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Winchester73

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Messaggi pubblicato da Winchester73

  1. È incredibile come, riletta a distanza di anni, questa storia mi lasci lo stesso senso di inquietudine: le rovine della vecchia missione che si stagliano nel deserto, la campana, quell'ombra del frate sul muro... Un mistero soprannaturale (religioso) intriso di profonda umanità e disperazione - dunque di realismo, nonostante l'elemento onirico. D'altra parte siamo in Messico, terra di sangue e superstizioni. 

    Una delle mie preferite, complici anche i bei disegni di Ticci una garanzia, e merito di una sceneggiatura concisa che oltre al dramma è capace di regalare momenti divertenti.

    Penso alle numerose vignette pensate in cui Carson commenta tra se stesso le azioni di Tex che in certi casi anticipano le mosse del pard, dimostrandone una conoscenza perfetta esemplare di un'amicizia fraterna.

    In altri casi nel corso della storia il vecchio Kit si trova totalmente spiazzato dai comportamenti impulsivi di Tex, il quale nel momento stesso in cui gli espone un piano compie azioni imprevedibili, quasi a sottolineare una lucida follia che ho trovato spassosa.

    Che altro dire di questo che per me è un capolavoro? L'avventura fila via liscia, anche lo scontro iniziale con i messicani al pueblo di Morelos, pur essendo un momento del viaggio dei pards totalmente estraneo agli esiti della vicenda, è strutturato alla grande.

    A tal proposito, ricordo che alla prima lettura mi aspettavo che "I tre killers" che danno il titolo al secondo albo sarebbero stati proprio i tre messicani del primo, che avrebbero potuto ottenere vendetta per il trattamento subito e al tempo stesso ottenere i soldi dai Cardenas per l'eliminazione dei Rangers...

    • +1 1
  2. A tratti lenta e satura di dialoghi, quest'avventura resta per me un piccolo capolavoro.

    Merito anche dei disegni di Letteri, qui come in Oklahoma al suo apice.

    La storia si può dividere facilmente in tre parti: il prologo fulminante nella città di Tucson, con Tex assoluto protagonista, violento e irriverente; la parte centrale molto classica dove il ritmo rallenta seguendo pedissequamente le tracce dei trafficanti d'armi nel deserto; l'ottimo finale che si trasforma in un racconto corale, con Ely Parker, lo sceriffo Rupert, i due affaristi Winter e Stone con i loro sicari, divenendo quasi un noir (Washington, l'agguato alla stazione, la fuga nella città morta).

    Si è detto molto soprattutto del primo albo "Tucson", che ricordo con piacere, in quanto è stata una delle mie prime storie lette (in versione tuttotex) e a distanza di anni mi accorgo ora che le considerazioni contro il razzismo, l'atteggiamento inflessibile e insofferente all'ipocrisia e alle menzogne dei potenti, al limite di un'irriverenza anarchica, presente in questa storia hanno influenzato molto il mio carattere e la mia visione del mondo.

     

    • +1 3
  3. Disegni spettacolari di Fusco, mentre a livello d sceneggiatura come già detto i 4 pards al completo become detto non deludono.

    Mi è piaciuta molto la parte centrale con la guerra tra gli Shoshone di Colter e i Blackfeet, anche il finale con il salto nel fiume, il battello e l'assalto incendiario a forte è molto bello.

    Punti dolenti i cattivi bianchi, che danno il nome ai primi due albi ma che sono piuttosto insipidi (soprattutto Snake Bill, mentre Charbonne è il classico piccolo vile affarista alla Glb) e la prima parte abbastanza ripetitiva, con tre falliti attentati ai danni dei pards pressoché identici.

  4. Ottimo riempitivo, storia concisa, poco sorprendente forse, ma zeppa di sparatorie e momenti di tensione tragica.

    L'inizio sembra essere la solita avventura di Tex in una città ostile, il nostro inizia a mandare alcuni cittadini al cimitero, poi so entra nel vivo dell'azione con l'assalto dinamitardo alla prigione, e la fuga grazie all'intervento provvidenziale di Carson.

    Non un capolavoro, ma avercene oggi di storie brevi così! Qui si apprezza la logica ferrea di Bonelli, che non cede mai a facili sentimentalismi o a retorica affrontando il tema del razzismo, dall'inizio fino alla fine, con il dignitoso e spietato gesto del nero che lascia affogare nel fiume il villain.

