scritto altri autori sai che filippiche🙄

  17. <span style="color:red">31 minuti fa</span>, Angelo1961 dice:

    Infatti. Boselli ha riposto e  non servirebbe che poi ognuno dia la propria opinione sui film. E guarda che te lo dico non per polemizzare, ma solo perchè quelli come me sperano sempre ci sia una novità o un chiarimento su Tex, non altro, pur legittimo. Però mi pare una questione di lana caprina. In un forum su Tex, mi pare logico che un topic di domande a Boselli sia stato ideato per fargli domande su Tex... :D

    Mmm...La mia domanda su quel film specifico era perché è un film ambientato in Irlanda e sapendo della passione del Bos (Gli Invincibili) ero curioso. Detto questo la sezione per discutere di cinema non è questa. Magari nell' Angolo del Bibliomane ad esempio.

    😉

    <span style="color:red">3 ore fa</span>, Letizia dice:

    Quando lo guardi al cinema, in quale fila (a quale distanza dallo schermo) ti siedi?

    Perché guardarlo dall'ultima fila è come ristampare un cartonato francese in formato manga.

     

    La sezione non si intitola "Domande a Mauro Boselli sull'argomento Tex Willer".

    E' stato chiesto al Bos un parere su un film.

    Credo che sia legittimo anche per altri esprimere un parere personale.

    Se poi il Bos o gli amministratori del sito ritengono questi commenti inadeguati, possono sempre intervenire. 

    Sì..Il Bos ma soprattutto gli amministratori se ritenessero il tutto troppo off topic interverrebbero.

    👌

  18. Il 29/3/2023 at 22:46, Condor senza meta dice:

    Ognitalvolta che giunge la notizia di un lutto nel mondo del fumetto, la prima sensazione spiacevole che mi viene in mente è quella che mai più avrò la possibilità di rivedere tra le pagine del mio albo preferito, quella cifra artistica e stilistica che mi ha accompagnato per anni e anni durante le letture. 

     

    Via via che si sono spenti titani del calibro di Galep, Letteri, Monti, Fusco, Giolitti, Ortiz (praticamente gran parte del gruppo storico di disegnatori), un senso di vuoto incolmabile ha investito i miei pensieri. E' vero che personalmente non ho mai conosciuto nessuno di questi grandi artisti, ma fluendo della loro arte è come se li avessi avuti accanto da sempre e le loro vignette hanno contribuito ad accompagnare la mia crescita e allietato le ore migliori della mia adolescenza.

     

    Anche adesso che ormai sono un uomo più maturo, queste tristi notizie mantengono lo stesso effetto melanconico del passato. 

    A maggior ragione quando a lasciarci è un autore che meritava tutta la mia stima, e Seijas era indubbiamente uno di questi.

    Un artista molto stiloso, dal tratto deciso e molto espressivo. Un giusto connubio fra classicità e linea più moderna. Non a caso lo definivo come una delle colonne portanti della "legione straniera" di autori texiani. 

     

    Esprimo tutto il mio cordoglio; ci rimarranno le sue grandi opere come ricordo, ma sapere che da domani il suo nome non potrà più apparire tra i crediti di una storia inedita, mi mette tanta tristezza. Una tristezza già provata in giorni recenti all'annuncio dell'addio di Piccatto, altro grande autore che con le sue vignette ha accompagnato la mia gioventù.  Purtroppo siamo tutte anime vaganti nel cerchio della vita. 

    Concordo con quello che hai scritto però questi artisti rivivranno ogni volta che rileggeremo una loro storia. 

  19. <span style="color:red">14 ore fa</span>, Grande Proteus dice:

    Ho ripreso a leggere Tex dopo un paio d'anni, questa storia non mi è piaciuta, piatta, scontata, non finiva più, peccato perché i disegni meritano, questo Freghieri non credo di averlo mai notato in passato, ma potrei sbagliare, comunque tanta roba. 

