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MacParland

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Messaggi pubblicato da MacParland

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    Soggetto:  Ruju Pasquale

    Sceneggiatura:  Ruju Pasquale

    Disegni:  Biglia Stefano

    Copertina:  Biglia Stefano
     

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    A Cloverdale, nel New Mexico, le proverbiali avventure raccontate da Ben O’Leary sulle sue imprese contro i selvaggi Comanche e a fianco di Tex Willer sono note a tutti i suoi amici… Ma la crudele banda dei fratelli Puentes si presenta in città per rapinare la banca e la dura realtà va drammaticamente a sbattere contro la sconfinata fantasia di Ben il bugiardo!

  2. <span style="color:red">31 minuti fa</span>, Letizia dice:

    Hai già avuto modo di leggerlo o sei incuriosito da qualche aspetto in particolare?

    Iniziai, perché lo trovai ad un mercatino scambio, *“Reinventare il fumetto” ma non mi piacque troppo e lo riportai indietro. McCloud ora è più famoso per “Lo scultore” ma dovrei leggere prima la sua opera in versione integrale. 
     

    Non ne so niente, ma credo che il capitolo centrale (quello che lessi) sia effettivamente quelle meno rilevante, almeno ad un primo approccio basato sul capire e fare. È come dire che io come prima cosa voglio fare la Sagrada Familia, magari prima studio architettura, poi progetto un IperCoop e dopo entro negli annali della architettura.


    * Specifico, come hai detto il secondo libro è Reinventare, nonostante il titolo sia “Capire, fare e reinventare” l’ordine di produzione è diverso. E quando uscirono separati l’ordine fu quello di produzione, sia Italia (per la Pavesio) che America.

     

  3. <span style="color:red">5 ore fa</span>, borden dice:

    Forse rileggendo cambi idea, secondo me è molto meglio  dei "Giustizieri", ma chiaramente io ragiono pensando alla difficoltà. Cioè non nel senso che mi è stato difficile farla, ma che funziona nonostante sia una trama articolata di un certo tipo. Magari anche I giustizieri o il Texone di Villa piacciono o sembrano/sono ben fatte, ma la loro struttura è per me molto più banale.

    Però non è un metodo un po' strano per valutare storie?

    Cioè, al massimo è una storia che "gratifica" maggiormente gli autori, ma è come dire che l'ultima del Maestro è meglio del passato di Carson perchè la prima ha richiesto maggiore documentazione, è più lunga... Quando il pregio di quella storia non sta tanto nella complessità (è molto semplice) o nella originalità (Stella del polo), ma per la forza dei personaggi e il dell'inesorabile scorrere del tempo che si percepisce per tutta la storia.

  4. 23 minuti fa, borden dice:

    Davvero? Che cosa non ti piace in quella storia? La giudico migliore di tante altre, altrimenti non sarebbe stata scelta. Quindi sono curioso. 

    Perchè è molto recente (e quindi già non capisco la ristampa, ok che la collana ristampa i classici "moderni" ma qua parliamo di storie della fascia precedente), come "Luna insaguinata", ma non è, a mio avviso, dello stesso livello.
    Sul perchè, non c'è un perchè, "I Sabotatori" non è una storia brutta ma ce ne sono di migliori che ti rimangono impresse meglio. Nello stesso periodo in cui la lessi, presi la ristampa dei "Giustizieri di Vegas" (fine scuola 2021) e quella è una storia grandiosa! Però è troppo corta e già ristampata. Allora la storia con Maestro, quella si che è grandiosa, poi sono gusti personali visto che il nuovo forumista ha chiesto cosa ne pensassimo noi.

     

    E poi, in generale, sono amareggiato perchè c'è poco Zagor in questa collana, poco Burattini "vecchia annata" che io apprezzo molto. Anche se ho già i volumi, le ristampe, se ben fatte, le compro tutte.

