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Tahzay

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Tutto il contenuto pubblicato da Tahzay

  1. Leo, qui nessuno sta discutendo la qualità globale, come prodotto artistico, delle storie odierne di Tex, che è indubbia: è la serie ammiraglia della SBE ed è curatissima, annoverando i migliori autori e disegnatori. E ci mancherebbe che non lo fosse, visto che fa da traino a tutte le pubblicazioni della Casa editrice. E nemmeno si sta facendo un confronto diretto tra due periodi, che si risolverebbe nel classico "gioco delle torre": io mi terrei "Terra Promessa", perchè c'è il Tex che più piace a me, tu "Verso l'Oregon", perchè c'è il Tex che più piace a te (dato che ti appassioni più della sorte incerta di personaggi nuovi, già sapendo che l'eroe non morir? e uscir? vincitore, e quindi consideri potenzialmente ripetitive certe situazioni). L'oggetto della discussione, però, è un altro, e sta tutto nel titolo. A questo punto, volendo tirare una riga, le tesi sono le seguenti: A) Tex è sempre quello di un tempo, salvo minimi adattamenti nella scrittura e narrazione, adattamenti a loro volta inevitabili, in quanto "figli del tempo"; quindi, il problema di un "altro" Tex non è neppure da porsi, è una fissazione (se non addirittura una suggestione) da "vecchie mummie"; B ) Tex non è più quello di un tempo, perchè a forza di...."adattarlo" ai tempi, e di abbandonarlo in toto alla naturale creativit? e professionalità dei singoli autori lo si è snaturato e lo si è smorzato in caratteristiche che i tradizionalisti giudicano come fondamentali (nel senso etimologico della parola); tale tesi, sostenuta da molti e negata da altri, farebbe pensare - a sentire questi ultimi - ad un curioso fenomeno di suggestione collettiva, sviluppatosi tra gente che neppure si conosce (se non attraverso un Forum); C) Tex non è più quello di un tempo, ma i gusti del "lettore moderno" sono cambiati e quindi va bene così, in quanto questo Tex piace alla pari, o addirittura di più, del "vecchio"; in tal caso si entra nell'insondabile campo del "de gustibus", e l'unico elemento di frizione (se così si può dire) ruota attorno alla veridicit? dell'assioma per il quale i gusti del "lettore moderno" sarebbero cambiati, visto che mi pare che la SBE, in proprio e attraverso altri canali, continui a ristampare (e vendere) a manetta le ristampe delle prime avventure, il che contrasta "leggermente" con l'assunto di base di cui sopra, nonchè con il teorema per il quale Tex non campi di rendita (a volte le verità più semplici e banali sembrano difficili da ammettere..... mai sentito parlare del "rasoio di Occam"? ).
  2. Non è così. Non ho mai affermato che le psicologie di Bonelli emergono nell'azione e quelle di Boselli nell'introspezione, negli sguardi o con tecniche pseudo-avveniristiche, ma semplicemente che le caratterizzazioni psicologiche dei personaggi bonelliani sono strettamente funzionali alla storia (=di Tex), non alla storia loro. Se per caratterizzare un personaggio occorre far sè che quest'ultimo si "impossessi" della storia, preferisco 100 volte i personaggi caratterizzati "a la Bonelli" (che non vuol dire non caratterizzati e/o descritti in maniera vaga o anonima).
