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paco ordonez

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Messaggi pubblicato da paco ordonez

  1. La risposta data dai gestori della pagina di Tex per me è tristissima non solo in sé, ma anche perché dimostra che, anche a livello comunicativo e di relazione coi lettori, la Bonelli attuale non c'entra quasi più niente con Sergio Bonelli. Temo che gli attuali dirigenti della casa editrice, frettolosi di "superare" Sergio alla ricerca di nuove fette di mercato, si stiano affidando a fenomeni del web che con quello che era lo "stile Bonelli" non c'entrano niente: insomma, la risposta arrogante che hanno dato somiglia molto al modo da "bulletto" di relazionarsi di Recchioni, su cui la Bonelli mi pare stia puntando molto, troppo. Mi chiedo cosa resterà di questa casa editrice - e di Tex - quando la generazione di Boselli, cresciuta a fianco di Sergio Bonelli, verrà sostituita.

    • +1 1
  2. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Quello che stigmatizzavo, però, è l'attitudine di chi disprezza a priori il concetto stesso di crossover e di team up, di chi, per dira in breve, è guidato sia dal preconcetto che dal pregiudizio. Io, per abitudine, non giudico ciò che non ho letto o visto con i miei occhi.

    Tustigmatizzavi un'abitudine che tu hai deciso essere di qualcuno che non conosci. E con questo chiudo. 

  3. <span style="color:red;">9 ore fa</span>, Carlo Monni dice:

     

    Questo è uno di queiclassici casi in cui vale il dettto: non bisogna giudicare un libro dalla copertina.

    Tutto quello che accade nell'albo, comprese le preseze ""anomale"" ed il cosiddetto matrimonio, ha un senso ed una logica all'interno della storia.

    Quanto a quelle che tu chiami americanate con neanche tanto malcelato disprezzo, ti dico che io quelle americanate le leggo da oltre cinquant'anni perlopiù con soddisfazione. I fumetti americani hanno posto le basi per la naarrazione a fumetti di tutto il mondo codificandone il linguaggio. I supereroi della Marvel furono negli anni sessanta profondamente innovativi e rivoluzionari influenzando gli autori di fumetti di buona parte del mondo nelle generazioni successive. Quanto ai team up ed ai crossover sono uno strumento narrativo vecchissimo e rispettabile e non vedo cosa ci sia di male in essi.Nell'area franco-belga un autore del calbro di Jean Van Hamme nha fatto spesso riferimento imcrociati alle varie serie che scrive o ha scritto facendo incontrare anche alcuni dei suoi personaggi .Per rimanere alla produzione SBE, i team up di Martin Mystere con Dylan Dog, Mister No e Nathan Never orchestrati dal vulcanico Castelli sono estremamente godibili e l'ultimo risalente all'anno scorso, incontro ttra Martin Mystere e Dylan Dog è forse la più emozionante e commovente celebrazione della leggenda di Zagor che abbia mai letto.

    Insomma, mettiamo da parte i pregiudizi e leggiamo e commentiamo quello che abbiamo letto con animo libero da preconcetti.

    Ti ringrazio per la lezione, al solito non richiesta, sulla storia del fumetto, su un tema peraltro su cui abbiamo già discusso altre volte. Resto dell'idea (me lo permetterai, vero? Posso?) che l'albo di Dylan Dog di cui stiamo parlando sia una baracconata sensazionalistica, esempio esemplare del vuoto cosmico dei fumetti di Recchioni (aggiungo di aver letto ieri l'ultimo fumetto di Feltrinelli, quello sul mostra a Roma, una delle robe più vuote e inutili che ho letto negli ultimi anni). 

    Quindi, al netto dei bei team up tra Dylan Dog e Martin Mystere (bello soprattutto il secondo, ma era scritto da Sclavi, mica dai Recchioni di oggi!), mi auguro che idiozie tipo "Tex incontra Dylan Dog" ci vengano risparmiate. Su "Tex incontra Zagor" non voglio essere netto per rispetto a Boselli, ma incrocio comunque le dita.

