Vai al contenuto
TWF - Tex Willer Forum

virgin

Ranchero
  • Contatore Interventi Texiani

    2222
  • Iscritto

  • Ultima attività

  • Giorni con riconoscenze

    67

Messaggi pubblicato da virgin

  1. Credo che gli esempi citati da Jack65 e Ymalpas rendano bene il livello di assurdit? al quale, complice i mutamenti della scrittura dei due autori, sia arrivato il confronto fra Nizzi e Boselli. Come ripetuto fino alla nausea, ci troviamo davanti uno sceneggiatore sempre più stanco, che però si spinge oltre la stanchezza, dimenticando anche i più banali rudimenti del mestiere, e un suo collega sempre più preoccupato (volontariamente o involontariamente) di "far quadrare i conti" senza alcuna emozione. Il confronto fra il duello Serrano-Agreda (ma anche Tex-Rayado) e quello fra Tex e la Tigre Nera (ma anche Tex-Cane giallo) è emblematico di ciò: Boselli fino a qualche anno fa faceva della caratterizzazione psicologica il proprio punto di forza, ed è inevitabile che ciò si riflettesse anche nei duelli. Ora, n° Serrano, n° Agreda, n° Tex, n° Rayado ci danno la minima impressione di essere coinvolti in ciò che stanno facendo, di crederci minimamente. Sono un po' come certi personaggi delle tragedie di Euripide: recitano enfaticamente, ma "non ci sono". Idem qui: Serrano e Agreda non rappresentano l'incontro di due rabbie, di due visioni del mondo opposte. Sono due ballerini che fanno la loro danza vuota, e tutto finisce. Perchè ciò che importa al narratore sembra essere più la presenza del duello, che non le emozioni che esso può suscitare. Questo discorso si può estendere anche all'intero Texone: una bella trama, per carit?. Ma visto che il cardine su cui si fonda la scrittura boselliana è la drammaticit?, senza personaggi che la vivono essa non ci può essere. Discorso del tutto diverso con Nizzi, che della drammaticit? se ne è quasi sempre manifestamente e volontariamente fregato, privilegiando il divertimento e la scanzonatezza. Succede così che, negli istanti più concitati (sto pensando alla battaglia nella gola e al duello finale in "Oltre il fiume" e al duello finale ne "L'artiglio della Tigre") e più d'azione, si rivedano pochi brandelli del Nizzi di un tempo. Pensate un istante a "L'artiglio della Tigre": la storia è pietosa, mi sembra innegabile, ma il lungo duello finale non è degno di un film hollywoodiano e non è forse la scena d'azione più bella e dinamica mai scritta da Nizzi? Scusate, ho usato l'indicativo presente: avrei dovuto usare il congiuntivo, perchè l'ultima pagina, con Tex appeso come l'ultima delle caciotte e Tom Devlin che spara da una barchetta ci riporta all'ultimo Nizzi, che sceglie la soluzione narrativa più comoda e facile senza curarsi se essa abbia senso o sia quantomeno adatta. Tuttavia, con tutti i suoi difetti, seppur per un solo momento la disastrosa "L'artiglio della Tigre" è riuscita a fare ciò in cui la strombazzatissima "I ribelli di Cuba" ha fallito: mi ha coinvolto. Con tutta la propria bravura, Boselli mi ha fatto sbadigliare per 224 pagine, sollecitando un po' il mio senso del ridicolo con simpatici discorsi roboanti sulla libertà e la schiavit? degni di Ken Parker, ma che con Tex azzeccano almeno quanto la marmellata con la pizza. Stesso discorso per la battaglia e il duello visti nell'albo "Il ponte di roccia": la storia fino a quel momento era un campionario di assurdit?, e l'unica sensazione che riusciva a suscitarmi era quella di (passatemi il termine) essere preso per il culo. Poi, però, c'è quella sparatoria con i due Kit sul ponte di roccia (possibile citazione, che nessuno ha notato, della mitica "Sulle piste del Nord"), contro un esercito di indiani imbecilli del tutto incapace di elaborare una tattica decente che non fanno altro che farsi impallinare come tordi, ma non è questo il punto. So che molti antinizziani militanti mi salteranno al collo, ma anche gli indiani di "Sulle piste del nord", quando i pard si trincerano sull'arco di pietra, non fanno altro che farsi macellare. Lungi da me l'idea di fare un confronto fra le due storie: non ci sarebbe storia. Voglio soltanto dire che, nella battaglia attorno al ponte di pietra c'è il casino, ci sono le sparatorie, ci sono i morti, c'è il dinamismo. Quando guardo "Fast and furious" non voglio logica e rigore, voglio sgommate, derapate, inseguimenti folli. Idem qui: c'è lo spettacolo, il tutto è coinvolgente, dinamico, anche ben fatto, oserei dire. Kit e Kit fanno fuori una valanga di avversari, e il tutto non è nemmeno lontanamente stupido o meccanico come si è visto in altre storie del Nizzi recente ("La sentinella" o la pur più divertente "La rivolta dei Cheyennes"). S? è lontanissimi dall'artificiosit? impagliata dei duelli del texone. Ora, con questo non voglio dire che ai giorni d'oggi Nizzi scriva capolavori e Boselli fetecchiate. Voglio soltanto constatare come, in alcune scene, il bollitissimo Nizzi riesca a fare meglio del bravissimo, ma attualmente imbalsamato, Boselli. Fra una storia assurda e priva di logica e una ben realizzata e fredda, la scelta non è difficile: la seconda è meglio. Ma basta cambiare due aspetti per ribaltare la mano: nel quinto centinaio, Nizzi perdeva sistematicamente quasi ogni confronto con Boselli. Nel sesto, invece, ho visto Boselli battuto non da "Il presagio 2", ma da storielline divertenti, seppur con non pochi difetti. Se dovessi scegliere fra "Dieci anni dopo", "Puerta del diablo" e "Il villaggio assediato" contrapposte a "Morte nella nebbia", "Buffalo soldiers" e "Missouri", non avrei dubbi: meglio le prime tre. Scritte peggio, su questo non ci sono paragoni, ma almeno coinvolgono.

