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TWF - Tex Willer Forum

Black Jim

Cowboy
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Messaggi pubblicato da Black Jim

  1. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Exit dice:

    Per una volta segnalo una tua lacuna :D

     

    Nella fase finale oltre alla soddisfazione che ora condivido, subentra un ulteriore evoluzione in peggio.

    Da lettore accanito della Sergio Bonelli, non ho letto per anni solo Tex ma tante testate, finivo con l'essere uno sponsor a gratis. Consigliavo di comprare il tal albo, ne ho regalate copie. E qualcuno alla fine cedeva e quindi alle mie copie se ne aggiungevano delle extra.

     

    Ora se un amico mi chiede qualcosa gli sconsiglio l'acquisto. Anzi lo sconsiglio anche a chi si avvicina agli albi, dicendogli che val la pena comprarsi con quei soldi una birra...

    E funziona... perché alcuni come te vorrebbero mollare, però per abitudine insistono. Quando scoprono che c'è un esempio da seguire imparano in fretta. 

     

    Quindi aggiungerei l'opzione 5) vendicarsi! :P

     

    p.s. Diso su Tex non mi piace per nulla, ma se fossi ancora un Tex-tossicodipendente sarebbe forse l'unico motivo per acquistare l'albo, ché Ruju con tante pagine a disposizione di solito fa danni...

    Concordo col forum che la "vendetta" non porti a nulla e non dia soddisfazione alcuna, ma forse qui il punto è più la soddisfazione di "fare qualcosa" più che una truce vendetta.E in questo senso chi di noi, se deluso da una qualche pubblicazione, non la sconsiglierebbe a un amico? Tutto sta nelle nostre motivazioni prevalenti (è normale che spesso siano concomitanti):  1 sincero interesse per l'amico, 2 disillusione verso una collana/artista/editore (vedi polemiche sulla Disney in Usa), 3 odio verso la casa editrice etc etc.Ma davvero qui siamo nel caso 3?! Io ne dubito, ma Exit può chiarire il punto.

    P.s. Non ho particolari problemi con critiche o polemiche ma trovo comunque non bellissimo definire un utente "antipatico" o "pessimo" anche quando lo si possa pensare, meglio attaccarlo duramente solo sul punto (lo "sconsigliamento" dell'acquisto in questo caso).

    P.p.s. Mi scuso per i caratteri colorati, non so come si siano attivati...

  2. Il 27/9/2023 at 09:28, Kamoose dice:

    Lo spunto scelto da Giusfredi rientra tra i classici della narrativa d’avventura, da intendersi chiaramente nel senso più totale e onnicomprensivo del termine, che sia la ricerca di una città misteriosa e di origine sconosciuta, la scoperta di un’immensa ricchezza celata dallo scorrere inesorabile del tempo o la miracolosa e leggendaria fonte dell’eterna giovinezza (“Una potente medicina perduta” dice Tiger Jack) non fa alcuna differenza, è il Graal da sempre ambito dal genere umano ma anche la ghiotta occasione per il narratore di raccontare della fallibilità dell’uomo, vinto dal destino beffardo o dal potere invincibile dell’illusione.

    In questa storia Aquila della notte arriva in soccorso dell’indiano Nakai che teme per la scomparsa di sua figlia adottiva Sitsi, inizialmente non è chiaro se la ragazza sia stata rapita o se al contrario abbia scelto di seguire volontariamente un gruppo di uomini alla ricerca della famigerata fonte della giovinezza, resta il fatto che tutti se la dovranno vedere con la figura mascherata di Nataska, uno spietato indiano che difende il prezioso segreto della tribù Hopi.

     

    Come tutti sanno Giusfredi recupera personaggi e situazioni dall’universo Zagoriano mettendo in atto una seconda “collisione” di mondi dopo quella di Bandera! (c’è ne saranno altre?), volendo si può discutere all’infinito sull’opportunità di una scelta di questo tipo e sul valore aggiunto che tale soluzione imprime alla storia, tuttavia alla fine l’unica domanda da farsi è se questa sia una storia pienamente riuscita oppure no.

    A mio avviso la storia non è pienamente riuscita e uno dei problemi maggiori risiede proprio nella volontà dell’autore di collegarsi alla vecchia vicenda dello Spirito con la scure, per farlo nella prima parte assistiamo ad un lungo e macchinoso spiegone che racconta di personaggi ed eventi passati, avvenimenti e nomi che al lettore di Zagor saranno sembrati superflui mentre a quello di Tex solo confusionari.