     

    Comunque sono curioso anche io di capire cosa non mi andò a genio, entro qualche giorno me la rileggo la storia con Leomacs.

  5. Sinceramente non capisco, ok, concordiamo sicuramente che i ritorni a prescindere sono inutili e brutti, ma per il resto no.

     

    Adesso... non voglio fare l'aziendalista o mettermi dalla parte degli autori, ma è chiaro che andando in avanti bisogna trovare nuovi espedienti da tutti i punti di vista, per il semplice motivo che quando scriveva Bonelli e quando hanno iniziato tutti gli altri (Nizzi, Boselli...) le idee erano più fresche,  perchè c'erano meno storie e quindi meno filoni narrativi sfruttati e gli autori avevano meno pagine sul groppone. Basta prendere lo stesso Bonelli che all'inizio (non proprio all'inizio perchè Tex si è evoluto nei primi anni) aveva tot idee e poi è finito per riciclare trame per arrivare alle aberranti storie uscite già dopo il 200/250 numero. Idem per Nizzi.
    Non si può continuare all'infinito a riproporre le solite trame, perchè su Tex non ci sono tutti questi scenari possibili ed è un bene che ci siano personaggi ricorrenti, team up con personaggi che c'entrano tipo Zagor o le creature Glbonelliane (e non fatti a tavolino come detto sopra). E mi sembra che tutte le operazioni fatte da Boselli siano riuscite perchè avevano un senso e non progettate a tavolino perchè bisogna farle. Giusto il 75ennale è molto brutto, ma è l'eccezione e non la regola.

     

    E poi tutti i fumetti, anche i più "bloccati", si evolvono, addirittura One Piece che va avanti da quasi 30 anni con lo stesso autore si è evoluto, prima trovavamo tante saghe (molto belle, tra l'altro) scollegate tra loro in cui c'erano solo delle informazioni buttate in modo casuale (del tipo: "Ehi, Rufy, tu hai la D nel nome, come Roger, chissà che significa...") mentre adesso è, un po' come Tex, una serie più "stringente" dove ci sono tanti riferimenti al passato, personaggi che tornano, nuove spiegazioni...

     

    Che poi Tex non è così proibitivo da leggere, se prendi la storia di Manfredi non c'entra un tubo con niente, la prossima di Ruju pure, solo che ogni tanto ci sono personaggi che tornano, più di prima sicuramente.

  6. Colgo l’occasione per chiedere a Boselli se ora che è in pensione (al 50%) girerà più fiere alla Don Rosa, che da quando non lavora più è sempre in giro.
     

     

    Anche se adesso verrà in Italia solo tramite eventi organizzati da fan…

  7. <span style="color:red">8 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Non c'entra un tubo, non è un personaggio seriale (anche se poi ci ha fatto il seguito visto il successo), in un romanzo o un film autoconclusivi NESSUNO è un "protagonista ricorrente" che spinge le vendite...

     

    Ma anche questo alla fine dimostra l'assunto: visto che a piacere era Lecter... il seguito l'ha fatto con le nuove avventure di Lecter. Non di Candice.

     

    Alla fine, anche se non è il protagonista subito... il personaggio "forte" lo diventa (vedi Lestat con Ann Rice, vedi Valentina con Crepax, vedi Corto Maltese dopo la Ballata del Mare Salato).

     

    Solo chi NON È MAI RIUSCITO A CREARE PERSONAGGI FORTI (tipo Nizzi (e i loro fan) possono propugnare la balla secondo cui il protagonista forte "non serve" in una narrazione seriale...

    Vista ormai l'incompatibilità di visione su Tex (ci sta, eh), andiamo alle altre cose.

     

    Semplicemente in quel tipo di storie hanno più peso altri personaggi rispetto al protagonista, ma forse con Lecter era meno chiaro, gli esempi che ho fatto dopo sono molto più chiari.

