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Carlo Monni

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Tutto il contenuto pubblicato da Carlo Monni

  1. Carlo Monni

    [26/27] Frecce Nere

    Un commento a questa storia non può mancare. L'ho letta per la prima volta quando ero un bambino e ricordo che mi piacque da morire. Rileggendola varie volte nel corso degli anni, devo dire che la mia impressione non è cambiata. La storia regge benissimo i suoi 50 anni di vita, è avvincente al punto giusto e per quanto il lettore non possa non sapere che Tex ed i suoi pards se la caveranno alla fine, la tensione rimane alta sul come questo accadr? e sul destino dei comprimari. 1) Tornano per la seconda ed ultima volta i Figli del Bisonte e stavolta sono presenze oscure che mettono in seria difficolt? i pards sino ad un finale dal respiro epico con un assedio da ricordare.2) Un punto che a mio parere gioca a favore di questa storia è che non segue nessuno schema fisso: nel classico scontro con gli Indiani si inserisce l'elemento esotico e perfino un tocco di horror. 3) L' inizio in cui la vecchia Na Ho Mah avverte i pards del pericolo incombente è fatto benissimo. Bonelli inserisce l'elemento paranormale con incredibile naturalezza così che non solo i protagonisti, ma gli stessi lettori, pur restando sorpresi all'inizio, finiscono per trovare normale che la strega abbia quei poteri particolari. Na Ho Mah, infatti, non solo traccia col fumo le figure simbolo dei nomi dei nostri eroi, ma scruta nel passato e predice il futuro dando loro un avvertimento che si riveler? esatto. Questa sorta di anti-Zhenda (come lei è vecchia, sdentata e vive sui monti) è decisamente simpatica ed è quasi un peccato che non abbia più incrociato le strade di Tex & Co. 4) Incidentalmente, questi indiani Yopi o Tlappanechi citati nella storia (e (della cui esistenza effettiva avrei qualche buon motivo di dubitare) sembrano essere una popolazione affine agli Aztechi a giudicare da quel che si può dedurre della loro architettura dai pochi resti della loro cittadella e, soprattutto dal gigantesco idolo della tigre di pietra. 5) L'idea della Tigre di Pietra è semplicemente geniale. Non so se esista veramente o se gli indiani Yopi antenati degli Hopi siano esistiti davvero o siano un'altra invenzione di GLB e, per dirla con Rhett Butler, francamente me ne infischio. 6) Le sequenze all'interno della Tigre col nemico invisibile hanno la tipica atmosfera di quello che potremmo chiamare horror archeologico. L'introduzione dell'anaconda, la cui esistenza è sconosciuta a tutti, è un piccolo colpo di genio di G. L. Bonelli, che rende più avvincente l'assedio alla tigre di pietra mettendo gli assediati contemporaneamente di fronte al pericolo noto che sta all'esterno ed al pericolo ignoto in mezzo a loro, creando un clima di tensione molto avvincente. 7) Quanto all'anaconda, c'è stato chi si è chiesto: come ci è arrivato un anaconda in Arizona? A questi io rispondo: e chi se ne importa? L'importante è che c'era e che leggendo la storia io sia rimasto incollato alle pagine chiedendomi con ansia cosa mai fosse la minaccia misteriosa. Non mi si dica: era 50 anni fa, oggi sono altri tempi, perchè se un lettore non sa lasciare spazio libero alla fantasia quando serve, tanto vale che lasci perdere. 8) Poich? le tigri non abitano il continente americano, ovviamente la Tigre di Pietra dovrebbe, più correttamente, essere chiamata : il Puma di Pietra o, meglio ancora, il Giaguaro di Pietra.9) Buona la prova di Gamba alle matite. Le chine di Galep contribuiscono ovviamente alla buona riuscita grafica della storia e danno al disegno la chiara impronta del suo stile, anche se l'apporto di Gamba rimane riconoscibilissimo soprattutto nelle pose dei personaggi.
  2. Carlo Monni

    [25/26] L'agguato

    Di ritorno nella Riserva Navajo dopo aver sbaragliato (o almeno così credono) i Figli del Bisonte Bianco Tex, Kit e Tiger sèimbattono in una diligenza abbandonata nel deserto i cui passeggeri sono stati lasciati legati a morire atrocemente di fame e di sete. Parte da qui una storia senza grandi pretese, ma molto piacevole, con un Tex decisamente in buona forma che in poche pagine si scatena in ben tre scazzottate niente male ed il corrotto barman Whisky Bill ne fa le spese per ben due volte. 1) Non vorrei confondermi con un'altra storia, ma dovrei aver letto che il soggetto di questa storia è ispirato ad un fatto realmente accaduto che G. L. Bonelli aveva letto su ?True West? od un'altra rivista dedicata ad aneddoti sul West che lui acquistava, non so come, in lingua originale. 2) Da notare come ancora una volta si evidenzia la capacità di Tex di saper giudicare le persone. Non ha esitazioni a credere all'innocenza di Sam Totter e ad aiutarlo senza curarsi di quello che pensi la giustizia ufficiale. 3) Sarà maligno, ma potrei anche far notare che a giudicare dalla scenetta che si vede all'arrivo di Tex nella stazione delle diligenze, si direbbe che le intenzioni di Mark Prentiss nei confronti di Lucy Totter siano abbastanza chiare, in barba a chi dice che nelle storie di Tex di GLB certe allusioni non ci sono proprio. 4) Simpatica, anche se tutto sommato di poco peso, la figura dello sceriffo ex fuorilegge redento Andy "Mano svelta" Rim. Con il formato attuale probabilmente la sua figura avrebbe avuto un approfondimento maggiore. Se si sentisse ispirato e se Sergio Bonelli gli desse l'OK (cosa tutt?altro che scontata) Mauro Boselli sarebbe capace di ripescarlo, magari in una storia retrospettiva. 5) Momenti da ricordare: il primo scontro con Whisky Bill, che si permette di dubitare che Tex abbia i soldi per pagare la consumazione (bisogna anche capirlo, visto che Tex si presenta con la camicia stracciata laughing) e la marcia di Tex nel deserto verso il pozzo presso cui avverr? lo scontro risolutivo. 6) Buona anche la parte grafica. Pietro Gamba , qui alla sua ultima apparizione come inchiostratore di Galep, rispetta al massimo le matite di Galep, limitandosi ad un puro e semplice ripasso a china. Per saper cogliere la differenza bisogna comparare queste pagine attentamente (ma proprio attentamente) con quelle inchiostrate dal solo Galep (per esempio nella storia "Assedio al posto n° 6"). P. S. Il titolo dato al topic è sbagliato: nessuno dei fascicoli a striscia che compongono questa storia si intitola "L'agguato", che invece era il titolo del penultimo albetto della storia precedente. Il titolo più corretto potrebbe essere quello sel primo albo a striscia: "Traccia tragica".
  3. Anche qui siamo di fronte ad una storia che pur non essendo un capolavoro, è comunque piacevole, intrigante ed a tratti avvincente. Ci sono particolarmente affezionato perchè è una delle prime che ho letto da bambino. 1) Inizia con questa un breve ciclo di tre storie che vede Tex, Kit e Tiger agire per la prima volta insieme come squadra. 2) Il tema del fanatismo religioso in Tex non è del tutto nuovo. Lo avevamo già trovato in altre storie precedenti, come "Il dio puma", ad esempio Idem per quello dello sfruttamento degli ingenui seguaci per fini personali, come in ?La gola segreta?. 3) Catturato dai Figli del Bisonte Bianco, Kit si fa passare per Navajo (? solo una mezza bugia in fondo ) e finge di non capire l'inglese. Non si spiega come tutti si bevano la sua storiella, perchè indossa i suoi soliti abiti, cappello e cinturone compresi. 4) Prima di sbattere Kit in cella gli tolgono le pistole, ma si scordano di perquisirlo, lasciandogli il coltello regalatogli nel n. 12. Lo stesso Kit sottolinea la loro imprevidenza. 5) Per la prima ed unica volta Kit indossa la guaina del coltello sul petto e non sulla schiena come al solito. 6) Ha ragione Claudio Paglieri (autore del divertente libro: ?Non son degno di Tex?) , Dinamite non è un cavallo molto fedele, si fa rubare da Mahena senza creare problemi (come, invece, dovrebbe fare ogni cavallo dell'eroe che si rispetti) e, per giunta si fa anche raggiungere da Diablo, il cavallo di Kit nel successivo inseguimento (magari l'ha fatto apposta ). 7) Ad onta di chi dice che G. L. Bonelli non ha mai fatto morire un personaggio positivo, alla conclusione della prima parte della storia la bella Mahena viene uccisa. 8) Arrivato in città Tex deve dare una lezione ad un portiere d'albergo che non vuole dare alloggio ad indiani come Tiger. 9) Nat Solomon, padrone dell'albergo in cui Tex e pards si fermano dice di aver conosciuto Tex all'epoca dell'assedio di Forte Wellington e Tex dice: "... circa sei anni fa all'epoca dell'incursione messicana su Santa Fe". Si riferisce ad eventi dell'avventura ?Fuorilegge? pubblicata effettivamente sei anni prima, ma che narrava avvenimenti che nella cronologia personale di Tex erano avvenuti più di quindici anni prima. 10) A pag. 96 del n. 25, Tex, come dice la didascalia, si riposa in albergo e si fa un bagno. Ovviamente cambia anche la camicia, poich? subito dopo appare per la prima volta con una camicia con i taschini, "accessorio" rimasto sino ai giorni nostri. 11) Secondo quanto da lui stesso dichiarato in un'intervista fattagli nel 1994 in occasione della mostra di Lugano, Francesco Gamba ha realizzato le matite di questa storia che, poi Galep ha inchiostrato.
  4. Carlo Monni

    [24] La Traccia Di Sangue

    Veniamo ora a commentare la seconda parte. Come già detto prima, per quanto mi riguarda, questa storia è la prosecuzione della precedente, con cui, di fatto, forma un tutto unico. Anche qui abbiamo una storia tutto sommato intrigante e piacevole.1) Per la prima volta in questa storia vediamo Tex e Kit vestire panni indiani, anche se non sono quelli a cui ci hanno, in seguito, abituato. 2) Nella storia s'ipotizza che Corvi e Shoshones intendano allearsi ai Sioux di Nuvola Rossa. Nella realtà storica i Corvi furono sempre nemici giurati dei Sioux; furono scout della Cavalleria contro questi ultimi e si vantano addirittura di non aver mai ucciso un uomo bianco. Molto diversi insomma dai Corvi qui presentati. 3) Bisogna notare anche che i Corvi, indiani delle Grandi Pianure, sono agghindati alla maniera delle tribù del Sud Ovest come gli Apaches, i quali, invece, erano spesso raffigurati con l'abbigliamento delle tribù del nord-ovest, penne comprese. Ingenuit? dei tempi eroici che saranno in seguito evitate.4) Per sfuggire ad un assalto indiano, Kit si allea con un trafficante di whisky destinato agli indiani, che gli uomini di Quantrell vogliono pagare a suon di pallottole. Sfuggiti all'assedio, il trafficante si rimetter? sulla retta via e si arruoler? nell'esercito. Potenza dei Willer. laughing 5) Il personaggio di Quantrell ?, ovviamente, ispirato al famoso guerrigliero sudista Charles Clarke Quantrill, che, aldil' delle leggende, era anche lui un vero bandito, anche se di tipo molto diverso da quello tratteggiato da G. L. Bonelli in questa storia. 6) Al termine della storia Tex e Kit, entrambi feriti, si separano da Carson per trascorrere la convalescenza alla Riserva Navajo.7) Per l'ultima volta la Guerra Civile fa da sfondo alla storia. 8) Disegni, come sempre in questo periodo, dell'accoppiata Galep alle matite e Pietro Gamba alle chine.
  5. Carlo Monni

    [23/24] Piutes!

