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jack65

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  1. jack65

    Tex & Alison.

    Quando ho letto la storia ho fatto il tifo per Alison, non perchè mi aspettassi chissà cosa, ma perchè era un elemento assolutamente nuovo per Tex, per lo meno da decenni, con potenzialità destabilizzanti. Vedere finalmente una donna provare un interesse esplicito, anche se molto discreto, velato, trattenuto, fatto di sguardi e non di parole, è stato estremamente struggente. La questione per me è stata trattata molto bene, con estrema delicatezza, vengono mostrate molto bene la sensibilit? di una donna, una vedova, di fronte ad un possibile innamoramento, di un bambino, di fronte ad una nuova possibilità di vita, e di Tex, che sicuramente ha capito, ha capito tutto. Le pagine della separazione sono commoventi, riescono a regalare quelle emozioni dolci, tenere, che sono sempre state usate col contagocce. Alison è stata tratteggiata e disegnata in modo impeccabile, delicata ma non sdolcinata, dagli sguardi iniziali al pianto finale, bellissimo, costretta dalla ?ragion di stato? a sposare il cognato. Tex, che nei primi contatti sembra non capire o non voler capire, alla fine non solo ha capito tutto, lei gliel'ha quasi detto esplicitamente, ma secondo me ha qualche rimpianto, insegue con lo sguardo nell'ultima vignetta una possibilità di vita che gli è preclusa. Ora, una cosa sono i desideri, un'altra è cosa sia possibile fare (e non fare) con Tex. Sarebbe così scandaloso per il ranger avere una piccola storia? Le donne, l'amore, sono veramente un tab? invalicabile? Bisogna avere sempre dei canoni ?sacri? da rispettare?Per mille esigenze di gestione del personaggio, avere una relazione porterebbe probabilmente a uno snaturamento colossale, d'altra parte una donna gli era stata data e gli è stata tolta subito. Però Tex, dopo i primissimi albi che pullulavano di donnine, a parte un'invocazione per le ballerine, è stato dipinto sempre come un bacchettone morigerato, contrapposto a Carson il viveur, sia pure con intento ironico. Va bene il ricordo della moglie, va bene che, come viene detto in un'intervista, qualche salto al bordello locale lo può tranquillamente fare, ma forse osare qualcosina si potrebbe. Non mi scandalizzerei se Tex avesse una compagna, certo, la situazione andrebbe saputa gestire, ritrovarsela presente in tutte le storie non sarebbe l'ideale, meglio una storia per così dire, a distanza. Sarà perchè, a parti invertite e fatte le debite differenze, anche a me è successa una cosa simile a quella della storia, io farei incontrare di nuovo Tex e Alison, d'altra parte Santa Fe non è così lontana dalla riserva, con un nuovo gioco di sguardi, rimanendo anche tutto a livello platonico, ma con una situazione intrigante a livello psicologico. E dopo l'incontro, alla fine farei parlare Tex con la moglie, sulla tomba, non mi ricordo di averlo mai visto. Una chicca così la regalerei volentieri, poi magari nessuno dei lettori approva. Per finire, mi piace pensare che nel numero 500, all'inizio, quando Tiger lo cerca, Carson, con una faccia che dice tutto, inventi la storiella dei due puledri domati per nascondere la verità, e cioè che Tex si riposi nella tenda perchè ha domato ?due giovani puledrine? che lo hanno lasciato senza fiato. S?, Tex asso della pistola e anche del pistolo, e ditecelo, almeno una volta.
  2. jack65