     

    <span style="color:red">10 minuti fa</span>, Diablero dice:

    Strawman anche questo, che dimostra grandi lacune (o meglio, grandi costruzioni logiche basate su assunti palesemente falsi) sul funzionamento della narrativa di genere.

     

    Da dove salta fuori questa equiparazione fra "personaggio forte" e "personaggio di cui devono essere narrate le origini fino ad ogni dettaglio"?

     

    Non hai mai letto Diabolik? (quello classico che ha avuto successo, lo so anch'io che adesso Faraci sta nerdisticamente narrando le origini di ogni suo capo di vestiario...)

     

    E soprattutto...  non hai mai letto Tex?

     

    Secondo te non ha mai fatto successo fino alla pubblicazione di "nueces valley"? :lol:

    E chi parla di origini? Io rispondevo a Joe, il quale afferma che in Nick Raider hanno più peso i casi e i comprimari (sia autoconclusivi che ricorrenti) che il protagonista. E io gli ho riportato altri casi in cui vige lo stesso principio. In Conan sono quasi solo casi e la trama è ferma, in Golgo 13 si pone l'attenzione SUI CASI, su come farà Golgo ad uccidere quello, a spaccare il diamante e così via... Il centro non è il protagonista, tutto qui. (E per spiegarmi ho preso proprio due fumetti con una serialità paragonabile come numeri, ma con molti anni in più di attività, a Nick)

  8. C'è una incomprensione generale nel dialogo tra me e @Diableroperchè io ho usato più volte la parola comprimario, sia cattivi che spalle sporadiche. Mentre lui è partito solo sui nemici.

     

    Oltre a questo, per quanto riguarda le storie di Bonelli le ho lette tutte o su Classic Tex nei primi anni o in seguito sulla Tutto, ma una sola volta, quindi se per i personaggi a cui ho risposto ho tutta la storia in mente per gli altri no (tranne per Solano che sta sempre nella stessa storia, ma non le ho mai dato troppo peso). Mentre per il filone magico, mica le storie sono brutte da Nizzi, che Tex contro Yama è bella?

     

    Rispondendo a Joe, invece, è proprio lo stile di tutti i gialli/polizieschi. Nel silenzio degli innocenti il personaggio più affascinante è Lecter. In Uno studio in rosso dopo la rivelazione parte praticamente un altro romanzo con le vicissitudini dell'assassino. Detective Conan ha 100 casi autoconclusivi e poi 6 capitoli sulla storia del protagonista. E' più un thriller che un giallo, ma il grande Golgo 13 non rivela mai niente del suo passato e ci si concentra sui casi, molti dei quali parecchio elucubrati.

  9. <span style="color:red">6 minuti fa</span>, Letizia dice:

    La cosa più stupida che si possa fare in un racconto è opporre all'eroe un antagonista con super ultra poteri.
    Tex è invincibile?
    Mettiamogli contro un super ultra megagalattico villain dieci volte più invincibile di lui e vediamo come diavolo fa a uscirne vincitore.
    Cavolate tipo DC/Marvel.
    Tex non è un super eroe con super poteri.
    Per metterlo in difficoltà basta un uomo solo, astuto e danaroso.
    Un uomo che sappia tessere tele che possano mettere in difficoltà Tex & Co.
    O anche delinquenti comuni inafferrabili o che agiscono nell'ombra, come tutti quelli citati da @Diablero.
    Le storie di GLB sono piene di personaggi così.
    Tex non ha bisogno di Thanos o di Zod.
    Gli basta Coffin.

    Solo un personaggio piatto ha bisogno di antagonisti di spessore.

    Ma chi ha detto che voglio Tex sconfitto? Boh. Tex DEVE avere comprimari spessore, mica deve perdere.

    Prendiamo che ne so... Charvez di Luna Insanguinata. E' più forte di Tex? No. E' interessante come personaggio si.