  2. Purtoppo studio in un campo totalmente opposto al tuo, e degli esempi che hai fatto ho presente solo Manzoni!  :D

    Ehm... spiacente di deluderti, AtTheRocks, ma ultimamente non studio, non lavoro, non guardo la TV! :DFaccio parte della schiera dei bamboccioni militanti... almeno per altri tre mesi.
  3. Non ho troppa voglia di commentare un simile scempio, ma dire due paroline è doveroso... verso il sottoscritto, che così si sfogher? un po'. Qui non siamo "Oltre il fiume"... siamo andati letteralmente "Oltre ogni frontiera"! Oltre ogni frontiera di dilettantismo, di svogliatezza... di sciaguratezza. Ho letto molte storie brutte. Alcune delle ultime di Gianluigi Bonelli, ad esempio. O, uscendo dalla serie di Tex, le ultime apparizioni di Mignacco su Mister No. Storie dall'andamento un po' forzato, ma comunque scritte facendo uso dei minimi strumenti del mestiere. Questa storia, invece, come altre del Nizzi recente, sembra scritta da un dilettante svogliato. Unico pregio, un Nizzi più furbo del solito: d'abitudine annoia nel primo albo e lascia partire una raffica di assurdit? nel secondo, qui invece ci regala tutto il proprio peggio nel primo albo. Sono arrivato al secondo ormai privo di ogni appendice staccabile del mio corpo (braccia, gambe, attributi, occhi... mi erano tutti caduti per terra), e vi giuro che non l'ho trovato altrettanto disastroso. Banale, scontato, assurdo, insignificante, ma almeno ancora al di qua della soglia dell'orrido, escluso lo stratagemma demenziale di Ukasi. Sono il primo a difendere un piccolo buco logico che può rendere più spettacolare la storia, ma qui non si tratta di semplici buchi: l'intera storia è una voragine!I personaggi, poi, che agiscono tutti come dementi (e gli esempi sono tanti... troppi!). Credo che se ci fossi stato io al posto di Tex sarei stato più credibile. Personaggi che si affannano a discutere dell'ovvio e del stranoto, senza aggiungere niente. Quando accade qualcosa si fa in modo che accada nel modo più banale e raffazzonato possibile. Sono senza parole. :mellow: :censura2:VOTO: 4, perchè ieri quando sono andato a immatricolarmi all'Universit? ho fatto un'ora di coda dietro ad una ragazza stupenda e mi sento in vena di folli generosit?...

