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paco ordonez

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Messaggi pubblicato da paco ordonez

  1. Just now, Carlo Monni dice:

     

    Quello interessa tutti.Ciò che a volte sembra sfuggire a te, a Ymalpas e a qualcun altro è che il vostro giudizio, che se una cosa non piace a voi non per questo non deve piacere a nessu altro.

     

    Calma, ti stai spostando su un piano che non c'entra col discorso: io infatti non ho mai detto che il mio gusto è legge!

    Io sto dicendo - ed è quello che dicevo anche prima - che ho tutto il diritto di dire che non voglio un certo disegnatore sulle pagine del mio fumetto preferito, e di non essere in nessun modo tenuto a interessarmi della sua condizione economica. 

     

    • +1 1
  2. <span style="color:red;">9 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Mi aspettavo un'obiezione come la tua.

    Non ho mai detto che non puoi dire che Danubio o Torti non dovrebbero stare su Tex, ho solo invitato a riflettere su cosa può significare il licenziamento di qualcuno.

    Se poi a te di queste conseguenze non importa una mazza, ne prendo atto.

    E comunque sei davvero sicuro che ci siano altre serie SBE dove potrebbero andare a lavorare? Ti è venuto in mente che potrebbero non avere posto?

    Sì lo so: tu sei un lettore, ragioni da lettore e non ti interessa. Amen.

    Il fatto, Carlo, è che tu ragioni da persona che è molto più interna alla SBE del lettore medio. E magari Danubio o Torti li conosci, o almeno li hai visti in carne e ossa.

    Ci sta, insomma, che tu ti ponga il problema della sussistenza economica di questi disegnatori.

    Però permetti a me - che non li conosco, che sono un semplice lettore, e che magari ho a mia volta problemi economici per cui nessuno mi fa da benefattore - di non interessarmene. Quel che interessa a me è che il mio fumetto preferito abbia bei disegni.

  3. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Facilissimo. Tanto per cominciare,a me Danubio non dispiace affatto e Cossu... beh, diciamo che lo tollero.:D

    Prima di dire certe cose a cuor leggero, inoltre vi invito a riflettere su una cosa: non conosco la situazione economica di Cossu e nemmeno mi interessa, ma so che togliere Danubio da Tex significa mettere sul lastrico un'intea famiglia che da lui dipende economicamente.

    Pensateci  quando auspicate il licenziamento di qualcuno.

    Scusa Carlo, ma lasciami dire che io, in quanto lettore, non sono affatto tenuto a sapere - o anche solo ad interessarmi - alle faccende economiche dei disegnatori di Tex!

    Per cui rivendico il diritto di dire che, a mio parere, Danubio non dovrebbe stare nello staff di Tex, come (e anche di più) non ci dovrebbe stare Torti. Ci sono tante altre serie della Sbe, peraltro, ma se anche questo non dovesse bastare alla loro sussistenza, io, che ragiono da semplice lettore, non posso farci niente.

     

  4. Con tutto il rispetto per Diablero e le sue indubbie capacità dialettiche, a me l'idea di discutere di un fumetto con uno che pensa di avere verità oggettive e insindacabili fa un po' cascare le palle, ed è ovvio che in questo modo una discussione non possa esserci.

    Per cui mi limito a dire che, a mio gusto (in quanto tale tanto soggettivo quanto per me insindacabile) diverse storie del Nizzi post 400 sono tra le sue migliori in assoluto: cito almeno "L'uomo senza passato", "Yucatan", "L'ultima frontiera", "Le colline dei Sioux". 

    Ciò non toglie nulla al calo evidente del post-500, e al fatto che alcune storie siano davvero pessime (quella di Usaki, per dire, roba imbarazzante e impubblicabile). 

    • Grazie (+1) 1
  5. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, borden dice:

     

     

    Diablero, scusa, questa è una sciocchezza colossale. I giovani non leggono più. Nè giornali, né libri, né fumetti. Leggersi i messaggini su Whatsapp non è certo leggere. 

    I giovani non vanno nemmeno più al cinema.

    Quelli "intellettuali" guardano le serie TV, gli altri solo Instagram e YouTube.

    So quello che dico. E il mio punto d'osservazione non sono i giovani dell'Istituto Tecnico Tal dei Tali ,ma quelli dei licei classici più titolati di Milano.

    Figuriamoci gli altri!