  3. Quindi, ricapitolando, "Il clan dei Cubani" (edita nel 1979), recentemente riletta (nel 2013), ti ha divertito moltissimo. E presumo che la stessa cosa accadr? anche nel 2023, nel 2033, nel 2043...... Strano, perchè - in coerenza col tuo ragionamento - mi sarei aspettato di leggere che la storia non è più in linea con i tempi, è ingenua, poco approfondita, poco coinvolgente e oramai poco interessante per il lettore moderno. Invece, diverte ancora..... toh! Chi l'avrebbe mai detto! sisi
  4. "Tex è nato quando il fumetto era semplice intrattenimento, è cresciuto e ha attraversato decenni in cui questa forma di espressione si è evoluta fino a diventare una vera e propria forma d'arte (perchè, prima cos'era? N. D. R.) e ancora oggi ha lettori che leggono fedelmente da più decenni. Non solo, ma proprio Tex e anche gli altri personaggi creati dalla Sergio Bonelli Editore nel corso di questi decenni, hanno contribuito a far ridefinire come arte (allora era arte anche prima..... N. D. R.) quello che prima era etichettato, anche con una certa qual sufficienza, ?fumetto popolare? e questo, a mio parere, è stato possibile proprio grazie all'evoluzione dei vari personaggi (Tex compreso) al suo arricchirsi di dettagli, di sfumature e di realismo, anche se questo ha portato ad un attenuarsi di alcune caratteristiche del personaggio Tex originario". Questo è ciò che testualmente ha scritto I. K. E., e che io non condivido. L'evoluzione del modo di scrivere fumetti (abbandono di didascalie troppo lunghe, sceneggiature più rilassate, maggior aderenza a riferimenti storici e geografici precisi, perchè i lettori ora possiedono internet....... e fin qui, siamo d'accordo!!!) NON si accompagna, tuttavia, al concetto di "evoluzione del personaggio"; e Tex, in particolare, tra tutti gli eroi dei fumetti, non ha mai avuto alcun bisogno di evolvere, nessuno l'ha mai chiesto, tant'? che l'oggetto di questa discussione, e la piega che ha preso la stessa, sono chiarissimi. L'ho scritto e lo ribadisco: Tex, attualmente, campa, e può continuare a campare di rendita. Il che non vuol dire che le storie di oggi sono vendute solo perchè c'è il logo "Tex" anche se fanno tutte schifo, ma che Tex non ha bisogno (e non ha mai avuto bisogno) di evolversi per tenersi al passo con i tempi, gli basta abbeverarsi dalla sua stessa fonte.
  5. Su questo ci troviamo d'accordo: io non auspico un Tex scimmiottato o "di maniera", ma un Tex figlio del suo Autore, di un Autore che conosca e rispetti il personaggio, e che sappia inserire in Tex, con un giusto dosaggio, anche il suo bagaglio tecnico e di esperienza personale. Stop. Non è facile, ma non è neppure chiedere la luna. Non voglio, viceversa, un Tex "figlio dei suoi tempi". Tex non è stato concepito per evolversi, non ha bisogno di evolversi, e non ha bisogno di stare al passo coi tempi, perchè è già nato moderno e completo.
  6. Ma cos'è questa novità? La scrittura non è forse in funzione della fruizione? O è un mero ed autoreferenziale esercizio di stile? Che poi il Tex di oggi sia "figlio dei suoi tempi" (con tutto il rispetto per I. K. E. e per Ulzana, che è massimo da parte mia) non ci vuole certo un genio per affermarlo, o per coglierlo. E' di palmare e solare evidenza. Ed infatti: beve poco, fuma pochissimo, non dice parolacce, non fa stragi di "vermi rossi", non pesta i "musi di limone", non usa la parola "negri" o "neri" (addirittura, in una recente avventura un piccolo negretto ha definito la sua razza parlando di gente "di colore", il che è tutto dire), esibisce la pelle femminile misurata al centimetro.... La differenza (sostanziale) è che negli anni '50 e '60 Tex veniva censurato obtorto collo, per via di alcuni rompitasche posizionati nelle alte sfere che minacciavano strali nei confronti della Casa editrice.......... adesso nasce già auto-censurato ed ammansito, cloroformizzato, in una parola: omologato. Per chi dice che Tex è l'unico a resistere dopo tanti anni perchè ha saputo rigenerarsi, autorinnovarsi, stare al passo coi tempi senza snaturarsi, ecc. ecc........ Tex regge perchè ha delle SOLIDISSIME fondamenta, e perchè negli anni '60 e '70 è diventato un fenomeno popolare tale da vendere 700.000 copie al mese...... inutile girarci attorno..... Tex, rispetto agli altri fumetti, ha un unico vantaggio: campa DI RENDITA!!!
  7. Ho letto con piacere l'analisi, ma non condivido la tesi di IKE (se ho capito bene, la tesi è che ogni versione di Tex è "figlia dei tempi"). Se così fosse, che senso avrebbe questa discussione? Perchè il lettore del 2013 dovrebbe rimpiangere qualcosa del Tex del 1948, che basava il suo successo - in tesi - sulla semplice capacità di far sognare una generazione scarsamente acculturata, priva di nozioni oggi alla portata di tutti e bisognosa di evadere dalla dura realtà post-bellica?