    Anche gli altri protagonisti della storia, il giocatore d'azzardo Ed e il ricco Boone, vengono descritti in modo assolutamente asciutto, ma la loro comparsa dà un'ulteriore senso morale al racconto, perché di fronte all'ingiustizia e al pericolo non sarà un vecchio amico (Boone) ma uno sconosciuto senza nessun pregiudizio (Ed) ad aiutare Tex.

     

     

     

    <span style="color:red">21 minuti fa</span>, Winchester73 dice:

    si

    <span style="color:red">22 minuti fa</span>, Winchester73 dice:

    dall'inizio (per quanto vittima di sopruso, non siamo portati a provare empatia per il nero accusato di omicidio)

    <span style="color:red">25 minuti fa</span>, Winchester73 dice:

    Tex. I disegni di Nicolò sono perfetti nel caratterizzare un contesto che sembra non salvare nessuno.

     

     

     

  5. Riletta oggi, ricollegandomi alle precedenti discussioni non trovo il limite della storia tanto in Juan Raza - un Tex decentrato e l'azione corale sono cifre stilistiche di Boselli, lo sappiamo - quanto nel traditore Vance.

    Penso che non ci sia stato nessun antagonista texiano talmente odioso, insulso, fuori luogo, sconclusionato, come questo damerino biondo - che tra l'altro ti accorgi subito della sua colpevolezza dietro il sorriso finto.

    Anche i banditi messicani sono personaggi senza nerbo né senso.

    Di questa storia salvo l'abilità dello sceneggiatore che semina una serie di indizi nel primo albo per poi terminare con un finale sospeso, divertendosi poi nel secondo albo a depistare gli stessi indizi.

    In questo senso ho preferito il primo albo rispetto al seguito, con la trama che sembra concludersi troppo precipitosamente.

    La qualità del giallo e della storia in se non è esaltante, senza dubbio però il lavoro di Boselli è stato al limite di un montaggio cinematografico.

    Sui disegni si è già detto tutto, un Letteri stanco e sottotono fa piangere il cuore

  6. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    È una delle storie che mi fece smettere di leggere Tex all'epoca...

     

    (per i nuovi arrivati nel forum, riassumo una storia che ho già raccontato diverse volte: negli anni 80 io leggevo Tex già da più di dieci anni ed era il mio personaggio preferito. L'arrivo di Nolitta fu un trauma e diverse volte in quegli anni dopo aver letto una delle sue storie mollai la serie - di cui fino a poco tempo prima ero un fan accanito, ma all'epoca ero molto più esigente di oggi, avevo ancora in testa il Tex superlativo di GL Bonelli e non mi accontentavo di pallide imitazioni. Oggi ho molta più pazienza, altrimenti avrei smesso 30 anni fa...)

     

    Ho letto alcune interessanti discussioni a riguardo su questo forum se il Tex di Nolitta fosse il vero Tex, e personalmente lo trovo piuttosto distante dal personaggio, però di questa storia come de "Il solitario del west" e più tardi "La strage di Red Hill" conservo solo bellissimi ricordi.

    Comunque può capitare di mollare una serie, io mi sono allontanato da Tex a metà 500, sia per ragioni personali, sia perché le storie erano diventate noiose (e lo dico pure da fan sfegatato di Nizzi!)

  7. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Angelo1961 dice:

    Una storie bellissima. Sarà anche poco texiana, ma è epica! Il mio unico rammarico è che non sia stata disegnata da Ticci, che ne avrebbe fatto un capolavoro ancora più capolavoro di quello che è.  Peccato. Quando vedo il Tex di Fusco, mi pare di leggere Lone Wolf, personalmente (solo per gusto) non l'ho mai sopportato e quando lo vidi per la prima volta su l'Idolo di smeraldo, fui talmente deluso che abbandonai Tex per qualche mese. E così mi persi anche i disegni di NIcolò (il mio Tex preferito) della storia successiva. :(

    Personalmente il Fusco maturo è ai livelli di Ticci, del primo Fusco non mi piacciono i volti, soprattutto quello di Tex.