     

    Ora se ne trovi uno o due in una classe che hanno letto Harry Potter è un miracolo! Anche quel fenomeno è di vent'anni fa. E NESSUNO su una classe di trenta legge fumetti. Ce ne sarà uno su cento, forse. Gli smartphone hanno distrutto tutto.

     

    Mi tocca dare pienamente ragione a Boselli, e chi lavora nelle scuole - anche nei licei -, o ha qualche congiunto che ci lavora, lo sa molto bene. Ed è purtroppo noto che si tratta di una situazione che sta portando a generazioni che hanno difficoltà anche a leggere un semplice articolo di giornale - figuriamoci Tex. 

  6. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, West10 dice:

     

    Quando dici sono d'accordo ma... e poi lo tiri in ballo dicendo magari no mi sembra evidente che lo vuoi tirare in ballo per avvalorare un pensiero che dovrebbe essere tuo e soltanto tuo. Ma visto che ti piace tanto il giochino, giochiamo, ma attenzione è solo un gioco!

     

     

    ehm, ti ricordo che Sergio Bonelli lo hai tirato in ballo tu per primo e, potrei aggiungere, proprio "per avvalorare un pensiero che dovrebbe essere tuo e tuo soltanto". :D:D

    Detto questo smetto di giocare, tanto il mio pensiero credo di averlo chiarito.

  7. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, West10 dice:

    Per il resto ho citato Sergio Bonelli proprio perché leggo in continuazione espressioni del tipo Sergio non lo avrebbe fatto, e penso che arrogarsi il diritto di dire cosa avrebbe o non avrebbe fatto una persona che non è più con noi non mi sembra corretto. A tutti faccio presente che Sergio Bonelli è stato il più grande editore italiano, che ha fatto le sue scelte cambiando idea quando secondo lui era necessario. 

    Per il resto sarebbe più giusto dire secondo me questa cosa non andrebbe fatta e non se c'era lui non lo avrebbe permesso. 

    Sono d'accordo sul fatto che Sergio Bonelli non vada tirato in ballo in ogni occasione.

    Resta il fatto che ci sono decenni di storia editoriale di Sergio Bonelli, e mi sembra normale basarsi su quelli per giudicare, da lettori, l'andamento attuale della casa editrice. Per cui certo, magari Sergio avrebbe cambiato idea sul proliferare di storie brevi o sui gadget e le variant, ma magari no: e il "magari no", alla luce di quello che si è visto in decenni di storia editoriale, mi sembra l'ipotesi più normale. A meno di non voler ricorrere al "se" ai "ma", certo meno verificabili.

    Per il resto, io personalmente non metto in dubbio la necessità di diversificare, proporre nuove testate, aprirsi al cinema ecc. Il mio riferimento è solo a Tex e al fatto che questi ultimi anni hanno visto un aumento enorme di uscite speciali e storie brevi: e personalmente è una cosa che non reputo positiva, sia alla luce di testate che mi paiono globalmente mediocri (Color brevi, Maxi ecc) che di disegnatori che - parere personale - non hanno la caratura per disegnare Tex ma di cui c'è bisogno per garantire le tante uscite. Insomma, il problema riguarda la qualità.

  8. <span style="color:red;">18 minuti fa</span>, West10 dice:

    La strategia editoriale... cari lettori monomaniaci di Tex che pensate che quelli che voi considerate scarti devono stare sulle altre serie, vi ricordo che proprio Sergio Bonelli ha dettato lo stile della sua casa editrice per cui nessun autore che ha lavorato per lui se una serie va male viene lasciato a casa. 

    Se pensate che con lui certe scelte non sarebbero state fatte vi ricordo che lui era il primo a cambiare idea quando lo riteneva giusto, vedi csac a colori e serie color tex voluta proprio da lui per fare 2 esempi. Oggi le edicole chiudono se la sbe non diversifica va a monte anche lei e Sergio da editore illuminato qual era lo avrebbe capito. 

    Se tiriamo in ballo Sergio Bonelli direi che a tanti lettori - me compreso - sembra che l'attuale Sergio Bonelli Editore si stia allontanando parecchio dallo spirito di Sergio.

