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Il sassaroli

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Messaggi pubblicato da Il sassaroli

  1. Adesso, Diablorojo82 dice:

     Forse qualcosa non è andato bene nel dosaggio(un approfondimento maggiore su Shepard

    Sai che invece è una delle cose che più mi è piaciuta? Shepard è un ranger razzista e con fini poco limpidi, lo si capisce poco alla volta e non serve dire altro. Trovo straordinaria questa capacità di Giusfredi di rappresentare a tutto tondo un personaggio senza spiegoni o dialoghi descrittivi. Per questo lo ritengo uno degli scrittori di Tex e Zagor più lontani dallo stile bonelliano di oggi. 

  2. Adesso, Letizia dice:

    Avere una buona idea e svilupparci un buon soggetto non è facile.

    Giusto. Ma d'altra parte un'idea mediocre può diventare una storia più che discreta con una buona sceneggiatura.

     

    Adesso, Letizia dice:

    Se diluisci il tutto su tre albi curando personaggi e particolari (attenzione, non ho detto: allungare il brodo) hai materiale per tre mesi di uscite.

    Penso che l'idea mediocre ha bisogno di essere allungata per recuperare smalto con buoni dialoghi e situazioni intriganti, che facciamo passare in secondo piano l'idea di base.

     

    Adesso, Letizia dice:

    Se sintetizzi ed elimini il superfluo magari la storia ne guadagna in ritmo e dinamicità però dopo un mese ti manca il materiale.

    Ecco il dilemma: un capolavoro solo per oggi o un trimestre tranquillo in edicola?

     

    Adesso, Letizia dice:

    GLB era un vulcano ma non sono tutti come lui.

    Più ci penso e più mi convinco che l'unico vero erede di GLB è stato Frank Miller.

     

    Adesso, Letizia dice:

    E magari i tempi sono cambiati.

    Telefilm e serie chilometriche ci hanno abituato a brodi (quelli sì che lo sono) allungati.

    E le serie italiane ci hanno abituato anche a dialoghi estenuanti.

  3. È un discorso vecchio ma mai attuale come adesso, quello dei tempi narrativi. L'esempio fatto da frank_one è perfetto: nelle 96 tavole di quel capolavoro che è Batman Anno Uno vengono raccontati così tanti eventi e coinvolti così tanti personaggi che una ipotetica versione bonelliana sarebbe una maxiserie in 12 numeri. In Tex e Zagor esistono capolavori di un centinaio di pagine, ma non con un plot altrettanto intricato. Sono due modi diversi di raccontare, entrambi affascinanti. 

  4. Il 18/07/2024 at 10:08, Letizia dice:

    Peccato, ti sei perso un capolavoro.

     

    Il 18/07/2024 at 15:22, Letizia dice:

    In realtà non l'ho ancora letta, ma ritengo che non si possa esprimere giudizi su qualcosa senza prima averlo letto.

     

    Letizia, sei stata profetica: è un capolavoro! 

     

    Al di là della storia (che, ammetto, mi ha fatto inumidire il ciglio in un paio di occasioni) il modo di raccontare è perfetto. Giusfredi dovrebbe tenere lezioni di sceneggiatura.

  5. Credo che ognuno abbia il "suo" Tex, formatosi con le letture che più lo hanno affascinato da bambino o da ragazzo. Così alcune cose piacciono a qualcuno e meno ad altri oppure risultano per qualcuno poco in linea e per altri perfettamente in linea con la psicologia di Tex. 

    E credo che questo valga sia per i lettori che per gli autori e non solo per Tex.

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  6. Letta solo ora. Grande storia: ambientazione esotica, personaggi intriganti, vicenda complessa e avvincente. 

    Un aspetto che qualcuno nelle pagine precedenti ha segnalato poco credibile, cioè la sovrumana resistenza al freddo dei cannibali, invece può essere accettato facilmente ipotizzando una disfunzione ormonale tiroidea. Un ipertiroidismo genetico diffuso a tutto il clan comporterebbe ipermetabolismo con aumentata produzione di calore endogeno (non hanno bisogno di indumenti pesanti), aumentato bisogno proteico e aggressività (giustifica il cannibalismo), magrezza (proprio come Bruzzo li ha disegnati).

  7. Mi ero ripromesso di non prendere questa storia (non per principio ma semplicemente perché luglio e agosto sono mesi in cui escono altre cose interessanti), però visto il dibattito mi sono incuriosito (e poi nell'edicola del campeggio l'unica alternativa sono topolini tedeschi).

