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TWF - Tex Willer Forum

Diablero

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Messaggi pubblicato da Diablero

  1. West10, a seguirti passo passo per spiegare "non ho detto questo, non ho detto quello, non intendevo questo, etc" ci divento matto, ho l'impressione che stai rispondendo senza manco leggere quello che scrivo, e quindi ci stiamo perdendo in mille rivoli perdendo completamente il senso della discussione.

     

    Torniamo al punto.

     

    Il punto originale che ho fatto, da cui sei partito per la tua deriva è:  i fumetti (Tex compreso) fanno parte del mercato dell'intrattenimento, e se la devono giocare con netflix, con gli smarphone, con le serie TV in streaming, NON CON LE PIZZE!!!!

     

    Dimmi, i tuoi figli, i loro amici, gli amici degli amici, e i milioni di giovani a nome di cui parli (mentre io evidentemente non ho più contatti con i giovani dal 1633...) passano tutta la giornata sullo smartphone...  o a mangiare pizze?

     

    (e no, non mi interessa capire come è possibile che dal mio discorso "se la devono giocare contro gli smartphone"  sei arrivato a pensare che secondo me non esistono gli smartphone...)

    • +1 1
  2. 2 minutes ago, West10 said:

    Punto primo: 300 è un refuso, o pensi veramente che autori come Manara tanto per citare un esempio vendono solo una cifra così misera di cartonati? Credi che la Mondadori si scomoderebbe per cifre di vendita così basse?  

     

    Manara è una di quelle pochissime eccezioni, che si contano sulle dita di una mano, che vende molto anche in Italia

     

    Tanto per fare un'altro esempio, un autore come Vittorio Giardino (che comunque è uno di quelli che vende più di 300 copie, che ti ho citato come cifra "tipica" per il settore, non certo come massimo per i best sellers) non trovava editori italiani. Gli dicevano di farsi pubblicare prima in Francia, poi loro compravano i diritti (spendendo molto meno). 

     

    La cifra di 300 copie me l'ha data direttamente un editore di cartonati, tempo fa, sconsolato per le scarse vendite di materiale che in Francia vendeva molto di più...

     

    O, per guardare le cose da un altro punto di vista, ti quoto un post su Facebook di Cantarelli di qualche tempo fa:

    a scanso di equivoci, ricordo che dei quasi 80 mila libri pubblicati dai quasi 5 mila editori italiani nel 2018... solo il 3% ha venduto più di cento copie e ben il 30% ne ha vendute meno di dieci: sì, avete letto bene! Tanto per capirci...

     

    I giornali fanno titoloni sulle 100.000 copie a volume di Zerocalcare, ma è Zerocalcare che è un vero e proprio fenomeno editoriale, le cifre di vendita tipiche sono molto più basse (ovvio che anche qui Tex fa storia a sè, e in generale tutti i volumi Bonelli immagino vendano di più... per il traino della serie da edicola. Se togli il traino delle serie da edicola, che succede?)

     

    12 minutes ago, West10 said:

    Punto secondo, mi sembri che ragioni da persona al cui centro dell'universo mette Tex. Non so tu ma guarda che buona parte dei lettori di Tex non sono Texmaniaci, (nel senso buono del termine) non frequentano forum, non si fanno tutte le domande che circolano qui, acquistano semplicemente un fumetto per passare un'ora di svago al mese e gli basta. I più comprano altri fumetti e/o altri libri e non sentono la necessità di avere tutto di Tex. Semplicemente preferiscono comprare altro. 

     

    Questa è una impressione tua su quello che penso che ha alcuna base nella realtà (anzi, SONO IO quello che ti sta ripetendo da mò, che Tex vive in un mercato di cui fanno parte altri tipi di svago, e che noi non siamo rappresentativi del tipico lettore di Tex), quindi al massimo ti posso rispondere di leggere meglio e con più attenzione i miei post, perchè mi pare che li leggi a rovescio.

     

    Su quello che fanno i tuoi figli, infine, non metto bocca, ma vorrei sottolineare che tu stesso dici che passano tutto il tempo sullo smartphone a consumare fiction. Sei tu che la consideri, a priori, una cosa che non ha nulla a che fare con il fumetto. Mentre invece è lo stesso identico bisogno di intrattenimento, storie, narrazioni che per noi era soddisfatto dal fumetto. Sono assolutamente cose in concorrenza, non è una mutazione genetica, i tuoi figli non sono (almeno credo) una razza aliena con bisogni alieni completamente diversi da quelli che avevamo noi.  Il fumetto non viene rifiutato perchè brutto, sporco, cattivo, vecchio o altri, ma semplicemente perchè non è più concorrenziale.

     

     

     

     

  3. 32 minutes ago, borden said:

    Quando lui ha cominciato, nei primi mesi, ho scritto le prime novanta circa, tutto Tucson e la parte iniziale sino a evasione completa e arrivo dei pards a Tucson, per dire,.

     

    Poi sono rimasto fermo, come lui, per sette-otto anni .Ho scritto in due riprese, a distanza di uno-due anni tra le due parti, la scena con gli Apaches, 

     

    Poi ho abbandonato le speranze.

     

    Nell'ultimo anno Villa si è ripreso e ho scritto la terza parte.

     

    Non avevo un soggetto, se vuoi ulteriori chiarimenti.

     

    Ciao! Cosa intendi dire con "non avevo un soggetto", scrivevi "a braccio" fidando di trovare un finale, o comunque avevi un idea generale delle trama? E se ce l'avevi, quanto è cambiata durante questi anni?

     

    E in generale, quando scrivi storie per Tex?

  4. 4 hours ago, Grande Tex said:

    non ha senso lamentarsi dei prezzi

    ieri ne ho parlato a un mio amico , che non legge fumetti bonelli, e si e' sorpreso che i tex costassero cosi' poco

    lui ogni tanto compra dei manga e quelli sono venti euro l' uno

     

     E infatti, i manga da venti euro l'uno vengono comprati da meno di mille persone, non da quasi duecentomila...  :rolleyes:

     

    Se vuoi che anche Tex venga letto da meno di mille persone, basta seguire quella strada...

     

    Anche il "modello francese", bisogna far notare una cosa: si basa sull'equivalente francese del Reddito di Cittadinanza. Cioè, la maggior parte dei fumettisti NON potrebbe campare facendo fumetti, quindi o lo fa come secondo (o terzo) lavoro, o ha bisogno dell'aiuto per i poveri...  (effettivamente, adesso che c'è anche da noi, potrebbe essere un aiuto per questo tipo di editoria. Prima non era ad armi pari, da decenni un fumettista francese fra una pubblicazione e l'altra non rischiava di fare la fame, mentre da noi se non avevano un altro lavoro o non volevano stare con i genitori o farsi mantenere dalla moglie, nessuno poteva campare facendo quel tipo di fumetti tranne 3-4 fenomeni...

     

    (Il "modello francese" si basa soprattutto sul pagare gli autori a percentuale, per quello l'editore può permettersi di pubblicare tanti albi, se non vendono, quello che rischia di più è l'autore. Questo, oltre ovviamente ad avere molti, molti, molti più acquirenti di quei libri di noi, in Italia tipicamente un cartonato vende meno di 300 copie, quelli Bonelli probabilmente di più per il nome della casa editrice e il traino delle serie da edicola, ma non so quanto durerebbe questo traino senza le serie da edicola...)

    Nel caso italiano, il problema non sarebbe dunque solo quello di sopravvivere durante la realizzazione di un albo fino a che non ti arrivano le royalties, sarebbe anche quello che con i ricavati di un albo un autore non ci campa nemmeno fino ad iniziare il volume successivo..

     

    On 3/4/2020 at 8:35 AM, West10 said:

    Lo so, ma ci sta una grande differenza fra qualcuno e tutti. Negli anni settanta un bambino o un ragazzo che non leggeva fumetti era una mosca bianca oggi è vero il contrario.

    Bisogna rendersi conto che i gusti dei ragazzi di oggi sono cambiati. Sono attratti da altre forme di intrattenimento più immediate.

    D'altronde il discorso non vale solo per i fumetti. 

     

    Ma io non stavo parlando di "nuovi lettori",  se parlo di "finire lo spazio" e "costo del mantenere completa una collezione di Tex" è ovvio che parlo di vecchi lettori.

     

    E Tex è in una posizione abbastanza unica al riguardo: più di ogni altra testata, non ha tanto il problema di trovare lettori nuovi (per me molti li trova semplicemente per il traino dei vecchi lettori che iniziano alla lettura figli e nipoti), quanto quello di conservare un numero di lettori già abnorme, eccezionale, unico, e non più ottenibile da nessuno.

     

    Il problema è che non so se la nuova Bonelli vede questo numero di lettori come un patrimonio da tutelare o una mucca da spremere... (un po' tutti e due probabilmente visto che a decidere sono tanti, con idee immagino diverse...)

     

    Ma, alla fine, perchè un lettore che ha comprato Tex per quarant'anni dovrebbe smettere?  A parte quelli che ad un certo punto semplicemente muoiono di vecchiaia, che spero non siano tantissimi, chi compra una serie per anni smette per una combinazione di questi fattori:

    1) si è stufato lui (ma questo accade di solito dopo pochi anni, non dopo quarant'anni...)

    2) Il fumetto è cambiato e non lo riconosce più (questa personalmente è la motivazione più frequente per me, anche perchè il 99,99% delle volte diventano blandi e generici)

    3) Costa troppo

    4) Non ha spazio dove tenerli (e questa sta ultimamente diventano un fattore sempre più importante anche per me)

     

    Agiscono in combinazione, ovvio che il prezzo conta più o meno in base a quanti ti piace il fumetto (per il texone di Villa ho pagato senza problemi 30 euro, per il Maxi di Mignacco e Cossu sono stato indeciso per una cifra molto minore), ma è ovvio che più aumenti il prezzo, più aumenti il numero di volumi da sistemare in libreria, più fai fare storie ad autori meno adatti, più fai "pressione" agli attuali acquirenti perché smettano.