  8. Tahzay

    [631/632] L'oro Dei Monti San Juan

    Il Nizzi che ricordavamo. Pregi: battute simpatiche tra i pards, giusto dosaggio tra azione e pause, tempi della sceneggiatura "classici", presenza di didascalie e non di un montaggio cinematografico e/o di virtuosismi vari, (.....? un fumetto!!), nemici caratterizzati il giusto, senza nomi/caratteristiche fisiche rutilanti. Difetti: passaggi intrisi di verbosit?, utilizzo di espressioni/verbi fin troppo forbiti, spiegazionismi inutili per rammentare fasi/nomi già vissute/presentati in precedenza, abuso di schemi già visti e rivisti (Carson che fa raffiche di domande per portare avanti la discussione, salvataggi improbabili, sparatorie "stiracchiate"). Senza infamia e senza lode, intitolerei la lettura - per sintetizzare - "sprazzi di buon Tex".
  9. Ma infatti, è esattamente quello che sto ripetendo fino alla noia. E' una precisa cifra stilistica. Ma i personaggi di forte impatto, dalla caratterizzazione "importante" e memorabili, ci sono sempre stati in Tex, non è una caratteristica del Tex moderno. La differenza è che occupavano la scena per il tempo necessario ad assolvere al loro compito. Marie Gold, personaggio di straordinario impatto, tale da "bucare lo schermo", è stata perfettamente cesellata con due tavole: quella in cui spara a Travers, risalendo poi le scale con Tex, e quella in cui parla nel camerino con Bud. In quelle due tavole (dialoghi, sguardi) c'è tutto quello che occorre sapere su di lei, e che sia contemporaneamente funzionale alla storia di Tex, non alla sua storia (chi sia, da dove provenga, cosa abbia fatto prima e cosa farà dopo, ecc.), tanto che Bonelli se ne dimentica del tutto, e non ricompare più nelle fasi finali. Il suo compito era già esaurito, ed il personaggio era tuttavia perfetto e completo, dal punto di vista della caratterizzazione.
  10. Ti aiuto: "La banda dei lupi"...... azzeccata?
  11. Altra cosa su cui siamo in disaccordo. Il Tex granitico, inscalfibile e serioso spesso propostoci da Boselli è proprio frutto del fatto che si è voluto farne non il fulcro della narrazione, ma un "primus inter pares". Un Tex, cioè, che a maggior ragione ha costantemente bisogno di dimostrare di avercelo più lungo di tutti (scusate il francesismo, ma rende bene l'idea), proprio per "elevarsi dalla massa", ossia da personaggi che - come tu stesso dici - sono "quasi degni di stargli alla pari". Il Tex bonelliano era autoironico, dissacrante e distensivo, strizzava l'occhio al lettore, non aveva bisogno di segnalare la sua presenza con i neon lampeggianti. Si stagliava in maniera nettamente superiore rispetto ad una platea umana misera, meschina, piatta, anonima (il che non vuol dire non caratterizzata psicologicamente, attenzione). Ed anche i numerosi complimenti, a volte totalmente gratuiti, che vengono rivolti a Tex nelle storie boselliane dai vari comprimari, che funzione hanno se non quella di rispondere a questo timore latente (come a dire: "ok ragazzi, don't worry, Tex è sempre il n. 1, tranquilli, non me lo sono dimenticato, vedete?").
  12. Il mio non è un giudizio "di valore". Lo dico meglio, via: se su Tex (=pizza margherita) si mette la nutella, o l'ananas (=ingredienti che, normalmente, stonano con la pietanza principale... salvo il "de gustibus" di ciascuno -ave_ ), il substrato oggettivo di Tex rimane, ma il sapore..... cambia! Tex può diventare "altro" non solo perchè si capovolge una caratteristica (......... ci mancherebbe, caro Paco, che ci venisse presentato infingardo, vile, violento coi deboli o razzista!), ma anche perchè, lentamente, la si erode o la si diluisce; e può diventare "altro" anche non "per sottrazione", ma "per aggiunte": il che avviene quando il "contorno" non si sposa con la pietanza principale, e anzich? esaltarne il sapore, lo smorza o lo copre. Quindi, è piuttosto banalotto - perdonatemi - dire che Tex è sempre lo stesso perchè spara meglio, perchè difende gli oppressi, perchè è antirazzista, e così via. Questi sono gli ingredienti base (e non di Tex: di tutti gli eroi positivi), non quelli "essenziali". L' "essenza" di Tex non sta nell'essere il più veloce pistolero del west o nel combattere le ingiustizie, altrimenti sarebbe (e sarebbe stato) uguale a millemila personaggi usciti nel corso di decenni di produzione fumettistica. L' "essenza" di Tex risiede in molte altre (piccole e grandi) cose, per la cui elencazione rimando alla lettura di diverse delle opzioni del sondaggio brillantemente confezionato da Cheyenne.