  4. Se continua su questa linea dovrebbe smettere di disegnare Tex, a meno che la qualità dei suoi disegni non migliori.

    Credimi, AtTheRocks, un autore, una volta che ha raggiunto una china discendente, non può più tornare a migliorarsi. E ciò non conta soltanto per i disegnatori, ma anche per gli sceneggiatori, gli scrittori e praticamente tutti gli artisti. L'unica alternativa alla decadenza è continuare ad innovarsi (vedi Ticci): quando ci si ferma ad un punto si scivola indietro e NULLA può invertire questa tendenza. Credimi, basta considerare con uno sguardo d'insieme la storia delle arti per rendersi conto che è così. Chi non ha incontrato un periodo di decadenza o è morto giovane (Raffaello) o ha continuato a innovarsi (Tiziano) o si è bloccato quando ha avvertito la propria vena inaridirsi (Manzoni, che negli ultimi quarant'anni della propria esistenza non ha fatto nulla di nuovo, a parte correggere "I Promessi Sposi").
  5. Diciamo che non riesco a capire completamente in base a cosa capisci che un disegnatore ci mette tanta umilt? oppure poca, ecco! :indianovestito: Che non basti la fama sono d'accordo, a volte (e per esempio nel caso di Font sono d'accordo) un artista famoso e apprezzato da un'interpretazione del personaggio che semplicemente non piace!

    Mi pare si possa comprendere benissimo dalla qualità del risultato, AtTheRocks. Se un disegnatore in passato molto bravo si mette a disegnare schifezze, i motivi possono essere molteplici: o non è più capace, oppure semplicemente non ama il personaggio. E non sto parlando di piacere o non piacere. Per dire, Frisenda e Filippucci non mi piacciono molto, ma ammetto che sono bravi. Ortiz potr? anche essere stato bravo: lo ammetto, anche se non mi è mai piaciuto, è evidente che un tempo trattavasi di un disegnatore eccezionale. Quello che gli manca, oggi, oltre alla capacità di raggiungere un livello definibile "decente", è la consapevolezza delle proprie capacità e il rispetto verso il personaggio. Guardate Fusco: sentendosi ormai anziano, ha deciso di ritirarsi. Eppure "La banda dei messicani" è stata una delle sue prove migliori, nella quale ha mostrato tutta la propria maestria in piccoli saggi di bravura e nel continuare ad adottare nuove soluzioni. Dico queste cose, eppure pensa che Fusco non è mai stato uno dei miei disegnatori preferiti!
  6. Trovo che, assieme a Font e Mastantuono (anche loro, dopo un discreto inizio, sono scesi a livelli infimi), Ortiz sia il disegnatore texiano che, se potessi scegliere, defenestrerei più volentieri. La serie ha uno standard di disegno eccelso, ed è veramente un peccato che per tre disegnatori timorosi di fare meno di 900 tavole al mese questo livello medio venga abbassato. Paragonata all'amore e alla cura profusa da tutti gli altri disegnatori, l'approssimazione di questi tre è quantomeno irritante. E' semplicemente vergognoso vedere le ultime storie disegnate da Ortiz, Font e Mastantuono pubblicate col marchio di Tex, giacch? ciò che più fa arrabbiare è il fatto che in passato riuscivano a proporre belle pagine: basti confrontare fra loro le prime e le ultime tavole del texone di Mastantuono...

  7. Però, se i gusti personali si trasformano in giudizi, ecco che allora mi sento autorizzato a dire la mia, se non sono d'accordo.... per esempio, se uno mi dice,"a me Kandinsky non piace", io non ho nulla da dire!... ma se uno mi dice "a me Kasndinsky non piace, e lo considero un artista mediocre", io mi sento anche autoriazzato a dirgli che? non capisce un c...., e mi sento autorizzato a dirglielo perchè il gusto personale si è trasformato in un giudizio che, seppur personale, non ha nulla di oggettivo.

    Acc... meglio che non dica il mio parere di classicista su Kandinsky, allora! :D Visto che anche in letteratura, da quel che ho visto per te le arti cominciano più o meno dove per me finiscono...

    Di questo passo entriamo nelle questioni estetiche e filosofiche più impestate e, sinceramente, anche troppo grandi, almeno per me.
    Tuttaviami permetto di dire almeno qualcosa su questi fantomatici "giudizi": se uno sostiene che l'arte sia "bellezza ed equilibrio di espressione unitamente a nobilt? di pensiero" sarà difficile definire "arte" qualsiasi poesia scritta dalla morte di Vincenzo Monti in poi. E' un discorso generale: il fatto che io la pensi esattamente così è fattore del tutto secondario :D, poich?, per fare un esempio speculare, se uno definisce l'arte quale "continua ricerca dell'innovazione formale", allora sarà altrettanto difficile definire "arte" qualsiasi poesia di maniera scritta PRIMA della morte di Vincenzo Monti.
    Non sono soltanto i gusti personali ad essere soggettivi, ma anche gli stessi giudizi, di qualsiasi genere. Per me persone come Rimbaud, Verlaine, Ungaretti, Montale, ma anche l'odiatissimo Rapagnetta, non possono essere definite poeti, secondo la mia concezione di arte, che a me sembra perfettamente oggettiva. Ma oggettiva non ?, tanto che una persona, certamente non ignorante, può dirmi con perfetta cognizione di causa, che Vincenzo Monti è antiartistico e Montale non soltanto può essere definito "poeta", ma addirittura un bravo poeta!