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  4. <span style="color:red;">1 ora fa</span>, zagor70 dice:

    Su Dylan Dog sta succedendo assai di peggio.

    Con la nuova gestione hanno completamente snaturato il personaggio, e anch'io che un tempo ero un fedele lettore, non acquisto più nulla da diversi anni.

    Su Tex e Zagor sono fiducioso che una certa qualità verrà sempre mantenuta, e che operazioni puramente speculative siano ridotte al minimo... poi la palla di vetro non c'è l'ha nessuno e quindi speriamo bene

     

    A proposito di Dylan Dog vado un attimo off topic (neanche troppo, però): nella copertina dell'albo in cui Dylan si sposa con Groucho (roba che, da pagine che ho letto in rete, va dal ridicolo all'imbarazzante), ci sono diversi personaggi Bonelli. Purtroppo c'è anche Tex. Vorrei quindi capire: alla luce della marvelizzazione della Bonelli, dobbiamo prepararci ad americanate del tipo "Tex e Dylan Dog" o possiamo stare tranquilli? 

  5. Sull'uscita di un Texone anche a giugno io sarei abbastanza sicuro, perché non credo che alla Bonelli si siano rimbecilliti al punto da tradire una tradizione estiva a cui i lettori sono abituati da decenni. Piuttosto, vedo che la collana dei cartonati speciali a colori naviga a vista, tra inutili ristampe delle ristampe (ridicola la riproposizione tappabuchi di "A sud di Nogales") e slittamenti delle uscite - non che me ne freghi molto, sinceramente, dato che i volumi di questa collana, se e quando li trovo, li prendo usati nelle bancarelle.

  6. I disegni nascono, e dunque sono pensati, per il bianco e nero: mi sembra ovvio che vanno lasciati così.

    Le pagine in anteprima a mio avviso sono spettacolari, ma ammetto che questo giochetto di uscite lussuose col Texone canonico rimandato a febbraio, insomma questo sciacallaggio della Bonelli sull'albo più atteso dai lettori, un po' mi ha raffreddato l'entusiasmo.

  7. Boh, non capisco onestamente cosa ci sia di simile alla prima scena della storia di Nizzi, se non che si svolge in un saloon come centinaia di scene. 

    Anche sulla somiglianza - che comunque verificheremo meglio con altre inquadrature - non mi sembra valga la pena di storcere il naso, soprattutto a fronte di una tavola spettacolare. 

  8. Scusate ragazzi, ok lamentarsi della SBE che si è marvelizzata e spreme i lettori (anche se comunque nessuno è obbligato a comprare niente)... ma vogliamo dire, anche a costo di essere scontati, che questi disegni sono spettacolari? Che la lunga attesa è stata ben spesa? E, aggiungo, che con sole due o tre tavole in anteprima Villa si mangia tutti i suoi eredi ed epigoni? 

  9. <span style="color:red;">22 ore fa</span>, Gunny dice:

    Dopo due anni Borden non mi ha mai risposto :lol: Mauro, se oggi un disegnatore ti presentasse un Carson col fazzoletto, gli diresti di rifare le tavole o accetteresti la variante? E se no, perchè?

    Non so se due anni fa ti hanno già risposto, ma Giolitti glielo metteva.

  10. <span style="color:red;">10 ore fa</span>, borden dice:

    Ha ragione Paco.Tito non si è posto affatto il problema.Me lo sono posto io dopo aver letto il suo finale, come si capisce dal mio post precedente.

     

    Direi che la conferma di Boselli chiude la questione.

    Ripeto comunque che per me il fatto che Ruju sia stato "costretto" a tornare su Bowen è stata una gran cosa, alla luce della bella storia che ha confezionato. Al di là del finale "sbagliato", si deve pure dare atto a Faraci di aver creato un gran bel personaggio, per me senza dubbio il migliore tra i vari "pard occasionali" inseriti largamente nelle sue storie.