    Il Tenente Parkman è più forte di Tex? No. (che poi io parlo di comprimari in generali, non solo di nemici) E' interessante come personaggio? Si. Se poi vi basta leggere un Tex che se la vede con personaggi tagliati per quelle storie, che si limitano ad incarnare gli stereotipi dei personaggi realmente esistiti nel West, ok. Ma, personalmente, mi sembra una visione sul mondo letterario veramente poco ambiziosa, in cui è più importante avere un personaggio 100% azzeccato (vorrei vedere, è scritto dal creatore) che grandi storie in cui c'è Tex (e con tutti i limiti che ne derivano, cioè Nizzi lo potrebbe far piccioneggiare, Boselli renderlo troppo serio senza ironia...).

     

    E poi la frase che solo le mezze tacche hanno nemici di spessore? Ma davvero? Non ha senso, perdonami, allora i grandi protagonisti sono tali per quale motivo? Perchè l'ha scritto l'autore in una didascalia?  Il Gambadilegno feroce di Gott e Scarpa rende Topolino un omuncolo o lo fa giganteggiare? lo spietato (o meglio, l'implacabile) Jack Thunder rendere Tex un piccione o un mastino?

    • Confuso (0) 1
  10. 12 minuti fa, Il sassaroli dice:

    A MacParland invece vorrei dire che anche le critiche a GLB sono legittime (ci mancherebbe!) però da quello che scrivi pare che di letteratura disegnata ancora devi leggere parecchio per entrare nei meccanismi narrativi.

    In particolare il personaggio-topos è funzionale a qualcosa della trama, è assimilabile ai personaggi non giocanti (PNG) dei videogames. È vuoto, certo, proprio perché non è né protagonista né comprimario e il suo ruolo si esaurisce nella stessa funzione narrativa. Se lo "riempi", cioè gli dai un vissuto, non è più un topos ma un personaggio giocante.

    GLB utilizza spesso personaggi-topoi? Certo, fa parte del suo stile narrativo. Non è né un difetto né un limite. Tanto per dire un altro scrittore che ha riempito le sue storie di personaggi-topoi e non per questo viene considerato un minore, ma anzi è uno dei maestri della narrativa disegnata risponde al nome di Robin Wood.

    Alla fine c'è chi ritiene che un personaggio a tutto tondo come El Muerto possa dare maggior spessore alla storia (e anch'io ho sempre sostenuto che una grande storia richiede un grande villain) ma GLB è lì a dimostrare che un protagonista superlativo e dialoghi come fucilate possono anche fare a meno di villain carismatici. Non è comunque la regola, perché Mefisto, Barbanera e gli altri ricordati da Diablero sono personaggi moooolto giocanti. E, se posso dire, El Muerto se lo mangiano a colazione.

    Io lo vedo come un limite perchè Tex senza comprimari di spessore non è interessante dopo che hai letto diverse storie. Certo, può piacere ed è legittimo, a me no. Il fatto che gli NPC abbiano un ruolo è indubbio, ma non sono così positivi all'interno di una storia a fumetti per il semplice motivo che questi personaggi-ruolo di cui parliamo nelle storie di Bonelli rivestono ruoli importanti (in molte sono o il nemico o vicino a quest'ultimo) mentre nel caso dei giochi è gente messa per aumentare il numero di una cittadina ad esempio (in tutti i giochi stile Dragon Quest o Pokemon ti danno oggetti o mosse da insegnare). Per quanto riguarda i personaggi ho risposto sopra.

     

    Ma in generale gli NPC non è che abbiano tutta questa buona reputazione, su Tiktok girano meme ed in generale quando a scuola vediamo compagni "inutli" li prendiamo in giro (sempre con garbo, eh).

     

     

    • Confuso (0) 1
  11. <span style="color:red">16 ore fa</span>, Diablero dice:

    :laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing::laughing:

     

    :craniate:

    Potrà farti ridere o non piacerti ma è così. El Muerto è il cattivo forse più riconoscibile tra tutti e il più famoso dei primi 200.