    Beh, i difetti segnalati ci sono tutti, però ci sono anche un paio di aspetti molto positivi: 

    1) il Nizzi non ha preso la capacità di scrivere dialoghi pungenti né quella di dosare abilmente gli elementi narrativi. Alla fine diventa facile passare sopra al Tex e Carson piccioni, perché la storia funziona, perché c'è pathos, perché questo albo muove lo stato d'animo del lettore.

    2) il Ticci, cataratta o patologia corneale che fosse, rimane un maestro assoluto e si mangia a colazione tanti giovani di belle speranze. Il suo tratto non è quello di 20 anni fa (anche se rimane personale, riconoscibilissimo e dinamico) ma riempie gli occhi. È una meraviglia!

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  8. Infallibile o meno che sia, Tex ha indiscutibilmente un atteggiamento proattivo nelle storie di GLB come in quelle di Boselli. Nelle vecchie storie di Nizzi che sto leggendo invece le cose accadono "per caso", gli eventi cadono sulla testa a Tex, la soluzione del problema arriva con una botta di fondoschiena. Questo è (per me) parecchio fastidioso.

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  9. Che storia sciatta!

    Un vero peccato che l'ultimo lavoro del grande Letteri non sia valorizzato da una sceneggiatura all'altezza del suo tratto.

    Al di là della noiosissima trama, dei dialoghi soporiferi, è il ruolo passivo di Tex e Carson nella vicenda che trovo irritante: non un'intuizione, non una decisione volitiva, non un'azione ardimentosa, non un qualsiasi merito ai due pards. Tutti gli snodi della vicenda favorevoli a Tex e Carson avvengono per pura botta di fondoschiena. 

    Alla fine il caso viene chiuso da un pescecane! 

    Per quanto mi riguarda si tratta di una delle peggiori storie mai lette.

  10. Ma quale attacco diretto! Risposta "robusta" ad affermazioni altrettanto "muscolose". Non nei miei confronti, naturalmente, ma verso creativi professionisti. Ci sono storie che possono non piacere, magari perfino può non piacerti nessuna delle storie pubblicate negli ultimi 10 anni ed è sacrosanto, ma dire che Tex è diventato "banale" e "anonimo" è un'enormità!

    Detto questo, voglio ribadire che non c'è alcun astio nei tuoi confronti, ci mancherebbe. Ti offro una birra virtuale per farmi perdonare b

  11. Adesso, Exit dice:

    Si. Tex era all'avanguardia allora e lo stesso Tex sarebbe all'avanguardia adesso.

    Era unico e perciò riconoscibile e speciale.

     

    Adesso è trasformato in un banalissimo personaggio anonimo.

    Quando va bene.

    Ma per piacere... Affermazioni come questa fanno scompisciare dal ridere da quanto suonano false e retoriche.

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  12. <span style="color:red">11 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

    Boselli finora non ha fatto nulla di simile: ha aggiunto, ma non tolto, ha modificato particolari minori , ma non ha negato nulla.

     

    Quello che Boselli sta facendo con Tex Willer tecnicamente si chiama continuity implant, ossia l'inserimento nella storia passata del personaggio di eventi ben armonizzati col già raccontato.

     

  13. Letta con molto ritardo. Piaciuta? Insomma. Come altri hanno già detto, anch'io ho trovato la caratterizzazione dei personaggi un po' troppo sopra le righe.  Forse l'intenzione di Manfredi era quella di rendere antipatici la vedova e il colonnello, ma alla fine li ha resi poco credibili.

    La cosa migliore? Le scene d'azione che sono originali e questo va riconosciuto, però sono anche complesse e mi sento di dire che Manfredi non è stato ben supportato da Rotundo nella rappresentazione delle stesse.

    La cosa peggiore? I musi sempre tirati di Tex e Carson e l'assoluta mancanza dell'ironia che caratterizza da sempre il rapporto tra i due. Mi sono sembrati due estranei che tra loro collaborano professionalmente, non due amici.

  14. Adesso, Angelo1961 dice:

    Ho letto per ora il primo albo. Non so se lo avete già detto. Ma mi ha lasciato pertplesso il fatto che Andreev prima sembri incredulo sul fatto che Tex & Co. siano saliti sul monte  in passato e chiede anche con quale dei due scienziati l'abbiano fatto, cioè con il padre o con il figlio. Poi, 2 pagine dopo, dice che sapeva che erano già saliti...:ohmy:

    Il ché può significare due cose: 

    1) o che il personaggio in questione è un vero parkulo

    2) o che ogni sceneggiatore avrebbe bisogno di un editor 

    Quale delle due? 

     

    P.S.