    Premessa generale: per quanto imriguarda ?Piutes"/B] e ?La traccia di sangue" per me costituiscono un'unica storia e non due distinte. Dal punto di vista narrativo è comunque una bella storia, i cui non mancano intrighi e colpi di scena. Non è certo un capolavoro, ma si lascia leggere con piacere. 1) Per nascondere la sua vera identit? Andy Holt usa un trucco, la barba finta, che è in pratica un classico per i cattivi dalla doppia identit? nella saga di Tex. 2) Decisamente carino l'intermezzo in cui Kit corteggia a modo suo la giovane Dora Elmer, con tanto di svenimento e Kit che la solleva tra le braccia. Una delle rarissime volte in cui G. L. Bonelli indulge in una scenetta dal sapore sentimentale (con tanto di Tex e Carson che commentano il fatto che Kit abbia voluto restare al ranch e concludono che è bene che stai ogni tanto con qualcuno della sua età invece che con due vecchioni come loro ). Peccato che la ragazza abbia occhi solo per Frank Milligan e mal gliene incoglier?. 3) Non è un'i'ncongruenza che Dora, che dovrebbe avere circa 16 anni sia corteggiata da Milligan che ne dimostra circa il doppio. All'epoca, infatti, le donne si sposavano molto giovani, addirittura in età che oggi rasentano il rischio pedofilia (Fino al 1975 per il Codice Civile Italiano una donna, in circostanze particolari, poteva sposarsi anche a 12 anni). 4) I Piutes mostrati in questa storia non hanno molto in comune con i veri Piute o Paiute (e tal volta Pahute) come spesso accadeva in quel periodo eroico in cui tutti gli indiani finivano per assomigliarsi. Di l' a poco GLB ed i disegnatori con cui lavorava avrebbero corretto il tiro. 5) Classico duello di Tex con l'indiano focoso, duello che finisce a suon di sganassoni e con taglio di capelli punitivo. Salvo pochissime eccezioni, Tex non ha mai ucciso un indiano durante un duello. 6) Chi è veramente Bull Sebit? Siamo destinati a non saperlo mai. Il padrone del saloon di Kaypa City viene assassinato prima di rivelarci il suo vero nome ed i nostri eroi in seguito sembreranno scordarsi di questo particolare anche dopo che Sebit è morto. Accadeva spesso che l'estro di G. L. Bonelli lo facesse passare sopra a certi particolari. Stuzzica la curiosità, comunque, il fatto che Sebit l'ha conosciuto e sia sopravvissuto all'incontro. 7) Anche in questa storia si fa cenno alla Guerra Civile come se la stessa fosse in corso (cosa successivamente negata nella cronologia texiana). Disegni, come sempre in questo periodo, dell'accoppiata Galep alle matite e Pietro Gamba alle chine.
  6. Storia molto particolare questa, perchè porta Tex a contatto con quella che sembra quasi la civilt? di un altro popolo ed invece quelli con cui ha a che fare sono americani come lui e perchè lo poeta per la prima volta a confrontarsi col tema della religione e non parliamo delle pratiche religiose degli indiani ma di una confessione che si proclama cristiana.1) Per la prima volta compaiono nella saga di Tex i Mormoni descritti come una comunit? che non ama troppo le interferenze esterne, il che corrisponde abbastanza a com?erano i Mormoni a quell'epoca. 2) I Daniti, che compaiono in questa storia erano, in effetti, una fratellanza segreta paramilitare mormone creata nel 1838 e dissolta ufficialmente nel tardo 1938, in seguito agli eventi della cosiddetta Guerra Mormone del 1838, che port? all'espulsione dei Mormoni dal Missouri. Ci furono voci che i Daniti continuassero ad esistere anche in seguito e che avessero assunto il ruolo di punire i dissenzienti e gli apostati dalla Chiesa. La voce ebbe un'enorme diffusione anche grazie al romanzo ?Uno studio in rosso? di Arthur Conan Doyle, che ne da una vivida e romanzesca descrizione. 3) In ogni caso i Daniti di questa storia non sono davvero molto interessati a rafforzare con la violenza i precetti religiosi od a proteggere i Mormoni dalle violenze dei non Mormoni o semplicemente a scacciare i non Mormoni dalla zona, ma sono piuttosto una vera associazione a delinquere che agisce per lucro personale. 4) Tutti i Mormoni maschi, senza eccezioni sfoggiano una barba fluente, che sembra quasi un segno di distinzione dai c. d. "gentili". Pu? darsi che fosse effettivamente così all'epoca. I pochi Mormoni che ho conosciuto personalmente erano tutti ragazzi che avevano tutti la faccia pulita ed un aspetto da bravo ragazzo che aiuta le vecchiette ad attraversare la strada. 5) Come hanno già sottolineato altri prima di me, Tex chiarisce molto bene al Vescovo Horne (a proposito, per coloro a cui interessasse, nella gerarchia Mormone il Vescovo non corrisponde al nostro Vescovo ma al nostro parroco, non chiedetemi perchè) che a suo parere Stato e confessioni religiose devono convivere in armonia e senza interferenze (Ok non dice esattamente questo, ma questo è il succo).6) Non posso non citare questa ormai celeberrimo scambio di battute tra Tex ed un barista Mormone: "Siete "gentili" vero?" (intendendo dire che non erano Mormoni ). ?Siamo sempre gentili noi tre, finch? non ci rompono gli stivali". 7) Alcuni dei personaggi di questa storia che appartengono alla religione Mormone hanno i nomi propri (in genere di tipo evangelico/biblico come Matteo e Abramo) tradotti in italiano, forse per sottolineare meglio l'ascendenza biblica degli stessi? Mah!8) Per qualche oscuro motivo molti confondono I Mormoni con i Quaccheri. In realtà non potrebbero esserci due gruppi religiosi più diversi. Tanto per dire la più grande differenza: i Quaccheri credono nella più rigida non violenza e praticano di conseguenza l'obiezione di coscienza in campo militare; i Mormoni accettano la pena di morte e non hanno mai avuto problemi ad usare la violenza contro i loro oppositori, per tacere del fatto che sono una religione rigidamente teocratica che fa apparire l'organizzazione cattolica come ispirata ai principi della democrazia più spinta.9) Mentre il resto della storia è disegnato dai soliti Galep alle matite e Pietro Gamba alle chine, ben tre albetti a striscia, corrispondenti alle prime 32 pagine del n° 23, vedono alle matite Angelo Corrias, già allievo di Galleppini e suoi aiutanti nelle prime quattro storie di Tex. Le chine dovrebbero essere dello stesso Galleppini. La segnalazione viene da Corrias stesso. Perchè Corrias fu chiamato in soccorso del maestro? Possiamo solo presumere che ci fossero degli strascichi dell'emergenza di poco tempo prima.
  7. Carlo Monni

    [22] Yampa Flat

    Si ritorna alla normalit? con questa storia in cui Tex, Kit e Carson se la devono vedere col ricco allevatore Tom Tender che non gradisce che quelle che lui considera ricche terre da pascolo siano occupate da agricoltori. Tex e soci lo ridurranno a più miti consigli. Nel dettaglio:1) Quest'avventura è la prima che abbia come soggetto la classica lotta tra allevatori ed agricoltori.2) Kit Carson si finge un pacifico (??) agricoltore di nome Ben Sutton e Kit assume l'identit? di suo figlio. Il tutto per portare allo scoperto Tom Tender e dargli una severa lezione. Il piano rischia di ritorcersi contro di loro quando Kit rischia di rimanere vittima dell'incendio applicato alla fattoria.3) La memoria fa brutti scherzi: avevo attribuito l'episodio dell'incendio, del timore di Carson riguardo alla morte di Kit e la sua successiva gioia nel ritrovarlo vivo all'episodio ?Impronte misteriose?. Mi scuso umilmente col capo coperto di cenere. :malediz... 4) Qualcuno, a quanto pare, si sorprende che Tender se la cavi con una severa lezione, una considerevole perdita economica e la promessa di comportarsi bene in futuro. Costoro devono pensare che Tex non sia mai soddisfatto se non fa strage dei suoi nemici. Dovrebbero ricordarsi che ha imparato anche l'arte della diplomazia e che a bene che non tutte le dispute si devono risolvere con la violenza. Non è buonismo, è buon senso, anzi puro buon senso. 5) Dopo un intervallo durato complessivamente sei settimane, ritroviamo ancora una volta Galep alle matite di una storia inedita, assistito come al solito da Pietro Gamba alle chine.
  8. Altra storia breve e senza pretese? a parte quella di intrattenere il lettore e non è poco. Come la precedente, anche questa storia altro non è che quello che gli americani definiscono un fill-in, ovvero una storia di scorta pubblicata all'ultimo momento perchè il disegnatore titolare (Galep) era in ritard sulle scadenze. Trama semplicissima: richiamato da Tiger Jack nella Riserva Navajo (come visto nelle ultime vignette della storia precedente), Tex si reca con il fido compagno nella regione delle Montagne Lucenti, dove stanno accadendo strani avvenimenti. In realtà, tra le montagne vive la tribù dei Figli del Sole che difende gelosamente, anche con la violenza, il segreto dell'oro che vi si trova. Solo dopo un bel po' di Peripezie Tex riuscir? infine a convincerli delle sue buone intenzioni e che manterr? il segreto del loro oro. Solito giro sui dettagli: 1) Questa storia è stata indubbiamente scritta e disegnata anni prima della sua pubblicazione, all'epoca di "Avventura sul Rio Grande", per essere precisi. Lo si capisce osservando che: l'abbigliamento di Tiger Jack ed il suo modo di parlare sono quelli tipici delle sue prime apparizioni (dialogo oggi corretto nella Nuova Ristampa) ed infine, in apertura de "Il tranello" si faceva esplicito riferimento al ritorno di Tex e Tiger dalle Montagne Lucenti. 2) D'altra parte si capisce benissimo come la separazione di Tex da Tex e Kit al termine di [i]?Avventura A Cedar Mines" per tornare nella Riserva appaia pretestuosa e forzata, così come il successivo ritorno al loro fianco. 3) Quale motivo abbia spinto la redazione ad accantonare a suo tempo questa storia non è dato saperlo, chiarissimo, invece, il motivo del ripescaggio in questo momento, vale a dire l'emergenza nata a causa della difficolt? momentanea di Galep a rispettare le scadenze. La stessa emergenza che li spinse a confezionare l'avventura precedente. 4) In questa storia appare il primo riferimento a poteri paranormali, Il Gran Padre dei Figli del Sole ?, infatti, in grado di vedere a distanza, sia pure per breve tempo, e spia le mosse di Tex e Tiger. La cosa però, ?, diciamo così, buttata l' senza grandi conseguenze. 5) Un'altra tribù nascosta: non la prima, non certo l'ultima. Qualcuno si è preso la briga di contare quante ne ha incontrate Tex e quanti gruppi di discendenti degli Aztechi ci sono in giro (o c'erano prima dell'intervento di Tex)? 6) Questa storia è la seconda ed ultima disegnata da Mario Uggeri, disegnatore a mio parere ingiustamente sottovalutato, in realtà un grande dl fumetto a cui non giovarono affatto i ritmi massacranti dell'epoca.
  9. Carlo Monni

    [21] Avventura A Cedar Mines

    Non c'è molto da dire su questa breve storia. Il suo vero valore sta nella sua genesi più che nella trama veramente esile. Probabilmente a causa di un'improvvisa malattia, Galleppini non era stato in grado di rispettare le scadenze della storia affidatagli (Che immagino fosse "Yampa Flat") e la casa editrice si trov? improvvisamente nel panico. Come riuscire a garantire l'uscita dell'albo settimanale con Galep fuori combattimento e presumibilmente l'impossibilità di sostituirlo in tempo utile con un altro disegnatore? La risposta fu far ridialogare da G. L. Bonelli disegni di vecchie storie costruendone una nuova e poi utilizzare una storia in tre albi (a striscia ovviamente) disegnata da Mario Uggeri nel 1951 e rimasta accantonata da allora. Ma veniamo a qualche dettaglio: 1) Questa storia è stata realizzata rimontando le strisce di storie precedenti (per la precisione, una buona fetta dell'avventura ?Doppio gioco? con qualche vignetta tratta anche da ?La banda dei Dalton°[/i, ]ed alcune strisce con Kit e Carson per fare da collante con la storia precedente, Il tutto con nuovi dialoghi. 2) La storia è brevissima e tutta azione, tanto che la maggior parte degli avversari rimane addirittura senza nome. Se come storia in se non è granch?, va comunque lodato lo sforzo di G. L. Bonelli nel costruirla partendo da strisce già realizzate. 3) Va da se, che i disegni di questa storia sono perlopiù opera di Galep, affiancato alle chine da Mario Uggeri, vista l'epoca in cui furono realizzati effettivamente. E con questo, direi che non c'è altro da aggiungere.
  10. Carlo Monni

    [20/21] Un Piano Ardito

    Veniamo a commentare anche questa storia tutto sommato molto carina anche se non mancano le solite incongruenze sulla Guerra di Secessione. Se si riesce a passarvi sopra, comunque la storia si rivela decisamente molto piacevole, con continui cambi di ambientazione. 1) La trama in spiccioli: mentre sono diretti verso il Kansas. Tex, Kit e Carson s'imbattono in un villaggio apparentemente massacrato dai Pawnee, In realtà, si tratta di una banda mista di indiani e bianchi, che, insieme ad altre quattro, tiene a ferro e fuoco l'intera regione del Nord Colorado. I tre pards si mettono subito al lavoro per sgominarle e rischiando più volte la vita riusciranno nel loro intento in una tesa battaglia al Canyon dell'Uomo Morto, grazie all'aiuto di Tiger Jack e dei Navajos (Per i pignoli: copiato quasi alla lettera dalla scheda di UBC redatta dal sottoscritto il quale dichiara espressamente di autorizzare la riproduzione). 2) Continuano le incongruenze relative alla Guerra Civile, dicevamo: stavolta i buoni, Colby e Tassell (quest?ultimo spia dell'esercito sudista) lavorano per i Confederati ed i cattivi Vernon, Rackam ecc. sono, invece criminali al soldo dei nordisti. Il che di per se non sarebbe un'incongruenza, lo è la neutralit? di Tex e soci, come ho ampiamente spiegato in precedenza. 3) I cattivi sarebbero (il condizionale è d'obbligo) dei guerriglieri nordisti che in realtà sono volgari banditi che lavorano assieme ad indiani Pawnee. Inutile sottolineare che siamo in un contesto anche geografico completamente sballato: i guerriglieri nordisti non hanno mai operato in Colorado, dove trovare simpatizzanti sudisti peraltro sarebbe stato molto difficile. 4) Per liberare le donne prigioniere dei Pawnees, Carson adotta un'improbabile mascheratura da indiano, che funziona finch? non arriva abbastanza vicino ai banditi da far vedere barba e pizzetto. 5) Le donne del villaggio di Saint Francis appena liberate da Tex e soci, s'impadroniscono di alcuni fucili e fanno fuori senza tanti complimenti i loro ex carcerieri. Tex e Carson decidono di passarci sopra. Che altro potrebbero fare, del resto? Denunciarle per omicidio dopo quello che hanno passato non sarebbe nel loro stile? e poi? la troverebbero una giuria che le condannerebbe? 6) In quegli anni GLB era davvero fissato coi Pawnee: erano Pawnee gli alleati di Sterling in ?Gli sciacalli del Kansasè, Pawnee i due indiani che assistono Carol Horton in ?Impronte misteriose? ed ora qui sono ancora una volta in veste di avversari. :capoInguerra: 7) Primo esempio del rapporto non proprio idilliaco di Tex con il teatro: prima lui rovina l'esecuzione di un tenore in un teatro, sparandogli al cappello e poi un povero vecchietto sordo fugge a razzo dopo che una pallottola gli è fischiata vicino all'apparecchio acustico. Piccola nota comica peraltro. 8) Come hanno fato notare in tanti questa è la prima volta in cui, al termine della battaglia finale, si vedono i quattro pards tutti insieme. Per vederlo davvero agire nella stessa avventura bisogner? aspettare la storia ?Assedio al Posto n° 6?. 8) Questa è la prima avventura in cui, a partire dal Tutto Tex, viene accreditato ufficialmente l'intervento ai disegni di Francesco Gamba (ma non ancora a tutt?oggi del cugino Pietro). Probabilmente, a partire dal momento in cui viene accreditato il suo nome, Francesco ha eseguito delle matite che poi Galep ha inchiostrato. Si può ritenere altrettanto probabile che nel resto della storia le matite di Galep siano state inchiostrate dallo stesso Francesco Gamba assieme al suo cugino Pietro.
  11. Carlo Monni