    A parte variant, regalini e paccottiglie varie - cose che però la dicono lunga sulla "filosofia" e l'identità di una Casa Editrice - io non credo che Sergio avrebbe permesso di lucrare sul Texone di Villa come hanno fatto gli attuali dirigenti SBE, facendo attendere mesi l'uscita dell'albo normale (e ricordo che anche Boselli non la prese bene, glielo chiesi qui personalmente). Così come non sarei così certo che Sergio avrebbe accolto la miriade di storielle brevi che ingolfano molti speciali (dai Color brevi all'Almanacco diviso in due storie).

    In ogni modo, lasciando da parte Sergio, resta un punto, che per me è il punto basilare: spendere 6 o 7 euro per il Color breve o l'Almanacco è (rarissimi casi a parte, tipo l'almanacco con Dinamite) uno spreco di soldi immotivato.

  9. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, Gunny dice:

    C'è troppa, davvero troppa, carne al fuoco, e la qualità è precipitata a picco (basti vedere i Color, specie quelli estivi, per non parlare dei Maxi). 

    Quoto questo passaggio di Gunny perché è il motivo principale per cui anche io ho tagliato quasi tutti gli speciali: la qualità media dei Color brevi e degli Almanacchi è ad esempio pessima e non merita la spesa.

    A proposito di spesa: 13 euro al mese possono, oggi come oggi, pesare, specie per chi non legge solo Tex o solo i fumetti.

    • +1 1
  10. <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

     

    "L'inesorabile" segna il capitolo forse più alto della carriera di Villa, a meno che in futuro decida di stupirci di nuovo.

    Credo che in alcune vignette le proporzioni gli siano scappate di mano (è normalissimo), solo che nessuno e questo sembra

    valere non solo in redazione, ma anche tra i lettori, abbia più il coraggio di dire "Claudio, questa è da rifare!".

    Bene, ammetterai che scritta così la tua critica ha tutto un altro senso: francamente da come avevi scritto prima sembrava che a disegnare il Texone avessero chiamato l'ultimo dei principianti :D Comunque a questo punto sono ancora più curioso di leggerlo e di vedere i disegni, e per me ne potremo parlare in tutta tranquillità e senza timori reverenziali. 

  11. <span style="color:red;">5 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

    Mi dispiace che tu pensi che "trollo". Quando avrai l'albo ne riparliamo e se lo ritieni opportuno in privato.

    Io critico solo perché mi piace da matti Tex e non per il gusto di criticare. Alcune cose che altri o hanno perdonato o non vogliono vedere

    a me hanno disturbato la lettura. E' capitato con il Galleppini che appesantiva senza motivi apparenti i suoi tratteggi,

    al Fusco che rendeva il protagonista sempre più simile a un elefante senza proboscide, al Letteri che non riusciva più ad azzeccarne una.

    E anche al Bonelli padre che si dimenticava di aver già spiegato la situazione, ai Nizzi che usava sempre gli  stessi

    trucchetti narrativi o i Boselli che incasinano le trame per concludere tutto in due facciate senza farmi capire niente.

    Insomma, se devo giudicare in base a quello che scrivi, l'albo è praticamente una schifezza dal punto di vista del disegno: magari sarà così, ma permettimi di avere qualche dubbio in base alle tavole che ho visto e in base al fatto che parliamo di Villa, non dell'ultimo preso per strada. Poi guarda, la critica pesante per me ci può anche stare, e io personalmente ho scritto - e ribadisco - che alcuni disegnatori attuali di Tex non li trovo in nessun modo adatti.

    Per il resto, il Fusco di cui parli per me è stato uno spettacolo, su Letteri non ho capito bene di cosa parli: forse dell'ultimo Letteri? Per quanto riguarda invece Boselli, io non capisco la critica che in generale alcuni gli muovono di scrivere trame incomprensibili: certo, le sue storie a volte sono più complesse della media, ma se uno arriva a non capirle forse è perché - permettimi - ha personali problemi di comprendonio. 

    • +1 1
  12. <span style="color:red;">5 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

    Mi raccomando paco.

    non farti intimorire dai nomi illustri e dalla portata dell'evento.

    Alcuni primi piani dei nostri protagonisti sono davvero irriconoscibili e sproporzionati.

    Il fatto che Villa raffiguri i personaggi di contorno con fattezze a volte impossibili (mentoni, colli striminziti o testoni)

    è una sua caratteristica fin dagli esordi, ma i Carson o i Tex con la faccia rigonfia, con le sopracciglie alla Breznev

    o dei ritratti di Kit Willer quasi effeminato non li avevo proprio mai visti!