     

    <span style="color:red">16 ore fa</span>, Diablero dice:

    Mefisto, Yama, Lily Dickart, Satania, i Dalton, Zhenda, Ruby Scott, Il signore dell'Abisso, La Mano di Ferro, Il grande Re, La Signora della Notte, Marcus Parker, Myra Solano, Fraser, Kento, Lucero, Barbanera, Apache kid, I figli della notte...

    Alcuni li tralascio perchè non li ricordo, te li do come buoni (tanto sono sempre pochi:P).

     

    Mefisto, Yama e Lily Dickart li ho eliminati di proposito per il semplice fatto che fanno parte di un filone di storie che è veramente divisivo, ogni volta che esce una loro storia (a prescindere dalla bontà) si alza un polverone mai visto.

     

    I Dalton e Apache Kid vanno esclusi perchè personaggi storici, Bonelli non si è inventato nulla (vabbè certe volte inventava visto che la storia non è mai stata rispettata troppo) è come leggere "Il colonnello Mano Cattiva" e fare i complimenti a Boselli per aver creato una figura affascinante come MacKenzie.

     

    Ruby Scott, boh, non vale niente, ce lo ricordiamo per la fondina e basta. Ed è quello che ho sempre detto di molti personaggi bonelliani, ci ricordiamo il ruolo ma della loro caratterizzazione nulla (mentre Nick Castle, per dirne uno recente, è un personaggio che cambia).

     

    Volevo concentrarmi su Fraser e Marcus Parker che sono i principali antagonisti delle due storie che preferisco.

    Fraser è semplicemente un rinnegato con una banda al suo seguito (numerosa ma non valorosa, quando arrivano i rinforzi spariscono come me a scuola quando ci sono le verifiche) che bara alle carte. Non c'è introspezione, non solo sua, ma di tutti i personaggi intorno. Il finale è il colpo di genio di quella storia, però quando appaiono i volti delle persone uccise sono tutti anonimi, fantocci, di quella cittadina non si sa niente, l'unica interazione vera in tutta la storia è Tex che dialoga brevemente col barista che gli dà la soffiata su Fraser. Stop. Un esempio perfetto e opposto è Helltown con Jack Thunder.

     

    Marcus Parker è l'avversario della storia che preferisco: per l'intrigo, per vedere ampie scene con gli altri pards, Tex in cella... Ma il personaggio di Marcus Parker è anonimo. Conta la storia e gli avvenimenti, lui lo vediamo (e scopriamo il suo nome) a fine storia (che le prende di brutto), per 450 pagine vediamo una lampada che parla e che viene informata di ciò che succede.

     

     

    • Triste (0) 2
  12. Dopo che l'ho buttata sul ridere la possiamo spiegare. Quello che rimane impresso leggendo Bonelli è la forza volitiva di Tex e compagni, assieme all'ironia che li accompagna e alla loro forza paragonabile a quella di un tornado che non lascia niente dopo il passaggio.

     

    Ma questa è l'unica cosa che rimane. Davvero. Lo ammette implicitamente anche Joe7, tolto il giudizio su Tex e Carson su cui non concordo, di questa storia ti ricordi soprattutto di comprimari quali Bixler e Barbanera. I personaggi (e in generale la scrittura) di Bonelli sono freddi, vuoti, l'abbiamo studiato tutti alle medie in antologia: Sono tipi, personaggi che non mutano durante la storia, che non brillano per carisma e sono lì più per il loro ruolo (il borioso signorotto locale, il rinnegato, il capo in cerca di gloria) all'interno di storie solide ma prive di guizzi narrativi, storie che molto spesso sono uguali ad altre precedenti.