    [19/20] Impronte Misteriose

    Un commento, si spera, interessante anche a questa storia dei vecchi tempi. Per la seconda volta G. L. Bonelli affronta il tema dell'espansione ferroviaria, ma lo fa non solo da un'angolazione insolita, ma mescolando anche il tutto con un po' di elementi da feuilleton, come all'epoca gli piaceva spesso fare. Ma veniamo a qualche dettaglio: 1) Innanzitutto una noterella geografica: siamo in Colorado e questa non è un'incongruenza: il Territorio del Colorado fu costituito nel febbraio 1861 unendo la parte più occidentale del Territorio del Kansas (la restante sarebbe stata ammessa nell'Unione in aprile come Stato del Kansas), della zona sudoccidentale del Territorio del Nebraska, un pezzetto del Territorio del New Mexico (la restante parte oggi costituisce gli Stati di new Mexico e Arizona) ed una buona parte del settore più orientale del Territorio dello Utah (oggi gli Stati di Utah e Nevada). Il territorio fu costituito per meglio controllare zone in cui era stato scoperto l'oro. Ma a noi che interessa tutta questa pappardella, mi chiederete? Nulla in fondo, era solo per dire che una volta tanto in quel periodo G. L. Bonelli aveva un'idea azzeccata del contesto in cui faceva muovere i suoi personaggi. 2) In ogni caso, non cercate Union City e Brush sulla cartina geografica, non avreste molta fortuna. :generaleN: 3) Tex, Kit e Carson accettano di occuparsi degli attentati alla ferrovia per fare un favore ad un amico ufficiale di cavalleria. 4) Per agire meglio decidono di separarsi: Tex si farà assumere alla ferrovia col nome di Tiger Jack (ma guarda un po' ), Carson, col nome di Kansas Bill e Kit con quello di Kit Miller faranno indagini presso la vicina Union City. 5) Questa non è la prima avventura che ha per soggetto attentati ai danni di una compagnia ferroviaria, ma è la prima che mette sotto i riflettori il classico personaggio dell'eroico ingegnere. La ferrovia è vista, comunque in chiave positiva, apportatrice di progresso. 6) Il salvataggio della giovane Nita Horton da quello che sembra un tragico incidente col calesse, porta Kit e Carson a smascherare i loschi traffici dell'ambiguo Pablo Valverde e della sua bella ma infida sorella Rosita, seconda moglie del proprietario delle miniere di Union City per impadronirsi delle miniere. 7) La prima moglie di Horton, a quanto pare, è anche lei morta in un incidente circa un anno prima e Horton da vedovo inconsolabile è caduto resto preda delle arti di seduzione della bella Rosita. 8) In realtà Carol Horton non è morta, è riuscita a sopravvivere all'attentato apparentemente riuscito, ai suoi danni. Ora, in preda ad una forte amnesia, è custodita dal giovane Pawnee Volpe Rossa e dal di lui padre Corvo Grigio in una grotta dove scorre un fiume sotterraneo, lo stesso da cui Carol è stata salvata. 9) Quando lo viene a sapere, Tex si improvvisa psichiatra e riesce a restituire ragione e memoria facendole rivivere il trauma subito (Freud morditi le mani laughing). 10) Come scopriremo nel corso della storia, dietro gli attentati ci sono gli interessi congiunti di Osborne, proprietario della linea di diligenze che unisce Union City alla vicina Brush, e dei Valverde. L'avvento della ferrovia, infatti, farebbe cessare il loro traffico per impadronirsi dell'oro di Horton organizzando rapine più o meno finte alle spedizioni di oro via diligenza. 11) Da ricordare di quest?episodio: la lunga sequenza dell'incendio nel bosco realizzata in modo decisamente drammatico ed avvincente; la reazione di Kit Carson quando crede che il giovane Kit sia morto nel suddetto incendio e la sua successiva, reazione quando invece scopre che, grazie alla sua inventiva, il ragazzo è sopravvissuto. Degna di nota anche l'arrivo provvidenziale di Carson a salvare Tex assediato dagli uomini di Osborne (che Tex aveva comunque già provveduto a falcidiare abbondantemente). 12) Anche lo scontro cittadino con il prepotente Osborne si chiude con un incendio. Decisamente GLB si sentiva Nerone. 13) Alla fine, per smascherare i Valverde, Tex escogita l'apparizione di Carol Horton in veste di fantasma, uno stratagemma che sarebbe piaciuto a Edgar Wallace, che li fa crollare entrambi pressoch? immediatamente. 14) Quanto a quel brav'uomo di Horton, si rende conto di aver fatto la figura del fesso e c'è da star sicuri che d'ora innanzi Carol lo terr? d'occhio molto da vicino, giusto in caso che qualche bellezza esotica ricapiti da quelle parti. :capoInguerra: 15) Per sua esplicita ammissione Mauro Boselli ha voluto citare l'apparizione di Carol Horton nel finale di questa storia nella scena dell'apparizione di Anita De Villahermosa in ?Vendetta per Montalesè. 16) C?? chi si è lamentato della brevit? del finale. Odio farlo, ma devo rammentare ancora una volta come il formato a striscia da 32 pagine imponesse fatalmente ritmi serrati e finali bruschi. Semplicemente non c'era spazio. 17) Quest'avventura inizia con la seconda vignetta di pag. 8 dell'albo a striscia "La fine di Lupo Bianco". Si tratta dell'ultima volta in cui si passa da un'avventura all'altra senza soluzione di continuit?. D'ora innanzi, ogni episodio avrà un inizio ed una fine ben delimitati. 18) Stando ad autorevoli fonti, in questo episodio oltre all'ormai consueta (e, come di consueto, non accreditata) presenza di Pietro Gamba come inchiostratore delle matite di Galep, vi sarebbe anche il debutto di suo cugino Francesco Gamba, (anche lui non accreditato) in veste di inchiostratore. In sintesi: non un capolavoro, ma una storia gradevole. ::evvai::
  12. Ed eccoci a commentare un'altra pietra miliare del corpus narrativo Texiano (Ammazza come mi esprimo forbito ). Cosa dire di questa storia? Che si può sorvolare tranquillamente sulle vere o presunte incongruenze storiche e goderci una gran bella storia dal forte sapore epico, tanto per cominciare. Perchè è questo che ?: una storia epica, che usa in modo impareggiabile il classico canovaccio della carovana in marcia verso l'Ovest minacciata dagli Indiani. La trama è abbastanza lineare, ma, al tempo stesso, articolata e del tutto priva di tempi morti. 1) Si tratta della prima storia che affronta il tema delle carovane in viaggio verso l'Ovest. Storicamente la grande ondata migratoria cominciò intorno al 1848, quando, dopo la guerra con il Messico, furono acquisiti e quindi aperti alla colonizzazione i territori degli attuali stati di California, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah (per tacere di parti di Colorado e Wyoming) nonchè del cosiddetto Oregon Country , comprendente gli attuali stati di Oregon, Idaho e Washington. I pionieri partivano in genere da Independence, nel Missouri, e seguivano una pista chiamata Oregon Trail. Una volta arrivati a Fort Hall, in quello che oggi è l'Idaho sudorientale, la pista si biforcava: a Nord verso l'Oregon, a Sud verso la California, diventando California Trail. I pionieri di questa storia, la carovana Vernon, sono appunto diretti in California. 2) Non mancano i più tipici clichè delle storie di carovane. In particolare lo scontro con gli Indiani. Qui arricchito dal fatto che la carovana è deliberatamente portata al massacro, la guida Sterling, che gli indiani conoscono come Lupo Bianco, un tipo in gamba, visto che per breve tempo riesce ad ingannare perfino Tex e soci e Carson quasi ci rimette la buccia. 3) Davvero eccezionale tutta la sequenza dell'assedio sulla rupe ed anche se il lettore smaliziato sa che inevitabilmente Tex e Carson se la caveranno, l'autore è bravissimo a mantenere alta la tensione sino all'atteso arrivo dei "nostri". 4) Un altro punto da segnalare è che in questa storia (non è la prima volta e non sarà l'ultima) Tex (e GLB per bocca sua) esprime chiaramente qual è la sua opinione sul razzismo e dà degli Indiani un ritratto efficace, che anticipa di parecchi anni certe svolte cinematografiche americane (a dire il vero, John Ford sia ne "Il massacro di Fort Apache" che ne "I cavalieri del Nord Ovest" aveva già dimostrato una certa simpatia per le ragioni degli Indiani, ma i suoi film erano comunque centrati dalla parte dei pionieri e della Cavalleria), senza cadere, però, negli eccessi retorici di quei film. 5) Kit Willer entra ufficialmente nel corpo dei Rangers, fatto di cui gli autori tenderanno a dimenticarsi negli anni successivi. 6) A partire da questa storia, Kit Carson torna ad indossare i suoi classici abiti e tali resteranno sino ad oggi, se si eccettua qualche variazione sul tema da parte di autori come Nicolò e Giolitti. 7) Quanto a Sterling/Lupo Bianco, Tex, temendo di non poterlo rintracciare in seguito escogita un piano davvero machiavellico, facendo credere ai Pawnee che Sterling li ha traditi. Il piano ha avuto successo: Sterling è stato ucciso dai Pawnees per colpe che non aveva, ha però comunque pagato per colpe di cui si era effettivamente macchiato. Forse Tex avrebbe potuto catturarlo e, con le testimonianze dei superstiti della carovana, farlo condannare a morte, ma poco importa: il suo piano alternativo è riuscito e la giustizia in stile Tex ha colpito ancora. 8) Tex, però, dimostra essere un buon padre e manda via il figlio per impedirgli di vedere gli esiti delle torture su Sterling. 9) Ed ora il punto dolente: le incongruenze cronologiche. Riporto un mio vecchio intervento su TWO che riscriverei parola per parola: tutto questo racconto e quelli immediatamente successivi sono pieni di incongruenze storiche, praticamente impossibili da integrare con la storia di Tex. Partiamo con il racconto di James Hovendal: si cita il fatto che mentre Tex ed i pards erano assenti c'è stato l'assalto all'arsenale da parte di John Brown e della sua banda e che poi la situazione è precipitata, portando alla guerra. Peccato che l'assalto di John Brown all'arsenale sia avvenuto nel 1859 e che tra esso e lo scoppio della guerra ci siano stati nel mezzo: l'acuirsi del conflitto di frontiera tra abolizionisti del Kansas e schiavisti del Missouri, la nomina di Lincoln a candidato del Partito Repubblicano, la spaccatura del Partito Democratico tra schiavisti arrabbiati e moderati, l'elezione non proprio pacifica di Lincoln, l'interregno di 4 mesi prima che questi prendesse il posto del predecessore Buchanan, che nel frattempo si astenne dal prendere ogni iniziativa contro la secessione di ben 11 stati, ed infine l'attacco sudista a Fort Sumter che diede inizio alla Guerra. Tutto questo, secondo Bonelli, sarebbe avvenuto mentre Tex ed i pards davano la caccia a Dona Manuela, davvero impossibile, direi, a meno di ipotizzare che la caccia a Dona Manuela sia durata per più di due anni (due anni nel deserto? Cavoli). Ancora: Hovendal cita un incontro tra Lincoln e Jefferson. Evidentemente Bonelli aveva fatto confusione tra Jefferson Davis, presidente sudista, e Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti. L'idea del Corpo dei Rangers come forza di Polizia Neutrale, poi è totalmente antistorica e del tutto fuori dalla realtà per chiunque abbia una minima conoscenza di come funzionasse ai tempi uno stato. All'epoca non c'erano forze internazionali come l'ONU: gli americani dell'epoca o erano sotto la giurisdizione dell'Unione (come lo erano, ad esempio, il New Mexico e la California) o sotto quella della Confederazione (come il Texas o la Virginia). Si poteva essere neutrali, ma solo a titolo personale e non certo facendo parte di un Corpo che per forza di cosa non poteva che esser parte delle forze del Nord o di quelle del Sud in alternativa. Si potrebbe anche citare il fatto che ne "La mesa verde" Mac Parland parla del fenomeno dei fuorilegge nato "dopo la fine della guerra". Per Tex, Kit e Carson non sono certo passati 4 anni o più. Per non parlare delle contraddizioni con le storie passate, che vedono citazioni di Geronimo e Custer, tutti diventati famosi dopo la guerra. E vogliamo parlare delle contraddizioni con la storia personale di Tex? Se Kit Willer ha 15 anni nel 1861, allora è nato nel 1846 e la maggior parte delle avventure giovanili di Tex sono avvenute prima che il Texas entrasse nell'unione e molto prima che i Navajos fossero internati in una Riserva, per non parlare del fatto che Tex non avrebbe potuto avere un cavallo di nome Dinamite 20 anni prima che questa venisse inventata e nemmeno usare fucili a ripetizione, telegrafo e quant'altro. Non biasimo certo G. L. Bonelli perchè all'epoca aveva poche informazioni storiche ed ha dato una versione tutta personale della Guerra Civile, che, in fondo, ha un notevole fascino a cui non ha saputo resistere. Dopo pochi anni, però, ha lui stesso corretto il tiro a poco a poco, sino ad arrivare allo spartiacque rappresentato da "Tra due bandiere", il che dovrebbe voler dire che si era reso ben conto del pasticcio da lui fatto in precedenza (e quando parlo di pasticcio, mi riferisco, spero che sia chiaro, allo sfondo storico e non alla qualità delle storie, che rimangono comunque, specie questa, gradevoli da leggere ancor oggi). 10) Svarioni storici a parte, infatti, questa è In sostanza: una gran bella storia e non c'è altro da dire. 11)Come la precdente, anche questa storia non finisce al termine di un albetto, ma dopo poche pagine dall'inizio e prosegue nella successiva senza alcuna soluzione di continuità. 12) Una curiosità per quanto riguarda i disegni. Le matite di tutte le prime pagine sino alla sequenza dell'assedio sono di Lino Jeva con chine di Galep. Buona parte delle pagine dell'assedio sulla rupe sono interamente, matite e chine, di Jeva stesso (ma non so indicare esattamente quali ); il resto, dalla fuga dell'indiano in poi, vede il ritorno alle matite di Galep con chine presumibilmente di Pietro Gamba e qualche intervento nel finale anche di Francesco Gamba sempre alle chine. Basta così.
  13. Ed eccoci qua a commentare un'altra pietra miliare della saga texiana. Di poche storie si può dire che rappresentano un punto di svolta narrativo della saga. Questa è una di quelle. In più è anche una gran bella storia piena di colpi di scena, personaggi interessanti, una cattiva di prim?ordine. Che cosa si può volere di più? 1) Questa storia è la prima di una lunga serie che vedrà protagonista il terzetto Tex, Kit e Carson, Ci sarà, a dire il vero, una breve interruzione, ma dovuta esclusivamente a motivi contingenti. Ne riparleremo a tempo debito. 2) Tiger fa una breve apparizione all'inizio della storia ma poi viene lasciato alla Riserva Navajo. Con Tex assente qualcuno deve pur badare agli affari correnti. 3) Riappare, dopo una lunga assenza, Kit Carson. L'avevamo lasciato ranger semplice e scout a Fort Dennison e lo ritroviamo maggiore dei Rangers. Una bella carriera. Tex non perder? occasione di sfottere bonariamente il vecchio Kit per essersi impigrito ed anche aver messo su un po' di pancetta da quando è diventato uno ?scaldasedie del Comando?. 4) Una curiosità: il grado di Carson non viene più menzionato dopo l'avventura "Un vile attentato" (nn° 28). Il vecchio cammello riappare in divisa solo un'altra volta (nel n° 52) e per una sola volta, durante l'avventura "Grido di Guerra" (nn° 287/289 di Nolitta & Galep), viene chiamato colonnello. Anche questa promozione sarebbe avvenuta dietro le quinte. 5) Quanto tempo è passato dall'ultima apparizione di Carson° Difficile dirlo. Potrebbero esser stati pochi mesi, ma anche un anno o due. Dopotutto Kit potrebbe anche sembrare in p? cresciuto dai tempi de ?Il figlio di Tex["/B]. 6) Per tutta la storia Carson, dopo aver dismesso la di visa da Ranger, porta una vistosa camicia a quadri. 7) Reparto incongruenze. I Rangers ci sono presentati ancora una volta come un vero corpo paramilitare con tanto di divisa praticamente identica a quella dell'Esercito americano. Inoltre hanno un Quartier Generale a Santa Fe nel Territorio del New Mexico. Mi pare chiaro che anche in quest?occasione G. L. Bonelli considerasse i ?suoi? Rangers una sorta di corpo militarizzato di Polizia Federale, che con i Texas Rangers condivideva solo il nome. Diciamocela tutta: a quell'epoca (ma siamo poi sicuri che sia solo limitato a quell'epoca?) le idee su come erano organizzati gli Stati Uniti sia nell'800 che in epoca contemporanea. I Rangers del Texas erano e sono un corpo di polizia investigativa c he non usa divise e non ha compiti militari. Esiste un Reparto dei Rangers dell'Esercito, ma sono assaltatori e non certo investigatori. Insomma poche idee ma adeguatamente confuse. :malediz... 8) A dirigere il Corpo dei Rangers non c'è più Marshall, ma tale James Hovendal, che fisicamente (almeno a me) ricorda l'attore John Alexander nel ruolo di Teddy Brewster (che pensa di essere Teddy Roosevelt) nel film ?Arsenico e vecchi merletti?. Hovendal non ha molta fortuna come personaggio: dopo la sua apparizione all'inizio de "Gli sciacalli del Kansas", infatti, non lo rivedremo più. Forse GLB era partito con l'idea di farne uno di quei classici dirigenti rigidi e ligi ai regolamenti con cui Tex avrebbe dovuto scontrarsi di tanto in tanto (stile Capitano Vance di "Nick Raider", per intenderci , ma poi la sua fantasia si è sbrigliata in altre direzioni. Risentiremo ancora parlare di lui, però, a distanza di parecchi anni, quando si sarà ormai ritirato a vita privata e chieder? a Tex di catturare gli assassini di suo nipote, ucciso all'inizio dell'avventura "L'aquila e la folgore". 9) La misteriosa setta dell'Ippocampo ha uno scopo: riportare i territori che furono perduti dal Messico con la guerra del 1846/1848 sotto la sovranit? messicana. Si tratta di un tema che non è nuovo nella saga di Tex. Già El Diablo diceva di agire per questo scopo (ma, a quanto pare, mentiva) ed il tentativo di riprendere i territori perduti è al centro degli eventi di ?Fuorilegge?. 10) Kit Willer dimostra cosa vuol dire aver studiato quando, unico tra i pards, dimostra di riconoscere il simbolo dell'ippocampo. 11) A dirigere la Setta (che ha i suoi rituali e parole d'ordine degne della Carboneria) c'è la bella ma spietata Dona Manuela Guzman, che non esita a far frustare e dare in pasto ai coccodrilli che tiene nella piscina della sua hacienda, coloro che falliscono il loro compito. 12) Dona Manuela sarebbe ispirata fisicamente nientemeno che a Tea Bertasi Bonelli, ex moglie di G. L. e madre di Sergio e direttrice della Casa Editrice. A vedere le sue foto, la somiglianza c'è tutta. Si spera che il suo modo di trattare i dipendenti e collaboratori fosse più gentile di quello di Dona Manuela. 13) Non è la prima volta che Galep prende spunto da qualcuno della Casa Editrice per le fattezze di un personaggio. Narra la leggenda (e mi ero dimenticato di segnalarlo a suo tempo pianto_) che Florecita, la figlia di El Diablo, fosse modellata sulle fattezze di Liliana Gentini (meglio nota come la signora Liliana) segretaria della signora Tea e poi di Sergio (e lo è tuttora). 14) Come spesso capitava all'epoca qui si respira aria da feuilleton, con intrighi colpi di scena a ripetizione, attentati, cambi di bandiera, alleanze impreviste e quant?altro. Una delle mie sequenze preferite di questa storia è la battaglia nell'hacienda di Dona Manuela con Tex e Kit costretti a forgiare un'alleanza con due ex accoliti di Dona Manuela, che lei aveva fatto imprigionare con Kit in attesa di farli uccidere per aver fallito un attentato contro i pards. 15) Kit Willer qui si dimostra degno figlio di suo padre, riuscendo tutto da solo a fuggire dalla prigione riunendosi al padre per la battaglia finale. 16) Dona Manuela fugge, ma Tex ed i suoi la inseguono implacabili e riescono anche rocambolescamente a sopravvivere ad un altro tentativo di ucciderli, per poi raggiungerla in un teso scontro nel deserto con la banda del Desperado El Lobo a cui si è unita. 17) La bella Manuela sarà anche crudele e spietata, ma è una sincera idealista e si considera una patriota (messicana, ovviamente, anche se tecnicamente è cittadina americana). El lobo, invece è solo un volgare bandito e spezza ben presto le sue illusioni. Qui Manuela dimostra che tipo è chiedendo inutilmente a El Lobo di risparmiare i suoi uomini. Il bandito non h pietà n° esitazioni. Quanto a lei, i piani di El Lobo sono chiari: intende portarla nella sua capanna sulla Sierra Blanca dove, così dice, le farà perdere quella sua aria di gran dama. E non ci vuole molto a capire come. Mal gliene incoglie, perchè prima di realizzare i suoi piani, morir? lui stesso, ma non prima di averla ferita a morte. 18) La fine tragica di Dona Manuela, epilogo anche questo tipico del feuilleton ed ancor più dello stile di G. L. Bonelli, le guadagner? il rispetto e la pietà di Tex e dei suoi pards. 19) Dona Manuela diceva la verità quando affermava di avere l'appoggio del Governo Messicano? Non c'è motivo di dubitarne, Ma resta da chiedersi cosa e avrebbe pensato Montales se fosse stato interpellato (e dubito che lo sia stato. 20) In punto di morte Dona Manuela si lascia andare a funeste profezie che porteranno ad una delle più macroscopiche incongruenze di tutta la saga texiana, ma questa è materia per un altro giorno. :malediz... 21) Come sempre, le matite sono di Aurelio Galleppini. Le chine invece sono di Pietro Gamba e Lino Ieva, il quale ha realizzato anche le matite delle pagine conclusive quest?episodio (ovvero le prime 11 pagine dell'albo a striscia ?Gli sciacalli del Kansasè) con chine di Galep stesso. E con questo ho concluso.
  14. Carlo Monni