    Almeno quelli di Breccia erano (davvero) brutti e arcigni allo stesso modo dalla prima all'ultima vignetta.

    Per non parlare della sequenza dove Tiger "si diverte" a lanciare teste mozzate, tanto per ravvivare l'atmosfera.

    Guarda, ti assicuro che timori reverenziali non ne provo affatto :D Comunque non so che dire, le poche tavole viste in anteprima mi sembrano bellissime, francamente mi viene il dubbio che tu stia trollando. In ogni modo quando leggerò l'albo darò il mio imprescindibile ( :D ) parere.

  13. <span style="color:red;">2 ore fa</span>, virgin dice:

     

    Ciò che vorrei, lo ammetto, è una bella analisi di @paco ordonez sulle tecniche e le strategie figurative adottate da Villa in questo Texone: ricordo che la sua analisi del Texone di Civitelli, pubblicata sul Magazine, fu qualcosa di davvero bellissimo. Io, da ignorante, faccio come quando vado a vedere l'opera: applaudo perché mi sono divertito, ma dal punto di vista tecnico non ci ho capito una mazza! :P

     

     

    Ti ringrazio per la fiducia, e lo farò senza dubbio appena compro il Texone. Peraltro credo che sarà interessante fare un'analisi stilistica di un'opera del genere, portata avanti per tanto tempo con un'interruzione in mezzo.

  14. <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, Dix Leroy dice:

    Sono d'accordo che alla fine semplicemente

    disegnava male, ma nessuno aveva il coraggio di dirlo in faccia a una leggenda del fumetto, neanche noi lettori.

    Non è che "disegnava male", è che semplicemente è fisiologico che un disegnatore giunto ad un'età avanzata possa avere un calo, specie se ne frattempo si accumulano acciacchi e malanni. E' un po' il caso di Galep, ma di anti altri.

    Io comunque trovo che Letteri sia stato un disegnatore magnifico, uno dei mostri sacri della storia texiana (al pari di Ticci, per dire); penso peraltro che un piccolo calo lo abbia avuto (ultime storie ovviamente a parte) nella parte finale del secondo centinaio, per poi tornare su livelli altissimi fino al primo Maxi Tex: e ciò significa un gran bel numero di albi!

    • +1 1
  15. Mah, visto la deriva da paccottiglie che ha intrapreso l'attuale Sbe, mi associo anche io alla fiducia in Boselli. Certo, se addirittura si arriva a pensare a una sorpresa che "avrebbe rovinato l'albo", la curiosità di sapere cosa avevano escogitato i nuovi piani alti della Sbe è forte.

  16. <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, borden dice:

     

     

    Quando ci ha lasciato Paolo Morales, uno degli sceneggiatori più bravi in assoluto? Nel 2013. La storia è stata assegnata a Spada prima di quella data.

     

    Vi pare che possa disegnare Tex?

    Nemmeno un cartonato o una storia da 32 pagine? Non ho letto l'albo delle Storie, ma ho visto che lì molte pagine (tutte?) sono a mezza tinta, forse anche questo ha contribuito a rallentarlo.

  17. Diciamo anche - come ripeto da anni, ormai sembrerò fissato - che le copertine di Villa vengono stuprate ogni mese da una verniciatura al computer che le impoverisce drasticamente. Un confronto con le versioni colorate da lui e le copertine che mandano in edicola è impressionante: basti vedere anche solo la copertina dell'albo di questo mese. Fortunatamente la copertina del Texone la lasciano coi colori dati dal disegnatore: ve la immaginate sottoposta alla solita ricoloritura delle copertine del mensile? 

  18. Resto sempre sbigottito da come molti lettori texiani riescano a dar soldi alla Bonelli per qualsiasi pataccata porti il marchio "Tex": per dire, non riesco a capacitarmi del successo dalla ristampa attuale di Repubblica, che ripropone storie viste e riviste con le stesse verniciate orrende della CSAC e copertine riciclate. Come ottenere il massimo risultato economico col minimo sforzo!

     

    Comunque finalmente esce questo Texone, sono ovviamente molto curioso di leggerlo!

    ps. la copertina è splendida, molto più bella di quella delle varie edizioni extra lusso!