     

    Nessuno smette per problemi di spazio? Chiedilo a Virgin (e io ne conosco tanti, fuori dal forum, che hanno smesso per quello). Nessuno qui smette per i soldi? Ma qui siamo fra gente che pensa che Tex è tanto "importante" da dedicargli tempo a scrivere in un forum, ovvio che non siamo rappresentativi. Quello che smette per la spesa è quella parte che già adesso è lì lì indecisa.

     

    Un dato per me è MOLTO preoccupante da questo punto di vista: circa metà degli acquirenti, credo (in base alle cifre che giravano tempo fa, non conosco quelle attuali) compra SOLO LA SERIE REGOLARE.  Non compra nemmeno il Texone. Non compra la serie Tex Willer, nonostante la sua qualità.

     

    Perchè lasciano lì quei Tex in edicola? Forse non hanno abbastanza soldi per seguire tutte le serie e hanno deciso di limitarsi a quella regolare. Forse non hanno abbastanza spazio per tutta quella carta. Forse leggere altre storie di Tex non gli interessa proprio, e stanno solo mantenendo completa una vecchia collezione che hanno iniziato da bambini. Forse non li leggono nemmeno più. Probabilmente è una combinazione di diversi di questi fattori.

     

    Non è rischioso andare a "spremere" di più lettori in bilico come questi? E sono davvero tanti, di sicuro molti più di quelli che il maxi se lo comprano...

     

    Riguardo invece ai giovani, quello è un problema più complesso che riguarda tutta l'editoria e non solo  fumettistica, anche se comunque è sempre un problema di concorrenza. Dicono che i giovani oggi non leggono? I giovani oggi leggono MOLTO PIÙ DI NOI, io fra un Tex e l'altro non avevo niente da leggere, mi rileggevo ossessivamente i vecchi, i libri che avevo in casa li avrò riletti venti volte, per leggere qualcosa mi leggevo le istruzioni della lavatrice e quando arrivava il libro di lettura della scuola me lo finivo prima ancora che iniziassero le lezioni...  ma appunto per questi problemi a trovare materiale da leggere, io, così come quasi tutti gli altri - quelli non nati in una casa con già migliaia di libri - alla fine di MATERIALE NUOVO non leggevo poi tanto ogni mese.

     

    Oggi i giovani li trovi con il naso incollato allo smartphone tutto il giorno. A fare cosa? A LEGGERE. (e a vedersi video o film che è comunque fiction, e fa parte della concorrenza)

     

    Se i "giovani" non comprano più i fumetti, non è per una maledizione della Dea Kalì o perchè sono cambiati geneticamente. È perchè, nel mercato attuale dell'intrattenimento, trovano film e telefilm a MIGLIAIA gratis, e roba da leggere infinita. È comunque sempre un problema di prezzi e facilità d'accesso.

    • +1 2
  5. 2 minutes ago, borden said:

    Accidenti, mi tocca tagliare una decina di pagine!

     

     

     

    Visto che la Bonelli ultimamente sembra voler imitare molto l'editoria fumetti americana, faccio notare che là alcuni editori pubblicano lo stesso fumetto in doppia versione, "censurata" e "per adulti"...  B)

  6. 1 hour ago, Letizia said:

    Al di là della gestione poco felice del Texone di Villa sulla quale ho già dato il mio parere e al di là del numero e della qualità delle testate di Tex, vorrei esprimere la mia personalissima opinione sul prezzo degli albi di Tex.

    Il primo albo di Tex a striscia "Il totem misterioso" uscito nel 1948 costava 15 lire e contava 36 pagine, di cui 4 di copertina: pagine di storia 32, ognuna di 3 vignette.

    Facendo un po' di proporzioni con il Tex mensile ultimo uscito, ci vogliono circa 10 Tex a striscia del 1948 per fare un Tex mensile del 2020.

    Calcolatrice alla mano (senza non so fare neanche un'addizione, figurarsi una moltiplicazione), se Tex fosse uscito nel 1948 con il formato del 2020, sarebbe costato, vediamo un po', circa 150 lire.

    Mio nonno racconta che un gelato allora costava 10 lire e quindi, sempre grazie alla mia calcolatrice, il prezzo di un Tex con tale formato sarebbe costato come 15 gelati.

    Quanto costa ora un gelato?

    Beh, dipende: ce ne sono da € 1, 2, 3 e anche 1,5 e 2,5 ecc. ecc. ecc.

    Vogliamo fare una media di 2 euro?

    La mamma compra 15 gelati; ogni gelato costa 2 euro; quanto spende in tutto la mamma?

    Mamma mia, aiutatemi voi!

    Come dite, 30 euro?

    Non vorrete mica insinuare che ora un Tex mensile dovrebbe costare 30 euro?

    E poi, dai, lo sanno tutti che i prezzi di una volta erano esagerati e che ora un televisore medio non costa certo quanto 3 stipendi, che era il prezzo di un TV negli anni 60 del secolo scorso.

    Considerazione finale.

    Poveri bambini del dopoguerra, a quanti gelati dovevano rinunciare per leggere una storia di Tex (per non parlare di tutte le altre rinunce).

    Riteniamoci fortunati, Tex per noi è quasi regalato! :P

     

    Un ragionamento sbagliato posta, correttamente e logicamente, a conclusioni farlocche.

     

    Quindi, se si cerca una conclusione farlocca, basta fare il ragionamento sbagliato... "giusto", quello che dà il risultato che si vuole. Non importa quanto sia insensato il comparare qualcosa che leggi da solo in casa con qualcosa che mangi quando esci con gli amici. Seguendo questo metodo, possiamo paragonare i fumetti al prezzo dei televisore (cioè un oggetto che compri una volta ogni tot anni) e ricavare che adesso costano un casino (oggi, un televisore come quello che una volta costava uno stipendio mensile da impiegato, costa come 10 albi di Tex. O meglio, per comprare dieci albi di Tex spendi come per comprarti un televisore. Nel 1948 dieci strisce costavano come un televisore?

     

    Anche il confrontare i dati del 1948 (quanto era appena finita la guerra, la carta costava un casino e ci si era inventati il formato a striscia per risparmiarla) e Tex VENDEVA MOLTO MENO DI ADESSO (il vero boom non è iniziato che negli anni 60, quando per la prima volta una buona percentuale di bambini ha proseguito a leggere i fumetti anche da adulti, cosa quasi impensabile prima, negli anni 40 i fumetti non vendevano mica poi tanto...)

     

    Un confronto sensato invece è quello già fatto prima (ma solo per il prezzo di un singolo albo) fra il prezzo dei fumetti e le paghe.  Io ho un dato: nell'estate del 1984, per contribuire a pagarmi gli studi all'università, mi ero trovato un lavoro stagionale, in uno zuccherificio. La mia busta paga mensile era, netta, di 1.270.000 lire (era una buona paga, e infatti tantissimi se non erano figli di ricchi facevano lavori stagionali... oggi danno una miseria e poi dicono che "i giovani non hanno più voglia di lavorare"...   bah!). Tex nell'estate del 1984 costava 1.000 lire. Quindi la mia paga corrispondeva a 1270 Tex.

     

    Quindi, se oggi Tex costa 3,90 Euro, uno stagionale dovrebbe guadagnare...  5.000 Euro al mese?

     

    Se facciamo il conto della spesa mensile media (13,33 euro) uno stagionale dovrebbe guadagnare...  17.000 Euro al mese?

     

    Possiamo raccontarci tutte le fregnacce che vogliamo, paragonando i fumetti alla liquirizia, alle carrube, ai gelsomini, per nasconderci la verità, che i fumetti oggi costano, in rapporto alle paghe, molto più che negli anni 80. Ma non cambia il risultato finale: che io, studente che lavorava solo pochi  mesi d'estate, e che aveva una vista sociale relativamente normale per l'epoca (discoteca due volte alla settimana, cinema, benzina per la mia auto di proprietà, pizzeria, etc.) potevo comunque permettermi di comprare regolarmente non solo quasi tutte le serie regolari Bonelli (credo che all'epoca saltassi giusto il piccolo ranger...), ma quasi tutte le riviste "d'autore" e un sacco di altri fumetti.

     

    Oggi, per comprare la quantità di fumetti che compravo io allora, non basterebbe probabilmente quello che guadagna uno stagionale. All'epoca era una spesa quasi trascurabile.

     

    Ma anche il paragone con gli stipendi, anche se fa capire QUANTO i fumetti siano passati da "passatempo popolare ed economico" a "costoso hobby per appassionati", non dice tutto. Non spiega per esempio perchè i giovani non li comprino più, invece magari di comprarne "solo" di meno.

     

    La concorrenza per i fumetti non è la Pizza. Solo un folle (o uno che cerca di fare ragionamenti sbagliati per giungere a conclusioni farlocche, come temo faccia chi scrive i comunicati Bonelli) potrebbe pensare che qualcuno, quando gli amici e la ragazza escono per andare in pizzeria, possa dire "mmm... no, sto a casa stasera, che domani esce Tex, Mario puoi accompagnare tu la mia fidanzata in pizzeria e poi a casa?".

     

    Il fumetto è una forma di INTRATTENIMENTO e come tale, se la gioca nel mercato dell'intrattenimento. La sua concorrenza non è la pizza. La sua vera concorrenza ormai è la TV, internet, Netflix, i videogiochi, etc.

