Non intervengo più molto sul forum (cosa aurea, quando non si ha niente da dire; sebbene ancora più saggio sarebbe non intervenire del tutto), ma lo leggo sempre con attenzione e affetto (che forse è anche nostalgia: nostalgia dei ricordi, fumettistici ed esistenziali, a cui esso è legato): vedo, quindi, che in linea generale le storie di Boselli suscitano meno entusiasmo rispetto a qualche anno fa.
Fino a ieri sera, le ultime tre sue storie che avevo letto, in ordine di pubblicazione, erano il Texone di Villa (eccellente), la storia breve su soggetto di @Mister P (molto bella, una delle migliori nel genere) e la Tigre Nera (ammorbante come poche); tuttavia, se dovessi basarmi solo su quest'ultima, non considererei Boselli un autore in disarmo. Sulla pesantezza della sceneggiatura molto dissi all'epoca, ma di certo un autore in crisi creativa non sta lì a inventarsi una saga così articolata e ambiziosa la cui trama, cosa rara, sta perfettamente in piedi; e sappiamo bene tutti che, quando un autore è in crisi, la coerenza e il senso delle storie sono le prime cose che ne risentono. Poiché non si disimpara a sceneggiare di colpo, la mia sensazione è che, come avanzato da alcuni tra cui soprattutto @Diablero, la mole di lavoro impedisca al Nostro di rifinire e soppesare i testi come un tempo.
Perché sto scrivendo tutto ciò in questa discussione? Un complemento di tempo qualche riga sopra avrebbe già dovuto farlo intuire. Ad ogni modo, c'entra la mia tendenza a fare amicizia soprattutto con i colleghi ultrasessantenni, fra i quali fatalmente può capitarne uno non solo appassionato di Tex, ma anche molto generoso, che non si fa problemi a prestarti un esemplare della collezione che ha cominciato a sei anni, nel lontano 1964, e mai interrotta; c'entra anche la mia curiosità verso questa storia, riguardo la quale molto sangue forumistico è stato sparso; c'entra, infine, forse anche il mio affetto (e nostalgia, ut supra) verso questo forum, che mi porta, una volta letta questa storia, a cercare la discussione per intervenire, sicché eccomi qui.
Tuttavia, voglio molto bene a Boselli e Villa, perciò, invece di lasciarmi andare ai facili sarcasmi con cui bersagliai la Tigre Nera, mi limito a dire: nihil nisi bonum.