     

    In generale questo fatto dell'assenza di comprimari o nemici è confermata dal fatto che il nemico più famoso dei primi 200 numeri (periodo d'oro di Bonelli, così come quando parlo di Nizzi mi fermo a prima di Mefisto) è... (immaginatevi un rullo di tamburi) El Muerto! Creato da Nolitta. Andate da qualsiasi fan texiano e fategli vedere solo la brutta faccia butterata del pistolero e subito lo riconoscerà.

     

    Non ci sarebbe niente di male, se non fosse che la lettura (soprattutto a posteriori, tipo rileggere tutti gli albi oggi) delle sue storie diventa ripetitiva: Tex può fare dei piccoli errori che lo allontanano dai cattivi, poi li trova, li pesta malamente se non peggio (queste sono comunque scene molto divertenti) e a fine storia ne esce con una vittoria straripante. Mi posso divertire alla prima, alla seconda, alla terza, ma alla quarta lettura mi sono stufato, perchè per come è strutturato il personaggio di Tex ci devono essere dei personaggi che reggano il suo peso e calati anche in sceneggiature articolate, perchè Tex è infallibile e a fine storia vincerà (si, può fare piccoli errori ed in alcune storie, più riuscite ed altre meno perde, ma se su 700 storie ne esce vittorioso in 690, una percentuale del 99%, voi che direste? Un tennista che ha vinto il 99% delle sue partite come sarebbe definito?), se non c'è nessun elemento a condire queste trame io mi stufo e lo scrittore è ripetitivo.

     

    Poi in questi ultimi anni ampliando le mie letture ho trovato un sacco di cose davvero interessanti (dello stesso periodo) rispetto ai Tex di Bonelli, l'ultimo esempio è Mort Cinder (commentato qualche mese fa) di Oesterheld, pensate a tutti i personaggi apparsi nelle storie, alla fine Mort è solo uno spettatore delle storie di questi altri uomini. O ancora le opere Disney di Scarpa, Barks o Gottfredson, il Corto di Pratt (fino alle 20 brevi), ma anche la stessa Storia del West di D'Antonio.

  13. Discorso davvero interessante. Chiaramente su Tex è meglio Bonelli di Nolitta, viste le poche pagine del secondo, ma lo reputo molto più fresco. Molte delle più grandi (per il grande pubblico, non per me, non tutte, almeno) storie di Bonelli hanno sempre lo stesso approccio, avevo già parlato delle analogie fra "Terra promessa" e "Sulle piste del nord", ma anche "Vendetta indiana" e "Sangue Navajo" e diverse altre storie. Mentre Nolitta ha portato Zagor su Tex, sia da un punto di vista negativo con la piccionaggine, ma anche positivo con una varietà di trame notevole.

     

    Per quanto concerne Nizzi, beh.. Io fino a prima del 500 lo preferisco di molto rispetto a Bonelli. I personaggi stupidi non avevano ancora preso il sopravvento, un umorismo davvero azzeccato (l'unico tra i successori) e poi vicende interessanti con personaggi particolari che un si distaccano dai comprimari introdotti da Bonelli: Zeke Colter, Cobra, Tigre Nera, Linch Weyss, Nuvola Bianca, Howard Walcott...

    • Mi piace (+1) 1
  14. Sono molto soddisfatto, una delle migliori storie degli ultimi tempi. 

     

    Spoiler

    Sono ancora troppo stordito dalla pioggia alcolica di ieri per fare una recensione, alcune cose che però posso dire:

    - Un Tex marmoreo ed esplosivo veramente interessante, poche chiacchiere e tanti fatti

    - Personaggi secondari interessanti

    - Mistero intrigante

     

    La risoluzione Orient Express mi è piaciuta e l'ho trovata anche sorprendente poichè mi ero concentrato su un singolo personaggio (Strangway).

     

    Non mi piacciono invece le comparsate di Tex quando ce n'è bisogno, sono diverse, alcune giustificate (stavo sorvegliando ed ho sentito rumori), mentre altre no, ma soprattutto quella di Carson nel flashback...