     

    Un abbonamento base a Netflix costa 7,99 Euro al mese. Cosa hai in cambio? Oh, una roba da niente...  1400 serie TV ciascuna composta da più stagioni ciascuna dei quali composta da più episodi) e 2600 film

     

    E Tex? Seguire Tex COSTA QUASI IL DOPPIO, se vuoi tutti gli inediti. Il doppio rispetto a 1400 serie TV e 2600 film...

     

    Capite quanto sia FOLLE continuare a dire "oh, i fumetti costano ancora pochissimo, comprateli perchè costano davvero poco, meno di una pizza?" È come aprire una fabbrica di elettrodomestici a Roma, venderli al doppio del leader di mercato, e come pubblicità dire "confrontate i nostri prezzi con quelli dei cinesi!  Siamo sicuri che vedrete quanto siamo convenienti"...

     

    Ma temo che non solo il fandom italiano, ma purtroppo pure molti autori, vivano ormai in una "bolla" tutta loro, senza più contatti con questo mercato (tempo fa sentivo un autore Bonelli vantarsi di non guardare mai le nuove serie TV americane, tipo Trono di Spade, Breaking Bad, etc, e non capiva come mai la gente potesse preferirle rispetto ad un fumetto. Senza averle viste. Questo non è nemmeno nascondere la testa sotto la sabbia, e proprio seppellirsi completamente lasciando fuori solo il retro dei pantaloni per parcheggiare le biciclette...)

     

    La soluzione? A vedere le mosse degli editori italiani, pare che sia "dimezzano i lettori? E noi raddoppiamo i prezzi! Dimezzano ancora? E noi raddoppiamo le uscite! Tanto i nostri fumetti costano ancora pochissimo, basta che i nostri lettori tengano un giorno in garage il Ferrari ed escano con l'Audi e con il risparmio di benzina si pagano i fumetti..."

     

    I fumetti non costano più poco, e non costeranno mai più poco (a parte quelli online, che hanno problemi diversi, soprattutto il riuscire a farsi pagare...), è inutile cercare di venderli ancora come prodotto "che costa poco", poi è ovvio che i nuovi potenziali lettori ti schifano...

     

    Soluzioni? E le chiedete a me? Sono un lettore come gli altri, mica Archimede Pitagorico! :lol:

     

    Però, a livello personale, posso dire cosa spinge ME a leggere (e comprare) ancora Tex.  Il fatto che non lo trovo da nessuna altra parte. Quel tipo di avventure, con quei personaggi, con quei disegni e quelle storie, non le trovo su netflix, non le trovo online (anche per questo trovo che il fatto che il fumetto si sia buttato a pesce sul "linguaggio cinematografico" da Ken Parker in poi una cantonata pazzesca: invece di valorizzare quello che ti rende unico, imiti qualcuno che costa mille volte meno di te? Aveva senso negli anni 70 quando davano 2 film alla settimana in TV e il cinema costava molto più dei fumetti...)

     

    Per questo, compro anche il nuovo Tex Willer, pago e sono contentissimo.

     

    Altre serie Bonelli... le compravo, pagavo, e non le riconoscevo. Erano diventate "generiche" senza più le cose che mi avevano fatto appassionare. Quindi le ho mollate. Chissenefrega se costano più o meno di una pizza, se quel tempo lo passo meglio a guardarmi un film?

     

    Ed è questo il motivo, mi sono reso conto, perchè per me la collana di cartonati formato francese è stata una grossa delusione. Prima, avrei detto che era una buona idea. Avevo grandi aspettative. Ma i risultati per me sono stati molto deludenti. Con così poche pagine, con una narrazione così diversa, le storie non avevano più la "forma" di storie di Tex. Alla fine, in gran parte erano avventure western generiche. Anche se ci mettevi un altro al posto di Tex non cambiava molto. A quel punto mi compro un Blueberry, che nella collana della Gazzetta costa meno e ha un disegnatore abbastanza bravo...  :lol:

     

    Sempre personalmente, non mi piace quando mi vendono un prodotto inferiore ad un prezzo maggiorato. Per questo odio il Color e sono ogni volta indeciso sul mollarlo definitivamente o no (farmi pagare di più per storie sverniciate, bah...) e non mi piace per nulla la proliferazione di testate (farmi pare salate trecento pagine di Tex di Cossu? Grazie, eh, non è manco la spesa, è poi il doversele pure leggere quelle trecento pagine...)

     

    Cosa dovrebbe fare la Bonelli per tenermi come lettore? Quello che ha fatto con Tex Willer (anche 64 pagine vanno bene, se di quella qualità, e senza farmi pagare assurde sverniciate di pessimi colori), cioè puntate sulla qualità (sì, lo so, più facile dirlo che farlo, immagino che tutti gli autori siano sicurissimi che quello che fanno è di qualità...) e non sulla quantità (perchè dovrei comprarmi un maxi Zagor di Cassaro? Perchè secondo te "costa meno di una pizza?"), o peggio ancora, su squallide speculazioni  o sul presunto effetto "nobilitante" di copertine cartonate in edizioni di lusso per roba che già non si vede in edicola (il lusso va bene per contenuti che lo meritano, tipo il Texone di Villa, altrimenti è come dare rossetto e fondotinta ad un maiale, comunque non diventa una bella ragazza...)

     

    E invece, la mia impressione, almeno da fuori, è che la Bonelli stia puntando decisamente sulla quantità, e abbia smesso di limitare i prezzi, (tanto "i fumetti costano poco..."). Perdendomi come lettore (come dicevo, attualmente di regolare prendo solo i Tex, anche se alla fine fra special miniserie e albi una tantum continuo a comprarne parecchi. Ma sempre meno, anno dopo anno)

     

     

     

     

     

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  7. 22 hours ago, navajo warrior said:

    l simpatico sergente Murchison, capo delle guardie carcerarie, suona la sveglia ai detenuti, con vigorose randellate sulle sbarre delle celle. Una bella prospettiva li attende, la solita giornata a spaccare pietre nel campo di lavoro. I detenuti sembrano sbigottitti, tra un ‘!’ e un ‘?’, come se fosse una novità. Immagino il fetore lì dentro, tutti a dormire sotto le coperte con gli stracci d’ordinanza che indossano di giorno, e nessuno che mette le scarpe, come se le avessero portate a letto...

     

    Non esageriamo, nella prima pagina si vedono i forzati che si mettono a sedere sulle brande (senza inquadrare i piedi), NON che balzano subito fuori dalla cella, nella seconda Decker è GIÀ fuori dalla cella, è ovvio che è passato del tempo, tempo sufficiente per infilarsi le scarpe...  :lol:

     

    Su Tex che spiega continuamente tutto a Carson, avevo già citato il fatto che Rauch tramite i dialoghi spiega la stessa cosa più volte. Anche se lo fa "abbastanza" bene, la necessità di spiegazioni ripetute come queste è un annosa questione. Da una parte appesantiscono la lettura, fanno sembrare Tex pedante e Carson scemo, dall'altra, se non spieghi una cosa MINIMO tre volte, poi sui social trovi i post della gente che chiaramente non ha capito una mazza.

     

    La mia opinione? Che troppi autori Bonelli (non il bos, per fortuna, e infatti viene criticato per le storie "troppo difficili") si preoccupano troppo delle critiche sui social sui "buchi di trama" (presunti) e cercano di evitarle spiegando troppo, e dovrebbero invece preoccuparsi di più di fare storie appassionanti. Non importa quante volte spieghi una cosa, ci sarà SEMPRE qualcuno che non la capisce (principalmente, perchè in realtà non siamo creature razionali, se ci mettiamo in testa un idea poi alteriamo la nostra percezione della realtà per confermarla, e farlo con un fumetto dove siamo noi in realtà ad immaginare gli eventi basandoci su qualche segno su una pagina, è facilissimo), quindi cercare di spiegare tutto più volte per far sì che nessuno possa non capire è una follia, annoi la maggior parte dei lettori e comunque quelli che non capiscono non li puoi eliminare.

     

    D'altra parta, io mi ricordo che da bambino trovavo affascinanti le storie in cui non capivo tutto. Leggendo i primissimi albi Marvel ero affascinato dai riferimenti a personaggi che non conoscevo e a storie che non avevo letto. E credo fossero emozioni condivise dalla maggior parte dei lettori dell'epoca (d'altronde, cos'è più interessante e affascinate, un mistero o la sua soluzione? Vedere il finale del Trono di Spade per una dimostrazione plateale...). E non è un caso che uno dei miei  "cattivi"  preferiti su Tex sia Mitla, di cui non ci viene mai spiegato NULLA, non sappiamo nemmeno perchè voglia vendicarsi, cosa gli sia successo, chi sia, da dove viene, nulla. (e spero che rimanga così, se uno sceneggiatore di Tex mai avrà la balzana idea di andarci a spiegare le sue "origini" lo vado a cercare una notte di luna piena...)

     

    La fiction che consumiamo negli ultimi decenni è stata molto banalizzata, tutto deve essere spiegato nei minimi dettagli (non solo i fumetti, penso soprattutto alla TV, dove per esempio negli adattamenti dei cartoni animati giapponesi per Mediaset c'erano indicazioni di eliminare dai dialoghi tutti i "se" e i dubbi o le incertezze, affinché lo spettatore non dovesse mai avere dubbi o porsi domande), e quindi può anche essere che un pubblico abituato ad avere tutto spiegato subito adesso non sopporti di non sapere. Può essere. Ma non credo che sia così. Non si spiegherebbe il successo di storie basate su misteri non spiegati per anni, tipo il già citato Trono di Spade o Harry Potter. Credo invece che siano i social a spingerci a fare i puntigliosi maestrini dalla penna rossa, sempre in cerca di qualcosa da indicare come "errore" per far vedere che siamo più intelligenti degli altri.