    Sarà relativistico, avrà estremizzato troppo il "Trattato sulla natura umana" di Hume, ma la penso così. Una volta ero convinto che il mio concetto di bello fosse l'unico giusto e possibile. Ora sono ancora un bambino che sputa latte quando parla, ma tale certezza l'ho persa.
    Mi sa però che ci siamo dilungati troppo. In ogni caso:
    Cosè parl' Zarathustra. :P

    Ora, mica ho da ridire sul fatto che molti lettori preferiscano Bonelli;e io sono concorde nel dire che l'alchimia bonelliana è irripetibile.
    Ho da ridire però, se si dice che l'alchimia texiana di Bonelli non è stata eguagliata;per me non è così, e al di l' dei gusti personali, cerco di motivare la cosa con qualche dato il più oggettivo possibile(spero):
    1)Se? gli altri autori non fossero stati all'altezza di Bonelli, se non fossero riusciti a ricreare o a sviluppare l'alchimia texiana originaria,Tex sarebbe vissuto per 62 anni?
    2)E sarebbe stato il fumetto più venduto nella maniera ininterrotta con cui lo è stato?
    3)Io, tra i capolavori di Bonelli,Nizzi,Boselli,Nolitta, non so dire quali siano i più belli. Tra i nemici storici, non sono affatto certo che Mefisto sia un personaggio migliore di El Muerto o della Tigre Nera.

    Fiuuu, torniamo a parlare di Tex, che è meglio :trapper: . Concordo perfettamente, basti pensare che ho sostenuto spesso che Nizzi, proprio perchè diverso, non debba essere considerato forzatamente inferiore a Bonelli.

    "Diverso" mi pare appunto la definizione più corretta. Poi ognuno, in base ai propri canoni estetici, dir? se è meglio o è peggio.

  8. Non è così per Tex:come si può stabilire,OGGETTIVAMENTE, quale storia è più bella tra "Il giuramneto","Furia rossa","Il passato di Carson"?O tra "Tra due bandiere" e "Fuga da Anderville"?Poi,? ovvio che se il periodo bonelliano viene ossannato e mitizzato in maniera acritica, tutto il resto sarà irrimediabilmente cacca-ed il rischio che si corre è proprio questo.