    [Texone N. 23] Patagonia

    Patagonia 2: l'emozioneLeggendo Tex mi è capitato raramente di provare emozioni forti, di commuovermi, forse anche perchè nell'epoca d'oro ero poco più di un bambino, qualche volta è spuntata qualche lacrima, ma niente di più. Ebbene, con Patagonia per la prima volta ho pianto con Tex e per Tex, alla prima lettura con incredulità per quello che avevo appena letto, tanto che ho avuto bisogno di rileggerlo subito. Non potevo credere di avere di fronte un Tex così incredibilmente gigantesco, eroico, e al tempo stesso così incredibilmente umano, e sotto certi aspetti, fragile. La presenza simultanea di emozioni ?dure?, e soprattutto, una rarit? in Tex, di quelle ?morbide?, è una cosa di cui non potr? mai rendere grazie abbastanza. Cosè dopo la seconda lettura il pianto è stato ancora più convinto e partecipe. Ma anche le altre due volte che ho riletto la storia, l'ultima delle quali a Natale, ho pianto come e più della prima. Per quello che ha rappresentato per me, questa è la storia di Tex più bella, più emozionante, più coinvolgente che abbia mai letto. Forse non sarà quella scritta meglio, non ho la minima competenza per poterlo giudicare, ma per me rimane la più bella in assoluto. Pensare di emozionarmi così per Tex a 44 anni non l'avrei mai ritenuto possibile. Patagonia 3: anno zeroIl mio anno zero. Avevo deciso di arrivare stancamente al numero 600 e poi di decidere se continuare a leggere Tex: ultimamente non ce la facevo quasi più, mi annoiavo in un modo incredibile, leggevo le storie distrattamente tanto per passare una mezz?ora e poi le mettevo nello scaffale a prendere polvere. Poi arriva Patagonia e per la prima volta voglio sapere chi ne fosse l'autore, cosa che non avevo mai fatto, e comincio a guardarmi indietro, a dare un'occhiata alle seconde di copertina. Ma soprattutto mi domando perchè questa storia mi piace e perchè mi piace questo Tex, insomma mi faccio delle domande e non mi so rispondere. Capisco che devo cambiare modo di leggere, non solo l'ultimo modo stanco e annoiato al massimo, ma anche quello con cui ho ricominciato Tex cinque anni fa. Non ho tutt?oggi chiaro in che modo devo avvicinarmi a una storia, sono ancora in cammino, ho cercato aiuto e suggerimenti leggendo qualche forum ma tenendomi in disparte, sentendomi ancora un bambino: sentir parlare del Tex di Bonelli, di quello di Nolitta, di Nizzi, di Boselli eccetera, mi fa tuttora sentire veramente scemo, mi fa rendere conto di non sapere proprio nulla. Senza Patagonia sarei stato sempre annoiato, stufo, stanco, un lettore molto più tranquillo, sè, ma molto più superficiale. E la strada da fare è ancora tanta.
  3. jack65