    [15/16] Il Fuoco!

    E dopo tutto questo OT sulle armi ed i vestiti, lo vogliamo fare un vero commento a questa storia? Certo che si. Storia molto importante. Non tanto per la trama, quanto perchè segna un'importante punto di svolta per la saga di Tex dopo la quale, come si dice anche nei comics americani, le cose non saranno più le stesse. Ma veniamo a qualche dettaglio: 1) La storia si inserisce piacevolmente del filone "grosso allevatore vuol papparsi quello piccolo" e non mancano i classici stereotipi del genere, come al solito usati in maniera impeccabile da Bonelli. Come accadeva a quell'epoca ogni singola puntata da 32 strisce è ricca di avvenimenti che si susseguono l'uno all'altro in una girandola di scontri, agguati e scazzottate varie. 2) Si segnala anche per la presenza di un forte comprimario di sesso femminile: Nellie Delaney. Nelle storie future accadr? sempre meno spesso c he ad una donna sia assegnato un ruolo di un certo peso? a meno che non si tratti di una cattiva. 3) L'intervento di Tex è richiesto nientemeno che da Kit Carson. La vedova di un suo vecchio compagno d'armi ha bisogno di aiuto e lui non è in grado di darglielo in questo momento e quindi si rivolge a Tex. Il quale non può che accettare. 4) Per tutta la prima metà dell'albo Tex agisce da solo. Il vecchio Freccia Rossa sta morendo e Tex vuole che almeno Kit rimanga vicino al nonno nei suoi ultimi istanti. 5) Tex si presenta al ranch di Nellie Delaney sotto il nome di Rod Nelson, compagno d'armi di Nat, defunto marito di Nellie, e Kit Carson in qualità di scout sotto Custer. Su quest?affermazione Claudio Nizzi baser? i presupposti di ?Congiura contro Custer?. 6) Appena arrivato Tex ha una disputa con uno dei cowboy che si risolve ala fine in modo amichevole ed uno scontro tutt?altro che amichevole con il soprastante del ranch, Redmond. entrambi gli episodi servono allo scopo di far capire bene al lettore chi sono i buoni ed i cattivi all'interno del ranch Ed a consolidare la reputazione di Tex (o Rod) agli occhi di tutti. 7) Tra le righe si intuisce una sorta di attrazione reciproca tra Tex e Nellie Delaney. Nulla che venga detto esplicitamente, sia chiaro, ma a mio parere il feeling esiste. In un altro tempo e probabilmente con uno scrittore diverso la cosa avrebbe potuto anche aver un seguito, ma siamo negli anni 50 e G. L. Bonelli non è interessato alle storie d'amore o simili per i suoi personaggi. Al sottoscritto non sarebbe dispiaciuto rivedere Nellie e gli atri del Ranch altre volte in futuro, visto che peraltro ora il Ranch ha, se la memoria non m?inganna, un contratto di fornitura di manzi con la Riserva. 8) Muore Freccia Rossa ed è la prima volta che accade nella saga per un comprimario ricorrente (No, non considero Lilyth, apparsa effettivamente in una sola storia). Tex viene eletto capo dei Navajos (e lasciamo perdere, per favore, la plausibilit? di un simile evento). C?? stato chi ha criticato il fatto che la cosa avvenga come episodio incidentale all'interno di una storia che parla d'altro. Credo di poter dire che G. L. Bonelli seguiva il suo estro e semplicemente decise che era il momento di una simile svolta, che sancisce la fine definitiva ed irrevocabile del Tex ?vagabondo?. 9) Da questo punto in poi e fino alla fine della storia Kit e Tiger si affiancano a Tex assieme ad un gruppetto di Navajos. La loro presenza avrà una certa importanza nella risoluzione della vicenda. 10) I cattivi sono tutti abbastanza ben caratterizzati e comunque al di sopra del semplice stereotipo. A proposito di cattivi? Che fine fa Redmond, il perfido ex soprastante? A quanto pare, nella foga del racconto e degli eventi che incalzano GLB se ne dimentica. Possiamo presumere che assieme a molti altri sia morto nello scontro finale? 11) Da notare che in questo periodo quando Tex incontra qualcuno che lo riconosce la cosa è sempre legata ad una delle storie precedenti. 12) Peccato che il limite di pagine a disposizione costringa GLB ad un finale forse troppo veloce, almeno per i miei gusti (ma a ben vedere non meno veloce di certi finali di Boselli o di Manfredi). Oggi una storia così si sarebbe probabilmente sviluppata in tre albi. La bravura dello sceneggiatore si nota, però, anche dalla capacità di usare lo spazio a sua disposizione nel modo migliore. Le avventure di quei tempi sono necessariamente brevi secondo i canoni moderni, perchè articolate in puntate da 32 pagine settimanali a striscia e non si poteva trascinarle per troppe settimane (anche se non mancano esempi di storie fiume anche a quell'epoca e lo si vedrà entro breve). Bonelli sa tagliare benissimo i passaggi superflui senza che il ritmo, l'azione e perfino la caratterizzazione ne risentano. Solo quando, con il cambio di formato, avrà più spazio a disposizione si comporter? diversamente. Molto buona la prova di Galep. Le chine di Pietro Gamba si "adagiano" sulle sue matite rispettandone al massimo il tratto senza stravolgerlo mai. ::evvai::
  15. Carlo Monni