    Per l'ultimo difetto non è una storia che raggiunge il voto massimo.

    Casertano eccelso, le scene con gli incubi rese magistralmente, così come l'incendio.

  15. <span style="color:red">5 minuti fa</span>, Arthur_Morgan dice:

    Forse. “I ribelli del “Canada” l’ho apprezzata,

    Scusami, ma è un po' strano, perchè pure nei Ribelli c'è una scena assurda, mi riferisco a quando Tex, anche detto Ezio Greggio, chiama a gran voce le veline. Grandi applausi da parte degli uomini presenti, ma è sempre una sparata dubbia.

     

    Detto ciò, la sceneggiatura di quella storia è fuori di testa... per quanto è geniale! La storia va avanti in modo avvincente con il protagonista attaccato ad un palo per 120 pagine, basta questo per far capire la grandezza di Nolitta.

  16. <span style="color:red">11 ore fa</span>, Poe dice:

    Buon primo albo anche per me. Con una sorprendente scena “dissacrante” quasi all’inizio: Tex che tiene sotto tiro un avversario, il quale si gira e lo disarma facendogli saltare via la pistola. Com’è possibile? Tex battuto! E così facilmente! Neanche Ruby Scott... Be’, in realtà una spiegazione c’è…

    SPOILER SPOILER SPOILER

    SPOILER SPOILER

    SPOILER

     

    Si tratta di un flash-back, di quando Tex era un ragazzino quindicenne, per cui è normale che venga sconfitto e disarmato da un pistolero adulto più abile di lui.

    La storia, dicevo, promette bene, una avventura corale boselliana, sia per il gruppo di banditi ben caratterizzati, che per il personaggio “grigio” (non del tutto malvagio) di Goode, sia per i riferimenti al passato del giovane Tex ai tempi della Nueces Valley, ma con uno stile narrativo personale, scorrevole e piacevole da leggere, come un po’ tutte le avventure di Giusfredi finora.

    Grande importanza viene data al giovane e spavaldo Arkansas Joe e all’esperto e saggio Gunny Bill: la forza della storia sta proprio nella buona caratterizzazione di tutti i personaggi, sia comprimari che avversari, e nell’interesse che suscita nel lettore, che arriva alla fine dell’albo curioso di saperne di più sul rapporto tra Goode e Gunny Bill, e anche sul misterioso tesoro del “King Cobra”, appena accennato da Carson. Insomma, alla fine della lettura si ha voglia di leggere il seguito tra un mese, cosa non affatto scontata visto che, nelle ultime storie di Tex gigante, dopo il primo albo si intuiva troppo facilmente dove si andava a parare.

     

    Dicevo di un Arkansas Joe coprotagonista ben definito come personaggio, ma non altrettanto dal punto di vista grafico: nel senso che, di fatto, continuiamo ad avere nella serie due versioni alternative e parallele di Arkansas Joe (e questo, anche se ormai è stato accettato, resta un po’ assurdo), c’è un Arkansas Joe disegnato da Brindisi (che riprende quello di Galep, alto, tarchiato, capelli neri, viso da pugile), e un Arkansas Joe di Valdmbrini /Giusfredi (media statura, agile e castano, viso da bravo ragazzo, alla Barella).

    L’Arkansas Joe di Brindisi/Boselli l’abbiamo appena visto nella storia di “El Diablo” (ma anche nel n. 26 “El paso del norte” e anche in “Guerre di frontiera”, Tex n. 498), quello di Valdambrini ha fatto la sua prima comparsa nella storia di “El Cangrejo” e ora ritorna qui. È più giovane, sbarazzino e simpatico, ma non assomiglia neanche un po’ all’altro). Il lettore poco attento probabilmente pensa che siano due personaggi diversi.

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    Oddio, non vorrei sbagliarmi, ma queste foto le postai io quando notai l’errore nella storia del Cangrejo. Mi sa che misi pure quella di Marcello per fare il confronto.

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