    Ma poi, alla fine, credo che anche quello che poi riempie i social di liste di "non ha spiegato questo, non ha spiegato quello", in realtà poi si diverte di più a leggere una storia che scorre bene, anche se magari non capisce tutto, piuttosto che un enorme massa di spiegoni ripetuti più volte...

     

    Detto questo, e tornando alla storia...  Rauch viene da Zagor, testata dove attualmente c'è un livello di "spiegazionismo" eccessivo e spesso fastidioso (in uno degli ultimi che ho letto diverse pagine erano dedicate a spiegare come faceva Zagor a sfrondare un tronco d'albero...), spero che con il tempo si "disintossicherà" da queste brutte abitudini, almeno su Tex...

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  8. Invece a me la presenza di vecchi amici di Tex mai visti prima non ha mai dato il minimo fastidio. Forse anche perché sono un lettore d'altri tempi (ma Carlo mi sa che non è molto distante dalla mia età, quindi non vuol dire...), con meno ossessiva continuity, e l'arrivo di personaggi nuovi che i protagonisti già conoscono è sempre stato un caposaldo della narrativa seriale (è l'unica maniera di introdurre in fretta un personaggio simile quando serve: ma vi immaginate se Frank Miller avesse dovuto far incontrare Daredevil ed Elektra in Daredevil 168 anche in fiction, svelando di colpo il grande amore della vita di Matt sin dai tempi della scuola...  mai visto nè citato prima in 20 anni di storie? O quando Mefisto di punto in bianco si ricorda che ha un figlio, dovevano farcelo vedere in fasce?  :P

    Un sicuro vantaggio è che comporta meno contabilità, e meno rischio di errori: se ogni volta lo sceriffo cambia, vuol dire che cambia, punto. Ma se rimane lo stesso, tranne una volta, come nel caso citato da Carlo, diventa un errore...    fra l'altro il controllo dei nomi e delle facce degli sceriffi lo dovrà fare borden, sottraendo tempo allo scrivere! (ma mi sa che non gli pesa troppo, visto che ha iniziato lui... :rolleyes:  )

     

    Concordo con Laredo sul livello delle caratterizzazioni nel texone, io non mi ricordavo di nessuno di quei personaggi, manco dello sceriffo, ma dopo aver riguardato le storie citate in questa discussione, anche se è una simpatica curiosità...  non ha aggiunto nulla alla tensione e al "pathos" del racconto. Sono bastate quelle poche pagine per renderli "veri" e quindi far ""sentire" al lettore il colpo della loro morte.

     

    Ma questa ottima caratterizzazione non si limita a loro. I 3 fratelli logan sono diversissimi, e anche i membri della loro banda sono ben distinti, dal ragazzino che viene lasciato andare da Tex, a quello che crede di essere l'unico a conoscere la zona. E persino gli indiani, che discutono e non si fanno gabbare dalle "doti di attore" di Carson...  (che differenza con i 50 indiani senza faccia e senza nomi dell'ultima storia di Nizzi nella serie regolare, che attaccano a testa bassa senza l'ombra di un piano per tutta la storia)

     

    E persino i 4 pards, mostrano benissimo in questa storia carattere e differenza. Tiger è probabilmente il più "sacrificato", visto che appare solo nell'ultimo terzo dell'albo e non si infiltra fra i messicani come Carson e Kit, e forse per questo Boselli nelle poche pagine che ha per lui enfatizza molto gli aspetti che lo hanno sempre caratterizzato: il fatto che fra i pards è quello che meno "perdona" (gli altri avrebbero lasciato andare Alamito, lui no), il senso dell'onore, e anche nella scena della testa mozzata, discussa anche troppo prima.

     

    Ma che dire di Carson e dei battibecchi con Tex? Negli ultimi decenni, forse sull'onda dei film action anni 80, sono diventati onnipresenti i protagonisti che sdrammatizzano ogni situazione con battute divertenti. Al cinema può funzionare (anche se spesso anche lì è fastidioso) perché hai meno tempo per ragionarci su e sei un fruitore molto più passivo, ma nel fumetto di solito questo tipo di dialoghi, invece di essere un alleggerimento, appesantiscono terribilmente la lettura nella loro artificiosità. Quando vedo applicato questo tipo di dialogo a Tex e Carson, suona "sbagliato", il loro battibecco continuo non è questo. È la familiarità di due amici che amano scherzare e magari sfottersi bonariamente, ma senza nascondersi i rischi che incontrano.

     

    Carson non è il mangione fifone in cui è stato ridotto in certe storie dell'ultimo Nizzi (OK, adesso dopo il suo ritorno devo cominciare a dire "penultimo"). Carson è incosciente e si butta nei rischi esattamente come Tex (anche più di Tex, quando si lascia andare a rischi inutili come il nominare sè stesso e Tex con i messicani). Tex quando era felice con la moglie e un figlio per qualche anno ha smesso di fare il giramondo e si era accasato. Carson avrebbe anche una donna (ma probabilmente più d'una) e una figlia (anche qui, probabilmente più d'una...), ma preferisce ficcarsi nei guai con gli altri pards. Anche se ha più di dieci anni più di loro! Altro che "vecchio saggio", Carson è il più incosciente di tutti! Questa storia mostra benissimo il lato... teatrale di Carson, sia quando racconta storielle e fa battute con gli indiani che vogliono torturarlo, che quando fa finta di essere stato catturato per ingannare gli Apaches (che non ci cascano, con suo grande smacco). Oppure quando "gioca" con i messicani, nella scena che ho già citato prima.

    Carson è guascone, buffone, teatrale e gioca con il suo "personaggio", fa previsioni pessimistiche e tetre, ma poi si butta lo stesso con gli altri, e non lo fa malvolentieri ma con entusiasmo: il suo pessimismo è uno spettacolo per gli altri. Come meravigliarsi che sia anche quello che ha più successo con le donne?

     

    OK, non sto a fare una filippica simile per Tex e Kit, ma potrei farla. Villa è come sempre spettacolare per la spettacolarità dell'azione e la "fisicità" dei corpi, ma qui, finalmente alle prese con una sceneggiatura lunga di Boselli, dimostra quanto sia abile anche a rappresentare emozioni, atteggiamenti, espressioni.  I suoi personaggi "recitano" davvero come attori, con i movimenti, con l'espressione, con un sottile sorriso o una goccia di sudore.

     

    Spero di vedere presto altre storie di Boselli e Villa: non pensavo che l'avrei mai detto, ma un "narratore per immagini" simile, è sprecato a fare copertine...  :lol:

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  9. Accidenti che memoria che avete! Io ero ancora rimasto ai tempi in cui ogni volta si incontravano sceriffi diversi e finita l'avventura non me li ricordo più...  :P

     

    Più che gli "avvistamenti" più recenti dei vice, mi fa impressione il fatto che nel 1994, mentre scrive quella che per quello che ne sa potrebbe essere l'unica storia di Tex, Boselli si preoccupi di mettere a Tucson lo stesso sceriffo che c'era in una storia di G.L. Bonelli del 1978 (sapendo benissimo che Bonelli non l'avrebbe fatto, si sarebbe inventato un nuovo sceriffo e via)

     

    Mi chiedo se borden non abbia da qualche parte uno schedario con tutti gli sceriffi, i ristoratori, i dottori e gli stallieri mai apparsi nelle storie di Tex, suddivisi per città e periodo storico...  :P

     

    Poi, scopriamo che dal 2002 infila le facce dei vice in ogni storia ambientata da quelle parti, in preparazione del momento in cui il Texone di Villa sarà finito (se sarà finito...) e verranno ammazzati...  senza che poi la maggior parte dei lettori (suppongo) si renda conto di tutto questo...   (come dicevo, io non mi ricordavo nulla)

     

    Bisognerà fare i volumi con le annotazioni al Tex di Boselli, come quelli del Lega Degli Straordinari Gentleman...   :P

  10. Bisogna tenere conto che oggi, l'aumento di spesa per seguire Tex non `e dovuto solo all'aumento di prezzo, ma anche all'aumento del numero di uscite. È un aumento quadratico.

     

    Domanda: quanto dovrebbe spendere oggi, per proseguire la sua "collezione completa di Tex", un lettore in un anno?  Facciamo i conti:

    12 albi della serie regolare = 3,90 x 12 =  46,80 Euro

    12 albi di Tex Willer + 1 speciale: 3,20 x 12 + 6,90 = 45,30 Euro

    1 Texone da 8,90 Euro

    2 Color Tex da 6,90 Euro = 13,80 Euro

    2 Maxi Tex da 7,90 Euro = 15,80 Euro

    2 cartonati formato "francese"  da 9,90 Euro = 9,90 x 2 = 19,80 Euro

    1 Tex Magazine da 7,50 Euro

    (e non sto considerando copertine variant, limited, ristampe in albo e in volume, allegati, giochi e ciarpame vario)

    Il totale è di circa 160 Euro all'anno, cioè 13,33 Euro al mese (e questa è una media, se il lettore va in edicola una volta al mese a prendere la serie regola e "già che c'e" si prende anche gli altri usciti, gli può capitare di pagare 20 euro in una botta)

     

    È questa la cifra da paragonare alle 200 lire di una volta. E paragonare poi alle retribuzioni. Il vero incremento di prezzo del mantenimento di una "collezione di Tex" si deve moltiplicare quasi per quattro rispetto al semplice prezzo di copertina.