    [15] La Montagna Misteriosa

    Continuiamo a commentare. Con questa storia G. L. Bonelli vira dal western tradizionale per entrare completamente in un sentiero che fino ad allora aveva solo sfiorato: quello del filone avventuroso delle valli nascoste e delle civilt? perdute e se permettete che lo dica, lo fa in modo decisamente gradevole ed intrigante. 1) Ad essere onesti, questa non è esattamente la prima volta che Tex si imbatte in un luogo del genere: gli era già capitato ne "Il mistero dell'idolo d'oro" (nn° 2/3) con gli Indios Blancos, asseriti discendenti di un gruppo di Aztechi in fuga dalle truppe di Cortez, ma in quell'occasione la cosa non venne esplorata a sufficienza. 2) Questa volta, invece, la fantasia di G. L. Bonelli ci presenta una vera e propria civilt? organizzata con una ben definita struttura sociale, politica e militare. Si tratta, in sostanza, di una teocrazia (ovvero di un regime in cui le autorit? religiose detengono anche il potere politico) dominata da un Gran Sacerdote del dio del sole, che esercita un potere ferreo sui suoi sudditi e sugli sventurati schiavi Pima, sostenuto dalle armi dei suoi soldati e dal potere superstizioso dei sacrifici umani. Interessante anche il fatto che la cittadella degli Aztechi sia separata dalle abitazioni dei Pima per essere stata costruita su pareti scoscese, accessibili solo tramite scale ritirate al tramonto. I dominatori non si mescolano ai dominati ed anzi si sollevano sopra di essi. Qui c'è materia per un'approfondita analisi sociologica e psicologica, alla faccia di chi dice che Bonelli non era un autore complesso . 3) Non so quanto GLB sapesse all'epoca della struttura militare degli Aztechi, ma a me personalmente l'organizzazione dell'esercito del Gran Sacerdote ha sempre ricordato l'Esercito Romano, modello che l'autore aveva di certo ben presente. 4) Interessante anche tutto il gioco di intrighi politici che GLB imbastisce in questa storia, con la divisione tra i giovani che aspirano a riforme, abbandonando tradizioni che considerano obsolete se non nefaste, e la generazione precedente che quelle tradizioni vuol conservarle ad ogni costo ed è convinta della lor bontà. Una metafora non troppo velata nemmeno per quei lontani anni 50. Come la pensasse Bonelli al riguardo, mi pare incontrovertibile. 5) Parlando del Gran Sacerdote, è evidentemente un personaggio carismatico e ben caratterizzato. Impressionante, per molti versi, la scena in cui ipnotizza Kit Willer, che anticipa analoghe e ben più impressionanti scene con Mefisto. Anch'io, fin dalla prima volta che lessi questa storia, rimasi perplesso dal look del Gran Sacerdote, che, in effetti, non ha nulla dell'Indio, a cominciare dal lungo barbone. Ciò nonostante non vi è alcun dubbio che sia uno di loro, considerata la parentela con il Capitano delle guardie. Non ci viene fornita alcuna spiegazione al riguardo. Si può sempre dar la colpa ai soliti tempi eroici, ma fino a che punto? 6) Che il look del Gran Sacerdote sia stato, poi, riciclato per il Coyote Nero non ci piove. 7) Il Gran Sacerdote decide di usare uno straniero per i suoi sacrifici umani. Grave errore: Kit Willer non è tipo da accettare supinamente il suo fato e Tex non è certo tipo da lasciar correte il rapimento del figlio. 8) Kit viene quasi sposato ad una giovane Pima. Non ci sarebbe molto da lamentarsi se il banchetto di nozze non fossero proprio gli ?sposi? e gli invitati gli avvoltoi. 9) Nella migliore delle tradizioni di questo tipo di racconto, l'arrivo degli stranieri muta irrevocabilmente lo status quo. Nel caso specifico, non solo con l'abbattimento del dispotico regime del Gran Sacerdote, ma anche con la fine della schiavit? dei Pima e la loro probabile integrazione nel nuovo regime politico. 10) Se proprio vogliamo parlare di politica in Tex l'unico dato sempre e comunque incontrovertibile è questo: Tex è sempre contro qualsiasi forma di tirannia e sta sempre dalla parte di chi ricerca la democrazia. Per quanto mi riguarda non è una cosa da poco. clap Anche qui la parte grafica è opera del duo Galep alle matite e Pietro Gamba alle chine. In sintesi, una storia davvero molto piacevole.
  16. Altra storia ed altro commento. Storia appena più lunga della precedente (cinque albi a striscia, pari a circa 54 pagine di oggi), in cui Tex deve recuperare una preziosa corona lasciata tanto tempo prima come ex-voto in una missione francescana e deve farlo usando meno violenza possibile, perchè l'ha promesso ad un vecchio frate e Tex è uno che mantiene la parola data. 1) Altra storia del filone ?Lezioni di vita per Kit Willer?. 2) Tex mantiene la parola come può. Solo due dei quattro banditi sopravvivono e, recuperato tutto il bottino, Tex li lascia andare come promesso al frate. 3) Un bel po' di tempo fa su TWO ho avuto una discussione con qualcuno che non sembrava molto convinto del comportamento, per così dire, troppo buonista, di Tex in questa storia ed ipotizzava un possibile intervento di un'altra mano ai testi. Riporto quasi integralmente (a parte qualche correzione ortografica) quanto scrissi allora e lo sottoscrivo pienamente anche adesso: non è la prima volta e non sarà l'ultima che Tex lascia andare un criminale in nome del suo personale concetto di giustizia. Qualcuno si ricorda Min Li? La giovane cinese, convinta dal Drago Nero che Tex sia responsabile della morte del fratello (il che era vero, ma Wang, il Drago, aveva omesso di informarla che il giovane, assieme ad altri cinesi, era stato incaricato di uccidere Tex, che si era solo difeso), decide di uccidere Tex con un micidiale pugnale avvelenato, ma sbaglia la mira ed uccide, invece, lo sceriffo. Sotto ogni punto di vista Min-Li è un'assassina, eppure Tex non solo non la consegna alla legge, ma ne diventa pure amico. Questo è un esempio di buonismo (parola che sono giunto a detestare, tra l'altro), forse? Non per me? A leggere certi interventi verrebbe da pensare che siano in molti a ritenere che Tex sia una specie di ammazzasette che uccide senza rimorsi peggio dell'Ispettore Callaghan. La verità, invece, è che Tex uccide solo quando lo ritiene inevitabile e quando può lascia in vita l'avversario. Talvolta lo lascia nelle mani della legge, altre lo lascia semplicemente libero di andare "a farsi impiccare altrove". In questo caso, poi, aveva promesso al frate di non usare la violenza se non era necessario e di esercitare la virt? del perdono e Tex è uno che le promesse le mantiene? non bisogna esagerare volendo vedere per forza un'altra mano nei testi di una storia di G. L. Bonelli ogni volta che non ci piace un particolare o simili. 4)Gustosa scenetta in treno in cui un Tex esasperato da un commesso viaggiatore troppo chiacchierone gli butta la valigia del campionario dal finestrino. 5) Interessante variazione sul tema dell'agguato fallito a Tex. I banditi si appostano sul tetto della casa di fronte alla locanda dove alloggiano per sorprendere Tex e Kit che sanno che cercheranno di perquisire la loro camera. Quando vedono apparire due figure nel vano della finestra, sparano ed uccidono i malcapitati. Peccato (per loro) che non fossero Tex e Kit, ma i due albergatori (moglie e marito, mi pare), i quali progettavano di impadronirsi personalmente della corona e degli smeraldi, nonchè di ucciderli. Giustizia poetica marca G. L. Bonelli. Sempre all'altezza i disegni di Galep, qui affiancato alle chine da Pietro Gamba e Lino Ieva. ::evvai::
  17. Carlo Monni

    [14] La Gola Segreta

    Un piccolo commentino anche per questa storia. Storia carina ma niente di più. Uno spunto potenzialmente interessante è compresso nell'equivalente di 64 pagine odierne e questo forse fa sè che si perdano sviluppi potenzialmente interessanti, come un approfondimento delle figure dei banditi, che risultano tutte abbastanza stereotipate, a parte il finto cercatore d'oro. Non parliamo poi della Donna Pantera che è poco più di una comparsa. Tuttavia, pur non risultando nemmeno lontanamente una delle migliori storie di GLB, bisogna ammettere che si lascia, comunque, leggere con piacere. Ma veniamo a qualche osservazione più nel dettaglio.1) Si tratta, fondamentalmente di una storia senza particolari pretese, a parte quella, sacrosanta, di divertire il lettore. Sono proprio storie di questo genere a costituire l'ossatura di un serial avventuroso. Sarebbe bello se fosse sempre così, ma, purtroppo non tutte le storie possono essere capolavori o narrare, comunque, eventi significativi per i protagonisti, l'importante è che le storie di "ordinaria amministrazione" siano comunque ben narrate, avvincenti e divertenti e qui, sia pure con qualche distinguo, ci siamo. Ho letto in giro qualche giudizio (specie dei lettori più giovani) che qualificava questa ed altre storie del periodo come ?inutili?. Confesso che questo tipo di giudizio mi lascia sempre perplesso: una storia può essere bella o brutta, disegnata bene o disegnata male (ed anche su giudizi del genere i pareri opposti si sprecano), ma su quale base la si può definire inutile? Di sicuro una storia raramente è inutile per l'editore che all'epoca doveva riempire 32 pagine a striscia alla settimana ed oggi 110 di formato triplo al mese.2) Una cosa interessante da notare è il fatto che almeno all'inizio l'atmosfera sembra quella delle tipiche storie misteriose a cui GLB ci avrebbe abituato in seguito. Un territorio dove chi si avventura non fa più ritorno, simboli inquietanti, pantere mandate ad uccidere nella notte. 3) Pantere? Dir? qualcuno. Ma non sono felini africani? In realtà no. Il giaguaro, che appartiene al genere ?Panthera? (il suo nome scientifico è Panthera Onca, per chi apprezza la tassonomia) ha il suo habitat in Centro e Sud America, ma era diffuso anche in Arizona, New Mexico, Texas e California, anche se era meno diffuso del suo ?cugino? Coguaro o Puma (Puma Concolor), paradossalmente anche lui chiamato in certe zone Pantera Quindi G. L. Bonelli non si è inventato nulla stavolta. ::evvai:: 4) Uno si aspetta chissà che da questa storia ed alla fine salta fuori che tutto era solo un semplice paravento per le losche attività di un gruppo di criminali comuni che sfruttavano i poveri Comanches come veri e propri schiavi.5) Del tutto irrilevante, poi, e questo un p? dispiace, il ruolo della cosiddetta "Sacra Pantera" che appare solo per poche vignette e non fa praticamente niente a parte preoccuparsi (e come a fatto giustamente notare qualcuno, far vedere un po' di pelle scoperta, almeno nelle edizioni non censurate ).6) Più intrigante il ruolo degli addestratori di Pantere, che vivono isolati dalla loro stessa gente. Uno spunto, però, che, complice anche il ristretto numero di pagine, non sarà adeguatamente sviluppato. 7) In effetti, si può dire che questa storia soffre decisamente del formato dell'epoca, ovvero l'albo a 32 strisce. Fosse stata scritta oggi, probabilmente personaggi e situazioni sarebbero stati sviluppati con maggiore ampiezza. Anche il finale affrettato rientra in quest'ottica: GLB aveva quel numero di pagine a disposizione ed ha concluso la vicenda sorvolando su tutti i dettagli che riteneva non indispensabili.8) Da ricordare anche il modo in cui Tex d' una lezione di vita al figlio usandolo praticamente come esca per smascherare il finto cercatore d'oro.9) Viene ribadito anche in questa storia che Tex è un ex Ranger.10) Sacra Pantera e banditi tutti, a parte un paio, vengono praticamente fatti furi in una sola vignetta.11) Bilancio speciale della presenza femminile. Se prima del matrimonio di Tex nelle storie c'era un abbondanza di presenza femminile (e solo in un paio di casi la bella ragazza è anche la cattiva della storia), dopo continuano comunque, sia pure in tono decisamente minore, belle donne, ma sempre più spesso saranno le cattive della situazione, Sacra (e un po' incolore, consentitemi ) Pantera compresa.12) Disegni più che all'altezza di Galep & Pietro Gamba. Se Galep nel disegnare le storie è costretto dai ritmi pressanti delle scadenze, il suo vero talento in quel periodo emergeva indubbiamente molto di più nelle copertine, specie quelle degli Albi d'Oro veramente spettacolari.
  18. Carlo Monni