  13. Concetto ampiamente discutibile. Un personaggio può maturare in una saga caratterizzata da una continuity di fondo; Ken Parker (se lo hai letto) matura perchè invecchia, perchè la sua vita cambia per eventi deflagranti, perchè si muove in una realtà diversa, perchè i suoi anni passano davvero, perchè il west stesso che ruota attorno a lui si trasforma lentamente. Tex, a partire dalla conclusione del periodo adolescenziale di Kit, non si evolve più come personaggio, perchè le sue avventure si muovono in un eterno presente: l'epoca storica è quella, l'età biologica è quella (sui 45 anni), gli eventi fondamentali della sua vita restano quelli (non è che si sia risposato, o abbia subito un trauma, o altro di rilevante dal punto di vista - per così dire - "trasversale"). Tex riflette un po' di più dopo tanti anni? Quali "tanti anni"? Lo hai letto "Incidente a Fullertown"? L' Tex non ha più 20 anni.......... e "La costa dei barbari"? "La caccia"? "San Francisco"? "Il clan dei cubani"? (n. 229 - quasi anni '80). Mi indichi esattamente quando e come (e, soprattutto, in forza di quale "evoluzione") il personaggio-Tex diventa più riflessivo, affievolisce i toni, e smette di compiere frequentemente "smargiassate"? Confondi l'evoluzione "editoriale" con l'evoluzione in sè del personaggio, ma in una saga come Tex, per come è strutturata, i personaggi non devono evolversi. Pu? cambiare lo scenario, il modo di sceneggiare, può essere aggiunto il colore...... ma non si possono modificare le caratteristiche intrinseche dei protagonisti.
  14. Beh, certo, anche una pizza all'ananas o alla nutella è sempre oggettivamente una pizza...... ....... però in fondo hai ragione, ognuno ha i suoi gusti, magari è più buona la pizza ai fichi d'india, o al caff?........ peggio per me, che ordino sempre la solita "margherita". Hasta luego, amigos! ::evvai::
  15. Va tutto bene, finch? un autore porta - per l'appunto - il suo mondo e il suo retroterra dentro Tex. Va meno bene, se porta Tex dentro il suo mondo ed il suo retroterra. Che è cosa ben diversa. Il VERO rispetto del personaggio consiste appunto in questo: rispettare quel che Tex è stato e - nell'ambito di tanto - non rinunciare a proporne una propria interpretazione. Non certo nel renderlo infallibile con la colt o nel fargli mangiare bistecche e patatine.... fosse così semplice, Tex saprebbero scriverlo tutti.
  16. E' tutto perfettamente coerente, invece. Anche ne "Il figlio di Mefisto" Tex non compare per un sacco di pagine, ma Tex resta sempre il fulcro, il "centro dell'universo", il motore della narrazione. Mefisto è il nemico per eccellenza di Tex, la sua nemesi: senza esaltare e descrivere il suo odio per Tex, la trasmissione dello stesso a Yama, ecc. l'avventura tutta ne sarebbe risultata depauperata. Ne "Il grande intrigo" i pochi momenti in cui Tex è sulla scena sono esaltanti (vedasi scena in cui viene rinchiuso nella piccola cella buia), e comunque tutta la narrazione ruota attorno al piano dei villains, che consiste nell'eliminazione fisica/morale di Tex, nella creazione di un "mondo senza Tex", e l'assenza dello stesso dalla scena è esattamente funzionale a dipingere questo quadro terrificante per il lettore: un mondo senza Tex, una riserva navajo allo sbando, una condanna ingiusta. Ma, in tal caso, il "vuoto" esalta i "pieni": esalta, in particolare, la figura ed il ruolo dei pards, preparando il terreno alla rivincita di Tex, che deflagra nella parte finale. Ne "Gli invincibili" c'è una storia che parte e si sviluppa completamente senza Tex, che nulla ha a che vedere con il mondo di Tex, e che quindi si incrocia e si fonde con le vicende texiane. La storia degli "Invincibili" potrebbe essere messa in piedi senza Tex (o con un qualsiasi "Pincopallo" al posto di Tex), e non sarebbe così sminuita come le altre due. La stessa cosa la si può riscontrare in altri casi più recenti ("Caccia infernale", ad esempio). Ora, non che questo sia un problema, laddove costituisca un saltuario diversivo; ma moltiplicate per "n" volte questo modo di scrivere Tex, e capirete che questa non diviene una semplice incongruenza o un difetto come un altro, bensì una scelta di campo ed una cifra stilistica. E non l'ha detto Tahzay, che non capisce nulla e non conta niente: l'ha detto, in tempi non sospetti, tal Claudio Nizzi, che qualcosina ha contato, nella storia del personaggio. E l'ha detto, senza "se" e senza "ma".