    Concordo sulla seconda parte, non sulla prima, Paco. Perchè continui ad usare il termine oggettivo? Di oggettivo a questo mondo c'è ben poco, dunque per invalidare una tesi non basta dire "non è oggettiva" (vedi la mia sullo scadimento attuale di Boselli e sulla scarsit? dell'ultimo texone che, diamine, a me sembra lampante, ma è ovvio che non tutti siano d'accordo). La questione su "questo è meglio, questo è peggio" mi sembra destinata a rimanere senza risposte universali, basti vedere l'aneddoto citato da Ymalpas sulle lettere di lode per le ultime storie di Nizzi... :rolleyes:Sulla seconda parte, invece, straquoto integralmente ;)
  9. Sinceramente, non credo si tratti di una questione di "innamoramento di sè" o chissà che altro. Quando scrive, se fa il proprio lavoro con passione, uno deve essere convinto di dare vita a qualcosa di bello: sono innamorato io della mia scrittura, figuriamoci se non dovrebbe esserlo borden ^_^. Considerando le preoprie capacità mentre scrive, uno scrittore è ovviamente civettuolo: assapora, ripassa ciò che vuole scrivere prima ancora di versarlo sulla carta, si osserva voluttuoso come fa una donna allo specchio dopo essersi truccata. L'arte è vanit?, punto. Ma anche sentimento o, quantomeno, divertimento. Le storie di borden non sono mai state incentrate sul divertimento, e parlo di quel divertimento quasi infantile che provocavano le storie del Nizzi di un tempo, che ti facevano mugolare di piacere soltanto con i gesti dei personaggi, con la soddisfazione del buono che schiaccia il cattivo. Le storie di borden hanno sempre avuto due punti forti: l'intrigo e la profondit? spontanea dei sentimenti. Queste due componenti c'erano fino a quando Boselli è stato una presenza secondaria nella serie, una valida alternativa al sempre più zoppicante ed ansimante Nizzi. Poi è successo qualcosa. I sentimenti si sono asciugati, i personaggi sono diventati sempre più piatti. Dite il nome di un personaggio di una storia di borden pubblicata negli ultimi novanta numeri. Voi non so, io semplicemente non ci riesco, e certamente non perchè ho una cattiva memoria. Impossibilitati ad affezionarsi a personaggi privi di profondit?, ci si è riversati sull'intrigo, giustamente. Col risultato, però, che una storia sta in piedi soltanto se l'intrigo è talmente complesso da rimediare alla pochezza dei personaggi. Vedere l'ultima "La mano del morto", che oltre ad un intrigo complicatissimo, insieme a tanti personaggi dallo spessore nullo ospita due figure carismatiche e vive come Deadwood Dick e, soprattutto, la prostituta Lory. Proprio "La mano del morto" mi fa essere ottimista al riguardo: grazie alla velocit? di disegno di Font (che vista la qualità dei disegni non avrà impiegato più di una settimana a terminare le 330 tavole della storia), "La mano del morto" dovrebbe essere più recente delle ultime avventure come "I ribelli di Cuba", dunque può darsi che negli ultimi tempi borden stia avendo un'inversione di tendenza. No, questo texone proprio non mi è piaciuto: è realizzato benissimo, ma non comunica niente. E' come un vestito costoso, un gioiello o un articolo di lusso: è inutile ed è impossibile affezionarcisi. Secondo il mio personalissimo parere, ovvio. Le figure sono appena abbozzate, sembrano cattivi attori che recitano parti scritte da uno sceneggiatore alla ricerca dell'effetto, anche sensazionale, senza riuscire a ricavarne nient'altro che manierismo sterile. Vedere la scena dell'incendio della tenuta: avrebbe potuto essere una scena struggente, e invece riesce ad essere soltanto noiosa. Salta fuori il signorotto che concede la libertà agli schiavi, il ribelle che si mette a piangere, commosso. Tutto finto, tutto assurdo, tutto esteriore. Sembra di leggere un pessimo romanzo. (Non è un caso se non cito i nomi dei personaggi. Ho letto il texone domenica e me li sono già dimenticati)Probabilmente parte della responsabilità è da addebitare anche al fatto che il soggetto non sia di Boselli stesso. Tuttavia, la storia presenta, soltanto spinti al parossismo come già era successo con "Missouri", i difetti del Boselli più recente, ed ha molti punti in comune con la stucchevole "Buffalo Soldiers", con la quale condivide un continuo insistere sul politicamente corretto decisamente insopportabile. Sono combattuto: una tale freddezza e una tale meccanicit? mi inquietano anche più del disinteresse di Nizzi. Se l' lo sfacelo è evidente anche a livello tecnico, qui colpisce la perfezione della grammatica narrativa. Una grammatica che nulla esprime, e ciò è agghiacciante. Non me ne voglia l'autore. So che non è bello essere criticati, non fa mai piacere. Ma ho voluto essere sincero. Se voglio leggere puro manierismo mi compro gli "Opuscula" di Ausonio, non certamente un texone. Signor Boselli, "I ribelli di Cuba" secondo me è una magnifica occasione perduta. Speriamo che le sue prossime siano meglio. Lo spero sia per me (? infatti una gioia comprare un Tex e sentirsi soddisfatti dell'acquisto dopo averlo letto) che per lei (così, infatti, ricever? un ulteriore complimento e, spero, se ne rallegrer? almeno un poco di più :trapper: ).