    Detto questo, hai usato la parola giusta, I ribelli del Canada è una storia epica.

    a proposito di volti, avete notato che Soublette è molto simile al trapper comprimario di "Corvo rosso non avrai il mio scalpo"?, prima capelli lunghi e baffi poi pelato (per evitare di farsi scappare nel film, per non essere riconosciuto nel fumetto)

  8. Storia stranissima questa...Vive quasi completamente di dialoghi nella sua prima parte -  molti dei quali assolutamente ininfluenti e insignificanti ai fini dello svolgimento trama - ha un'impennata di violenza nella parte centrale (il massacro del forte delle giubbe rosse), e vede i suoi protagonisti legati al palo della tortura per tutta la durata dell'ultimo albo... Eppure, letta, riletta, era e rimane un capolavoro.

    Forse sono proprio quei dialoghi a tratti scanzonati, a tratti drammatici, a creare un'atmosfera tale che pare davvero di essere in Canada. Indiscutibile il fascino delle giubbe rosse, per me la bellezza di questa storia non sta tanto nei personaggi (anche lo stra citato Donovan, l'ho trovato assolutamente ne'carne né pesce), quanto proprio nell'abilità con cui Nolitta è riuscito a creare un'atmosfera, prima del decollo dell'azione vera e propria - l'albo "Tortura" ti lascia veramente incollato alle pagine e col fiato sospeso.

    In sintesi, la mia preferita del ciclo texiano del grande nord.

    PS molti hanno sottolineato la bellezza dei disegni, per me Fusco è anche migliore di Ticci, il suo stile all'inizio era differente, forse ancora acerbo, fatto sta che se proprio devo trovare un difetto in questa storia ho trovato esagerati i sorrisi a bocca spalancata che abbondano specie nella prima parte, la faccia sconvolta che fa Tex poi quando si trova di fronte al massacro al forte è veramente inguardabile e anche poco attinente al personaggio..

     

    • Confuso (0) 1
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  9. <span style="color:red">23 minuti fa</span>, piesse dice:

     

     

    ps questa storia (non "La Sconfitta" di GLB: grande episodio) è comunque al di sotto dei minimi sindacali. Bei personaggi il sergente ed il tenente, Carson fa fuori più nemici di Tex... ma quel Tex che, quando gli ammazzano Liddaker sotto il naso, si china a vedere come sta???? Cioè, qualcuno alle mie spalle spara colpendo qualcuno davanti a me: io, che mica sono Rambo, a) scappo al riparo & b) cerco di capire chi sta sparando e se ce l'ha con me. Da Tex ti aspetti che si volti e fulmini lo sparatore. Se è senza pistola, che si tuffi al riparo e reagisca. Un Tex che si china a controllare, lascia gli arrivino alle spalle e gli diano una botta in testa non è Tex: è un sosia, idiota terminale, forse con istinti suicidi (se avessero sparato anche a lui? stava lì fermo a fare da bersaglio?). Il che spiegherebbe come mai si faccia catturare a ripetizione nel corso della storia. 

    Vero, senza considerare la scena in cui Tex si fa beccare dal sergente e torna docile sotto le coperte, come detto da un altro utente.

    Comunque quante volte Tex si è fatto piccionare, anche nelle storie di Bonelli e di Nolitta? Fa parte del gioco, fa muovere le storie in certi casi, e comunque non dà l'idea di un Tex perdente in ultima analisi.

  10. Di certo non un capolavoro, ma una bella avventura si,  con continui colpi di scena e ribaltamenti di fronte; Nizzi ha imposto un buon ritmo ad un soggetto che di per sé era un deja vu.

    RIspetto ad altre storie di guerre indiane i bianchi qui vengono rappresentati nella loro umanità di soldati allo sbaraglio in terra ostile e si finisce per affezionarsi allo squadrone guidato dal tenente Stagg.

    Ottimi i disegni di Repetto, le sequenze notturne nel deserto non mancano di un certo pathos e di suspence, a mio  parere l'argentino era perfetto per storie brevi sui mensili piuttosto che per i Maxi.

     

     

     

  11. Da ragazzo questa storia mi piacque, riletta a distanza di anni non la considero che un riempitivo, senza infamia e senza lode.