  11. <span style="color:red;">43 minuti fa</span>, Carlo Monni dice:

    Se ti riferisci all'identità della vera mente dietro la rapina, ha sorpreso anche me. :D

    Per il resto... 

    Ti manca un po' di esperienza con i meccanismi del racconto noir mi sa.

    Bowen ha una colpa da scontare: ha ucciso il padre del ragazzo e spera di riscattarsi facendogli da padre ma se lui dovesse scoprire la verità cosa succederebbe? Questo è il fulcro sia della storia di Faraci che di quella di Ruju.

     

     

    Solo un appunto: a me sembra chiaro che Faraci, con un po' di superficialità, non si è proprio posto il problema del "se lui dovesse scoprire la verità cosa succede"? Ha semplicemente sorvolato su quel punto (essenziale!), imponendo questa storia riparatoria di Ruju, fortunatamente molto bella. 

  12. La prima considerazione è che un personaggio come Bowen, tormentato e contraddittorio, non poteva che avere in Ruju il suo miglior narratore.

    La seconda è che la condanna a morte di Bowen l'ha decretata (involontariamente?) Faraci: nel senso che questa storia pare nata per correggere una stortura faraciana, l'omicidio a sangue freddo del padre di Tim. Una cosa del genere, imperdonabile, ha reso difficilmente accettabile la conversione a "buono" e ad "amico di Tex" di questo personaggio, a maggior ragione (e questa, a ben pensarci, è una incongruenza narrativa grossa) se lo si è voluto far diventare una sorta di "padre adottivo" di Tim. E Tim è stato testimone dell'omicidio!

    Insomma, bisognava correggere un po' di errori di Faraci: e la correzione più grossa non poteva che essere la morte (eroica o non eroica, conta poco sotto questo punto di vista) di Bowen.

    Quindi storia scontata? Forse in parte, ma fortunatamente a scriverla è stato un autore in piena ispirazione come Ruju, che costruisce un dramma avvincente e nel finale quasi commovente; un dramma in cui - molto più che nella precedente storia di Faraci - Tex e Carson sono ben presenti e attivi. Si conferma insomma il fatto che Ruju sa scrivere grandi storie con personaggi complessi, senza mai far venir meno il ruolo di Tex. Il seguito, quindi, è stato molto più bello e avvincente della prima storia.

     

    Peccato per i disegni. A mio avviso nella storia di Faraci Acciarino aveva raggiunto una sintesi stilistica bellissima, e una caratterizzazione di Tex e Carson ottima (specie nel secondo albo). Qui invece mi è sembrato di vedere un autore svogliato, sempre più stanco ad ogni pagina, con uno stile involuto lontanissimo da quanto visto in precedenza: certe vignette parevano solo poco più che sbozzate e concluse, per spicciarsi, con una inchiostratura grossa e senza nessuna ricerca del dettaglio.

    Con Acciarino, insomma, mi è sembrata ripetersi l'involuzione vista con Leomacs, nella storia di Manfredi lontano parente del grande disegnatore visto nell'esordio con Boselli.

    Un vero peccato, perché Acciarino mi sembrava uno dei più promettenti tra i nuovi disegnatori. Ma francamente, del disegnatore di questa doppia di Ruju faccio volentieri a meno.

    • +1 2
  13. <span style="color:red;">12 ore fa</span>, Dix Leroy dice:

     

    Se pensate che Nizzi si possa avvicinare a come Boselli intende e sceneggia Tex ne resterete delusi.

    Se pensate che Nizzi (alla sua venerabile e invidiabile età) abbia voglia di osare e sperimentare resterete pure peggio.

    E' tornato ad aver voglia di scrivere per Tex (cosa che non credevo più possibile) e per me non è poco.