    La storia nel complesso risulta anche godibile, niente di eccelso e certamente molto al di sotto degli standard della serie cartonata (almeno dei volumi che ho letto finora), tuttavia più andavo avanti con la lettura e più mi chiedevo se era davvero necessario ripescare questi personaggi Zagoriani per inserirli a fatica in un racconto dal respiro fortemente limitato dalle sole 48 pagine.

    Tutto questo impegno per far vivere un’avventura a Tex dove utilizza la mitica scure in una manciata di vignette? O per mostrare Zagor e Cico in una tavola dove si racconta di una vecchia storia?

    Devo essere onesto, ho trovato questo collegamento una forzatura gratuita, a mio avviso si poteva scrivere la stessa storia senza tirare in ballo Zagor e la sua scure, Giusfredi avrebbe avuto più spazio per raccontare e per meglio definire i diversi personaggi (nessuno di loro lascia il segno) e il tutto sarebbe forse risultato più equilibrato e funzionale, a cominciare da un finale talmente affrettato che nell’ultima pagina l’azione è ancora in corso nonostante l’arrivo dell’implacabile parola FINE.

     

    E veniamo ai disegni di Civitelli, quando ho letto il suo nome ho pensato che non poteva esserci scelta migliore considerando il suo tratto particolarmente pulito e definito, concettualmente parlando e prendendo come base la linea chiara d’ispirazione franco/belga Civitelli era semplicemente perfetto per questo tipo di pubblicazione.

    Confermo il mio apprezzamento dopo aver letto la storia, ho trovato il suo lavoro molto buono sopratutto per quanto riguarda lo studio e la composizione o de-composizione della tavola, il maestro aretino osa parecchio da questo punto di vista e si diverte nella sperimentazione, oltre alle due splendide splash-page (quella dell’allucinazione collettiva e quella del viaggio di Tex e Nakai) abbiamo diverse tavole singole molto originali, quella muta e a “scacchiera” dove Nakai trova la piccola Sitsi, quella che racconta la vecchia storia di Zagor, quella dell’incubo di Tex e quella con protagonisti i conquistadores, entrambe prive dei rigidi confini delle vignette.

    Sinceramente certe critiche mi sorprendono, una certa staticità del disegno è da sempre presente nell’arte di Civitelli che non ha mai fatto della ruvidezza del tratto e della dinamicità il suo punto di forza, magari la colorazione non eccelsa dell’esordiente Laura Piazza (secondo me non ai livelli di Vattani) può aver evidenziato ancora di più queste caratteristiche ma di certo non le ha generate di sana pianta.

    Poi per carità è legittimo preferirlo in B/N ma per me il suo lavoro su questo cartonato è di buonissimo livello.

    Storia: 6,5 Disegni: 7,5

    A me personalmente il colore è piaciuto, ma i disegni meno, se non l'impostazione di alcune pagine.

    La storia...anche interessante il soggetto, ma non coinvolge* e anch'io come altri trovo lenta la trama e  affrettato il finale.

     

    *O almeno non coinvolge me; forse anche perché non ho letto la storia originale di Zagor.

    Ho provato verso la storia lo stesso senso di estraniata' che provai con i dialoghi (non con i disegni, bellissimi) prolississimi del primo cartonato di Eleuteri Serpieri...

  3. Il 18/11/2021 at 11:55, ymalpas dice:

     

    Infatti, chi ha iniziato negli anni ottanta vedeva le edicole puntualmente rifornite di arretrati, persino nelle edicole più sgangherate dei paesi ''sputo di paese''.

     

    Oggi chi va in edicola trova solo le ristampe: difficile che un ragazzino finisca per imbattersi nel Tex glbonelliano o appassionarsi a Zagor leggendo le storie di Nolitta o Boselli. Semplicemente non le trova.

     

    C'è la domanda 27 in cui ho posto il problema: ci lamentiamo che i giovani non leggano più i fumetti: non li trovano e quel che trovano sono gli inediti di Ruju, Zamberletti e Manfredi o se gli va bene Boselli.

    Segnalo che a Rimini vecchi arretrati "Tex Gigante" o pure "Tre Stelle" si trovano regolarmente in almeno un'edicola, sciolti o in busta bialbo.

    Effetto da turismo estivo probabilmente.