     

    Vogliamo parlare del posto che occupano? Ad occhio e a spannazza, gli albi elencati sopra occupano quasi 40 cm di scaffale. uno scaffale da 80 cm (un modulo tipico per librerie) lo occupi in 2 anni. In 10 anni ti serve una nuova libreria (per fare un paragone, i miei vecchi Tex stanno in quasi 100 in un modulo da 80 cm, cioè per riempire uno scaffale ci volevano 8 anni...

    (qui c'è sempre qualcuno che dice "ma vuoi che qualcuno smetta per problemi di spazio?", ed è giusto arrivata la testimonianza di Virgin di ieri. Se un texiano come Virgin si è dovuto arrendere per lo spazio, quanti "comuni lettori" l'hanno fatto?

    (io personalmente ho finito lo spazio da un pezzo, ogni fumetto che entra in casa deve prendere il posto di un altro fumetto che rivendo su ebay, per fortuna ho un sacco di fumetti da rivendere prima di arrivare ai Tex...)

     

    Per questo per me il problema principale non è tanto il prezzo del singolo fumetto, ma QUANTI FUMETTI VENGONO PUBBLICATI. Anche perchè aumentando la produzione la qualità media tenderà a calare, finiti gli autori che hai devi aggiungerne altri magari non adatti...

     

    E mentre sul prezzo di vendita di un fumetto non possiamo dire niente (non sappiamo quanto sia costato produrlo, stamparlo, distribuirlo, quindi non sappiamo se un aumento è una bieca speculazione o una dolorosa necessita), sul NUMERO DI ALBI PUBBLICATI possiamo dire subito una cosa: "ma valeva la pena comprarlo?"

     

    Purtroppo, si è diffusa la mania di paragonare i fumetti alle pizze (una follia, poi per forza si fanno scelte sbagliate, se pensi che il concorrente del tuo albo da leggere da solo in casa tua debba concorrere con l'uscita con gli amici e/o ragazza o moglie, e non con un abbonamento a Netflix...). Io conosco lettori anziani che in pizzeria non ci vanno mai, come faccio a dirgli che devono rinunciare a 40 pizze margherita per Tex? No, facciamo un paragone più sensato, con le paghe.  un pensionato con l'assegno sociale prende circa 500 Euro al mese, 16,66 Euro al giorno,  il giorno che va in edicola a prendere il Tex (nell'esempio che ho fatto prima) gli va via il budget di tutta la giornata...)

     

    "Ma, Diablero, pensi davvero che ci siano molti pensionati al minimo a leggere Tex?". No. Non lo credo. Non più. È da un pezzo che questa politica editoriale li ha allontanati tutti. Adesso probabilmente sta allontanando gli strati più "popolari" rimasti.

     

    È una mutazione epocale del fumetto: per decenni il fumetto era "il cinema dei poveri", avventure a bassissimo costo, stampate in tirature altissime (e nei primi anni 70 tutti leggevano fumetti, dal barbiere trovavi fumetti, non riviste di motori (e dal parrucchiere, fotoromanzi). L'avvento della TV commerciale ha già dato un forte colpo a questo modello, rendendo il fumetto non più concorrenziale con la TV, ma non è solo questo che ha reso il fumetto "meno popolare". Il calo di lettori fra la "gente comune" ha fatto aumentare la percentuale e l'importanza dei lettori "appassionati" che erano disposti a spendere un sacco per il loro hobby, ma voleva formati più costosi, pregiati, e contenuti sempre più di nicchia e per "fan". il fumetto, da media "popolare" per eccellenza, è sempre più diventato un ossessione per pochi appassionati pieni di soldi.

     

    Bonelli ovviamente da solo non poteva fermare questo processo, che è probabilmente inarrestabile, ma l'ha rallentato il più possibile nelle sue testate, cercando di mantenere i prezzi più bassi possibili e il massimo di leggibilità. Questo mentre il resto del mondo del fumetto, ormai composto in gran parte da quei pochi appassionati pieni di soldi, abbracciava entusiasta questo cambiamento, anzi accusando Bonelli di voler fermare il "progresso" con quei prezzi bassi. 

     

    Vedendo le mosse attuali della Bonelli,, della Panini e di altre case, mi sa che ormai gli entusiasti del "fumetto per pochi" hanno stravinto. Bisogna vedere se saranno tanto felici quando conteranno quei "pochi"...

     

    (apro una parentesi: da bambino ero appassionato di fumetti Bonelli e di fumetti Marvel-Corno. Per un breve periodo difficoltà economiche familiari fecero sì che il mio budget per i fumetti fosse esattamente 200 lire al mese. Come passione Tex e la Marvel erano alla pari, Tex stravinse solo per un motivo: con 200 lire avevo la storia completa, magari dovendo aspettare qualche mese per le puntate successive.Con la Marvel no.   Oggi, compro ancora Tex, ma la Marvel l'ho completamente mollata da più di 15 anni. Il livello di nerdismo era insopportabile. Se la Bonelli continuerà a seguire i passi della Marvel, c'è caso che molli anche loro. Attualmente le uniche testate Bonelli regolari che seguo sono quelle di Tex, in passato invece seguivo anche 8 serie regolari contemporaneamente...)

     

    P.S.: anticipo un obiezione: "Diablero, ma chi ti costringe a comprare tutto? Puoi anche prendere solo la serie regolare"

    Certo. È lo stesso ragionamento che ho fatto per altre testate Bonelli. Con Zagor per anni ho preso tutto, albi di Cassaro e Chiarolla compresi. Poi mi sono detto "ma perchè questi non li salto?". Poi già che c'ero ho smesso altri autori. Poi gli speciali. Poi, un po' per volta, sono arrivato a comprarli una volta ad ogni morte di Papa (e a rivendere gli ultimi 200 numeri che avevo comprato, per far posto all'iperproduzione di Tex).

    Idem per Dylan Dog, Martin Mystere, Dampyr, etc... ogni volta lo smettere di comprarli TUTTI ha portato in breve tempo a smettere di comprarli, punto.

    È sempre piuttosto pericoloso dire ad un lettore "ma guarda che puoi vivere benissimo anche senza comprarlo!". È un attimo che lui applichi lo stesso concetto a tutta la tua produzione...

     

    P.PS.: sento dire da molti che le variant sono state un "affarone" per la Bonelli, e a breve termine indubbiamente lo sono state. Oltre 2000 copie, vendute in gran parte direttamente ai lettori a 65 euro senza passare da negozi e distributori. Non so quanto hanno speso, ma hanno ricavato, lordi, circa 130.000 Euro.

    Solo che 1 lettore di Tex in un anno ti compra, come abbiamo visto, 160 euro solo di inediti senza contare ristampe, gadget, allegati, etc. In cinque anni ti compra quindi 800 Euro di roba. In cinque anni, 180 di questi lettori ti fanno ricavare, lordi, 144.000 Euro.

    180 lettori sono 1 lettore su mille.

    Se questo "scherzetto" ha allontanato 1 LETTORE SU MILLE, in cinque anni ti sei bruciato tutto il guadagno (è vero che le percentuali di guadagno sul lordo saranno diverse, ma questo al massimo allunga un po' il tempo da considerare). In 10 anni ti sei giocato una cifra superiore al guadagno iniziale.

    Questo, in un periodo in cui, già fisiologicamente, Tex pare (da vecchie dichiarazioni, non so adesso come va) perdesse 5.000 lettori all'anno, quindi non è che ci voglia molto a dare una spintarella ad altri 180 e fare 5.180...

    Siamo sicuri che alla fine questa politica sia tanto lungimirante?
     

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  11. Letizia, secondo wikipedia (che non è sempre la fonte di verità che tanti credono, finché facciamo chiacchiere fra noi è un conto, ma quando segnali sbagli in una pubblicazione non credo che "l'ho letto su wikipedia" sia una prova sufficiente) un bowie knife può superare i 20 cm di sola lama, fino a 30,, senza contare l'impugnatura (con l'impugnatura può raggiungere i 45-46 cm). Non era un coltellino svizzero, insomma.

     

    Inoltre, i coltelli che Tex e i pards portano non hanno come uso principale "far secco un nemico" (per quello hanno già fucili e pistole), il loro uso principale è tagliare le carcasse degli animali uccisi dopo la caccia, e quindi DEVONO essere abbastanza affilati da tagliare carne e cartilagini (come quelle delle vertebre del collo).  E non penso che quindi Tiger sarebbe "schifato" dal suo coltello dopo aver tagliato una carcassa, visto che probabilmente lo fa quasi tutti i giorni...

     

    Sulla difficoltà di tagliare una testa non ho trovato link "autorevoli", solo gente che ne discute magari sparando cazzate come noi, ma almeno un paio testimoniano che con un coltello affilato e sapendo quello che si fa, ci si mette meno di un minuto:

    https://boards.straightdope.com/sdmb/showthread.php?t=477872

     

    (poi, non capisco tante pive per una decapitazione, che è una cosa che avviene anche nella realtà, e nessun problema per il clichè delle botte in testa per stordire che non ha alcun fondamento nella realtà e si vede praticamente in tutte le storie di Tex....)

  12. 16 minutes ago, Letizia said:

    Tiger.Ma l'hai letto il Texone?

     

    Tiger lo dice più tardi, ad un prigioniero legato a cui vuole fare paura. Non lo dice ai suoi pards. Io mi fiderei il giusto...  (poco prima Carson ha detto agli stessi indiani che Tex può volare come un aquila, non so se mi spiego...)

     

    Non sono un medico, non so che forza sia necessaria per tagliare una testa con un coltello. Per quello che ne so è perfettamente possibile farlo con un bowie. E se invece non è possibile farlo, per quello che ne so Tiger può aver mentito al prigioniero per fargli paura. Insomma, in ogni caso, la scena non presenta particolari problemi nè motivi per lambiccarsi troppo.