  19. Sono anni che non acquisto più i Color con storie brevi - lo ammetto - perché cominciavo a trovarli sempre più superflui, una spesa da tagliare senza rimorsi. Anche quest'ultimo, avuto in regalo, non smentisce questa considerazione; a lettura finita, ho avuto la solita impressione di trovarmi di fronte a due tipi di storie: 1) storielle inutili; 2) storie con buoni spunti ma castrate dall'esiguità delle 32 pagine. 

    Nella prima categoria ci va "Attenti al lupo", la cui mancanza di dialoghi non mi è parsa scelta né originale né poetica; una storiella insipida che davvero non mi ha lasciato nulla, se non la voglia di rivedere su Tex la Mandanici, molto brava. Idem per "Una trappola per Kit", che si risolve in poche pagine con un massacro stile Rambo; unica nota positiva i disegni di Della Monica, che da anni vorrei rivedere su Tex in pianta stabile. La migliore storia dell'albo è certamente quella di Boselli, anche se l'eccessiva brevità l'ha penalizzata (ad esempio la "love story" tra Carson e la vedova sembra ben poco preparata, ma buttata lì all'improvviso per via delle poche pagine); Font è sempre un bel disegnatore, ma la vecchiaia temo cominci a farsi sentire. Le altre storie onestamente mi annoio anche a commentarle, dico solo che i disegni mi sono sembrati tutt'altro che esaltanti (e, ci tengo a precisare, Trevisan e Mayo li stimo molto; di quest'ultimo non ho letto il Texone).

     

    Insomma, in conclusione, i Color brevi mi sembrano l'esempio migliore di quanto la bulimica sovrapproduzione di speciali degli ultimi anni stia portando a pubblicazioni molto spesso inutili, spese - come dicevo all'inizio - da tagliare senza traumi. Peccato solo che in alcuni casi ci siano bei soggetti sprecati.

    • Mi piace (+1) 1
  20. Ok Carlo, la Sbe non costringe nessuno a compare, ovviamente. Però, se permetti, un sentore di speculazione su questo albo mi sembra innegabile (e le continue pubblicazioni blu rosse e così via a mio avviso lo confermano), nonché di "tradimento" a tanti fedeli lettori. Ora, anche di questo potrei fregarmene perché sì, la Sbe è un'azienda e deve pensare ai guadagni e così via: però permettimi, da persona che è cresciuta coi fumetti di Sergio Bonelli e col suo modo di approcciarsi al lettore, di sentirmi amareggiato per quella che mi pare una svolta evidente che rende sempre meno riconoscibile questo editore, almeno ai miei occhi. 

  21. <span style="color:red;">11 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Anch'io avrei preferito questa soluzione, cosa credi?

    Dicono che c'erano ragioni connesse alla distribuzione che impedivano la pubblicazione in edicola prima di febbraio ed io voglio credere che sia vero, ripeto: volgio, perché l'alternativa non mi piace. 

    Ma a parte questo, io stavo discutendo del volume da 34,90, del suo valore intrinseco, non di quello monetario e mi accodo a Diablero. che certo non è noto per essere tenero verso la Bonelli, nel dire che è un gran bel volume e che merita di essere acquistato da chiunque voglia e possa farlo.

    Se tu vuoi continuare a polemizzare sulla politica editoriale della SBE fai pure, ma non tirarmi in mezzo e soprattutto, se ti riferisci a me ,non tacciarmi di aziendalismo perché allora sì che mi arrabbio sul serio e non voglio.

    Io non ho mai detto mezza parola contro questo cartonato, non avendolo mai visto. Peraltro non dubito che sia un volume ottimo. 

    Non ti voglio accusare di aziendalismo, altrimenti te lo avrei detto chiaramente (come ho già fatto in passato) ma se tu riduci la polemica su questo albo al "nessuno obbliga a comprare" allora mi sento in dovere di precisare i termini

  22. 36 minuti fa, Carlo Monni dice:

     

    Ma il punto è esattamente questo: nessuno è costretto a comprare nulla. Di che stiamo parlando quindi?

     

    Parliamo del fatto che la Bonelli, per rispetto di tutti i fedeli lettori che da anni attendono questa storia, avrebbe potuto pubblicare in contemporanea il Texone classico, come anche Boselli - che ha anche il pregio di non arrampicarsi sugli specchi per mero aziendalismo - avrebbe voluto (ricordi la sua risposta alla mia domanda esplicita?).

    Ma appunto, questa Bonelli con Sergio Bonelli c'entra sempre meno. 

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