  17. Paco, devi essere un lettore di "Baci & Spari" tra i più assidui, nomini quel sito un messaggio sè e l'altro no..... haha
  18. Boh, di certo non sono io - non a caso "Braccato" e "L'inseguimento" sono storielle per bambini di 5 anni uscite molto di recente. No, io quel che dico è sempre che: 1) i lettori odierni (o forse solo quelli dei forum) sono dei gran pippaioli che fanno l'autopsia alle singole vignette; 2) le vecchie mummie alla "Baci e spari" vivono in un tempo anacronistico, morto e sepolto, e pretendono che il mondo non si evolva e rimanga allo stato di mummia - come loro, insomma; 3) che se i capolavori di Bonelli o Nizzi o Boselli uscissero oggi, nessuno li considererebbe tali: e per forza, oggi facciamo le autopsie e giochiamo a fare i "grandi critici" (con effetti, per esempio nel campo del disegno, quasi sempre ridicoli), mica pensiamo a goderci le storie. Quoto, ma solo la 3. Vorrei contribuire a sfatare anche quest'altro "mito". Il fatto che una storia venga analizzata e sminuzzata in modo capillare, è quasi sempre sintomo di affezione ed attaccamento al personaggio, e io - come autore - lo decodificherei sempre in chiave estremamente positiva. Il piacere della lettura non ha alcunch? di comune con questo processo, che viene dopo, e sta al "Tex" come le chiacchiere davanti alla moviola e le critiche alla squadra del cuore, stanno alla partita "vissuta" e tifata allo stadio. Come molti sanno, grandi capolavori di Tex presterebbero il fianco a facili accuse: "Il giuramento" nasce da un grande equivoco di fondo, ossia l'apparente raffreddamento di una pista di vendetta che Tex avrebbe lasciato inaridirsi per anni; "Tra due bandiere" è piena di incongruenze storiche, nonchè interne alla saga di Tex; "Il grande intrigo" vede Tex in posizione passiva, se non addirittura assente, per gran parte delle tavole, e un po' "piccione" al principio. Trovare delle incongruenze, dei difetti, delle curiosità in una storia non vuol dire svalutarla o sfatarne il mito, sempre che l'emozione e il divertimento abbattano e travolgano i suddetti difetti; viceversa, se Tex non fa emozionare n° divertire, o fa addirittura sbadigliare, restano poi solo difetti, incongruenze, ecc. ecc..... ed è tutto un altro discorso, ovviamente! Per il capitolo disegni, vale lo stesso ragionamento: se il lettore non entra in "empatia" con la storia, non trova un disegno chiaro, caldo, emozionante, coinvolgente...... o riscontra un Tex male interpretato........ che il suddetto disegno sia tecnicamente perfetto o ricco di virtuosismi ad un'analisi a posteriori, cosa conta?
  19. Ma che stai a d'? > a) qui si parla di quello che è l'argomento "naturale" della discussione, ossia di cosa ci manca (se ci manca) del vecchio Tex, quindi è persino ovvio che il tono sia retrospettivo o nostalgico (almeno, per coloro ai quali qualcosa manca);b ) non mi permetto di dare della "pippa" a nessuno, sia chiaro, nemmeno come sottinteso o tra le righe, n° penso che "La corona dei sette smeraldi" o "Avventura a Cedar Mines" siano migliori de "Gli invincibili" solo perchè c'è la firma di Bonelli, o perchè Tex è costantemente al centro della narrazione.