    Comunque sullo Zagor+ n.2 è successo di peggio: Zagor cerca un bambino disperso in una palude, lo trova, lo porta in salvo e poi continua a cercarlo!

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  15. <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

    Era un "classico" del fumetto avventuroso, all'epoca quale personaggio dei fumetti non aveva incontrato dinosauri in una valle nascosta o in  un mondo sotterraneo?

    Anche in letteratura era capitato a tantissimi personaggi (Tarzan per esempio).

    E quindi all'epoca non scandalizzava nessuno. Non erano solo "i bambini", un cinquantenne dell'epoca aveva già letto abbastanza storie con mondo sotterranei e dinosauri (anche chi non leggeva fumetti o pulp aveva letto Verne e Salgari) da non trovare strana la cosa.

     

    Anche oggi questa cosa sopravvive, per esempio nell'Universo Marvel attuale consiste nella Terra Selvaggia di Ka-Zar (dai primi Daredevil, 1963) come "Valle nascosta con dinosauri" e nel mondo sotterraneo dell'Uomo Talpa (dai primi Fantastic Four, 1961) come "mondo sotterraneo pieno di mostri", entrambi ancora utilizzati dalla Marvel, quindi non è per niente una cosa "vecchia e superata"

    Proprio vero: è un topos narrativo che funziona da che conosciamo l'esistenza dei dinosauri, ma forse anche da prima: cosa sono i draghi se non dinosauri ante litteram? O forse è il contrario? I dinosauri sono -narrativamente parlando- l'eredità lasciata a noi, figli dell'Illuminismo, dai draghi medioevali?

  16. <span style="color:red">2 ore fa</span>, Letizia dice:

    Guido Martina 

    Autore che adoro.

    È stato il primo ad avere l'onore della firma, autorizzata da Disney stesso, su un suo capolavoro, "L'inferno di Topolino".

    E non sono sicura, ma credo che la sua sia l'unica firma autorizzata da Walt Disney in persona.

    Non lo sapevo. Molto interessante. 

     

     

    <span style="color:red">1 ora fa</span>, Diablero dice:

     è solo una maniera grezza, vigliacca e passivo-aggressiva

    Certo che vedi atteggiamenti passivo-aggressivi ovunque...

    Sono per te quello che erano i comunisti per Berlusconi :lol:

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  17. Adesso, Hellingen dice:

    A volte penso che era meglio quando nei fumetti non comparivano i nomi degli autori, tipo nelle vecchie storie della Disney. Si leggevano per quello che erano senza andare a vedere cosa o chi c'era dietro. Letture leggere e piacevoli. Tanto gli autori erano pagati lo stesso. Non era giusto per gli autori chiaramente, però era una pratica accettata e che dava una dimensione più misurata del prodotto offerto. Adesso l'identificazione storia-autore arriva automaticamente ancora prima della lettura in se. Troppe anticipazioni e troppa critica possono guastare il prodotto finale. 

    Non concordo per niente. A 10 anni leggevo i Topolino e i Classici Disney senza sapere chi fossero scrittori e disegnatori ma mi rendevo conto perfettamente delle diverse mani sia di chi scriveva che di chi disegnava. E una volta cresciuto ho scoperto che -guarda caso- quello che mi piaceva era scritto sempre dai soliti 2: Rodolfo Cimino e Guido Martina.

    Anche adesso qualsiasi lettore da forum (cioè interessato al confronto oltre che alla lettura) riconoscerebbe un autore dopo tre pagine.

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  18. Adesso, Diablero dice:

    (ora che ci penso, su Zagor aveva lo stesso problema, le sue storie con i suoi personaggi nuovi erano sempre migliori dei "ritorni", mi avevano molto deluso sia quello di Hellingen che di Rakosi che quello di Kiki Manito)

    Posso essere d'accordo sul ritorno di Hellingen e di Kiki Manito, ma non certo sulle sue storie coi vampiri, che ho trovato straordinarie, principalmente per l'inserimento di Ylenia (personaggio suo) che è la vera protagonista di quelle storie. Comunque immagino che a qualcuno può aver dato fastidio l'aver mescolato vampiri e Frida Lang.

    Non condivido neanche l'idea che quello che viene direttamente dal Borden sia meglio dell'elaborazione di idee altrui. Se penso al Wendigo mi vengono i brividi. Se penso a all'agente Raven alias Edgard Allan Poe mi viene l'orticaria.

    Guardando complessivamente quello che ha fatto su Zagor, invece, mi sento di ripetere che in quel periodo la Zenith era eccellente essenzialmente per merito di Boselli.

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