    Leggiamo senza pregiudizi le sue storie e vediamo cosa ci aspetta.

    Personalmente non ho nessun pregiudizio verso nessuno, men che meno verso Nizzi, di cui ho sempre riconosciuto i grandi meriti passati. E,  conoscendolo bene, non mi aspetto né voglio che scimmiotti Boselli, cosa che non avrebbe nessun senso! Non mi importa nemmeno delle sperimentazioni: quel che voglio, semplicemente, sono storie solide e che non siano "taglia e cuci" di cose già viste e riviste. Non credo di star chiedendo la luna.

  14. Detta in maniera franca: provo una grande invidia per chi, leggendo questa storia, non è stato assalito dalla noia. Tutto già visto e rivisto, tutto scontato, non un guizzo o un sussulto.

    Il Kit imprigionato ingiustamente dopo una rissa è preso sputato dal Texone di Milazzo, la quasi impiccagione dalla storia di Boselli e Font di qualche anno fa, il monotono ripetersi di noiosi BANG BANG ZIP ZIP è nello stile del Faraci più inadeguato. Se poi andiamo nello specifico, ci sono punti della storia che non stanno in piedi: perché Tex è così smanioso di far affrontare il processo a Kit? Da cosa gli deriva la sicurezza di vincerlo, in una città dominata dal padre dell'ucciso? E perché il padre dell'ucciso non ha fatto niente - lui, il padrone della città! - per pilotare il processo? Non poteva pagare i testimoni, o minacciarli? Insomma, un tripudio di idiozie e scelte incomprensibili.

    Se il Nizzi che torna su Tex in pianta stabile è questo, è meglio lasciar perdere, e conservare il ricordo del Nizzi glorioso di tanti anni fa.

    Sui disegni stendo un velo pietoso: una inaccettabile caricatura di Ticci (copiato e ricopiato in decine e decine di vignette) e uno dei punti più bassi raggiunto nella storia grafica di Tex. 

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  15. Dopo un numero 700 a mio avviso un po’ sottotono, Boselli torna con una grande storia, un intrico appassionante di misteri, omicidi, trappole micidiali e un gran nemico a reggere i fili. Questa “Figlia di Satania” si inserisce quindi, e in grande stile, in quel filone delle sette segrete che in passato ha dato tanta gloria a questo fumetto: anche senza la ciliegina sulla torta dell’identità del cattivo, questa sarebbe comunque rimasta una storia memorabile.

    A proposito dell’identità del capo della banda, Boselli è stato davvero bravo nel tenerlo nascosto fino alla fine, scrivendo da vero giallista; e si noti la finezza che l’unico ad avere sospetti e ad aver intuito la verità – fin dal secondo albo – è Tex: a rimarcare la “marcia in più” che, rispetto agli altri comprimari, Tex deve avere. A tal proposito, ho creduto fino alla fine al doppio gioco dello sceriffo, perché mi sembrava fin troppo sempliciotto per esserlo davvero: e invece sempliciotto lo era sul serio, un normale sceriffo abituato ad acchiappare comuni fuorilegge e inadeguato di fronte a una setta del genere (per cui, nella caratterizzazione di questo personaggio, Boselli è stato davvero bravo).

    Benevento, dopo la storia del color, fa un ottimo esordio, riuscendo magistralmente a muoversi tra le atmosfere e le ambientazioni diverse proposte nella storia; il suo Tex mi sembra discendere da quello di Villa, con qualche aggiunta (nel fisico imponente) di Fusco, mentre a livello puramente stilistico in qualche punto mi ha ricordato Brindisi. Comunque un grande acquisto, sperando che non si annoi e si mantenga a questi livelli (dico questo dopo aver constatato l’involuzione di Acciarino nel seguito della storia di Bowen).

    Complimenti a entrambi gli autori.

     

    ps. è stato già detto o Benevento per la figlia del dottore si è ispirato a Scarlett Johansonn?