    [13/14] Dramma A Pecos City

    Proseguo imperterrito coi commenti a queste prime leggendarie storie. 1) Questa storia è la prima di un gruppo di 4 n cui a Kit viene fatto fare una sorta di giro del Sud Ovest per, diciamo così, completare la sua educazione. 2) Nota cronologica: non sappiamo esattamente quanto tempo sia passato dalla storia precedente, ma stavolta lo stacco potrebbe anche essere solo di pochi giorni. In teoria Tex e Kit potrebbero essersi appena separati da Kit Carson che, per quanto ne sappiamo, è tornato a Fort Dennison. 3) La trama, non è particolarmente originale. Si inserisce perfettamente nel filone che nel gergo western è chiamato "town taming", termine che si potrebbe tradurre un p? impropriamente come "Città da domare". Ci sono tutti gli ingredienti che ritroveremo in innumerevoli storie successive. Tutti... a parte lo sceriffo impotente o corrotto... perchè questa volta lo sceriffo è Tex, che accetta l'incarico per poter vendicare la morte del precedente sceriffo barbaramente ucciso. Anzi è proprio l'aver assistito da lontano all'uccisione dello sceriffo la molla che . spinge Tex e Kit a fermarsi a Pecos City.4) Una menzione particolare va, invece, al giudice Vermont, che ha una caratterizzazione azzeccatissima ed una fine che si inserisce nel filone della giustizia poetica e che a suo tempo trovai davvero impressionante. L'immagine del giudice che, bruciando vivo, corre per il paese e si butta nel fiume, mentre l'ultima cosa che si ode di lui è la risata da pazzo, è davvero evocativa secondo me. 5)Divertente (anche se non per lui, probabilmente) l'idea di far travestire Kit da ragazza per tendere un agguato letale a Sam Truscott ed i suoi.,6) Trovandosi sotto la minaccia di una valanga d'acqua, Tex lascia coraggiosamente Dinamite a mettersi in salvo, rischiando di affogare. Questo si che è amore per gli animali.7) Una cosa si può dire con sicurezza di G. L. Bonelli non si preoccupava troppo di poter turbare gli animi dei suoi lettori. Scriveva quel che gli pareva e se c'erano scene forti, beh meglio che il lettore si adeguasse. Mi chiedo che ne avrebbe pensato del politicamente corretto oggi imperante.8) In questa storia Pietro Gamba è affiancato alle chine da Lino Ieva. Le matite sono, come sempre, di Galep. E con questo ho finito anche qui.
  19. Carlo Monni

    [12/13] Il Figlio Di Tex

    Storia importantissima, se non fondamentale, nella saga di Tex, perchè d'ora innanzi il giovane Kit diventa ufficialmente uno dei mitici pards e già questo basta per renderla memorabile. Piaccia o non piaccia a qualcuno, si tratta di un punto di svolta fondamentale per la saga. La storia in se non avrebbe molto altro di eccezionale. Non è certo un capolavoro, ma si fa leggere con piacere e rimane comunque una delle migliori del periodo. Ma veniamo ai dettagli: 1) L' esordio di Kit avviene, è proprio il caso di dirlo, col botto (quello della cassa di munizioni che fa esplodere prima di partire all'inseguimento di Tex ). Il ragazzo è a tutti gli effetti, il coprotagonista della storia ed è vero che in più di un'occasione mette in ombra perfino il padre. Perchè questo? La migliore spiegazione (oltre a quella, più semplice ed immediata, che GLB voleva adeguatamente presentare il nuovo arrivato) è che con l'introduzione di Kit al fianco del padre si volesse cavalcare l'onda degli eroi ragazzini che all'epoca spopolavano letteralmente tra il pubblico dei lettori di fumetti. In ogni caso il buon Kit si dimostra campione del cosiddetto pensiero laterale. Il padre gli impone di starsene alla Riserva finch? non avrà terminato una cassa di munizioni e lui se ne sbarazza facendola esplodere in un colpo solo. 2) La popolarit? di Kit tra i lettori doveva essere alta se ad un certo punto si cominciò seriamente a parlare di una serie personale di Kit Willer, anche se poi non se ne fece niente. I motivi dell'abbandono dell'idea non sono chiarissimi.? 3) C'è da dire, comunque, che, a parere del sottoscritto, pur arrivandoci pericolosamente vicino, GLB riesce ad evitare a Kit quell'aria da saputello che alla lunga mi aveva reso insopportabili certi suoi omologhi tipo Capitan Miki. 4) Anche in questa storia si può dire che sono presenti tutti e quattro i pards, ma il ruolo di Tiger, è decisamente minore e quando i due Willer partiranno per raggiungere Carson a Fort Dennison, lui rester? alla Riserva. 5) Qui abbiamo l'ultimo grande salto temporale nelle storie di Tex. Dall'avventura precedente, infatti, trascorrono non meno di 8 anni e non più di 10 anni. In questa storia, infatti, Kit ha tra i 14 ed i 15 anni a mio parere. D'ora innanzi, con alcune debite eccezioni, tutte le storie saranno narrate in "tempo reale". 6) Cosa ha fatto in questo tempo Kit? La risposta è facile: è stato presso i frati della Missione di Taos nel New Mexico a studiare, probabilmente risiedendo presso la Missione per la maggior parte del tempo. Ci viene detto che Tex avrebbe preferito che continuasse gli studi (e l'Accademia militare era, per molti versi e posto che riuscisse a farcelo entrare, la scelta più economica ) e scegliesse una vita diversa dalla sua. In questo Tex si dimostra un tipico padre, che vuole che il figlio abbia più di quello che lui ha avuto. 7) La vera domanda, però, ?: cosa ha fatto Tex in questi anni? Io non credo affatto che per quasi 10 anni se ne sia stato tranquillo alla riserva ad oziare ed a seguire i progressi del figlio negli studi. Sarà andato in cerca di guai come al solito od i guai avranno trovato lui, sempre come al solito. 8) A coprire il buco di questo periodo non ci sono, in verità, molte storie. Personalmente ci metterei gli eventi in flashback di "Congiura contro Custer" e de "I lupi rossi" e quasi certamente quelli di "El Muerto"./B] e la recente sequenza iniziale de "Il killer", situata 13 anni prima del resto della storia. . 9) Da ricordare la lezione di tiro che Tex fa a Kit, decisamente molto realistica si vede che GLB sapeva davvero usare una pistola. 10) Questa è la prima storia in cui Carson compare con i capelli bianchi (o sono grigià Non è dato di saperlo con certezza) ed è anche l'ultima in cui compare in veste di scout. Di l' a poco verremo a sapere che ha ricevuto la promozione a maggiore e si è trasferito a Santa Fe, dove lo ritroveremo nell'avventura "L'enigma dell'ippocampo". 11) Decisamente involontariamente ironico il commento di Tex , che di fronte all'ennesima bravata di Kit si chiede da chi abbia preso il figlio, visto che la madre era così dolce e gentile. Hai anche bisogno di chiederlo Tex? Ah, i padri sono tutti uguali. laughing 12) Un'altra cosa da segnalare è che questa è anche è la prima volta che su Tex viene usato il classico tema western dell'espansione della ferrovia La trama in se non ?, forse, particolarmente originale, anche se non mancano, comunque, i colpi di scena ed i momenti drammatici. Tra questi ricordo brevemente: A) l'assalto di El Dorado al cantiere ferroviario: l'attentato a base di vino drogato, da cui Kit si salva perchè, da bravo ragazzino, è l'unico astemio del gruppo; C) Ill finale, la classica giustizia poetica tanto cara a G. L. Bonelli. 13) Da questa storia in avanti, tranne pochissime eccezioni, le matite di Galep saranno inchiostrate regoalrmente da Pietro Gamba. Ed anche stavolta, ho chiuso. zzzz
  20. Quando G. L. Bonelli incontra Jack London.. Ormai è noto che Jack London è uno dei narratori preferiti di G. L. Bonelli d il viaggio di Tex in Canada era un'occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Ecco, quindi, che Tex, per fare un favore a Jim Brandon, rimasto ferito per proteggere Kit nella storia precedente, decide di recarsi a Dawson, nello Yukon, assieme a Gros Jean, per aiutare la Polizia a Cavallo a venire a capo dei crimini dell'efferata Banda degli Orsi. Inutile dire che ci riuscir?, ma non prima di essersi calato per bene nella più tipica atmosfera dei racconti di London. 1) Interessante il sistema con cui gli uomini della banda usino stivaloni a forma di zampa d'orso per confondere le idee, simulando anche un'aggressione da parte di quegli animali. Ovviamente nessuno può seriamente credere ad una banda di orsi rapinator, ma la cosa confonde lo stesso. 2) Nel giro di un paio di giorni o poco più Tex non solo riesce a scoprire tutto quello che c'è da scoprire sulla Banda degli Orsi ed a sfuggire alla quotidiana dose di agguati, ma riesce quasi a far venire un colpo apoplettico ad un ufficiale dei Mounties. Mica male. 3) Otterr? anche un cane, Star, che però, morir? per difenderlo. Si tratta di un chiaro omaggio ai classici quattrozampe londoniani come Buck e Zanna Bianca. 4) Abbiamo qui un altro classico Bonelliano: il trabocchetto nascosto nel pavimento di cui il cattivo della situazione si serve per far sparire i nemici od i traditori. Di solito (ma non sempre) è appannaggio dei cattivi esotici, ma stavolta lo usa Brad Burley per sbarazzarsi di una giovane indiana colpevole solo di aver scoperto casualmente che due complici di Burley, la bella Frida e Pierre Lassalle, meditano di tradirlo. Burley la elimina solo per evitare di lasciare in giro pericolosi testimoni. 5) Il già ricordato Pierre Lassalle ha il volto di Robert Mitchum. Dare a protagonisti od avversari non è una politica regolare alla Bonelli (dove al massimo si chiede ai disegnatori che certi personaggi assomiglino o ricordino certi attori o personaggi noti senza rifarli per questo pari pari). Su Tex è un'evenienza ancor più rara. 6) Pu? darsi che anche Frida sia ispirata ad un'attrice, ma se è così, io francamente non saprei identificarla. 7) Nel salutare Tex Jim Brandon dice ??L'Alaska non è poi così brutta come può esserti sembrato?. Svarione dei tempi eroici di GLB. L'azione si è svolta tutta nello Yukon, che è proprio l' di fianco all'Alaska, ma è territorio canadese, mentre l'Alaska appartiene agli Stati Uniti. :malediz... 8) Un'altra capatina nel reparto incongruenze storiche e non: A) Dawson fu fondata solo nel 1897 Lo Yukon ottenne lo status di Territorio autonomo (con Dawson come capitale) nel 1898, priaerw un distretto dei Territori di Nordovest (il nome era comunque già in uso). Per molte ragioni, però, noi non possiamo considerare questa storia ambientata nel 1897 (anche perchè, se così fosse, le odierne avventure di Tex sarebbero ambientate come minimo intorno al 1908 e non è proprio possibile). Consideriamolo come uno dei tanti anacronismi e licenze poetiche che GLB si prese in quegli anni (ed anche più tardi, a dire il vero), godiamoci la storia e non pensiamoci più. 9) G. L. Bonelli riporter? Tex da quelle parti, ma stavolta dal lato opposto del confine, a Skagway, Alaska, nella sua penultima storia ?Terra violenta? in cui lo metter? contro un leggendario capobanda realmente esistito, Soapy Smith. Anche in quell'occasione stravolgendo a suo piacimento la storia.(Soapy Smith fu ucciso nel luglio 1989 da un certo Frank Reid e non certo da Tex? non ve lo aspettavate, vero? ). 10) Dopo le nevi di Dawson la storia ha un'appendice marinara. Deciso a compere comunque la sua ultima rapina e vendi carsi, se ci riesce, Burley tenta di impadronirsi della nave su cui viaggia Tex di ritorno in Arizona. Il nostro, insieme a Tiger, gli roviner? i piani e gli salder? il conto definitivamente. 11) Ultima volta di Mario Uggeri come inchiostratore delle matite di Galep, qui affiancato da Pietro Gamba. Ritroveremo Uggeri come disegnatore de ?Il mistero delle Montagne Lucenti?, ma si tratta di una storia che lui aveva, con quasi assoluta certezza, disegnato in precedenza. La sua collaborazione, che data dalle primissime storie, termina qui, quindi. Ed io, invece, termino il mio sproloquio. zzzz laughing
  21. Carlo Monni