  10. Non posso che dirmi completamente d'accordo con l'analisi di Tahzay, sia sulle storie che sulla parte grafiche della serie. In effetti mi rendo conto di aver voluto dire più o meno ciò che ha detto lui, ma di esser stato parecchio impreciso e di essermi incartato da solo in 5/6 punti. Però avrei ugualmente una domanda per tutti, un po' nichilista:A) assodato che Nizzi non scrive più, e visto il livello a cui era arrivato è un bene, e che Boselli ha notevolmente perso ispirazione diventando lo sceneggiatore principale;B ) assodato che neanche Gianluigi Bonelli ha scritto sempre capolavori;C) ci siamo ormai resi conto che Nolitta, quando scrive un soggetto, elabora trame banali, senza veri cattivi e troppo politicamente corrette;In cosa cavolo possiamo più credere? :o Forse l'opzione "facile mitizzazione del passato" additata da Tahzay è ancora la più utile! Mi sa che mi ributter? a pesce sul quarto centinaio di Tex cominciando a ripetere come un mantra "Il 399 è l'ultimo albo di Tex" o cose del genere... :D:lol:

  11. Chiariamoci, anche a me "Le terre dell'abisso" piace molto... ma siamo sicuri che se fosse stata scritta oggi l'avremmo accettata altrettanto bene??... mi permetto di dubitarne.

    Cambio esempio, abbandonando le storie fantastiche.
    "Arizona" è una gran bella storia!Una gran bella storia che però ha due pecche:
    1)i banditi del paesino sono degli idioti-e in particolare don Lopez, il capo dei banditi, che è comunque il cattivo principale della storia(tanto che è Rita, la prostituta, che fa la figura migliore) ;
    2)Bonelli è straordinario nel far aumentare l'aspettativa, la suspance:vedendo la vignetta coi 4 pards e la morte, e leggendo la didascalia, sembra che debba succdere chissà che cosa!!... e invece non succede niente di che:la sparatoria è abbastanza convenzionale, e i pards si dimostrano abbastanza, se non troppo, buonisti. Tutta l'attesa viene delusa e il finale della storia si sgonfia.

    La storia, comunque, è piaciuta anche a me, e generalmente è stata ben accolta da tutti... ma sono convinto che se fosse stata pubblicata oggi, un Tex così disposto a perdonare chi ha quasi ucciso Tiger, sarebbe stato bollato come "Tex non autentico" in nome del "vero Tex" bonelliano.

    Giustissimo, Paco, non posso far altro che assentire. C'è da dire una cosa, però: che le condizioni nelle quali venivano scritte le storie negli anni 60-70 non sono certamente quelle di oggi.


    Tuttavia, l'esempio che hai fatto riguardo a "Le terre dell'abisso" non può che trovarmi d'accordo. Diciamocelo: i lettori le accettano soltanto perchè le scrisse Gianluigi Bonelli. Due anni fa mi sono letto tutto il primo centinaio e l'intervallo 13-70 è composto in massima parte di storie di pessima fattura, realizzate in fretta e dall'andamento sovente assurdo. Con la fine del primo centinaio, e lungo tutto il secondo, le storie sono migliorate notevolmente grazie all'ispirazione sempre più forte di GLB e alla qualità crescente dei disegni.
    In ogni caso, ad essere onesti, riprendendo oggi la storia di Vindex, quella del Principe nero, delle Terre dell'abisso, dell'alieno, del Lago Scarlatto, etc. non si può negare che siano delle grandissime baggianate! I lettori di allora erano diversi, tutto qui. Ciò che ci fa dire "quelle storie erano oggettivamente meglio" è soltanto un sentimento (legittimo, per carit?!) di devozione verso il creatore della serie, che deve essere sè celebrato, ma senza dimenticarne i difetti come troppo spesso è stato fatto.
    Mi trovo in disaccordo anche con chi afferma che Gianluigi Bonelli sia insuperabile: nel quarto centinaio Nizzi l'ha sovente eguagliato e a volte anche superato, almeno a mio gusto. Ha avuto il coraggio di innovare la serie, e se si analizza il quarto centinaio ci si accorge che le innovazioni di Nizzi sono state sovente rivoluzionarie, senza però far avvertire stravolgimenti violenti.
    Poi, con la fine della prima metà degli anni novanta, qualcosa è cambiato. Non dico tanto in Nizzi (il che ?, ahime, dolorosamente innegabile), quanto nel modo in cui le storie vengono realizzate ed il modo nel quale vengono percepite.

    E certo, leggendo il Tex di oggi, con le storie di Boselli sempre più fredde e vuote e le storie di Nizzi sempre più ridicole ed assurde, trovo ben poco del Tex del quarto centinaio che mi aveva letteralmente incantato. Manfredi mi è sembrato una boccata d'aria fresca, mentre Faraci, pur avendomi dato buone sensazioni, deve ancora scoprirsi del tutto.

  12. Se non sbaglio RUJU non si è mai cimentato sulle pagine di Aquila della Notte, mentre SEIJAS lo ha fatto una sola volta.