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  16. Dopo mesi sono riuscito a leggere una storia completa degli ultimi inediti, e - forse anche per la lunga astinenza - sono rimasto soddisfatto di questa "Regina dei vampiri".

    Certo, non siamo di fronte a un capolavoro, e probabilmente nel secondo albo la strega resta troppo in secondo piano. Tuttavia non ho sentito affatto il bisogno di spiegazioni sulla figura di Etzli: è una strega che comanda pipistrelli-vampiri, mi basta sapere questo; e d'altronde l'aver mantenuto il mistero su questa figura, appartenente al mondo del soprannaturale, non solo le da un fascino maggiore, ma evita anche spiegazioni troppo spinte verso il magico che magari sarebbero parse improbabili. Il “non detto” mi è parso cosa buona, insomma.

    L’elemento in cui la storia di Manfredi è davvero bella, a mio avviso, è l’utilizzo dei quattro pards. Dopo aver letto questi due albi trovo ancor più bislacchi i motivi per cui questo sceneggiatore preferiva scrivere solo storie con Tex e Carson, o la sua idiosincrasia nei confronti di Kit Willer, dato che è riuscito a mettere in risalto ogni membro del quartetto, esaltandone le personalità e le doti individuali. Tiger, ad esempio, l’elemento più freddo e in un certo senso letale del quartetto, è stato tratteggiato da Manfredi alla perfezione.

    Certo, non so se Manfredi si sia ripreso dalle sue due ultime storie sulla regolare, per me tra le cose più mediocri del Tex degli ultimi anni (non ho letto il Maxi con la sua storia), ma questa storia mi ha un po’ riconciliato con lo sceneggiatore: e onestamente, anche la sventagliata di piombo ignorantissima con cui i pards mettono fine all’esistenza della potentissima strega, mi ha divertito molto.

     

    Il capitolo disegni, insieme alla gestione manfrediana dei pards, rappresenta il punto certamente più alto di questi albi: Bocci è davvero un grande disegnatore, un cesellatore di forme che allo stesso tempo sa rendere benissimo il dinamismo di cui una storia di Tex si compone – basta rivedere le scene spettacolari con gli attacchi dei pipistrelli.

    Ammetto che nei confronti di Bocci, dopo aver letto la sua prova sul color, era un tantino freddo, ma questa prova mi ha del tutto convinto (magari col tempo migliorerà nella resa dei cappelli, che non sempre mi convincono): in particolare la sua rappresentazione di Tiger mi sembra davvero azzeccata.

  17. La copertina è bellissima! Inoltre Bowen è forse l'unico dei personaggi creati da Faraci a essere interessante, quindi sono molto curioso di questo suo ritorno - a maggior ragione perché un personaggio tanto tormentato nelle mani di Ruju ci sta a pennello.

    Mi spiace molto, invece, che questa sia l'ultima storia texiana di Acciarino.

  18. <span style="color:red;">25 minuti fa</span>, Letizia dice:

     

    I colori della prima tavola poi hanno una accentuata e sgradevole aberrazione cromatica gialla che l'ambientazione non riesce a giustificare

     

    La cosiddetta "aberrazione cromatica" (che io comunque non considero tale) è dovuta, probabilmente, al fatto che la scena si svolge nel passato, come si evince facilmente dalla didascalia.

  19. <span style="color:red;">12 ore fa</span>, Alessandro Poli dice:

     

    Caro Paco, non potevi farmi complimento migliore! Venturi, oltre che essere un grande amico, è il mio riferimento stilistico principale, ne seguono anche altri ovviamente, ma Andrea è per me il più importante .

    Ciao Alessandro, notavo la somiglianza stilistica per deformazione professionale, non per un giudizio in qualche modo svalutativo :) Aspetto di vederti sulla regolare per leggere le tue tavole (non compro i magazine, di solito).

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