    Concordo sulla storia...

  20. Allora...Letta per la prima volta (non sapevo fosse di Nizzi) e mi ha catturato per tanti motivi : il giallo, i dialoghi, le riflessioni, i personaggi (dai cattivi Fracisco e Dolores fino allo sceriffo). Veramente una storia con i fiocchi. Nicolò molto bravo nelle espressioni.

    Esordio di Nizzi gustosissimo.

  21. Contiene SPOILER SPOILER SPOILER 

     

     

    Allora...Dopo la breve sul Color 10 del duo Burattini & Rubini sui Chupacabras questa doppia mi incuriosiva. Poi c'era El Morisco e quindi la pietanza sembrava gustosa. Alla fine globalmente è risultata un po' insipida. Detto che i nostri 4 pards logicamente si salveranno sempre sarebbe il caso però di metterli un  po' in difficoltà.

    Madera, i mescaleros, i chupacabras più la "sorpresa" finale non danno particolari grattacapi.

    La "sorpresa" finale è poi annacquata dalla telefonata umanizzazione residuale del dottore che "riconosce" la figlia.

    Non ho letto strafalcioni cioè i pards sono ben riconoscibili, Eusebio recita il solito personaggio menagramo e spaventato ma peccato per el Morisco. 

    L'egiziano dà il suo contributo a livello di "battute" tipiche però concretamente non combina nulla.

    Molto belli i disegni di Rubini che però non salvano la storia.

    Cioè è una storia da 5,5 da 6 meno.

    Peccato...Ora leggerò Burattini sulle Grandi Storie Bonelli...Vedremo 

    8 ore fa, valerio dice:

    Concordo con gran parte dei commenti che mi hanno preceduto.

    Il debutto di Burattini sulla regolare presenta un buon soggetto, un primo albo più che discreto, un secondo deludente, buoni spunti qua e là, nel complesso una sufficienza ma l'inizio e il soggetto facevano presagire di più.

    A quanto pare è il momento del magico e del misterioso su Tex, non ricordo altri periodi di concentrazione tale dell'elemento fantastico come questo. Ci si prova anche Burattini dopo il fallimento di Ruju e le prove alterne di Boselli e Manfredi degli ultimi tempi, e anche lui ottiene risultati interlocutori.

    Tuttavia non mi è dispiaciuto il modo di trattare i pards. A me pare che potenzialmente Burattini sappia scrivere Tex, ed è già cosa rara, però poi si perde nella sceneggiatura.

    P.S. di Zombie o simil Zombie non ne posso più...tanto più che quasi mai hanno funzionato nella storia della saga. Meglio i Chupacabras, anche se già visti.

    Bene i disegni, a mio avviso.

    Bravo Valerio...I pards li scrive bene. Scrive bene anche El Morisco ed Eusebio. Burattini si dimostra un ottimo studente di Tex e lo scrive in modo credibile (già è cosa buona ed un ottimo punto di partenza). Ma poi? La "ciccia " della storia? Un po' di tensione? La "sorpresa" degli pseudo vampiri? Nel secondo albo si è perso...O meglio non si è "acceso".

    Il 12/3/2023 at 17:30, Diablero dice:

    A parte le battute sulla vera e propria ossessione che ha Burattini per le "origini" di qualunque cosa (pure le origini del Going Going ha scritto, non so se mi spiego...), i problemi di questa storia sono quelli tipici purtroppo dell'ultimo Burattini: una sceneggiatura sciatta, svogliata e frettolosa, che spreca gli elementi interessanti della storia.