     



    No, non ce l'ho ed è per questo che aspetto di vederle tutte, queste robe, negli albi di Tex.

    E poi perché farle fare a Tiger che in fondo non è un selvaggio ma un Navajo civilizzato e istruito che sa leggere e scrivere?

     

    Forse hai frainteso. Non sto dicendo che gli indiani erano maniaci omicidi che non riuscivano a controllarsi, e quindi l'aver "addomesticato" Tiger, insegnandogli a leggere e scrivere l'abbia reso "umano" (???) e quindi immune (???) a questi istinti sanguinari...

     

    Sto dicendo che il rapporto che gli indiani (e, per estensione, i bianchi che condividevano quelle esperienze come Tex e Carson) avevano un rapporto con la violenza, il sangue (e il gore) e il corpo molto diverso da quello di un ragioniere di Milano di oggi che le coltellate le ha viste al massimo nei film.

     

    I pard incontrano REGOLARMENTE nelle loro avventure gente torturata a morte, divorata dalle formiche rosse, con lo stomaco squarciato da colpi di fucile, con la testa spappolata e pezzi di cervello sparsi ovunque... ed è vero che su Tex certe cose non ce le fanno mai VEDERE (come non fanno vedere stavolta i dettagli della testa mozzata), così come in "sentieri selvaggi" non ci viene mai fatto vedere cosa accade alle due donne uccise nei primi minuti del film...  ma la reazione di John Wayne (così come il fatto che i vestiti di entrambe NON siano insieme al loro corpo) fa capire molto chiaramente cosa gli può essere successo.

     

    Se vai a vedere già nel primissimo numero di Tex ci sono persone torturate a morte, una ragazza sepolta viva a morire sotto il sole, Tex lascia un bandito a morire arso vivo (questi mi dispiace sia stata ret-con-ata recentemente...), una ragazza si suicida dopo varie violenze per porre fine alle proprie sofferenze... e mi vieni a dire che adesso Kit Carson potrebbe diventare cannibale dopo che sul "buonissimo Tex, fumetto per parrocchie e chierichetti privo di ogni atto di violenza", qualcuno taglia la testa ad un cadavere? :lol::lol::lol:

     

    Tex ha GIÀ, diverse volte, PERSONALMENTE, profanato resti umani (ti ricordi quando ha usato uno scheletro per terrorizzare Brennan? Era comunque un corpo, anche se già "ripulito"...)

     

    Perchè Tex invece con corpi più... "freschi" si comporta diversamente, e perde tempo magari per seppellire anche il più feroce criminale? (o meglio, lo fa oggi, il Tex di G.L. Bonelli non sempre si poneva il problema. E il fatto che lo faccia sempre oggi diventa a volte per me un problema, perchè lo si vede perdere tempo a scavare fosse quando magari ci sono ostaggi in pericolo o pericolosi criminali in fuga: non dovrebbe pensare prima ai vivi?). Perchè nella sua cultura, c'è un tabù sui cadaveri, che sono in un certo senso "sacri" e vanno seppelliti con quella che è in pratica, anche senza salmi e preti, una cerimonia.

     

    Ma perchè mai Tiger dovrebbe preoccuparsi di essere un buon cristiano?  :rolleyes:

     

    (notare che Tiger in passato ha già ucciso prigionieri disarmati che si erano arresi, ha sparato a tradimento ad un povero vecchio a distanza (vabbè, era Mefisto...), senza provocare nessuno scompiglio fra i lettori. il fatto che lo faccia ora che fa una cosa che non arreca nessuna sofferenza ad nemico già morto fa capire quanto questo sia un illogico tabù nella NOSTRA cultura: Tiger ha infranto un tabù CRISTIANO e quindi...  e quindi cosa? Ce lo devono far vedere andare in chiesa a confessarsi adesso? )

  13. 1) Chi ti dice che Tiger abbia usato il suo coltello? Gli Apaches erano armati di accette, potrebbe avere usato quella dell'indiano ucciso.

    2) Io l'ho trovata una scena molto efficace, anche perchè è una cosa "non da Tex"... e a quanto ne sappiamo noi, in quel momento a cercare di salvare Carson c'è solo Tex. Certo è una "sorpresa" che dura poco, anche prima che si mostrino si immagina che siano gli altri pars, ma in quel momento è un ottimo "colpo di scena".

    3) Tiger troppe volte (specie da Nizzi) è stato utilizzato come "un pard come gli altri solo un po' colorato".  Hai un idea di che robe facevano gli indiani all'epoca? Tiger si "controlla" un po' di più per rispetto per Tex e gli altri, ma se fosse da solo e in una situazione disperata... credi davvero si farebbe più scrupoli di quelli che si fanno gli Apaches? O pensi che gli anni passati a uccidere centinaia di "cattivi" con i pards l'abbiano reso impressionabile alla vista del sangue?

    In generale, trovo che caratterizzare maggiormente le differenze caratteriali fra i pards, invece di trattarli come un unico essere a 8 gambe, sia una cosa molto POSITIVA, non un "difetto"...

    4) A chi si lamenta per "sproporzioni anatomiche": a parte che non le ho viste (forse ero troppo immerso nella lettura), IL DISEGNO NON È UNA FOTOGRAFIA. E lo sanno bene proprio i disegnatori, che spesso vedono disegni "anatomicamente corretti" che appaiono "sbagliati". Deformazioni stilistiche, per caratterizzare un personaggio o un inquadratura, un movimento, non sono "errori".

     

    Sulla "gabbia" bonelliana...

     

    ...ma credete davvero che sia una catena, un imposizione, una roba che provoca sofferenze ai lettori?

     

    Il più grande sceneggiatore di fumetti in attività, Alan Moore, quando ha scritto quello che è la sua opera più famosa, Watchmen (da più di 30 anni ininterrottamente nella top 20 dei volumi più venduti ogni mese in america, oltre 2 milioni di copie vendute nei primi 15 anni solo negli USA, molto prima che ne facessero un (pessimo) film, poi hanno smesso di dare le cifre), ha usato una rigidissima gabbia di 9 vignette per pagine.

     

    Perchè? Per la leggibilità.

     

    A volte, "rompere la griglia" è utile, quando un inquadratura richiederebbe più spazio, o per altri motivi. Ma spesso, troppo spesso, è solo un "vezzo" del disegnatore, uno sfoggio (o, peggio ancora, un abitudine immotivata) che rende semplicemente la lettura più difficoltosa e la comunicazione con il lettore peggiore, senza avere nulla in cambio se non dare l'idea a qualche lettore di essere "più moderno"...

     

    La maggior parte dei più grandi fumetti della storia (dal citato Watchmen ai paperi di Barks) usavano una griglia regolare. Non è un caso. I fumetti più letti della storia (con cifre che fanno andare a nascondersi quelle dei manga) sono stati pubblicati come daily strip.  Ci sono ovviamente anche grandi opere che invece la gabbia l'hanno infranta, tipo lo Spirit di Eisner o Moebius... ma c'era sempre un motivo (o più motivi) per farlo. Non lo facevano solo "perchè è più moderno"...

  14. Non ho ancora letto l'albo di Spada quindi specifico che NON sto parlando di lui, anche se posto in questo thread, ma di una tendenza generale a cui potrebbe anche essere estraneo, non so.

     

    Sono totalmente d'accordo con il post di virgin, e non solo: sono convinto che quelli albi "senza sfondi" fossero DISEGNATI MEGLIO di tanti di oggi, e PROPRIO perché non appesantivano i disegni con dettagli inutili.

     

    Pensate alla letteratura. Ad un dialogo secco, deciso, che va dritto al sodo (non faccio esempi perché immagino che tutti amiamo qualche autore che li scrive). Pensiamo a prendere quegli stessi dialoghi...  e di aggiungici una minuta descrizione, per pagine e pagine, della stanza in cui si svolge. "Slim estrasse la pistola...   senza notare il quadro con la natura morta, di dimensioni 35 x 55, appeso alle sue spalle, cornice economica, un segno di polvere sul lato superiore, e un piccolo graffio su quello inferiore. Sulla sinistra la credenza, con i piatti riposti su tre scaffali alti rispettivamente 25, 25 e 20 cm. Davanti ai piatti, un soprammobile di ceramica raffigurante una mucca. L'intonaco nella parete alle spalle era di colore..." e così via, per pagine e pagine e pagine. Cheppalle, eh? Non dite "ma è un di più, e sempre meglio avere di più, al massimo le descrizioni le salti", eh?

     

    I disegni non sono un immagine fotografica o di una pellicola di un film, in cui lo sfondo c'è sempre ma lo metti fuori fuoco. In un disegno i segni sono da leggere, decodificare e interpretare. Appesantiscono SEMPRE la lettura. Poi, a seconda dei casi, può valerne la pena (lo sfondo serve ad inquadrare la scena e far capire cose importanti sul luogo, per esempio), o può essere fatica sprecata (lo sfondo non fa che ripetere cose già "dette", cioè mostrate, nel fumetto)

     

    Anni fa Castelli e Silver realizzarono un agile manualetto "come si diventa autori di fumetti" allegato ad Eureka. Una cosa contro cui si scagliavano era il "terror vacui" che prendeva certi disegnatori all'idea di lasciare un cm di disegno bianco, e ridicolizzavano questa cosa con l'esempio di qualcuno che riempisse quegli spazi di ragnetti (esempio meno paradossale di quanto sembri, questa cosa l'ho vista fare...). Ecco, temo che molti disegnatori moderni quel volumetto non l'abbiano mai letto, o se l'hanno fatto, non hanno capito la battuta...  :rolleyes:

     

    Faccio un esempio di un disegnatore che viene considerato spesso (a torto) uno dei "riempitori compulsivi", ma che invece capisce bene questi problemi e non fa questi errori: Claudio Villa. Andate a dare un occhiata al suo Texone (chi ce l'ha già, gli altri ci facciano caso quando lo leggeranno fra alcuni giorni). Villa disegna ambienti iperdettagliati. quando qualcuno entra in un Saloon ti disegna alla perfezione fino all'ultima bottiglia, vero?