    [Texone N. 23] Patagonia

    Patagonia 1: l'apoteosiSu Patagonia si potrebbero dire e scrivere centinaia di pagine. Preferisco riportare la parte finale del commento che mi venne di getto, a caldo, dopo avere letto la storia, che postai sul forum di N. Never. Non che sia nulla di originale, ma io sottolineo un punto che non ho visto così in evidenza su nessun commento letto in seguito. Avevo definito il volume ?eccezionale, straordinario, addirittura commovente, passa di diritto alla storia come uno dei più belli di sempre, se non il più bello in assoluto, della saga texiana e finisce direttamente nel mito.?La parte finale è questa.<<[?] Ma è nelle ultime 50 pagine che si raggiunge veramente l'apoteosi, e qui bisogna spiegare un po' di cose. Tex si è sempre battuto per i diritti delle popolazioni native a bocce ferme, cioè quando l'invasione/colonizzazione è già compiuta e le tribù sono già rinchiuse nelle riserve. Si può tranquillamente dire che Tex non ha partecipato a nessuna delle guerre che hanno visto la fine della libertà e dell'indipendenza delle ultime popolazioni indigene rimaste libere, tranne una eccezione, Little Big Horn, in cui non combatte ma si adopera per evitare un massacro. Dunque Tex si batte per i diritti di sopravvivenza, chiamiamoli così, dei nativi confinati dentro le riserve, perchè vede in queste ultime l'unica possibilità per evitare lo sterminio di fronte ad un progresso e a una civilt? aliena che si comportano come un vero schiacciasassi, fermo restando che le riserve siano garantite nei territori ancestrali delle popolazioni. Tex usa la violenza per far cessare ogni violenza, per la pace e la giustizia, sia nei confronti dei bianchi che violano i trattati sia nei confronti dei nativi ribelli che causerebbero danni non solo ai nemici bianchi ma anche a se stessi e ad altre popolazioni pacifiche scontando la repressione incondizionata dei soldati. Tex è un realista, sa che l'avanzata della civilt? è inarrestabile ed è ormai cosa fatta, la sua politica è il compromesso fra le esigenze di bianchi e rossi nel rispetto di un ideale di giustizia assolutamente personale che spesso e volentieri sconfina dalla legalit?, e quando questo non è possibile, passa alle maniere forti contro chiunque. Si può addirittura pensare che l'operato di Tex sia in realtà un'opera di normalizzazione ?reazionaria? ancora più dannosa per i nativi, in quanto spesso presta servizio per eliminare le bande indigene ribelli, le uniche ad avere ancora in corpo l'anelito alla vera libertà, ma le cose stanno così. Non si è mai visto Tex schierarsi apertamente con dei ribelli se non per delle ingiustizie subite, e anche qui è sempre attento a cercare di evitare perdite di vite umane ai bianchi non responsabili, civili e militari, e il fine è sempre stato quello del ripristino della giustizia e dei diritti violati e il ritorno alla riserva. Qui, in Patagonia, siamo in un'altra fase del processo di invasione/colonizzazione, siamo solo all'inizio e le tribù sono ancora tutte libere. Quando la missione rischia di trasformarsi da pacifica qual era in una vera e propria guerra di sterminio, cerca ancora la strada del compromesso per arrivare a una soluzione pacifica del conflitto, e a questo punto avrebbe fatto il suo, non ci sarebbe più da chiedergli nulla: ha avvertito gli indios ?nemiciò, si è dimesso da esploratore, ha implorato il suo amico di dimettersi per non macchiarsi del crimine di sterminio, il tutto in un paese che non è il suo, senza poter contare su nessun altro che se stesso, senza appoggi politici o militari. E quando il suo amico non solo non si dimette, ma lo arresta, pensavo che la storia si avviasse alla conclusione con la celebrazione di un processo per tradimento che in qualche modo sarebbe finito bene. Storia impeccabile. E invece ecco l'inaudito, l'insospettato, almeno per me: Tex si schiera apertamente con gli indios, contro l'esercito argentino, gli muove guerra aperta, riuscendo ad un tempo a conciliare combattimento e fuga ponendosi al completo servizio dei nativi. I dialoghi con Mendoza e con i capi indios sono esemplari ai fini di questo salto di qualità straordinario: non più la difesa del diritto di sopravvivenza, ma la lotta vera e propria per il diritto alla libertà degli aborigeni. Questo non è nemmeno più Tex, è Aquila della Notte come non si era mai visto prima: di fronte a una colonizzazione ingiusta, violenta, che ripeterebbe i massacri del proprio paese fino all'estinzione totale di un popolo, bisogna schierarsi, prendere posizione, e combattere con ogni mezzo necessario, a costo della propria vita, rinnegando quasi la propria razza, rompendo un'amicizia consolidata, per un'inflessibile ideale di giustizia. Il sacrificio dell'individuo per il bene e la salvezza del proprio popolo: questo era Toro Seduto. Il sacrificio dell'individuo per il bene e la salvezza di ogni popolo soggetto a ingiustizia: questo è Aquila della Notte, assurto al ruolo di vero e proprio combattente per la libertà, di mujaheddin. Questo Tex è una figura altissima, grandiosa, un ritratto straordinario e commovente, anche nel saluto col figlio, mi vengono i brividi solo a pensarci. Non è solamente cazzotti e pallottole, è l'incarnazione di una scelta di campo radicale che presuppone una scelta etica basilare a favore della giustizia, in ogni tempo e in ogni circostanza. Il suo ex amico, il colonnello Mendoza, non ce l'ha fatta, in lui ha prevalso il senso dell'onore, della patria, della fedelt? agli ordini. Non è riuscito a restare fedele a se stesso fino in fondo, è lui il vero traditore. Il rapporto Tex-Mendoza è uno dei più belli che siano mai stati esplorati, è una summa di ciò che Tex è e vuole rappresentare nella sua inflessibilit?, e anche il colonnello è a suo modo una figura tragica grandiosa, in bilico fra scelte morali diversissime fino alla definitiva rottura, anche questa un momento bellissimo. E le pagine finali, con le sequenze in parallelo della fuga fra le montagne da un lato e la guerriglia dall'altro, sono da antologia, mi ricordano l'odissea di Capo Giuseppe e dei Nasi Forati per raggiungere il Canada, braccati dagli eserciti americani. Che altro dire? Boselli ha scritto un capolavoro, Frisenda l'ha disegnato. M?inchino.>>
  4. jack65