     

    Sull'ossessione di Burattini per le "origini", e in generale, per gli "spiegoni" si è già scritto tanto: una delle migliori storie burattiniane degli ultimi anni è il secondo "zagorone", dove riesce per gran parte della storia a creare tensione, dramma e mistero...  ma ad un certo punto, a metà storia, gli parte la logorrea e prende una tangente in cui racconta le "origini" di un gruppo di patrioti polacchi (e quindi le origini di un nemico storico di Zagor) che per diverse pagine ammazza ogni tensione. Poi si riprende nel finale, ma davvero dà l'impressione di un autore che, come un tossicodipendente, dopo cento pagine senza uno "spiegone" non ce la faceva proprio più e gli è scappata "l'origine", poi calmata la tossicodipendenza è ritornato alla storia principale.

     

    Qui si è abbastanza limitato rispetto al solito. Non ha raccontato per filo e per segno perchè l'alchimista è diventato alchimista e le origini dei suoi alambicchi. Ha conservato un minimo di mistero su che cavolo c'era nel laboratorio e cosa ha trasformato animali e persone. Ma comunque, se ci pensate, la trama della storia è "Tex arriva e scopre le origini dei Chupacabras". Era un "animale misterioso" ancora senza origini, la cosa evidentemente per Burattini era intollerabile, e ha fatto una storia basata sulla scoperta delle sue origini.

     

    Pensateci. Tex non è lì a salvare qualcuno. Non è lì per vendicare qualcuno. Nella trama principale, affronta mostri ma non sono mai un serio problema. Viene aggiunta una trama secondaria con banditi e indiani per metterci un "cattivo", ma alla fine anche questi più che combattere contro Tex combattono anche loro contro i mostri.  L'arco narrativo della storia e davvero "Tex scopre le origini dei Chupacabras".

     

    Una storia simile per funzionare deve costruire questa "scoperta" come un avventura, con tensione, emozioni, etc...  eppure la sceneggiatura è ultrapiatta. Tutti parlano nella stessa maniera (tutti hanno notato l'umorismo involontario nella scena in cui El Morisco e i pastori parlano fra di loro come dotti sapienti in una conferenza scientifica, possibile che non se ne sia accorto lui?)

     

    Di "carne al fuoco" ce n'è tanta, pure troppa: i Chupacabras, l'alchimista, i vampiri nel finale, l'arena, le grotte, il laboratorio, i banditi, gli indiani, i fratelli, ma tutto viene trattato in maniera piatta e frettolosa. Con il senno di poi si potrebbe dire che era meglio se ci metteva meno roba dedicandoci più tempo a ciascuna...

     

     

    Sì...Tensioni ed emozioni non pervenute. Un po' di difficoltà le creiamo ai nostri eroi? Neppure una camicia strappata da un artiglio?

    Il 12/3/2023 at 10:03, Leo dice:

    Tanto rumore per nulla. Scomodare El Morisco e i chupacabras per usarli in maniera fiacca, sprecando un soggetto che avrebbe meritato una sceneggiatura migliore. 

     

    È una brutta storia, questa "Mesa"? No. Soprattutto la prima parte, finché perdura un certo alone di mistero sui terribili segreti della Mesa e sui reali intenti dei due fratelli, intriga molto; poi, però, pur non cadendo in picchiata, la storia atterra lentamente, strozzando un decollo che di fatto non avviene mai. 

     

    Se a proporci una simile sceneggiatura fosse stato un autore esordiente, il mio giudizio sulla storia non sarebbe stato diverso, ma forse avrei visto del buono nel nuovo sceneggiatore, ci avrei visto potenzialità che andrebbero coltivate. Ma un Burattini? Cioè, una sorta di guest star, sceneggiatore principe e curatore di Zagor, autore di lungo corso? Che venga qui, alla sua prima volta sulla serie regolare, a proporci questo bel soggetto ma con una sceneggiatura che si adagia ingloriosamente verso terra, è a mio parere un passo falso, non all'altezza del nome sul tamburino. Tutti, al loro esordio, hanno probabilmente fatto meglio, da Faraci a Rauch, per non parlare di Berardi e Medda, o di Boselli e Nizzi, passando pure per Nolitta. Peccato.

    Concordo.

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