     

    OK, guardate quanti sfondi mette nelle scene d'azione:lol:

     

    Perchè Villa capisce che ci sono momenti in cui serve mostrare bene certi dettagli, e altri in cui rallenterebbero solo la lettura, appesantendola. Nelle scene d'azione vuoi che anche il ritmo di lettura sia rapido, senza stopparlo per guardare i quadri alle pareti.

     

    Non vedo la stessa consapevolezza in molti disegnatori "moderni", che riempiono a tal punto le tavole di dettagli da rendere la lettura faticosa, lunga e spesso anche abbastanza pallosa, e a volte fai puyre fatica in tutto quella massa di dettagli a capire qual è il punto importante della scena (poi, vai a sapere se è colpa del disegnatore o se quella quantità di dettagli gli viene imposta da sceneggiatore e/o editor). E credo che, oltre naturalmente a tante altre cause sociali, economiche, tecnologiche, culturali, etc, uno dei tanti motivi del calo di interesse (e vendite) verso i fumetti attualmente, è che sono oggi molto più "pesanti" da leggere. Sotto questo aspetto, sono fatti peggio, avendo perso il senso della "sintesi" esaltata in passato da maestri come Caniff e Toth.

     

    (ovvio che anche il formato conta. Se hai albi di 48 pagine che escono una volta all'anno ha anche senso far rallentare la lettura per farla durare di più, ma allora anche quello che avviene in una singola tavola deve essere incrementato, per giustificare quel tempo di lettura)

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  15. 10 hours ago, borden said:

    In una recente storia breve in cui Carson giovane è l'eroe, Barbieri gli fa ammazzare diversi banditi, ma non in un duello organizzato .Che come cliché, in realtà, è del tutto inventato e abbastanza forzato, e astorico:  gli "eroi" del West si sparavano a tradimento e cercando di ottenere un vantaggio. I duelli sono roba europea e aristocratica, non democratica e americana,

     

    Questo lo sapevo da tempo (anche una volta, da ragazzo, quando... credevo di più ai film western, mi chiedevo che senso avessero duelli di quel tipo. Capisco quelli, un pochino più logici, con due persone che arrivano da punti diversi, magari ai due estremi della main street, e si avvicinano man mano, ma se sei a distanza fissa... che senso ha attendere prima di sparare? Che vantaggio può darti?).

     

    Però non ho mai saputo da dove derivasse questo "mito"...  l'ispirazione dai duelli "europei e aristocratici" è ovvia, ma quelli dei film western sono abbastanza diversi da avere probabilmente un origine precisa in qualche storia...  visto in che topic siamo, faccio appello alla cultura enciclopedica di borden, sai chi ha dato origine a questo clichè?

     

  16. 8 hours ago, Gunny said:

    Meno male che quel periodo è passato :lol: (Letteri totalmente indigesto a me)

     

    Quel periodo che "meno male che è passato" è stato il grande periodo d'oro di Tex, quello in cui è passato dalle poche decine di migliaia di copie degli anni 60 (dicono, non ho mai saputo cifre precise) alle oltre 700.000 degli anni 70, sto parlando infatti del periodo d'oro fra il 90 e il 180 circa...  ^_^

     

    È proprio quel periodo quello in cui Letteri aveva pubblicato di gran lunga più pagine di tutti gli altri, realizzando storie come il Signore dell'Abisso, la Regina della Notte, il Ritorno del Drago, etc.

     

    8 hours ago, Gunny said:

    Pensa che qualche tempo fa ho recuperato la sequenza 400-499 (di cui mi mancava la gran parte) e le storie di Letteri, dopo le prime due-tre, le ho saltate tutte a piè pari.

     

    Sì, buonanotte....  è come dire "Maradona non valeva nulla come giocatore, l'ho visto l'altro giorno e non riusciva nemmeno a correre veloce"...  Letteri era nato nel 1926, stai parlando delle storie realizzate quando aveva quasi 80 anni... :rolleyes:

     

    Le hai mai lette le storie dal 90 al 180?

    • +1 1
  17. Il rischio che vedo nel fare una storia "con un duello di Carson" è fare una di quelle storie costruite tutte attorno ad una scena, con gli avvenimenti che servono solo a giustificare quella scena (stressando la sospensione dell'incredulità con eventi strampalati che è chiarissimo hanno solo quello scopo). Poi alla fine la scena che sembrava una bella idea all'inizio si rivela poca cosa, se ci arrivi in quella maniera...

    (qualunque riferimento alla storia di Nizzi con il duello fra Tex e il figlio non è puramente casuale... :lol:)

     

    Piacerebbe anche a me  vedere il vecchio cammello in un bel duello, qualche volta, ma non vorrei una storia incentrata su quello. Se c'è la possibilità di infilarlo in una storia con un idea di base più "sostanziosa", bene.

     

    Non concordo poi con l'idea che sarebbe dovuto essere Tex a cercare i soldati nell'ultima storia di Nizzi. Davvero vedere Carson lottare contro gli indiani per un albo intero, ammazzandone una cinquantina, mentre Tex scappava via a cercare soccorsi, avrebbe esaltato di più... Tex?

    È un po' come dire che a Little Big Horn fu esaltata la figura di Giovanni Martini, che ha messo in ombra Custer, e che sarebbe dovuto essere Custer ad allontanarsi dalla battaglia...  :lol:

    • +1 1
  18. Se penso al Letteri degli anni 70... ma quante pagine faceva? (e di quella qualità, poi...). C'è un periodo in cui c'era una storia di Ticci e poi una di Letteri, poi di Galep e un'altra di Letteri, poi di Nicolò e poi un'altra di Letteri...  :lol:

  19. 3 minutes ago, ymalpas said:

    Stupiscono, un po', i zero voti di un Mefisto giovane che pure, nella storia "Pinkerton Lady" è uscito addirittura vincente dalla partita.

     

    Beh, io sono stato indeciso fino all'ultimo se votare lui o Kate. Credo che sia stato danneggiato dall'essere presente nella stessa avventura e per il fatto di non essere un personaggio davvero "nuovo" (anche se in effetti... lo è, visto che non corrisponde molto al vecchio Mefisto delle prime storie...)

     

    Stavo facendo fra me e me anche un'altra considerazione sui voti. È vero che la cosa magari cambia da storia a storia, e magari un altro anno potrebbe vincere un personaggio della serie regolare... però per me è più difficile.

     

    Nella serie regolare, se ci fosse stata una donna come "socia alla pari" di Tex come Kate, ci sarebbero state proteste (basta vedere quelle con il ritorno di Lupe...). Idem per un personaggio che possa fare "ombra" a Tex come Jim Bridger o Doc Holyday..  Non dico che non sia possibile avere personaggi che spiccano, ma lo devono fare in maniera più... subordinata (o come "cattivi" della storia, e infatti la più votata della serie regolare è la figlia di Satania)

     

    Un personaggio "spicca" quanto più è inconsueto. Ma quanto più è inconsueto, quanto più sarebbe considerato più adatto ad un Texone, un Maxi, o alla serie Tex Willer...

  20. Questa discussione mi ha incuriosito (una storia nolittiana da G.L. Bonelli?) e sono andato a rileggerla.

     

    Per problemi di spazio (ho davvero troppi fumetti...) ho i Tex in "doppia fila" negli scaffali della libreria, e quindi quelli che si trovano dietro, come questa storia (e le altre di quel periodo) non le rileggo da...  credo da quasi quarant'anni. Dopo tanto tempo è come leggerle per la prima volta.

     

    Non concordo con chi dice che è una storia amara. È una storia di denuncia. Tex alla fine sconfigge e sbaraglia i "cattivi", uccidendoli, arrestandoli o mettendoli in fuga. Il suo disprezzo alla fine è per tutte le "brave persone" che non erano intervenute prima. Non la trovo assolutamente "nolittiana", almeno per una storia di Tex, per un motivo molto semplice: Tex fa sempre la cosa giusta. non fa lo sbirro ottuso (confrontate il suo comportamento con il prigioniero qui con quello che tiene in Caccia all'Uomo, di Nolitta, pubblicata pochi anni prima: qui appena sente il racconto del prigioniero va subito a verificarlo, a costo di mettersi contro tutto il paese, e non guarda in faccia a nessuno. In Caccia all'Uomo zittisce il suo prigioniero dicendo che non gliene frega niente...)

     

    Molta gente va in giro a dire che Bonelli divideva nettamente la gente in buoni e cattivi. È falso e dimostra che non lo ricordano bene (o, in certi casi, non l'hanno proprio letto). Bonelli divide nettamente le AZIONI: una persona può scegliere di fare il male o di agire in modo giusto. E questo tema è squisitamente "western" (il western moderno nasce da una storia in cui gli eroi sono un evaso, un gambler, un ubriacone e una prostituta...).  Mentre invece in Nolitta chi ha buone intenzioni può anche causare il male senza volerlo, e la scelta non è mai così chiara, nelle storie di Bonelli la scelta è netta. Ma non è detto che una persona faccia sempre quella giusta, o quella sbagliata.

     

    Perchè il gambler dovrebbe rischiare la vita per aiutare Tex?

