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Carlo Monni

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  • Birthday 05/28/1958

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  1. Bellissima storia nello stile del miglior Boselli. Mi ha fatto ridere e commuovere al tempo stesso Mi ha sorpreso trovare Cico sposato e con figli, ma la sorpresa è stata piacevole e pensandoci bene Pamina era la scelta migliore come moglie del Piccolo Uomo dal Grande Ventre. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati. Non è mancata nemmeno una bella rissa in stile fordiano scatenata da Arkansas Joe, decisamente un bel personaggio e spero lo si possa rivedere spesso prima della sua inevitabile fine cinque anni circa dopo il periodo in cui è ambientata questa storia. E veniamo a Zagor. Confesso che il vederlo mi ha provocato una struggente malinconia. Boselli lo ha caratterizzato in maniera ottimale: è ancora in gamba nonostante l'età, è ancora un idealista che non vuole smettere di combattere per un sogno che ormai non potrà più avverarsi. Il finale è amaro lo definirei nolittiano nello spirito quantomeno. L'ultima didascalia fa pensare che questa sia stata l'ultima impresa conosciuta di Zagor. A Lucca Giusfredi ha detto che il capitolo finale sarà molto particolari. Che sia l'incontro tra il Tex maturo ed uno Zagor ormai anziano a cui Boselli pensava già circa 25 anni fa? Sinceramente non mi dispiacerebbe.
  2. La pagina di anteprima che si è vista mostra un Kit decisamente energco secondo me.
  3. Hai dimenticato Donna Parker e Luz Drigo, la figlia di Lupe Velasco.
  4. In realtà è semplice: 1) sono passati due giorni, tempo più che sufficiente. 2) In realtà, proprio come Nash, non si sono mai allontanati da Mesa Blanca. Non c'è bisogno che si mostri tutto quello che accade tra una scena e l'altra. In realtà è fermo a guardare le lapidi delle sue vittime. Sa che nessuno gli sparerà alla schiera e quindi può farlo.
  5. Impossibile: il giovane Baker era biondo e senza baffi mentre questo ha i capelli neri ed i baffi.
  6. Se ti riferisci al saloon di Pueblo Feliz quello è Sandy il cercatore d'oro comparso nella storia di Nolitta invece quello nel saloon di shadow è il tizio con cui si era battuto prima Scott e che Tex credeva morto Perché era morto come Ruby del resto. Se sei già morto cosa vuoi che sia una morte in più o in meno.
  7. Capito in questa discussione ed ecco che mi ritrovo a rispondere ad un post di tre anni fa . In effetti questa è stata l'unica vera condizione che Boselli pose a Berardi a suo tempo: che scrivesse la storia da solo. Se Calza o Mantero avessero voluto provare a scrivere Tex avrebbero potuto presentare un loro soggetto in proprio, per così dire Tornando a D'Antonio, nell'ormai lontana tarda primavera del 2006 assieme a Rossano Rossi accompagnai a Milano Civitelli che doveva fare le ultime revisioni all'albo n. 555, "Il killer misterioso" che sarebbe poi uscito a gennaio 2007. Per una fortunata coincidenza trovammo in redazione proprio D'Antonio. Sergio Bonelli ci invitò tutti a pranzo ed io mi ritrovai seduto alla destra di D'Antonio e di fronte a Bonelli e Canzio. In quell'occasione D'Antonio disse che scrivendo Tex si accorse di aver giudicato male il personaggio e che scriverlo gli piaceva. L'unico problema era il vincolo sulla lunghezza delle storie. Bonelli e Canzio replicarono quasi all'unisono: "Per lei non c'è". Allora D'Antonio chiese se poteva presentare dei soggetti. Fu divertente vedere sulle facce di Bonelli e Canzio l'espressione di chi pensa: e ce lo chiede pure ? Allora D'Antonio cominciò a chiedere se Tex era mai stato tra gli indiani della costa del Pacifico e se avesse mai incontrato Calamity Jane. A proposito di quest'ultima, Bonelli disse che a lui non piaceva molto vedere personaggi storici su Tex, ma che non poteva dirgli di no. Ce ne tornammo a casa tutti ringalluzziti dall'idea che D'Antonio avrebbe scritto Tex. Lo rividi a settembre a Città di Castello, ospite di Tiferno Comics, e lo vidi molto entusiasta. Mi disse che gli erano venuti in mente altri tre soggetti di cui uno sul conflitto tra Apache e Hopi. Sua figlia, che era con lui, sorrise e disse che purtroppo era molto pigro e non aveva ancora scritto niente. Lui promise che si sarebbe messo presto al lavoro. Purtroppo non potè farlo. Mi sono chiesto spesso che Tex avremmo letto se fosse riuscito a scrivere quelle storie. Uno che a me sarebbe sicuramente piaciuto è la mia risposta. Gran peccato che D'Antonio non abbia accettato la sfida già nel 1980 quando, finita la Storia del West, Sergio Bonelli glielo propose.
  8. Parliamo di una scorreria del 1865, massimo 1868.
  9. Basterebbero i riferimenti in sceneggiatura ad albi usciti tra l'agosto e l'ottobre 1966 a smentirlo. Tarquinio ha i ricordi confusi ma ha anche 98 anni.
  10. Ha la lunghezza giusta per Le Grandi Storie e prima o poi ci finirà .
  11. Deduzione errata, te lo dice uno che le strisce le ha comprate fino alla fine. Al termine di ogni albo c'era sempre una colonnina con il prossimamente. Se nell'ultima parte manca è perché qualcuno ossia Sergio Bonelli ì, l'unico che avrebbe potuto prendere questa decisione gli ha detto che non era più necessario lasciare quello spazio perché non più necessario. Notare che sia all'inizio che alla fine di ogni sequenza GLB scrive rispettivamente un breve riassunto dell'albo precedente ed un breve teaser, diciamo così, di quello successivo poi lascia uno spazio per il titolo perché lui non sa quale sarà. Il titolo del singoli albi non è una decisione che spetta a lui, ma alla redazione, ossia a suo figlio Da quello che si vede, però,, direi che l'ultimo lo ha suggerito lui.
  12. Giusto. In pratica è un prequel di "La grande invasione"
  13. Credo di aver capito a cosa ti riferisci e se è così, non posso che darti ragione. Chiariamo innanzitutto una cosa: alla fine di ogni capitolo è stata inserita una striscia con un'illustrazione per arrivare a fondo pagina e questo spiega perché la storia si articola in 81 pagine e non in 80. il riferimento ai n. 70/72 fa sì che si possa datare la sceneggiatura a non prima dell'ottobre 1966. La mancanza del prossimamente al termine del terzo capitolo porta a ritenere che mentre Tarquinio lo stava disegnando o prima Sergio avesse già deciso di chiudere la serie a striscia ed avesse avvertito il padre di non mettere più l'avviso del prossimo numero a pag 80.
  14. C'è un'intervista di Tarquinio in cui lo dice abbastanza esplicitamente. All'epoca credevamo tutti che lui avesse fatto solo delle prove, non immaginavamo affatto che avesse già realizzato l'equivalente di 80 pagine odierne.
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