     

    Infatti sono entrambi alla loro terza storia ;) . Poi, scusa, non ho ben capito il parallelo con Segura-Ortiz: lo intendi nel senso "Buone sceneggiature con disegni inguardabili"? A me non sembra proprio: se è vero che sulla sceneggiatura è un po' presto per pronunciarsi, nei disegni Seijas mi sembra aver fatto addirittura meglio del solito, come se il suo tratto si fosse ulteriormente ripulito rispetto all'ultima prova offerta ne "Il killer". Mi aspetto una buona storia: le altre due sceneggiature di Ruju mi erano piaciute molto, e mi sembra inutile dire che conto su questo sceneggiatore per affiancare Faraci e Boselli.

  13. Con molto ritardo ( addirittura dopo che è stata recensita la storia in tre albi successiva ) è uscita la recensione Ubc a "L'uomo di Baltimora". Come si può vedere, è tiepidamente positiva tanto per la sceneggiatura che per i disegni, l'una e gli altri analizzati con quella acribia minuziosa che l'autrice ha usato nello "sminuzzare" ( non solo metaforicamente ) le storie di Claudio Nizzi e che a mio avviso qui la porta talora, oltre ad avanzare osservazioni condivisibili,  a essere alquanto ingenerosa verso Faraci.

    Premesso che Michela Feltrin è libera di avere le idee che vuole, soprattutto se le argomenta esaurientemente come è solita fare;

    Premesso che ogni parere è valido, se ben argomentato;
    Penso che la recensione che UBC ha dedicato a questa storia sia viziata dai medesimi difetti che affliggono la maggior parte delle schede che tale sito ha dedicato a Tex.
    Trovo infatti che, a parte G. Loi, i recensori di UBC tendano ad affrontare una storia esclusivamente con spirito critico, analizzando pedissequamente i particolari senza dedicare nemmeno la minima attenzione all'effetto di insieme. Secondo me, invece, andrebbe fatto il contrario: si dovrebbe prima osservare il quadro da lontano per vedere la validit? del tutto, poi dedicarsi ai particolari per riflettere sull'influenza che essi hanno nell'insieme.
    La recensione di questa storia, secondo il mio parere si sofferma in massima parte su aspetti secondari che poco riguardano la riuscita della storia, e l'esposizione della Feltrin si riassume in una serie di tecnicismi, di precisazioni che a parte l'essere pedanti nulla aggiungono alla storia di Faraci.
    Tanto per fare un esempio, a chi importa se il numero dei banditi cambia con qualche errore di logica? O quanto è essenziale il fatto che la capacità di recupero di Kit sia sovrumana?
    Davvero, a volte mi sembra di risentire quello svitato che contava i congiuntivi sbagliati nelle storie di Boselli :generaleS: :asf: :shifty: .
    Inoltre, come non definire fluida una storia di 220 pagine che si legge in meno di un'ora?
    Tuttavia, credo che l'atteggiamento puntiglioso sarebbe giustificabile se fosse almeno coerente, mentre invece nel caso delle storie di Gianluigi Bonelli sovente UBC elargisce voti altissimi senza tenere in conto che spesso GLB scriveva le sceneggiature basandosi interamente sul pathos e sull'entusiasmo (quasi un invasamento sibillino), calpestando allegramente logica e coerenza.
    Se le storie di GLB sono classici senza tempo, le regole che valevano per lui dovrebbero valere anche per tutti i suoi epigoni. Dunque, ben vengano le leggere incongruenze, se possono essere messe al servizio di uno spunto narrativo in più.
    Le incongruenze che avvengono per preciso disinteresse dello sceneggiatore verso il personaggio, come nell'ultimo Nizzi, sono tutt'altra cosa.
    Poi, ovvio, tutto questo a mio parere. Ma, come diceva lo Pseudo-Longino, a volte "le cadute sono sviste occasionali prodotte qua e l' dalla grandezza".

  14. Tempo fa, nel topic su "I sette assassini", Borden alluse abbastanza esplicitamente ad un suo ritorno, dunque, con un po' di fiducia, voto "Senza dubbio". Un personaggio decisamente antipatico, che tuttavia non mi dispiacerebbe rivedere.