    [10/11] Il Tranello

    Tutti dicono che questa storia è il primo, grande, capolavoro Texiano e sapete una cosa? Hanno ragione! Prima, vera, storia di ampio respiro di Tex. Qui G. L. Bonelli da ampio spazio alla sua vena creativa e mette Tex in una serie di situazioni ed ambienti del tutto nuovi in cui l'unica costante è proprio lui: Tex con il suo coraggio e la sua insuperabile vena eroica. Cose da ricordare di questa storia: 1) Un nuovo capitolo nella vita di Tex, rappresentato editorialmente dall'inizio di una nuova serie, la terza, ed un nuovo numero 1 a simboleggiare un distacco dal passato, probabilmente. 2) All'inizio di questa storia si faceva riferimento ad un'avventura vissuta da Tex nelle Montagne Lucenti. In realtà questa storia non fu mai pubblicata nonostante G. L. Bonelli l'avesse scritta e Mario Uggeri l'avesse disegnata. La storia verr? ritritata fuori e spacciata per contemporanea un paio d'anni dopo in una situazione d'emergenza in cui Galep era rimasto indietro con le scadenze a causa di una malattia, se non ricordo male. Il riferimento è scompardso nelle edizioni più recenti. 3) Un altro, abbastanza cospicuo, salto temporale: dall'avventura precedente sono passati non meno di 4, forse anche 5 anni. Personalmente ho sempre trovato difficile credere che per tutto questo tempo Tex sia davvero sempre rimasto alla Riserva badando al figlio e cacciando: i guai, di solito, se non li cerca lui, lo trovano comunque. 4) Per la prima volta appaiono, sia pure brevemente, tutti e quattro i pards, anche se Kit, che qui vediamo anche per la prima volta, è ancora solo un bambino... ed una piccola peste, ovviamente (come sa bene il cappello di Kit Carson ). 5) Tex agisce da solo (sempre che non si considerino Gros Jean e Jim Brandon, sèintende) per la maggior parte della storia, per poi venir raggiunto da Tiger, che si è messo sulle tracce di Kit, rapito dai sicari di Husky Tull. 6) Questa è anche l'ultima apparizione "in presa diretta" di Kit Carson con i capelli neri, sia pure ormai spruzzati di grigio qua e l'. Peraltro proprio il fatto che le tempie di Kit siano grige è un chiaro indizio del tempo passato dall'episodio precedente. 7) Veramente commovente la scena in cui Kit Carson riconsegna a Tex la sua vecchia stella, la stessa che gli fu appuntata sul petto da Marshall nel n° 1 e che lui restitu? deluso nel n° 8. 8) Apprendiamo della morte di Arkansas Joe, personaggio in precedenza visto solo nel n° 1 per poche vignette. La collera di Tex ?, però, forte come se si trattasse di un vecchio amico. 9) Questa è anche l'ultima apparizione di Marshall ed un p? me ne dispiace. In seguito apprenderemo che ha lasciato l'incarico. Lo confesso: mi piacerebbe sapere che fine ha fatto e magari rivederlo ancora. Ok, era più vecchio di Carson, ma non per questo deve necessariamente essere morto. Da notare che in diversi episodi degli anni successivi, quando Tex è titubante se accettare o no un incarico, basta che il ?committente? di turno menzioni una richiesta di Marshall che Tex accetter? l'incarico senza discussioni. Ammirevole il suo senso dell'onore verso un uomo che in almeno un paio d'occasioni ha dato ordine di catturarlo vivo o morto (ma che, ammettiamolo, aveva una più che discreta anmmirazione per lui nonostante la sua avversione alla disciplina). 10) Appare qui per la prima volta la cintura di Wampum, che Freccia Rossa d' a Tex. Il vecchio capo ci informa che fu donata da un capo Dakota a suo padre (e non a lui stesso come erroneamente ricordavo ed ho scritto a commento di ?Il patto di sangue?,. Mi scuso ). Resta sempre da chiedersi che ci facesse un Navajo tra i Dakotas od un Dakota tra i Navajo. Forse, visti i tempi in cui dovrebbe essere accaduto, bisognerebbe chiederlo a Zagor. :capoInguerra: laughing 11) Per quanto riguarda la trama, è decisamente vero che GLB ha attinto a piene mani al film "Giubbe rosse" di Cecil B. De Mille, ma bisogna pur dire che non si limita affatto a riproporre puramente e semplicemente personaggi e situazioni di quel film, ma vi mette molto di suo, allontanando rapidamente ogni sospetto di plagio anche involontario. 12) In ogni caso non si può negare che il Sergente Jim Britt delle Giubbe Rosse (interpretato da Walter Hampden) sono l'indubbia base per i personaggi di Jim Brandon e Gros Jean. Anche l'abbigliamento che Tex usa dopo l'assedio al Forte Kinder è mutuato da quello di Gary Cooper nel film, ma sono licenze che si possono concedere volentieri. 13) Visto che li abbiamo nominati, come non notare che questa prima incursione di Tex nei territori del Grande Nord vede anche la prima apparizione di Jim Brandon e Gros Jean, destinati a diventare tra i comprimari storici e tra i più amati dai lettori? 14) La Compagnia delle Pellicce che sta dietro alla rivolta della Mano Rossa (o Scarlatta) adombra chiaramente la realmente esistente Hudson Bay Company, che per lungo tempo fu proprietaria e governante di fatto dei territori che oggi costituiscono la quasi totalit? del Nord Ovest Canadese, ceduti nel 1869. 15) Decisamente buona la caratterizzazione di almeno due dei banditi ricercati da Tex e che alla fine rapiscono il piccolo Kit per ricattare Il padre. Ci erano stati presentati come spietati, ma alla fine dimostrano di avere un loro codice d'onore, che li riscatta un p?, anche se sono gli assassini di Arkansas Joe. 16) Una curiosità: il fatto storico che ha ispirato questa storia e cioè la rivolta dei Metis del 1885, è anche la fonte di ispirazione di un'altra storia di Tex e cioè: "I ribelli del Canada" di Nolitta & Fusco. 17) Curiosità cronologica: il corpo della North-Western Mounted Police fu costituito nel 1873 e, di conseguenza, questa storia si svolge minimo in quell'anno. Va da se che la rivolta citata nella storia non può, quindi, essere quella dei Metis, ma una costruita ad hoc da Bonelli. Nulla di strano. In Tex accade continuamente. 18) Reparto incongruenze: non ne sono sicurissimo ma credo che i gradi della North-Western Mounted Police fossero modellati su quelli della Polizia e non con quelli militari. Temo che GLB abbia fatto confusione tra NWMP e militari (e dati i tempi eroici non cui sarebbe da stupirsene). 19) Secondo le solite fonti a cui attingo, in questa storia le matite di Galep sarebbero state inchiostrate dal solito Mario Uggeri, coadiuvato stavolta anche da Pietro Gamba, da non confondere col più noto cugino Francesco. Ipotizzo che Pietro Gamba abbia fatto la maggioranza del lavoro mentre Uggeri era impegnato a disegnare la storia precedente (Nonch? ?Il mistero delle Montagne Lucenti") e che Uggeri sia intervenuto più avanti, ma potrei sbaglairmi benissimo. E con questo, concludo anche questa fatica.> laughing
  22. El Paso non porta fortuna a Tex: ogni volta che passa da quelle parti c'è un torto da raddrizzare e qualche sceriffo corrotto da sistemare. La città stavolta è nelle mani di una cricca di loschi individui che vede nelle loro file lo sceriffo Amos Balder, il viscido Giudice Cronin e Don Cesare Ibanez, un ricco possidente di origine messicana. Tex non tarda a capire che ci sono loro a tirare le fila della banda dei cavalieri Neri e decide di ripulire El Paso dal marciume che la infesta 8° giudicare dai risultati che ottiene tutte le volte, sembrerebbe una fatica di Sisifo ). Accusato ancora una volta di omicidio (nientemeno uno sceriffo stavolta). Tex si trover? ad affrontare da solo quasi un intero paese, ma anche stavolta se la caver? grazie al provvidenziale intervento di Kit Carson e Tiger Jack arrivati all'ultimo minuto coi soldati. Storia semplice, con una trama esile, ma tutto sommato godibile, in cui prevale l'azione frenetica. Poco da dire. 1) Non si può non sottolineare ancora una volta come in sole 64 pagine (pari a sei volumetti a striscia) G. L. Bonelli in sole 66 pagine riuscisse a mettere un sacco di cose. Certo, in poco meno di tre strisce di conclude tutto, compresa la scoperta dell'identit? del misterioso Cavaliere Nero (su cui peraltro, non è che ci fossero molti dubbi ), ma così andavano le cose allora. 2) Effetto congiunto della brevit? della storia e dello stile di GLB molto istintivo, ma sta di fatto che i temibili Cavalieri Neri di cui si parla sin dall'inizio della storia, in realtà appaiono solo nella terzultima e penultima striscia dell'ultimo albo. 3) Da antologia la fuga di Tex per tutta El paso, con tanto di entrata ad effetto in un saloon con il cavallo, fuga per i tetti e lotta casa per casa coi suoi inseguitori. clap 4) Con questa storia si chiude un ciclo narrativo per Tex e la cosa è chiara sia all'autore che all'editore, perchè viene debitamente segnalata negli ?strilli? per l'episodio seguente. 5) Questa è la prima storia di Tex interamente disegnata da un disegnatore che non sia Aurelio Galleppini. Nelle storie precedenti, infatti, Galep era comunque presente od in veste di matitista od in quella di inchiostratore delle matite altrui. Qui, invece, per la prima volta, matite e chine sono del solo Mario Uggeri e di Galep nemmeno l'ombra. (anche se è possibile, se non probabile, che abbia effettuato, qualche ritocco ai visi di Tex). 6) Su Uggeri mi piacerebbe dire qualcosa. Disegnatore ingiustamente sottovaluto ed illustratore di notevole valore (giusto per farvi un'idea, guardate qui: http://www.sergiobonellieditore.it/news/co... r04/uggeri. htm). Quello per cui lo ricordo davvero è ?Yuma Kid' sulla ristampa che ne fu fatta sulla Collana Rodeo. Anche lui era vittima della catena di montaggio che lo costringeva a lavorare troppo in fretta. Incidentalmente, anche lui, come Galep era di evidente scuola raymondiana. 7) Uggeri realizzer? anche un'altra storia di Tex, ?Il mistero delle Montagne Lucenti?, che nelle intenzioni originali doveva uscire subito dopo questa, ma poi fu accantonata per essere, invece, proposta un paio d'anni più tardi, in un momento in cui Galep era in difficolt? con le scadenze. Tra l'altro, il problema delle scadenze deve essere il motivo per cui affidarono ad Uggeri la realizzazione di 9 albetti a striscia. E con questo, chiudo,
  23. Carlo Monni

    [09] Il Dio Puma

    Storia breve, ma non per questo meno carina. Analizziamo quel poco che c'è da analizzare nel dettaglio: 1) prima volta in cui viene trattato il tema degli intrighi di potere nelle tribù indiane ed a presentarci alcuni clich? che ritroveremo in futuro quando si parler? di stregoni. 2) Certo: Toba e sua madre non hanno veri poteri magici e tutto il loro potere si basa su dei trucchi e sullo sfruttamento della superstizione dei poveri Yaqui, ma per ciò che riguarda gli intrighi politici non hanno nulla da farsi insegnare dal Machiavelli. 3) Ancora una volta Tex si dimostra, per dirla con gli anglosassoni "larger than life". Costretto a lottare con un puma armato solo di un coltello datogli di nascosto da un giovane yaqui, Tex se la cava in una lotta breve, ma con il respiro dell'epica. Il suo arrivo al salvataggio di Tiger, destinato a morire divorato vivo dagli avvoltoi nel finale, ne fa una specie di forza della natura contro cui nulla si può, se non cedere. 4) Non credo di sbagliare se dico che debbono essere situazioni come queste che Boselli ha tenuto sicuramente presenti nell'elaborare le apparizioni di Tex in storie come "Terra di confine". Decisamente buono come sempre il lavoro ai disegni del duo Galep & Uggeri (quest'ultimo quasi sicuramente presente alle chine pur se non accreditato a tutt'oggi).
  24. Carlo Monni