  4. Il 28/2/2021 at 15:03, borden dice:

    Scusate, ma c'è un fraintendimento. La copertina NON deve rappresentare il TITOLO, bensì la STORIA. Sono due  elementi differenti che possono DIVERGERE. Una copertina che rappresentasse letteralmente le "foreste dell'Oregon" (me l'immagino! :lol:), un "messaggero cinese" . una "lotta sul mare" o, nel caso di titoli di città. un panorama di San Francisco o Nogales, farebbe ridere o piangere!

    Ottima precisazione!

    La cosa rimane soggettiva, certo, ricordo la (bella) copertina del mio primo albo "Il ranch degli uomini perduti' in cui un Tex a cavallo si presentava davanti a un guardingo cowboy armato di fucile.Evocava la storia, ma non anticipava nulla (assalto indiano al ranch, dove per inciso gli uomini vengono salvati da Tex e le giacche azzurre, niente "uomini perduti"). Fuorviante? Quattro stagioni? In fondo no.

  5. <span style="color:red">21 ore fa</span>, Diablero dice:

     

    Beh, non pretendo di sapere cosa pensa Ymalpas, ma essendo stato uno che "si comprava tutto", spiego come funziona (o almeno come funzionava per me)

     

    Premessa: anche fra "chi prende tutto" ci sono gradi e gradazioni. Io "prendevo tutto" nel senso che prendevo tutte le storie di Tex inedite. Le ristampe e i gadget a volte li prendevo e a volte no, ma non li consideravo in quel "tutto". Conosco gente che davvero si prendeva "tutto" nel senso che collezionava anche le custodie delle cinture di Tex, i ciondoli, TUTTE le ristampe, e magari si sarà presa ogni edizione delle Limited. Finché non affami i figli per prenderti la quinta edizione della limited non ci vedo nulla di male. Non capisco perchè spendere migliaia di euro per un Rolex sarebbe un acquisto di gran gusto e invece qualche decina per un volume sarebbe una cosa da fissati (per me logica direbbe il contrario). Se fossi miliardario avrei preso anch'io davvero tutto (ma avrei anche un villone enorme dove mettere tutta quella roba e trenta domestici per spolverare...). Comunque questa premessa per ricordare che dire "compro tutto di Tex" può voler dire cose molto diverse, anche come spesa.

     

    Fatta questa premessa, questi completisti ultimamente pare vengano schifati e derisi dalla Bonelli, e non mi sembra una mossa tanto intelligente. Hai gente che ti compra tutta la produzione a scatola chiusa e quando si lamentano della qualità gli rispondi "basta non comprare"? Se lo facesse il commesso di un negozio di calzini verrebbe probabilmente licenziato (un dipendente che dice ai clienti migliori che possono comprare i calzini da un altra parte? Come minimo gli detrarrei tutti i mancati guadagno dallo stipendio...), alla Bonelli sembra sia diventata la risposta standard. Boh, a volte ho l'impressione che non vedano l'ora di fallire... (poi vedo le speculazioni sulle limited e realizzo che non hanno nessuna voglia di fallire, semplicemente vogliono vendere roba che non legge nessuno così hanno meno problemi...)

     

    Torniamo al mio caso: Tex per tutti gli anni 90 e 2000 mi costa praticamente 2 pizze all'anno e 10 cm all'anno di scaffali. Non mi manderà mai in rovina e ho spazio negli scaffali per altri 20 anni di storie. Perché non avrei dovuto comprare tutto? Solo che gran parte di quegli albi sono del tardo-nizzi e mi fanno incavolare a leggerli.

     

    Con il senno di poi, quello era il VERO costo di quegli albi: non i pochi euro, ma il tempo perso a leggere certa roba. E infatti dopo un po' smetto di leggere le storie di Nizzi ma continuo a prenderle. Il tempo vale più di 2 pizze all'anno.

     

    Poi la Bonelli continua man mano ad aumentare la produzione e i prezzi. E qui arrivano varie fasi:

    1) continuo per un po' a prendere tutto, ma faccio sempre più fatica a giustificarlo a me stesso. Non solo le storie, anche i disegni spesso nei "collaterali" sono penosi. Le cifre annuali aumentano (attualmente solo con gli inediti siamo a circa 50 pizze all'anno, una alla settimana...), lo spazio in libreria me lo hanno occupato con tale velocità che non ne ho più. Qui scatta la fase della "lamentela": spendo e vorrei un prodotto decente.