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    la "colpa" è che se li porta dietro contro i 4 banditi. se è vero che Tex sa giudicare gli uomini da uno sguardo, mi stona che se li scelga per portarli incontro a una situazione che poteva diventare caldissima. Tanti elogi, complimenti, forse anche eccessivi, e poi nel momento chiave una scelta non proprio felice. dice Hodson: "sapete sempre come agire in ogni situazione, senza tentennamenti". In questo caso non mi pare proprio. Comunque non è un peccato mortale, ho visto di molto peggio nel recente passato, meglio non ricordarlo.
  5. jack65

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    ripensando un po' alla figura di lord Hodson e alla sua eccentricit?, se non viene fatto morire (se lo sapete, per piacere non me lo dite), fantasticavo se potesse essere un compagno "fisso" di Tex come Pat e GrosJean, per esempio, e in questo modo aprire nuovi spazi per storie nell'est, oltre alla solita Washington e alla Boston vista una volta. Questo lord, come si dice, "buca" le pagine, è stata davvero una bella trovata e spero di rivederlo anche in futuro.
  6. jack65

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    letto ora qualche intervento:per Faraci e ymalpas: ho rivisto in parte la mia posizione iniziale nell'intervento precedente. Io non disseziono una parte, le sensazioni sono state molto forti, forse sbagliate ma forti, compresa la componente ironica che fra l'altro mi sembra importante nella storia. Fa parte del mio carattere usare qualche termine ironico abbastanza forte, forse anche troppo, ma in nessun modo, ripeto nessuno, qualsiasi appunto io possa fare alla storia è mai rivolto all'autore e al disegnatore, non mi permetterei mai di arrivare vicino a una possibile offesa. Novanta volte su cento non guardo mai all'inizio chi sia l'autore di una storia, voglio la massima impersonalit? possibile. Avendo usato proprio ora "babbeo", garantisco che è il mio modo scherzoso di fare, per inquadrare una situazione o dei personaggi, magari chi non ci è abituato pensa che io voglia irridere tutto e tutti, non è così, mi scuso se ho dato quest'impressione ed eviter? in futuro di usare certi termini coloriti. Tuttavia, se devo esprimere i miei gusti personali, se ho da muovere qualche appunto non posso fare finta di nulla. E mentre in passato leggevo Tex con molta tranquillit?, al limite dell'ingenuità, da qualche tempo questo non mi è più possibile, questo tipo di lettura è entrato in crisi. Non si tratta di dissezionare rigo per rigo, o di fare l'autopsia, ma di rilevare non "errori", ci mancherebbe altro, non sono nessuno per dirlo, ma gusti personali. A me la tirata sul "selvaggio" è rimasta impressa, che ci devo fare?E poi sono sempre disposto a cambiare idea. Spero di aver chiarito. E se non si fosse capito, la storia mi è piaciuta abbastanza, con qualche ombra, va bene, ma ho detto che la scelta narrativa è stata "coraggiosa". Non so per voi, ma per me è un grosso complimento.
  7. jack65

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    Ora che l'ho riletto con calma posso dire la mia opinione con più tranquillit?, rivedendo in parte quello che avevo detto ieri. Chiedo fin da ora perdono per l'eccessiva lunghezza di quest?intervento, è una storia molto particolare e le sensazioni sono state molto forti. Tutto sommato, presa nel suo complesso la storia è abbastanza carina, si fa leggere bene, un po' atipica per Tex soprattutto per i tanti spunti umoristici, voluti e non. Si potrebbe dire che il ritmo è un pochino lento, ma a me piace così, e c'erano tanti personaggi da caratterizzare. Tuttavia trovo in alcune situazioni determinanti, come l'inizio e la sparatoria finale, delle pecche molto gravi, e qualcosa che non mi convince in alcuni personaggi. Intesa come una sorta di prologo in vista del secondo albo, più che agli eventi in sè, mi sembra che l'attenzione dell'autore sia andata ai personaggi.
  8. jack65

    [591/592] L' Uomo Di Baltimora

    ciao a tutti, sono nuovo, e non sono molto soddisfatto. Le prime 22 pagine mi hanno lasciato completamente spiazzato, ho dovuto interrompere la lettura, sono ancora sotto questo influsso e preferisco parlare, per ora, di queste, e rimandare il commento complessivo.
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