  20. E cosa c'entra, scusa? Se GLB ha avuto il genio, il talento e l'abilità di confezionare un personaggio già "centrato" e avanti rispetto ai tempi, cosa cambia se la cosa era stata o meno pianificata a tavolino?Mica tutti gli attaccanti che prendono l'incrocio dei pali hanno voluto per forza tirare l'.... sta di fatto che c'è chi ci riesce (anche senza mirare) e chi, pur prendendo la mira, non ci riesce in dieci tentativi...... a buon intenditor, poche parole.
  21. Attenzione, ho usato "evoluto" tra virgolette, nel senso che Tex aveva già in embrione tutte le caratteristiche fondamentali, non nel senso di "compiuto"....... so perfettamente che le prime avventure, fino a "Il tranello" ed alla formazione definitiva dei 4 pards, erano ancora esplorative sotto molti punti di vista.
  22. Nella mia interpretazione, nel Tex dei primissimi numeri c'era già tutto. Tutto per divertire il lettore fanciullo, tutto per far rilassare il pendolare reduce da una giornata di lavoro, tutto per solleticare l'attenzione di coloro che erano attenti ai dettagli, tutto per incuriosire i lettori più avvezzi a cogliere le sottigliezze psicologiche dei vari personaggi, tutto per gli amanti dell'ironia e tutto per i sostenitori di una violenza rude, maschia, ma alla fine giusta. E' per questo che "quel" Tex piace ancora: ce n'? per tutti i gusti e lo si può leggere da molteplici punti di vista.......? - in sintesi - un evergreen. Quello che viene proposto oggi, è spesso frutto di un dosaggio sbagliato degli ingredienti, che accontenta - pertanto - SOLO una parte dei lettori, scontentando gli altri. "Gli invincibili" è una storia moderna, adulta, attenta alla caratterizzazione dei personaggi non più di "Uno contro venti" o "L'eroe del Messico". E quanti anni sono trascorsi tra di esse? Mezzo secolo? L'unica differenza solare è che nella prima c'è "meno Tex" delle altre due: Tex non è il perno della narrazione, potrebbe esserci chiunque al suo posto e la storia sarebbe comunque, in sè, molto bella. Eppure, c'è ancora chi parla di "evoluzione" e di "lettore moderno". La vera forza di Tex, che ha fatto (e che fa tuttora) la differenza rispetto ad altre pubblicazioni, e che il personaggio era già "moderno" ed "evoluto" ai primordi. Il problema è che non tutti se ne accorgono....
  23. Ok, ma cosa le renderebbe "storielle per bambini di 5 anni"? Cosè, tanto per capire. a) i personaggi sono "piatti"; b ) l'intreccio è scontato; c) il finale (almeno quello di "Braccato") è troppo "buonista"; d) Tex appare invulnerabile; e) ..... ..... ..... No, perchè (in linea generale) storie che presentano decine e decine di sparatorie e morti ammazzati, ed espressioni comunque forti e colorite, non sarebbero esattamente il target definibile "per bambini di 5 anni".
  24. Mi sbaglio, o alcuni stanno cercando di comporre l'equazione Tex del passato = storielline semplici e disimpegnate = scarsa attenzione alla caratterizzazione dei personaggi = lettore ingenuo/poco esigente --------- Tex odierno = originalità = attenzione ai dettagli = intrecci più maturi = lettore adulto/più esigente?In tal caso, attendetevi un prosieguo della discussione molto caliente....... :generaleN:
  25. Non è un giochino inutile: quella vignetta dimostra da sola - a mio parere - che il bere, il fumare, il conferire a Tex una determinata espressione, usare un determinato linguaggio..... tutto concorre a creare affezione e simpatia nel lettore. Altro che facezie. Taglia di qua, taglia di l', "reinterpreta" di qua, "modernizza" di l'....... e ci ritroviamo con tanti commenti del tipo: "sè, la storia è scorrevole, si lascia leggere bene, non vi sono incongruenze, Tex è infallibile ed impeccabile..... però non so, manca qualcosa, dopo pochi minuti già l'ho dimenticata.......". E te credo: manca Tex........!!
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