    [08/09] La Banda Dei Dalton

    Parliamoci chiaro: siano di fronte ad un falso storico, bello quanto volete, a pur sempre tale. Come certamente saprete la Banda dei Dalton è esistita realmente e le brevi "schede", con tanto di "foto segnaletica" che G. L. Bonelli ci fornisce su di loro ad inizio storia sono sostanzialmente esatte nei punti fondamentali. Dove comincia la pura invenzione ?, ovviamente sia nell'intervento di Tex, che nella "compressione" di tutta la vicenda, che in questa storia si conclude nel giro di pochi giorni, mentre nella realtà la parabola dei Dalton dur? per ben due anni, dal 1890 al 1892. Senza alcuna remora Bonelli mescola fatti reali e fantasia più sfrenata con abile capacità e lascia del tutto perdere la realtà storica nel finale, dove muoiono tutti, mentre, giusto per la cronaca, diversi dei Dalton Boys, tra cui Emmett e Bill Doolin sopravvissero per diversi anni. Il suo ?allievo? mauro Boselli non avrà anche lui remore a fare lo stesso con la banda di Dave Mather e Hoodoo Brown ne ?I giustizieri di Vegasè. Ma passiamo a segnalare i punti più rilevanti: 1) Questa storia segna il debutto di Tiger Jack come pard di Tex. Di lui non sappiamo assolutamente nulla e dovremo aspettare ben 42 anni per conoscere le circostanze in cui lui e Tex si sono conosciuti, ma ben presto si scaver? un posto d'onore nel cuore dei texiani doc. 2) In questa storia apprendiamo anche che Lilyth è morta e che Tex ha un figlio, ma a parte che è maschio non ci è dato sapere altro. 3) C'è, quindi, un discreto divario temporale, quindi, tra questa storia e la precedente, "Il patto di sangue", ma quanto è grande questo divario? Proviamo a vedere se siamo capaci di dare una risposta. Quando Tex e Kit Carson si incontrano nel corso della storia quest'ultimo afferma che non si vedono da un anno. A quanto sembra, nelle intenzioni originali di GLB un anno era giusto il tempo passato dal finale de "Il patto di sangue" e ciò sarebbe testimoniato da un redazionale in terza di copertina dell'albo a striscia n° 56 della seconda serie. Successivamente, però, ne "Il giuramento", è lo stesso Bonelli a smentirsi, affermando che Tex ha passato due anni nella Riserva prima dello scoppio della famigerata epidemia che uccise Lilyth. Questa versione, peraltro detta nella storia, deve considerarsi ormai canonica e, del resto, non è certo incompatibile sia col fatto che Carson non veda Tex da un anno, sia con il fatto che egli non abbia mai incontrato Tiger Jack prima di allora. Oggi sappiamo che nell'intervallo tra "Il patto di sangue" e "La banda dei Dalton" si collocano cronologicamente almeno quattro altre storie uscite successivamente e precisamente: "Sul sentiero dei ricordi" (n° 575, di Nizzi & Civitelli), un'avventura di Tex e Lilith, situata poco dopo la fine de "Il patto di sangue" e comunque prima della nascita e forse del concepimento di Kit; "Furia Rossa" (nn° 384/386 di Nizzi & Ticci) con la narrazione del primo incontro con Tiger; "La grande invasione" (nn° 497/499 di Boselli & Marcello), in cui Kit è nato da poco e si vede un Kit Carson ancora con i capelli neri (nel corso della storia, in realtà, Tex e Carson non si incontrano, ma potrebbero averlo fatto subito dopo o subito prima e questo potrebbe essere proprio l'incontro a cui si allude nella storia che stiamo commentando ) ed, infine, proprio "Il giuramento" (nn° 103/106 di Bonelli & Galep) con la morte di Lilyth e la vendetta di Tex. Non è affatto escluso che altre storie ancora da scrivere si possano collocare in questi famigerati due anni, ma per ora questo non c'interessa. Per come la vedoi io, le vicende de ?La grande invasione dovrebbero essere ambientagte mengtre Tiger è in ritiro sui monti perso nel suo dolore per la perdita dell'amata Tanah. Tex e Carson dovrebbero essersi incontrati poco prima al battesimo di Kit alla missione di Taos con Carson a fare da padrino. Quanto a questa storia, si svolge non molto dopo ?Il giuramento? ed ecco che i tempi si riconciliano. 4) Ancora da segnalare è il comportamento cavalleresco di Grat Dalton nei confronti di Tex e Tiger quando effettuano il rocambolesco salvataggio di Bill Smith, Bob Dalton, invece, sarà decisamente più spietato e crudele quando, più avanti, catturati i due, li abbandoner? ad un'atroce morte nel deserto. 5) So che il salvataggio altrettanto rocambolesco effettuato da Dinamite ha fatto storcere il naso a qualcuno che ha trovato ingenua e poco plausibile la scena, ma io dico: "Al diavolo la plausibilit? ed il realismo a tutti i costi in certe circostanze. Dov?? andata a finire la sana sosppensione dell'incredulità che si deve eseercitare in questi casi? 6) In un impeto di generosit? tipica del personaggio, Tex lascia tutta la sua acqua a Tiger Jack, e si getta con tutta la sua determinazione deciso a precedere i Dalton al confine in una galoppata nel deserto che si può solo definire epica. 7) La fine di Eugenia Moore ha il sapore della tragedia greca. Anche se lei lo ha ferito, Tex non può infierire su una donna e la lascia andare incontro al suo destino. Da brivido la folle corsa della ragazza verso la morte ?inseguita? dalla voce implacabile di Tex. 8) Le date reali della parabola dei Dalton non si incastrano assolutamente con qualunque cronologia di Tex si voglia adottare, ma paradossalmente il Tex odierno potrebbe affrontare i Dalton senza problemi, visto che secondo la maggioranza dei suoi autori e critici ormai vive in un'epoca prossima a quegli eventi (ha avuto già avventure in un periodo che va dal 1889 al 1891). Da rimarcare, infine, la decisamente buona prova dell'ormai rodato duo Galep & Uggeri alle matite e chine.
  25. Carlo Monni

    [07/08] Il Patto Di Sangue

    Veniamo, finalmente al commento a questa storia che si può solo definire con un aggettivo: mitica. Anche se non la metter? di certo tra le migliori dieci di Tex o del solo GLB, ha un'importanza senza paragoni perchè è qui che Tex trova una moglie e, di fatto, una casa. Qui si forgia il suo legame con i Navajos che lo porter? addirittura a diventarne il capo. Certo, la cosa non avviene esattamente secondo i canoni di un buon corteggiamento, ma quel che importa è il risultato no?Quanto alla storia, c'è poco da dire: mitica, per l'appunto, come quasi tutte quelle di quel periodo. Innanzitutto si segnala per la sua lunghezza, ben 22 albetti settimanali a striscia, pari a 213 pagine e una striscia, ovvero quasi due albi moderni, cosa decisamente insolita per quel periodo. Praticamente la più lunga storia di Tex fino ad allora. Bonelli mette molta carne al fuoco e la cucina molto bene, direi. Abbiamo un p? di tutto: gli indiani in rivolta, la banda di fuorilegge che fomenta la rivolta stessa, la cricca che tiene in pugno la città, sceriffi e funzionari corrotti, l'innocente ingiustamente perseguitato e perfino il giustiziere mascherato. Non parliamo poi dell'estrema varietà di scenari divisi abbastanza equamente tra cittadine violente e spazi aperti. Quasi una summa del cosiddetto canone bonelliano, allora in via di formazione. Veniamo ora ad un po' di osservazioni:1) A suo tempo ci fu (sul Forum di TWO) chi storse il naso di fronte alla rapidit? con cui si svolsero le cose ed alla credibilit? del susseguente innamoramento di Tex. Ci fu anche, peraltro, chi defin°, Llilyth una sciacquetta, priva della sensualit? e del carisma di una Tesah o di una Lupe Velasco. Non dico che in critiche del genere non ci fosse un minimo di fondamento ma giusto un minimo. Per chiarire il mio pensiero non credo di aver di meglio che riportare alla lettera quello che ritengo un dialogo da non sottovalutare (Lo trovate a pag. 83 del n° 7). Tex si congeda da Lilyth dopo la cerimonia e dopo aver convinto Freccia Rossa ad una tregua e si prepara a proseguire le sue indagini a Durango. monta a cavallo e lei gli chiede: "Tornerai Tex?" E lui risponde: "Torner? Lilyth, e non solo per seppellire per sempre la scure di guerra!" Già da queste parole si capisce secondo me che Tex non prende il suo impegno alla leggera. Nessuno, nemmeno la stessa Lilyth, se la prenderebbe con lui se dimenticasse questo matrimonio forzato che chiunque considererebbe non valido a causa della costrizione, ma questo non è lo stile di Tex. Nel periodo in cui Tex si rifugia dai Navajos poi è chiarissimo che le cose si sono evolute, che il legame è divenuto reale, basta vedere come Tex reagisce al rapimento, a tutto il suo atteggiamento nei confronti di Lilyth nel resto della storia. Certo, questa evoluzione non ci viene mostrata nei dettagli, Bonelli padre non era il tipo da perdere tempo in romanticherie. Anche se avesse avuto a disposizione tutte le pagine del formato moderno, secondo me, non avrebbe agito molto diversamente. Ciò che conta è che il legame tra i due ora esiste, il matrimonio di convenienza è divenuto un vero matrimonio. Tex ha incontrato la sola donna che potrebbe fargli abbandonare una vita vagabonda ed anche dopo la sua morte Tex ha comunque trovato quello che gli è mancato da quando ha lasciato il ranch paterno: una casa. Non è una cosa da poco. 2) A dire il vero, Tex trova anche un cane. Si chiama Satan e glielo regala Lilyth durante il ?periodo Aquila della Notte?. Probabilmente è una citazione del cane dell'Uomo Mascherato, che si chiama Diavolo. Onestamente non c'era molto spazio per lui nelle storie di Tex, che non poteva certo andarsene in giro per il west con un cane al seguito. Ecco quindi Satan scomparire quasi subito. Almeno però Bonelli se lo ricorda facendolo ululare fuori dalla capanna della morente Lilyth ne "Il giuramento" (e Civitelli non dimentica di farlo vedere al villaggio Navajo in ?Sul sentiero dei ricordi?).3) Ritornando a Lilyth ed al suo rapporto con Tex ecco un altro pezzo di dialogo interessante: a Kit Carson sorpreso di trovarlo sposato, Tex risponde: "Avevo già il cerchio della morte tracciato sul petto, e ho pensato che al governo sarebbe stato più utile un ranger sposato, MA VIVO, che uno scapolo morto." . In effetti, se anche voi foste costretti a scegliere tra il morire crivellati di frecce e spesare la bellissima figlia del capo, cosa scegliereste? 4) Incongruenze? In quei tempi eroici di mancanza di documentazioni gli indiani hanno tutti le piume in testa, i villaggi sono tutti composti da tepee e c'è quasi sempre un totem. Questa storia non fa eccezione. Freccia Rossa, capo dei Navajos, popolo affine etnicamente e culturalmente agli Apaches (il nome completo dei Navajos o Navahos dato loro dai loro avversari era: ?Apachu de Navaho?, che voleva dire: ?Nemici dei o dai campi coltivati? indicando che tra una scorreria e l'altra coltivavano la terra ed allevavano le pecore. Loro stessi si chiamavano semplicemente Dineh, ovvero: il Popolo?) porta in testa un copricapo di piume più adatto al capo dei Lakota Nuvola Rossa. Volendo c'è un modo per sanare questa incongruenza: lo stesso Freccia Rossa nel n° 10 ricorda di aver ricevuto diversi anni prima la mitica fascia di Wampum da un capo dei Dakotas durante un suo viaggio al nord. In quell'occasione potrebbe aver ricevuto in dono un bel casco di piume che da allora ha portato orgogliosamente anche se non era nel costume della sua gente farlo. 5) Storia memorabile anche per la varietà di personaggi che mette in campo. Mi preme ricordare la vecchia Bessie, tanto cattiva e furba quanto grassa (ed era molto grassa laughing).6) Tex si ritrova ancora una volta incastrato per un omicidio non commesso (e siamo alla terza volta in 13 storie, se non vado errato) e torna ad essere, sia pure per poco, un fuorilegge. Per continuare le sue indagini si inventa il personaggio del Cavaliere Nero che i Navajos battezzeranno col nome di Aquila della Notte con cui da allora in poi Tex sarà conosciuto tra gli Indiani. Qui GLB si diverte a citare i classici giustizieri mascherati del romanzo d'appendice.7) Primo esempio di tentata applicazione di quella che i messicani chiamano: ?Ley de Fuga? su Tex. Lo sceriffo corrotto di Durango finge di voler far fuggire Tex, ma in realtà è solo un piano per farlo fuori. Tex non ci casca ed è lo stesso sceriffo a morire per mano dei suoi al posto di Tex. A quei tempi erano pochi gli sceriffi a cui non portava male incontrare Tex. 8) Appaiono Brennan & Teller, ma sono solo due figure di secondo piano, fornitori di armi alla banda di Bessie e Jerry Stone. Nessuno all'epoca, nemmeno lo sceneggiatore, immaginava il ruolo e l'importanza che avrebbero avuto in futuro per i lettori texiani.9) Ritorna Kit Carson, stavolta con un look un po' diverso: capelli più lunghi ed giacca anch?essa più lunga e portata fuori dai pantaloni. Non cambia però il suo atteggiamento su Tex: ancora una volta è convinto della sua innocenza. Dopo un divertente siparietto con Marshall il vecchio Kit si mette sulle tracce di Tex ed ancora una volta non esita a schierarsi al suo fianco.10) Vorrei segnalare che proprio in questa storia c'è una scena che io mi diverto a citare spesso, paragonando quel Tex allo svelto slaccia cinturoni di certe storie più recenti. Interrogato da uno sceriffo che gli chiede: "Chi siete?" Tex risponde: "Siccome ho la memoria molto labile, ho fatto incidere il mio nome nella canna della pistola... perciò se proprio volete leggerlo... ditelo chiaro e tondo. Io farà uscire il proiettile che c'è in canna e voi... " Inutile dire che lo sceriffo si ritira borbottando.11)Il finale, poi, merita una citazione a parte: Tex e Carson soli contro un intero paese o quasi e da soli riescono a tenerli in scacco tutti in una memorabile battaglia in cui l'arrivo dei nostri, rappresentati dai Navajos, non stona affatto. Siamo ben lontani dai due vecchietti timorosi di affrontare anche una dozzina di avversari visti in certe storie più recenti.12)Dopo aver sistemato Brennan e Teller (i soli che sopravvivono di tutta l'organizzazione e mal gliene incoglier? a Tex), Tex si dimette ancora una volta dal corpo dei Rangers. Non disdegner? di collaborare ancora con loro, ma dovremo aspettare il n° 17 per vederlo pienamente reintegrato.13) Parlando dei disegni, siamo nella classica media del periodo: tratto essenziale e sfondi ridotti al minimo. Del resto, le scadenze erano sempre incombenti. Galleppini riesce comunque a fare un lavoro all'altezza della sua fama, aiutato, dalle chine di Mario Uggeri . Quando poi, nella seconda parte si trova a cedere le matite a Guido Zamperoni, sono le sue chine a mantenere comunque l'unit? stilistica della storia e se certo la differenza è notata dall'occhio più o meno esperto, specialmente per le pose dei personaggi, il risultato resta piacevole. La mano di Zamperoni (che comincia il suo lavoro dall'albo a striscia n° 43, ovvero da pag. 131 del n° 7). Si distingue anche dal modo con cui sono disegnati i cappelli. E con questo ho concluso.
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