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Il sassaroli

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    Fabio

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  1. Sai che invece è una delle cose che più mi è piaciuta? Shepard è un ranger razzista e con fini poco limpidi, lo si capisce poco alla volta e non serve dire altro. Trovo straordinaria questa capacità di Giusfredi di rappresentare a tutto tondo un personaggio senza spiegoni o dialoghi descrittivi. Per questo lo ritengo uno degli scrittori di Tex e Zagor più lontani dallo stile bonelliano di oggi.
  2. Il sassaroli

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    Giusto. Ma d'altra parte un'idea mediocre può diventare una storia più che discreta con una buona sceneggiatura. Penso che l'idea mediocre ha bisogno di essere allungata per recuperare smalto con buoni dialoghi e situazioni intriganti, che facciamo passare in secondo piano l'idea di base. Ecco il dilemma: un capolavoro solo per oggi o un trimestre tranquillo in edicola? Più ci penso e più mi convinco che l'unico vero erede di GLB è stato Frank Miller. E le serie italiane ci hanno abituato anche a dialoghi estenuanti.
  3. Il sassaroli

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    È un discorso vecchio ma mai attuale come adesso, quello dei tempi narrativi. L'esempio fatto da frank_one è perfetto: nelle 96 tavole di quel capolavoro che è Batman Anno Uno vengono raccontati così tanti eventi e coinvolti così tanti personaggi che una ipotetica versione bonelliana sarebbe una maxiserie in 12 numeri. In Tex e Zagor esistono capolavori di un centinaio di pagine, ma non con un plot altrettanto intricato. Sono due modi diversi di raccontare, entrambi affascinanti.
  4. Il sassaroli

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    108 tavole. Inconsueto.
  5. Letizia, sei stata profetica: è un capolavoro! Al di là della storia (che, ammetto, mi ha fatto inumidire il ciglio in un paio di occasioni) il modo di raccontare è perfetto. Giusfredi dovrebbe tenere lezioni di sceneggiatura.
  6. Mi capita spesso di darmi del mona, anche se di me stesso, in genere, tendo a fidarmi. Detto questo, ho preso lo speciale fidandomi del giudizio di Letizia, che non l'ha letto. Troppa fiducia?
  7. Il sassaroli

    [Texone N.40] Sierrita Mountains

    Credo che ognuno abbia il "suo" Tex, formatosi con le letture che più lo hanno affascinato da bambino o da ragazzo. Così alcune cose piacciono a qualcuno e meno ad altri oppure risultano per qualcuno poco in linea e per altri perfettamente in linea con la psicologia di Tex. E credo che questo valga sia per i lettori che per gli autori e non solo per Tex.
  8. Letta solo ora. Grande storia: ambientazione esotica, personaggi intriganti, vicenda complessa e avvincente. Un aspetto che qualcuno nelle pagine precedenti ha segnalato poco credibile, cioè la sovrumana resistenza al freddo dei cannibali, invece può essere accettato facilmente ipotizzando una disfunzione ormonale tiroidea. Un ipertiroidismo genetico diffuso a tutto il clan comporterebbe ipermetabolismo con aumentata produzione di calore endogeno (non hanno bisogno di indumenti pesanti), aumentato bisogno proteico e aggressività (giustifica il cannibalismo), magrezza (proprio come Bruzzo li ha disegnati).
  9. Mi ero ripromesso di non prendere questa storia (non per principio ma semplicemente perché luglio e agosto sono mesi in cui escono altre cose interessanti), però visto il dibattito mi sono incuriosito (e poi nell'edicola del campeggio l'unica alternativa sono topolini tedeschi). Beh, i difetti segnalati ci sono tutti, però ci sono anche un paio di aspetti molto positivi: 1) il Nizzi non ha preso la capacità di scrivere dialoghi pungenti né quella di dosare abilmente gli elementi narrativi. Alla fine diventa facile passare sopra al Tex e Carson piccioni, perché la storia funziona, perché c'è pathos, perché questo albo muove lo stato d'animo del lettore. 2) il Ticci, cataratta o patologia corneale che fosse, rimane un maestro assoluto e si mangia a colazione tanti giovani di belle speranze. Il suo tratto non è quello di 20 anni fa (anche se rimane personale, riconoscibilissimo e dinamico) ma riempie gli occhi. È una meraviglia!
  10. Infallibile o meno che sia, Tex ha indiscutibilmente un atteggiamento proattivo nelle storie di GLB come in quelle di Boselli. Nelle vecchie storie di Nizzi che sto leggendo invece le cose accadono "per caso", gli eventi cadono sulla testa a Tex, la soluzione del problema arriva con una botta di fondoschiena. Questo è (per me) parecchio fastidioso.
  11. Il sassaroli

    [Maxi Tex N. 10] Il Veleno Del Cobra

    Che storia sciatta! Un vero peccato che l'ultimo lavoro del grande Letteri non sia valorizzato da una sceneggiatura all'altezza del suo tratto. Al di là della noiosissima trama, dei dialoghi soporiferi, è il ruolo passivo di Tex e Carson nella vicenda che trovo irritante: non un'intuizione, non una decisione volitiva, non un'azione ardimentosa, non un qualsiasi merito ai due pards. Tutti gli snodi della vicenda favorevoli a Tex e Carson avvengono per pura botta di fondoschiena. Alla fine il caso viene chiuso da un pescecane! Per quanto mi riguarda si tratta di una delle peggiori storie mai lette.
  12. Ma quale attacco diretto! Risposta "robusta" ad affermazioni altrettanto "muscolose". Non nei miei confronti, naturalmente, ma verso creativi professionisti. Ci sono storie che possono non piacere, magari perfino può non piacerti nessuna delle storie pubblicate negli ultimi 10 anni ed è sacrosanto, ma dire che Tex è diventato "banale" e "anonimo" è un'enormità! Detto questo, voglio ribadire che non c'è alcun astio nei tuoi confronti, ci mancherebbe. Ti offro una birra virtuale per farmi perdonare b
  13. Ma per piacere... Affermazioni come questa fanno scompisciare dal ridere da quanto suonano false e retoriche.
  14. Intendevo tutto ciò che nella collana Tex Willer sta tra dove finisce il totem misterioso e dove comincia la mano rossa è continuity implant.
  15. Quello che Boselli sta facendo con Tex Willer tecnicamente si chiama continuity implant, ossia l'inserimento nella storia passata del personaggio di eventi ben armonizzati col già raccontato.
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