    Più che altro l'ennesimo omaggio a "Ombre rosse" di Ford (nei personaggi del gambler e della ballerina sulla diligenza), mentre la trappola ordita a trading post mi ricorda un altro film western più recente (che il buon Nolitta non ha fatto in tempo a vedere), "The hateful eight" di Tarantino 

  12. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Diablero dice:

    Sarà difficile per tutti scrivere Mefisto, ma conto che almeno borden ci risparmi un Tex che rinuncia ad inseguire Mefisto perchè ormai ha 5 minuti di vantaggio e trovare le tracce dopo cinque minuti nella prateria è impossibile, un Tex che poi si fa prendere in giro da Mefisto aiutandolo persino a fuggire meglio, e che poi fa spallucce e torna alla riserva, tanto che gli importa se mefisto è in giro libero?

     

    Sulla qualità della storia si possono avere (incredibilmente) opinioni diverse (mi illudevo che una roba simile lo sdegno fosse unanime, e invece...:rolleyes: ) ma indipendentemente da questo,  il finale è assurdo, contraddicendo totalmente non solo tutte le storie di Tex e Mefisto precedenti, non solo tutte le storie di Tex di GL Bonelli, ma persino le premesse di QUESTA storia....

     

    Anche a darla ad altri, magari Faraci farebbe una storia soporifera, Recchioni farebbe un Mefisto supertamarro, etc, ma dubito che qualcun altro possa pensare che "Mefisto scappa prendendo in giro Tex che si dimostra un incapace" sia un buon finale per una storia...

    In questa storia ho trovato altresì inverosimile il fatto che i due sceriffi abbiano aspettato zitti e buoni dietro la porta nonostante le urla di Boris e le risate di un Tex finto ipnotizzato dopo il confronto con Mefisto, e che una volta visto il cadavere di Boris non abbiano arrestato Tex.

    Ma tutte queste critiche mi sembrano eccessive, se vogliamo divertirci a trovare buchi di sceneggiatura in storie di fantasia, di esempi potremmo farne a bizeffe credo.

    Certo questa trama, questo Nizzi, non sono al massimo, ma ciò non ha impedito di godermela.

    Personalmente accetto di buon grado qualche inverosimiglianza di sceneggiatura in più in una storia con ottimi personaggi, piuttosto che una sceneggiatura perfetta con personaggi ridicoli come "I sette assassini" di Boselli, tanto per fare un esempio

    • +1 1
  13. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Poe dice:

    Il vero tormentone delle storie di Nizzi non sono tanto, come si dice, le "bistecche e patatine", quanto gli origlioni!

    Sono rarissimi gli albi (e non esagero) in cui non c'è almeno uno, se non due personaggi nascosti dietro una porta, una finestra, una tenda, un albero, un angolo di strada da cui ascoltare non visti qualcun altro.

    Più che un espediente narrativo, sembra una vera e propria ossessione.

    Storie persino con origlioni scoperti e poi seguiti e a loro volta origliati! Storie con origlioni scoperti e poi sviati con false informazioni. Storie in cui anche Tex se ne sta ad ascoltare di nascosto i piani degli avversari che altrimenti non capirebbe. Figuriamoci se non poteva mancare Mefisto che, nonostante specchi, magie e quant'altro non può non resistere alla tentazione di spiare di nascosto dal retrobottega.:rolleyes:

    Ahahah sì, e in questo caso Mefisto nonostante superpoteri e magie, scade a livello di una portinaia di condominio!

    Comunque ho passato la mia adolescenza con Tex e all'alba dei 40 anni sto rileggendo tutti gli albi, devo dire che a una seconda lettura questa storia non è affatto male, si inserisce comunque nel solco della tradizione pur senza grosse emozioni

     

  14. Classica storia nizziana impreziosita dai bei disegni di Villa, sempre ottimo nella resa di volti in primo piano, atmosfere cittadine, passaggi segreti. 

    La storia riprende le fila del passato senza cadere nel cattivo gusto, procedendo scorrevole malgrado troppe nuvolette "pensate", qualche errore che poteva essere evitato (Mefisto che dopo aver usato assiduamente i poteri dello specchio magico origlia i discorsi dei pards prigionieri come una qualsiasi volgare spia).

    Tutti i personaggi di contorno funzionano: Lily, Loa, Nuvola Rossa, con Tex un gradino sopra a tutti gli altri pards.

    Scene da ricordare: la rapina "allucinatoria" alla diligenza e l'angosciante avvertimento finale di Mefisto lungo la pista del ritorno a casa.

  15. Storia gradevole che vede i 4 pards al completo viaggiare nella parte più selvaggia e inesplorata della riserva navajo.

