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Carlo Monni

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Reputazione nella comunità

  1. Carlo Monni

    [Tex Willer N.67/70] El Diablo

    La risposta è inevitabilmente: sì e no. Sì, perché il soggetto base è lo stesso e gli eventi narrati da G.L. Bonelli sono gli stessi anche se con qualche irrilevante particolare non esattamente identico. No, perché, Boselli aggiunge tutta una lunghissima parte completamente nuova, ma che non contraddice quello che c'è stato prima ed avverrà dopo. Omette di mostrare la parte relativa al salvataggio di Joan Sheldon (omette di mostrarla, non la elimina dalla storia... a meno che tu non voglia dare del bugiardo a Boselli quando lo dice piuttosto che ammettere di aver sbagliato) Invece del banale seguire un corriere per arrivare al covo di El Diablo, Boselli preferisce imbastire una trama più intricata ed a mio parere più interessante. Alla fine, però Tex è da solo nel covo di El Diablo e la vicenda si svolge quasi alla lettera nel modo descritto da G.L. Bonelli. Nel prossimo albo vedremo anche Carson con la camicia a quadri. Nessuna modifica sostanziale, ma solo modiche di poco conto insomma. Quando, nel 1974, G.L Bonelli ha riscritto la prima storia di Yuma Kid l'ha ampliata fino a circa il doppio delle pagine, ha modificato diverse cose, quindi chi può dirlo? Ti ricordo anche che lo stesso GLB scrivendo "Tra due bandiere " h di fatto annullato due anni della sua produzione che si svolgeva in una versione della guerra civile assolutamente incompatibile . Quelle storie non esistono più o, se esistono ancora lo sono in maniera diversa, senza riferimenti alla guerra. Se, per ipotesi si arrivasse alla storia dell'Ippocampo, oltre ad altri inevitabili cambiamenti, bisognerebbe riscrivere completamente le parole in punto di morte di Manuela Guzman. Il primo a fare una retcon su Tex è stato proprio GLB e se avesse avuto la voglia e l'opportunità di riscrivere le sue prime storie è probabile che anche lui ne avrebbe fatto una versione differente.
  2. Carlo Monni

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    Ti dirò che la cosa non mi convince. )Per me è più probabile che Zamberletti sia stato troppo veloce e gli siano venute solo 108 pagine e in redazione gli hanno detto: vai tranquillo.
  3. Carlo Monni

    [765 BIS] Un covo di vigliacchi

    Dipende da cosa intendi per tempi eroici. Se ti riferisci al periodo fino a tutti gli anni 70, erano addirittura la maggioranza. Che poi bisognerebbe capirsi su cosa si intende per storia breve. Solo un lettore esclusivamente bonelliano considererebbe breve una storia di più di 100 pagine. Per il resto... Appunto.
  4. Tra poco più di un anno dovrai trovare un'altra scusa.
  5. Carlo Monni

    [Tex Willer N.67/70] El Diablo

    Io mi rendo conto che sei una causa persa e quindi ho deciso di smettere di combatterla. Tu fai pure come ti pare. Da parte mia, mi godrò le prossime storie.
  6. Non vorrei gettare acqua sul fuoco del tuo entusiasmo, ma se sarà davvero la tua prima sceneggiatura, e te lo auguro di cuore, allora sarà destinata al Maxi. Nessun nuovo autore debutta direttamente sulla serie regolare, dovresti saperlo. I ogni caso, ti meriti tutti gli elogi.
  7. Io avrei una domanda un po' maligna: secondo voi, quando nell'editoriale di pag. 4 Boselli dice che ci sono purtroppo ci sono alcuni sceneggiatori che non capiscono che i lamenti di Carson sono una posa, un atteggiamento di beffarda ironia, allude a qualcuno in particolare?
  8. Mi stavo ponendo la stessa domanda. Tenderei a rispondere di no, ma non escluderei che possa essere stato nominato in qualche storia.
  9. Anche il mio. Ma io ho un motivo valido: sono 150 anni che non lo parlo. Scherzi a parte, ho fatto qualche veloce ricerca. Il simbolo in questione indica una vocale chiusa centrale, un suono quasi inesistente nella fonetica italiana, ma presente in altre ad esempio nell'islandese. La lingua comanche, come si può ben immaginare, non aveva una versione scritta fino a tempi relativamente recenti e per scriverla si usa l'alfabeto latino integrato, ove occorre, dai necessari simboli. Giusfredi merita i nostri complimenti non solo per la storia, che è molto bella, ma anche per l'impegno messo nella ricerca sulla lingua Comanche e sono sicuro che le frasi sono tutte corrette.
  10. Mi dispiace, ma il mio Comanche è un po' arrugginito.
  11. Concordo al 100%. Peccato che Giusfredi non sia troppo prolifico.
  12. Mi hai messo sulle spalle una bella responsabilità .
  13. Peccato, ti sei perso un capolavoro. Si tratta di una gran bella storia in effetti. Se fosse stata scritta settant'anni fa John Ford ne avrebbe comprato i diritti per farne un film e se non lui Howard Hawks.
  14. Faccio umilmente notare che sia disegnare che scrivere sono lavori veri. Il fatto che a chi li fa piaccia farli non li rende degli hobby, tanto per dire. La differenza con un operaio o un impiegato è che questi ultimi hanno un orario di lavoro definito. Lo scrittore ed il disegnatore organizzano il loro tempo come vogliono e con i ritmi che vogliono, a volte condizionati da scadenze imminenti e più spesso no., almeno adesso.
  15. Avevo sentito di cifre anche molto superiori. Mi sono volutamente tenuto basso. In ogni caso, avrei dovuto scrivere: almeno 1.000. Le copertine sono un discorso a parte anche per la SBE. Io avevo sentito che il minimo che viene pagate una copertina è 800 euro e poiché vengono pagati anche i bozzetti scartati il costo finale è comunque più alto. Questo atteggiamento irrita anche me. Sarà perché sono un libero professionista, anche se non un artista, e capisco cosa vuol dire lavorare in proprio. Questo voler fare a tutti i costi i paragoni con gli operai quasi che solo il lavoro manuale sia vero lavoro. Qualsiasi cifra guadagni Ticci se l'è meritata in quasi sessant'anni di professione nei primi dei quali, è bene ricordarlo, veniva pagato una miseria, quando veniva pagato. E non dimentichiamo che per un Ticci che è pagato tanto c'è comunque un certo numero di disegnatori che al netto delle tasse ed eventuali contributi volontari incassa proprio l'equivalente di quei famigerati 1.500 euro al mese.
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