     

    Perchè è giusto. Vede un ingiustizia, e, non importa cosa ha fatto precedentemente nella vita, non sta zitto e fermo in disparte. (aiuta anche il fatto che sappia chi è Tex, tanto da dire che morire al fianco di Tex sarebbe un bel finale). "Perchè un tizio dovrebbe rischiare la vita senza averne vantaggi"? Beh, è il tema dei western, perchè mai un pistolero dovrebbe aiutare gli altri?

     

    È il tema di Mezzogiorno di Fuoco e di Un Dollaro D'Onore (che è la risposta di Hawks a Mezzogiorno di Fuoco: Hawks non concepiva il comportamento dei cittadini in quel film, dove lo sceriffo veniva lasciato completamente solo, e fa un film dove John Wayne invece trova l'aiuto di... un alcolizzato, di un vecchietto del west, di un pistolero e di una giocatrice d'azzardo, insomma, sempre gente rispettabile e per bene...  :P )

     

    Qui Bonelli sta più dalla parte di Zinnemann (o meglio, Foreman) che non di Hawks: il fatto che Tex venga aiutato solo da un "gambler" di passaggio rende ancora più evidente la viltà di tutti gli altri cittadini, e rende più "giusta" la punizione dei facinorosi che vengono impiombati da Tex senza tanti riguardi (in altre circostanze Tex si era limitato a spaventare o umiliare i componenti di una folla che voleva linciare qualcuno, qui dopo la morte del gambler fa il tiro a segno con l'intenzione di ammazzarli tutti)

     

    La morte di Warren fa parte di questo senso di giustizia: viene condannato dalle sue azioni passate, quando si trova ad avere bisogno dell'aiuto di una delle sue vittime. C'è una "giustizia" in questa fine che non ci sarebbe stata se fosse stato semplicemente impiombato da Tex.

    • +1 1
  21. Torno a parlare di Fuga da Anderville nel topic di "tra due bandiere" perché una cosa che ho leggo oggi mi ha fatto tornare in mente un aspetto legato alla "doppia guerra civile" di Tex.

     

    Sto recuperando, un po' alla volta e con MOLTA calma, le cose che ho perso negli oltre dieci anni in cui avevo totalmente abbandonato le discussioni texiane online, e oggi mi solo letto "texiani in libera uscita" numero 13, in particolare l'articolo "Guerra civile texiana".,  che analizza i riferimenti alla guerra civile nelle storie di Tex.

     

    Io sono sempre stato convinto, e l'ho anche scritto in passato, che "Fra due bandiere" fosse non una vera e propria "ret-con", ma una storia anomala, che non aveva posto nella "cronologia texiana" dell'epoca, in cui Tex faceva cose che non avrebbe dovuto fare (l'allevatore???) e veniva spostato cronologicamente di quasi vent'anni: in pratica era una storia totalmente "a sè stante", come un Tex di un mondo alternativo, e inserirla nella cronologia porta a un sacco di problemi (bisogna ipotizzare per esempio che Tex di punto in bianco, dopo che è già stato fuorilegge, rivoluzionario e ranger, abbia voglia di "mettere la testa a posto" e passi qualche anno a fare l'allevatore di cavalli, posticipando la nascita di Kit e quindi, avere un età più avanzata nelle storie "attuali"). E infatti, G.L. Bonelli non l'ha più citata e non ha più parlato di quegli eventi e di quei comprimari.

     

    Quell'articolo mostra che G.L. Bonelli ha fatto che di più: ha continuato a citare eventi e date, nelle storie SUCCESSIVE, ancora aderenti alla "prima" versione della cronologia, in cui le storie di Tex coprivano la guerra di secessione e il periodo immediatamente successivo. Storie scritte DOPO "tra due bandiere" mostrano reduci appena tornati dalla guerra, luoghi devastati dall guerra pochi anni prima, etc.

     

    (sono sempre stato curioso di sapere cosa pensasse G.L.Bonelli, a posteriori, di questa storia. E come era nata. Si era dimenticato delle vecchie storie, o le aveva ignorate intenzionalmente? Perché aveva voluto scriverla? Fu pubblicata a partire dal marzo 1970 quindi probabilmente fu scritta nel 1969, in piena contestazione contro la guerra del Vietnam. Bonelli voleva "entrare" a suo modo nell'argomento? E poi, perchè la ignorò tornando a scrivere storie con il Tex quarantenne ambientate subito dopo la guerra di secessione? Purtroppo non ho mai letto una sua intervista, o un intervento o una testimonianza al riguardo di qualcun altro che ne parlasse...)

     

    Comunque, tornando alla cronologia: per tanti anni, anche dopo, Fra Due Bandiere rimane un corpo estraneo. I riferimenti nelle storie di Tex anche successive, elencati nell'articolo, continuano a considerare in pratica "canonica" la prima versione.

     

    Fino a Nizzi, e a "Fuga da Anderville".

     

    Già Nizzi, per preferenza personale verso storie più "gialle", poliziesche, urbane,  tende a rappresentare un west di un epoca più tarda, con gli indiani già tutti chiusi nelle riserve, ma oltretutto, per la prima volta, inizia a considerare "canone" la storia Fra Due Bandiere. Ed è il primo autore a farlo.

     

    Qui sto prescindendo dal valore della storia in sè, sto parlando dell'effetto sulla cronologia texiana. È "Fuga da Andarville" che sancisce, dopo quasi 200 numeri (oltre 15 anni...) che ORA il "canone" è "Tra Due Bandiere", e non, come in tutte le altre storie di G.L.Bonelli, "gli sciacalli del Kansas".

     

    La vera Ret-Con, la fa Nizzi, non G.L.Bonelli.  Fino a "Fuga da Anderville", sistemare la cronologia di Tex era facilissimo: bastava ignorare Fra Due Bandiere, dire che era una licenza poetica che non toccava le altre storie, e tutti era più facile e coerente. Adesso no, Nizzi ha citato la cosa anche in storie successive, cominciano a diventare tante da ignorare. Le storie "fiacche" dell'ultimo Nizzi sono passate e saranno facilmente dimenticate, ma questo "spostamento di Tex quindici anni dopo" che ha portato... quello è un cambiamento definitivo, che segnerà per sempre la testata.

     

    Ogni volta che adesso dovete ingollarvi l'idea che il Tex di "L'eroe del Messico" si sia messo per anni a fare il tranquillo allevatore di vacche (dopo che aveva rinunciato alla sua eredità e a un mezzo ranch pur di evitarlo!), o che rimpiangete i tempi in cui le storie erano più "selvagge" e non ancora ambientate vicino al 1880, date la colpa al vero responsabile...  :P

    • +1 1
  22. Qui sono davvero indeciso...Big Nose Kate? Kate Warne? (interessante il fatto che sono entrambi personaggi storici ed entrambi si chiamano Kate...). Ma anche la versione di "Mefisto giovane" apparsa su Tex Willer è notevole...

    Alla fine dovendo sceglierne uno opto per Kate Warne, ma li vedo tutti e tre praticamente a pari merito...

  23. Però dai, va bene il post-trauma da nizzate per anni, però adesso non è possibile che se Carson fa fuori SOLO un bandito e mette in fuga l'altro, da solo, venga paragonato a Tiger Jack che sente un rumore, mette la testa fuori tipo "cucù" a dire "sei tu, Tex?" e di becca una botta in testa dal primo scalzacani di paese che gli era arrivato a un metro senza farsi sentire...  :craniate:

     

    In un fumetto, in generale, c'è una "scala di intensità della piccionaggine": , l'eroe può avere un piccolo momento di debolezza, può magari fare un errore, aumentando la piccionaggine può causare danni di cui si dovrebbe pentire, aumentandola ancora diventa un fallito, aumentandola ancora diventa ridicolo, aumentandola ancora si arriva alla nizzata, l'eroe è sempre ridicolo e ed è beffato da tutti per decenni. Sentire paragonare ogni situazione in cui un eroe non stravinca tutto alle "nizzate" mi fa la stessa impressione del sentire chiamare "un immane catastrofe per tutta l'umanità" un gol sbagliato in una partita di calcio...  :wacko:

     

    Sull'evasione, Rauch "bara" un po': non fa mai vedere esattamente DOVE si erano appostati i banditi, a che distanza dal penitenziario, però mi pare strano che sia stato costruito vicinissimo ad una comoda postazione su una collina per sparare ai soldati da breve distanza.

     

    A parte questo momento che mette a dura prova la sospensione dell'incredulità, per me la storia fila lisca, almeno per adesso. Ho apprezzato la maniera in cui Rauch è riuscito a spiegare le cose tre volte (il fatto che il galeotto ha probabilmente un tesoretto nascosto) utilizzando dialoghi abbastanza "naturali" senza spiegoni..  :lol:

     

    Non ho letto molte storie di Rauch su Zagor, testata che compro ormai molto saltuariamente (anzi, credo di averne letto non più di un paio), e quelle poche non mi avevano impressionato favorevolmente, erano storie in cui Zagor e Cico andavano là, combattevano contro un mostro, poi andavano qui, e lo facevano di nuovo, e così via per un bel po' di pagine, sembravano allungamenti del brodo (non arrivava comunque all'infimo livello delle pagine e pagine di "bang bang zip zip vecchio cammello satanasso mangiamo patatine" di Faraci, questo bisogna dirlo)

     

    Qui, almeno nel primo albo, se è vero che ancora vedo gente andare qua e là per tutto l'albo, non c'è quell'impressione. Si prende i suoi tempi, fa "respirare" la storia, con le giuste pause fra un accelerazione e l'altra. Il voto per adesso è in sospeso in attesa della conclusione, ma il primo albo mi fa sperare bene.

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