    I nostri perciò giocano in casa, e Tex agisce da grande stratega, non lasciandosi minimamente influenzare dalle emozioni: in seguito a un infame massacro dei suoi, non cede né a rabbia né a vendetta - ma pianifica e consuma con freddezza l'imboscata a cattivi.

    Perché ciò avvenga, è necessario intraprendere un pericoloso viaggio sulle rapide del Colorado - la lotta in quest'albo non è perciò tanto contro l'uomo quanto contro la natura.

    In questa fase a tratti i dialoghi comici tra i pards diventano a mio avviso ripetitivi, ma vengono riscattati dal bel finale fatalista che dà un senso alla storia:

    un saggio Tex abbandona i nemici allo stesso fiume che lui ha sconfitto, la natura viene identificata con la giustizia e per chi l'ha violata saranno guai.

    Buona la caratterizzazione grafica dei cattivi nel lungo prologo del massacro al pueblo, ancora meglio riuscita quella del mercante del trading post, personaggio secondario ma molto interessante

     

  16. Innegabilmente Villa.

    Seguono Fusco e Ticci a pari merito.

    Poi disegnatori dal tratto più classico come Letteri, Galep, Nicolò.

    E avrei voluto vedere più storie su Tex di alcuni validi autori purtroppo scomparsi (Giolitti, Blasco, Capitanio) che avrebbero potuto tranquillamente essere tra i migliori dello staff.

  17. Il cuore mi dice l'autore con cui sono cresciuto cioè Nizzi (eccetto le storie dal 500 in poi, molto noiose), ma il Tex di GianLuigi Bonelli era unico, non politically correct così come il west deve essere (e nell'Italia democristiana non deve essere neanche stato facile immagino).

    Nizzi si attesta comunque appena un gradino sotto in quanto ha saputo innovare le storie senza discostarsi dalla figura di Tex (a livello di mestiere penso che sia il migliore dei quattro) 

    Il contrario di quanto hanno fatto Boselli (grande fantasia ma poca misura) e Nolitta (storie appassionanti ma dai risvolti troppo sociali) che metto rispettivamente al terzo e al quarto posto.

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  18. Il mio primo tex fu "La congiura", 1990, a soli 6 anni.

    Avevo idea di che cosa fosse il west dai vecchi film western che guardava mio padre, ma data la particolarità della storia che si sviluppava a partire da quell'albo, mi trovai immediatamente all'interno di un universo avventuroso in grado di riunire tutto ciò in cui mi ero fino ad allora imbattuto a livello di narrativa per bambini. Capii fin da subito che avevo tra le mani qualcosa di grande e fantasioso in un'unica storia: poliziotti corrotti a Frisco, fuga da Alcatraz, caccia alla balena, indiani nootka con i baffi...il tutto con i magnifici disegni di Villa.

    Rimasi subito colpito soprattutto dall'umorismo nei dialoghi tra i due pards e dalle scazzottate, come la mitica scazzottata d'apertura con i cinesi.

  19. Il 3/9/2022 at 15:19, Testa di Vitello dice:

    Ho riletto la mia risposta che detti tempo fa su questo topic e, sebbene le storie scelte siano fuor di dubbio dei capolavori, adesso le cambierei, e farei una nuova top 3...che sicuramente cambierei ancora in futuro, a seconda delle sensazioni e ispirazioni del momento:D

    Davvero troppo limitante, sceglierne solo 3...

    Invece trovo interessante quanto scritto da Winchester73...che indica una storia per ogni "sottogenere"...quella potrebbe essere una cosa interessante da fare.

    Si potrebbe aprire un nuovo sondaggio? 

    Il 4/9/2022 at 08:38, Andrea67 dice:

    Puoi aggiungere “cittadine”

    Come città la prima a venirmi in mente è New Orleans... "Il clan dei cubani"?!

    Miglior storia gialla invece "La locanda dei fantasmi"

  20. 1 - L'uomo con la frusta

    2 - Il passato di Carson 

     

    Le migliori in assoluto

     

    Per il terzo posto se la giocano in tante...una per genere dai 100 in su citerei: El Morisco (soprannaturale),I ribelli del Canada (ciclo del grande nord), Santa Cruz (Messico e desperados), Fuga da Anderville (guerra di secessione) La congiura (poliziesco e avventura), Sioux (pellerossa), La tigre Nera (esotico)

     

     

     

     

     

     

     

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