  15. Me ne frego di meno quando leggo i forum e ovviamente rimango male davanti a critiche ingiuste. Per es, i congiuntivi di Virgin... Io e il professor Sergej gli abbiamo dimostrato a suo tempo che da un secolo e mezzo l'italiano colloquiale accetta l'imperfetto indicativo nel periodo ipotetico e cche tale linguaggio è già usato nei romanzi ottocenteschi e poi nel teatro e nei romanzi novecenteschi. Niente! Lui è fermo al Cavalier Marino!... :D' :D' :P Borden

    Basta che adesso non intervenga sul forum anche Nizzi con i suoi doppi dativi o siamo davvero fregati! haha haha haha
    Veramente, Borden, il mio scrittore preferito è Verga, che come tutti ben sanno, per evidenti ragioni di mimesi ( :s :s ) è più o meno il trionfo dei congiuntivi "canati" ("canati"??? Che imperdonabile gergalismo!) e dei doppi dativi. Purtroppo, ad un livello puramente personale, quando scrivo i miei racconti non riesco, nenche costringendomi, a scrivere "se non c'eri tu facevo una brutta fine" (Alfredo Castelli). Tuttavia, secondo te le mie puntigliose lamentele sui congiuntivi fanno parte della categoria "Tex VS lettori esigenti"? O forse sono soltanto le lamentele di uno studente frustrato? :lol:In ogni caso che grazie a te e Sergej un minimo di progresso l'ho fatto! Ora non resta che convincermi che quella del Novecento sia letteratura e saremo veramente a posto! :indianovestito: Anche se il mio amore per l'Adone e la Sampogna non verr? mai meno... :generaleS: :trapper:Edit: ma vogliamo mettere G?ngora e le sue Solitudini? Preferisco il barocco spagnolo!
  16. Passo un attimo e trovo questo topic molto interessante, nonostante lo studio non posso esimermi da un commento: trovo che un atteggiamento da lettore esigente possa essere accettabile, ma quando si scade nell'eccesso, leggasi fare le pulci alle storie sui minimi difetti, il fenomeno diventa deleterio non per la serie, bensì per il lettore stesso. Se mi permettete di citare la mia storia personale, senza voler minimamente screditare altri forum, nel passato io sono stato influenzato molto negativamente da TWO: ero diventato talmente maniaco da rileggere le storie di Boselli e fargli notare che non azzecca un congiuntivo manco a picchiarlo (quando nel fumetto la lingua italiana viene allegramente calpestata da tre decenni almeno, basti pensare ai doppi dativi di Nizzi)... per dire fino a che punto mi ero ridotto. Da quando frequento questo forum la mia visione è diventata più serena e distaccata, sono consapevole di acquistare Tex per divertirmi, e non chiedo più a Nizzi o a Boselli ciò che chiedo ad Apollonio Rodio e a Lucano.

    (Anche se, tornando un attimo a TWO, l'ho abbandonato non soltanto per l'ambiente, bensì soprattutto per un'illazione sprezzantemente antisemita rivoltami a causa del mio avatar... :rolleyes:)
    Tuttavia, secondo me il rapporto lettore esigente-lettore ingenuo non è l'unico fenomeno a influenzare la ricezione del fumetto. Perchè la critica, e possiamo dirlo fuori dai denti, non è uguale per tutti: le critiche a Nizzi, per quanto giustificate, sono state spesso esagerate e si sono mosse su un campo più personale che fumettistico, mentre appena io ho messo in rilievo un difetto di Boselli il mondo intero mi è saltato addosso per staccarmi la testa a morsi. Idem per persone che disprezzano Boselli a priori senza prestare troppa attenzione a ciò che scrive volta per volta. Dal mio punto di vista, poi, ma parlo soltanto per sensibilit? personale, problemi su un uso del fantastico non ce ne sono. Accetto l'idea di un ranger-capo dei Navajos praticamente immortale, perchè non dovrei accettare i varani o gli stregoni che uccidono a distanza? Poi, è ovvio, anche in questo campo ci sono gli eccessi...
  17. S?, è vero che le sue vignette sono molto dense, ma non sospettavo che lo fossero perfino per chi le ha disegnate!

    Se questa è una critica a Magnus, caro virgin, non mi trovi d'accordo!
    No, non era un critica, Paco! Magnus mi piace, la mia era soltanto un'illazione senza costrutto. E poi, diamine, la vignetta è costruita in modo tale che secondo l'ipotesi dell'intenzionalit? ci sta tutta.
×
×
  • Crea nuovo...

Informazione importante

Termini d'utilizzo - Politica di riservatezza - Questo sito salva i cookies sui vostri PC/Tablet/smartphone/... al fine da migliorarsi continuamente. Puoi regolare i parametri dei cookies o, altrimenti, accettarli integralmente cliccando "Accetto" per continuare.