    2) inizio a lasciare in edicola il peggio. La prima volta è uno stacco netto, quasi un addio: dopo 50 anni (li compro tutti dal 1973) esce un Tex e non lo prendo. Anche se prendo gli altri, è il segno di una separazione, si un distacco. E all'inizio te la prendi con l'editore che pubblica dei Tex di livello tanto basso da farteli lasciare lì.

    3) Scopri che lasciarli lì ti dà gusto. E man mano che la produzione aumenta per spremerti come un limone, tu ne compri sempre meno "così imparano". E comincio ad avere piacere se pubblicano schifezze nei collaterali perchè il gusto di lasciarli in edicola supera l'eventuale (??) gusto di leggerli.

    Attualmente sono in questa fase. Sono contento se mi mettono Nizzi nel Maxi, così risparmio tempo e spazio e il gusto di NON comprarlo è fantastico. E cominci a cercare motivi e scuse per lasciarne sempre di più in edicola. Attualmente un maxi devo avere davvero buoni motivi per prenderlo altrimenti è "no" di default.

    4) La prossima fase, immagino, sarà di smettere proprio del tutto.

     

    Se Ymalpas si lamenta ma compra è ancora nella fesa 1. Per la casa editrice dovrebbe essere un pre-allarme.  Quando si passa alla fase due poi d una slavina, è un lettore a tempo che in pratica stai perdendo. Eppure sembra che ne siano contenti e insistano per mandarti via, si vede che si preferisce ricevere meno soldi pur di evitare le critiche... (o forse ne ricevono ancora troppi... mi ricordo com'era cambiato l'atteggiamento di Berardi e Milazzo con i lettori una volta che erano diventati editori in proprio e dovevano pagarci le bollette con le vendite senza più un page rate fisso...)

     

    Su Diso... boh, non ho mai capito davvero il senso di metterlo su Tex. Non è contento lui, credo (cioè, è contento immagino di lavorare ed essere pagato, ma per me sarebbe più contento a disegnare Miister No. Infatti continua a disegnare Mister No sotto il cappello di Tex). I lettori sarebbero più contenti di vederlo su Mister No, magari su numeri speciali a prezzo speciale che non vadano in perdita. L'idea di metterlo su Tex "perchè Tex vende di più" e quindi può pagarlo ha un senso...  solo finché credi che non ti faccia perdere lettori. Ma se ti fa perdere lettori, alla fine non ti "costa" di più in prospettiva, a lungo termine?

     

    (certo, bisogna considerare magari chi hai eventualmente a disegnare il maxi al suo posto... magari te ne faceva perdere di più!)

     

    Io quindi non mi lamento del maxi. Perché non lo prendo. L'ho lasciato in edicola con gran gusto e ridendo. Ymalpas invece l'ha comprato e l'ha pagato. E utilizza il suo "diritto acquisito di acquirente pagante" di lamentarsi. Chi fra me e Ymalpas sta comunque rendendo soldi alla Bonelli?

     

    Eppure, incredibilmente, sento spesso autori Bonelli che rispondo a quelli come Ymalpas praticamente "perchè non fai come Diablero invece di darci dei soldi?".

     

    Boh, credo sia una prospettiva distorta dal page rate fisso. Quando le critiche fanno più dispiacere del calo delle vendite, forse fare qualche annetto ad auto-prodursi rimetterebbe le priorità in chiaro...

     

    Quando un lettore smette di lamentarsi, oggi, di solito non è perchè è contento, è perchè non è più un tuo lettore.

    Ben esposto e, da uno che è  nato con Nizzi*, devo ammettere  -e lo faccio con piacere- che Diablero non solo scrive bene, ma è  anche godibile.

        È un vero piacere leggerlo, tranne in certe sequenze ultra polemiche o in alcune argomentazioni troppo prive di appigli, ma sono poche: dico la verità nelle 30 pagine di discussione su la "Cavalcata", (per dirne una recente) ho trovato solo un post che mi è parso logicamente criticabile.Sottoscrivo tutto quanto è stato scritto qui sul lettore: per quanto mi riguarda credo di essere in fase due!

     

    Nb*Senza per questo approvare certe dichiarazioni e attacchi personali.

    Anche se, in effetti, ho imparato sul Forum come molti sceneggiatori siano uomini di carattere e come tali abbiano un carattere...

    acceso quando non esplosivo.

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